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Quelli che vengono
comunemente chiamati “Bagni della Regina Giovanna” costituisco uno
dei maggiori siti storico-archeologici dell’intera penisola
sorrentina. Infatti, fin dall’antichità, Sorrento ha costituito un
forte richiamo per l’insediamento umano ed il clima mite ha fatto si
che divenisse anche luogo di villeggiatura per i patrizi romani. È
proprio ad uno di questi che si deve l’edificazione della villa i
cui resti sono ancora ben visibili. Fonti del tempo individuano in
Pollio Felice il costruttore dell’edificio che si trovava presso la
Punta del Capo di Sorrento, ma recentemente si è stabilito che in
realtà Pollio Felice abbia edificato l’altra villa limitrofa, quella
del Capo di Massa e non questa. Fatto sta che si tratta di un’opera
architettonica degna di rilievo risalente all’incirca al I secolo
a.C.
I resti che ancor oggi
testimoniano la grandiosità dell’opera si riferiscono in larga parte
a quella che era la domus marittima, ossia la residenza in riva al
mare, con il porto naturale che era stato racchiuso all’interno
delle mura della struttura abitativa. I ruderi non si trovano, però,
solo nella parte di pubblico accesso, ma anche all’interno delle
proprietà limitrofe che, almeno in parte, sono state recentemente
acquistate dal Comune di Sorrento che intende creare un parco
agricolo-archeologico di vasto interesse.
La villa, nel suo complesso, si divideva in domus e villa a mare e
l’intero complesso copriva quasi trentamila metri quadrati di
superficie. La domus si trovava sulla sommità del promontorio ed era
circondata dalle coltivazioni tanto che ancora sono visibili i resti
delle cisterne per l’acqua necessaria all’irrigazione dei campi. La
villa a mare sorgeva, invece, sulla punta del promontorio collegata
alla domus da una complessa serie di passaggi, scale e terrazze.
Il giardino si
sviluppava tra la domus e la villa a mare con una serie di
terrapieni e terrazze panoramiche dove si impiantavano le colture
seguendo i criteri del terrazzamento ancora oggi in uso in penisola
sorrentina. Già a quel tempo l’aroma tipico dei limoni di Sorrento
doveva inebriare l’olfatto di quanti frequentavano la zona. A valle
del giardino sorgeva una esedra dalla quale si godeva il panorama
mozzafiato del golfo di Sorrento. Alla villa era possibile accedere
oltre che via terra, attraversando la stretta stradina che ancora è
l’unica via per raggiungere il sito, anche via mare dal bacino
naturale al quale è stata edificata l’abitazione attorno. Peccato
che il passare del tempo e l’incuria degli uomini abbiano fatto sì
che molte delle testimonianze racchiuse nella Villa del Capo di
Sorrento andassero irrimediabilmente perse.
Certo è che questo
luogo oltre alla sua millenaria storia racchiude anche bellezze
paesaggistiche di indubbio valore ed offre la possibilità, per gli
amanti della tintarella, di fare un bagno in una cornice incantevole
ed in un mare dalle sfumature azzurre senza eguali al mondo.
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