|
Poco oltre
il terrazzo che sovrasta la spiaggia della Marinella troviamo
l'Hotel Cocumella, il più antico albergo di Sant'Agnello, la cui
storia merita di essere raccontata. Già nel 1557 il popolo
sorrentino aveva espresso alle Autorità il desiderio di avere i
Gesuiti in Penisola. Solo dopo quarant'anni tale richiesta fu
accolta; infatti, nel 1597, un distinto signore di Sorrento,
Gianvicenzo De Angelis, avendo saputo che i Gesuiti di Napoli erano
alla ricerca di una tenuta atta ad essere adibita a luogo di cura,
si offrì per una donazione; a Piano di Sorrento egli possedeva una
tenuta su una terrazza a picco sul mare, con una propria discesa a
mare, da sempre denominata la Cocumella. Nella casa fu istituita
pure una Scuola di grammatica latina. La casa fu completata solo nel
1637 e comprendeva un ampio cortile circondato da un porticato; su
tre lati vi erano le stanze, mentre sul quarto una splendida
terrazza offriva ai residenti la meravigliosa veduta del Golfo di
Napoli. Al centro del cortile era situato un pozzo, oggi ancora
esistente, costruito al posto di una antica cisterna risalente
all'epoca romana e nella quale confluivano le acque che provenivano
dalle colline equane.
A rendere disagevole la permanenza dei Gesuiti in questa splendida
residenza era la mancanza di collegamenti efficienti con Napoli:
infatti tali collegamenti avvenivano quasi esclusivamente via mare
e, per tale motivo, nei suoi primi anni di vita, la residenza
sorrentina non fu particolarmente utilizzata dai Frati. Nel 1705,
per merito dell'illustre umanista, Padre Nicola Pertenio
Giannettasio, emerito Professore di Matematica nel collegio dei
Gesuiti di Napoli, che in quell'anno si ritirò nella residenza
sorrentina per curare la sua malferma salute, la dimora della
Cocumella iniziò ad essere maggiormente frequentata. Nel 1708, a sue
spese, Padre Giannettasio fece erigere la chiesa adiacente al
collegio, accanto ad una torre di guardia preesistente, usata per
avvistare le navi saracene all'epoca delle loro scorrerie nei mari
sorrentini. Questa torre divenne campanile della chiesa da egli
stesso progettata e dedicata alla Vergine Maria. La pianta della
chiesa è a croce greca (quattro braccia uguali), con cupola e tre
altari. Il quadro che si venera sull'altare maggiore risale al 1723
e ritrae l’Annunciazione, opera del pittore Joseph Castellano.
Col completarsi della chiesa, il complesso poteva dirsi ultimato,
ma, verso il 1730, cadde nuovamente quasi in disuso e nel 1767, in
seguito all'espulsione dei Gesuiti dal Regno di Napoli, divenne
proprietà dello Stato. Il complesso della Cocumella nel 1771
comprendeva la chiesa, la casa, un frutteto ed un agrumeto, e
divenne infine Real Convitto della Cocumella, per orfani dei marinai
del luogo e della costa amalfitana. Il complesso fu Scuola Nautica
fino al 1777, anno in cui il Convitto fu soppresso e l'intera tenuta
della Cocumella, eccetto la chiesa, fu acquistata per la somma di
10.800 ducati da Pietro Antonio Gargiulo, i cui eredi,
successivamente, aggiunsero il secondo piano alla casa,
trasformandola in albergo, l'odierno Hotel Cocumella, tra i più
antichi della Penisola. Tanti viaggiatori illustri hanno qui
dimorato: lo scrittore Byron, il Duca di Wellinghton, lo scrittore
Crawford, e tanti altri. Durante il Secondo Conflitto Mondiale,
nell'albergo fu posta la sede del Comando Inglese, giungendo poi ad
essere nuovamente albergo alla fine della guerra.
|