Gragnola é situata in
posizione che era quanto mai saliente nell'Italia medievale.
Infatti, il
sistema appenninico
nel quale essa si situava, a cavallo fra i rilievi e la marina, in una zona
che era crocevia di traffici di più e svariate tipologie (dal commerciale al
pellegrinale), la faceva centrale nel contesto di quei tempi.
Da quelle parti la via Francigena incontrava
il nodo di svincolo del Cammino che portava fino alla lontana Galizia, a
Santiago di Compostela.
In quel fondovalle, dove le acque dell'Aulella e del Lucido si mescolavano
per unirsi poi a quelle del Bardine, diventò così inevitabile che si
formasse un centro che andò a convogliare nel suo interno tutte quelle
istanze, in primis quelle economiche, che il nuovo contesto produttivo aveva
suscitato giustificandole nel loro essere.
Ben presto diventa questa, terra
di traffici e di mercanti.
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Già Obizzo Malaspina aveva detto al Barbarossa
vivere la Lunigiana di volte
mercantili , cioè dei servizi a pagamento che la terra offriva
alle carovane di mercanti che la attraversavano nei vari sensi.
La feudalità laica di ispirazione canossana si
mobilita per dare risposte alle richieste che il nuovo avanza e, com'é
logico, trarre dal nuovo panorama che si ba delineando anche vantaggi.
Una delle attività che maggiormente impegnano, é la costruzione di
infrastrutture: viarie e ospitaliere. Questo spiega anche il moltiplicarsi
delle istituzioni religiose.
Nel bel mezzo di questo
sistema
appenninico erano site le terre dei
Bianchi d'Erberia della cui signoria
Gragnola non ci mette molto a diventare la piccola capitale.
Soprattutto, però, a risaltare é la funzione economica del centro lunense
alla quale il borgo assolve con grande proprietà.
Gragnola diventa quello che il suo toponimo
sembra indicare: un centro di rilevante
importanza del mercato cerealicolo, soprattutto del
frumento che diventa una materia prima che é sinonimo di ricchezza.
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