Con il termine di
Canossani si indica la
feudalità che ha in
Matilde di Canossa la
sua più alta rappresentante.
Ma é anche un movimento composito che si collega in maniera organica con il
movimento cluniacense per conseguire il duplice scopo di dare vita ad un
movimento di riforma della Chiesa e, in contemporanea, di riorganizzare il
contesto ambientale: favorendone il ripopolamento, , usando il territorio per scambi commerciali e pellegrinali
che ne favoriscano potentemente la crescita economica, incrementando la
produzione agricola. Notevoli, sotto questo punto di vista, sono l'attività
di bonifica
dei terreni acquitrinosi, e l'introduzione della
rotazione
triennale delle culture.
Da un punto di vista politico, é forte la volontà di far risorgere il
primato della Chiesa Romana nei confronti del potere della feudalità laica.
Si voleva il ritorno della supremazia ecclesiastica contro i signori per un
potente rilancio della chiesa.
L'episodio famoso dell'Imperatore Arrigo IV che si umilia sotto la neve
davanti al castello di Canossa al cui interno con Matilde sono papa Gregorio
VII e l'abate di Cluny, é emblema di tutto questo movimento che dal
Pontefice prese appunto il nome di
Riforma Gregoriana.
|
Appare così sintomatico che durante il
Concilio di Guastalla del 1106 Bernardo degli Uberti. rappresentante del
Pontifice, volle legare il monastero di Monte a Canossa.
Forse, dietro quella scelta vi fu anche l'impulso della stessa
Matilde.
Sicuramente, tuttavia, questo atto fu voluto da
Rodolfo di Casola e i
suoi nipoti, e
Bosone della Verrucola
con i figli.
Questi, nel territorio che in questa sede maggiormente
interessa, sono i
Canossani, cioè i rappresentanti della feudalità
vassallatica che maggiormente é legata ai più potenti feudatari di Canossa,
alla loro politica, alle loro aspirazioni.
In altre parole, venne legato il monastero di
San Miche le
Arcangelo a Monte dei Bianchi simbolo della loro famiglia
accomodandolo all'Abbazia di Canossa, quasi l'atto diventasse metafora di
una chiave di volta che traversava collegandoli gli opposti valichi
dell'Appennino. |