Nel 1927, in un volume che stila con altri Autori,
Castelli di
Lunigiana, Ubaldo Formentini stila una breve nota sul
Castel dell'Aquila di
Gragnola.
Del paese il grande studioso spezzino sottolinea l'origine feudale, nel
corso dei secoli XII e XII, quale curia dei
Domini de Herberiache
qua avevano la loro sede podestarile.
Della famiglia gentilizia, nello stesso volume,
un altro studioso,
Pietro Ferrari, li
aveva considerati filiazione di un gruppo longobardo capostipite della
feudalità medievale da cui avevano tratto la loro origine le principali
famiglie di Lunigiana.
Queste sarebbero sorte da un ceppo primigenio insediatosi in Lunigiana dopo
la conquista della zona da parte di re Alboino. |
Per gli Herberia, Formentini aveva
ipotizzato una discendenza genealogica e di estensione da quello
che nei secoli XII e XII aveva costituito uno stato feudale riunito sotto il
dominio di una consorteria agnatizia che gli diede il nome di Terre dei
Bianchi.
Presumibilmente, essa aveva Gragnola quale centro giurisdizionale,
comprendendo anche, in misura quasi integrale, il territorio delle pievi di
Offiano, Viano e Codiponte.
Inoltre, Formentini aveva collegato quei possessi con le terre detenute
dalla famiglia in Emilia, soprattutto nella pieve di Rubiera.
Infine, aveva delineato il passaggio del territorio di
Gragnola ai Malaspina,
o per vendita o in virtù di rapporti che i Viano avevano intessuto con la
famiglia marchionale.
Infine, Gragnola divenne feudo autonomo, secondo quella ricostruzione, nel
1366, distaccandosi da quello di Fosdinovo.
A questo era pervenuto per testamento di Spinetta Malaspina il Grande dopo
essere stato possesso dei Malaspina del ramo della
Verrucola.
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