Amore

Vero Amore

Amore

Fuoco che infiamma

Gesù il maestro dell'amore, con il suo esempio ci ha fatto vedere che anche noi possiamo amare sopra ogni interesse.

Lasciati rapire dall'Amore di Dio certamente Lui ti donerà ali come quelle dell'Aquila per volare nel suo cielo.

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I tuoi occhi vedranno il tuo maestro (Is 30,20). Agli uomini fu promesso di vedere con i propri occhi il loro divino Maestro. Tutta la vita di Gesù fu un continuo esempio e scuola di perfezione. Ma fu soprattutto sulla cattedra della croce che egli ci insegnò le sue più belle virtù. Sulla croce ci ammaestrò bene sulla pazienza, specialmente in tempo di malattia. Infatti su di essa Gesù infermo soffrì con somma pazienza i dolori delta sua amarissima morte. Sulla croce con il suo esempio ci insegnò un'esatta obbedienza ai divini precetti, una perfetta rassegnazione alla di Dio, e soprattutto ci insegnò come si deve amare. Paolo Segneri Junior disse a una sua penitente di scrivere ai piedi del Crocifisso queste parole: "Ecco come si ama".

"Così si ama", sembra che ci dica il Redentore dalla croce quando noi, per non soffrire qualche molestia, abbandoniamo le opere di suo gradimento, e talvolta giungiamo a rinunciare perfino alla sua grazia e al suo amore. Egli ci ha amati fino alla morte, e non scese dalla croce se non dopo avervi lasciato la vita. Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me. Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire
(Gv12,32-33).

Gesù disse che, quando sarebbe stato innalzato sulla croce, con i suoi meriti, con il suo esempio e con la forza del suo amore, egli avrebbe attirato gli uomini al suo amore. "O anime redente, ci esorta la santa Chiesa, guardate il vostro Redentore sulla croce, dove tutto il suo aspetto ispira amore e invita ad amarlo". Sant'Agostino aggiunge: "Ha il capo inchinato per darci il bacio di pace, le braccia stese per abbracciarci, il cuore aperto per amarci"
O Maestro d'amore, i maestri della terra insegnano con la voce, tu invece, su questo letto di morte, insegni con il dolore; essi insegnano per interesse, tu per affetto, non chiedendo altra ricompensa che la mia salvezza. Gesù mio, salvami, donandomi la grazia di amarti e di contentarti sempre. Amare te è la salvezza mia.

Mentre Gesù stava morendo sulla croce, gli uomini continuavano a tormentarlo con sarcasmi e scherni. Alcuni gli dicevano: Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso! Altri: Se è il re d'Israele, scenda ora dalla croce! E mentre questi lo ingiuriano, Gesù sulla croce prega l'eterno Padre di non punirli, ma di perdonarli: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno.
(Lc 23,34).

Domandò il perdono per i suoi persecutori e l'ottenne, perché essi, dopo averlo visto morto, si pentirono del loro peccato: Se ne tornavano percuotendosi il petto.
(Lc 23,48).

Fuoco che infiamma
Nell'Antico Testamento Dio ordinò che sul tuo altare ardesse continuamente il fuoco. San Gregorio Magno dice che gli altari di Dio sono i nostri cuori, nei quali deve ardere sempre il fuoco del suo divino amore. Perciò l'eterno Padre, non contento di averci donato il suo Figlio Gesù, che ci ha salvati con la sua morte, volle donarci anche lo Spirito Santo, affinché abitasse nel nostro cuore e vi tenesse continuamente acceso il fuoco del suo amore. Gesù stesso dichiarò che era venuto sulla terra per infiammare i nostri cuori di questo santo fuoco, e che non desiderava altro che di vederlo acceso. Pertanto egli, dimenticate le ingiurie e le ingratitudini ricevute sulla terra dagli uomini, salito in cielo, c'inviò lo Spirito Santo. Così il nostro Redentore, dopo averci amato tra le sofferenze e le ignominie terrene, ci ha amato e ci ama anche nella sua gloria!
Lo Spirito Santo volle apparire nei cenacolo in forma di lingue di fuoco per infiammare d'amore i nostri cuori. Infatti la santa Chiesa ci fa pregare: "Ti preghiamo, Signore, di infiammarci di quello Spirito, che il Signore Gesù mandò sulla terra e volle che si accendesse fortemente".
Questo santo fuoco ha acceso i santi a fare cose grandi per Dio, ad amare i nemici, a desiderare i disprezzi, a spogliarsi di tutti i beni terreni e ad abbracciare con gioia anche i tormenti e la morte. L'amore non sa stare ozioso e non dice mai basta. L'anima che ama Dio quanto più fa per l'amato, tanto più desidera fare, per compiacerlo e meritarsi il suo amore.