Il Rinvio a Giudizio
Home Su Il Rinvio a Giudizio Riina e il covo Mori difende i suoi Chiesta assoluzione 20 02 06 : Assolti! I 4 processi Ritirata la scorta!

 

Home
Su

Home Su Il Rinvio a Giudizio Riina e il covo Mori difende i suoi Chiesta assoluzione 20 02 06 : Assolti! I 4 processi Ritirata la scorta!

Il rinvio a giudizio del Capitano Ultimo

Da Repubblica del 18 febbraio 205

Per la mancata perquisizione della villa-covo di via Bernini dopo
l'arresto del boss avvenuto il 15 gennaio del 1993 a Palermo
Riina, rinviati a giudizio
Mori e il mitico capitano "Ultimo"


Fini: "L'operato di certi magistrati è scandaloso".

PALERMO - Il direttore del Sisde, prefetto Mario Mori, e il tenente colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, l'ex "capitano Ultimo", sono stati rinviati a giudizio al termine dell'udienza preliminare davanti al gup Marco Mazzeo. Dovranno rispondere di favoreggiamento nei confronti di Cosa nostra per la mancata perquisizione della villa-covo di via Bernini dopo l'arresto del boss Totò Riina avvenuto il 15 gennaio del 1993 a Palermo. "Piena solidarietà" ma anche "l'indignazione più profonda" è stata espressa nei confronti di Mori dal vicepremier, e ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, che ha definito "scandaloso" l'operato dei magistrati.

Mori e De Caprio erano entrambi presenti in aula. Nella scorsa udienza il 3 febbraio i pm Michele Prestipino e Antonio Ingroia avevano chiesto il proscioglimento "perché il fatto non costituisce reato". Secondo i pm manca, infatti, l'elemento psicologico del reato. Ovvero, l'allora capo del Ros e il "capitano Ultimo" non perquisendo il covo di Riina certamente non avrebbero voluto favorire Cosa nostra. Sarebbe stato - è questa la tesi della Procura - più che altro un errore. In subordine, i pm avevano chiesto che fosse dichiarata la prescrizione, perché si tratterebbe di un favoreggiamento semplice.

Ora si attende la prossima mossa della procura di Palermo che si troverà il 7 aprile prossimo ad affrontare un'udienza senza essere convinta della fondatezza dell'accusa.

"Lunedì convocherò una riunione per discutere la posizione che dovrà prendere l'ufficio nel prossimo giudizio", ha detto il procuratore della Repubblica, Piero Grasso. "Non posso che prendere atto della decisione del giudice - ha aggiunto - che come tale va rispettata. La richiesta dei colleghi è frutto di valutazioni maturate all'interno della Dda".

Ma probabilmente si punterà verso una richiesta di assoluzione. Ancora Grasso: "Come Pm in passato ho chiesto assoluzioni quando mi ero convinto che non vi fossero elementi sufficienti a sostegno dell'accusa".

Nella foto Totò Riina in carcere


(Repubblica 18 febbraio 2005 )

 
Chi è Mori

Mori, il generale che fondò il Ros


L’attuale direttore del Sisde, il generale di divisione dei carabinieri, il prefetto Mario Mori, è uno dei personaggi più noti nell’ambito della lotta al crimine organizzato. Comandante del Gruppo carabinieri di Palermo, poi della Regione carabinieri della Lombardia, ha fondato nel ’90, divenendone responsabile, il Ros (Raggruppamento operativo speciale), struttura voluta dall'Arma per contrastare tutte le espressioni della grande criminalità, sia comune sia terroristica. Con De Caprio è stato protagonista della cattura di Riina.

Da Repubblica del 21 febbraio 2005

Parla l'avvocato del boss mafioso, in ospedale per un'operazione
"Qualcuno dall'alto ha guidato la cattura, Di Maggio non c'entra"
Processo a Mori, in campo Riina
"Voglio sapere chi mi ha venduto"

Palermo, oggi Grasso decide a chi affidare l'accusa
di FRANCESCO VIVIANO


PALERMO - Anche Totò Riina vuole sapere la verità sulla sua cattura e sul "covo" dove viveva e che non fu perquisito per 19 giorni. Dall'ospedale San Paolo di Milano, dov'è ricoverato per un intervento chirurgico, il capo dei capi di Cosa nostra segue dai giornali e dalla tv la bufera che si è scatenata dopo il rinvio a giudizio del generale e capo del Sisde Mario Mori e del capitano "Ultimo", gli uomini che lo arrestarono e che saranno processati il 7 aprile prossimo con l'accusa di favoreggiamento a Cosa nostra.

E oggi a Palermo il procuratore Pietro Grasso deciderà con i suoi aggiunti e sostituti chi dovrà rappresentare l'accusa nel processo a Mori e "Ultimo" dopo l'annuncio di ritiro dal processo dei pm Antonino Ingroia e Michele Prestipino, che avevano più volte chiesto l'"assoluzione" del capo del Sisde e di Sergio De Caprio, il capitano "Ultimo" nel frattempo promosso colonnello. Un processo che dovrebbe chiarire il "mistero" che ruota attorno all'"affaire covo di Riina".

Un mistero che anche Totò Riina, per motivi diversi, vorrebbe chiarire. "Mi hanno venduto, qualcuno dall'alto ha guidato la mia cattura e non è stato certamente Balduccio Di Maggio" (il pentito che il 15 gennaio del 1993 quando venne arrestato, indicò al capitano "Ultimo" che l'uomo a bordo di una Citroen che usciva da via Bernini era proprio Totò Riina). A rivelare l'interesse che ha Riina di sapere come e perché ma soprattutto da chi fu arrestato, è il suo difensore, l'avvocato Luca Cianferoni, che ricorda gli interventi del suo assistito nei processi in cui è imputato allo scopo di conoscere il nome di chi l'avrebbe "venduto".

L'avvocato Cianferoni ha affrontato più volte l'argomento con il suo assistito e oggi ne riporta l'opinione. "Accusare Mori di avere favorito la mafia è assurdo. Il generale non è certamente un mafioso - afferma Luca Cianferoni - sopra di lui c'erano dei magistrati che coordinavano tutto e Mori, secondo noi, tace esattamente come tacevano cinquant'anni fa il colonnello Ugo Luca e il capitano Antonio Perenze ("anche in quel caso un colonnello e un capitano") quando catturarono, ormai morto, il bandito Salvatore Giuliano. E, come allora, anche nel caso del mio assistito nei momenti di maggior crisi istituzionale ci si aggrappa ai carabinieri. Oggi non so se è ancora così".

Al colonnello Mori, secondo l'ipotesi di Riina e del suo avvocato, era stato affidato un "mandato" per decifrare le morti di Falcone e Borsellino e "rinfacciare a Mori di non aver fatto correttamente la polizia giudiziaria è grave, ma ancora più grave, secondo me, è non capire che l'arresto di Riina viene alla fine di un processo decisionale rimasto misterioso". "E' chiaro che Riina non voleva farsi arrestare e quando dice di essere stato "venduto" dice una cosa vera. Si tratta di cose molto raffinate che, come dimostrano già alcuni processi, trovano coinvolta la mafia a livello esecutivo, non certo a livello decisionale".

Così, in seguito allo sviluppo dell'inchiesta sulla mancata perquisizione del covo dove per anni aveva vissuto indisturbato con la sua famiglia, Totò Riina ora vorrebbe capirci di più. Per l'avvocato Cianferoni, nella cattura del suo cliente il pentito Balduccio Di Maggio fu "lo specchietto per le allodole" come ha detto lo stesso Riina. E allora chi ci fu all'origine dell'arresto? Sempre secondo Cianferoni un ruolo l'avrebbe avuto il maresciallo dei carabinieri Antonino Lombardo, poi suicida nella caserma dei carabinieri di Palermo nel marzo del 1995. Quel giorno nelle tasche del maresciallo Lombardo fu trovato un "testamento" nel quale scriveva di essere stato proprio lui a contribuire all'arresto di Riina.
( 21 febbraio 2005 )

 

Home Su

 

 

 
 

Home Definizione Origini Sottovalutazione Mafia e Politica Mafia e Chiesa Cosa Nostra Lotta alla mafia Le altre mafie Bibliografia Sitografia Filmografia

Scuola Media Statale "Giovanni XXIII" - Pietramelara

http://smspietramelara.altervista.org

Ipertesto realizzato e curato dal Prof. Giuseppe Landolfi

Contatto: obiettivomafia@libero.it

 

Sito in costruzione