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Accolta la richiesta dei pm: il fatto non
costituisce reato
Mafia, assolti Mori e capitano Ultimo Il direttore del Sisde e il colonnello dei Cc prosciolti dall'accusa di favoreggiamento per la ritardata perquisizione del covo di Riina
PALERMO
- Lunedì scorso erano stati i magistrati a chiedere la loro
assoluzione. E oggi il Tribunale di Palermo li ha assolti. Il direttore
del Sisde, Mario Mori, e il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio,
l'ex «capitano Ultimo», erano imputati di favoreggiamento aggravato
per la mancata perquisizione del covo di Totò Riina subito dopo
l'arresto del boss il 15 gennaio del 1993. La sentenza è stata
pronunciata dopo poco meno di due ore e mezzo di camera di consiglio. Né
Mori né De Caprio erano presenti in aula. I giudici si erano ritirati
per decidere pochi minuti prima delle 13, a conclusione delle arringhe
dei difensori, gli avvocati Piero Milio per Mori, e Francesco Romito per
De Caprio. I legali avevano chiesto «una sentenza definitiva, chiara,
che fughi le ombre che non ci sono» e che «attesti che questi uomini
egregi sono immuni da sospetti».
LA RICHIESTA DEI PM - Lunedì scorso i pm Antonio Ingroia e Michele Prestipino avevano chiesto l'assoluzione perché il fatto non sussiste dall'accusa di favoreggiamento aggravato di Cosa Nostra, e la prescrizione per le restanti imputazioni. Il processo iniziato il 3 maggio 2005 a Mori e a Ultimo - alla guida della squadra di carabinieri che arrestò Riina - aveva provocato aspre polemiche politiche nei confronti del giudice che stabilì il rinvio a giudizio, anche perché la stessa procura al termine dell'inchiesta aveva già chiesto il loro proscioglimento. 20 febbraio 2006 Corriere della Sera |
Scuola Media Statale "Giovanni XXIII" - Pietramelara http://smspietramelara.altervista.org Ipertesto realizzato e curato dal Prof. Giuseppe Landolfi Contatto: obiettivomafia@libero.it
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