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Da "Il Gazzettino" 

Giovedì, 24 Febbraio 2005

MAFIA Clamorosa fuga di notizia (su cui indaga la procura): il capo di Cosa Nostra si sottopose a un intervento a Marsiglia spacciandosi per un panettiere siciliano

Il boss latitante Provenzano operato in Francia

Marsiglia, Francia

Sarebbe stato l'ennesimo intervento chirurgico a spingere la 'primula rossa' di Cosa nostra Bernardo Provenzano, latitante da 42 anni, ad allontanarsi dalla Sicilia per farsi curare in Francia. È Oltralpe, infatti, che portano le tracce del superboss, sbarcato a Marsiglia per un'operazione alla prostata. Dai medici francesi lui, sotto la falsa identità di Gaspare Troia, panettiere, sarebbe stato visitato nel luglio 2003 e operato lo scorso ottobre.Ad accompagnarlo sarebbero stati Salvatore Troia, figlio dell'uomo che per la trasferta ha prestato le proprie generalità al capomafia e un'altra persona ancora ignota. L'indagine della Dda sulla trasferta marsigliese di Provenzano è coperta da stretto riserbo, tanto che i magistrati non hanno nascosto il loro disappunto per le indiscrezioni emerse ieri. Il procuratore Pietro Grasso ha annunciato l'apertura di una indagine sulla «fuga di notizie».

A dare il primo input agli inquirenti è stato il neopentito Mario Cusimano, ex 'postino' di Provenzano che, per anni, ha recapitato i leggendari 'pizzini', bigliettini cui il boss è solito affidare gli ordini. Cusimano finisce in carcere assieme ad altri 50 sospetti il 25 gennaio. Un pentimento record il suo: il 'postino' comincia a parlare a meno di 24 ore dall'arresto. Ricostruisce organigrammi delle famiglie, attività criminali e non solo. Riferisce che Provenzano fu costretto a ricorrere alle cure dei chirurghi per la prostata. Ma di più non saprebbe: solo qualche particolare sulla dieta seguita prima dell'operazione.

Un altro tassello lo aggiunge una perquisizione a casa della sorella del capo di Villabate, Nicola Mandalà: viene trovata una cartella clinica intestata a Gaspare Troia, panettiere. È scritta in francese. Troia è il padre di Salvatore, uno dei «picciotti» a disposizione dell'organizzazione, arrestati nel blitz di un mese fa. Gli inquirenti si presentano dal panettiere, gli chiedono come stia, se abbia mai avuto problemi alla prostata e, soprattutto, se sia mai stato operato a Marsiglia. Troia cade dalle nuvole e candidamente rassicura i poliziotti sul suo stato di salute.

A completare il puzzle sono le intercettazioni ambientali effettuate prima del blitz di gennaio. Le microspie confermano che Salvatore Troia è stato Oltralpe per un certo periodo. A parlare, inconsapevoli delle 'cimici' che registrano tutto, sono Mandalà ed un amico. Quest'ultimo si lamenta delle spese affrontate dal giovane durante la sua permanenza in Francia. Scattano gli accertamenti, alcuni ancora in corso. Gli investigatori per ricostruire la degenza francese del boss utilizzeranno anche la rogatoria. La pista marsigliese potrebbe portare ad un nuovo identikit del superlatitante, attraverso l'interrogatorio dei medici che lo hanno avuto in cura. Ma gli inquirenti non escludono di potere magari rintracciare alcune immagini, registrate dalle videocamere.

Le indagini sulla cattura della 'primula rossa' di Corleone parlano di un boss malato. I pentiti raccontano di malattie renali e di un primo intervento già anni fa (i Nas indagarono nelle Usl su ricette sospette).

da www.tgcom.it di giovedì 3 marzo 2005

Non solo si è fatto operare alla prostata indisturbato a Marsiglia, ma il boss dei boss, Bernardo Provenzano, avrebbe persino chiesto all'Asl il rimborso per l'intervento chirurgico subìto all'estero. E' questa l'ultima, incredibile, ipotesi della Procura palermitana sul capo di Cosa nostra, latitante da oltre 40 anni. Il boss si sarebbe recato all'estero facendosi chiamare Gaspare Troia, padre di un pregiudicato.

Zu Binu si sarebbe sottoposto a un intervento chirurgico a Marsiglia nel 2003 sotto falso nome. In particolare, avrebbe utilizzato il nominativo di un suo "amico", Gaspare Troia, un anziano panettiere di Villabate. A Marsiglia il boss dei boss sarebbe stato accompagnato dal vero figlio del panettiere, Salvatore, che gli avrebbe retto il gioco. Quest'ultimo è stato poi arrestato nel corso dell'ultima grande operazione antimafia avvenuta in Sicilia, che ha portato all'arresto di 50 persone, fiancheggiatori, postini e vivandieri di Bernardo Provenzano.

Un blitz scaturito da un'inchiesta approfondita della Procura di Palermo, e che sta cominciando a dare altri frutti. Come la collaborazione con la giustizia di Mario Cusimano, fiancheggiatore del capo di Cosa nostra. E' stato lui a rivelare agli inquirenti che Provenzano si è fatto operare all'estero. E le sue dichiarazioni sono state verificate: interrogato dagli investigatori, Gaspare Troia ha ammesso candidamente di non essersi mai operato alla prostata a Marsiglia.

Il pentito ha parlato anche di un dottore che in Sicilia ha assistito Provenzano, lo ha aiutato a preparare i documenti necessari per il ricovero all'estero, gli ha suggerito il nome della clinica specializzata per gli interventi alla prostata e... gli ha consigliato di chiedere il rimborso delle spese necessarie per l'operazione all'Asl.

Ora gli inquirenti ipotizzano che il boss abbia ritirato a Palermo la documentazione dell'Asl che consente si sottoporsi a interventi chirurgici all'estero a spese dello Stato e che abbia chiesto il rimborso. Non solo: si sta verificando se per caso l'Asl abbia davvero sostenuto le sue spese, ovvero se - come si dice - al danno si è aggiunta... la beffa.

Dal TG1 di mercoledi 2 marzo 2005

Il Ministro della Salute Girolamo Sirchia ha riferito in Parlamento che il rimborso chiesto da Provenzano è stato effettivamente pagato dal Ministero. 

In ottemperanza al diritto del "silenzio assenso" la clinica marsigliese in cui il boss è stato ricoverato ha ottenuto il rimborso.

 

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