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LA STORIA BIANCONERA
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  IL QUINQUENNIO D'ORO

Nella stagione 1930/31, la società bianconera inizia il suo rafforzamento ingaggiando l'allenatore Carlo Carcano e l'interno Giovanni Ferrari, entrambi provenienti dall'Alessandria, giocatore dai piedi d'oro e cervello fino.  In attacco, le invenzioni sono di Raimundo Orsi detto "Mumo"  e di Renato Cesarini, ai quali si affianca Giovanni Vecchina, in difesa nasce il mito del trio Combi - Rosetta - Caligaris. L'idea di un ciclo che si apre è nell'aria, la conferma arriverà con i risultati delle stagioni seguenti. La prima quella del 1930/31 si chiude con 79 reti e 55 punti, con quattro lunghezze di vantaggio sulla Roma. Il 1931 è stato anche l'anno della cosiddetta “zona Cesarini”.

Giocatori:
Combi; Rosetta, Caligaris,
Munerati, Ferrero, Borel II, Santagostino; Varglien I, Monti, Sernagiotto, Bertolini, Genta; Varglien II, Ferrari, Orsi, Cesarini, Vecchina, Imberti.  Allenatore: Carlo Carcano

Nella 1931/32 a completare la corazzata Juve, arriva Luisito Monti. L'arrivo del giocatore desta parecchie perplessità per il suo aspetto è da ex giocatore, in patria ha smesso di giocare da mesi, è sovrappeso. Invece, il nuovo acquisto nel giro di pochi mesi  fa un mezzo miracolo,  torna in perfetta forma e con la sua potenza e forza fisica, va a completare la linea mediana dello squadrone bianconero.
La stagione è una cavalcata vincente con 54 punti frutto di 24 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte, 97 reti ed un eccezionale girone di ritorno, con il record di 10 vittorie consecutive. In Coppa Europa i bianconeri arrivano per la prima volta in semifinale.

Nel 1933 il copione è lo stesso. Il primo, grande colpo del mercato è Pedro Sernagiotto, ma la sorpresa si chiama Felice Placido Borel, figlio e fratello di giocatori juventini.  I tifosi bianconeri lo soprannomineranno "Farfallino", perché in campo la sua leggerezza è impareggiabile. Ma è anche un giocatore di grande sostanza che si traduce in 29 reti in 28 partite. .
Eppure la Juventus era partita al ralenty, perdendo alla prima giornata sul campo dell'Alessandria e alla terza su quello del Napoli di Attila Sallustro.
Poco alla volta, i bianconeri recuperano il terreno perduto nei confronti di Torino, Napoli e Bologna e si aggiudicano nuovamente il titolo con 54 punti conquistando 25 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte, 83 le rete fatte e 23 quelle subite.

Giocatori:
Combi; Rosetta, Caligaris,
Ferrari, Ferrero, Varglien II, Santagostino; Varglien I, Vecchina, Monti, Bertolini, Genta; Sernagiotto, Cesarini, Borel II, Orsi,  Munerati, Imberti.  Allenatore: Carlo Carcano

Il 1934 è un anno indimenticabile per i tifosi italiani e juventini. La squadra vince il campionato con 53 punti (4 di vantaggio sulla seconda classificata, l'Ambrosiana Inter). A febbraio viene inaugurato a Torino lo Stadio Mussolini, che si chiamerà poi Comunale. L'Italia vince il Campionato del Mondo: tra le file della Nazionale "militano" ben sette juventini.

Il 1935 è un anno particolare. In autunno la Juventus licenzia Carcano, al suo posto subentra il duo Gola/Bigatto I. Il primo, un dirigente juventino all'epoca, il secondo la prima  «bandiera» della storia juventina. La rosa era composta da giocatori oramai logori e avanti con gli anni. La società porto in squadra il giovane Alfredo Foni e dal settore giovanile aggregò Guglielmo Gabetto e Pietro Rava.  Cesare Valinasso difese la porta al posto di Combi. I bianconeri conquistano cosi il loro quinto scudetto consecutivo, il primo a 16 squadre, avendo la meglio dopo una lotta serrata tra i bianconeri, la Fiorentina ed i nerazzurri dell'Ambrosiana. La Juventus finisce con 44 punti  due in vantaggio sui milanesi e cinque sui viola, 45 reti a favore e 22 contro.  L'ultimo scudetto della Grande Juve coincide con la fine improvvisa e violenta dell'uomo che l'ha presa per mano e guidata verso la leggenda: il presidente Edoardo Agnelli muore in un incidente aereo,

colpito a morte da un'elica dell'idrovolante pilotato dall'asso dei cieli Ferrarin, durante un ammaraggio davanti al porto di Genova. E il 14 luglio del '35, l'ingegnere aveva appena 43 anni. Per un tragico destino, con la sua vita si chiude il ciclo della Juve dei record.

Il 1936 è un anno di assestamento. La squadra arriva al quinto posto in campionato e due giovani promettenti si uniscono al gruppo: Rava e Gabetto. Il Conte Emilio de La Foresi viene nominato presidente.
Alle Olimpiadi di Berlino la squadra italiana vince il torneo di calcio grazie anche alla coppia dei terzini Foni-Rava.
Inizia con il 1937 un periodo di stasi per la squadra che si classifica nuovamente al quinto posto.
1938: seconda in campionato ma vince la Coppa Italia. L'Italia trionfa ai Campionati del Mondo in Francia, nonostante il clima decisamente ostile per ovvie ragioni politiche. In Coppa Europa i bianconeri raggiungono le semifinali.
Il 1939 non è un anno particolarmente entusiasmante: la squadra manca di continuità e arriva solo ottava in campionato. Nel '40 è al terzo posto. Lo stesso anno esordisce Carlo Parola e viene eletto presidente Piero Dusio.
Nel '41/42 da più di un anno la guerra è in atto, ma si cerca di non interrompere le attività sportive. La Juventus F.C. conclude il campionato al sesto posto ma vince la Coppa Italia per la seconda volta.
Nel 1942/43 è al terzo posto, mentre arriva il giovane allenatore Borel. Negli anni '44 e '45 la drammaticità della guerra è al culmine. Il campionato viene sospeso. Tuttavia l'anno successivo lo si riprende, ma per le difficoltà oggettive è diviso in due gironi: Alta Italia e Centro Sud. La Juventus F.C. arriva terza nel girone Alta Italia e seconda nel girone finale.
Dopo tanti patimenti nel '46/'47 si torna a un girone unico nazionale composto da 20 squadre: la Juventus F.C. si classifica seconda. Si riaprono le frontiere ai giocatori stranieri. Renato Cesarini è allenatore.

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