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La Famiglia Marianista

 
  La Madre dice ai servi: fate quello che vi dirà
 

  

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                  La Famiglia Marianista

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Lettere dalla missione.

 

 

Volontariato Estate 2002

 

 nel mondo

in Albania

in Colombia

 

 in Ecuador

   

Vi è un solo Vangelo, ma molti e svariati sono i modi di viverlo. Ciò spiega l'esistenza delle diverse "scuole di spiritualità". Una "scuola spirituale" è un insieme di pensieri, di dottrine, di pratiche e di atteggiamenti che il suo fondatore lascia in eredità ai discepoli e che a poco a poco si trasforma in dottrina e in pensiero, in vita e in azione di coloro che seguono tale scuola. A costoro la scuola spirituale offre un itinerario per incontrare il Signore, vivere in sua compagnia e lavorare per l'avvento del Regno. La spiritualità mariana qui proposta si ispira al  Beato Chaminade e alla Famiglia Marianista da lui fondata.
 

 

La Famiglia Marianista  è composta da 4 rami:


F.M.I. Figlie di Maria Immacolata

S.M. Società di Maria

I.S. Istituto Secolare

C.L.M. Comunità Laiche Marianiste (fraternità)

Per conoscere meglio il mondo marianista vai a: http://www.marianist.org/worldlinks.htm

          http://web.tiscali.it/marianista/

 

 

 

La "Famiglia Marianista": che cos'è? Chi l'ha fondata? Chi sono i suoi membri? Dove si trova? A che cosa si dedica?
Una spiritualità comune
Tutti i grandi capi spirituali hanno lasciato ai loro seguaci ispirazione, idee, sogni, e modalità per vivere in modo fruttuoso. Per un capo spirituale cristiano, questo significa offrire una spiritualità che porti a vivere una vita cristiana completa, in qualsiasi circostanza di tempo o di luogo una persona possa trovarsi. Nella sua lunga vita, durata 89 anni, Padre Guglielmo Giuseppe Chaminade ha lasciato ai suoi seguaci molti scritti, indirizzati sia a laici che a religiosi professi, che possono rappresentare una sorta di guida alla vita spirituale, e costituire un'eredità per quella che è ormai conosciuta come la Spiritualità Marianista.
Inizialmente, abbozzò una pedagogia di vita spirituale, un "sistema di virtù", che propose per aiutare una persona a raggiungere la libertà interiore e l'apertura mentale per una migliore conoscenza di sé, che le avrebbe consentito di seguire Cristo più da vicino. In seguito, nel parlare di quella che definiva la "fede del cuore", esaminò più profondamente le virtù teologali (fede, speranza, amore) che portano ad una maggiore conformità col Cristo risorto.
Con il passare degli anni, egli insistette sempre più su questo punto. La vita spirituale dei suoi seguaci, una vita segnata dal fervore religioso, doveva tendere alla più perfetta conformità con Gesù, Figlio
di Dio, diventato Figlio di Maria per la redenzione del
mondo; ed era Maria, come madre, che doveva "plasmarli" in modo da far loro raggiungere quella somiglianza con Cristo.
Basandosi su questi discernimenti "Chaminadiani" del mistero cristiano, la Famiglia Marianista sarebbe diventata una "nazione di santi", una meraviglia agli occhi dei contemporanei. Quale più grande meraviglia poteva attirare altri al culto amorevole della Trinità, di Dio, la cui natura stessa è amore?
Ma che cos'è questa Famiglia Marianista generata da tale spiritualità? Dov'è nata, e qual è oggi la sua missione?


Gli inizi
Sembra certo che Padre Chaminade abbia trovato l'ispirazione di questa famiglia (o per lo meno abbia approfondito una intuizione avuta precedentemente), ai piedi di Nostra Signora del Pilar, a Saragozza, in Spagna, dove trascorse tre anni (1797-1800), dopo essere stato costretto all'esilio dal capovolgimento degli eventi causato dalla Rivoluzione francese. Un suo ex studente, anch'egli in esilio, aveva scritto il testo di una proposta per una "Società di Maria", che Chaminade certamente conosceva.
Nel frattempo, lui e i compagni d'esilio programmavano che cosa fare una volta tornati in una Francia postrivoluzionaria, ormai non più cristiana. Ci sarebbero volute nuove forme di divulgazione del Vangelo, e lo stesso Chaminade parlava dell'ispirazione che aveva avuto di fondare un nuovo Istituto per contribuire a svolgere quella missione. L'Istituto avrebbe riunito tutti i segmenti della Chiesa e della società civile;
sarebbe stato esso stesso una missione permanente, dedita allo sviluppo di nuove forme di cristianità per sostituire quelle distrutte dalla Rivoluzione.
Anni dopo, scrivendo al Papa, Chaminade disse che il primo mezzo per portare avanti la sua missione, al suo ritorno in Francia fu quello di formare "Congregazioni" che riunivano laici, religiosi e sacerdoti. In seguito, parlando degli Istituti religiosi sviluppatisi all'interno delle Congregazioni, li definisce tutti "aiuti e strumenti" della Beatissima Vergine. Quel che voleva fare era riunire tutti i modi di vivere la vita cristiana, congiungendoli in un efficace strumento per predicare

 

Il Mio Ideale:

Gesù Figlio di Maria

 

Il Mio Ideale ha un aspetto che lo rende particolarmente attuale: è un libro cristocentrico. Parte da Cristo ed è Cristo stesso che conduce a Maria. Diviso in quattro parti, nelle prime due, poste in bocca a Gesù, è Lui stesso che «spiega» Maria, e ci introduce nel mistero di sua Madre. Ci chiede non solo di imitare Maria «la prima cristiana» ma di identificarci con Lui per capirla ed amarla.
E giunge a dirci: «Che io, Gesù, possa amarla in te». Questa è la vera devozione a Maria: la stessa che ebbe il Signore. Maria però ha ricevuto una missione specifica nella Chiesa: essa è Regina degli Apostoli. Nelle due ultime parti dell'opera poste in bocca a Maria, essa stessa spiega la propria missione, e ci invita a lasciarci formare da Lei come degli altri Gesù, e a collaborare con Lei nella sua missione nel mondo.
Un programma, semplice e concreto; un cammino che ci aiuta ad essere Missionari di Maria nella nuova evangelizzazione.  Forza ed entusiasmo  il sentirci strumenti in mano di Colei «cui sono riservate le ultime vittorie sul male», di Colei «che ha vinto tutte le eresie e che vincerà pure quelle odierne», secondo le parole del Beato Guglielmo Giuseppe

 

Libro I - L'Ideale.
«VI HO DATO L'ESEMPIO»

Gesù:
Fratello mio, tu ami mia Madre e nell'amarla ti senti felice. Ma sei ancora ben lontano dall'amarla come vorrei.
Tu l'ami perché si ama tutto ciò che è puro e bello, ed ella è purezza e bellezza ideale.
Tu l'ami perché si amano coloro che sono buoni e premurosi, e nessuno è buono e premuroso come lei.
Tu l'ami perché la consideri come tua madre, e ogni figlio ama la propria madre.
Tu l'ami perché hai sperimentato il suo amore e hai capito che con lei ti riesce più facile rimanere puro e fervente.
Tu l'ami perché hai imparato dai libri e dai predicatori che la devozione verso di lei è il mezzo più facile per assicurarti la salvezza eterna e
raggiungere la perfezione; ora tu vuoi salvarti e santificarti.
2. Tutti questi motivi sono buoni e possono ispirarti un tenero affetto verso mia Madre; non possono però costituire il fondamento di quella devozione che io desidero vederti praticare.
La devozione verso mia Madre è qualche cosa di così grande, di così benefico, di così gradito a lei e a me, da rendere inadeguato ogni tuo tentativo di praticarla in maniera ordinaria, o alta, o anche altissima: devi cercare la devozione più perfetta possibile.
3. Ebbene, sai qual è la devozione più perfetta verso Maria? Cerca nei libri, consulta i teologi, interroga i santi, domanda il loro segreto ai più insigni servi di Maria che la terra abbia mai conosciuto; non troverai una devozione più perfetta di quella che ti voglio insegnare io: la partecipazione, cioè, alla mia stessa pietà filiale verso mia Madre.
La perfezione, per i miei discepoli, non consiste forse nell'essere simili al loro Maestro? Non ho dato loro l'esempio affinché facessero ciò che ho fatto io per primo? Il mio apostolo Paolo non ha ripetuto che per un cristiano tutto sta nell'imitare Cristo, nel rivestirsi di Cristo, nell'assumere i sentimenti di Cristo, nel vivere
non più della propria vita, ma della vita stessa di Cristo?
Ora dimmi, puoi tu concepire disposizioni più perfette verso mia Madre di quelle che ho avute io stesso?
Invito al colloquio:
O Gesù, quale magnifico ideale è questo che mi proponi: partecipare alla tua pietà filiale verso la Madre tua! Ma, povero peccatore qual sono, come potrò raggiungerlo? Come potrò anche solo comprenderlo?

 ***

P. Emilio Neubert, marianista, autore del libro, vuole attirare l'attenzione di tutti i cristiani sull'obbligo che hanno di essere santi e apostoli. Vuole dimostrare che Maria è la via per attuare tutto questo, perché ella è Madre ed educatrice. Così come ha educato Gesù può educare noi e fare di noi altri Gesù. inizio

 

il Vangelo, prima con un esempio massiccio e solenne, poi con qualunque altro mezzo Dio potesse indicare. Leggendo i segni dei suoi tempi, attinse liberamente da idee pre - e post-rivoluzionarie, per fonderle in una unica visione, e sviluppò la sua Famiglia Marianista (la "Famiglia di Maria", la chiamava lui), un'immagine della stessa Chiesa. Nella diversità della famiglia doveva esserci unione; nell'unione ogni segmento doveva conservare la propria identità. Insieme, in un rapporto di interdipendenza reciproca, avrebbero portato
avanti la loro missione di condivisione della missione stessa di Maria: quella di portare Cristo nel nostro mondo in modo sempre più convincente, con dedizione totale. inizio

 

Le componenti
La Famiglia Marianista fondata da Chaminade al servizio della Chiesa è composta da vari rami. Il primo, in ordine cronologico, fu quello delle Comunità Laiche Marianiste (all'epoca chiamato "Congregazione"), che ebbe inizio a dicembre del 1800, ma che fu costituito ufficialmente il 2 febbraio 1801. Cominciò con un gruppo di giovani uomini. A questo venne subito aggiunto (25 marzo 1801) un gruppo di giovani donne. Poi, due gruppi di persone più mature e/o di persone sposate che avevano come compito principale quello di sostenere i giovani: le "Signore del ritiro" e i "Padri di famiglia". Accanto a questi si andavano formando gruppi dì sacerdoti. In questo modo il sogno avuto da Chaminade a Saragozza si andava concretizzando: un nuovo strumento di evangelizzazione, una "Chiesa in miniatura", che predicava il Vangelo con l'esempio e la parola, e viveva sotto la cura e la guida di Maria, madre di Gesù. Sotto il regime di Napoleone la Congregazione fu soppressa (1809-1814). Ma fu esattamente in quest'epoca che tra i giovani laici, uomini e donne, si sviluppò un nuovo modo di vivere i consigli evangelici, una specie di vita religiosa, ma vissuta in un ambiente secolare. Per molti versi, questa fu antesignana di successivi "Istituti secolari", uno dei quali, Alliance Mariale, si sviluppò alla metà del ventesimo secolo direttamente dall'ispirazione di Chaminade.
Sotto la monarchia che seguì alla caduta di Napoleone (1815), dall'interno di quella stessa Congregazione emersero due Istituti religiosi: l'Istituto delle Figlie di Maria (1816) e la Società di Maria (Fratelli e Sacerdoti) nel 1817. La missione primaria degli Istituti religiosi era quella di formare, promuovere, e sostenere il movimento di associazione più ampio. Inoltre, naturalmente, essi subentrarono in molte delle opere comuni alle fondazioni religiose dell'epoca, quali scuole e parrocchie.
Oggi i discendenti di tutti questi gruppi diversi (Comunità Laiche Marianiste, Alliance Mariale, Figlie di Maria, Società di Maria) riconoscono la loro unità nell'impegno comune di vivere la spiritualità marianista lasciata loro da Chaminade. I loro membri, 9000 circa in circa 30 paesi, lottano per realizzare il sogno di Chaminade: presentare ad un mondo stupito la meraviglia di un "popolo di santi". La loro missione? Predicare il messaggio evangelico e lavorare per la salvezza di tutta l'umanità sotto il comando e la guida di Maria, madre di Gesù. Chaminade esortava insistentemente i suoi seguaci ad essere missionari, "missionari di Maria", portare la buona novella della redenzione fino ai confini della terra.
  inizio

 

 

I Fondatori

 

 

Beato Chaminade

Il Beato Chaminade nasce l'8 aprile 1761 nella cittadina di Périgueux (Francia Meriodionale) da una numerosa famiglia di profonde radici cristiane.
Dopo gli studi che lo portano al Sacerdozio nel 1875, inizia il suo ministero tra i giovani, nel campo dell'educazione.

La Rivoluzione del 1789 lo trova su posizioni di assoluta fedeltà alla fede ed alla Chiesa. Esercita il suo ministero clandestino, a rischio della vita, nella città di Bordeaux fino a quando gli eventi lo obbligano all'esilio. Vive a Saragozza (Spagna), tra il 1797 ed il 1800, all'ombra del Santuario della Madonna del Pilar, che sarà l'ispiratrice di tutte le sue opere future. Rientrato in patria, intraprende una vasta opera di evangelizzazione, facendo leva sul laicato cattolico, in particolare sui giovani, che lancia sulle vie dell'apostolato con profetica anticipazione dei nostri tempi. Per assicurare collaboratori e continuatori alla sua opera dà vita alla  Famiglia Marianista.

Padre Chaminade morì il 22 gennaio 1850; il 1 novembre 2000 la Chiesa lo ha proclamato Beato. (cfr. Vita P. Chaminade di Piero Ferrero)

Beato Chaminade

 

 

Ven.Adele

di Trenquelleon

La Venerabile Madre Adele, nasce nel castello dei Trenquelléon - presso Agen - da una famiglia della piccola nobiltà proprio alla vigilia della "Grande Rivoluzione" (10 giugno 1789), passò una fanciullezza burrascosa, travagliata da persecuzioni contro i familiari e dall'esilio; tornata in patria giovanissima, raccolse attorno a sè alcune giovani generose, intenzionate ad imitare Cristo nello zelo per la salvezza delle anime ed ancor più nello spirito di preghiera e di sacrificio. Donna di grande fede, di delicata bontà, attenta ad ognuna in particolare delle sue sorelle, ella seppe inculcare loro quello zelo missionario che le faceva dire di dover "essere pronte ad andare sino in capo al mondo per salvare una sola anima". Piena di passione, sobbarcandosi a qualsiasi fatica, vivamente cosciente della precarietà del tempo, ella visse di questo zelo missionario sino alla sua morte - avvenuta il 10 gennaio 1829. Accolse il suo Signore con queste ultime parole: "Osanna al Figlio di David!". (Vita M. Adele di sr. M. J. Bec)

 inizio
 

Ven Adele di Trenquelleon

 

La consacrazione a Maria

 

 

Sin da giovanissimo Padre Guglielmo Giuseppe Chaminade (1761-1850) ebbe un rapporto spontaneo con Maria, la madre di Gesù. In seguito avrebbe chiamato questo legame con Maria con espressioni diverse: devozione, dedizione, pietà, alleanza, consacrazione.
Egli considerò sempre Maria come la madre di Gesù e della Chiesa, la ragione stessa della sua esistenza in quanto madre di Dio e dell'umanità. Ella era la madre del Dio che "discende", e la madre degli esseri umani che "ascendono". Per Chaminade, Maria, donna e madre, è il grembo materno comune a Dio e agli uomini. Entrambi si incontrano in lei. Ella è un grembo di luce, di fede, di gioia, di fiducia piena di speranze, di calore, di accoglienza, di amore. Sebbene Maria non crei queste grazie, le ottiene con le preghiere e le dona con amore.


Chaminade e la consacrazione mariana
Chaminade vedeva Maria come un dono straordinario di Dio a San Giovanni e a tutti i credenti. Come San Giovanni, i cristiani ricevono il dono di poterla riconoscere madre. Essi la amano, si affidano a lei, la "assistono" nella sua missione. In questo modo ciascuno entra nel "grembo materno" di Maria con le stesse disposizioni che aveva Gesù.
L'espressione "consacrazione" è la più forte e la più audace che si possa usare per esprimere questo rapporto, questo incontro del bambino con la madre. Per Chaminade, questo è un'alleanza. Dal punto di vista della teologia contemporanea, il linguaggio è ingannevole, ma noi non dobbiamo fermarci ad esso o permettere alle parole di intrappolarci. Lo Spirito Santo che indusse Gesù a darla per madre a San Giovanni, e che portò loro due, madre e figlio, ad accettarsi a vicenda è lo stesso che oggi spinge i credenti ad essere figli di Maria. È lo stesso Spirito che indirizza, consacra e suggella l'alleanza con Maria senza separarla dalla Nuova Alleanza suggellata nel sangue di Cristo.
I cristiani sanno che questa consacrazione non termina in Maria; sanno che sono consacrati al Padre in Cristo dallo Spirito Santo. Il grembo di Maria è il grembo della Chiesa, madre e vergine, il fonte battesimale. "In questo fonte", secondo Chaminade, "la Chiesa, nostra madre, fa nascere dal suo grembo verginale i figli che ha concepito dallo Spirito di Dio".
Egli prosegue con entusiasmo: "Gesù Cristo fu concepito e formato a nostra immagine nel grembo della santissima Vergine per azione dello Spirito Santo. Similmente, gli eletti debbono essere concepiti in quel grembo verginale per azione dello Spirito Santo, e debbono essere formati a somiglianza di Gesù grazie alla cura materna di Maria".


Consacrazione vivente a Maria
La consacrazione a Maria ha profonde connotazioni affettive senza le quali non raggiungerebbe completamente la sua pienezza, né asseconderebbe il suo dinamismo; non è una semplice questione di ragione e volontà. "lo ti offro .. il mio cuore, tutto il mio essere," è una formula di consacrazione ancora usata da molti Marianisti. Conoscere, amare, servire Maria, formare un'alleanza con lei, essere consacrati: tutto questo significa fare progressi nel conoscere, nell'amare, nel servire Dio, nel vivere l'alleanza con il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo.
Significa essere "consacrati" dalla Trinità per la Trinità. Dal momento del nostro Battesimo, noi viviamo volti a Dio, nel grembo materno di Maria, nel grembo della Chiesa.
Con la luce dello Spirito Santo e sotto il suo impulso, non c'è il pericolo di incorrere in una specie di panteismo, o in un culto falso che fa di Maria una "quarta persona" della Trinità. Lo Spirito conduce in un mondo di libertà divina e umana. Una tale realtà è espressa, anche se sempre in modo insufficiente, in simbolo.
L'imperativo del Vangelo, la Parola, la liturgia, i sacramenti, nonché il sostegno comunitario completano e concretizzano il modo di vivere la consacrazione a Maria, secondo Chaminade. Non c'è consacrazione a Maria a meno che non cominci, cresca, e culmini in Dio; non c'è consacrazione a Maria a meno che non si sviluppi in culto e in servizio d'amore, di giustizia e di pace verso tutte le creature di Dio.
Tale consacrazione, quasi continuazione del Battesimo, è un consacrarsi al martirio, suprema espressione del seguire Gesù.


Proclamazione della consacrazione a Maria
Padre Chaminade annunciò Maria e testimoniò questa alleanza-consacrazione con la sua stessa vita, le parole, i gesti, e con il suo impegno apostolico ispirato da Maria come donna, nuova Eva, madre di Gesù e di tutti i cristiani. Maria, in cui il cristiano è santificato, è ella stessa un tempio santificato dalla Trinità. I cristiani stavano vivendo tempi nuovi e transizioni culturali difficili, erano "impegnati in nuove guerre". Egli propose questo ideale mariano soprattutto ai giovani. In Maria avrebbero trovato bontà, bellezza, libertà e liberazione, un amore che avrebbe rinnovato lo splendore e l'attrazione di una fede come nel passato, sorretta - nonostante tutto. inizio

Missione con Maria

 

 

 

 

 

"Signore... conferma ha nostra alleanza con lei. Questa richiesta che i Marianisti ripetono ogni giorno nell'atto di consacrazione marianista, lascia molto chiaramente intendere che la loro relazione con Maria non è una semplice devozione e non si esaurisce nella conoscenza della sua figura evangelica La nostra spiritualità è mariana in una prospettiva missionaria. Ci consacriamo alla missione ecclesiale, stringendo con Maria un'alleanza che ci impegna per la vita.
La missione di Maria fu di dare al mondo il Dio incarnato, farlo nascere e crescere in mezzo agli uomini; e quando Gesù, ormai adulto, si mise ad annunciare il Regno di Dio, la sua missione fu di  aiutare i discepoli a

 

 seguirlo. Gesù stesso dalla croce coronò la missione di Maria proclamandola madre dei credenti perché continui ad aiutare Gesù ad incarnarsi " di generazione in generazione". I Marianisti, come figli di Maria, vogliono affrancarla nella sua missione, che ora è anche la loro: incarnare Gesù nell'umanità, far nascere e crescere la fede nel Vangelo.
Questo impegno di carattere permanente e onnicomprensivo, è espresso, sia nella vita secolare marianista sia nei due istituti religiosi e nell'Alleanza Mariana, con segni concreti: la consacrazione definitiva del laico, la professione del voto di stabilità, il rinnovamento quotidiano del dono di sé.
L'itinerario spirituale marianista vuole condurre ad assumere un impegno con Maria e la Chiesa in vista dell'evangelizzazione, per far crescere la fede e perché il mondo abbia la vita. "Come Maria è al servizio del mistero dell'incarnazione, così la Chiesa rimane al servizio del mistero dell'adozione a figli mediante la grazia" (Redemptoris Mater, 43).
Il nucleo è Cristo Gesù, Figlio di Dio, divenuto figlio di Maria per la salvezza degli uomini. Attorno ad esso si concentrano le persone che si immettono nell'alveo della spiritualità marianista. In esso convergono la chiamata e la risposta. Da esso vengono la decisione di iniziare a camminare e la fedeltà per perseverare nel cammino fino al raggiungimento della meta. Esso dà la forza per percorrere le diverse tappe e giungere al traguardo finale. Meglio ancora, esso è la chiamata e la meta, la forza e la luce per procedere con sicurezza. In Cristo, il marianista riesce a conciliare quelli che sono gli elementi costitutivi della sua spiritualità: fede e impegno apostolico, intensa devozione a Maria e vita comunitaria. Con Lui e in Lui si integrano vita spirituale, vita personale, vita sociale, doveri, sofferenze, quanto lo Spirito opera in noi e per mezzo nostro, nonché l'esperienza della propria collaborazione e di un'instancabile dedizione al servizio degli altri. Cristo non è soltanto la meta e la meta non è soltanto la conformità a lui. Cristo accompagna e guida.
Maria non è il centro ma si trova nel centro. Dalla posizione che occupa ci indirizza a Cristo: ci mostra Gesù, frutto benedetto del suo grembo, e ci introduce nel suo mistero e nei suoi misteri. Ci forma nel suo grembo materno a immagine del Figlio suo, che è il primogenito di una moltitudine di fratelli. Con Paolo VI possiamo dire che la devozione a Maria, specie per i marianisti, è un elemento "qualificante" e "intrinseco" della vita cristiana. Il marianista sa che "nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende" (NIC 25), e pertanto ella conduce necessariamente a lui. Quando vuole fare un passo avanti nella fedeltà a Cristo, il marianista guarda a Maria, a colei cioè che appartiene interamente a Cristo ed è totalmente dedita al servizio degli uomini e delle donne di ogni tempo.
Attraverso Maria giunge a noi lo spirito di Gesù, che ci consente di fare le stesse opzioni e di realizzare le stesse opere di Cristo. Questa è la nostra missione: seguire Cristo che si è voluto incarnare, assumendo la condizione di figlio di Maria, per farsi vicino a ogni persona e che ha voluto fare gruppo coi discepoli nel dedicarsi alla missione ricevuta.

inizio

 

le opere

Istruzione ed Educazione

  • Educazione (Scuole- Università)

  • Animazione dei gruppi dei giovani e degli adulti

  • Servizio Pastorale (Parrocchie)

 

Promozione Sociale

  • Promozione Sociale (Sud del  Mondo)

  • Animazione Culturale (Università - Editoria)

 

Annuncio della Buona Novella

  • Presenza tra gli handicappati e gli emarginati

inizio

 

La Famiglia Marianista sparsa nel mondo

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