Qui Albania inizia con noi una missione |
|
Per notizie, foto, riflessioni, discussioni, informazioni
confronta l' interessante sito.
|
Volontariato |
Missione di Lezhe | ||
|
|
1)CORSO TIPOGRAFI Fabbisogno: attrezzatura di una stanza adatta allo scopo.
3) CORSO DI CERAMICA. Fabbisogno: un forno e maestri ceramisti per insegnare l'arte.
4)CORSO DI SARTORIA PER RAGAZZE. Fabbisogno: banchi e macchine
per maggiori informazioni contattare fratel Luciano luciano.levri@inwind.it |
Due giovani di Condofuri raccontano la loro esperienza del Campo-Scuola per i bambini Albanesi nel mese di luglio-agosto 2002 L’avventura Albania 2002 è cominciata la mattina del 26 Luglio quando, a bordo del pulmino della Cooperativa La Nostra Valle siamo partiti alla volta di Bari. Eravamo in sei: cinque da Condofuri ed una ragazza da Reggio.Dopo un lungo viaggio sotto i vari temporali estivi del sud Italia, nel pomeriggio siamo finalmente arrivati alla stazione di Bari dove si è unito a noi il gruppo di Torino e Vercelli e con loro ci siamo diretti al porto; qui più tardi è arrivato in pulmino il gruppo di Campobasso. |
In serata sono arrivati con camion e pulmino i volontari di Roma accompagnati da Luciano Levri ed il gruppo si è finalmente completato: già da quella sera si poteva prevedere l’affiatamento che è nato fra noi in seguito. La traversata dell’Adriatico a bordo della famigerata nave greca non è stata esattamente una crociera(!!!) infatti al mare mosso si sono aggiunte solo 4-5 ore di ritardo!!! Comunque, relativamente sani e salvi (molti volontari infatti hanno “perso le forze” sul ponte della nave influenzandosi a catena…), siamo arrivati al porto di Durazzo dove ad accoglierci c’era Davide. In viaggio verso Lezhe abbiamo potuto avere una prima visione dell’Albania, una terra per molti aspetti molto simile all’Italia ma in fondo profondamente diversa. Le prime cose che ci hanno colpito sono state le immense distese di campi incolti e le strade strette e disagiate lungo le quali circolavano interminabili file di mercedes. Una volta giunti a Lezhe è stato grande il nostro stupore nel notare quasi più antenne paraboliche che abitanti. Percorrendo una ripidissima salita sterrata popolata da maiali, mucche e cavalli in libertà siamo giunti alla piccola ma accogliente casa di Davide e Luciano: la prima familiare impressione è stata quella di trovarci sul terrazzo della canonica di San Carlo grazie alla presenza di un grande pergolato (l’orticello di Luciano, poi, non era sprovvisto di nulla!!). Non essendoci ancora la disponibilità di un luogo in cui ospitare contemporaneamente quaranta persone, noi volontari siamo stati alloggiati in posti diversi: un gruppo di undici persone ha occupato una casa presa in affitto nella vicinanze della comunità, i ragazzi hanno alloggiato nelle stanze del Centro Giovanile creato da Davide e Luciano, mentre le ragazze sono state ospitate nella casa delle suore di Manatì, una frazione ad un paio di km dalla città. I primi due giorni sono stati dedicati all’organizzazione ed all’allestimento dei locali per accogliere i circa 500 bambini che provenivano da tre località diverse: da Lezhe e dai villaggi di Ishull-Lezhe e Bregdet (dove si svolgeva appunto la colonia). Sono stati formati dodici gruppi dei quali sette con i bambini dei due villaggi, e gli altri cinque con bambini di Lezhe; questi ultimi svolgevano prevalentemente le loro attività al Centro Giovanile e si univano agli altri solo in tarda mattinata per le attività sulla spiaggia. Il tema prescelto per la colonia di quest’anno è stato “Il libro della giungla “ simpaticamente rappresentato dagli animatori italiani (con tanto di trucco , costumi e versi di animali…) con lo scopo di introdurre la catechesi svolta contemporaneamente a tutti gruppi da P.Salvatore Santacroce. Durante la giornata si alternavano momenti di fatica a momenti di divertimento: i primi erano soprattutto quelli relativi al bagno, al pranzo e all’intrattenimento dei bambini nelle ore più calde della giornata, gli altri, invece, erano i momenti dedicati alla scenetta, ai canti e ai bans durante i quali grandi e piccoli davano il meglio di sé. Le giornate faticose si concludevano a casa di Davide e Luciano tutti insieme volontari italiani e albanesi, con la messa, la cena e la riunione dove sonno e stanchezza si facevano da parte per lasciare il posto all’allegria dei canti tradizionali albanesi e italiani. Nonostante il maltempo ed alcuni fatti spiacevoli che hanno condizionato, ma non impedito lo svolgimento della colonia, sono volate le due settimane e l’euforia e l’allegria dei primi giorni ha lasciato il posto alla tristezza per la partenza ormai vicina. L’ultimo giorno conclusosi con l’escursione al castello di Lezhe, per i cinque gruppi della città, e al mare come al solito per gli altri gruppi, si è svolto prevalentemente fra abbracci, baci e lacrime scambiati fra noi animatori e i bambini che ci hanno sommerso con il loro affetto durante questa bellissima esperienza, strappandoci la promessa di ritornare ancora l’anno prossimo. Cosa raccontarvi di più? E’ difficile mettere su carta le sensazioni che si provano nell’affrontare un’avventura così bella ed importante insieme a ragazzi che fino al giorno prima non si conoscevano e subito diventano dei grandi compagni di viaggio. Possiamo quindi dire che nel piccolo della nostra missione ci siamo sentiti uniti ai giovani che in quegli stessi giorni hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù a Toronto e come loro siamo stati “Sale della terra e luce del mondo” in una terra bisognosa di aiuto come l’Albania. Non possiamo concludere senza prima rivolgere qualche ringraziamento: grazie a fr. Domenico Durante attento organizzatore della mensa; a P. Luigi Paleari per averci fatto sorridere con le sue simpatiche battute; a P. Salvatore Santacroce per le sue coinvolgenti e originali catechesi; a Sr. Mariella che ci ha fatto conoscere le canzoni venete; a fr. Ignazio e P. Jesus che ci hanno insegnato a cantare in spagnolo il loro cavallo di battaglia “Cielito lindo”; ad Adriano il padre della cucina italiana e…un po’ di tutti noi; alla signora Leda che rallegrava la cucina col suo tocco romanesco; e ancora, grazie a tutti gli amici volontari per aver condiviso insieme a noi le gioie e i dolori di quest’esperienza ed infine un grazie di tutto cuore a Davide e Luciano per l’opera che stanno svolgendo in questa terra difficile, per averci accolti ed ospitati con grande calore ma soprattutto per averci fatto sentire come a casa. Giusy e Irma |
Riportiamo l’articolo apparso su Notizia Oggi di Vercelli del 9 settembre 2002. Un vero e proprio convoglio con due furgoni e un pulmino ha portato nella città albanese di Lezhë il necessario per impiantare una piccola ma efficiente tipografia. Al “comando” c’era don Alberto Colombo, religioso Marianista che dirige la comunità di Billiemme, partito con un’equipe di tecnici della cooperativa sociale Artigiana San Giuseppe Lavoratore e un manipolo di giovani volontari. Nome in codice della missione: progetto Gutemberg. “Molti avevano già operato in Albania, per altri era una novità – racconta don Alberto – per tutti noi questo “blitz” estivo di 15 giorni (dal 15 al 28 agosto) è stata un’esperienza indimenticabile”. La comitiva, partita da Vercelli nella notte di ferragosto, si è imbarcata a Bari ed è sbarcata a Durazzo. . Destinazione la missione di Lezhë della Società di Maria nella cittadina (25.000 abitanti) che è anche capoluogo della provincia., due religiosi italiani hanno messo radici, |
MISSIONE GUTEMBERGI ragazzi di Billiemme in Albania per un progetto di solidarietàInstallata una tipografia nella città di Lezhë |
allestendo un centro con un attivo oratorio e reperendo il locale da adibire a laboratorio di stampa per l’inserimento di giovani locali. Dopo due giorni di “quasi vacanza”, avvenuto lo sdoganamento dei macchinari, i vercellesi si sono messi al lavoro, sgombrando e pulendo i locali prima, piazzando le macchine poi. Un’operazione non facile, perché i locali si trovavano al primo piano di un fabbricato. “Siamo passati dal terrazzo… e abbiamo dovuto abbattere un muro e uno scalino per far passare le macchine più grandi – ricorda Luca Baroni, stampatore dell’Artigiana, nonché meccanico tutto fare – ma in un paio di giornate abbiamo finito il trasloco e abbiamo cominciato un corso per istruire i ragazzi locali e un religioso italiano sui vari processi legati alla tipografia”. “La voglia d’imparare di questi ragazzi è commovente – aggiunge don Alberto – c’è stata molta agitazione ed entusiasmo specialmente per i computers, una merce ancora rara e mitizzata…”. Il primo prodotto “printed in Albania” è stato il libretto per le prossime nozze di una coppia di fidanzati del gruppo vercellese, Stefania Sancetta e Matteo Olivetta. Ora, una volta presa la mano con le attrezzature, dal laboratorio usciranno preziose pubblicazioni, come ci illustra ancora don Alberto: “C’è molta richiesta di agili opuscoli, sia da parte della Chiesa locale (corsi di catechesi e altra documentazione ecclesiale) che della società civile. Le scuole hanno letteralmente fame di testi nuovi, mancava però la tipografia. Ora che l’abbiamo impiantata cercheremo di convincere i docenti locali a redarre agili corsi aggiornati”. Questi gli obiettivi nell’immediato, ma le finalità a medio termine sono ben più nobili. “Mezzo secolo di feroce regime comunista ha fatto tabula rasa non solo dei princìpi religiosi, che ora stanno riaffermandosi, ma anche della cultura e dell’iniziativa. Infatti il secondo e più importante obiettivo della nostra missione è recuperare cioè la dignità umana e il rispetto di sé. Durante la dittatura le persone venivano messe una contro l’altra, per controllarle meglio, così è rimasta una certa difficoltà nei rapporti interpersonali. Il lavoro serva anche per ridare fiducia alle giovani generazioni”. Le condizioni di lavoro non sono ottimali: “L’energia elettrica va e viene e spesso bisogna attivare i gruppi elettrogeni” spiega Emilio Morello, tecnico informatico. Ma l’importante è cominciare. I legami tra Vercelli e Lezhë non si esauriscono certo con il blitz estivo di don Alberto e dei suoi ragazzi, anzi è proprio adesso che le persone di buona volontà possono dare una mano e far diventare proprio quest’importante progetto. Come illustra don Colombo: “Vogliamo corrispondere ai ragazzi albanesi un buon stipendio, che in Albania vuol dire 200.000 delle vecchie lire al mese, salario percepito per esempio dagli insegnanti, per motivarli a impegnarsi, per questo abbiamo ideato delle “borse di studio” da corrispondere loro per integrare gli scarsi guadagni della fase d’avvio attività. Chi vuole darci una mano è perciò benvenuto, i fondi necessari non sono elevati e basterebbe un po’ di carità cristiana per ottenere molto”. Il gruppo di Billiemme è da tempo all’avanguardia nel campo della solidarietà internazionale, in Costa d’Avorio, per esempio, nella città di Nyan, grazie anche alla generosità di molti vercellesi, è già stato restaurato il tetto della chiesa e prossimamente verrà avviata un’attività di allevamento di pollame. Più di tante parole, quindi è ancora una volta l’impegno personale, dato con amore, a costruire un futuro di pace. Non dimentichiamolo ed aggiungiamo anche noi un piccolo mattone. inizio Gian Piero Prassi |
Ultime notizie: il centro giovanile e la tipografia a pieno ritmo |
Al Centro Giovanile, alla Chiesa S. Nicola di Lezhe e ai fratelli Davide e Luciano, Permettetemi, a nome dell’Associazione “Speranza per i poveri” di Lezhe, di ringraziare sinceramente il Centro Giovanile e la Chiesa S. Nicola di Lezhe e i fratelli Davide e Luciano, con il loro gruppo di volontari, per il sostegno e il grande aiuto che hanno dato agli abitanti, colpiti dall’alluvione, del quartiere “Skanderbeg” e a tante famiglie e bambini poveri. |
|
Il vostro sostegno e il vostro aiuto è stato davvero fraterno e umano, sia dal punto di vista materiale, sia da quello morale . Consideriamo di grande valore tutti i modi di aiuto che ci avete dato, ma quello più importante per la nostra gente, è stato quello morale, perché tutti voi ci avete considerato e trattato come eguali creature del Signore. Questa valorizzazione morale ci è stata negata ingiustamente,per tanti anni, a causa di una mentalità sbagliata nel giudicare le persone. Il vostro amore e la vostra continua premura, che avete mostrato per la nostra gente povera, sta rendendo consapevole l’opinione pubblica, della necessità della nostra integrazione sociale, di nuove relazioni, anche grazie alle attività che si stanno svolgendo al Centro Giovanile, vicino alla futura Chiesa di S. Nicola. |
|
Queste nuove relazioni umane e valorizzazioni morali, ci hanno fatto sentire ogni giorno uguali gli uni agli altri, come creature del Signore e membri tutti della Società albanese. Per questo vostro aiuto e per questo vostro contributo, la nostra gente, anche se povera, vi ringrazia con tutto il loro cuore. Le nostre famiglie, colpite dall’alluvione e i poveri, non dimenticheranno mai il vostro aiuto dato durante questa disgrazia e permettetemi con voi, di ringraziare la Caritas, la quale ci ha aiutati nel darci il cibo gratis, che poi voi avete cucinato per pranzo e cena a più di 300 persone; ci avete aiutati anche distribuendo gratis il latte per i bambini, i materassi, i letti, i vestiti, il detersivo, le scarpe per i bambini e anche magliette sportive che avete dato ai nostri ragazzi poveri, che ora giocano al Centro Giovanile. Per tutti questi aiuti e per le altre attività che avete iniziato, la nostra Associazione “Speranza per i poveri” di Lezhe, vi è riconoscente. Ringraziamo sinceramente la Caritas, il Centro Giovanile e la Chiesa di S. Nicola di Lezhe e specialmente le due persone dalla grande anima umanitaria, i fratelli Davide e Luciano. Desideriamo che nel futuro, la nostra collaborazione continui con attività nel campo sociale, educativo, scolastico e sportivo. Ringraziandovi sinceramente, accogliamo la collaborazione con il Centro Giovanile e la Chiesa di S.Nicola. Per tutto vi ringraziamo, Il Direttore dell’Associazione “Speranza per i poveri” Rauf Selimi e il Segretario Arjana Duka. Lezhe 26 novembre 2002 |
IL CENTRO PASTORALE SAN NICOLA DI LEZHE |
|||
L’Amministratore Apostolico della Diocesi di Lezhë P. Ottavio Vitale, rogazionista, attraverso una Convenzione firmata il 2 dicembre 2002 ha affidato alla Società di Maria il Centro pastorale S. Nicola per una durata indefinita con il compito di animarlo, in stretta collaborazione con il parroco e la pastorale diocesana, esprimendo il carisma marianista, la testimonianza della vita fraterna, promuovendo attività caritative e formative, nonché curare le forme associative in armonia con quelle della parrocchia e non escludendo quelle di ispirazione marianista. |
|
||
Al momento attuale, dopo il completamento dei campi sportivi, si sono avviati corsi di calcio, pallavolo, e pallacanestro con istruttori locali. Ogni 15 giorni coloro che frequentano questi corsi hanno una riunione formativa.A questi corsi partecipano anche ragazzi e ragazze zingari con due squadre di calcio e una di pallavolo. Ciò non si era mai verificato in precedenza per l’isolamento in cui erano tenuti tutti i loro giovani. |
|
||
A partire dal 21 dicembre 2002 sono iniziati anche corsi di catechesi per i ragazzi che lo desiderano dato che in Lezhe non si sono mai tenuti corsi di catechesi per ragazzi, eccetto quelli proposti dai Neocatecumeni che hanno costituito già due comunità e che si riuniscono sempre negli stessi locali del Centro. Il sabato sarà giorno dedicato interamente alla catechesi. In prospettiva si pensa di iniziare con il 2003 anche un doposcuola per i bambini che lo desiderano e per gli zingari anche un corso per imparare a leggere e scrivere dato che non frequentano le scuole. |
|
|
300 ANNI DALL’ULTIMO SINODO DELLA CHIESA ALBANESE
Nel 2003 si celebra il 300° anniversario dell’ultimo Sinodo della Chiesa albanese avvenuto nel 1703 a Mërqisë (Lezhë). La Conferenza Episcopale Albanese ha indetto otto incontri di preghiera in tutte le parrocchie con cadenza mensile a partire dall’Avvento 2002. |
Il testo degli incontri di preghiera è stato stampato dalla nuova tipografia, installata a Lezhë dalla nostra comunità di Vercelli, in 5000 esemplari e distribuiti poi su tutto il territorio nazionale. Un plauso va a fr. Davide che ha saputo guidare i ragazzi (Florian, Pierin, Resarta, Marcela, Valerian, Edmond, Orghes, Denis, Elvin) a raggiungere questo loro primo traguardo non solo tipografico, ma di collaborazione e di unità. |