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Recupero e riciclaggio

Recupero e riciclaggio

Etimologia

Fonti

Etimologia

 

INTRODUZIONE

La carta e il cartone sono prodotti familiari con i quali ognuno di noi viene a contatto più volte al giorno nell’ambito della vita: in casa, a scuola, al lavoro, nelle ore dedicate allo svago, allo studio, all’informazione ed in tante altre occasioni.
La carta, dunque, è un prodotto a tutti ben noto, realizzato mediante un processo industriale complesso, trasformatosi nel tempo con l’introduzione delle tecnologie più innovative e che richiede consistenti investimenti di denaro e capacità professionali .
La carta migliora la qualità della vita per gli innumerevoli usi che se ne fanno.
E’ un prodotto divenuto quasi essenziale nella vita quotidiana; è usato non solo nel campo della comunicazione (giornali, libri) e dell’ imballaggio (astucci, scatole, carta per pacchi) ma entra anche nelle nostre case per usi domestici e sanitari .
La mia ricerca tratterà l’argomento partendo dai cenni storici e dall’invenzione della carta; passando poi alla fabbricazione ed alla produzione per arrivare ai principali utilizzi, al recupero e al riciclaggio ed infine al riferimento etimologico .

NOTIZIE STORICHE

La scrittura nacque per tramandare e far circolare narrazioni ed idee trasmesse in precedenza solo oralmente.
Una volta inventata la scrittura non fu facile trovare un supporto adeguato, i materiali di volta in volta utilizzati erano generalmente scomodi o costosi e di difficile reperibilità.
Basti pensare alle tavolette di creta usate in Mesopotamia: se si voleva conservare la scrittura dovevano essere cotte, ma una volta cotte non erano più utilizzabili, risultavano fragili ed ingombranti .
I primi a risolvere il problema in modo abbastanza soddisfacente furono gli Egiziani, anche perché nelle loro calde terre, lungo il corso del fiume Nilo, cresceva una pianta acquatica particolarmente adatta allo scopo: il papiro. Attorno al fusto, sotto la corteccia, il papiro presenta pellicole lunghe e strette, chiare e pieghevoli.
Forse erano troppo sottili e piccole per scriverci sopra, ma potevano facilmente essere unite le une alle altre; se ne affiancavano parecchie per il lungo, poi a questo strato se ne aggiungeva un altro orientato perpendicolarmente al primo, formando una struttura a reticolo piuttosto resistente.
Con questo procedimento era possibile formare strisce lunghe anche venti metri che però risultavano poco maneggevoli.
Gli Egiziani perciò arrotolarono i papiri attorno ad un bastoncino, metodo adottato anche dai romani che diedero al rotolo il nome di volumen ( dal verbo volvere cioè arrotolare ) .
Per i Romani la situazione fu più difficile, nei primi secoli si arrangiarono alla meglio , per esempio con tavolette di legno imbiancato, ma in seguito adottarono una nuova tecnica, pare inventata in Asia Minore, verso il II secolo a. c., nella città di Pergamo. Il metodo consisteva nella concia degli strati più profondi delle pelli degli animali per ricavarne una specie di figlio chiaro, uniforme e resistente, che prese il nome di pergamena o cartapecora .

La pergamena però pose nuovi problemi: non si poteva arrotolare perché prendeva la forma del rotolo; non era a strisce ma rettangolare, perciò si prese l’abitudine di piegarla e, non ultimo dei difetti, era producibile in quantità limitate risultando perciò cara e preziosa.
Nel Medioevo la scarsità di pergamena divenne preoccupante tanto che si prese l’abitudine di raschiare via le vecchie scritture per scrivere i nuovi testi ripetendo il procedimento parecchie volte fino alla completa consunzione ( palinsesto ).

Per parlare di carta vera e propria dobbiamo andare in Cina dove, i Cinesi cominciarono a fabbricarla già nel II secolo d.C. Sembra che nel 105 d.C. l’eunuco Ts’ai Lun, gran dignitario di corte presentò all’imperatore i primi fogli di carta e ne ebbe grandi elogi.
La leggenda racconta che Ts’ai Lun, trovandosi vicino ad uno stagno mentre una lavandaia strofinava e batteva i panni, notasse che da questi si staccavano piccole fibre di tessuto che galleggiavano, formando una patina uniforme.Raccolto il velo di fibre lo lasciò seccare e ottenne una specie di foglio, sul quale era possibile scrivere.
Inizialmente la carta cinese era costituita da bambù e cascami di seta stemperati in acqua e colla, ma col tempo, migliorarono sia la composizione che i materiali di partenza: foglie di riso, pasta di bambù, corteccia di varie piante e soprattutto alcune specie di gelso.
I pregi della carta erano evidenti, la sua superficie si prestava meglio di ogni altra al tracciato, era leggera da trasportare e facile da conservare, inoltre era più economica di ogni altro materiale ma, inizialmente, la carta suscitò molte diffidenze perché sembrava troppo fragile e poco resistente, a confronto della pergamena.
Gli Arabi importarono la carta in Europa nell’ VIII secolo; pare che in Italia la produzione della carta sia cominciata poco prima del 1200 introdotta dagli Arabi.
La produzione si diffuse dapprima nel bolognese, poi nelle Marche in special modo a Fabriano e in seguito in altre città italiane ed europee.
Le prime cartiere sorsero in Francia nel XVI secolo e pare che la nuova arte fosse stata introdotta dalla Spagna.
La prima cartiera tedesca sorse nel 1390 a Norimberga e fu quella del commerciante Stromer che aveva appreso l’arte della fabbricazione della carta in Lombardia e a Venezia durante i suoi viaggi.
Nel 1400 vennero fondate alcune cartiere in Belgio ed in Svizzera: a Basilea e a Berna; alla fine del 1400 anche in Inghilterra. In Olanda invece le prime cartiere apparvero nel 1586 e in America solamente nel XVII secolo; gli Stati Uniti sono l’unico pese in cui sia giunta prima la macchina da stampa ( 1638 ) e poi la carta ( 1690 ).

Il XVII secolo vide anche una notevole innovazione apportata in Olanda: le macchine dette “olandesi” che sostituivano l’antico metodo di battitura.
Nel 1798 il francese Louis Nicolas Robert ideò la prima macchina continua, costruita e brevettata in Francia ma perfezionata in Gran Bretagna dai fratelli Fourdrinier che nel 1803 fabbricarono la prima delle macchine che avrebbero portato il loro nome e che permetteranno di ottenere un foglio ininterrotto di carta.
Cominciava la produzione industriale della carta che in Italia arrivò nel 1807, attivata da Paolo Andrea Molina, nella sua fabbrica di Borgosesia e che si sviluppò in seguito in altre cartiere piemontesi.
Nel 1844 ci fu un'altra importantissima scoperta: Federico Gottlob Keller ottenne la pasta di legno meccanica.
Alla scoperta della cellulosa sono legati i nomi di Meillier e Tilgham che produssero cellulosa partendo dal legno e usando una soluzione di bisolfito di calcio sin dal 1852 .
Al 1883 risale il procedimento di Dahl che aprì la via alla cellulosa e al solfato.

 

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