Afghanistan
1. Due parole sulla situazione
2. Notizie sul paese
3. La storia
OSAMA bin Laden
1. Chi è
TORRI GEMELLE 11/09/2001
1. Attentato
2. Riepilogo
3. Il WTC
4. Una falla 5. L'FBI sapeva 6. Allarme G8
7. Commento di un pilota
8. ICT - Un altro pilota spiega la dinamica
INTERVISTE
1. Afghanistan, la storia vera
2. Una guerra di bugie
3. Quello che non sappiamo
4. L'informazione blindata
5. Non è una guerra al terrorismo
6. Guerra del petrolio
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Twin Towers (Torri
Gemelle)
-
11 settembre 2001 - L'attentato
minuto per minuto
Una successione di attentati senza
precedenti ha colpito gli Stati Uniti. Minuto per minuto, in ora
italiana, la successione degli eventi, così come sono stati
riportati dalla CNN:
14.
53 (8.53 ora di N.Y.) Danneggiata
una delle torri del World Trade Center di New York. Notizie non
confermate dicono che è stata colpita da un aereo
15.22
Un secondo aereo colpisce il World Trade Center
15.26 Fbi
indaga sulla possibilità che all'origine degli schianti di
aerei contro il World Trade Center siano degli attentati
15.33 La CNN ha
appreso che uno dei due aerei che ha colpito il World Trade
Center era un Boeing 767 dell'American Airlines
15.44 Il Presidente americano George W. Bush definisce
"attentati" gli incidenti degli aerei al World Trade
Center
15.48 Evacuata
la Casa Bianca a Washington
15.51 Incendio
al National Mall a Washington
15.57 Un aereo
colpisce il Pentagono
16.04 Crolla
una delle torri del World Trade Center. Evacuato il Dipartimento
di Stato
16.27 Evacuato
il palazzo della Nazioni Unite a New York
16.39
Associated Press: autobomba al Dipartimento di Stato
16.46 Un altro
aereo dirottato sembra puntare contro il Pentagono, a Washington
16.58 L'ente
statunitense di controllo al volo dirotta tutti i voli diretti
verso gli Stati Uniti in Canada
17.01 Crolla
parte del Pentagono, a Washington
17.12 Crollata
la seconda torre gemella a Manhattan
17.20 L'ente di
sicurezza del volo americano conferma la caduta di un aereo
vicino a Pittsburgh, in Pennsylvania
17.23
L'American Airlines afferma di aver perso due aerei. La United
Airlines dice che almeno uno dei suoi aerei è caduto, e che si
teme per un altro.
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-
11 settembre 2001 -
Riepilogo
| Quattro
aerei dirottati da 18 persone armati di coltelli e taglierini,
aiutati a terra da almeno altre 55 persone; avrebbero ucciso o
messo fuori gioco l'equipaggio mettendo al loro posto
un pilota kamikaze, e dopo aver ammassato i passeggeri sul fondo dell'aereo,
si sarebbero diretti verso i terribili obbiettivi:
|
- due fatti cadere
sulle Twin Towers a New York (le Torri Gemelle - il World
Trade Center)
- uno sul Pentagono a
Washington (il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer ha riferito
che il vero obbiettivo erano la Casa Bianca e l'Air Force
One, l'aereo presidenziale)
- un altro caduto nei
pressi di Pittsburgh in Pennsylvania (pare potesse essere diretto a Camp
David, la residenza estiva del
Presidente, ma forse questo aereo doveva essere destinato addirittura
a colpire la Casa Bianca). E' caduto dopo una furiosa battaglia tra
passeggeri e dirottatori.
| Un'esplosione
al Dipartimento di Stato.
| Casa
Bianca, Palazzo dell'Onu e molti uffici federali evacuati.
| I
palazzi n.° 7 e n.° 5 vicino alle Torri gemelle sono crollati
anche loro. |
| |
Si
parla di migliaia di morti:
266
a bordo degli aerei kamikaze
200
morti al Pentagono
al W.T.C. 400
morti tra i soccorritori (vigili del fuoco, agenti di polizia,
ecc.), circa 3.000 persone in tutto
sepolte sotto le macerie.
I feriti
sono imprecisati; sùbito dopo l'attentato sono state contate
600 persone negli ospedali.
*****
Le Torri,
nonostante teoricamente capaci di resistere all'impatto di un aereo,
sono collassate grazie all'enorme calore sprigionato
dall'esplosione; gli aerei infattLe Torri,
nonostante teoricamente capaci di resistere all'impatto di un aereo,
sono collassate grazie all'enorme calore sprigionato
dall'esplosione; gli aerei infatti
erano appena partiti e pertanto avevano i serbatoi ancora pieni di
carburante.
Il calore
così intenso è capace di modificare la struttura molecolare del
metallo e di fondere la struttura portante degli edifici.
La Torre
colpita per seconda è crollata prima dell'altra, in quanto è stata
centrata dall'aereo in un punto più basso.
*****
I
voli da e per gli Stati Uniti e il Canada sono rimasti bloccati per
molti giorni per motivi di sicurezza.
una testimonianza
«Un medico mi ha appena telefonato da un ospedale. Pochissimi sono i
pazienti, ricoverati o no, e quasi tutti pompieri. Mi ha detto "Penso
che siano morti tutti". La
città è
sotto il controllo della FEMA
[Federal Emergency Management Agency,
ossia Ente Federale per il Controllo delle Emergenze, come la
nostra Potezione Civile, N.d.R.]. Visto che gli
uffici della FEMA erano nel WTC, la loro sede è
ora in un luogo segreto. Gli energumeni della FEMA pattugliano le strade
da macchine "SUV"
con finestrini scuri ed un piccolo lampeggiante rosso (le auto della
polizia hanno ognuna oltre 20 lampeggianti, grandi e di diversi colori,
dei veri e propri "alberi
di natale") mentre la
polizia gestisce i blocchi stradali. C'è
una zona "rossa"
che è stata completamente
evacuata a sud di Canal street (circa 1
Km dal WTC). Io mi ritrovo nella zona "gialla"
che si estende almeno fino ad Houston street (2
Km dal WTC) - più in là
non sono riuscito ad andare (non sarei potuto tornare indietro). La FEMA
ha inoltre rimandato a casa i soccorritori civili e chiuso i centri di
raccolta di sangue. Notabile è
anche che nessun ufficiale di detta agenzia si stato intervistato o
abbia fatto dichiarazioni. I dati ufficiali sono di 600 agenti occupati
con le operazioni di soccorso, ma in realtà
hanno sostituito le autorità
locali, delegando i soccorsi ai pompieri ed alla "National
Guard" (Guardia Nazionale).»
-
USA
- Che cos'era il World Trade Center
Centro del commercio
internazionale
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Il World Trade Center ospitava 500 società
internazionali, tra cui organizzazioni commerciali, banche,
agenzie assicurative, ditte immobiliari, imprese di
spedizioni e istituti scientifici,
uffici privati e governativi; vi lavoravano circa 50-55.000
persone ed erano
frequentate giornalmente in media da 70.000 - forse 150.000
persone, fra turisti e altri.
Al momento dell'attentato molti uffici erano
ancora chiusi ; all'interno
forse c'erano già almeno 3000 persone.
Il complesso edilizio venne edificato a
partire dal 1966 su di un'area di oltre 6 ettari in riva al
fiume Hudson e fu inaugurato ufficialmente il 4 aprile del
1973. Centro del commercio internazionale, fu
progettato dagli architetti Minoru Yamasaki ed Emory Roth, e
comprende diversi edifici disposti attorno a una piazza
centrale, ornata da una fontana e da imponenti sculture
moderne come il Globe in bronzo del tedesco Fritz Koenig, l'Ideogram
in acciaio di James Rosati e una statua astratta in granito
del giapponese Masayuki Nagare.
Motivo dominante del complesso sono le Twin
Towers (Torri Gemelle),
i due grattacieli più alti di New York (420 metri,
110 piani, oltre 100 ascensori ciascuno) e,
dopo le Sears Towers di Chicago
e le Torri di Kuala Lumpur, tra i più alti di tutto il mondo. Eretti
nel 1973, si innalzavano su di una pianta quadrata il cui lato
misurava 63 metri e poggiavano su fondamenta che penetravano per
21 m di profondità nella roccia; le facciate (con circa
43.000 finestre) erano in fasce d'alluminio e avvolgevano uno
scheletro composto da spesse colonne d'acciaio.
Per edificare le Twin Towers furono
necessarie quasi 180.000 tonnellate d'acciaio e 4.800 Km di
cavi elettrici. Al 107mo piano del Two WTC, raggiungibile in
ascensore in soli 58 secondi, si trovava un osservatorio
coperto da cui si poteva ammirare il panorama dell'intera New
York. Salendo al 110mo piano si raggiungeva il tetto del
grattacielo e la piattaforma panoramica all'aperto, non
accessibile però nelle giornate di forte vento, da cui si
godeva la vista più alta di tutta New York. La stessa offerta
dal ristorante Windows on the world (Finestre sul mondo), al
107mo piano.
Il piano sotterraneo delle Twin Towers,
dotato di una stazione della metropolitana,
di una galleria commerciale con 70 negozi
e di un parcheggio di 7 piani, fu bersaglio, nel 1993,
di un attentato dinamitardo degli integralisti islamici che
provocò sei morti e ingenti danni all'edificio. In memoria
delle vittime dell'attentato, rivolto contro gli uffici del
governo federale siti nel complesso, venne eretto un monumento
nella piazza centrale.
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Usa - Una
"grande falla" nei servizi di sicurezza
Parla un esperto israeliano di terrorismo
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La giornata di terrore negli
Stati Uniti è stata resa possibile da una "grande
falla" nel lavoro dei loro servizi segreti secondo Eli
Carmon, un esperto israeliano di terrorismo.
In un colloquio telefonico con la
televisione commerciale Carmon ha osservato che "molte
decine, forse centinaia di terroristi" sono stati
coinvolti nella serie di attacchi alle istituzioni americane.
"Come è possibile che fra tutti
questi terroristi, nemmeno uno sia finito fra le mani degli
agenti segreti statunitensi?" si è chiesto Carmon.
L'esperto ha ricordato che da tempo varie organizzazioni
islamiche esigevano la liberazione dello sceicco Omar Abdel
Rahman, responsabile dell'attentato alle Torri Gemelle nel
1993.
"A quell'epoca - ha aggiunto - gli
integralisti islamici progettavano anche attacchi al palazzo
delle Nazioni Unite e alla sede dell'Fbi. I piani di attacco -
ha concluso - erano già pronti da allora".
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- 11 settembre: L'FBI sapeva
DA:
il manifesto
www.ilmanifesto.it
***
23.12.2001. Roma. Già nell'agosto scorso un
istruttore di volo del Minnesota aveva avvertito l'Fbi del sospetto che
uno dei suoi allievi preparasse un attentato utilizzando un aereo civile
pieno di carburante. Lo ha rivelato ieri "The New York Times"
che ha riportato le dichiarazioni di un membro del Congresso
statunitense, James Oberstar, informato dai titolari della scuola di
volo. Secondo l'istruttore, i toni usati per mettere in allarme l'Fbi
furono estremamente chiari, ma fu difficilissimo trovare qualcuno
disposto a dargli retta. Riferendo la testimonianza dell'uomo, il
deputato democratico, membro della commissione Trasporti, ha detto che
l'istruttore specificò che il velivolo che sarebbe stato stato era un
Boeing 747. Il sospetto indicato dal testimone era Zacarias Moussaoui,
cittadino francese di origini marocchine, arrestato perché ritenuto uno
degli organizzatori dell'attentato dell'11 settembre. Secondo l'Fbi,
Moussaoui doveva essere il 20mo dirottatore, ma era già stato
incriminato per violazione delle norme sull'immigrazione. Resta da
chiarire perché, nonostante la denuncia dell'istruttore di volo,
insospettito dal carattere dell'arabo e dalla sua ostinazione a imparare
a pilotare un 747 e nonostante la segnalazione della polizia francese,
che aveva collegato Moussaoui agli estremisti islamici, l'Fbi non abbia
avviato un'indagine più a largo raggio che avrebbe potuto scongiurare
gli attentati.
- Ecco il documento segreto
con cui i nostri servizi avevano segnalato i pericoli prima
del summit - il retroscena
LIANA MILELLA
www.ecn.org/lists/ecn-news
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ROMA - «Inverosimili». E ancora: «Sono progetti che
non possono rientrare in
una seria pianificazione operativa in quanto eccessivamente complessi da
realizzare e di scarsa riuscita». Riletti oggi, a due mesi esatti di
distanza e dopo gli attentati negli Usa, questi commenti del
Sisde da un
lato fanno impressione, dall'altro danno la misura esatta di quanto
l'azione
suicida di New York e Washington abbia colto di sorpresa l'intelligence
mondiale. Perché le due battute si riferiscono, nemmeno a farlo
apposta,
alle informazioni in possesso del nostro servizio segreto civile sui
piani
degli estremisti islamici che, in una moschea di Londra, parlavano
tranquillamente e perfino in pubblico di «attacchi con aerei da
portare a
Genova contro il presidente Bush».
Era esattamente l'11 luglio. E l'"appunto" riservato
del Sisde oggi è tra i
tanti finiti nei faldoni della commissione d'indagine su Genova. In
vista
del summit degli otto grandi spinse comunque il governo a prendere
misure
drastiche, tant'è che adesso il ministro dell'Interno Claudio
Scajola può
dire: «Per il G8, in aeroporto, abbiamo messo la contraerea. E per
quasi
cinque giorni, ed era la prima volta in Italia, abbiamo chiuso lo spazio
aereo sulla città. C'era il pericolo di un attentato e forse abbiamo
salvato
la vita a Bush».
Sì, in effetti, quell'allarme c'era. C'erano nomi e cognomi - peraltro
notissimi a chi studia e insegue i movimenti e le azioni dei gruppi
islamici
- ma il Sisde, e forse gli stessi servizi stranieri che avevano passato
l'informazione ai nostri 007, non ci hanno creduto neanche un po'. Ha un
protagonista la nota del Sisde: è lo sceicco Abu Hamza Al Masri, il
capo
della moschea di Finsbury Park a Londra, il fondatore e responsabile del
gruppo "Ansar Al Sharia" e cioè i "Seguaci della legge
islamica". Un
personaggio notissimo, che ha combattuto in Afghanistan, che ha
conosciuto
Osama Bin Laden, che in battaglia ha perduto mani e occhi.
Di quest'uomo, nella nota «2001ter0011183», il Sisde racconta quanto
ha
appreso da una «qualificata fonte estera» che riferisce di «minacce
emerse
durante un incontro svoltosi nella moschea il 29 giugno». Abu Hamza sta
insieme a Mustafa Melki e a un non meglio identificato Omar. Scrive
il Sisde
nell'informativa dell'11 luglio: «Abu Hamza ha proposto piani
ambiziosi, ma
"inverosimili", relativi ad attacchi con aerei. Circa
tre settimane fa aveva
espresso l'intenzione di utilizzare un modello di aeroplano per colpire
il
presidente Bush al vertice di Genova. E aveva suggerito anche l'utilizzo
di
trappole mediante il lancio di bombe aeree su palloni allo scopo di
abbattere gli aerei».
Erano assai perplessi gli 007 del Sisde, chiosavano la notizia (ahimé
assai
realistica) con un commento tranchant: «Tali progetti sono
eccessivamente
complessi e di scarsa riuscita». Aggiungevano che era «improbabile»
che gli
islamici «discutessero i particolari dei piani di un attentato in un
posto
pubblico». Eppure, durante l'incontro nella moschea, proprio di Genova
si
era parlato apertamente. Tant'è che il Sisde scrive ancora nel suo
appunto
riferendo il senso compiuto di quelle lunghe conversazioni: «I commenti
fatti su Genova supportano decisamente altre indicazioni in base alle
quali
tra gli estremisti islamici si starebbe diffondendo la convinzione che
Osama
Bin Laden stia programmando di colpire nel capoluogo ligure».
E c'era anche un altro nome, quello di Abu Doha, che avrebbe dovuto
mettere
in fibrillazione le nostre spie. Perché quel nome era già comparso
all'inizio dell'anno nel nostro Paese quando scoppiò l'allarme della
minaccia islamica a seguito della chiusura dell'ambasciata americana di
via
Veneto. Palazzo Margherita restò chiuso per tre giorni perché dagli
States
era arrivato un ordine perentorio. Nei dispacci che la polizia di
prevenzione aveva inviato a tutte le questure italiane figurava proprio
quel
nome, con vari pseudonimi: Abu Doha. Di lui l'"appunto"
dell'11 luglio dice:
«È noto per aver fornito sostegno ai terroristi islamici algerini
trasferitisi dall'Afghanistan
verso il Regno Unito e per essere attivo
nell'approvigionamento di armi per la Cecenia». Un uomo di Abu Doha,
quel
Mustafa Melki chiacchierava con lo sceicco Abu Hamza di aerei assassini
e di
bombe dal cielo nella moschea di Finsbury Park. Anche l'ambasciata, il 5
gennaio, fu chiusa perché si temeva un attacco dal cielo, un missile o
qualcos'altro. Molti erano e sono tuttora scettici sul realismo di
quella
minaccia, le indagini sono sfumate nel nulla. Ma dal cielo i
guerriglieri di
Allah hanno colpito lo stesso.
- Attacco
Usa: il commento di un pilota
"Una manovra semplice per un pilota
addestrato". Questo il commento di Franco Brignone, comandante dell'Alitalia
in pensione, ex pilota di Boeing 747, riferito agli attentati aerei che
hanno colpito gli Stati Uniti. Il pilota ha utilizzato di fronte alle
telecamere di My-tv un simulatore di volo con il quale ha ripercorso la
stessa rotta degli aerei dirottati.
Servizio di Silvia
Bacci e Gianluca Mizzi
- Dirottamenti:
il punto di vista di un pilota
ICT-The International Policy
Institute for Counter-Terrorism (Istituto di Politica
Internazionale
contro il Terrorismo)
Dirottamenti: il
punto di vista di un pilota
(The
Hijacks: A Pilot's View - Trad. by MaC © 2002)
13/09/2001
Don Radlauer
Consulente
ICT
Per provare a far luce sugli eventi
che hanno portato ai catastrofici attacchi terroristici di martedì [11
settembre 2001, N.d.R.] a New York City e Washington D.C., facciamo
qui un resoconto dei percorsi di volo dei quattro voli maledetti.
L'analisi è a cura di un pilota che ha accumulato molte ore del volo sui
cieli degli Stati Uniti orientali.
Riassunto dei voli
United
Airlines (UAL): volo 175
Il volo 175 della United Airlines ha
decollato dall'aeroporto Logan di Boston alle 7:58. La rotta prevista era
sud-ovest verso il New Jersey nord-occidentale, poi una lieve virata a destra per seguire un percorso più occidentale
verso l'aeroporto internazionale di Los Angeles. L'aereo ha seguito questo
itinerario fino al punto in cui doveva puntare a destra; invece, ha virato a sinistra di circa 45 gradi a sud verso il New
Jersey centrale, poi una brusca virata verso la contea di Middlesex per
avvicinarsi al nuovo porto di New York da sud. Questo aereo ha colpito la
Torre Sud del World Trade Center alle ore 9:05 circa.
Si noti che i legittimi piloti del volo
175 devono aver mantenuto il controllo fino a che l'aereo non ha attraversato il confine settentrionale del New Jersey; fino a questo momento l'aereo aveva seguito l’itinerario
previsto, comprese le virate, che i dirottatori non avrebbero avuto le
capacità tecniche di volo tali per essere in grado di portarle a termine
con successo (e che non erano essenziali per compiere la loro missione).
Inoltre, notare che il dirottamento non è stato effettuato fino a quando
un passeggero seduto nella parte di sinistra dell'aereo non ha avuto ben
in vista le Torri Gemelle. A partire da qui, era facile condurre un
aeroplano verso questo evidente punto di riferimento ed obiettivo.
I dirottatori di questo volo sapevano
bene che la rotta li avrebbe portati a circa 50 miglia [80 Km, N.d.R.]
da Manhattan, abbastanza vicino per usare le Torri Gemelle come
riferimento visivo. Dopo di che potevano sedersi dietro ed attendere fino
a che non avessero avuto ben in vista il loro obiettivo. Una conclusione
evidente è che i dirottatori avevano già preso in precedenza il volo ed
hanno avuto modo di conoscere le caratteristiche visive del percorso di
volo.
American Airlines (AL): volo 11
Il
volo 11 dell'American Airlines ha decollato da Logan subito dopo UAL 175, alle 7:59. La
rotta prevista era quasi in linea retta verso ovest, attraverso il
Massachusetts e New York, fino al Los Angeles International. Circa 60-70
miglia [110-110 Km, N.d.R.] ad ovest di Boston, l'aereo ha
cominciato a deviare verso nord dall’itinerario previsto. Circa 50
miglia [80 Km, N.d.R.] all’interno dello Stato di New York,
l'aereo ha virato bruscamente a sinistra e ha seguito la valle del fiume
Hudson verso New York City, andando ad impattare contro la Torre Nord del
WTC alle ore 8:45.
L'itinerario previsto di questo volo
lascerebbe la parte meridionale di Manhattan ad una distanza di almeno 100
miglia [160 Km, N.d.R.]; i dirottatori sapevano che, persino nel
caso di una leggera foschia, non avrebbero potuto contare sulla vista del
loro obiettivo. Così hanno progettato in anticipo di usare il fiume di
Hudson come riferimento e volare dritti verso il loro obiettivo seguendone
la valle. Poiché questa valle è facile da trovare e seguire, i
dirottatori non hanno dovuto mantenere al loro posto i legittimi piloti
oltre la fase del decollo, e hanno preso il controllo dell'aereo in una
fase precedente rispetto ai dirottatori di UAL 175.
Anche in questo caso i dirottatori hanno avuto
bisogno di prendere questo volo in precedenza, poiché la familiarità con
l'itinerario preso normalmente è essenziale per sapere quando prendere il
controllo dell'aereo e trovare il loro obiettivo. La valle del fiume
Hudson è un riferimento evidente, che non richiede abilità di
navigazione particolari per essere rintracciata e per proseguire poi verso
New York City. Ciò è probabilmente una ragione per la quale sembra che i
dirottatori abbiano preso molto prima il controllo del volo 11 rispetto a UAL 175: non c’era rischio significativo di perdersi senza
un pilota "vero". Azzarderei l'ipotesi che il dirottamento si è
presentato subito dopo il decollo, poco prima del punto in cui l'aereo ha
cominciato a spostarsi verso nord dalla rotta programmata. La minima
deviazione non sarebbe stata di alcuna preoccupazione per i dirottatori;
sapevano che avrebbero dovuto soltanto continuare in una generica
direzione ovest e che sarebbero certamente passati sopra la valle del
fiume Hudson.
United
Airlines (UAL): volo 93
UAL 93 è partito dall’Aeroporto
Internazionale Newark alle 8:01, rotta per San Francisco. L’itinerario
previsto era praticamente verso ovest attraverso il New Jersey
settentrionale, la Pennsylvania e l'Ohio del Nord, e poi sulla “West
Coast”, la costa occidentale americana. Poco prima di raggiungere
Cleveland, Ohio, l'aereo ha fatto una virata di 180 gradi a sinistra, per
procedere poi verso est-sudest, volare quindi giusto a sud di Pittsburgh e
verso il confine sud della Pennsylvania
con il Maryland. L'aereo evidentemente aveva già volato in maniera
irregolare e a bassa quota per un certo periodo di tempo prima di
schiantarsi, col muso, nella contea di Stony Creek, ottanta miglia [circa
130 Km, N.d.R.] da Pittsburgh, alle ore 10:10.
L'itinerario di questo volo, dopo che
con la virata si è ha allontanato da Cleveland, suggerisce decisamente
che i suoi dirottatori avevano intenzione di attaccare un obiettivo
all’interno o vicino a Washington, D.C. C’è una prova evidente che ci
si sia stata una lotta fra i dirottatori e un piccolo gruppo di passeggeri
(e forse anche l’equipaggio). Ciò può spiegare il motivo del volo
irregolare che è stato segnalato, così come lo schianto finale
dell'aereo in una zona ben lontana da qualsiasi cosa che avrebbe potuto
essere l'obiettivo previsto dai dirottatori. Se questo aereo avesse
continuato con successo il volo fino a Washington, D.C., sarebbe arrivato
intorno alle ore 10:30.
Presupponendo che questo dirottamento
sia stato progettato meticolosamente quanto quelli diretti agli obiettivi
di New York, i dirottatori stavano probabilmente usando Cleveland e/o le
sponde del lago Erie come indicatore che era tempo di entrare in azione.
American
Airlines (AL): volo 77
Il volo 77 dell'American Airlines
è partito dall'aeroporto internazionale di Dulles alle 8:10. La rotta
prevista gli farebbe sorvolare la Virginia settentrionale e la West
Virginia, verso il Los Angeles International. Subito dopo aver virato
verso sud e attraversato il confine Ohio-Kentucky, il trasponder
dell'aereo (dispositivo che lo rende più visibile ed identificabile ai
radar, oltre che segnalare la
sua altitudine ai controllori) è stato spento; così il percorso di volo
esatto non è conosciuto. Alle 9:40, l'aereo si è schiantato a terra
vicino al lato ovest del Pentagono.
Un pilota a terra ha riferito che
l'aereo era in picchiata a tutta potenza quando ha colpito il terreno. In
altre parole il dirottatore-pilota aveva individuato il suo obiettivo e
stava accelerando in quella direzione. Nel caso di un aereo di questa
dimensione, è molto più facile da pilotare diritto e livellato verso una
costruzione alta, come accaduto al WTC di New York, piuttosto che
schiantarsi con precisione su un obiettivo a terra. Il dirottatore alla
guida di AL 77 aveva probabilmente l'intenzione di portare l'aereo proprio
sopra il Pentagono stesso, la qual cosa avrebbe provocato una devastazione
ben più grande. C’è stata una certa speculazione sui media sul
fatto che il Pentagono non sarebbe stato l'obiettivo programmato di questo
aereo. Dall'aria, il Pentagono è un riferimento molto visibile, che i
dirottatori potevano essere sicuri di individuare e colpire abbastanza
facilmente. Data la facilità di colpire il Pentagono e del suo ruolo come
centro militare degli Stati Uniti, non penso che ci sia motivo di supporre
che non fosse il vero obiettivo. Se l'aereo effettivamente stava
accelerando al momento dell’impatto, questo tenderebbe a sostenere
l’opinione che il Pentagono fosse proprio l'obiettivo progettato.
Conclusioni generali
Tutti i voli dirottati hanno decollato
nello spazio di dodici minuti, e tutti completamente riforniti di
carburante per un volo transcontinentale. E’ chiaro che i terroristi
hanno selezionato con attenzione un insieme dei voli che hanno fatto
fronte a queste due richieste. E’ egualmente chiaro che, almeno nel caso
dei due voli designati per New York, i dirottatori devono aver preso
almeno una volta gli stessi voli in precedenza, per familiarizzare con le
rotte e con i riferimenti che avrebbero usato per decidere quando
attaccare e pilotare gli aerei verso i loro obiettivi.
Nel caso di UAL 175, almeno uno dei
dirottatori probabilmente stava seduto nella parte di sinistra dell'aereo
per fungere da "ricognitore"; quando questi ha avuto ben in
vista le Torri Gemelle, era tempo di assumere il comando dell'aeroplano.
Pertanto uno studio sulle liste-passeggeri dei voli
precedenti sarebbe consigliabile; è probabile che almeno alcuni dei nomi
dei dirottatori - supponendo che si siano registrati con i loro nomi -
compaiono come passeggeri sugli stessi voli partiti in date precedenti.
E’ inoltre probabile che alcuni dei dirottatori saranno trovati fra i
passeggeri che si sono seduti sulla parte sinistra, guardando verso sud,
del volo United 175.
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