Religione: Musulmani
sunniti
84%, musulmani sciiti
15%, altri 1%.
Lingue: Pashtu
35%, Dari (persiano
afghano) 50%, idiomi
turchi (soprattutto Uzbeko e
Turkmeno) 11%, 30 idiomi minori (soprattutto Balochi e Pashai)
4%; molti sono bilingue.
Moneta: afghani
(suddiviso in 100 puls). Al cambio del gennaio 2001 un € è
pari a 4.393,01 afghani (1 ₤ = 2,2688 afghani).
Clima
Clima continentale. L'estate è molto
calda e secca, mentre l'inverno è freddissimo. Piove pochissimo.
Fuso
orario
GMT + 4h30 (3½ ore
in più rispetto all'Italia quando in Italia vige l'ora solare).
In Afghanistan non viene applicata l'ora legale.
Sanità
Il paese è ad alto rischio di malaria (segnalati ceppi
clorochino-resistenti). Presente il rischio di dissenteria "del
viaggiatore" e anche di colera.
Vie di comunicazione,
trasporti
Strade:
Km 21.000, di cui 2.793 asfaltate (stima del
1998)
Ferrovie: 24,6 Km
Aeroporti principali: Kābul,
Kandahar; 45 in tutto + 3 eliporti (stima del 2000)
Vie d'acqua: Km 1.200
Oleodotti:
prodotti petroliferi grezzi: Uzbekistan-Bagram
e Turkmenistan-Shindand; gas naturale Km 180
Produzioni e commerci illegali
L'Afghanistan è il maggior
produttore al mondo di OPPIO (t 1.670 nel 1999, sorpassando
il Myanmar − ex Birmania; è altresì una
delle principali fonti di HASHISH; sono
aumentati i laboratori per la raffinazione di
EROINA messi in piedi nel paese. Le più
importanti fazioni politiche del paese traggono
notevoli profitti dal commercio della droga.
- Breve storia dell'Afghanistan
La storia dell'Afghanistan ha radici molto
antiche. La leggendaria via della seta, un'importante via commerciale
che collegava l'Europa alla Cina, attraversava l'Afghanistan.
Nel XIX secolo l'esercito inglese ha cercato
per ben due volte di invadere l'Afghanistan nel goffo tentativo di
costruire una barriera per proteggere i confini dell'India.
Il paese ha raggiunto la piena indipendenza
nel 1921.
Nel 1978 avvenne un colpo di stato comunista guidato
dal Partito democratico popolare; la successiva reazione popolare provocò l'occupazione militare del
paese da parte dell'Urss nel 1979, contro cui si scatenò l'offensiva dei
guerriglieri afgani, i mujaheddin.
***
I
territori che oggi costituiscono l'Afghanistan formarono nell'antichità
la parte estrema nord-orientale dell'impero persiano; i loro nomi erano
Drangiana, Battria, Aria, Aracosia. Proprio in Aracosia vivevano i Pachti,
o Afghani, i quali poi si diffusero in tutto il paese. Nel 330-329
A.C. fu conquistato da Alessandro Magno, il quale vi eresse le città di
Ari (Herāt) e Alessandria degli Aracosi (Kandahar). In seguito
l'Afghanistan passò sotto Seleuco, a parte qualche provincia a Nord e a
Est che rimase indipendente governata da prìncipi greco-indiani e
greco-battri. Verso il 100 A.C. avvenne un'invasione dei barbari Saka,
probabilmente iranici. Nel 90 D.C. tutto il paese fu conquistato dai
Kushan, provenienti dal Turkestan cinese, che fondarono un vasto impero.
Fu in questo periodo che il Buddhismo prese il posto della religione di
Zarathustra. Nel VII secolo avvenne la conquista araba, e quindi l'islamizzazione.
Dal IX secolo si formarono vari stati musulmani indipendenti. Lo stato che
ebbe maggior splendore fu quello di Mahmud il Gaznevide, che intorno al
1000 conquistò tutto l'Afghanistan; durò fino alla fine del secolo XII.
Successivamente furono i Mongoli a invadere il paese per oltre 100 anni.
Alla metà del XIV secolo dominò una dinastia afgana, quindi venne
spartito tra l'impero di Delhi o del Gran Mogol e la Persia.
A
metà del XVIII secolo un capo della tribù afgana dei Durani (o Durrani),
Ahmed Sciah, fondò un regno che si estese fino in India, ma non
resistette sotto i suoi successori. Tra il 1830 e il 1840 governò l'emiro
Dost Mohammed; l'ultimo della dinastia duranica, Sciudscia Sciah, si
oppose e chiamò in suo aiuto gli inglesi; questi intervennero e
occuparono Kābul nel 1839. Sciudscia Sciah prese il posto di Dost Mohammed.
Nel 1842 ci fu un'insurrezione contro gli inglesi, che furono costretti a
battere in ritirata l'anno successivo, durante la quale furono distrutti.
Per tutta risposta gli inglesi distrussero Kābul. Progressivamente Dost
Mohammed riconquistò il paese; gli inglesi lo riconobbero come emiro nel
1855.
Nel
1878 uno "sgarbo" diplomatico provocò gli inglesi che invasero
il paese; in effetti gli afgani avevano accolto una rappresentanza russa,
ma non quella inglese. L'emiro Jakub Khan, firmando la pace di Gamdamak
nel 1879, accettò di fatto un residente inglese a Kābul e il
protettorato inglese. Nel settembre 1879 l'inviato inglese fu ucciso e
l'esercito britannico occupò Kābul per l'ennesima volta. Jakub fu
internato in India e al suo posto fu messo l'emiro 'Abd ur-Rahman Khan,
che accettò il protettorato inglese e governò con una certa autonomia.
Nel 1887 fu definitivamente sistemato il confine a Nord, dopo un accordo
con i russi; nel 1893 furono regolate le frontiere con l'India a Est e a
Sud.
Il
figlio di 'Abd ur-Rahman Khan e suo successore, Habibullah Khan
(1901-1919), fu più favorevole del padre alla civiltà occidentale. Morì
assassinato. Un suo fratello fu deposto sùbito da un figlio di Habibullah,
Amanullah Khan. Dopo una breve guerra con gli inglesi, riuscì ad ottenere
la loro rinuncia al protettorato (19/08/1919). Nel 1923 dette una
Costituzione e nel 1926 prese il titolo di re. Cercò fortemente di
modernizzare il paese e nel 1928 visitò l'Europa. Nel gennaio 1929 una
rivoluzione lo detronizzò; dopo un'aspra lotta tra vari pretendenti prese
il suo posto il 16/10/1929 Mohammed Nadir Khan, che promulgò nel 1931
un'altra Costituzione. Fu assassinato l'08/11/1933. Prese il suo posto il
figlio Mohammed Zahir Sciah.
Il
periodo trascorso sotto gli ultimi due re ha dato molti frutti nel segno
di una grande riorganizzazione del paese e crescente sviluppo: il paese
incrementò il suo commercio estero; si costruirono nuove strade e
ferrovie; si diede nuovo impulso all'agricoltura, specie con l'emanazione
di leggi apposite e la costruzione di opere irrigue; migliorarono
parecchio anche le istituzioni scolastiche e culturali; si strinsero patti
di non aggressione con Turchia, Iran, Iraq e Russia.
Durante
la II Guerra Mondiale l'Afghanistan si dichiarò inizialmente neutrale, ma
dopo due anni dichiarò guerra alla Germania. L'Afghanistan non figura tra
i firmatari della dichiarazione delle Nazioni Unite dell'01/01/1942 e non
entrò nell'ONU prima dell'agosto 1946.
La
formazione dello stato del Pakistan ha fatto ritornare alla luce vecchi
problemi di frontiera con l'India, dove un gruppo di tribù aspiranti
all'indipendenza (nel Pashtunistan) erano sostenute dal governo di Kābul
contro il Pakistan.
Il
governo afgano fu sostenuto dai sovietici, con i quali nel 1946 fu
firmato un accordo confinario; l'intento di Mosca era quello di indebolire
il Pakistan, alleato con le potenze occidentali.
Negli
anni '50-'60 si moltiplicarono i problemi con il Pakistan in relazione
alla questione del Pashtunistan e della voglia di indipendenza della sua
gente, e
ciò favorì l'intensificarsi dei rapporti con l'URSS e anche con la
Polonia, il che costrinse gli Stati Uniti a sviluppare una loro politica di
aiuti per evitare che l'Afghanistan cadesse sotto la completa influenza
sovietica. Di questo gli afgani se ne avvantaggiarono, prendendo aiuti da
entrambi, ma restando comunque neutrali, evitando, in tal modo, una crisi
che avrebbe potuto degenerare molto pericolosamente.
Nel
1964 il re concesse una nuova Costituzione, moderatamente liberale, ma che
non consentì una vera vita democratica nel paese. Le maggiori cariche di
governo erano prerogativa dei membri della casa reale, ed il Parlamento
godeva di scarsa rappresentatività, essendo dominato dai notabili, che
manovravano a loro piacimento il meccanismo elettorale.
All'inizio
del 1969, dopo l'ennesimo veto del re alla legge parlamentare che
istituiva i partiti politici, ci fu una grande campagna di stampa, seguita
da un periodo di stallo; infine il 17/07/1973 un colpo di Stato militare
depose il re e instaurava una repubblica presidenziale. La rivolta era
guidata dal generale Mohamed Daud Khan, cugino del deposto re, che ne
prese il posto. Sua prima dichiarazione fu quella di voler instaurare
"una autentica democrazia che salvaguardi i diritti del popolo".
Il
nuovo governo istituì un salario minimo per tutti i lavoratori
dell'industria; iniziò una riforma agraria e la sperimentazione di
fattorie cooperative; avviò un programma di intervento pubblico della
sanità e nell'istruzione di base; riconobbe la parità giuridica fra i due
sessi; nazionalizzò dapprima l'industria mineraria, e in seguito anche
foreste, grandi industrie, trasporti, comunicazioni, banche,
assicurazioni.
Intanto
il paese continuava a ricevere aiuti dall'estero che assommavano al 50%
degli investimenti totali, provenienti in egual misura da URSS, Cina e
potenze occidentali, senza peraltro uscire dalla solita neutralità che ha
sempre contraddistinto l'Afghanistan.
Nel
giugno 1976 la visita a Kabul del premier pakistano Ali Bhutto
facilitò il raggiungimento di una soluzione pacifica sulla questione
della minoranza dei confinanti Pathani, ai quali il Pakistan si impegnò a
concedere una certa autonomia.
Nel
febbraio del 1977 il presidente Daud promulgò una nuova Costituzione
repubblicana; questa affidava al presidente ampi poteri e lasciava al
Partito della rivoluzione nazionale (Hezbe Enqelabe Meli) il compito di
guidare lo sviluppo e la modernizzazione del paese. Tuttavia questa
Costituzione non fece felice né la borghesia progressista né i militari,
in quanto lasciava inalterati i rapporti tra le classi a danno dei
contadini (privi di terra) e del ceto medio che, grazie ai sempre più
frequenti contatti con l'estero, desideravano sempre più ardentemente dei
cambiamenti. Il 27-28/06/1978 maturò un altro colpo di Stato portato
avanti da alcuni ufficiali dell'aviazione con a capo il colonnello Abdul
Qadir, e i militanti del clandestino Partito democratico del popolo
(comunista) proclamarono la Repubblica Democratica dell'Afghanistan, pur
rimanendo di ispirazione islamica e conservando una politica neutralista
che l'ha sempre caratterizzato. Non mancarono i riconoscimenti immediati di
URSS e India e il sostegno soprattutto di Mosca.
Presidente
del Consiglio della rivoluzione fu Nur Mohamed Taraki, capo del Partito
comunista che aveva unificato le fazioni comuniste Khalq e Parcham.
Discordie interne portarono all'arresto di Qadir, con l'accusa di aver
tentato un altro golpe, e depose il vice primo ministro Babrak
Karmal, leader della fazione Parcham, ancora ostile a quella Khalq
di cui faceva parte Taraki.
Il
01/01/1979 fu iniziata un riforma agraria: fu abolita la grande proprietà
fondiaria e furono distribuiti 600.000 ettari di terra ai contadini
poveri. Le riforme erano osteggiate dai latifondisti e dal clero
musulmano, i cui malumori innescarono una rivolta appoggiata da Iran (dove
gli ayatollah sciiti avevano appena scalzato lo scià) e Pakistan, con il
tacito consenso di Cina e USA; in questa situazione prendevano vita
antiche volontà autonomiste delle regioni nord-orientali. Aumentarono gli
aiuti sovietici, anche con armi e istruttori, in quanto Mosca non voleva
un vicino instabile guidato da un nuovo governo probabilmente ostile e aperto alle influenze americane o cinesi, e la guerriglia si
trasformò in guerra civile. La situazione non migliorò quando Hafizullah
Amin prese il posto di Taraki, ancora più radicale del predecessore, che contribuì alla volontà di sollevazione contro il regime marxista.
Dopo
un incontro tra l'esule Karmal, Taraki e il presidente sovietico Brežnev,
questi si accordarono per mettere fuori gioco Amin; successivamente avvenne il
16/09/1979 uno strano e confuso colpo di Stato dove perse la vita Taraki.
Il 27/12/1979 una nuova congiura portò al potere Babrak Karmal, leader
della fazione Pancham, mentre l'Armata Rossa sovietica faceva il suo
ingresso nel paese.
Iniziò
così una lunga lotta tra i sovietici e i guerriglieri musulmani arroccati
a Nord e a Est di Kabul, assieme a reparti dell'esercito regolare che
disertavano per spirito nazionalistico. Nel frattempo Sultan Ali Kishtmand
prese la carica di primo ministro che era di Karmal.
Dal
26 al 30/04/1980 si svolgono a Kābul
grandi manifestazioni studentesche contro la presenza di truppe
sovietiche; ci sono 65 morti e oltre 600.000 arresti. In giugno gli
insorti islamici attaccano la capitale, difesa dai sovietici. Poi è la
volta dei sovietici contrattaccare, prima nella provincia di Herāt,
poi nella valle del Panjshir.
Il
02/06/1981 tre gruppi armati islamici si coalizzano nell'Unità
islamica dei mujaheddin d'Afghanistan. Il 13/03/1982 le organizzazioni
della guerriglia antigovernativa formano una nuova coalizione, l'Alleanza
islamica dei mujaheddin d'Afghanistan. Il 25/04/1985 la Loya Jirga,
l'assemblea tribale tradizionale convocata da Karmal nel tentativo di
conquistare l'appoggio popolare, approva l'intervento militare sovietico.
Il
04/05/1986 Karmal venne estromesso da leader del Partito Popolare
Democratico Afghano (PDP - partito comunista) e il suo posto venne preso dal capo dei servizi di
sicurezza, Mohammed Najibullah. In settembre abbandona anche la presidenza
della Repubblica, assunta da Haji Mohammed Chamkani.
Il
31 dicembre Najibullah e il suo governo proposero una tregua di sei mesi
con i sovietici, nell'ambito di un piano di riconciliazione nazionale. Il
15/01/1987 iniziò il cessate il fuoco unilaterale e venne proposta la
formazione di un governo di coalizione comprendente membri del PDP ed
esponenti della resistenza. I sette partiti dell'Alleanza dei
mujaheddin, riunitisi a Peshāwar, rifiutarono di osservare la tregua. Ciò
nonostante il 14/07/1987 Najibullah prorogò la tregua di altri sei mesi
e annunciò una nuova Costituzione che prevedeva un sistema pluralista: istituiva la carica di Presidente
della Repubblica, dotato di ampi poteri e in carica per sette anni,
introduceva un Parlamento bicamerale e cambiava il nome dello Stato in
Repubblica dell'Afghanistan. Il 29/11/1987 la Loya Jirga, l'assemblea
tradizionale tribale, approvò all'unanimità ed il 30/11/1987 elesse
Najibullah Presidente della Repubblica al posto di Haji Mohammed Chamkani.
Il 23/02/1988, quando già era stato annunciato il prossimo ritiro delle
truppe sovietiche, l'Alleanza dei mujaheddin, riunita in Pakistan, nominò
un governo provvisorio in esilio e, in maggio, approvò una Costituzione
islamica. L'08/11/1988 l'URSS, dopo nove
anni annunciò ufficialmente il ritiro delle sue truppe. Gli ultimi contingenti
partirono il 15/11/1989.
Dopo
che il 23/11/1988 i sette movimenti dell'Alleanza dei mujaheddin avevano
annunciato la costituzione di un governo provvisorio, i guerriglieri
afgani si preparavano alla conquista del paese. Ai confini con l'URSS
continuarono durissimi i combattimenti tra l'esercito regolare afgano e i
guerriglieri, dove passa una arteria vitale per il ritiro delle truppe
sovietiche e per l'arrivo dei rifornimenti alimentari. Kābul accerchiata e
isolata, abbandonata anche dalle rappresentanze diplomatiche straniere,
passò un inverno al freddo e alla fame. Continuavano intanto le aspri
lotte fra sunniti, sciiti e le altre fazioni, nell'intento di trovare un
accordo per il governo del paese. Nel marzo 1990 Najibullah riuscì a sventare un golpe
intentato dal ministro della Difesa Shah Nawaz Tanai, comunista, ma
appoggiato anche dai guerriglieri fondamentalisti.
Il
16/04/1992 Najibullah si dimette, in conformità agli accordi annunciati
dal Segretario generale dell'ONU. Inizia una lotta per assumere il
controllo della capitale tra le milizie del comandante Ahmed Shah Massud,
del partito islamico moderato Jamat i Islami, che controllava il
Nord, e di Gulbuddin Hekmatyar, del partito integralista Hezb i Islami,
che controllava il Sud.
Il
24/04/1992 i rappresentanti della resistenza riuniti a Peshāwar in
Pakistan nominano un Consiglio islamico di un governo provvisorio
presieduto da Sibghatullah Mjaddidi, leader di un piccolo gruppo
moderato. Il 29 aprile entrano vittoriose nella capitale le truppe di
Massud, che viene nominato generale e Ministro della Difesa.
Inizia
una serie di alterne battaglie (cinque), alternate da accordi di pace, tra
le truppe di Massud e quelle dell'integralista Hekmatyar, con il generale
uzbeko Rashid Dostom che prima appoggia Massud (era alleato del
filocomunista Najibullah) e poi Hekmatyar. La carica di Presidente viene
assunta, dopo Mjaddidi, da Rabbani e poi, dopo le dimissioni del generale
Massud, da Hekmatyar.
Nell'autunno
del 1994 compaiono i Taliban, o Talebani (i "seminaristi",
studenti coranici), sunniti di etnia pashtun originari del Sud, formatisi
nelle scuole religiose sostenute dal Pakistan: il 13 novembre conquistano
Kandahar.
Il
05/09/1995 i Talebani, appoggiati dalle forze uzbeke del generale Dostom,
prendono Herāt e premono su Kābul.
Il
resto è storia recente. I Talebani conquistano la capitale e il paese,
tranne le regioni settentrionali controllate dal generale Massud e l'Alleanza del Nord, fino al suo assassinio ad opera di kamikaze Taliban
mascherati da giornalisti; infine arriviamo alla storia di Osama bin Laden e l'intervento americano.
***
Dopo un
conflitto durato dieci anni contro l'invasore sovietico e grazie anche
all'appoggio ai guerriglieri da parte degli Usa e di alcuni Paesi
islamici (in questa fase Osama bin Laden cominciò ad interessarsi del
Paese), nel 1989 le truppe sovietiche si ritirarono lasciando un paese
devastato.
Dopo il ritiro
delle truppe sovietiche le diverse fazioni della resistenza non si
accordano per formare un governo stabile e inizia una vera e propria
guerra civile. I Talebani erano una di queste fazioni, anche se non
avevano alcun legame con gli altri gruppi tribali, ma, piuttosto, si
basavano su una fortissima identità religiosa, ovviamente islamica.
Sono nati nei campi profughi del Pakistan; poi nella lotta interafghana
successiva al ritiro dell'URSS, hanno preso il potere grazie
all'appoggio del Pakistan e degli Stati Uniti.
Quest'appoggio poi
l'hanno perso perché gli equilibri sono cambiati. Negli anni ’80
Washington temeva che l’influenza sovietica si estendesse fino
all’India e, quindi, finanziava mujaheddin, Talebani e qualsiasi altro
gruppo che combattesse i sovietici. Ora, invece, quello che conta è la
stabilità, considerati anche gli interessi economici nella regione, dal
gas al petrolio. Ma ormai il guaio era fatto: ci sono sempre effetti
indesiderati dietro queste ingerenze.
Si era anche
parlato di un accordo con i Talebani per la costruzione di un gasdotto
tra i paesi dell'Asia centrale e il Pakistan. L'accordo non si poté raggiungere: il loro movimento stava
diventando sempre più integralista e violento. Nel frattempo si è stretto il legame con Osama
bin Laden, che sfrutta l'Afghanistan come base d'appoggio e finanzia il
regime.
A quel punto gli
USA e tutto l’Occidente sono diventati i nemici: in particolare
l’ONU, che dell’Occidente viene considerato il “braccio
secolare”, come forse direbbe un Talebano. Le angherie contro le
organizzazioni umanitarie, come la chiusura dell’ospedale di Emergency,
sono appunto il frutto di questa radicalizzazione.
Normalmente si
pensa che i Musulmani sunniti, come i Talebani, non siano così
fondamentalisti (come ad esempio in Iran). Ma le cose sono diverse in
Asia centrale, dove i Musulmani sono per la maggior parte sunniti, e non
per questo meno intransigenti. Il modo, violento, in cui i Talebani
hanno preso il potere ha inevitabilmente caratterizzato la
loro azione successiva: la religione è diventata il collante di un
movimento politico.
Comunque l'Unione
Sovietica ha una responsabilità storica spaventosa: con l'invasione non
è riuscita a raggiungere i suoi scopi e, in più, ha lasciato solo
rovine. Ora l'Afghanistan è ridotto allo stato di un paese povero e
feudale.
***
Nel 1994, dunque, è prevalso il movimento
fondamentalista dei Talebani, creato intorno ad ex studenti islamici
che, con l'appoggio del Pakistan, hanno conquistato il controllo
militare di vaste zone del paese e occupato la capitale Kābul.
Fautori di un regime integralista, i
Talebani hanno imposto come legge del Paese la 'sharia', il diritto
islamico interpretato in modo radicale e continuato la lotta contro i
gruppi di opposizione, che controllavano una porzione di territorio nel
Nordest del Paese.
Più
di 20 anni di guerra hanno lasciato una campagna piena di mine,
monumenti distrutti e tanta povertà.
Da
quando i Talebani (gli studenti coranici) hanno preso il potere nel
1986, le donne sono state bandite dalle scuole e dal lavoro, sono
costrette a coprirsi il volto con il tradizionale burkha, e brutalmente
punite per "crimini" quali andare al mercato non accompagnate
da un parente di sesso maschile; non potevano neanche mangiare allo
stesso tavolo degli uomini (ma questa non è caratteristica solo del
regime dei Talebani). Le Nazioni Unite (e anche l'Italia) non hanno
riconosciuto il governo antidemocratico di questa fazione musulmana
ortodossa, isolando di fatto il paese e i suoi cittadini dal resto del
mondo. I devastanti terremoti del 1998 e 1999 non hanno certo aiutato a
migliorare la situazione.
I Talebani hanno permesso che l'Afghanistan
divenisse un paradiso per terroristi quali l'esiliato saudita Osama bin
Laden, pertanto è diventato l'obiettivo della collera dell'Occidente
dopo i fatti dell'11 settembre 2001. I bombardamenti americani sul paese
a partire dal 07/10/2001 e il sostegno USA, hanno incoraggiato
l'Alleanza del Nord, una confederazione di forze che sostengono il
governo riconosciuto dall'ONU del Presidente Burhanuddin Rabbani, a
sconfiggere gli studenti coranici ed a entrare a Kābul il 12/11/2001.
Anche se decisamente musulmana, l'Alleanza
del Nord è meno restrittiva nell'interpretazione della legge islamica, permettendo alle donne di
lavorare, agli uomini di radersi e a entrambi di... ballare.
***
IL
SONNO DELLA RAGIONE
- di Paolo Del Papa © 1999-2001
tratto dal sito
www.travelgeo.org
Da sempre le vie
commerciali per l'Oriente passano per le aride steppe afgane dove per
millenni si sono incontrate o hanno a lungo transitato popoli e culture
diverse: gli indoeuropei ariani nella loro leggendaria migrazione che
popolò l'Est fino all' India e l'Ovest invadendo l' Europa, i persiani
e l'armata greca di Alessandro, la penetrazione dell'Islam, i Mongoli
che vi lasciarono le tribù che ancora lo popolano.
Seguirono le
potenze coloniali europee fino all'invasione sovietica, ma poi tutto
tornò all' epoca delle tribù e clan guerrieri in continuo conflitto
tra loro, solo le armi sono cambiate e le micidiali attrezzature
belliche moderne hanno preso il posto di lance e scimitarre in
quell'attività millenaria di faida e conflitto tanto incomprensibile
agli occidentali, ma che affonda le radici nella storia e la cultura di
questo paese.
La popolazione
dell'Afghanistan non era ben censita prima dell'invasione sovietica che,
con i successivi violenti conflitti tribali, probabilmente ne ha ridotto
il numero calcolato tra i dodici e i quindici milioni divisi in una
grande quantità di gruppi etnici e tribù turco iraniane dei
Pashtu e Tagiki e mongole altaiche come gli Uzbeki, Hazara, Kirghizi e
molte altre che si sono sempre combattute tra loro e che continuano a
farlo sconvolgendo il paese già dilaniato dalla storia.
La popolazione è
tradizionalmente dedita all'agricoltura e all'allevamento, al traffico
carovaniero e al commercio, nel quale attualmente rientra anche quello
delle armi e della droga che transita a centinaia di tonnellate sulle
antiche piste della "Via della Seta" per invadere e dilaniare
l'Occidente in una tragica legge della "domanda" e
dell'"offerta".
La valle di Bamyan è la più
fertile del paese, popolata da tribù di agricoltori Hazara arrivate con
Gengiz Khan e frequentata da nomadi, coltivano cereali, grano, orzo,
segale e riso, più recentemente sostituiti da quelli più redditizi di
cannabis e papavero da oppio i cui carichi sono poi trasportati dalle
carovane indisturbate sui percorsi della droga aperti dagli
"eroici" mujaheddin protetti, finanziati e armati
dall'Occidente che ora finge di scandalizzarsi al folle regime dei
Talebani che ne è il prodotto.
Da sempre Bamyan
è stato un punto di incontro tra popoli e culture, fin da quando gli
artisti greci che rimasero qui dopo l'impresa di Alessandro il Grande,
si incontrarono con l'etica buddista portata dai monaci indiani e
produssero l'arte Gandahara. Durante il II secolo A.C. si sviluppò un
fiorente regno, descritto dal viaggiatore cinese Hivan Tsang come il
punto più occidentale raggiunto dal buddismo, che vi celebrò una delle
sue splendide realizzazioni con un monastero scavato nella roccia
assieme a due enormi statue dell'"Illuminato", di trentacinque
e cinquantadue metri "intagliate" nella viva roccia, aggrediti
dalla furia dei mongoli di Gengiz-Khan e da quella iconoclasta islamica
di Tamerlano che ne fecero bersagli e ne sfregiarono i volti che un
tempo scrutavano enigmatici la Valle e il mondo aldilà di essa. Nessuno
aveva osato andare oltre nel violare questi capolavori dell'Umanità, ma
i Talebani hanno deciso di farli saltare in aria nonostante gli appelli
internazionali, una vera dichiarazione di guerra alla civiltà e alla
cultura, ma del resto cosa ci si poteva aspettare da chi ha applicato
leggi mostruose in nome di una dottrina reinventata da questi sedicenti
"studenti coranici", del tutto estranee al vero Islam, e che
ogni buon musulmano considererebbe blasfemi per la loro barbara
applicazione di leggi estranee all'Islam.
I Talebani
appartengono al grande gruppo dei Pakhtun o Pashtuni, costituito in gran
parte da agricoltori e il nome risale alla mitica regione "Paktia"
del regno di Ariana, citata anche da Erodoto nelle sue
"Storie" ed essi sono "coloro che parlano il Pashtu",
come si definiscono gran parte degli Afghani discendenti da tribù
bellicose più volte menzionate da Kiplig e da tutti gli europei che
hanno avuto modo di conoscerle. Ma aldilà della letteratura i cippi
funerari e gli stemmi dei reggimenti britannici massacrati sul Khyber
Pass, sono la prova più evidente della bellicosità delle tribù Pashtu
che hanno sempre controllato questa regione tra Afghanistan e Pakistan.
L'Armata Rossa non ha lasciato cippi o stemmi a ricordo degli scontri
con i mujaheddin che non facevano prigionieri, finanziati e armati
dall'Occidente che forniva l'addestramento ai suoi capi più feroci, tra
i quali lo sceicco saudita Bin Laden, la cui "nobiltà" si è
dileguata nelle feroci lotte tribali per il predominio sui traffici di
droga in questa terra senza legge e "onore".
Tradizionalmente
la tribù è governata da un consiglio dei capifamiglia condotta da un
Khan, i loro villaggi fortificati "Qala" comprendono un grande
edificio comunitario attorno cui si stendono alte case rettangolari
attaccate tra loro e circondate da mura, nella zona del Khyber Pass
dominano incontrastati i loro traffici da secoli, ma molti dei loro
"Qala" sono diventati villaggi di trafficanti di droga e di
armi, l'antica fierezza e l'"onore" tribale si sta sgretolando
per ricomporsi in un mondo dove il denaro, la sopraffazione, l'inaudita
violenza contro i deboli e le donne hanno sconfitto ogni dignità.
***
CRONOLOGIA
- di Francesco Chirico © (aggiornato al 26/10/1997)