Afghanistan

                

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  Afghanistan - Perché una guerra
Afghanistan
1. Due parole sulla situazione
2. Notizie sul paese
3. La storia

OSAMA bin Laden
1. Chi è
2. Chi è (2)
3. Notizie in inglese

TORRI GEMELLE 11/09/2001
1. Attentato
2. Riepilogo
3. Il WTC
4. Una falla 5. L'FBI sapeva       6. Allarme G8
7. Commento di un pilota
8. ICT - Un altro pilota spiega la dinamica

INTERVISTE  E ARTICOLI 
1. Afghanistan, la storia vera
2. Una guerra di bugie
3. Quello che non sappiamo
4. L'informazione blindata
5. Non è una guerra al terrorismo   6. Guerra del petrolio       7. Una guerra segreta         8. Il sonno della ragione

 

Afghanistan    
                             L'Afghanistan

 

  1. La situazione

Gli avvenimenti dell'11 settembre 2001 hanno scosso gli Stati Uniti d'America, hanno scioccato il mondo intero.

Da qui la violenta reazione americana per scovare e punire coloro che si sono macchiati di un atto così grave e vile. Ad essere individuato come colpevole, anzi come ideatore, istigatore e finanziatore, è stato l'ormai famigerato Osama bin Laden e i suoi seguaci, tramite l'organizzazione terroristica da lui creata: al-Qaeda.

Bin Laden si è rifugiato in Afghanistan da molti anni; alla richiesta americana di consegnare loro il terrorista saudita, i Talebani e il mullah Omar, che governavano il paese, hanno rifiutato. Il Presidente USA George Walker Bush (figlio di quel George Bush della guerra all'Iraq) ha reagito dichiarando guerra al paese asiatico. Dopo bombardamenti a tappeto e aiuti all'Alleanza del Nord (nemica dei Talebani) nei loro combattimenti a terra, il vecchio regime si è sfaldato, Osama bin Laden e il mullah Omar sono spariti e irrintracciabili.

Il paese è poverissimo e allo sbando; un nuovo governo cerca di riprendere le fila del potere: riusciranno le innumerevoli fazioni a non litigare tra di loro e portare in questo martoriato paese una parvenza di normalità, legalità e, se non prosperità, si riuscirà almeno a non morire più di fame?

Si può essere pacifisti oppure no; si può essere convinti o meno che sia giusto o utile un intervento militare americano in Afghanistan; si può pensare che debba intervenire l'ONU; comunque sia la nostra idea non ci si può esimere dal sentire più fonti per cercare di raggiungere la verità. Ascoltare solo quello che ci perviene dai canali ufficiali può essere fuorviante, così come può esserlo ciò che sentiamo dai i canali alternativi, per lo più dell'estrema sinistra, ma non solo... sinistra moderata, ambientalisti, cattolici, ecc.

Senza pregiudizi e con cautela è opportuno, come sempre del resto, ascoltare più fonti. Alla "campana" ufficiale delle TV e giornali tradizionali italiani ed esteri, si aggiungono altre voci che normalmente non arrivano all'orecchio di tutti: giornali alternativi, siti internet, ecc.

Compito principale di queste pagine dedicate alla guerra in Afghanistan è proprio quello di farvi leggere notizie, fatti ed opinioni altrimenti introvabili nei circuiti tradizionali dei mezzi di comunicazione.

Qui di seguito trovate alcune notizie di base sull'Afghanistan (territorio, popolazione, confini, clima, storia, ecc.). Tramite i link in alto a sinistra potrete passare ad altri argomenti interessanti e delicati, soprattutto le interviste.

Buona lettura.

 

 

 

 

  1. Qualche notizia sull'Afghanistan

 

AFGHANISTAN

    

bandiera Afghanistan

 

Capitale : Kābul
Popolazione : 26.813.057  stima luglio 2001 (18.129.000 secondo la stima del 1995; esclusi ca. 1,6 milioni di rifugiati afgani in Pakistan e 1 milione in Iran; secondo altri sarebbero 12-15.000.000)
Superficie : Km² 652.225
 



Geografia
Confini: A Nord confina con il Turkmenistan, l'Uzbekistan e il Tagikistan, a Nord-Est con
la Cina, a Est e a Sud con il Pakistan, a Ovest con l'Iran. Il territorio si estende sull'altipiano iranico, steppico e arido, 
ed è diviso dalle alte catene (oltre 5.000 m) del Paropamisus e dell'Hindukush.

Religione: Musulmani sunniti 84%, musulmani sciiti 15%, altri 1%.

Lingue: Pashtu 35%, Dari (persiano afghano) 50%, idiomi turchi (soprattutto Uzbeko e Turkmeno) 11%, 30 idiomi minori (soprattutto Balochi e Pashai) 4%; molti sono bilingue.

Moneta: afghani (suddiviso in 100 puls). Al cambio del gennaio 2001 un € è pari a 4.393,01 afghani (1 ₤ = 2,2688 afghani).

 

 

Clima

 

Clima continentale. L'estate è molto calda e secca, mentre l'inverno è freddissimo. Piove pochissimo.

 

 

Fuso orario

GMT + 4h30 (3½ ore in più rispetto all'Italia quando in Italia vige l'ora solare). In Afghanistan non viene applicata l'ora legale.

 

 

Sanità

Il paese è ad alto rischio di malaria (segnalati ceppi clorochino-resistenti). Presente il rischio di dissenteria "del viaggiatore" e anche di colera.

 

 

Vie di comunicazione, trasporti

 

Strade: Km 21.000, di cui 2.793 asfaltate (stima del 1998)

Ferrovie: 24,6 Km

Aeroporti principali: Kābul, Kandahar; 45 in tutto + 3 eliporti (stima del 2000)

Vie d'acqua: Km 1.200

Oleodotti: prodotti petroliferi grezzi: Uzbekistan-Bagram e Turkmenistan-Shindand; gas naturale Km 180

 

 

 

Produzioni e commerci illegali

 

L'Afghanistan è il maggior produttore al mondo di OPPIO (t 1.670 nel 1999, sorpassando il Myanmar ex Birmania; è altresì una delle principali fonti di HASHISH; sono aumentati i laboratori per la raffinazione di EROINA messi in piedi nel paese. Le più importanti fazioni politiche del paese traggono notevoli profitti dal commercio della droga.

 

 

 

 

  1. Breve storia dell'Afghanistan

 

La storia dell'Afghanistan ha radici molto antiche. La leggendaria via della seta, un'importante via commerciale che collegava l'Europa alla Cina, attraversava l'Afghanistan.

Nel XIX secolo l'esercito inglese ha cercato per ben due volte di invadere l'Afghanistan nel goffo tentativo di costruire una barriera per proteggere i confini dell'India.

Il paese ha raggiunto la piena indipendenza nel 1921.

Nel 1978 avvenne un colpo di stato comunista guidato dal Partito democratico popolare; la successiva reazione popolare provocò l'occupazione militare del paese da parte dell'Urss nel 1979, contro cui si scatenò l'offensiva dei guerriglieri afgani, i mujaheddin.

 ***  

I territori che oggi costituiscono l'Afghanistan formarono nell'antichità la parte estrema nord-orientale dell'impero persiano; i loro nomi erano Drangiana, Battria, Aria, Aracosia. Proprio in Aracosia vivevano i Pachti, o Afghani, i quali poi si diffusero in tutto il paese. Nel 330-329 A.C. fu conquistato da Alessandro Magno, il quale vi eresse le città di Ari (Herāt) e Alessandria degli Aracosi (Kandahar). In seguito l'Afghanistan passò sotto Seleuco, a parte qualche provincia a Nord e a Est  che rimase indipendente governata da prìncipi greco-indiani e greco-battri. Verso il 100 A.C. avvenne un'invasione dei barbari Saka, probabilmente iranici. Nel 90 D.C. tutto il paese fu conquistato dai Kushan, provenienti dal Turkestan cinese, che fondarono un vasto impero. Fu in questo periodo che il Buddhismo prese il posto della religione di Zarathustra. Nel VII secolo avvenne la conquista araba, e quindi l'islamizzazione. Dal IX secolo si formarono vari stati musulmani indipendenti. Lo stato che ebbe maggior splendore fu quello di Mahmud il Gaznevide, che intorno al 1000 conquistò tutto l'Afghanistan; durò fino alla fine del secolo XII. Successivamente furono i Mongoli a invadere il paese per oltre 100 anni. Alla metà del XIV secolo dominò una dinastia afgana, quindi venne spartito tra l'impero di Delhi o del Gran Mogol e la Persia.

A metà del XVIII secolo un capo della tribù afgana dei Durani (o Durrani), Ahmed Sciah, fondò un regno che si estese fino in India, ma non resistette sotto i suoi successori. Tra il 1830 e il 1840 governò l'emiro Dost Mohammed; l'ultimo della dinastia duranica, Sciudscia Sciah, si oppose e chiamò in suo aiuto gli inglesi; questi intervennero e occuparono Kābul nel 1839. Sciudscia Sciah prese il posto di Dost Mohammed. Nel 1842 ci fu un'insurrezione contro gli inglesi, che furono costretti a battere in ritirata l'anno successivo, durante la quale furono distrutti. Per tutta risposta gli inglesi distrussero Kābul. Progressivamente Dost Mohammed riconquistò il paese; gli inglesi lo riconobbero come emiro nel 1855.

Nel 1878 uno "sgarbo" diplomatico provocò gli inglesi che invasero il paese; in effetti gli afgani avevano accolto una rappresentanza russa, ma non quella inglese. L'emiro Jakub Khan, firmando la pace di Gamdamak nel 1879, accettò di fatto un residente inglese a Kābul e il protettorato inglese. Nel settembre 1879 l'inviato inglese fu ucciso e l'esercito britannico occupò Kābul per l'ennesima volta. Jakub fu internato in India e al suo posto fu messo l'emiro 'Abd ur-Rahman Khan, che accettò il protettorato inglese e governò con una certa autonomia. Nel 1887 fu definitivamente sistemato il confine a Nord, dopo un accordo con i russi; nel 1893 furono regolate le frontiere con l'India a Est e a Sud.

Il figlio di 'Abd ur-Rahman Khan e suo successore, Habibullah Khan (1901-1919), fu più favorevole del padre alla civiltà occidentale. Morì assassinato. Un suo fratello fu deposto sùbito da un figlio di Habibullah, Amanullah Khan. Dopo una breve guerra con gli inglesi, riuscì ad ottenere la loro rinuncia al protettorato (19/08/1919). Nel 1923 dette una Costituzione e nel 1926 prese il titolo di re. Cercò fortemente di modernizzare il paese e nel 1928 visitò l'Europa. Nel gennaio 1929 una rivoluzione lo detronizzò; dopo un'aspra lotta tra vari pretendenti prese il suo posto il 16/10/1929 Mohammed Nadir Khan, che promulgò nel 1931 un'altra Costituzione. Fu assassinato l'08/11/1933. Prese il suo posto il figlio Mohammed Zahir Sciah.

Il periodo trascorso sotto gli ultimi due re ha dato molti frutti nel segno di una grande riorganizzazione del paese e crescente sviluppo: il paese incrementò il suo commercio estero; si costruirono nuove strade e ferrovie; si diede nuovo impulso all'agricoltura, specie con l'emanazione di leggi apposite e la costruzione di opere irrigue; migliorarono parecchio anche le istituzioni scolastiche e culturali; si strinsero patti di non aggressione con Turchia, Iran, Iraq e Russia.

Durante la II Guerra Mondiale l'Afghanistan si dichiarò inizialmente neutrale, ma dopo due anni dichiarò guerra alla Germania. L'Afghanistan non figura tra i firmatari della dichiarazione delle Nazioni Unite dell'01/01/1942 e non entrò nell'ONU prima dell'agosto 1946.

La formazione dello stato del Pakistan ha fatto ritornare alla luce vecchi problemi di frontiera con l'India, dove un gruppo di tribù aspiranti all'indipendenza (nel Pashtunistan) erano sostenute dal governo di Kābul contro il Pakistan.

Il governo afgano fu sostenuto dai sovietici, con i quali nel 1946 fu firmato un accordo confinario; l'intento di Mosca era quello di indebolire il Pakistan, alleato con le potenze occidentali.

Negli anni '50-'60 si moltiplicarono i problemi con il Pakistan in relazione alla questione del Pashtunistan e della voglia di indipendenza della sua gente, e ciò favorì l'intensificarsi dei rapporti con l'URSS e anche con la Polonia, il che costrinse gli Stati Uniti a sviluppare una loro politica di aiuti per evitare che l'Afghanistan cadesse sotto la completa influenza sovietica. Di questo gli afgani se ne avvantaggiarono, prendendo aiuti da entrambi, ma restando comunque neutrali, evitando, in tal modo, una crisi che avrebbe potuto degenerare molto pericolosamente.

Nel 1964 il re concesse una nuova Costituzione, moderatamente liberale, ma che non consentì una vera vita democratica nel paese. Le maggiori cariche di governo erano prerogativa dei membri della casa reale, ed il Parlamento godeva di scarsa rappresentatività, essendo dominato dai notabili, che manovravano a loro piacimento il meccanismo elettorale.

All'inizio del 1969, dopo l'ennesimo veto del re alla legge parlamentare che istituiva i partiti politici, ci fu una grande campagna di stampa, seguita da un periodo di stallo; infine il 17/07/1973 un colpo di Stato militare depose il re e instaurava una repubblica presidenziale. La rivolta era guidata dal generale Mohamed Daud Khan, cugino del deposto re, che ne prese il posto. Sua prima dichiarazione fu quella di voler instaurare "una autentica democrazia che salvaguardi i diritti del popolo".

Il nuovo governo istituì un salario minimo per tutti i lavoratori dell'industria; iniziò una riforma agraria e la sperimentazione di fattorie cooperative; avviò un programma di intervento pubblico della sanità e nell'istruzione di base; riconobbe la parità giuridica fra i due sessi; nazionalizzò dapprima l'industria mineraria, e in seguito anche foreste, grandi industrie, trasporti, comunicazioni, banche, assicurazioni.

Intanto il paese continuava a ricevere aiuti dall'estero che assommavano al 50% degli investimenti totali, provenienti in egual misura da URSS, Cina e potenze occidentali, senza peraltro uscire dalla solita neutralità che ha sempre contraddistinto l'Afghanistan.

Nel giugno 1976 la visita a Kabul del premier pakistano Ali Bhutto  facilitò il raggiungimento di una soluzione pacifica sulla questione della minoranza dei confinanti Pathani, ai quali il Pakistan si impegnò a concedere una certa autonomia.

Nel febbraio del 1977 il presidente Daud promulgò una nuova Costituzione repubblicana; questa affidava al presidente ampi poteri e lasciava al Partito della rivoluzione nazionale (Hezbe Enqelabe Meli) il compito di guidare lo sviluppo e la modernizzazione del paese. Tuttavia questa Costituzione non fece felice né la borghesia progressista né i militari, in quanto lasciava inalterati i rapporti tra le classi a danno dei contadini (privi di terra) e del ceto medio che, grazie ai sempre più frequenti contatti con l'estero, desideravano sempre più ardentemente dei cambiamenti. Il 27-28/06/1978 maturò un altro colpo di Stato portato avanti da alcuni ufficiali dell'aviazione con a capo il colonnello Abdul Qadir, e i militanti del clandestino Partito democratico del popolo (comunista) proclamarono la Repubblica Democratica dell'Afghanistan, pur rimanendo di ispirazione islamica e conservando una politica neutralista che l'ha sempre caratterizzato. Non mancarono i riconoscimenti immediati di URSS e India e il sostegno soprattutto di Mosca.

Presidente del Consiglio della rivoluzione fu Nur Mohamed Taraki, capo del Partito comunista che aveva unificato le fazioni comuniste Khalq e Parcham. Discordie interne portarono all'arresto di Qadir, con l'accusa di aver tentato un altro golpe, e depose il vice primo ministro Babrak Karmal, leader della fazione Parcham, ancora ostile a quella Khalq di cui faceva parte Taraki.

Il 01/01/1979 fu iniziata un riforma agraria: fu abolita la grande proprietà fondiaria e furono distribuiti 600.000 ettari di terra ai contadini poveri. Le riforme erano osteggiate dai latifondisti e dal clero musulmano, i cui malumori innescarono una rivolta appoggiata da Iran (dove gli ayatollah sciiti avevano appena scalzato lo scià) e Pakistan, con il tacito consenso di Cina e USA; in questa situazione prendevano vita antiche volontà autonomiste delle regioni nord-orientali. Aumentarono gli aiuti sovietici, anche con armi e istruttori, in quanto Mosca non voleva un vicino instabile guidato da un nuovo governo probabilmente ostile e aperto alle influenze americane o cinesi, e la guerriglia si trasformò in guerra civile. La situazione non migliorò quando Hafizullah Amin prese il posto di Taraki, ancora più radicale del predecessore, che contribuì alla volontà di sollevazione contro il regime marxista.

Dopo un incontro tra l'esule Karmal, Taraki e il presidente sovietico Brežnev, questi si accordarono per mettere fuori gioco Amin; successivamente avvenne il 16/09/1979 uno strano e confuso colpo di Stato dove perse la vita Taraki. Il 27/12/1979 una nuova congiura portò al potere Babrak Karmal, leader della fazione Pancham, mentre l'Armata Rossa sovietica faceva il suo ingresso nel paese.

Iniziò così una lunga lotta tra i sovietici e i guerriglieri musulmani arroccati a Nord e a Est di Kabul, assieme a reparti dell'esercito regolare che disertavano per spirito nazionalistico. Nel frattempo Sultan Ali Kishtmand prese la carica di primo ministro che era di Karmal.

Dal 26 al 30/04/1980 si svolgono a Kābul grandi manifestazioni studentesche contro la presenza di truppe sovietiche; ci sono 65 morti e oltre 600.000 arresti. In giugno gli insorti islamici attaccano la capitale, difesa dai sovietici. Poi è la volta dei sovietici contrattaccare, prima nella provincia di Herāt, poi nella valle del Panjshir.

Il 02/06/1981 tre gruppi armati islamici si coalizzano nell'Unità islamica dei mujaheddin d'Afghanistan. Il 13/03/1982 le organizzazioni della guerriglia antigovernativa formano una nuova coalizione, l'Alleanza islamica dei mujaheddin d'Afghanistan. Il 25/04/1985 la Loya Jirga, l'assemblea tribale tradizionale convocata da Karmal nel tentativo di conquistare l'appoggio popolare, approva l'intervento militare sovietico.

Il 04/05/1986 Karmal venne estromesso da leader del Partito Popolare Democratico Afghano (PDP - partito comunista) e il suo posto venne preso dal capo dei servizi di sicurezza, Mohammed Najibullah. In settembre abbandona anche la presidenza della Repubblica, assunta da Haji Mohammed Chamkani.

Il 31 dicembre Najibullah e il suo governo proposero una tregua di sei mesi con i sovietici, nell'ambito di un piano di riconciliazione nazionale. Il 15/01/1987 iniziò il cessate il fuoco unilaterale e venne proposta la formazione di un governo di coalizione comprendente membri del PDP ed esponenti della resistenza. I sette partiti dell'Alleanza dei mujaheddin, riunitisi a Peshāwar, rifiutarono di osservare la tregua. Ciò nonostante il 14/07/1987 Najibullah prorogò la tregua di altri sei mesi e annunciò una nuova Costituzione che prevedeva un sistema pluralista: istituiva la carica di Presidente della Repubblica, dotato di ampi poteri e in carica per sette anni, introduceva un Parlamento bicamerale e cambiava il nome dello Stato in Repubblica dell'Afghanistan. Il 29/11/1987 la Loya Jirga, l'assemblea tradizionale tribale, approvò all'unanimità ed il 30/11/1987 elesse Najibullah Presidente della Repubblica al posto di Haji Mohammed Chamkani. Il 23/02/1988, quando già era stato annunciato il prossimo ritiro delle truppe sovietiche, l'Alleanza dei mujaheddin, riunita in Pakistan, nominò un governo provvisorio in esilio e, in maggio, approvò una Costituzione islamica. L'08/11/1988 l'URSS, dopo nove anni annunciò ufficialmente il ritiro delle sue truppe. Gli ultimi contingenti partirono il 15/11/1989.

Dopo che il 23/11/1988 i sette movimenti dell'Alleanza dei mujaheddin avevano annunciato la costituzione di un governo provvisorio, i guerriglieri afgani si preparavano alla conquista del paese. Ai confini con l'URSS continuarono durissimi i combattimenti tra l'esercito regolare afgano e i guerriglieri, dove passa una arteria vitale per il ritiro delle truppe sovietiche e per l'arrivo dei rifornimenti alimentari. Kābul accerchiata e isolata, abbandonata anche dalle rappresentanze diplomatiche straniere, passò un inverno al freddo e alla fame. Continuavano intanto le aspri lotte fra sunniti, sciiti e le altre fazioni, nell'intento di trovare un accordo per il governo del paese. Nel marzo 1990 Najibullah riuscì a sventare un golpe intentato dal ministro della Difesa Shah Nawaz Tanai, comunista, ma appoggiato anche dai guerriglieri fondamentalisti.

Il 16/04/1992 Najibullah si dimette, in conformità agli accordi annunciati dal Segretario generale dell'ONU. Inizia una lotta per assumere il controllo della capitale tra le milizie del comandante Ahmed Shah Massud, del partito islamico moderato Jamat i Islami, che controllava il Nord, e di Gulbuddin Hekmatyar, del partito integralista Hezb i Islami, che controllava il Sud.

Il 24/04/1992 i rappresentanti della resistenza riuniti a Peshāwar in Pakistan nominano un Consiglio islamico di un governo provvisorio presieduto da Sibghatullah Mjaddidi, leader di un piccolo gruppo moderato. Il 29 aprile entrano vittoriose nella capitale le truppe di Massud, che viene nominato generale e Ministro della Difesa.

Inizia una serie di alterne battaglie (cinque), alternate da accordi di pace, tra le truppe di Massud e quelle dell'integralista Hekmatyar, con il generale uzbeko Rashid Dostom che prima appoggia Massud (era alleato del filocomunista Najibullah) e poi Hekmatyar. La carica di Presidente viene assunta, dopo Mjaddidi, da Rabbani e poi, dopo le dimissioni del generale Massud, da Hekmatyar.

Nell'autunno del 1994 compaiono i Taliban, o Talebani (i "seminaristi", studenti coranici), sunniti di etnia pashtun originari del Sud, formatisi nelle scuole religiose sostenute dal Pakistan: il 13 novembre conquistano Kandahar.

Il 05/09/1995 i Talebani, appoggiati dalle forze uzbeke del generale Dostom, prendono Herāt e premono su Kābul.

Il resto è storia recente. I Talebani conquistano la capitale e il paese, tranne le regioni settentrionali controllate dal generale Massud e l'Alleanza del Nord, fino al suo assassinio ad opera di kamikaze Taliban mascherati da giornalisti; infine arriviamo alla storia di Osama bin Laden e l'intervento americano.

 ***  

Dopo un conflitto durato dieci anni contro l'invasore sovietico e grazie anche all'appoggio ai guerriglieri da parte degli Usa e di alcuni Paesi islamici (in questa fase Osama bin Laden cominciò ad interessarsi del Paese), nel 1989 le truppe sovietiche si ritirarono lasciando un paese devastato.

Dopo il ritiro delle truppe sovietiche le diverse fazioni della resistenza non si accordano per formare un governo stabile e inizia una vera e propria guerra civile. I Talebani erano una di queste fazioni, anche se non avevano alcun legame con gli altri gruppi tribali, ma, piuttosto, si basavano su una fortissima identità religiosa, ovviamente islamica. Sono nati nei campi profughi del Pakistan; poi nella lotta interafghana successiva al ritiro dell'URSS, hanno preso il potere grazie all'appoggio del Pakistan e degli Stati Uniti.

Quest'appoggio poi l'hanno perso perché gli equilibri sono cambiati. Negli anni ’80 Washington temeva che l’influenza sovietica si estendesse fino all’India e, quindi, finanziava mujaheddin, Talebani e qualsiasi altro gruppo che combattesse i sovietici. Ora, invece, quello che conta è la stabilità, considerati anche gli interessi economici nella regione, dal gas al petrolio. Ma ormai il guaio era fatto: ci sono sempre effetti indesiderati dietro queste ingerenze.

Si era anche parlato di un accordo con i Talebani per la costruzione di un gasdotto tra i paesi dell'Asia centrale e il Pakistan. L'accordo non si poté raggiungere: il loro movimento stava diventando sempre più integralista e violento. Nel frattempo si è stretto il legame con Osama bin Laden, che sfrutta l'Afghanistan come base d'appoggio e finanzia il regime.

A quel punto gli USA e tutto l’Occidente sono diventati i nemici: in particolare l’ONU, che dell’Occidente viene considerato il “braccio secolare”, come forse direbbe un Talebano. Le angherie contro le organizzazioni umanitarie, come la chiusura dell’ospedale di Emergency, sono appunto il frutto di questa radicalizzazione.

Normalmente si pensa che i Musulmani sunniti, come i Talebani, non siano così fondamentalisti (come ad esempio in Iran). Ma le cose sono diverse in Asia centrale, dove i Musulmani sono per la maggior parte sunniti, e non per questo meno intransigenti. Il modo, violento, in cui i Talebani hanno preso il potere ha inevitabilmente caratterizzato la loro azione successiva: la religione è diventata il collante di un movimento politico.

Comunque l'Unione Sovietica ha una responsabilità storica spaventosa: con l'invasione non è riuscita a raggiungere i suoi scopi e, in più, ha lasciato solo rovine. Ora l'Afghanistan è ridotto allo stato di un paese povero e feudale.

 ***

Nel 1994, dunque, è prevalso il movimento fondamentalista dei Talebani, creato intorno ad ex studenti islamici che, con l'appoggio del Pakistan, hanno conquistato il controllo militare di vaste zone del paese e occupato la capitale Kābul.

Fautori di un regime integralista, i Talebani hanno imposto come legge del Paese la 'sharia', il diritto islamico interpretato in modo radicale e continuato la lotta contro i gruppi di opposizione, che controllavano una porzione di territorio nel Nordest del Paese.

Più di 20 anni di guerra hanno lasciato una campagna piena di mine, monumenti distrutti e tanta povertà.

Da quando i Talebani (gli studenti coranici) hanno preso il potere nel 1986, le donne sono state bandite dalle scuole e dal lavoro, sono costrette a coprirsi il volto con il tradizionale burkha, e brutalmente punite per "crimini" quali andare al mercato non accompagnate da un parente di sesso maschile; non potevano neanche mangiare allo stesso tavolo degli uomini (ma questa non è caratteristica solo del regime dei Talebani). Le Nazioni Unite (e anche l'Italia) non hanno riconosciuto il governo antidemocratico di questa fazione musulmana ortodossa, isolando di fatto il paese e i suoi cittadini dal resto del mondo. I devastanti terremoti del 1998 e 1999 non hanno certo aiutato a migliorare la situazione.

I Talebani hanno permesso che l'Afghanistan divenisse un paradiso per terroristi quali l'esiliato saudita Osama bin Laden, pertanto è diventato l'obiettivo della collera dell'Occidente dopo i fatti dell'11 settembre 2001. I bombardamenti americani sul paese a partire dal 07/10/2001 e il sostegno USA, hanno incoraggiato l'Alleanza del Nord, una confederazione di forze che sostengono il governo riconosciuto dall'ONU del Presidente Burhanuddin Rabbani, a sconfiggere gli studenti coranici ed a entrare a Kābul il 12/11/2001.

Anche se decisamente musulmana, l'Alleanza del Nord è meno restrittiva nell'interpretazione della legge islamica, permettendo alle donne di lavorare, agli uomini di radersi e a entrambi di... ballare.

 

 ***  

 

IL SONNO DELLA RAGIONE - di Paolo Del Papa © 1999-2001

tratto dal sito www.travelgeo.org

 

Da sempre le vie commerciali per l'Oriente passano per le aride steppe afgane dove per millenni si sono incontrate o hanno a lungo transitato popoli e culture diverse: gli indoeuropei ariani nella loro leggendaria migrazione che popolò l'Est fino all' India e l'Ovest invadendo l' Europa, i persiani e l'armata greca di Alessandro, la penetrazione dell'Islam, i Mongoli che vi lasciarono le tribù che ancora lo popolano.

Seguirono le potenze coloniali europee fino all'invasione sovietica, ma poi tutto tornò all' epoca delle tribù e clan guerrieri in continuo conflitto tra loro, solo le armi sono cambiate e le micidiali attrezzature belliche moderne hanno preso il posto di lance e scimitarre in quell'attività millenaria di faida e conflitto tanto incomprensibile agli occidentali, ma che affonda le radici nella storia e la cultura di questo paese.

La popolazione dell'Afghanistan non era ben censita prima dell'invasione sovietica che, con i successivi violenti conflitti tribali, probabilmente ne ha ridotto il numero calcolato tra i dodici e i quindici milioni divisi in una grande quantità di gruppi etnici e tribù turco iraniane  dei Pashtu e Tagiki e mongole altaiche come gli Uzbeki, Hazara, Kirghizi e molte altre che si sono sempre combattute tra loro e che continuano a farlo sconvolgendo il paese già dilaniato dalla storia.

La popolazione è tradizionalmente dedita all'agricoltura e all'allevamento, al traffico carovaniero e al commercio, nel quale attualmente rientra anche quello delle armi e della droga che transita a centinaia di tonnellate sulle antiche piste della "Via della Seta" per invadere e dilaniare l'Occidente in una tragica legge della "domanda" e dell'"offerta".

La valle di Bamyan è la più fertile del paese, popolata da tribù di agricoltori Hazara arrivate con Gengiz Khan e frequentata da nomadi, coltivano cereali, grano, orzo, segale e riso, più recentemente sostituiti da quelli più redditizi di cannabis e papavero da oppio i cui carichi sono poi trasportati dalle carovane indisturbate sui percorsi della droga aperti dagli "eroici" mujaheddin protetti, finanziati e armati dall'Occidente che ora finge di scandalizzarsi al folle regime dei Talebani che ne è il prodotto.  

Da sempre Bamyan è stato un punto di incontro tra popoli e culture, fin da quando gli artisti greci che rimasero qui dopo l'impresa di Alessandro il Grande, si incontrarono con l'etica buddista portata dai monaci indiani e produssero l'arte Gandahara. Durante il II secolo A.C. si sviluppò un fiorente regno, descritto dal viaggiatore cinese Hivan Tsang come il punto più occidentale raggiunto dal buddismo, che vi celebrò una delle sue splendide realizzazioni con un monastero scavato nella roccia assieme a due enormi statue dell'"Illuminato", di trentacinque e cinquantadue metri "intagliate" nella viva roccia, aggrediti dalla furia dei mongoli di Gengiz-Khan e da quella iconoclasta islamica di Tamerlano che ne fecero bersagli e ne sfregiarono i volti che un tempo scrutavano enigmatici la Valle e il mondo aldilà di essa. Nessuno aveva osato andare oltre nel violare questi capolavori dell'Umanità, ma i Talebani hanno deciso di farli saltare in aria nonostante gli appelli internazionali, una vera dichiarazione di guerra alla civiltà e alla cultura, ma del resto cosa ci si poteva aspettare da chi ha applicato leggi mostruose in nome di una dottrina reinventata da questi sedicenti "studenti coranici", del tutto estranee al vero Islam, e che ogni buon musulmano considererebbe blasfemi per la loro barbara applicazione di leggi estranee all'Islam.

I Talebani appartengono al grande gruppo dei Pakhtun o Pashtuni, costituito in gran parte da agricoltori e il nome risale alla mitica regione "Paktia" del regno di Ariana, citata anche da Erodoto nelle sue "Storie" ed essi sono "coloro che parlano il Pashtu", come si definiscono gran parte degli Afghani discendenti da tribù bellicose più volte menzionate da Kiplig e da tutti gli europei che hanno avuto modo di conoscerle. Ma aldilà della letteratura i cippi funerari e gli stemmi dei reggimenti britannici massacrati sul Khyber Pass, sono la prova più evidente della bellicosità delle tribù Pashtu che hanno sempre controllato questa regione tra Afghanistan e Pakistan. L'Armata Rossa non ha lasciato cippi o stemmi a ricordo degli scontri con i mujaheddin che non facevano prigionieri, finanziati e armati dall'Occidente che forniva l'addestramento ai suoi capi più feroci, tra i quali lo sceicco saudita Bin Laden, la cui "nobiltà" si è dileguata nelle feroci lotte tribali per il predominio sui traffici di droga in questa terra senza legge e "onore".

Tradizionalmente la tribù è governata da un consiglio dei capifamiglia condotta da un Khan, i loro villaggi fortificati "Qala" comprendono un grande edificio comunitario attorno cui si stendono alte case rettangolari attaccate tra loro e circondate da mura, nella zona del Khyber Pass dominano incontrastati i loro traffici da secoli, ma molti dei loro "Qala" sono diventati villaggi di trafficanti di droga e di armi, l'antica fierezza e l'"onore" tribale si sta sgretolando per ricomporsi in un mondo dove il denaro, la sopraffazione, l'inaudita violenza contro i deboli e le donne  hanno sconfitto ogni dignità.  

 

 

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Cronologia - di Francesco Chirico    CRONOLOGIA - di Francesco Chirico © (aggiornato al 26/10/1997)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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