Attenzione: Queste pagine appartenevano a "L'incontro". Non sono verificate dal 2001. Avendo subito perdite consistenti di dati, e soprattutto essendo ormai datate, possono contenere errori e non rispecchiare più il pensiero degli autori. Se sei l'autore di uno o più di questi contenuti contattami a jotis@iol.it   Politica Cultura Scienze  Società  Religione Psiche  Filosofia  Ambiente Arte  Cinema Sport Napoli Università Home

       

De " Brevitate vitae "

Di Lucio Anneo Seneca

a cura di Alessandra Ruggiero

Vi è mai capitato che un libro "vi chiami"? A me è capitato tante volte e non sono certo uscita di senno o in preda a delle allucinazioni sonore. La molla, che mi spinge, è il desiderio di pensare…di mettere letteralmente in moto il mio cervello per trarne uno stimolo che accresca il mio grado di consapevolezza della vita. Ci sono libri, che hanno un potere più forte di altri; aprono le porte a spunti di riflessioni profondi ed è come se dentro la propria testa si accendesse una lampadina in più e ci fosse un po’ più di luce e di chiarezza dove prima c’era buio e confusione. In questa precisa ottica io colloco la lettura del " De brevitate vitae " di Seneca…è questo un classico, che merita di essere letto attentamente, non solo perché è l’opera di un grande artista senza tempo, che tra il dono della descrizione, di formare nella parola un gesto, un’espressione, un atteggiamento; ma anche e soprattutto per la profondità e al tempo stesso la modernità dei suoi contenuti…Il concetto fondamentale, attorno al quale gira tutta l’opera, è il fatto che non sia la vita ad essere realmente breve, ma l’uomo a sprecarla, essendo incapace di mettere a frutto il tempo della propria esistenza, perdendo così il dominio della vita e sacrificando la propria libertà. Dice infatti "piccola è la parte di vita che viviamo: tutto lo spazio rimanente non è vita ma tempo…" Secondo il punto di vista di Seneca, solo il saggio può trionfare sul tempo perché ne trasforma il valore da quantitativo a qualitativo , si concentra nel presente e non lo spreca, realizzando ogni giorno, ogni ora la perfezione della vita morale. E questo testo classico un’esortazione alla saggezza, intesa come atarassia, allontanamento dalla frenesia e confusione della vita della Roma imperiale. Il momento della sua stesura ci spiega perché Seneca fosse arrivato a tali conclusioni. Le due date accreditate per l’ideazione del "De brevitate vitae" sono o il 49d.c. o il 62d.c. In entrambi i casi Seneca attraversa un periodo, in cui si sente deluso per l’andamento della vita pubblica e si dedica interiormente agli studi filosofici.

E comunque ciò che coinvolge è la qualità, il tipo della morale di Seneca. Non i peccati sono il soggetto della sua opera, ma i peccatori nella varietà e concretezza delle loro situazioni psichiche. Seneca è un moralista doppiato da uno psicologo. Le morali passano ma l’uomo resta. L’uomo, che ricerca il possesso di se stesso, della propria vita è un tema più che mai moderno ed è ciò che rende questo testo un grande "ever green". Buona lettura

La Scintilla       -  Una proposta di eclettismo culturale  -

a cura di Alessandro Gambardella


Settembre '00

Abdia


Agosto '00 

Invito alla lettura di Alessandra Ruggiero: Il palazzo della luna

  Addio Gassman di Apollo Eburneo

   A proposito di Pulcinella


Luglio '00

  Haiku : un'istantanea

Invito alla lettura di Alessandra Ruggiero


Giugno'00 

la memetica :Una teoria per l’evoluzione culturale

 

 

 

 

2001

Novembre

Ottobre

Settembre

Giugno

Maggio

Aprile

Marzo

Febbraio

Gennaio

2000

Dicembre

Novembre

Ottobre

Settembre

    Politica Cultura Scienze  Società  Religione Psiche  Filosofia  Ambiente Arte  Cinema Sport Napoli Università Home