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L'ANTICOCCODRILLO

 Di APOLLO EBURNEO

 

LA NOTIZIA

 

29 giugno 2000, muore a Roma, colto da una crisi cardiaca nel sonno, Vittorio Gassman. Aveva 77 anni ed era uno dei più importanti ed acclamati attori del teatro e del cinema italiani, apprezzato anche all'estero.

A LUI DEDICO QUESTI PENSIERI E QUESTO COMMENTO. CON UMANO E CRISTIANO RISPETTO MA SENZA IPOCRISIA.

Addio Vittorio, vecchio furfante, sarcastico ed istrionico mattatore. Ultimamente c'era qualcosa in te di cristallino, di umano, di commosso, di pensosamente e penosamente raccolto che mi spengeva ad eliminare dai miei atteggiamenti verso di te quella mia dichiarata insofferenza, fastidio, antipatia nei tuoi riguardi. Sì, mi eri antipatico, lo confesso. Ti ritenevo uno dei campioni (culturalmente parlando, s'intende) della "vita facile" all'italiana. Certo eri colto, ma forse eri anche un po' cialtrone e mascalzone,vanesio e straparlante, superficiale e stupido come diversi personaggi che hai interpretato al cinema e come attore poi non mi piacevi non solo per i tuoi toni roboanti e nasali, ma perché in te c'era qualcosa di artificioso, di artificiale, di inautentico - nel senso, credo, della tua incapacità di aderire intimamente, nel profondo, di identificarti con i personaggi che interpretavi. Mi spiego. Gassman, l'antipatico, non diventava mai il personaggio che interpretava, ma in qualche modo il personaggio diventava Gassman, si gassmanizzava. Per me, meglio Marcello Mastroianni come attore. Perché lui era delicato, delizioso, discreto, elegante, sempre un po' sperduto ma più convincentemente aderente ai suoi personaggi. Sembrava una persona "interiormente" seria. Di Mastroianni conservo un ricordo ammirato: per la sua vita artistica ed anche per la sua morte. È stato un uomo che è morto con una profonda dignità spirituale, interamente laica, sacramente laica: davvero impressionante, proprio come le grandi anime della classicità pagana. Come attore, meglio di Gassman secondo me è stato anche Ugo Tognazzi. Assolutamente formidabile, assolutamente formidabile, assolutamente a suo agio nella finta realtà del cinema, forse perché sapeva fingere con sincerità, con tutto se stesso. Tu invece Vittorio, dietro quella tua fierezza - durezza che mostravi all'esterno (anche nella recitazione), portavi irrequietezza, un senso di inadeguatezza ed una profonda labilità. Sì, signori lettori! Penso proprio che Gassman sia stato spesso un uomo superficiale, uno stupido (nel senso etimologico del termine - non è un'offesa!) che cioè non sapesse collegare le cose della vita tra di loro. Egli, certo aveva il gusto della letteratura, aveva il gusto della parola detta e scritta, aveva il "mal di parola", come amava dire lui stesso. E probabilmente, ad un certo punto, ha sperimentato il limite della parola, la retorica (che etimologicamente vuol dire il "vuoto") della parola. Per questo, forse …si dice che negli ultimi anni la moglie Diletta lo abbia guidato verso la fede. Da sempre gli artisti hanno avuto un sovrabbondante bisogno della Misericordia Divina. Così davvero sia oggi anche per te, Vittorio! Requiem aeternam, Domine!

 

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Invito alla lettura di Alessandra Ruggiero

 

 

 

 

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