sei sul sito di Giovanni Fraterno

il mio esposto 
al Preside il mio esposto al
Preside in originale il verbale 
della riunione clicca sulle palline la prima animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti, e da me addirittura dettagliata in un esposto a suo tempo inoltrato al Preside, ed in cui denunciai che i colleghi, in appena 5 minuti di assemblea, mi liquidarono dalla nomina di membro degli esami di Stato, con la motivazione assurda che la mia non fosse una materia di indirizzo, e che invece è stata addirittura la seconda prova scritta a giugno del 2004

La settima memoria

( presenti altri 2 impiegati, l'addetto al terminale dell'Ufficio Registro Generale del Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata, intorno alle ore 9.10 di martedi 25 gennaio 2005, riferisce che a distanza di circa 5 mesi dal mio inoltro della presente memoria, quest'ultima non è stata ancora registrata e che può essere che sia stata smarrita )
( il menu di navigazione: la pagina iniziale - la denuncia - 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - la biografia dell'autore )

Al Ministro dell’Istruzione

    dell’Università e della Ricerca

    onorevole Letizia Moratti

    (la presente segue la raccomandata spedita

     sempre dallo scrivente in data 9 febbraio 2004,

     quella spedita in data 9 settembre 2004 e

     quella spedita ieri 10 settembre 2004)

 

Alla Procura della Repubblica

      del Palazzo di Giustizia

      di Torre Annunziata

 

 

oggetto: settima memoria, ovvero inoltro di una serie di documenti e segnalazione di fatti che, a differenza di ciò che si legge nelle conclusioni del provvedimento di archiviazione del procedimento giudiziario n.10500/03, attestano che quell’episodio del novembre 2003 non solo trattasi di circonvenzione di minori, ma deve anche inquadrarsi all’interno di un malvagio mobbing.

 

 

 

Il sottoscritto Fraterno Giovanni, nato a Torre Annunziata il 12 febbraio 1956 ed ivi residente alla via Dei Mille n.19, ingegnere e professore di ruolo di SISTEMI-INFORMATICA presso l' I.T.I. "Marconi" di Torre Annunziata (Napoli), dopo aver finora esattamente presentato una denuncia datata mercoledi 12 novembre 2003, una prima memoria datata venerdi 16 gennaio 2004, una seconda memoria datata lunedi 9 febbraio 2004, una terza memoria datata mercoledi 3 marzo 2004, una quarta memoria datata giovedi 2 settembre 2004, una quinta memoria datata giovedi 9 settembre 2004, e una sesta memoria datata venerdi 10 settembre 2004

 

                                                                    SEGNALA

 

che in questo scritto dettaglierà, con fatti e documenti, quanto anticipato al punto 12 della quinta memoria, ed appunto dimostrando che, a differenza delle conclusioni riportate nella richiesta di archiviazione del procedimento in oggetto, allo scrivente risulta che quell’episodio del novembre 2003 non solo è stato un episodio di circonvenzione di minori a scuola, ma è anche stato un episodio che va inquadrato all’interno di un qualcosa di ancor più grave, ovvero all’interno di un malvagio mobbing nei miei confronti, malvagio mobbing perché appunto perpetrato da ignoti anche attraverso un uso strumentale di minori, ed addirittura nella più importante istituzione a protezione dei minori dopo la famiglia, ovvero la scuola (ed ovviamente la mia scuola).

 

Lo scrivente fa  presente che per venire incontro alla sensibilità dei lettori, farà uso degli asterischi per filtrare e mitigare la brutalità di alcune frasi.

 

La prima animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti si palesa il 3 febbraio 2003, e ciò come è attestato dalla documentazione riportata (quella cui si può accedere facendo click sulle palline saltellanti presenti su in alto all’inizio di questa stessa pagina web).

 

La seconda animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti si palesa lunedi 3 novembre 2003.

 

A tal fine riporto di seguito la nota scritta di mia pugno (e fatta visionare al dirigente scolastico dott. Antonio D’Elia) sul registro di classe della 3F (a.s. 2003/2004) in corrispondenza del giorno lunedi 10 novembre 2003, ovvero di una inaudita provocazione, presente il bidello Marco Amedeo, e a cui purtroppo ha assistito anche tutta la classe 3F, provocazione fatta scattare da una persona mai vista prima da me.

 

Ecco la nota:

Lunedi 3 novembre 2003, nel corso della 6° ora di lezione nella classe 3F, nonostante l’abbia gentilmente invitato a non entrare, ha fatto irruzione nell’aula con la lezione in corso una persona che ha detto di essere il padre di Xxxxxxx (della classe 4F), irruzione a base di insulti senza alcun motivo nei miei confronti che fortunatamente per la classe 3F stessa (con quasi tutti presenti) è durata solo circa 1 minuto, e solo perché lo scrivente ha avuto la prontezza di spirito di non rispondere all’inaudita provocazione”.

 

Come è noto, da martedi 11 novembre 2003, per tutelare soprattutto i miei studenti, e in subordine me stesso, sono stato costretto a cercare e ottenere la protezione dei Carabinieri e del CSA di Napoli (l’ex Provveditorato agli Studi di Napoli).

 

Da sabato 31 gennaio 2004, come è noto, mi è poi stato finalmente consentito di poter riprendere a lavorare per i miei studenti.

 

Tutto procede tranquillamente fino a giovedi 26 febbraio 2004, il giorno, come è noto, in cui la mamma di uno studente della classe 4F coraggiosamente dice all’incontro scuola-famiglia la frase: “professore, mio figlio l’hanno costretto a firmare”.

 

Gli ignoti mobbizzatori, infatti, evidentemente preoccupati dal suddetto episodio, già pochi giorni dopo si risvegliano, e ricominciano a infastidire prima di tutto i miei studenti.

 

Scopro infatti in questo periodo che nell’aula 3 al piano terra della scuola, su una parete è scritta, su due righe, per una lunghezza complessiva di circa 2 metri, la frase ingiuriosa: “FRATERNO M**DA”.

 

Mercoledi 17 marzo 2004, all’inizio della 5°ora di lezione nel laboratorio inf1 al 2° piano della scuola, intorno alle ore 11.50, presente la classe 5F, parliamo della suddetta frase.

 

I ragazzi dicono subito che non sono stati loro a scriverla, con lo studente Xxxxxx che addirittura dice di aver chiesto (io gli ho chiesto esattamente “a chi”, ma non ha voluto rispondermi) di farla cancellare, ottenendo di rimando un rifiuto incredibilmente così motivato: perché tanto a settembre 2004 si deve andare in aule diverse e nuove”.

 

I ragazzi della 5F a questo punto fanno da soli, un gruppetto di studenti cioè, sempre mercoledi 17 marzo 2004, provvede personalmente e nobilmente a cancellare la suddetta ingiuriosa frase.

 

L’episodio di cui appena sopra deve aver infastidito ancora di più gli ignoti mobbizzatori, e ciò perché giovedi 18 marzo 2004, all’inizio della 5°ora di lezione nell’aula 6, al piano terra della scuola, intorno alle ore 11.50, presente la classe 4F, mentre mi accingo a fare lezione, scatta la terza animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti.

 

Mi accorgo infatti che la cattredra è per tutta la sua estensione imbrattata dalla frase cancellata dalla parete dell’aula 3 appena il giorno prima, ovvero è imbrattata dalla frase ingiuriosa: “FRATERNO M**DA”.

 

Chiamo subito il bidello Floriano che provvede a cancellare la suddetta frase con dell’alcol.

 

Inizio, subito dopo, a rimproverare la classe, ma mi fermo quasi immediatamente perchè mi rendo conto che questo episodio è chiaramente collegato a quello del giorno prima, ed infatti i miei studenti hanno tutti un’espressione dispiaciuta e del tutto estranea all’episodio corrente.

 

La quarta animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti si palesa venerdi 2 aprile 2004.

 

Intorno alle ore 12.45, mentre mi accingo a salire nella mia auto per tornare a casa, dalla finestra dell’aula 6 al primo piano della scuola parte, addirittura 2 volte, la frase ingiuriosa: “FRATERNO hai le CO**A” (in dialetto torrese).

 

A questo punto ritorno sui miei passi e vado nell’aula 6, è presente il professore di religione Panico al quale chiedo la classe che appunto occupa l’aula 6, e appena questa mi è stata riferita, ovvero la 3I (i di Imola), mi dirigo in presidenza dove racconto dell’episodio al vicepreside Narciso Arturo, che mi dice che prenderà subito i provvedimenti del caso.

 

La quinta animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti si palesa giovedi 15 aprile 2004.

 

Alla 5°ora di lezione, nell’aula 6 al piano terra della scuola, intorno alle ore 12.30, presente la classe 4F, mentre è in corso la lezione, una pietra del peso di circa 100 grammi lanciata da ignoti dall’esterno di una delle finestra dell’aula, investe i presenti senza fortunatamente colpire nessuno.

 

A questo punto faccio chiamare i bidelli Floriano e Marco Amedeo ai quali consegno la pietra, aggiungendo di consegnarla a loro volta al dirigente scolastico, e di raccontare quanto avvenuto.

 

Il giorno dopo, venerdi 16 aprile 2004 intorno alle ore 9.20, entrambi i suddetti bidelli mi confermano di aver sia consegnato la pietra che raccontato dell’episodio al dirigente scolastico.

 

La sesta animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti si palesa venerdi 14 maggio 2004, e si fa ingenuamente più sofisticata e calcolata.

 

Per capire occorre aver presente che amici e colleghi della scuola, e spesso i miei stessi studenti, mi chiamano per nome, appunto Giovanni, e che gli ignoti mobbizzatori hanno finalmente capito che lanciare insulti con il mio cognome è ormai diventato pericoloso.

 

Ebbene, venerdi 14 maggio 2004, dopo aver parcheggiato la mia auto intorno alle ore 9.20, mentre mi accingo ad entrare nella scuola per iniziare a lavorare, mi accorgo di un gruppetto di 4 o 5 ragazzi a me sconosciuti, e che è come se fossero ad aspettarmi.

 

Quando sono solo a circa 4 metri dal suddetto gruppetto, mi accorgo di un gesto di intesa con la testa di un ragazzo del gruppo, al che scatta infatti la provocazione.

 

Un altro ragazzo infatti del gruppo, quando addirittura incrocio il suo sguardo, grida la frase ingiuriosa “GIOVANNI sei un RIC****NE di M**DA” (in dialetto torrese).

 

A questo punto, con calma olimpica, mi avvicino al gruppetto, e chiedo al ragazzo nome e classe.

 

Al che il ragazzo, comincia a ripetere in modo monocorde, una sorta di filastrocca preordinata anche questa a tavolino, e cioè che la frase ingiuriosa non era diretta a me, ma ad un suo compagno di classe.

 

Dopo essermi finalmente fatto dire (al terzo tentativo) il nome e la classe, ovvero Xxxxxxx della classe 5H, gli ho detto e ripetuto che quella frase non va detta a nessuno, che in una scuola non si può assolutamente tollerare una simile frase, e che io lo stavo rimproverando in quanto educatore e non in quanto persona offesa.

 

Il suddetto studente Xxxxxxx però non dava segni di capire ciò che gli ho ripetuto almeno 4 volte, visto che continuava a giustificarsi in modo non consono rispetto alle mie parole, ed appunto giustificandosi in modo ossessivo con la filastrocca di cui sopra, e che evidentemente gli avevano detto di dire.

 

Nei minuti successivi ho riferito dell’episodio al vicepreside Narciso Arturo che mi ha detto che avrebbe preso i provvedimenti del caso.

 

La settima animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti si palesa mercoledi 19 maggio 2004, protagonisti sono ancora gli studenti di una classe non mia, ovvero la classe 5H.

 

Alle ore 11.08 di mercoledi 19 maggio 2004 avevo appunto lezione alla 4° ora, ebbene, dopo aver parcheggiato la mia auto, di necessità sono dovuto passare davanti alle finestre dell’aula 7 al piano terra, aula in quel momento appunto occupata (il professore non era presente) dalla classe 5H.

 

Proprio nel momento del mio passaggio davanti alle finestre della suddetta aula è partito 2 volte l’ignobile anonima frase ingiuriosa “GIOVANNI sei un RIC****NE” (in dialetto torrese).

 

Nei minuti successivi ho segnalato l’episodio verbalmente e su carta direttamente al dirigente scolastico della scuola dott. Antonio D’Elia, al quale ho anche detto, presente la coordinatrice amministrativa, che non di circonvenzione di minori si tratta, ma di qualcosa di ancor più grave, ovvero di un vero e proprio mobbing con l’uso strumentale di minori.

 

Il giorno dopo mi viene in mente anche di un altro episodio minore avvenuto sempre nella classe 5H (ripeto, classe non mia), ovvero quando fui colpito da una pezzo di pane lanciato da uno studente stesso (ma non individuato), sempre della classe 5H, durante una mia sostituzione dell’insegnante Rotondo della materia SISTEMI-INFORMATICA, appunto assente.

 

Consulto allora il registro di classe della 5H e riesco così a collocare nel tempo e nello spazio anche il suddetto episodio.

 

L’episodio con il lancio di un pezzo di pane è avvenuto giovedi 11 marzo 2004 durante la 4°ora di lezione (l’ora settimanale in cui io ero appunto a disposizione) nell’aula 7 presente la classe 5H (non mia).

 

L’ottava animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti si palesa giovedi 3 giugno 2004.

 

Mentre mi accingevo a salire le scale della scuola per andare a fare le mie ore di lezione, intorno alle ore 9.15, dall’aula 1 al piano terra della scuola, in quel momento occupata (non presente il professore) dalla classe 3°A (classe non mia), è partita la frase ingiuriosa: “E bravo, ti sei preso ILLEGALMENTE lo stipendio per 3 mesi !” (in dialetto torrese).

 

Le 2 successive animalesche manifestazioni del mobbing scattano addirittura durante gli Esami di Stato.

 

La nona animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti si palesa venerdi 25 giugno 2004, giorno di colloquio degli Esami di Stato.

 

Intorno alle ore 8.40 alcuni miei studenti della classe 5F mi segnalano, visibilmente turbati, che su una parete dell’aula 10 al primo piano, addirittura occupata dal Presidente degli Esami di Stato, il dott. Vastola, c’è la solita scritta ingiuriosa: “FRATERNO M**DA”.

 

La scritta ingiuriosa è lunga almeno 1 metro e si sviluppa su 2 righe.

 

Avverto subito il Presidente dott. Vastola, che provvede a farla cancellare immediatamente.

 

La decima animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti si palesa giovedi 17 giugno 2004, giorno della seconda prova scritta (quella tecnica di SISTEMI-INFORMATICA) degli Esami di Stato.

 

Nell’aula 15 al primo piano della scuola, intorno alle ore 13.00, mentre mi recavo verso il fondo dell’aula perché chiamato per assistenza da un mio studente appunto della 5F, venivo sfiorato da una pietra lanciata dall’esterno e attraverso una delle finestre dell’aula stessa.

 

Ho raccolto la pietra, aveva due punte ed un peso di circa 200 grammi, e fortunatamente non ha colpito nessuno, pur essendo l’aula in quel momento piena di almeno 20 persone fra studenti e professori.

 

Ho mostrato la pietra oltre che ad alcuni miei studenti, anche a 2 colleghi, il prof. Balzano e il prof. Donadio, anche loro quel giorno presenti alla seconda prova scritta e al lancio anonimo della suddetta pietra.

 

L’undicesima animalesca manifestazione del mobbing nei miei confronti si è addirittura palesata ieri venerdi 10 settembre 2004.

 

A tutto il suddetto episodio hanno purtroppo assistito mia moglie, la dott.ssa Attanasio Anna e mia figlia Ilaria di soli 10 anni.

 

Mentre ci recavamo negli uffici della scuola per consegnare un certificato, mia figlia mi ha indicato una scritta su una parete esterna della scuola, e nei pressi dell’ingresso di quest’ultima.

 

La frase si sviluppava su 2 righe per una lunghezza complessiva di circa 1,5 metri ed era la seguente: “FRATERNO VATTENE”.

 

Ho subito segnalato quest’ennesimo episodio al vicepreside Narciso Arturo, il quale ci ha detto che avrebbe subito fatto cancellare la suddetta frase.

 

Segnalo che mia figlia Ilaria è rimasta a tal punto turbata da aver chiesto a mia moglie, subito dopo il suddetto episodio, se fosse vero quello che ha sentito in TV in questi giorni, e cioè che hanno fatto una legge in base alla quale i figli possono decidere di assumere il cognome della madre e non più del padre.

 

 

Cordiali Saluti: Fraterno Giovanni

Torre Annunziata 11 settembre 2004


utenti in questo momento connessi alla rete di siti web di Giovanni Fraterno: