sei sul sito di Giovanni Fraterno
i documenti in originale dell'incredibile archiviazione del Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata |
La quinta memoria
Al Ministro dell’Istruzione
dell’Università e
della Ricerca
onorevole Letizia Moratti
(la presente segue la raccomandata spedita
sempre dallo
scrivente in data 9 febbraio 2004
e da Lei ricevuta
in data 19 febbraio 2004)
Alla Procura della
Repubblica
del Palazzo di Giustizia
di Torre
Annunziata
oggetto: quinta memoria, ovvero importanti segnalazioni
da parte del denunciante relative alle motivazioni che hanno determinato
l’archiviazione del procedimento giudiziario n.10500/03,
con allegate (ma solo per il Ministro perché ancora non le conosce) la terza
memoria, la quarta memoria e la richiesta di archiviazione.
Il sottoscritto Fraterno Giovanni, nato a Torre Annunziata il 12
febbraio 1956 ed ivi residente alla via Dei Mille
n.19, ingegnere e professore di ruolo di SISTEMI-INFORMATICA presso l' I.T.I.
"Marconi" di Torre Annunziata (Napoli), dopo aver finora esattamente
presentato una denuncia datata mercoledi 12
novembre 2003, una prima memoria datata venerdi
16 gennaio 2004, una seconda memoria datata lunedi
9 febbraio 2004, una terza memoria datata mercoledi
3 marzo 2004 e una quarta memoria datata giovedi
2 settembre 2004
SEGNALA
- che solo
ieri mercoledi 8 settembre 2004 ha potuto finalmente ritirare e
leggere le sconcertanti motivazioni che hanno determinato l’archiviazione del
procedimento in oggetto, motivazioni a firma del Pubblico Ministero dott.ssa Immacolata Sica
- che
sempre ieri, intorno alle ore 10.40, nonostante il danno economico di oltre 5.000
euro (si veda la mia quarta memoria) cagionato allo scrivente e alla sua
famiglia appunto dalla sconcertante archiviazione del procedimento in oggetto, ha,
alla presenza di sua moglie, la dottoressa Attanasio Anna, ricevuto, direttamente
dalla dott.ssa Immacolata Sica, il rifiuto ad un colloquio con quest’ultima stessa
- che
sempre ieri avrebbe voluto semplicemente per il momento segnalare alla dott.ssa Immacolata Sica i successivi 12 punti:
1) che la data in cui ho presentato la denuncia ai
Carabinieri di Torre Annunziata è mercoledi 12
novembre 2003 e non venerdi 14 novembre 2003, come si legge nella
richiesta di archiviazione del procedimento in oggetto
2) che la suddetta denuncia ho in tutti
i modi tentato di non presentare, dato
che ne parlai prima non solo con 2 professori (sabato
8 novembre 2003 intorno alle ore 18.30) che mi cercarono loro stessi su
mandato del dirigente scolastico della scuola, non solo con il dirigente
scolastico stesso (lunedi 10 novembre 2003 intorno alle
ore 11.00), ma addirittura con alcuni ispettori della Polizia di Stato nei
locali del Commissariato di Torre Annunziata, quelli quasi di fronte a via dei
Mille (martedi 11 novembre 2003 intorno alle
ore 9.00) (in una successiva memoria segnalerò i dettagli)
3) che tutta la vicenda mi risulta
che hanno tentato di fermarla addirittura gli studenti stessi in un’assemblea
di classe che si è svolta alla presenza del dirigente scolastico e di tutti i
professori delle mie classi, già nel pomeriggio di martedi
4 novembre 2003 (in una successiva memoria segnalerò i dettagli)
4) che dalla lettura della richiesta di
archiviazione del procedimento in oggetto si capisce che nella mia denuncia,
quella di mercoledi 12 novembre 2003, faccio solo riferimento a svariati
messaggi di posta elettronica, mentre nella predetta denuncia è anche scritto
che in data lunedi 10 novembre 2003 intorno
alle ore 11.30 due miei studenti, ed appunto segnalati nella mia suddetta denuncia
con cognome e nome, mi hanno fermato per strada e detto in dialetto torrese la
frase: “professore non stiamo capendo niente, ci
hanno detto di firmare e noi abbiamo firmato”
5) che nella richiesta di archiviazione
del procedimento in oggetto non si fa nemmeno alcun cenno al fatto che una
mamma all’incontro scuola-famiglia di giovedi 26
febbraio 2004 mi ha detto (con a fianco il figlio, da me appunto segnalato
con cognome e nome nella mia terza memoria) la frase: “professore,
mio figlio l’hanno costretto a firmare”
6) che quest’ultima
frase mi risulta che è
stata ascoltata da un’altra mamma, da un altro studente e da un altro
professore (in una successiva memoria segnalerò i dettagli)
7) che, a differenza di ciò che si evince nella
richiesta di archiviazione del procedimento in
oggetto, allo scrivente non
risulta che siano i denuncianti a dover essere coinvolti nell'indagine che
loro stessi (i denuncianti) hanno chiesto di avviare
8) che allo scrivente risulta che
almeno una volta doveva essere ascoltato dagli
inquirenti, se non altro per difendermi dalla (finta) accusa di aver utilizzato nei confronti dei miei alunni frasi e
parole ingiuriose, accusa appunto riportata nella richiesta di
archiviazione del procedimento in oggetto, accusa che
è senza alcun fondamento, e quindi è inesistente, e questa si è dunque un’ingiuria
9) che allo scrivente, a differenza di quanto riportato
nella richiesta di archiviazione del procedimento in
oggetto, non risulta esserci mai stato alcun tipo di
malcontento dei miei studenti nei miei confronti, tanto è vero che mai
nessun studente, e soprattutto nessun genitore
(lavoro nella scuola dal 1977), si è con me lamentato dei miei metodi
didattici-pedagocici, nemmeno verbalmente
10) che i ragazzi non temono una mia ritorsione, come
riportato nella richiesta di archiviazione del
procedimento in oggetto, ma temono la ritorsione di
una piovra che loro stessi hanno appunto paura persino di nominare e che,
dicono, alberga nella scuola (in una successiva memoria segnalerò i dettagli)
11) che prima di tutto per proteggere i miei studenti dai tentacoli
dell’innominabile piovra di cui sopra, sono stato
costretto a potenziare la comunità elettronica chiedendo ai miei
studenti di inviarmi mensilmente, via posta elettronica, e quindi individualmente,
un messaggio su come posso migliorare
ancora di più i nostri rapporti didattici e di relazione in classe, o
diversamente se va tutto bene, non solo, ma di dire anche alle anime
nere della scuola che dovessero ancora importunarli, con
lo scopo di farle scappare, che con me hanno appunto un periodico
scambio di messaggi di posta elettronica (in una successiva memoria segnalerò i
dettagli)
12) che, come già accennato nella quarta memoria, e a differenza delle conclusioni
sempre riportate nella richiesta di archiviazione del
procedimento in oggetto, allo scrivente risulta da fatti e documenti che presenterà
in una successiva memoria, che quell’episodio del novembre 2003 non solo è
stato un episodio di circonvenzione di minori a scuola, ma è anche stato un
episodio che va inquadrato all’interno di un qualcosa di ancor più grave,
ovvero all’interno di un malvagio mobbing nei miei
confronti, malvagio mobbing perché appunto perpetrato da ignoti attraverso
un uso strumentale di minori, ed addirittura nella più importante istituzione a
protezione dei minori dopo la famiglia, ovvero la scuola (ed ovviamente la mia
scuola).
Cordiali Saluti: Fraterno
Giovanni
Torre Annunziata giovedi 9
settembre 2004