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La decima memoria

( recepita nell'ambito dell'inchiesta n.4594/04 modello 45, con quest'ultima che è stata archiviata in data 20 ottobre 2004 dal dott. Protta, Pubblico Ministero del Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata - Na )
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Al Ministro dell’Istruzione

    dell’Università e della Ricerca

    onorevole Letizia Moratti

    (il presente documento segue quello datato 9 febbraio 2004,

     quello datato 9 settembre 2004, quello datato 10 settembre 2004,

     quello datato 11 settembre 2004, quello datato 13 settembre 2004,

     e quello datato 15 settembre 2004)

 

Alla Procura della Repubblica

      del Palazzo di Giustizia

      di Torre Annunziata

 

 

oggetto: decima memoria, ovvero segnalazione, da parte del denunciante, di fatti circostanziati e contestualizzati che dimostrano che non solo anche in data lunedi 10 novembre 2003 (parlandone direttamente con il Preside) ed in data martedi 11 novembre 2003 (parlandone con un ispettore della Polizia di Stato), ho tentato di fermare la vicenda relativa al procedimento giudiziario n.10500/03, ma che fui di conseguenza anche costretto a chiedere la protezione dei Carabinieri e del CSA di Napoli per me e per i miei studenti, senza potermi dunque recare a scuola.

 

 

 

Il sottoscritto Fraterno Giovanni, nato a Torre Annunziata il 12 febbraio 1956 ed ivi residente alla via Dei Mille n.19, ingegnere e professore di ruolo di SISTEMI-INFORMATICA presso l' I.T.I. "Marconi" di Torre Annunziata (Napoli), dopo aver finora esattamente presentato una denuncia datata 12 novembre 2003, una prima memoria datata 16 gennaio 2004, una seconda memoria datata 9 febbraio 2004, una terza memoria datata 3 marzo 2004, una quarta memoria datata 2 settembre 2004, una quinta memoria datata 9 settembre 2004, una sesta memoria datata 10 settembre 2004, una settima memoria datata 11 settembre 2004, una ottava memoria datata 13 settembre 2004, e una nona memoria datata 15 settembre 2004

 

                                                                    SEGNALA

 

che in questo scritto, dopo aver già iniziato a farlo nella nona memoria, finirà di  dettagliare quanto anticipato al punto 2 della quinta memoria, ovvero:

 

- che tentai di fermare la vicenda anche in data lunedi 10 novembre 2003 intorno alle ore 11.00 parlandone direttamente con il dirigente scolastico della scuola dott. Antonio D’Elia

 

- che tentai di fermare la vicenda anche in data martedi 11 novembre 2003 intorno alle ore 9.00 parlandone con un ispettore della Polizia di Stato

 

- che fui di conseguenza costretto a chiedere la protezione dei Carabinieri e del CSA di Napoli per me e per i miei studenti, senza potermi dunque recare a scuola.

 

 

Lunedi 10 novembre 2003:

dettagli relativi all’incontro avuto dallo scrivente con il dirigente scolastico dell’I.T.I. “Marconi” di Torre Annunziata dott. Antonio D’Elia

 

A Scuola non c’erano lezioni in corso dato che tutti gli studenti erano andati via dopo lo svolgimento di un’assemblea d’Istituto (di soli studenti) conclusasi da poco, e l’incontro avvenne appunto in data lunedi 10 novembre 2003 intorno alle ore 11.00 in presidenza, con me stesso reduce da un’influenza che mi aveva tenuto lontano dalla scuola a partire dal pomeriggio di martedi 4 novembre 2003, pomeriggio, quest’ultimo, durante il quale avvenne l’inammissibile assemblea di classe segnalata nella nona memoria, memoria datata 15 settembre 2004.

 

Ebbene, lunedi 10 novembre 2003, subito il dirigente scolastico mi mostrò da lontano senza consegnarmelo il documento-spazzatura con finte accuse (accuse peraltro né circostanziate e né contestualizzate) fatto addirittura sconsideratamente controfirmare a dei ragazzini minorenni senza il consenso dei genitori.

 

Con il tutto che avvenne all’interno di una scuola, la più importante istituzione a protezione dei minorenni dopo la famiglia, e nonostante l’assistenza garantita agli studenti dalla scuola stessa attraverso la nomina di svariate decine di professori con appunto anche l’incarico di fungere da coordinatori e tutor degli studenti stessi, professori tutti regolarmente nominati in riunioni istituzionali ed autorevoli già a settembre del 2003.

 

Gli insegnanti sicuramente e regolarmente nominati a settembre del 2003 (può darsi che qualcun altro mi sia sfuggito) quali coordinatori e tutor degli studenti del corso F (ovviamente i miei studenti) furono: la prof.ssa Perna Almerinda, la prof.ssa Coppola Rosa e la prof.ssa Grieci Maria Rosaria.

 

Ad ogni modo, il dirigente scolastico dott. Antonio D’Elia, sempre lunedi 10 novembre 2003, nel mostrarmi il suddetto documento-spazzatura disse:

 

- che io avrei dovuto leggere quell’ineccepibile (a suo modo di vedere) documento-spazzatura, e ciò perché nientedimeno l’avevano firmato tutti i miei studenti, minorenni inclusi (senza il consenso dei genitori)

 

- che dalle accuse a me rivolte attraverso quell’ineccepibile documento-spazzatura avrei dovuto difendermi scrivendo a mia volta, diversamente avrebbe chiamato un ispettore del CSA (l’ex Provveditorato agli Studi)

 

- che una fotocopia del documento-spazzatura me l'avrebbe consegnata il giorno dopo, e che nel frattempo l’avrebbe addirittura fatto prima protocollare e poi appunto fotocopiare.

 

Io risposi:

 

- che era in atto una burla, o che era in atto una grave strumentalizzazione di studenti minorenni, aggiungendo di fare attenzione perché avevo le prove, ovvero che avevo ricevuto svariati messaggi di posta elettronica, e mentre i primi messaggi li avevo cestinati, i successivi, messo in allarme per strada dai miei stessi studenti, li avevo invece cominciato a conservare

 

- che dunque non avrei mai letto quel documento-spazzatura, anche perché i miei studenti mi hanno sempre voluto e mi vogliono bene

 

- che quel documento-spazzatura fatto sconsideratamente firmare a degli studenti minorenni (senza il consenso dei genitori) poteva rivelarsi carico di conseguenze

 

- che quel documento-spazzatura con accuse nei miei confronti né contestualizzate e né circostanziate non valeva nulla, se non per inchiodare alle loro responsabilità gli autori di una burla, burla che forse era addirittura un atto grave di strumentalizzazione di minorenni

 

- che quel documento-spazzatura forse era il caso di portarlo già subito in quei minuti non solo a conoscenza di un ispettore del CSA, ma anche a conoscenza della Magistratura.

 

Il dirigente scolastico dott. Antonio D’Elia replicò:

 

- più volte (almeno 3 volte) con la frase:Sono affari suoialle mie (almeno 3 volte) segnalazioni dei dispiaciuti atti di stima ed affetto che avevo ricevuto dai miei studenti per strada e attraverso la posta elettronica

 

- insistendo che ero tenuto a leggermi e difendermi da quel documento-spazzatura, cose che avrei dovuto assolutamente fare il giorno dopo

 

- che l’eventuale segnalazione alla Magistratura era mio compito e non suo compito.

 

Relativamente a quest’incontro con il dirigente scolastico dott. Antonio D’Elia preciso anche:

 

- che i passaggi chiave del colloquio (quelli miei e quelli del dirigente scolastico) furono da entrambi ripetuti più volte, e sicuramente ebbi modo di ripetere sia il fatto che i miei studenti mi vogliono bene, e sia il fatto che a riprova avevo ricevuto e conservavo dei messaggi di posta elettronica, e sicuramente il dirigente scolastico ebbe a sua volta modo di ripetere di conseguenza (come ho appunto segnalato più sopra) la frase: Sono affari suoi

 

- che il colloquio all’inizio ebbe luogo con la porta della presidenza chiusa, ma a certo punto, quando ormai venivano solo ribadite da entrambi cose già dette e ripetute, la suddetta porta della presidenza fu aperta da una collega (una prof.ssa di cui non conosco il nome, ma che saprei riconoscere) che aveva appunto premura di parlare con il dirigente scolastico stesso

 

- che con la porta della presidenza aperta è sicuro che vennero da entrambi ribaditi i passaggi chiave del colloquio

 

- che i passaggi chiave del suddetto colloquio, essendo dunque stati ribaditi da entrambi anche con la porta della presidenza aperta, è facile che siano stati uditi dalla suddetta prof.ssa, e forse anche dagli impiegati degli uffici della segreteria, uffici della segreteria vicinissimi alla presidenza

 

- che subito dopo il colloquio con il dirigente scolastico avvenne l’incontro fatale più e più volte segnalato (e presente anche nella denuncia datata 12 novembre 2003), incontro fatale durante il quale uno dei 2 studenti minorenni mi disse l’inequivocabile frase: “Professore, non stiamo capendo niente, ci hanno detto di firmare e noi abbiamo firmato” (in dialetto torrese), a riprova che ormai fosse più certa una grave strumentalizzazione di minorenni e adolescenti che una burla.

 

 

 

 

Martedi 11 novembre 2003:

dettagli relativi all’incontro avuto dallo scrivente con un ispettore del commissariato della Polizia di Stato di Torre Annunziata

 

Dopo aver accompagnato mia figlia Ilaria alla sua scuola, senza nemmeno portarmi dietro il dischetto con i messaggi di posta elettronica di stima ed affetto dei miei studenti nei miei confronti, e ciò ritenendo senz’altro determinante l’incontro fatale con i miei 2 studenti del giorno prima (e di cui appena sopra), e dunque convinto che ormai si sarebbe finalmente scritta la parola fine a tutta quest’assurda vicenda, ciò premesso, dunque, intorno alle ore 9.00 di martedi 11 novembre 2003 mi sono recato presso il Commissariato della Polizia di Stato di Torre Annunziata situato in corso Umberto I n.69.

 

Gli addetti mi hanno subito fatto parlare con un ispettore, e presenti almeno altri 3 poliziotti, ho raccontato della vicenda, soffermandomi ovviamente soprattutto sul colloquio avvenuto il giorno prima con il dirigente scolastico della scuola, e soprattutto sull’incontro fatale avvenuto subito dopo con i miei 2 studenti, precisando anche che quel giorno, ed appunto martedi 11 novembre 2003, dovevo recarmi a scuola alle ore 12.40 per poter fare, come previsto dall’orario, la mia 6°ora e la mia 7°ora di lezione in 5F.

 

L’ispettore, dopo avermi ascoltato, mi rispose:

 

- che non c’era nemmeno bisogno che lui leggesse i messaggi di posta elettronica di stima ed affetto dei miei studenti

 

- e che dovevo tranquillamente recarmi quel giorno a scuola a fare le 2 ultime ore di lezione perché avrebbe parlato lui con il Preside (ed appunto con il dirigente scolastico della scuola dott. Antonio D’Elia).

 

Intorno alle ore 12.00 ho chiamato sul suo cellulare il prof. Balzano Saverio, per avere la conferma che la Polizia di Stato avesse effettivamente agito come convenuto con me poche ore prima.

 

Di rimando il prof. Balzano Saverio, ed appunto rispondendomi sempre al cellulare, mi ha detto che si sarebbe informato personalmente.

 

Dopo circa 10 minuti ho richiamato, sempre sul suo cellulare, il prof. Balzano Saverio, il quale più o meno proferì la frase: “Ho chiesto al vicepreside Narciso Arturo se fosse effettivamente arrivata la Polizia a scuola per fermare la vicenda, e lui mi ha risposto di no”.

 

Grandemente allarmato, ho chiesto, durante la medesima conversazione telefonica, e sempre al prof. Balzano Saverio, di segnalare la mia assenza a scuola per quel giorno (per farmi sostituire nelle mie ore di lezione) perché a questo punto mi sarei recato dai Carabinieri.

 

Intorno alle ore 12.30 mi sono infatti recato presso la caserma dei Carabinieri di via Dei Mille a Torre Annunziata dove ho presentato la mia denuncia, formalmente regolarizzata e scritta su carta il giorno dopo, e quindi datata mercoledi 12 novembre 2003.

 

Dal giorno successivo, ovvero da giovedi 13 novembre 2003, ho chiesto, per me e per i miei studenti, anche la protezione del CSA di Napoli (l’ex Provveditorato agli Studi), protezione sostanzialmente concessa attraverso il dott. Perrotta che, per tutto il tempo del mio andare e venire giornaliero dal CSA di Napoli, mi diceva che, per ottenere una risposta alle mie istanze, bisognava attendere il parere dell’Ufficio Legale del CSA di Napoli stesso.

 

Le istanze che lo scrivente presentò al CSA di Napoli furone ben 6 (si veda la mia prima memoria,  quella datata 16 gennaio 2004), istanze in cui sostanzialmente chiedevo protezione e istruzioni sul da farsi, e ciò fino al gesto estremo di rassegnare, appunto venerdi 16 gennaio 2004, perfino le mie dimissioni dal servizio.

 

Dimissioni poi sostanzialmente respinte dal primo dirigente del CSA di Napoli, il dott. Luciano Chiappetta.

 

Dimissioni sostanzialmente respinte come ebbe modo di confermarmi, presente mia moglie, la dottoressa Attanasio Anna, lo stesso dirigente scolastico dott. Antonio D’Elia nella presidenza della scuola intorno alle ore 15.30 di venerdi 30 gennaio 2004, alla mia ripresa del servizio a scuola.

 

 

 

Perché fui di conseguenza costretto a chiedere la protezione dei Carabinieri e del CSA di Napoli per me e per i miei studenti, senza potermi dunque recare a scuola

 

Lo scrivente fa presente che si recò dai Carabinieri appunto perché grandemente allarmato dal suddetto imbroglio, imbroglio con il quale non c’entravano (e non c’entrano) nulla: né io, né la mia famiglia e né i miei studenti.

 

Un imbroglio costruito a tavolino da ignoti e pieno di reati, e che se non fosse stato fermato da me con una regolare denuncia, quasi sicuramente avrebbe prodotto altri reati.

 

Insomma martedi 11 novembre 2003 e giovedi 13 novembre 2003 fui costretto a chiedere la protezione dei Carabinieri e del CSA di Napoli per me e per i miei studenti.

 

E ciò perché:

 

- se fossi andato a scuola e non al CSA di Napoli è facile che ai miei studenti sarebbe stato chiesto, circuendoli nuovamente (e magari minacciandoli e/o picchiandoli) di controfirmare un altro documento con accuse (finte) ancor più gravi di quella (finta) dell’ingiuria, magari ancora con il dirigente scolastico della scuola fermo nel ripetere la frase: Sono affari suoi

 

- ho temuto per l’incolumintà fisica e morale dei miei studenti e mia, visto che nemmeno la Polizia di Stato era riuscita a fermare la vicenda, e che chiunque in quel periodo poteva impunemente arrivare fino alla cattedra di un professore e insultarlo davanti a tutti i suoi studenti (si rilegga la seconda animalesca manifestazione del mobbing che si palesò lunedi 3 novembre 2003, e che è riportata nella settima memoria, ovvero la memoria datata 11 settembre 2004)

 

- quanto detto dai 2 colleghi a suo tempo ad un tavolino del Bar 4 stagioni (colleghi come si ricorderà mandati dal dirigente scolastico, si veda a tal fine la nona memoria, quella datata 15 settembre 2004), ovvero quello di mettermi in malattia per calmare le acque, dopo che nemmeno la Polizia di Stato era riuscita a fermare la vicenda, assumeva adesso contorni minacciosi

 

- se fossi andato a scuola il dirigente scolastico dott. Antonio D’Elia avrebbe insistito a farmi leggere e a difendermi dal famigerato documento-spazzatura, tanto è vero che lui stesso, intorno alle ore 15.30 di venerdi 30 gennaio 2004, nella presidenza della scuola, presente mia moglie, la dottoressa Attanasio Anna, disse che il suddetto documento-spazzatura me lo spedì mediante un plico postale addirittura a casa, plico che non aperto, intuendone il contenuto, io stesso invece respinsi al mittente in data 19 novembre 2003 (si veda la prima memoria, quella datata 16 gennaio 2004)

 

- se fossi andato a scuola, non solo avrei dovuto leggere e difendermi da un documento di accuse finte fatto controfirmare a degli studenti minorenni circuìti e senza il consenso dei genitori, ma mi sarei dopo, per calmare le acque, anche dovuto fingermi malato, con lo scopo di chiedere un’aspettativa a cui non avevo diritto, insomma avrei anche dovuto truffare lo Stato.

 

   

Cordiali saluti: Fraterno Giovanni

Torre Annunziata 20 settembre 2004


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