Chi c'era in Emilia-Romagna all'arrivo dei Celti
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I greci nel VI-IV sec.
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>Prima parte > Seconda
parte Presenza diretta dei Greci (terza
parte)
La presenza di greci ad Adria aprì la Val Padana, dal
secondo quarto del VI secolo, alle esportazioni egee (soprattutto ceramica
fine) in cambio di bestiame e prodotti agricoli. Per un secolo e mezzo si svilupparono
i commerci tra Delta padano e Grecia. Oltre alla ceramica figurata, che si diffuse
in tutta la regione, i Greci esportavano vino pregiato, olio, unguenti, marmi
pregiati e, probabilmente, pesce salato, miele, tessuti, oggetti esotici e di
lusso. Anche se manca una quantificazione precisa, il flusso commerciale fu
molto intenso, poiché in area padana giunsero decine e decine di migliaia di
ceramiche attiche a figure nere, a figure rosse e a semplice vernice nera.
Dai mercati adriatici partivano per la Grecia oro, schiavi, bestiame, pelli,
oltre all'ambra del Baltico e ai metalli delle molte miniere del Norico (Austria)
e della Pannonia (Ungheria) e, soprattutto, al grano delle terre padane. Tra
tutti questi prodotti, i due principali obiettivi dei greci erano il grano e
i metalli (ferro e bronzo). Corinto ed Atene conquistarono una posizione di
prim'ordine nel controllo dei commerci da e per l'Adriatico e cominciarono a
disputarsi il controllo completo del mercato (la spunterà Atene nel secolo
seguente). Dal 525 a.C. però i rifornimenti greci di grano vennero minacciati
dalla perdita del mercato egizio, il maggior fornitore dell'area mediterranea,
conquistato dai persiani, storici rivali dei greci. Pochi anni dopo, nel 510
a.C., Crotone distrusse l'importante città commerciale di Sibari, il
cui ruolo nei rapporti tra mare Jonio e Adriatico era fondamentale. In risposta
a questa pesante perdita, Atene si alleò con l'isola di Corcyra (l'odierna
Corfù). L'isola si trovava in una posizione strategica, vera e propria porta
dell'Adriatico per i greci. Gli ateniesi si garantirono così l'apertura
della rotta commerciale adriatica per tutto il V secolo. Atene, prima potenza
economica greca, divenne il punto di partenza e di arrivo dei traffici per il
delta del Po anche senza detenere il monopolio delle rotte sull'Adriatico.
La presenza greca ad Adria cominciò a scemare all'inizio
del V secolo, in coincidenza con l'ascesa di Spina, fondata dagli Etruschi
50 km più a Sud, sul ramo meridionale del Po. Fondata nella seconda metà
del VI secolo a.C., nel giro di pochi decenni Spina divenne lo snodo commerciale
più importante tra Etruria e Pianura padana, mentre lo scalo di Adria
mantenne il suo ruolo primario nel commercio marittimo di ambra, olio, vino
e manufatti, insieme a grano e bestiame. Intanto, alla metà del V secolo,
Atene cercò di recuperare il fiorente mercato egizio muovendosi a sostegno
della rivolta antipersiana (460-459 a.C.). La spedizione attica però
fallì. Si ripropose quindi per Atene il problema di trovare rifornimenti alimentari
sicuri. L'area alto-adriatica era all'epoca il suo secondo mercato. Gli ateniesi
decisero di conquistare il monopolio dei traffici marittimi da e per la Cispadana,
a spese di Corinto e di altre pòleis. Spina capì per prima la
nuova situazione e riuscì a stabilire un rapporto privilegiato con la potente
città greca, scavalcando così Adria. Tra i motivi che indussero Atene
a scegliere Spina vi fu anche il prestigio acquisito dagli spineti per la loro
azione di "polizia marittima" in tutto l'alto Adriatico, dove il pericolo di
scorrerie da parte dei pirati illirici era costante.
In riconoscenza del suo ruolo di fondamentale importanza, Spina ricevette l'onore
di un thesauròs a Delfi, unica città della nostra penisola, con l'etrusca
Caere (Cerveteri, porto dell'Etruria meridionale), ad ottenere questo privilegio.
Un'altra conferma dell'importanza dell'emporio di Spina presso i Greci è
la citazione della città etrusca nel mito di Diomede (eroe fondatore
della città) e delle Isole Eliadi/Elettridi, che appaiono la trasposizione
in chiave fantastica dell'area lagunare del Po.
All'inizio del IV secolo a.C. la crisi conseguente alle
guerre del Peloponneso causò un ridimensionamento notevole della presenza
greca nella Valle Padana. Dopo un intero secolo di fioritura, la ceramica attica fu soppiantata dalle produzioni dell'Italia centro-meridionale.