Chi c'era in Emilia-Romagna prima dei Celti
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Etruschi
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Nella fase successiva, che si può già definire etrusca (fine VIII°-inizio VII° sec. a.C.), lo sviluppo degli insediamenti seguì una duplice direttrice: la prima in senso nord-ovest, lungo quello che diventerà in epoca romana il tracciato della via Emilia; la seconda lungo le valli dei fiumi Panaro (Monte Cimone-Modena), Reno (Porretta Terme-Bologna) e Santerno (Firenzuola-Imola), ad est del quale cominciava il territorio degli Umbri.
I due epicentri della colonizzazione rimasero le aree di Velzna e di Verucchio, in posizione strategica sia nei confronti del mondo etrusco meridionale che dei territori più a nord e ad est, nel ruolo di vere e proprie teste di ponte dell'Etruria verso l'Europa continentale e il litorale adriatico.
Durante il VII° secolo l'area di Velzna diventa, da
luogo "di frontiera", il centro di un'espansione demografica, che
comporta anche l'occupazione di nuove aree insediative. Il territorio etrusco
abitato raggiunge il fiume Enza ad ovest (fondazione di Mutna - Modena)
e il Santerno ad est, toccando il confine con il territorio degli Umbri. Questo
fenomeno appare in diretta relazione con l'esigenza di messa a coltura di nuovi
terreni all'interno di una società di modello patriarcale. Mario Torelli:
il sistema produttivo era ancora ad uno stato assai primitivo; larghissimi strati
della popolazione erano impegnati in condizioni di semilibertà nella
coltivazione di vaste estensioni di terra possedute da aristocratici, i quali
a loro volta facevano dell'esibizione delle proprie ricchezze e del proprio
rango uno strumento di potere. Le città dell'Etruria propria esportano
questo modello nelle nuove sedi coloniali (compresa Spina).
Velzna assume il ruolo di centro agricolo primario. Anche
l'insediamento di Verucchio cresce di importanza, fino a diventare un centro
nevralgico per tutto il medio Adriatico. Nello stesso periodo, a Sud si consolidano
gli insediamenti lungo le valli appenniniche e, a Nord, si aprono nuove vie
di comunicazione verso il Po. Lo dimostra l'individuazione di un insediamento
etrusco a Bondeno (Fe), in un luogo che a quel tempo si affacciava sicuramente
sulla sponda meridionale di un ramo del Po. Gli Etruschi diffondono in tutta
l'area la loro lingua e il loro alfabeto, derivato dal greco calcidese di Cuma
(nell'odierna Campania).