Chi c'era in Emilia-Romagna all'arrivo dei Celti
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Micenei e greci
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>Prima parte Presenza diretta dei Greci > Terza parte
La colonizzazione greca del delta del Po risale a molti secoli prima dell'arrivo dei romani ed è anteriore anche alla presenza etrusca. Fin dall'epoca micenea (XII-XI secolo a.C.) i greci avevano cominciato a frequentare le coste dell'Adriatico. La serie di lagune presenti anticamente lungo tutta la costa settentrionale, dalle foci del Po fino a Grado (Gorizia), rendeva sicura la navigazione delle navi. Le navi greche non risalivano il mare costeggiando il litorale italico, perché non c'erano i venti favorevoli. I venti favorevoli in direzione nord erano quelli che spiravano lungo la costa illirica. I greci quindi costeggiavano il litorale illirico nel viaggio di andata e quello italico al ritorno. Il fulcro della presenza greca nell'alto Adriatico era sicuramente il grande delta formato da tre fiumi: il Po, l'Adige e l'antico fiume Tartaro (un ramo settentrionale del Po a tratti ancor oggi identificabile nel Canal Bianco). Un paesaggio composto di lagune e di isolette racchiuse dai tre fiumi. Dopo i micenei, i primi a frequentare, seppur sporadicamente, le coste dell'Adriatico furono probabilmente i Focei o comunque gli Joni (provenienti dalle regioni dell'Attica e dall'isola Eubea). Dopo gli Joni fu la volta di Corinto, che comunque si attestò soprattutto sul medio e basso Adriatico.
I coloni provenienti dalla Grecia furono i primi a scoprire le potenzialità economiche della Valle padana. Vennero attirati dalla qualità dell'ambra prodotta localmente, resina da loro molto apprezzata e che impiegavano nella confezione di ornamenti di vario tipo. Il commercio dell’ambra data da tempi antichissimi: si può considerare infatti una delle prime attività transnazionali d’Europa. La preziosa resina veniva prodotta nell'area del mare Baltico e varcava le Alpi attraverso il passo del Brennero. Poi, sfruttando probabilmente il corso degli affluenti del Po, giungeva nell'area del Delta. Qui la materia prima veniva lavorata e poi veniva smerciata verso tutto il bacino del Mediterraneo. Le testimonianze più antiche della fiorente industria locale di lavorazione provengono da un insediamento venetico, Frattesina, probabilmente il centro di lavorazione dell’ambra più importante della Valle padana dall’Età del Bronzo fino all’Età del Ferro (IX secolo a.C.).
I greci ne furono i principali importatori; si inserirono nel
giro di traffici da e per il Delta del Po, fino a fondare una propria colonia
in pieno territorio venetico, Adria. Collocarono sul mercato italico i propri
prodotti ceramici di ineguagliabile fattura e riuscirono così a conquistare
il monopolio del commercio della preziosa resina. Adria, il più antico emporion commerciale greco nell'Alto Adriatico, fu fondata all'inizio
del VI secolo da coloni provenienti probabilmente dall'isola di Corcyra (l'attuale
Corfù), come testimoniano i ritrovamenti di vasi a figure nere su fondo
rosso. L'origine del nome di Adria
è certamente venetico e ciò ha fatto pensare che l'insediamento sia
stato costruito su un luogo già abitato. Adria era collocata alla foce
più settentrionale dell’antico delta del Po, inserita in un'estesa
laguna. I coloni Greci ne decretarono il successo commerciale facendone
un emporio di prim'ordine e lo snodo di smistamento delle merci per
tutta la Valle padana e i paesi transalpini. Adria divenne talmente
famosa da dare il suo nome prima al ramo del Po su cui sorgeva, indi al
golfo tra la foce del Po e l'Istria (Adrias Kolpos) e poi all'intero mare fino
al Golfo Jonio (che presso i greci si chiamava Ionios Kolpos).
(continua)
Il delta del Po era già da tempo uno snodo importante del commercio dell'ambra,