Casale Monferrato  (Al)

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Urbanistica

Responsabilità è pensare al futuro

Si deve iniziare a consumare meno, l’ambiente ne ha bisogno. Crescere vuol dire progredire in armonia con l’ambiente che ci ospita. L’urbanistica è lo strumento con il quale è possibile pianificare una crescita sostenibile, dove la parola SOSTENIBILE deve essere accompagnata, se non sostituita, da RESPONSABILE. Queste sono le uniche caratteristiche, che ad oggi, possono garantire a noi ed ai nostri figli, un futuro migliore, una città pensata per le persone nel rispetto dell’ambiente, senza abusi e cementificazioni sconsiderate. Le città devono rallentare la loro crescita, solo così possiamo recuperare un’ armonia tra quantità e qualità.

Le nostre proposte sono:

1) Realizzazione di parcheggi “scambiatori”

La migliore scelta adottata da molti comuni italiani, che ha permesso un decongestionamento del traffico nei centri cittadini è stata la realizzazione di parcheggi esterni, cosiddetti “a corona” o “scambiatori”, posti nei punti nevralgici delle città. Scambiatori perché in tali luoghi è possibile lasciare auto e mezzi propri per poter usufruire di servizi pubblici (navette a metano, biciclette blu,taxi), per muoversi liberamente nel centro città. Creando una connessione agevole e frequente da questi luoghi di “deposito urbano” al centro, permettendo più accessi alle zone con limitazioni del traffico. (Possibilità di mettere i parcheggi a pagamento a tariffa fissa, con abbonamenti mensili o giornalieri comprensivi di costo del trasporto pubblico). La predisposizione di aree destinate a parcheggio offre la possibilità di pianificare una pedonalizzazione. Da questa si potrà ottenere un centro chiuso alle auto, senza dover pregiudicare le attività commerciali del centro già penalizzate dall’enorme proliferare di catene commerciali ed ipermercati. Queste ritroverebbero vigore nella possibilità di accogliere nella tranquillità e nella convivialità turisti e cittadini, regolando l’oramai continuo passaggio di auto e mezzi. Un’attenta pianificazione permetterebbe poi in un futuro, di prevedere una limitazione dell’accesso anche a tutti i mezzi pesanti. I fornitori di merci alle attività del centro, verrebbero concentrati in zone dedicate dove avverrebbe lo smistamento delle merci (progetto City Porto – vedi programma Centro storico). La lungimiranza degli investimenti, determina una pianificazione coerente della città, consegnando nuovamente vita ad un vero centro storico e commerciale.

2) Riqualificazione del settore immobiliare

Il piano urbanistico deve imporre regole tali da salvaguardare l’ambiente che ci circonda, senza ricadere in una cementificazione selvaggia, che porterebbe degrado, sovraffollamento popolare e peggioramento della qualità della vita. Uno sviluppo ragionevole deve eludere l’irragionevole, il quale non serve ed alimenta economie perverse e pericolose per l’ecosistema. Si deve cambiare modo di pensare; non è necessario continuare a costruire del nuovo in una città dove una grande percentuale dei locali di nuova costruzione risultano sfitti o invenduti. Si sprecano risorse naturali per i materiali edili, con la conseguenza dell’apertura di nuove cave, che deturpano e distruggono il paesaggio. L’eccessivo consumo del territorio dovuto alle continue urbanizzazioni, non solo incide sull’aspetto visivo della città, ma incide ancor più pesantemente sulla terra. Di fatto non si cerca più il compromesso tra materiale naturale e qualità, ma si abusa degli spazi generando uno smisurato consumo di territorio. L’obiettivo è quello di intervenire sull’esistente, ristrutturando e riqualificando ciò che ad oggi è in piedi, ottenendo abitazioni con certificazioni ambientali riconosciute ed innalzando l’efficienza energetica degli edifici. Ristrutturare con certi obiettivi comporta investimenti e lavoro, nonché innovazione. Nei Comuni dove da tempo sono state bloccate le concessioni edilizie ed orientato lo sviluppo nel recupero e miglioramento del vecchio, non sono state evidenziate ripercussioni su aziende edili o attività legate ad esse.
Le nostre proposte sono:

bulletfavorire la ristrutturazione e la riqualificazione degli edifici già esistenti rispetto alle nuove costruzioni. La costruzione di nuovi insediamenti deve essere subordinata al previo recupero dei vani già esistenti ed inutilizzati;
bulletimpedire la costruzione di nuove aree industriali e artigianali fino a che non siano completate le capacità di carico di quelle esistenti,
bulletristrutturare e convertire gli edifici già esistenti in edifici con efficienza energetica più vicina a quella delle cosiddette case “passive”. Così facendo verrà aperto un nuovo tipo di mercato immobiliare dove gli edifici più virtuosi, per quanto riguarda sia il risparmio energetico che quello correlato alla scelta di materiali naturali, avranno una maggiore valutazione alla vendita.
bulletinserire l’obbligo di costruire solo in classe energetica A, con penalizzazioni agli edifici di classe inferiore alla C;
bulletusare nell’edilizia materiali locali, per quanto possibile, e riusare i materiali provenienti dalle demolizioni;
bulletcreare una lista aperta ed in continuo aggiornamento dei materiali a basso impatto e ad elevata efficienza energetica autorizzati dal Comune di Faenza;
bulletprevedere, per le nuove costruzioni, sgravi fiscali o la possibilità di aumentare la superficie di costruzione nel caso si tratti di case in legno.

3) Censimento immobili sfitti o al grezzo

Come investimento sul futuro e tutela per la classi meno abbienti, si prevede il censimento di tutte le abitazioni non gravate da locazione transitoria, siano esse di proprietà comunale che privata, disabitate da più di tre anni e che non siano utilizzate come seconda casa, ma risultanti in stato di abbandono, o mantenuti al grezzo. L’idea è quella di stimolare i privati all’affitto degli immobili ad oggi sfitti (da tre o cinque anni) a tassi di affitto agevolati, con il contributo comunale, dirottando come fruitori di tali abitazioni le classi sociali meno abbienti, o con situazioni familiari difficoltose ed anche gli stranieri in regola con i permessi. L’elevato numero di costruito ed invenduto mantenuto al grezzo, per le casse del Comune genera una grande perdita di tributi (ICI), come le tante case del centro affittate e non denunziate, che favoriscono illegalità e tributi persi. In relazione al fatto che tali immobili, di proprietà di poche ditte o persone, restino fatiscenti e inutilizzati per anni, si potranno pensare tasse comunali sui soggetti proprietari che desiderano mantenere in tali condizioni l’immobile, oppure incentivarli a vendere ma a prezzi inferiori a quelli della bolla speculativa. Porre quindi il compratore in una posizione dominante con tassi agevolati.

4) Opere pubbliche e valorizzazione urbana

Si deve ricercare nell’investimento pubblico la pubblica utilità, e non un’accondiscendenza elettorale con il minimo sforzo. Allo stesso tempo gli investimenti devono soddisfare l’utilità sociale ed economica, non solo quella visiva. Il comune ha la necessità di spendere meno, per sanare debiti e criticità finanziarie. (vedi programma Economia). Come sappiamo il centro verrà in buona parte pavimentato, con questo noi pensiamo che l’opera di abbellimento possa fermarsi qui per qualche anno. Ora si deve intervenire in campi ad oggi poco considerati, (come la riduzione dei terreni edificabili citato sopra) perché meno “politici”, ma molto più utili alla crescita di una società che avrà sempre meno da spendere, ma che ha bisogno di una certa considerazione da parte di chi la vive anche solo per un fine settimana. I nuovi investimenti del Comune devono garantire al cittadino la riduzione della spesa grazie al risparmio energetico (luce, acqua, riscaldamento, manutenzione), con conseguenti risparmi notevoli in bilancio, nonché brevi tempi di ammortamento dell’investimento. Gli edifici pubblici, scuole, immobili di proprietà e quant’altro, saranno soggetti, come per i privati, ad una progettazione in funzione di elevate classi energetiche, prendendo come esempio realtà che già hanno adottato tale pensiero. Una priorità di basso costo e di possibile realizzazione anche a fronte dell’attuale bilancio, a discapito di altri investimenti, è l’installazione di punti luce a basso consumo energetico e di basso consumo ambientale (deve diventare consuetudine ricercare la miglior tecnologia sul mercato in relazione ai costi, consumi, energia di produzione). Investimenti che possono essere pianificati nell’arco di decenni, col fine di avere nel futuro prossimo una città completamente illuminata con un risparmio annuale sulla voce in bilancio superiore al 50%. Lo stesso sarà previsto, fin da subito, per le nuove urbanizzazioni pubbliche o per il ripristino dell’esistente. Una prassi consolidata di interventi programmati, finalizzati al miglioramento dell’esistente curando il minor spreco. Costruzione di aree verdi con piantumazione di alberi autoctoni, inoltre creazione di serbatoi di accumulo delle acque piovane canalizzando i flussi delle grondaie con l’obiettivo di dedicare acqua non potabile a servizi igienici e irrigazione del verde.

Miglioramento e valorizzazione della città tramite aree pedonali e piste ciclabili dedicate.

Come detto per il centro storico, la pedonalizzazione di alcune vie e la creazione di piste ciclabili all’interno delle mura della città darebbero vita ad un vero salotto cittadino e creerebbero un’area dove pedoni e biciclette possano finalmente avere libero accesso. Dove i bambini abbiano spazio per imparare a pedalare e dove possano correre. Luoghi dove gli anziani possano sedere tranquillamente in una panchina senza il frastuono delle auto, dove i negozi e i locali siano sottratti alla frenesia del “mordi e fuggi”, puntando sia sulla qualità che sulla tradizione. E’ in questo luogo che il turista, ma anche il cittadino, può essere accolto da una normalità europea, che da noi, città internazionale delle ceramiche, è relegata, al momento, solo agli spazi verdi.

Sensibilizzazione ambientale e rispetto della città.

L’educazione ambientale ed il rispetto non possono essere stimolati se il cittadino non ha la possibilità di usufruire dei servizi. Previsione di nuovi bagni pubblici dislocati nei vari quartieri, mantenuti con parte delle tariffe dei parcheggi scambiatori (vedi programma Mobilità). Installazione di nuovi cestini pubblici con posa-ceneri, contenitori per raccolta di materie plastiche, carta e rifiuti indifferenziati. Incentivazione alla creazione di spazi di incontro nel centro, che siano pubblici o commerciali. Il cittadino deve avere la possibilità di incontrarsi per riappropriarsi delle piazze e delle vie del centro. Non sempre l’unico motivo di uscita deve essere la spesa o lo shopping, i centri cittadini vivono anche perché luoghi sociali ed abitudinari. Si deve dare possibilità agli abitanti ed ai turisti di avere un’offerta tale da diversificare le esigenze di ognuno, concertando iniziative con i commercianti locali ed appoggiando ciò che è tradizione senza escludere l’innovazione.

5) Cohousing

In un mondo dove l’egoismo, la poca conoscenza dell’altro, lo sfruttamento delle risorse e la frenesia quotidiana, sono padroni delle nostre vite, si deve ritrovare un modo per conoscersi, per condividere le esperienze, dialogare ed aiutarsi. Bloccando il consumo di territorio, arrivando ad autorizzare prevalentemente il recupero del vecchio o il ripristino dell’esistente, una delle poche alternative “al nuovo” diviene la pratica del Cohousing. Luoghi di vita sociale in cui si ha l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi, abbassando i costi. Possono diventare lo sfogo della fantasia di amici, conoscenti o sconosciuti che intraprendono insieme un cammino di condivisione di forze, risorse, vita, con benefici dal punto di vista sia sociale (derivante dall’aiuto reciproco e dalla concentrazione delle forze) che ambientale (minore impatto negli spostamenti, nel consumo, nel riuso). La pratica, attiva dagli anni sessanta, ha avuto origine in Scandinavia e, dopo essersi diffusa nel Nord Europa, è ora arrivata oltre oceano, sino al Giappone. Il Cohousing, verrà favorito dall’Amministrazione, con l’aiuto di apposite figure tecniche comunali e volontari, competenti nel settore per studi e passione, che affiancheranno tutti gli interessati nel cammino e nella progettualità di tale opera. L’”affiancamento” consiste nella supervisione dei luoghi, nelle metodologie di progettazione e nella scelta delle persone adatte a tale esperienza. Un percorso in crescendo che come inizio prevederà un limite massimo annuale di una Cohousing con sette nuclei familiari. Solo per la nascita di esperienze di Cohousing il Comune potrà dopo accurate valutazioni, autorizzare l’edificazione di nuove aree, eludendo la clausola dello stop al consumo di territorio.

 

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Ultimo aggiornamento: 02-08-10