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dimostrò fin da giovanissimo di essere un grande talento soprattutto
nel gioco aggressivo da fondocampo, disponendo di colpi vincenti di
dritto e rovescio naturali che giocava in maniera magistrale, l'uno (il
rovescio) con presa "eastern"(originariamente utilizzava una
continental), l'altro con un'impugnatura più personale e chiusa. Tali
soluzioni tecniche gli permisero di coniugare efficacemente potenza e
penetrazione dei colpi più tesi e piatti con la correzione del lift (un
leggero top spin) e di una rotazione composita in avanti e a rientrare
nel dritto, specie durante l'esecuzione del passante lungolinea in
allungo, colpo difficilissimo e spettacolare, capace di risolvere
situazioni di gioco proibitive per molti. È considerato anzi dagli
storici della disciplina il primo e il migliore interprete di questa
prodezza balistica, suo autentico marchio di fabbrica insieme al
tracciante lungolinea di dritto, colpo velocissimo e imprendibile che
Ivan poteva liberare con incredibile potenza e coordinazione anche da
molto fuori dal campo. Vero perfezionista della racchetta (che cambiava
immancabilmente ad ogni cambio di palle), Lendl sviluppò
progressivamente nel corso degli anni la sua tecnica e la sua
preparazione atletica con allenamenti massacranti, a cui affiancò una
grande attenzione verso il lato psicologico e quello
dell’alimentazione. Altri colpi in cui eccelleva erano il servizio,
potente e preciso, il passante di rovescio su palla bassa oltre ad
accelerazioni di rovescio eseguite in modo praticamente identico sia
incrociate che lungolinea e al diritto "anomalo", giocato da sinistra
verso destra a minare il rovescio dell’avversario. Aveva invece nel
gioco a rete il proprio tallone d'Achille, di fatto l'unico punto
debole sufficiente però ad impedirgli di vincere - in carriera - il
torneo di tennis inglese di Wimbledon, laddove raggiunse comunque per
due volte la finale e altre cinque volte la semifinale.
Biografia [modifica]
Cresciuto
a Ostrava, in Cecoslovacchia (ora Repubblica Ceca) da genitori tennisti
(sua madre Olga fu anche n. 2 nel ranking nazionale), fu iniziato al
tennis molto giovane e, dopo aver vinto i tornei giovanili di Wimbledon
e del Roland Garros, diventò professionista nel 1978.
Iniziò
così ben presto a rivaleggiare con i migliori: nel 1979 entrò nei primi
20 del ranking mondiale, nel 1980 -dopo essere stato determinante nella
vittoria in Coppa Davis della Cecoslovacchia contro l'Italia- balzò al
n. 6 (aggiudicandosi sette tornei, di cui 3 consecutivi in 3 superfici
diverse), per arrivare al n. 2 già nel 1981, anno in cui trionfò alla
Masters Cup dopo aver raggiunto la sua prima finale in un torneo del
Grande Slam, il Roland Garros (il più importante su terra rossa): fu
sconfitto da Björn Borg, già cinque volte vincitore sul court parigino,
al termine di un incontro tiratissimo (6-1 4-6 6-2 3-6 6-1), ma quella
finale gli consentì di entrare definitivamente nel club dei big del
tennis.
Trasferitosi nel frattempo negli Stati Uniti (di cui
divenne cittadino poi nel 1992), proseguì la sua scalata al vertice nel
1982, allorché vinse ben 15 dei 23 tornei a cui prese parte, bissando
la vittoria ai Masters Cup dell’anno prima, raggiungendo la finale agli
US Open (contro Connors) e infilando una striscia record di 44 match
vinti di seguito. Nel 1983, con altri sette tornei vinti e altre due
finali di Grande Slam (agli Australian Open contro Wilander e agli US
Open ancora contro Connors), arrivò per la prima volta al n. 1 della
classifica mondiale.
Le tre finali di Grande Slam già raggiunte
furono il preludio alla memorabile vittoria del 1984 proprio al Roland
Garros, laddove ottenne il suo primo titolo del Grande Slam, dopo aver
battuto in un'epica finale The Genius (John McEnroe). Sotto di due set
e di un break, Lendl riuscì a compiere una vera e propria impresa,
rimontando ed aggiudicandosi così la partita (3-6 2-6 6-4 7-5 7-5). Al
termine dell'incontro, McEnroe, letteralmente infuriato, lasciò il
palco della premiazione senza proferire alcun commento e ricevendo così
gli assordanti fischi del pubblico.
Il quinquennio successivo fu
quello che portò Lendl nella leggenda di questo sport, con una
continuità di vittorie che lo porterà come detto ad occupare la prima
posizione della classifica ATP per ben 270 settimane complessive
(allora record assoluto), di cui ben 157 consecutive (tuttora terzo
dopo Connors e Federer). I suoi più grandi risultati in quegli anni
furono i due nuovi trionfi al Roland Garros nel 1986 e nel 1987 (contro
Michael Pernfors e Mats Wilander), tre titoli consecutivi agli US Open
nel 1985, 1986 e 1987 (sconfisse in successione John McEnroe, Miloslav
Mecir e Mats Wilander), due vittorie agli Australian Open nel 1989 e
nel 1990 (battendo il connazionale Miloslav Mecir e poi Stefan Edberg),
a cui vanno aggiunte diverse altre vittorie nei tornei del circuito ATP
(che porteranno il totale a 94 tornei vinti, più 50 tornei non-ATP),
altre finali del Grande Slam e le ulteriori 3 vittorie della Masters
Cup (1985, 1986, 1987).
A fronte di questo predominio, Lendl non
è mai riuscito ad imporsi nel torneo di Wimbledon, cosa che gli avrebbe
consentito di completare la sua collezione di trofei del Grande Slam.
Sull'erba inglese, il suo gioco da fondocampo partiva svantaggiato;
nonostante ciò, vinse per due volte il prestigioso torneo londinese del
Queen's (nel 1989 e nel 1990, contro Van Rensburg e Becker) e raggiunse
la finale di Wimbledon nel 1986 e nel 1987, in entrambi i casi uscendo
sconfitto (dagli specialisti Boris Becker e Pat Cash). Nel 1990, con
l'obiettivo di aggiudicarsi finalmente la vittoria a Wimbledon,
rinunciò persino a partecipare al Roland Garros (torneo che l'avrebbe
visto come massimo favorito), ma il suo tentativo di modificare il suo
stile di gioco con frequenti incursioni a rete (che lo portò alla
vittoria del Queen's contro Becker), si arenò nella semifinale di
Wimbledon laddove Edberg si impose per 6-1, 7-6, 6-3.
Lendl ha
annunciato il suo ritiro dal tennis professionistico il 21 dicembre
1994 per problemi alla schiena. Lasciata l'attività agonistica, si è da
allora dedicato al suo secondo sport preferito, ovvero il golf, nel
quale si è dimostrato ugualmente molto abile. La sua meticolosità ed il
suo senso del perfezionismo gli hanno consentito di riscuotere
soddisfazioni anche in questa disciplina. Nel 2004 ha anche organizzato
un torneo per beneficenza denominato "Ivan Lendl Celebrity Golf
Tournament".