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Boris Becker!E'
stato una stella del tennis, un prodigio della racchetta ma raramente
oggi le cronache parlano di lui. E' un po' uscito di scena, si è un po'
offuscato, l'astro di "Boom boom" (com'era stato soprannominato), come
è per certi versi naturale per tutti i campioni che terminano la
carriera. Ma, forse, è stato un po' troppo dimenticato, a dispetto
dell'attenzione morbosa che su di lui si era concentrata quando era in
carriera.
Presenza inconfondibile sui campi da tennis, rosso di
capelli e bianco di carnagione, Boris Becker è nato il 22 novembre 1967
a Leimen, un paesino satellite nei pressi di Heidelberg (Germania). Per
diventare quello che è diventato, inutile dirlo, Becker ha sacrificato
tutto al tennis, interrompendo addirittura gli studi dopo la licenza
media (ma con una dispensa speciale del ministero della pubblica
istruzione).
Sforzi ripagati, bisogna dire. Il "rosso" dalla
battuta al fulmicotone a diciassette anni aveva più liquidità, in
miliardi, di molti suoi coetanei ancora piegati sui libri di scuola. Il
motivo è semplice: a quell'età aveva già trionfato nientemeno che a
Wimbledon, aggiudicandosi il titolo di più giovane vincitore della
storia del torneo.
Diventato professionista nell'agosto 1984 viene subito eletto tennista dell'anno.
La
carriera di Boris Becker comincia però a cinque anni, quando il padre
architetto, ex nuotatore e tennista dilettante, lo iscrive a un corso.
A otto anni vince il suo primo torneo. Poi a poco a poco, l'ascesa, al
fianco dell'ex giocatore romeno Ion Tiriac e dell'ex allenatore della
squadra tedesca Guenther Bosch.
All'inizio del 1984 nella
classifica mondiale dei tennisti, era posizionato solo al numero
settecentoventi. L'anno dopo sale al venticinquesimo posto ma la rapida
scalata lo vede ottavo dopo la clamorosa vittoria di Wimbledon.
Inutile
sottolineare che da quel momento in poi la sua è un'ascesa
inarrestabile, minata però da disavventure di ogni genere che
riguardano la sua vita privata.
Bissa il successo a Wimbledon nel
1986 e poi ancora nell'1989, ma viene pizzicato dal fisco che non vede
di buon occhio il suo trasferimento a Montecarlo: mossa in odore di
evasione fiscale (contro di lui, a riguardo, protesta addirittura anche
il parlamento tedesco).
A ciò si aggiunga un paranoico timore per i
rapimenti. Boris Becker stipula una polizza d'assicurazione con i
Lloyds di Londra per 14 miliardi di lire contro i rapimenti. Il timore
è giustificato dalle "attenzioni" insidiose di un folle, individuato e
condannato molti anni dopo.
La vita privata del campione tedesco
è stata però segnata dalla decisione di vivere accanto a una bella
ragazza di colore di un anno più grande di lui, Barbara Feltus, sposata
il 17 dicembre 1993 mentre era in attesa del primo figlio, Noah Gabriel
Becker.
A sentire Boris, il clima razzista che si respirava
intorno a lui era insopportabile. Alcuni mesi prima del matrimonio, il
tennista era stato al centro di polemiche per aver espresso critiche
nei confronti del proprio paese per problemi come il razzismo e già si
era parlato per la prima volta di un suo abbandono della Germania,
parzialmente avveratosi con alcuni anni trascorsi in Florida.
Il
campione che ha vinto quarantanove titoli di singolare, sette dei quali
del Grande Slam, prima del ritiro dopo l'ultimo match perso al quarto
turno del suo amatissimo torneo di Wimbledon, ha conosciuto un declino
davvero triste.
La goccia che fece traboccare il vaso fu la
perquisizione della guardia di finanza nella sua villa di Monaco e le
condanne per evasione fiscale che lo portarono anche in carcere. Tutti
avvenimenti che minarono non poco la fragile personalità di "Boom
boom", diversa da quella coriacea mostrata sui campi da gioco.
Un'impressione
confermata anche dalla sua autobiografia in cui confessa di essere
stato dipendente da pillole e alcool per almeno cinque anni durante la
sua carriera professionistica.