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L'OFFENSIVA
CONTRO
IL PARCO
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L'offensiva
contro i parchi in Liguria avviene all'insegna del regionalismo e del
localismo. La poco nobile battaglia di questi mesi contro i parchi liguri
si alimenta spesso di rivendicazioni localistiche; quasi esistesse una
comunità locale che è invece del tutto inesistente; a meno che non ci si
riferisca alla borghesia degli affari, a quella razza padrona che ha
dominato, in Liguria, negli ultimi decenni. Non è necessario andare a
verificare che cosa hanno fatto Rapallo e gli altri Comuni della riviera
per capire che gli amministratori non sono stati complessivamente
all'altezza del compito di tutela del paesaggio e del patrimonio storico
artistico e ambientale delle comunità amministrate.
Qui
non ci sono argomenti da contrapporre polemicamente, bastano gli occhi per
guardare! Per sapere che cosa vogliono i sindaci basta vedere che cosa è
successo con la Riserva Marina di Portofino dopo la barcarolata
trasformata in ridicola battaglia navale, con le trombe, i coperchi e
tutto un folclore grottesco del tutto simile alle rumorose manifestazioni
contro il Parco Terrestre e in sintonia con il comportamento dei Comuni
per impedire prima il funzionamento dell'Ente Parco e poi mutilarlo fino a
ridurlo entro i confini angusti del 1935.
C'è
poi l'alibi del Parco antropizzato per negare il carattere naturalistico
proprio dei parchi..."Qui non c'è una natura da difendere"
diceva un sindaco con riferimento al Parco Nazionale delle Cinque Terre, e
invece la natura c'è, eccome. Una storia esemplare è il taglio del Parco
di Portofino. Nell'area ristretta attorno a Portofino è improbabile un
azzeramento del Parco, considerati gli interessi miliardari di chi ha
ville e giardini e vuole mantenere residenze esclusive immerse nel verde e
non una dequalificazione di tipo condominiale come a RapalIo. Mentre il
rischio ormai riguarda .l'ex area cornice. Non si vuoI dire con questo che
parti del territorio non possano essere escluse dal perimetro del parco,
ma secondo una logica riconoscibile di seria analisi territoriale.
L'alternativa
quindi non è tra localismo e centralismo ma tra chi vuole svendere un
territorio di incomparabile bellezza al partito degli affari e chi vuole
difendere con le unghie e con i denti un patrimonio da trasmettere alle
generazioni future. Ugualmente colpite sono le testimonianze della cultura
materiale e il paesaggio. Secondo recenti documenti di archivio boschivo,
forme di tutela nelle aree montane della Liguria, così come in altre
realtà (dall'Alto Adige a!la Toscana) risalgono al medioevo - o anche a
secoli precedenti - collegate ad istituzioni monastiche, come nel caso del
Monastero della Cervara dei Monaci Benedettini che hanno contribuito ai
primi terrazzamenti liguri degli uliveti nel 1200.
(Rino
Vaccaro)
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L'estremo
Ponente Ligure( in pratica, la Provincia di Imperia - 260.000 abitanti )
non dispone di alcun parco. Eppure, i progetti per la sua creazione datano
da circa un secolo. Oggi sembra prossima l'istituzione del Parco delle
Alpi LIguri; si dice che verrà approvato un parco provinciale entro
giugno 2002, ma si tratta di un ripiego, un'etichetta posta su quattro
zone già integralmente protette, senza alcun collegamento tra di esse e
di difficile accesso, entro cui non sono stati compresi piccoli comuni
dotati di centri storici di grande interesse (Dolceacqua, Triora, Pigna,
Ceriana, Bajardo), per un totale di circa 6.500 ettari.
L'entroterra
dell'estremo Ponente è intatto (al contrario della costa, cementificata
quasi totalmente), ricco di endemismi e di diversità biologica per il
clima mediterraneo-alpino. Italia Nostra, come le altre associazioni
ambientaliste (WWF, Legambìente, Lipu, CAI, Pro Natura, ...) ha formato,
dieci anni fa, un Comitato per la creazione del Parco e da allora sono
continuate le riunioni pubbliche, le manifestazioni presso ì comuni
montani, i comunicati stampa e così via.
(Maurizio
Fusco)
Consiglio
regionale Liguria
Rino
Vaccaro
Sez.
I.N. Tigullio
Maurizio
Fusco
Sez.
I.N. Imperia |
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