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La
storia che può ancora essere letta sulle rocce liguri inizia circa 180
milioni di anni fa quando una parte marginale della zolla Europea si è
staccata dal continente creando fra le due zone un bacino di tipo oceanico
{bacino ligure-piemontese). Circa 130 milioni di anni fa l'oceano, appena
apertosi fra le due zone citate, inizia a richiudersi. Infatti in questo
periodo la placca Africana compie, rispetto a quella Europea, un moto di
rotazione antioraria, con compressione verso nord, che tra l'altro è
ancora in atto.
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Il
bacino di tipo oceanico ligure-piemontese viene cosl ad essere compresso
fra le due zolle e parzialmente ricoperto dalla microzolla insubrica che
localmente trabocca sino ad arrivare sul margine continentale europeo. È
in questa fase parossistica che il materiale viene spinto in parte sopra
{accavallamenti) ed in parte sotto {subduzione) la crosta terrestre
secondo i meccanìsmi postulati dalla teoria della tettonica a zolle. A
questo periodo risale anche la formazione della catena delle Alpi. Circa
110 + 100 milioni di anni fa, terminata la fase più acuta di questi
mutamenti, nelle zone depresse si depositano i sedimenti, provenienti
dagli imponenti rilievi appena generatisi, che costituiranno sia il «complesso
di base» del flysch che la consistente serie dei «flysch ad elmintoidi
delle Alpi Marittime".Circa 50 + 70 milioni di anni fa i sedimenti
del bacino del flysch ad elmintoidi slittano verso ovest, più o meno
deformandosi e ricoprendo le formazioni rocciose liguri preesistenti
{dolomie), fino ad arrivare ad occupare circa la posizione geografica
attuale. Questi slittamenti risultano provocati da movimenti terrestri di
modesta entità ma chiaramente identificabili, dovuti al moto fra la zolla
Europea e quella Africana. Poi, circa 40 milioni di anni fa, una nuova
fase di fenomeni di compressione modifica, ulteriormente e definitivamente
{almeno per ora), la disposizione geografica e strutturale delle
formazioni rocciose esistenti. Durante questi due periodi si generano la
maggior parte delle fratturazioni {faglie) esistenti nella zona. |
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Dal
punto di vista naturalistico sono molto belle le pieghe che talvolta
assumono gli strati, ben visibili da lontano a quote elevate dove la
scarsa vegetazione e i rari interventi umani rendono evidenti i travagli
subiti da queste rocce. Caratteristica è poi la morfologia dei luoghi che
i diversi tipi di roccia comportano. Le dolomie, peraltro abbastanza rare
e testimoni di ambienti marini caldi { scogliere coralline), formano,
anche se in piccolo, i tipici altopiani carsici dove sono anche
osservabili fenomeni specifici come le gravine {grossi buchi, ormai
ricoperti di vegetazione, dovuti allo sfondamento della parete sommitale
di caverne carsiche ad esempio la fossa di San Lorenzo). Le rocce a
prevalente composizione calcarea formano le ossature dei rilievi maggiori
e più spettacolari dal punto di vista paesaggistico {monte Torraggio).
Quando
invece prevale la componente argillosa i pendii si fanno più dolci ma
anche più franosi. La conformazione dei luoghi deriva anche dalla
disposizione degli strati e dalla loro inclinazione che potrà essere
discordante con il pendio oin direzione concorde, generando
rispettivamente rilevati imponenti o zone in frana e quindi collinose. Le
zone in frana, peraltro molto frequenti, saranno individuabili con
precisione osservando, da lontano, l'andamento dei declivi. A conferma non
troveremo sul posto affioramenti rocciosi ma unicamente massi erratici
caratteristici della zona in frana:. A volte è anche possibile
individuare la zona di distacco del materiale lapideo con la sua tipica
forma ad anfiteatro. |
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L'osservazione
della vegetazione ed in particolare dei suoi cambiamenti, quando avvengono
naturalmente e non a causa di interventi umani, può fornirci utili
notizie circa la natura del suolo e delle rocce sottostanti. Sovente
infatti i cambiamenti litologici sono accompagnati da un cambiamento,
oltre che della morfologia dei luoghi, anche della natura e della
vegetazione predominante su di essi. Nell'area che andremo a percorrere
sono poi presenti numerose frammentazioni o faglie di entità molto varia
caratterizzate spesso da fenomeni spettacolari. Si tratta di"
spaccature più o meno evidenti della crosta terrestre, che hanno spesso
comportato uno spostamento in verticale e in orizzontale, del materiale
costituente i due lati della Frattura. Questo processo si associa sovente
a movimenti tellurici. Su questa nuova conformazione ha buon gioco
l'azione degli agenti atmosferici, soprattutto idrici, che si trovano ad
agire su materiale meno consistente di quello circostante a causa della
natura di breccia : dei detriti che riempono i due lembi staccati della
faglia. I passi montani sovente corrispondono a faglie.
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I
flysch ad elmintoidi delle Alpi Marittime costituisce la stragrande
maggioranza: degli affioramenti della zona che ci interessa ed è
caratterizzato da un'alternanza l di diversi tipi di roccia che sono:
1)
Calcari marnosi. Rocce compatte, abbastanza tenere, di colore grigio scuro
(grigio chiare in superficie), talvolta lucenti per la presenza di
materiali micacei. Presentano una tipica fratturazione schegI giosa a
blocchetti, lastriforme (a coltellini) o lenticolare (a saponetta e
concoide). Sono spesso ricoperte da impronte fossili (soprattutto
Elmintoidi) e da macchie ramificate di colore scuro dovute ad
impregnazioni di manganese (dendriti).
2)
Argilliti. Rocce finemente fogliettate, di colore grigio scuro, ad
accentuata scistosità. Particolarmente interessanti sono le varietà che
assumono colore rosso o verde per la presenza di impurità di manganese
(Scisto galestro).
3)
Arenarie calcaree. Rocce granulari, l molto dure, di colore grigio chiaro
o grigio brunastro (alterazione in giallastro). Sono poco frequenti nella
zona.
4)
Calcare dolomitico. Rocce compatte a i grana molto fine, abbastanza
tenere, di colore grigio (biancastre in superficie), l dalla tipica
frattura irregolare. Sono poco frequenti nella zona. Devono la loro
formazione al deposito di materiali di tipo corallino. |
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