Introduzione
Galileo dice di aver letto e studiato i libri di Archimede <<con infinito
stupore>>.
La lettura delle sue opere colpisce ed entusiasma, pur senza essere facile e
spedita. Destinando le sue opere a matematici provetti, Archimede tralascia le
minuzie e assai spesso affida tacitamente al lettore molti passaggi che si
presentano tutt’altro che facili e immediati. Verrebbe da pensare che egli si
compiaccia di presentare ai colleghi di Alessandria questioni difficili
assicurando che per lui si tratti di cose manifeste o evidenti.
Il lavoro di questo sito inizierà con lo
studio dell’aspetto umano di Archimede, del contesto storico, del personaggio,
in relazione alla realtà del tempo in cui ha vissuto. Più avanti mi sforzerò di
parlare del suo genio nel campo della scienza, della matematica,
dell’ingegneria, senza avere nessuna pretesa di spiegare le sue scoperte ma di
riportarle così come ci sono giunte.
Siracusa fu fondata con ogni probabilità
nel 733 a.C. Gli diedero vita i Dori proveniente da Corinto, che secondo la
leggenda tramandataci da Plutarco, erano guidati da Archia, membro della
famiglia che regnava su Corinto.
Secondo Tucidide il primo stanziamento si
ebbe sull’isola di Ortigia, da cui furono scacciate le popolazioni sicule che vi
abitavano. Poiché il nome Siracusa non significa nulla in greco ed è forse di
origine fenicia (in quella lingua potrebbe significare “roccia dei gabbiani”) si
pensa che sull’Ortigia vi fosse, prima dell’arrivo dei greci, una colonia
fenicia.
In tempi storici l’Ortigia era già
attaccata alla terraferma, ma continuò a essere chiamata “isola” almeno fino
all’epoca romana. Il suo nome significa “isola delle quaglie”. Ben presto i
coloni passarono a occupare anche la terraferma, dando origine ai quartieri più
popolosi di Siracusa: Acradina, Tiche, Neapoli. L’espansione interessò presto
anche il territorio circostante tanto che già nella seconda metà del VII secolo,
con la fondazione della colonia Acre (attuale Palazzolo Acreide) la città era
divenuta padrona di tutta la ricca vallata dell’Anapo.
Nel V secolo Siracusa rivelò intenzioni
imperialistiche, iniziando ad espandersi sul mare. Furono colonizzata Adria,
Lisso, Issa e Corcira la Nera; furono fondate due città che forse possiamo
identificare con Brindisi e Otranto, per controllare l’accesso all’Adriatico. Da
qualche tempo controllava anche il Tirreno meridionale grazie alla guerra
vittoriosa che Gerone I aveva combattuto, nel 474 a.C., contro gli Etruschi.
Dopo la morte di Gerone I, Siracusa
dovette affrontare Atene in una guerra che vide la città siciliana assediata
dall’esercito ateniese nel 414 a.C.; gli invasori furono messi in fuga e la
leggenda racconta che i siracusani risparmiarono la vita solo a coloro che
sapevano raccontare a memoria i versi di Euripide.
Altro grave scontro fu con i Cartaginesi
che erano riusciti ad espandersi fino ad Agrigento, distruggendola nono stante
gli aiuti siracusani. L’avanzata nemica creò le condizioni perché si
impadronisse del potere Dionisio il Vecchio. Con lui la città raggiunse il
culmine della propria potenza e del proprio sviluppo. Durante il suo dominio
venne nella città Platone chiamatovi da Dione, cognato del tiranno, con lo scopo
di realizzarvi un governo ispirato alla sua filosofia. La cosa non si fece, così
come fallirono altri due tentativi fatti con il figlio di Dionisio il Vecchio,
ossia Dionisio II. Il governo di quest’ultimo fu breve, sotto di lui si
svilupparono lotte civili che causarono la perdita progressiva del suo grande
impero.
Solo l’opera di Timoleonte prima ed
Agatocle poi riuscì a porre rimedio alla situazione e a favorire una ripresa
dell’espansionismo della città. Archimede nacque poco dopo la scomparsa di
Agatocle, quando erano riprese le lotte intestine, avanzavano nuovamente i
cartaginesi. Pian piano Siracusa si trovò con un dominio notevolmente ridotto,
in pratica la Sicilia sud-orientale, tra l’altro era in balia delle fazioni
finché non riuscì ad imporsi Gerone II che si fece proclamare re nel 265 a.C..
Archimede trascorse gran parte della sua vita mentre era sul trono Gerone II il
quale si rivelò molto accorto, strinse amicizia coi Romani e restò loro fedele
per tutto il suo cinquantennale governo, costruì opere pubbliche, monumenti,
realizzò una saggia amministrazione ed infine si circondò di uomini di cultura e
poeti. Tra questi Teocrito che fu il più grande poeta dell’epoca. Il suo era un
piccolo stato in cui vi erano Siracusa, Acre, Megera, Noto, Eloro, Lentini e
Tauromenio (Taormina). |