IL NAPOLETANO
ASTROLOGIA
FABRIZIO e MARIA
DOMINA IL DEMONE
STREGHE
MISTERI
FANTASMI
GP-AMORE
IL VESUVIO VENIVA CONSIDERATO DAI NAPOLETANI LA PORTA DELL ' INFERNO E CON LA RESIDENZA DEL DIAVOLO COSI VICINA, LE PRESENZE DEMONIACHE E MISTERIOSE HANNO PROFONDAMENTE INFLUENZATO LA CULTURA NAPOLETANA .

Lucifero Principe delle Tenebre , nelle sue terribili scorribande , ha visitato con le sue caprine zampe , inondandolo con zaffate di zolfo , anche il territorio della Campania , che , pur segnato da vaste lande solari , cela nel sue ventre ampi recessi oscuri . Lunga è la lotta che intellettuali e popolani , ecclesiastici e Santi hanno ingaggiato contro Belzebù , figura temuta ed esorcizzata , descritta e sconfitta , anche se dopo lunghi e indicibili tormenti . Ma egli si è preso una sua sottile e , fortunatamente , innocua " rivincita " , manifestandosi nelle forme più varie : dai tremendi ed inspiegabili eventi alle misteriose sublimate forme dell' arte . Luoghi deputati della presenza diabolica sono stati il Vesuvio , che nel 1700 veniva considerato la porta dell' Inferno e la residenza del Diavolo , ma soprattutto le Chiese e i Conventi nella città di Napoli , dove la sacertà era " di casa " e il sulfureo fantasma di Satana faceva della sua irruzione la più diabolica delle sfide . Dei casi raccapriccianti che stiamo per narrarvi ( leggende o storie , non sappiamo come definirli ) restano poche tracce tangibili ; intatti però rimangono i luoghi , che furono di essi il misterioso teatro .

Partiamo dunque dalla Chiesa  dei Gerolimini , situata nei pressi del Duomo . Nell' annesso Convento , 300 anni fa , si verificarono degli eventi strabilianti ed agghiaccianti , riportati in un' anonima Cronaca , il cui testo ( edito dalla " Franco Di Mauro " ) è stato scoperto dal Padre Gerolimino Enrico Mandarini , che ritenne i fatti autentici e l' opera redatta poco dopo gli eventi stessi . Tutto ha inizio la sera del 6 maggio 1696 , quando nella stanza del giovane novizio napoletano Carlo Maria Vulcano si verifica l' apparizione di una persona vestita di bianco , con il volto color del fuoco , a cui si accompagnano altri fenomeni inspiegabili : la caduta di una scansìa , l' apertura violenta e improvvisa della porta e la rottura di un bacile con l' acqua , che però si dissolve una volta sparsasi per terra . Il giorno dopo i fatti diabolici si estendono all' intero Convento , che diventa una bolgia infernale : materassi e cuscini che volano , chiavi che scompaiono e poi sono trovate nel pozzo . Ed ancora : la materializzazione di orinali pieni di sterco e la comparsa di scritte minacciose , che orribilmente recitano " Temi le parole della mia lingua bestiale " . E di parole , dette dal Diavolo ai poveri Padri , la cronaca abbonda nei ben quattro dialoghi , che il Maligno tiene con altrettanti interlocutori . Il fine di Satana è presto da lui dichiarato : tormentare Carlo , fino a spingerlo a lasciare l' abito monacale . I Gerolimini fanno a questo punto tutti i tentativi : dall' esorcismo all' esposizione delle Sante Reliquie della Croce e della Spina di Cristo , tuttora custodite in Chiesa . Ma i risultati non si fanno vedere . Si tenta allora la carta dell' allontanamento momentaneo del novizio . Prima viene mandato a Sorrento ; ma qui il " Persecutore " ne fa un' altra delle sue : fa trovare di notte il letto di Carlo pieno di lucertole e scorpioni , mentre una persona , che poi si sa esser morta , gli afferra i piedi . E , non contento , fa crollare il tetto della stanza . Che si ricompone intatto , in men che non si dica . Altrettanto catastrofico è lo spostamento a Capri , dove il Diavolo fa perdere le chiavi di tutte le porte di accesso all' abitazione , dentro la quale inoltre tutte le sedie vanno d' improvviso a fuoco . Ridicolo è poi l' otturamento mediante una misteriosa e resistente cucitura di tutte le aperture delle sue vesti : ciò gli rende problematica la soddisfazione di impellenti bisogni fisiologici . Degno di un classico dell' horror è l' ultimo demoniaco prodigio . Mentre Carlo sta mangiando - peraltro di buon appetito , divorando intere pietanze - insieme con la madre , questa vede giungere la vera persona del figlio : quindi colui , con cui ha cenato e che poi è scomparso , altri non è che il Demonio . E' il " colpo di grazia " : Carlo rinuncia alla carriera sacerdotale . Era il 30 marzo 1697

Se la vicenda del Convento dei Gerolimini segna un punto a favore di Satana , questi viene sconfitto in un altro luogo napoletano , vicinissimo a Piazza dei Gerolimini , cioè Via Tribunali , dove sorge la Chiesa di S.Maria Maggiore . La sua edificazione risale ad un evento inquietante . Gli storici napoletani ( ma anche Johann Caspar Goethe , padre del più famoso Wolfgang , nel corso del suo tour napoletano del 1740 ) riferiscono infatti che essa fu costruita , tra il 525 e il 533 , in seguito all' apparizione della Vergine a San Pomponio Vescovo , per purificare il luogo , infestato dalla misteriosa presenza di un maiale , il quale terrorizzava di notte gli abitanti con il suo infernale grugnito . Non va dimenticato che il sacro edificio fu innalzato sulle rovine ( tuttora rintracciabili nei ruderi del Campanile ) del tempio di Diana . Dea , il cui culto , come ricorda il Palmieri , fu molto vivo a Napoli , tanto che da Diana o Jana è derivato il nome popolare delle streghe , dette infatti janare . Un altro animale diabolico aggredì invece una Santa , Suor Maria Francesca delle Cinque Piaghe di Gesù , il cui corpo è sepolto nella Chiesa di Santa Lucia al Monte a Corso Vittorio Emanuele . Piena di sofferenze fu la vita terrena di Suor Maria , che spesso era rapita in estasi tra orazioni e penitenze . Tra le pene subite vi fu anche l' aggressione da parte di un gatto , che i presenti interpretarono come l' incarnazione del Diavolo , perché si accanì ferocemente sulle sue già cancrenose ferite .

Di rappresentazioni del Maligno l' iconografia napoletana è piena . E' il caso di ricordare un' effigie demoniaca , citata dal Fienga , la quale , situata a Via Donnalbina n. 56 , è riemersa varie volte da una parete , nonostante le ripetute  pitturazioni di essa . Artistica e inquietante è poi , nella Chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina , la tavola di Leonardo da Pistoia , dov' è raffigurato San Michele , che calca con i piedi e trafigge un Drago - Diavolo , il quale ha delle sorprendenti fattezze muliebri : essa ricorda la tentazione da parte di una donna ( forse Vittoria D' Avalos ) nei confronti del Vescovo Diomede Carafa , che si narra avesse poi invitato la ( mancata ) seduttrice a vedere l' opera che la ritraeva . Chiunque la guardi non può fare a meno di essere avvinto dalla dolcezza degli occhi , dalla sensualità dell' atto delle mani , dall' atteggiamento pacato , quasi voluttuoso , con cui sembra non avvertire nemmeno la trafittura della lancia dell' Arcangelo . Il popolo chiama questo strano personaggio il Diavolo di Mergellina , espressione che ha varcato i confini della città partenopea e che racchiude l' insostenibile leggezza di una conturbante bellezza . Giustamente si è detto che proprio quest' opera , che avrebbe dovuto colpire l' immaginario collettivo e popolare per la durezza del castigo di colei che aveva insidiato la virtù dell' alto prelato , ottenne l' effetto contrario , suscitando un fascino perverso . E così a Napoli la forza della leggenda ha anche capovolto il proverbio : " Il Diavolo non è così brutto come lo si dipinge ! " .

OGGI HANNO SCRITTO SULL'INFERNO NAPOLETANO

IL DIAVOLO DI . . . MERGELLINA

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