'E Struffole
Un dolce tipicamente napoletano. La tradizione lo fa risalire alla fondazione di Partenope. Veniva preparato nei Conventi, dalle Suore di vari Ordini, e portato in dono alle famiglie dei nobili più caritatevoli. Era un dolce di rito nei grandi banchetti natalizi. Qualcuno vorrebbe attribuire agli struffoli qualità afrodisiache.
MONACHINE
(Secondo la settecentesca ricetta conventuale scritta da una suora, con ingenuità popolaresca, e trovata per caso da Salvatore Di Giacomo ) "Prendi il fiore e mettilo sopra il tagliero nella quantità di rotolo mezzo. Mettici un pocorillo d'insogna e faticalo come un facchino. Doppo stendi la tela che n'e riuscita e fanne come se fosse una bella pettola. In mezzo alla pettola mettici un quarto d'insogna ancora, e spiega a scialle, 4 volte d'estate; 6 volte d'inverno. Tagliane tanti pezzi, passaci il laganaturo e dentro mettici crema e cioccolata o se più ti piace ricotta di Castelllammare Se ci metti un odore di vaniglia o pure acqua di fiori e qualche pocorillo di cedro, fa cosa santa. Fatta la sfogliata, lasciala mezza aperta e mezza 'nchiusa da una parte e dove là scorre la crema facci sette occhi piangenti con sette amarene o pezzulli di percocata. Manda tutto al forno, fa cuocere lento, mangia caldo e alléccate le dita".
BABA'
L'invenzione del babà generalmente viene attribuita a Stanislao Leczinsky, re di Polonia, raffinato "gourmet" e appassionato lettore delle "Mille e una notte". Tra i tanti personaggi di quella sterminata raccolta di novelle, fu maggiormente colpito dal protagonista del racconto di "Alì Baba e i quaranta ladroni". Così, quando inventò quel suo dolce morbido e soffice, tutto intriso di rhum, lo intitolò al suo eroe preferito. Il babà fu introdotto a Parigi all'inizio dell'Ottocento dal famoso cuoco-pasticciere Sthorer, che l'aveva visto manipolare nelle cucine di Luneville, dove si era rifugiata, in esilio, la famiglia reale polacca. A tempo di primato, divenne la specialità della sua pasticcieria parigina di Rue Montorgueil. Le ordinazioni fioccavano fittissime e dalla bottega di "maitre " Sthorer i morbidissimi babà, che si vendevano da due a sette e perfino otto franchi l'uno, uscivano a valanghe. Ma come sono arrivati a Napoli? I grandi signori napoletani dell'Ottocento spedivano a Parigi quando non li accompagnavano, i propri cuochi per farli erudire sulla "haute cuisine"- Così, rientrando in patria, vi diffusero, con clamoroso successo, il babà. Nelle cucine aristocratiche, borghesi e perfino popolari, splendevano gli stampi di rame per cuocerli, secondo ricette diverse per dosaggio degli ingredienti e anche per qualità.
Ministeriale
Il Ministeriale dolce "brevettato" di cioccolato e rhum servito nei pranzi di gala dei Duca d'Aosta alla reggia di Capodimonte. Il nome Ministeriale deriva dal fatto che in occasione di un banchetto in onore del Ministro Giolitti questo dolce, presentato per la prima volta, fu molto gradito. Inventato da Scaturchio, Piazza San Domenico Maggiore, Napoli.