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Recensione a cura di Christian
Questo lungo romanzo è
considerato unanimamente
dalla critica come una delle massime espressioni letterarie del
Novecento, equiparabile per elevatezza dei contenuti e concezioni
esposte a capolavori mondiali come "Alla ricerca del tempo perduto"
di Marcel Proust,
"Ulisse" di
James Joyce,
e i romanzi
e racconti
di Franz Kafka.
I temi trattati in questo libro sono innumerevoli: una sterminata
congerie di riflessioni (in un parallelo continuo con il diario
dell'autore), concezioni innovative, consigli pragmatici; analisi
minuziose di sentimenti, stati d'animo, emozioni; può essere
visto come una raccolta di aforismi in forma romanzata,
come un
compendio di esperienze, come una destrutturazione della concezione
sociale: l'energia inaudita di questo romanzo
risiede nelle molteplici
possibilità esegetiche, che arricchiscono l'opera
permettendo ad ogni singolo lettore una sua personale interpretazione
dei temi trattati.
"L'uomo senza qualità" scardina
all'origine la concezione dell'intreccio narrativo: a partire dai
titoli dei capitoli, intriganti arguzie che compendiano
didascalicamente il contenuto degli stessi, fino all'intero corpus
dell'opera che è povero di azione reale ma ricchissimo di
eventi psicologici, ci troviamo di fronte ad un romanzo
che non ha una
storia, ma che è la storia di un'interpretazione della
realtà. Spesso una lettura onerosa come quella de "L'uomo
senza qualità" spaventa il lettore, soprattutto in
considerazione del fatto che l'opera è rimasta incompiuta;
ma qui vale lo stesso discorso che feci a proposito di "Bouvard e
Pécuchet" di Gustave
Flaubert: l'incompiutezza, da fattore deficitario
per la narrazione, diviene innegabile pregio, perché
permette al lettore di gustare l'opera senza connaturarla
necessariamente ad un epilogo definito aprioristicamente dall'autore.
Uno dei temi fondamentali del volume è la sintesi di
precisione e indeterminatezza: proprio quest'ottica dovrebbe farci
comprendere che la massima imprecisione da una parte e il completo
ordine sono due entita concettuali irrealizzabili per l'uomo, e quindi
la struttura aperta di quest'opera risulta quasi un suo prerequisito.
Sono stupende alcune situazioni descritte nel romanzo,
per la loro
forza espressiva e la loro efficacia semantica: i dialoghi tra Ulrich e
gli altri personaggi, la ponderatezza aggraziata di Diotima, la
passione incestuosa di Agathe, la follia di Clarisse e la visita al
manicomio (proposta peraltro in alcune differenti versioni).
Consiglio a chi si avvicina a questo ponderoso lavoro di non arrendersi
davanti alla mancanza di azione o alla laboriosità
introspettiva: "L'uomo senza qualità" è un
romanzo
che veramente arricchisce chi lo legge, e non solo
culturalmente, ma soprattutto dal punto di vista della comprensione
umana e della sensibilità personale.
Consigliato
a:
Chi ancora non avesse letto nulla di Musil
potrebbe, innanzitutto, prima di affrontare questo volume, leggere i
suoi racconti, e anche il celebre "I turbamenti del giovane
Törless", un romanzo
quasi autobiografico e splendidamente
delicato.
Se volete leggere altri grandi autori del
Novecento, oltre a quelli citati sopra, potreste leggere anche Luigi
Pirandello, in opere come "Il fu Mattia Pascal" e "Uno, nessuno
e centomila", Thomas Mann,
in "La
montagna incantata" e "La morte a Venezia",
Ernest
Hemingway, in "Per chi suona la campana",
Philip K.
Dick,
in
"Ubik"
e "Un
oscuro scrutare".
Scorrevolezza |
Valore
artistico |
Contenuti |
Globale |
8.5 |
10 |
10 |
9.5 |
Fronte
|
La
copertina del primo volume
La
copertina del secondo volume
|
Clicca
sulle immagini per ingrandire
|
|
Titolo |
L'uomo senza qualità |
Tit.
originale |
Der Mann ohne Eigenschaften |
Autore |
Robert Musil |
Editore |
I Meridiani Mondadori |
Anno |
1978 |
Pagine |
2805 |
Genere |
Romanzo |
Argomento |
|
|