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Il “Caleidoscoppio” Presenta: Stabat Mater Regia di Saverio Minunno 4 Aprile 2007 Moneta

Stabat Mater di Jacopone da Todi

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Stabat mater dolorosa

iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat filius.

Cuius animam gementem

contristatam et dolentem pertransivit gladius.

O quam tristis et afflicta

fuit illa benedicta Mater unigeniti!

Quae maerebat et dolebat

, pia Mater, dum videbat nati poenas incliti!

Quis est homo, qui non fleret

, Matrem Christi si videret in tanto supplicio?

Quis non posset contristari

Christi Matrem contemplari dolentem cum filio?

Pro peccatis suae gentis

vidit Iesum in tormentis et flagellis subditum;

Vidit suum dulcem natum

moriendo desolatum, dum emisit spiritum.

Eia Mater, fons amoris

, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam!

Fac, ut ardeat cor meum

in amando Christum deum, ut sibi complaceam!

Sancta Mater, istud agas

, crucifixi fige plagas cordi meo valide!

Tui nati vulnerati

tam dignati pro me pati poenas mecum divide!

Fac me vere tecum flere

, crucifixo condolere, donec ego vixero!

Iuxta crucem tecum stare

te libenter sociare in planctu desidero.

Virgo virginum praeclara

, mihi iam non sis amara: fac me tecum plangere.

Fac, ut portem Christi mortem

, passionis fac consortem Et plagas recolere!

Fac me plagis vulnerari

, cruce fac inebriari ob amorem filii!

Inflammatus et accensus

per te, Virgo, sim defensus in die iudicii!

Fac me cruce custodiri

morte Christi praemuniri, confoveri gratia!

Quando corpus morietur

, fac, ut animae donetur Paradisi gloria!

Amen.


Alla croce del Signore

tutta immersa nel dolore, sta la madre in lacrime. Una spada acuminata, già da tempo profetata, le trafigge l'anima. Oh! l'angoscia e la distretta della donna benedetta madre dell'Altissimo. Quante lacrime e lamenti nell'assistere ai tormenti del suo divin Figlio! Chi potrà frenare il pianto nel vedere in tale schianto la beata Vergine? Chi la madre addolorata con il Figlio suo associata guarderà impassibile? Vede il Figlio tanto amato per le colpe flagellato del suo stesso popolo. Vede il dolce Figlio in croce mentre soffre pena atroce esalar lo spirito. Salve, fonte dell'amore fa ch'io provi il tuo dolore, fammi con te piangere. Il mio cuore sia fervente verso Cristo sofferente, Salvatore amabile. Siano impresse nel mio cuore le ferite del Signore sul duro patibolo. Delle pene che ha provato il tuo Figlio sì piagato fa ch'io sia partecipe. Possa anch'io con te soffrire e con Cristo compatire fino al giorno ultimo. Alla croce stare accanto ed unirmi a te nel pianto, madre mia, desidero. Salve, Vergine preclara; tua bontà non sia avara voglio con te piangere; Del Signor portar la morte, aver parte alla sua sorte, le sue piaghe accogliere; Delle piaghe esser segnato, della croce inebriato, del sangue purissimo. E nel giorno del giudizio ch'io non cada a precipizio nell'eterno carcere. Quando un dì dovrò morire possa, Cristo, a te venire, per tua madre amabile. E, se il corpo avrà la morte, giunga l'anima alle porte dell'eterna patria. Amen

ERODE (PIERANTONIO)

Che sciocchezza – che stupidità.Che morte assurda ed inutile. E poi che impudenza che tracotanza chi aveva mia visto sotto il regno tanta infantile temerarietà. Sfidare me? Erode Il Grandeeeeee Partita persa ancora prima di inziare Quale mistero – quale magia si nasconde in te, peccato che fra pochi giorni che dico , fra poche ore nessuno più si ricorderà di Te …. hahahahahahaha Gesù,.......Il Nazzareno. ah.. ah ...ah....
Mi inchino a te ... IL re dei re !!!!!!!! Vieni Giuseppe hai visto il tuo re che fine ha fatto? Solo adesso hai il coraggio di venire a chiesere il corpo del Cristo.
Perchè il mondo ti perdoni.
Aveva ragione Matteo sei un coniglio.
Non hai avuto il coraggio di sfidare il Sinedrio per aiutare il tuo Gesù

Giuseppe D’Arimatea(Gennaro)

Eravamo tutti… tutti come bambini addormentati nella beatitudine dell’abbraccio materno… Prima che il vento maligno ci sospingesse per un mare tempestoso come fragili vascelli.. Ah come agnelli fra i lupi come soldati al fronte: i nemici nell’uragano dell’esistenza. I giorni dell’odio… gli anni del piombo. I genocidi …gli olocausti ! Io sono Giuseppe d’Arimatea, gran sacerdote Amico mio perfetto, Gesù Potrò mai ringraziarti per quanto mi hai svelato? Potevi, tu solo , svelarmi ilo vero senso ,profondo ed unico della parola amore… l’amore che ti ha condotto a tanto sacrificio! L’amore che ogni uomo deve conoscere perché ad ogni uomo tu l’hai donato IO ora posso soltanto piangere… perché ho capito Io ,considerato grande saggio dal prestigio indiscusso anche aldilà del tempio Nicodemo Giovanni Baldassarre venite Presto Portate qui il lino … i teli e le canape di Anatolia! Portate i balsami del Libano e gli alabastri con gli unguenti … Venite presto!

La Maddalena e il giardiniere (Sandra e Tony)




Maddalena:” Spegnete il dolore, sorelle, per poco.
Accendete la speranza.
Noi Lo rivedremo.
Lo so ..lo sento..lo ha promesso.
Ho come il senso della sua presenza.
Quella voce…”
Il giardiniere:”la strada che conduce dalle profondità della terra fin dove le nuvole danzano col cielo, è spesso piena di dolore e lacrime”.
Come quelle che adesso velano il tuo sguardo, Maddalena…”
Maddalena: “Tristezza grande..dolore immenso..avessi un ferro arroventato nel cuore…o scalza camminassi fra le spine di un roveto …soffrirei meno”.
Giardiniere: Dimentica il mio martirio…cercami nell’oasi serena della purezza e troverai la pace…”
Maddalena: “Dimenticare..voi dite? Il mio maestro…l’amico..il fratello… quel ragazzo malinconico che portava allegria…non c’è più.
L’immagine di lui che si allontana curvo sulla sua angoscia.. verso il silenzio..verso il buio. Avesse visto anche lei come noi quel corpo devastato passato da parte a parte ….umiliato! Ma …cos’è questo profumo…chi siete?”
Giardiniere:” Ti porto un fiore…creato per te…dagli un nome…”
Maddalena:”Meraviglia..non ho mai visto un fiore così bello…piccoli petali rossi come il sangue e intorno come una corona..una bianca aureola”.
Giardiniere:”Poche foglie nell’acqua…un petalo sugli occhi…se piangi portalo con te nel mondo”.
Maddalena:”Benvenuto piccolo fiore della passione nato dal sangue e dall’angoscia..qui per sempre fra i miei capelli…ti chiamerò passiflora”.
Giardiniere:” Sogna Maddalena ….Un’isola nel vento…l’immensità del mare..profumi di elicriso….”

ARTICOLO DI UN SETTIMANALE LOCALE

Hanno scritto di noi:

Lo Stabat Mater, il notissimo inno in lingua latina attribuito a Jacopone da Todi, è stato reso in forma scenica il 4 Aprile 2007, davanti ad un foltissimo pubblico raccolto nell’accogliente sala dell’Oratorio di Moneta. Il testo adattato per l’occasione da Saverio Minunno che ha curato anche la regia dell’opera, ha visto la partecipazione corale di un nutrito gruppo di attori non professionisti (tutti componenti de il “Caleidoscoppio”), ai quali deve essere riconosciuto il merito di aver saputo accostare il pubblico ad un lavoro letterario fortemente impegnato,e per l’autorità e il nome del suo autore, e per le circostanze di tempo in cui è venuto alla luce.Nell’adattamento di cui si è fatto cenno il regista ha introdotto-vere novità- brani di lingua italiana di sicuro effetto scenico, per dar voce-nella finzione-a personaggi che hanno attraversato la vita di Gesù,divenendo testimoni della sua sorte e del suo lungo patire, quali:Giuseppe D’Arimatea (Gennaro Avellino),Erode (Antonio Pengo), Maria Maddalena (Sandra Casula), il Risorto ( Antonio Frau) e altri ancora ben interpretati che per brevità di spazio siamo costretti a non citare.I dialoghi sono stati accompagnati da una felice scelta musicale, fatta dallo stesso Saverio Minunno.Meno limpida-pur con qualche lodevole eccezione-la dizione in latino, anche per la difficoltà di rendere con naturalezza il senso di espressioni dettate in una lingua ormai desueta.Il pubblico ha applaudito calorosamente stimolando-anche in questo modo-gli attori a proseguire sulla strada intrapresa.LINO SORBA

Interpreti:Gabriella, Gennaro, Sandra , Francesca,Tony, Fernanda, Anna ,Anna Laura,Susy , Maddalena, Pina Rosa,Maria Paola,Pier Antonio,Donata, Caterina ,Lucia ,Nietta.

REPERTORIO