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TERAPIA ORTODONTICA DELLE MALOCCLUSIONI
ASSOCIATE A DISFUNZIONI
Molti pazienti con malocclusioni
associate ad atteggiamento a bocca aperta e succhiante non riferiscono precedenti di abitudini
viziate: stili normali di comportamento in un certo periodo di vita che protratti oltretempo
possono portare danni alla crescita dento-scheletrica, come il succhiamento del dito, del
succhiotto, o la nutrizione al biberon oltre il periodo normale di svezzamento.
In alcuni di questi pazienti la storia clinica pone in risalto, nei primi anni di vita, episodi
ripetuti di rinite allergica con conseguente ipertrofia dei turbinati nasali, oppure ipertrofia
delle adenoidi. Tali affezioni, frequenti nella prima infanzia, possono aver ostacolato, per
periodi più o meno lunghi, la respirazione per via nasale,
ciononostante al momento della visita ortodontica non è più presente alcuna oggettiva alterazione
capace di limitare il passaggio del flusso d'aria per via nasale.
Sappiamo che la forma delle arcate
dentarie e la funzione della muscolatura che le circonda s'influenzano reciprocamente, la dove
un difetto funzionale patito nel passato ha causato un'alterazione di forma delle arcate
dento-mascellari, questa può essere attualmente la causa che sostiene l'alterazione della
funzione neuromuscolare.
Per questo motivo, la correzione di un atteggiamento funzionale a bocca aperta o succhiante,
in assenza di una palese primaria ostruzione al passaggio del
flusso d'aria per via nasale, richiede che le dimensioni, la forma e i rapporti reciproci
delle arcate dentarie e dei mascellari siano tali da permettere:
Conclusioni Quando si
rileva una malocclusione associata ad un atteggiamento disfunzionale a bocca aperta o succhiante
si deve intervenire con la terapia ortodontica correttiva sia sulla malocclusione che sulla
disfunzione. Spesso prima sulla malocclusione, e poi, quando le forme, gli spazi e le
posizioni dento-mascellari lo permettono, si deve rimuovere con decisione l'atteggiamento
disfunzionale, pena, altrimenti, l'insuccesso a lungo termine del trattamento.
Si può da ciò dedurre che le
alterazioni della morfologia dento-mascellare presenti in questi pazienti, siano loro, al momento,
a determinare un deficit di spazio orale per la lingua, e a giustificare, pertanto,
l'impossibilità a deglutire correttamente, o meglio ad assumere una corretta postura
a bocca chiusa e con la lingua all'interno delle arcate dentarie.
1) Il formarsi del
sigillo labiale senza un eccessivo sforzo.
2) Il contenimento della lingua all'interno
dello spazio orale delimitato dalle arcate dentarie che entrano in contatto.
3) Un buon
appoggio della lingua sul mascellare superiore.
In presenza di patologie scheletriche come il morso contratto, la biprotrusione,
la seconda e terza classe, ma anche di alterzioni nella forma e nell'allineamento delle
arcate dentarie, vengono a determinarsi condizioni che impediscono l'assunzione delle
posture necessarie alla crescita normale. Si innesca così un circuito vizioso
per il quale i difetti di funzionamento che le alterate forme dento-sheletriche mantengono,
si riperquotono su di esse, come fattori che le aggravano.
Articolo a cura del dott. Umberto Molini |
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