POLONIA: PAESE DI GOMMA (52)

Prima dello stato nazionale tedesco (Impero), con la Prussia egemone nella confederazione (sotto a sinistra)

(ma Varsavia è in Russia)

La situazione nel 1938 come era uscita dalla Grande guerra (sopra a destra)

Sotto disposizione dell'Esercito polacco alla vigilia dell'attacco tedesco del settembre 1939 (solo la Slovacchia, l'Ungheria e la Romania risultano segnati come stati nazionali a sud). La Russia non si affaccia sul baltico centrale. Konigsberg è tedesca (Prussia orientale ora Kaliningrad). La Polonia ha un piccolo sbocco al mare vicino a Danzica-Danzig (territorio libero sotto l'egida delle nazioni unite). La Lituania ne ha uno ancora più piccolo. Vilna, futura capitale Lituana, è polacca e in patria la sostituisce Kaunas. Lvov-Leopoli è in territorio polacco. I territori della Prussia orientale e della Pomerania (Stettin, Breslavia) hanno una composizione etnica a maggioranza tedesca dal 93 al 98 %.

L'avanzamento di Romania e Polonia all'interno di territori mistilingue Russi aveva fato si che Polonia e Romania confinassero nell'area detta dei Ruteni. Senza colpo ferire nel 1940 la Romania dovette consegnare La Bessarabia all'URSS, i cui diritti sulla regione erano stati riconosciuti da Hitler fin dall'agosto 1939 col patto Ribbentrop-Molotov. Successivamente la Transilvania settentrionale all'Ungheria (lodo arbitrale italo-tedesco di Vienna del 30 agosto 1940) e parte della Dobrugia alla Bulgaria (7 settembre). Oggi Cecoslovacchia e Ungheria hanno un breve tratto di confine sull'Ucraina (piantina in fondo)

 
La spartizione del 1939 fra Russia e Germania: (Finisce ai Russi anche una parte della Slovacchia e Leopoli, il resto dei cechi è inglobato nel Reich). I confini russi a fine conflitto torneranno qui nonostante l'aggressione.

Il confronto coi vecchi confini:La Lituania, che ha recuperato Vilnius, con gli altri baltici (Estonia e Lettonia) viene inglobata nell'Urss fino ad anni recenti (ma la Russia non rinuncia a uno sbocco enclave al Baltico a Konigsberg (o Kaliningrad) per la sua flotta con diritto di passaggio via terra.  La Pomerania tedesca di Stettino (Szecin) e la Slesia di Breslau (Wroclaw) diventano polacche.

La Spartizione del paese dopo Yalta (sopra a destra)

dal sito http://www.ricercaitaliana.it/prin/unita_op-2005112902_001.htm .. una ricerca specifica sulla Polonia costituisce un caso di particolare interesse per la massiccia espulsione della popolazione tedesca da tutto il territorio nazionale, ridefinito dai trattati di pace. In conseguenza delle disposizioni del Capo XIII del Trattato di Potsdam, la popolazione civile tedesca residente sui territori annessi ex novo alla Polonia avrebbe dovuto essere deportata nei settori di occupazione sovietico e britannico in Germania. La deportazione durò fino al 1948 e coinvolse ben oltre 7 milioni di persone (ma altre fonti raddoppiano). Quando le misure di espulsione erano pressoché terminate, il 16,5% circa (1 su 6) della popolazione della Repubblica federale tedesca e quasi il 25% (1 su 4) della popolazione della Repubblica democratica tedesca erano profughi provenienti dai territori dell'Est. In questa prima fase, sia nella Germania occidentale che in quella orientale si mise in atto un'integrazione accelerata della popolazione profuga nei nuovi sistemi politici, economici e sociali del dopoguerra che saltò molte fasi riflessive. La crisi demografica che ne seguì costituì uno dei problemi principali (anche se ufficialmente mai ammessi) per il nuovo Stato polacco. la scomparsa di classe dirigente, borghese e professionale fu la causa di un generale impoverimento di tutte le società europee al di là dei danni di guerra. La situazione di pressoché totale disgregazione sociale e di sottopopolazione dei nuovi territori occidentali polacchi ebbe come conseguenza, fra l'altro, una difficoltà oggettiva di controllo del territorio da parte delle amministrazioni civili e delle forze di polizia. Ad accentuare la disgregazione sociale contribuirono inoltre, a partire dal 1947, le deportazioni sui nuovi territori occidentali di cittadini polacchi di etnia rutena (da Leopoli), precedentemente insediati nell'area carpatica a sud-est di Cracovia. Si trattò di deportazioni indiscriminate di massa, nominalmente giustificate dalla necessità di reprimere fenomeni di nazionalismo ucraino.
da un'altra fonte http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/migrants/pom2002_88_90/rc_pc_migrants_pom88-89_umlauf.htm 
"Quando la popolazione tedesca dovette abbandonare la sua residenza al di là dell’Oder (Neisse), nel territorio dei Sudeti e in altri stati dell’est europeo, il flusso di profughi iniziato nel 1944 aumentò fino a diventare una migrazione. Sulla base del trattato di Potsdam, fino al 1950 vennero allontanate con la forza circa 12 milioni di persone e oltre 2 milioni non sopravvissero ai gravi disagi di questo esodo di massa” (come si vede le "stime" (perchè di tali si tratta) variano in un arco molto ampio statisticamente eccepibile. Qualcuno probabilmente mette dentro tutte le migrazioni di tedeschi (morti compresi gia contabilizzati nel 1944 quando un milione di persone, di origini "tedesche", migrate anticamente nell'Europa orientale, seguì le armate in ritirata oltre ai milioni di altre etnie affezionate o pangermaniche). L'articolo XIII dell'accordo di Potsdam, intitolato 'trasferimento regolato delle popolazioni tedesche', recitava: 'I tre governi alleati, avendo preso in considerazione la questione in tutti i suoi aspetti, riconoscono che il trasferimento in Germania delle popolazioni tedesche ed elementi appartenenti ad esse ancora stanziati in Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria dovrà essere effettuato. Essi [i governi alleati] concordano che qualsiasi trasferimento debba essere effettuato in modo umano e regolato'. Nell'intera area dei Sudeti Cecoslovacchi, il governo Beneš procedette all'espulsione di circa 3 milioni di tedeschi

Questa la valutazione secondo alcuni: Nel '46 vennero espulse solo dalla Prussia Orientale e Danzica 2,2 milioni di tedeschi o dichiaratisi tali di cui più di un 10 % morì di stenti (a grandi linee 300.000 civili tedeschi perirono a causa dei bombardamenti alleati, del freddo e delle precarie condizioni materiali in cui si svolse la fuga. Tuttavia, 650.000 riuscirono ad imbarcarsi nel piccolo porto di Pillau (oggi Baltyisk, in Russia) e sfuggirono all'accerchiamento sovietico via mare; inoltre, altri 700.000 raggiunsero l'adiacente Pomerania via terra, di cui ben 450,000 attraversando la laguna ghiacciata alla foce della Vistola e il Frische Nehrung. 500.000 tedeschi restarono in Prussia Orientale, ma vennero in gran parte espulsi in tempi successivi). Sempre nel '46 vennero espulse dalle altre regioni della Polonia (o assegnate poi alla Polonia) altri 7 milioni di persone con percentuali di morti maggiori. Si calcola che altri 4, 5 milioni di Tedeschi o Austriaci sia stato espulso da Cecoslovacchia (Sudeti e Boemia), Ungheria, Jugoslavia, Romania e regioni Russe per il rimanente. Una cifra indefinita ma vicina ai 2,5 milioni sarebbe rimasta in loco nei paesi dell'Europa Orientale, escluso i tedeschi russi del Volga.
http://www.essereliberi.it/modello_articolo.php?id_artic=294&recordinizio=0

LA CURZON LINE L'ULTIMA FRONTIERA

La tracciatura dei confini delle Polonia è sempre stata un Rebus. Chi voleva dividerla per la religione che si praticava chi per le lingue e chi con la forza che è sempre stata la ragione più vincente. Sia a Est che a Ovest del nucleo centrale polacco, così come a sud e in parte a Nord le genti si mescolavano venendosi a formare delle percentuali una volta a favore e l’altra a sfavore di quel determinato gruppo etnico,  Tedesco, Polacco, Lituano, Bielorusso, Ceco etc…Ai più questa sarebbe apparsa come una pelle di leopardo. La Polonia  non era più sovrana da 150 d’anni e solo la sconfitta o almeno l’uscita di scena della Russia con la rivoluzione d’ottobre (1917) aprì uno spiraglio alla sua rinascita. La caduta poi l’anno successivo degli imperi centrali spalancò le porte alla questione. Ci mancava solo che il Presidente Americano Wilson riconoscesse tute la nazionalità per mettere l’imprimatur sulla culla. Non tutte le cose però vanno come si dicono, si promettono o si sognano e noi ne siamo un esempio. Alla conferenza di pace un Lord Inglese Curzon di Kedleston propose una linea anzi due che avrebbe  segnato il confine con la Russia. Naturalmente sommaria. Nel dicembre 1919 gli Alleati fecero la seguente dichiarazione: "Il Principale Alleato e le Potenze Alleate, riconoscendo l'importanza che sia posta subito fine all'incertezza politica e delle condizioni di esistenza della nazione polacca, e senza pregiudicare le decisioni che dovranno nel futuro definire i confini della Polonia, dichiarano di riconoscere il diritto del governo polacco a procedere, secondo le condizioni del Trattato con la Polonia del 28 giugno 1919, a organizzare un'amministrazione regolare dei territori dell'ex Impero russo situati ad ovest della linea sotto descritta. I diritti che la Polonia potrà stabilire nei territori ad est della linea sono espressamente riservati".!!!! L’andamento difficile della rivoluzione e la sonora sconfitta rimediata dai russi nel 1920 nei confronti della Polonia chiuse la trattativa diplomatica: detto e fatto a Riga nel 1921 la Polonia prese la Linea Curzon e la spostò di quasi 170 km a Est includendo Leopoli e Vilnius. L'area attorno all'attuale capitale lituana, chiamata Lituania centrale, fu soggetta a un referendum nel 1922, seguito dall'incorporazione nella Polonia come espresso dal 65% dei votanti. Il confine polacco-sovietico fu riconosciuto dalla Società delle Nazioni nel 1923 e confermato da vari accordi tra Russia e Polonia. Di acqua ne passò sotto i ponti e la vendetta russa covata e passata attraverso gli accordi con Hitler del 1939 non ebbero più la marcia indietro, specialmente dopo la loro vittoria pagata a caro prezzo e che venne sbandierata in faccia gli alleati Erano arrivati a Berlino e in base ad un vecchio costume qui sono e qui resto (o faccio quello che mi aggrada). Nel novembre del 1943, a Teheran, Churchill e Roosevelt fecero un accordo con Stalin che l'intero area a est del "Curzon Line" sarebbe tornata ai sovietici. http://www.wordiq.com/definition/Curzon_line . A Yalta (feb.45) e Potsdam (lug.45), Gran Bretagna, l'Unione Sovietica, e gli Stati Uniti rimangiandosi alcune promesse fatte ai polacchi in esilio, che non contavano più nulla, stabilirono con piccole modifiche la “nuova” linea Curzon di confine che è poi quella attuale. In compensazione dei terreni “persi” la Polonia si prese a Ovest altra terra. Naturalmente migrazioni immane ebbero luogo ma la storia ufficiale quella dei cattedratici preferisce non parlarne.  

Questo capitolo è più diffusamente trattato ai link seguenti

sempre interni al sito
PIANTINE 

Formazione dello stato tedesco
http://digilander.libero.it/trombealvento/guerra2/varie/tedesco.htm
Piantine vicende polacche
http://digilander.libero.it/trombealvento/guerra2/varie/polonia.htm
il primo dopoguerra
http://digilander.libero.it/fiammecremisi/dopoguerra1/controllo2.htm
http://digilander.libero.it/fiammecremisi/approfondimenti/allenstein.htm 
La sistemazione dei confini nel 1922
http://digilander.libero.it/trombealvento/guerra2/varie/polonia2.htm
la guerra e il massacro di Katyn
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/39/polonia.htm 
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/39/poloniakatyn.htm
http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/cinemawajda.htm
personaggi
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/anders.htm
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/sikorsky.htm 

I bambini polacchi deportati in Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale

http://www.unive.it/media/allegato/dep/Documenti/9-Come_gli_uccellini_fuori_dal_nido.rtf 

LA MIGRAZIONE TEDESCA - IL FILM PER LA TV - DIE FLUCHT

GERMANIA ' 45. L' estate dell' odio di Silvio Bertoldi
http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/11/GERMANIA_estate_dell_odio_co_0_9507113612.shtml
Marco Picone Chiodo Mursia 1987, ... e malediranno il giorno in cui partorirono http://www.thule-italia.net/Storia/TedeschiUmani.html

LA SPIETATA VENDETTA DELL'URSS CONTRO LA GERMANIA SCONFITTA di ALESSANDRO FRIGERIO http://www.storiain.net/arret/num96/artic3.asp

 
Sommer 1944. Lena Gräfin von Mahlenberg (Maria Furtwängler) reist aus Berlin in ihre Heimat Ostpreußen, um sich mit ihrem todkranken Vater auszusöhnen.
Acht Jahre zuvor hatte Lena Ostpreußen verlassen, um ihr uneheliches Kind Viktoria (Stella Kunkat) großzuziehen, statt Heinrich Graf von Gernstorff (Tonio Arango), einen Sohn eines Freundes der Familie, Rüdiger Graf von Gernstorff (Hanns Zischler) und dessen Frau Sophie (Angela Winkler), zu heiraten, dem sie schon lange „versprochen“ war, den sie aber nie geliebt hat. Die Entscheidung für das Kind und gegen die Ehe mit Heinrich führte zum Bruch mit ihrem Vater, Berthold Graf von Mahlenberg (Jürgen Hentsch).
Auch bei ihrer Rückkehr verhält sich der Vater schroff und abweisend. Um ihm zu beweisen, dass sie eine gute Tochter ist, lässt sich Lena wieder auf die Gepflogenheiten des ostpreußischen Adels ein. In den Kriegswirren übernimmt sie die Verantwortung für das Mahlenberg’sche Gut. Sie holt ihre Tochter, die in der Kinderlandverschickung in Bayern ist, zu sich und ringt sich zu der Entscheidung durch, Heinrich doch noch zu heiraten. Der Selbstmord von Heinrichs Bruder Ferdinand (Max von Thun) verhindert aber zunächst die Hochzeit.
Während die Trecks von Flüchtenden aus dem Memelland und aus Litauen zunehmen und die Front immer näher rückt, versucht Lena, den drohenden Untergang zu verdrängen. Doch ein Mann auf ihrem Hof macht sie immer wieder auf die nahende Katastrophe aufmerksam: François Beauvais (Jean-Yves Berteloot), ein französischer Kriegsgefangener. Zwischen ihm und Lena entsteht eine – für sie nicht lebbare – unmögliche emotionale Verbindung.
Lena steht mehr und mehr zwischen ihrer traditionsreichen Erziehung und einer neuen Zeit.
Im Januar 1945 müssen sie und ihre Tochter mit den Menschen ihres Gutes vor der herannahenden Front flüchten. Ihr Vater, Graf von Mahlenberg, sieht den Untergang der alten Welt unweigerlich heraufziehen, ist aber unfähig, sich von den alten Werten zu lösen. Es gelingt ihm zwar, sich mit seiner Tochter auszusöhnen, doch er bleibt auf dem Familiensitz zurück und überträgt Lena die Verantwortung für die ungewisse Zukunft des Mahlenberg'schen Trecks und das Überleben ihrer Schutzbefohlenen. Als Einheiten der Roten Armee in Gut Mahlenberg eindringen, begeht er Suizid. Lena führt die ihr anvertrauten Menschen durch einen unbarmherzigen Winter, von Ostpreußen bis nach Bayern. Auf diesem langen und beschwerlichen Weg entwickelt sich Lenas Beziehung zu François zu einer lebensbedrohlichen Verstrickung, die Lena schließlich zunächst zur Aufgabe dieser Liebe zwingt.
Im Frühling 1945 erreicht Lena Bayern. Die alte Gesellschaftsordnung hat sich endgültig aufgelöst. Es gibt Raum für neue Wege. Lena entscheidet sich nun unwiderruflich gegen Heinrich. Der Weg in die neue Zeit führt dazu, dass die bisher unverrückbar geltenden Konventionen verblassen: Privilegien, Standesdünkel und überkommene aristokratische Herrschaftsgefüge lässt Lena hinter sich. Durch die erzwungene Völkerwanderung sind die Menschen, von Sozialisation und Herkunft ursprünglich weit voneinander entfernt, gleicher geworden: Sie stehen alle vor dem Nichts, den Trümmern ihrer Existenzen, und müssen, jeder für sich, neu beginnen.

Ma era successo altro per chi non era fuggito ed era rinchiuso a vario titolo in oltre 1000 lager, spesso gli stessi appena svuotati dagli stessi ebrei: John Sack, "Occhio per occhio" ("Polonia 1945: la storia della vendetta ebraica contro i nazisti"), Baldini & Castoldi, Milano 1995.
Tra i comandanti ebrei vi è l'ebrea Lola Potok, incaricata di Gleiwitz che applica senza pietà la sua vendetta;
dal libro:-"Un giorno fece la sua apparizione nella prigione di Lola un tedesco che indossava dei pantaloni neri, il colore delle SS. Era stato addocchiato dalle parti della piazza del municipio da un polacco che gli aveva detto: 'Sei vestito di nero! Sei un fascista!' Il tedesco aveva cercato di svicolare, ma il polacco lo aveva inseguito per più di un chilometro fino alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, lo aveva bloccato contro un mosaico dorato, lo aveva picchiato e lo aveva e lo aveva portato alla prigione di Lola. Alcune guardie, tutte donne, si impossessarono della prova incriminante, i pantaloni neri dell'uomo, e glieli strapparono con tanta violenza da rompergli un tendine. L'uomo gridava, ma le ragazze gli dissero: 'Chiudi il becco!' e non si accorsero che i pantaloni neri facevano parte di una divisa da boy-scout. L' 'uomo' aveva quattordici anni. Le ragazze decisero di torturarlo. Ormai, l'Ufficio per la sicurezza dello Stato aveva 227 prigioni per i tedeschi, e ognuna aveva un suo modo caratteristico per vendicarsi della seconda guerra mondiale. I ragazzi usavano i bastoni a Breslavia e, a Frankenstein, schegge di legno che conficcavano sotto le unghie dei prigionieri. I ragazzi di Wuenschelberg frustarono un tedesco, poi versarono caffè nelle ferite delle frustate e gli dissero: 'No, tu non morirai soltanto, tu creperai come un cane!' Nella prigione con ottocento detenuti di Myslowitz, di cui era comandante un ebreo di vent'anni reduce da Auschwitz, gli ebrei versavano escrementi sulla testa dei tedeschi e dicevano loro: 'Raccogli questa merda', e quando lo avevano fatto, gliela versavano addosso di nuovo. I ragazzi di Glatz suonavano la fisarmonica, per sottolineare il 'nein', mentre facevano saltare i denti a un tedesco; un ragazzo ebreo a Neisse ne costrinse uno a estrarsi da sè un dente d'oro, gridando: 'Lo hai fatto a me!'
"Le ragazze di Gleiwitz usarono il fuoco. Tennero fermo il boy-scout tedesco, gli spensero sigarette sul corpo e dettero fuoco ai suoi capelli ricci dopo averli cosparsi di benzina. Fuori, sulla via Kloster, il prete della chiesa dei Santi Pietro e Paolo cercó invano di farsi ascoltare da Lola per dirgli: 'Ha soltanto quattordici anni'. Finalmente libero, il ragazzo tornó a casa, crolló sul letto, e con le braccia incrociate sulla testa, continuó a gridare: 'Non mi picchiate!' I suoi capelli sembravano un tappeto roso dalle tarme; quando, di tanto in tanto, si sentiva abbastanza bene da uscire, gli altri ragazzi del suo gruppo gli facevano circolo attorno come cani da caccia e gli domandavano: 'Che cosa ti hanno fatto?' [...] 'Le peggiori erano le donne! Potete scommetterci diceva il ragazzo. Dopo poco, fu mandato in una casa di cura per malattie mentali e non ne uscì più."
Un'altro dei personaggi è l'ebreo Shlomo Morel -
dal libro:
- Alla fine, in agosto, i pidocchi vennero in aiuto di Shlomo. Uno prese il tifo, lo prese anche il suo compagno di branda, e la febbre a quaranta divampó nel campo. Nelle baracche i tedeschi giacevano riversi sulle brande, spostandosi appena quando l'urina sgocciolava dalla branda di sopra e balbettando: "Josef!" o "Jakob!" o "Mamma! Ti prego, aiutami!" Le camerate erano come corsie di moribondi, LA CONTA DEI MORTI ARRIVO' A CENTO AL GIORNO é un giorno centotrentotto é e la squadra dei necrofori era più indaffarata di una squadra di postini, sempre di corsa da una baracca all'altra, da una branda all'altra. Quattro ragazzi afferravano i cadaveri per le mani e i piedi e, dicendo: "Oh...issaaa!", li depositavano su una barella, anche se, una volta, a un cadavere si staccó il braccio e ne uscì una legione di vermi bianchi lunghi un centimetro. Poi i ragazzi portavano la barella (quella volta lasciandosi dietro una scia di vermi) all'obitorio, ne rovesciavano fuori il cadavere, lo cospargevano di cloridrato di calcio e, più in fretta possibile, tenendosi un fazzoletto sul viso e gridando il loro più vigoroso "Oh...issaaa!" lo lanciavano come se fosse fatto di stracci in un carro dalle sponde alte. Poi facevano lo stesso con gli altri cadaveri e il cavallo trascinava il carico alla fossa comune lungo il fiume Rawa.
IN POCO TEMPO, MORIRONO TRE QUARTI DEI TEDESCHI DEL CAMPO DI SHLOMO, CHE POTE' ANNUNCIARE: "QUELLO CHE I TEDESCHI NON HANNO FATTO IN CINQUE ANNI AD AUSCHWITZ, L'HO FATTO IO IN CINQUE MESI A SCHWIENTOCHLOWITZ".
I tedeschi di Schwientochlowitz cercarono di far trapelare la cosa. Un uomo corse contro il reticolato gridando: "Questo posto è l'inferno!" Fu ucciso. Un altro che cercava di far uscire dei messaggi fu torturato, ma un membro della Gioventù Hitleriana di Gleiwitz riuscì a scappare. Alle tre del mattino si nascose nelle latrine e alle sei scappó [...] Shlomo lo ritrovó a Gleiwitz e lo ricondusse personalmente a Schwientochlowitz. [...] Tornati a Schwientochlowitz, Shlomo gli disse: "Sei un maiale e dovresti grugnire". Le Guardie usarono i pali di ferro con cui venivano portate le pignatte della zuppa per picchiare il ragazzo fino a farne poltiglia: dopo di allora, nessuno cercó più di scappare.

L’affondamento del Gustloff http://www.myvideo.de/watch/7213377/Die_Nacht_starb_ueber_Gotenhafen_Wilhelm_Gustloff  in una ricostruzione grafica
La Wilhelm Gustloff era la nave passeggeri della compagnia Kraft durch Freude (KdF). Prendeva il nome da Wilhelm Gustloff, fondatore e capo della sezione elvetica del partito nazionalsocialista, assassinato il 4 febbraio del 1936 a Davos dallo studente ebreo David Frankfurter.
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da Wikipedia : L'affondamento
Quando la Gustloff lasciò la protezione del porto di Gotenhafen il 30 gennaio 1945, le condizioni climatiche erano pessime, vento molto forte, stava nevicando e la temperatura era di -10. Molti blocchi di ghiaccio galleggiavano nel freddo mar Baltico. La possibilità di sopravvivenza di un naufrago in un mare cosi freddo e con un tempo come questo era impossibile. La Gustloff iniziò il proprio viaggio senza alcuna scorta, armata solo di qualche armamento antiaereo, mentre nessuna difesa antisommergibile era installata. La lista dei passeggeri comprendeva 918 ufficiali, 173 membri dell'equipaggio, 373 membri delle Unità Navali Ausiliarie formata esclusivamente da donne, 162 feriti, e 4.424 rifugiati, per un totale di 6.050 persone. Tuttavia, la lista ufficiale di carico non teneva conto delle centinaia di persone che avevano preso posto sul ponte della Gustloff. Infatti, nuove ricerche dimostrano che il numero totale di persone al momento dell'affondamento era superiore a 10.000. La più attendibile ricerca fu quella di Heinz Schon che divise il numero di persone come segue: 8956 rifugiati, 918 tra ufficiali e membri della 2. Unterseeboot-Lehrdivision, 373 donne delle Unità Ausiliarie, 173 uomini delle forze navali, e 162 soldati feriti per un totale di 10.582 persone a bordo morte.
Alle 21:08 del 30 gennaio 1945 (9:08 orario a Gotenhafen, 7:08 orario di Mosca), il sommergibile russo S-13 comandato da Alexander Marinesko, lanciò tre siluri contro la Gustloff. Il primo siluro colpì la nave a prua direttamente sotto la linea di galleggiamento. Immediatamente la Gustloff piegò a dritta. Vennero lanciati subito i razzi di segnalazione e l'SOS. Il secondo siluro colpì la Gustloff nell'area della piscina facendo esplodere completamente quella zona, ed infine il terzo siluro colpì la sala motori devastando l'intero scafo. Presto il castello di prua venne sommerso quasi completamente, mentre la poppa si alzava sopra il livello del mare. In meno di cinquanta minuti, la Gustloff affondò nelle acque nere e fredde del mar Baltico, portando con se oltre 9.000 persone.

Polonia Regno del congresso

L'affondamento della Gustloff fu il più grave e spaventoso evento nella storia navale.

Nessuna tragedia ebbe perdite di vite umane così pesanti. Ad inizio secolo (questo) lo scrittore tedesco Günter Grass ha raccontato il dramma di questo transatlantico in Il Passo del Gambero. Alexander Marinesko non verrà subito insignito del titolo di eroe della Unione Sovietica ma solo dell'ordine della Bandiera Rossa anche per problemi legati al suo alcolismo che lo fecero radiare dai ranghi nel novembre 1945. In the following years Marinesko ruined himself. In 1949 he was sentenced to two years for theft in a Kolyma prison camp. He died in 1963 in Leningrad of an ulcer. Marinesko was awarded the title Hero of the Soviet Union posthumously, in May 1990, on the occasion of the 45th anniversary of the victory in Europe.
 

Il film intero del dopoguerra in tedesco
http://www.youtube.com/watch?v=CzqzH61W7Fk&feature=related  1 parte 10 minuti ca
http://www.youtube.com/watch?v=4RebF-LEBf4&feature=related  2a idem ….
http://www.youtube.com/watch?v=lyDFsMoG57k&feature=related  3a
http://www.youtube.com/watch?v=-nW1kumEmio&feature=related  4a
http://www.youtube.com/watch?v=qHnWtMC-fBs&feature=related  5a
http://www.youtube.com/watch?v=r-wE5dd4MF4&feature=related  6a
http://www.youtube.com/watch?v=FQMIixeUDf4&feature=related  7a
http://www.youtube.com/watch?v=0nzOkZ0VLXs&feature=related  8a
http://www.youtube.com/watch?v=2573m8nBdPg&feature=related  9a
http://www.youtube.com/watch?v=X5vawCacp_w&feature=related  10°
Lo sceneggiato di oggi (23/1/2008) promo

http://www.youtube.com/watch?v=Tmhrr_uAbRE&feature=related 
 

http://www.nonsolobush.it/page4.php  James Bacque Crimes and Mercies http://www.history.ucsb.edu/faculty/marcuse/classes/133c/133cproj/08proj/Bacque1997Coon08z.htm i tedeschi prigionieri

 

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