KATYN 1940/43
NEGAZIONISMO = impossibile che siano stati i comunisti
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che
la storia non si
pronunci !!
«Sono in molti ad avere
interesse a che il mio film non sia proiettato, ad acquistarne i diritti
per non farlo vedere»
Wajda.
KATYN IL FILM
http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/cinemawajda.htm
a fondo pagina del link sotto il filmato dello scoprimento delle fosse di Katyn
http://www.herodote.net/histoire/evenement.php?jour=19430413
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da"Enciclopedia della
II
G. M. - Una storia di uomini" (a cura di E. Biagi, 1980 -1983).
Colloqui Kot-Visinskij e Kot-Stalin
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SPARIZIONE DEGLI UFFICIALI POLACCHI
6 ottobre 1941 l'ambasciatore polacco in
Russia, il professor Jan Kott, comunista, chiede un
colloquio al ministro degli Affari Esteri sovietico,Andrej Visinskij,
per discutere la scomparsa del gruppo di ufficiali polacchi. Jan Kott ha
conservato il seguente resoconto del suo incontro con Visinskij:
Kott: "Signor ministro, le sottopongo alcune cifre. Il numero degli
ufficiali polacchi fatti prigionieri dall'Armata Rossa e deportati in
diverse parti della Russia è, almeno, di 9.500 ( 12 generali, 130
colonnelli e 9227 ufficiali subalterni). Fino ad oggi noi non ne abbiamo
ritrovati che duecento. Che ne è stato degli altri? Noi sappiamo che più
di quattromila ufficiali vennero internati a Starolbelsk e Kolzielsk e,
di là, trasferiti in campi sconosciuti. Ci aiuti a ritrovarli".
Visinskij: "Bisogna che lei tenga conto delle circostanze, signor
ambasciatore.. Dal 1939 ad oggi sono avvenuti enormi cambiamenti
nell'Unione Sovietica. Intere popolazioni hanno lasciato le loro regioni
per trasferirsi altrove: figuriamoci i singoli individui ... Noi abbiamo
liberato un gran numero di vostri soldati: taluni hanno trovato lavoro
in Unione Sovietica, altri sono rientrati direttamente in Polonia ..."
Kott: "Se uno soltanto degli ufficiali cui ho accennato fosse
stato rimesso in libertà si sarebbe subito messo in contatto con noi.
Non si tratta di bimbi, o di criminali obbligati a nascondersi. Non è
possibile non immaginare che essi si trovino ancora in Russia".
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DOVE ERANO FINITI QUEI 10.000 UOMINI ??
Molti polacchi erano stati fatti prigionieri
dai russi a seguito dell'invasione
della Polonia e internati in diversi campi di detenzione,
tra cui i più noti sono Ostashkov, Kozielsk e Starobielsk. Kozielsk e
Starobielsk vennero usati principalmente per gli ufficiali, mentre
Ostashkov conteneva principalmente, guide, gendarmi, poliziotti e
secondini. Contrariamente ad una credenza diffusa, solo 9.500 ( 12
generali, 130 colonnelli e 9227 ufficiali subalterni) dei circa 15.000
prigionieri di guerra erano ufficiali. I soldati
seguirono altri destini e si calcola che oltre 100.000 non videro la
fine della guerra. Chi si salvò lo deve all’accordo seguito alla
invasione Tedesca del giugno 1941 quando Stalin accettò di creare una
armata polacca in esilio (con l’aiuto inglese) che però non poteva
vantarsi del riconoscimento del governo in Esilio a
Londra “non ufficiale” perché non riconosciuto da Stalin che ne
progettava uno suo parallelo. Appena due giorni dopo l'invasione della Polonia,
il 19 settembre 1939, il Commissario di Primo Grado della Sicurezza di
Stato (il Ministro per gli Affari Interni), Lavrentij Beria riunì il
Consiglio dell'NKVD (Narodnyj Komissariat Vnutrennich Del ex GPU o
Polizia Segreta) per i prigionieri di guerra e gli internati
(presieduto dal Capitano della Sicurezza dello Stato, Pyotr K.
Soprunenko) ordinando l'apertura dei campi di detenzione per i polacchi. Questi erano i campi di: Jukhnovo (stazione
ferroviaria di Babynino), Yuzhe (Talitsy), Kozielsk, Kozelshchyna,
Oranki, Ostashkov (Isola Stolbnyi, sul Lago Seliger, vicino a Ostashkov),
Putyvli (stazione ferroviaria di Tetkino), Starobielsk, Vologda
(stazione ferroviaria di Zaenikevo) e Gryazovets. Poi, come abbiamo
visto il silenzio cala sulla vicenda. Si trattava di una intera classe
dirigente, la cui perdita avrebbe pesato sul destino futuro del paese. Nessuno ebbe più modo di
ritornare sull'argomento: la sparizione continuava ad essere
inspiegabile e anche dopo l'"assoluzione" dei Polacchi per intercessione
di Londra (I polacchi erano nemici di Hitler e se erano o
continuavano ad essere prigionieri di Stalin una sola ragione poteva
esserci, Stalin aveva nostalgia di Hitler ?). Sikorski e
Anders, che con difficoltà cercavano di riunire una nuova
armata polacca in esilio, continuano a notare la mancanza di tanti. Come
comandante delle forze polacche in Urss Anders si diede da
fare per formare un esercito effettivo che non fosse solo di figura o sulla carta di
accordi. Di collaborazione russa però non si parlava anzi…ad Anders non occorse molto per capire che una gran parte
sia degli ufficiali, che dei soldati e civili (750.000) erano
“scomparsi”. Dietro ordine di Stalin, il Comando russo lesinò al
generale polacco sia informazioni che aiuti o mezzi, giustificando il
tutto con l’emergenza guerra nella quale si stava dibattendo il paese.
Mosca non aveva alcuna intenzione di equipaggiare, armare e fare
combattere alcun soldato polacco (che facesse beninteso richiesta di combattere)
in difesa sia del suolo russo minacciato, che della patria. E fu così che nella primavera del
1942 Anders chiese a Stalin almeno il permesso di trasferire 159.000 ex
prigionieri polacchi in Persia con l’aiuto dei
britannici per svincolarsi dalla pesante tutela sovietica.
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Jan Kot, congedato da Visinskij, non si arrende.. Un mese più tardi, nel
novembre 1941, ottenne un colloquio con Stalin. Anche di questo Kot
redige un verbale:
Kott: "Signor presidente, lei ha accordato l'amnistia a tutti i
cittadini polacchi abitanti nell'Unione Sovietica. Vuole insistere coi
dirigenti del governo russo affinchè il suo nobile gesto sia realmente e
integralmente applicato?"
Stalin: "Lei intende dire che, qui da noi, ci sono ancora dei
polacchi prigionieri?"
Kott: "Almeno per quanto riguarda il campo di
Starolbelsk, abolito
nel 1940, noi non siamo riusciti a trovare un solo soldato".
Stalin: "Ordinerò un'inchiesta, glielo prometto ...".
Kott: "Signor presidente, mi consenta di insistere per la
liberazione dei nostri ufficiali. Ne abbiamo bisogno per preparare il
nostro nuovo esercito. I documenti che possediamo stabiliscono la data
in cui essi furono portati nei vari campi ...".
Stalin: "Lei ha le liste dettagliate?".
Kott: "Tutti i nomi sono segnati, in ordine alfabetico, dai
comandanti russi dei campi: con queste liste compivano ogni giorno
l'appello dei prigionieri. Inoltre la polizia sovietica aveva aperto un
fascicolo individuale per ogni ufficiale. Se si prende, ad
esempio l'Armata del Gen. Anders ci si accorge che nessuno degli ufficiali
del suo Stato Maggiore è stato ritrovato". |
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Stalin scrolla la testa, prende il telefono e chiama il capo della
polizia: "Sono Stalin, volete farmi sapere se tutti i prigionieri di
guerra polacchi sono stati liberati? Richiamatemi più tardi".
Poi il dittatore cominciò a parlare d'altro finché il telefono squillò e
Stalin, senza dire una parola, ascoltò una lunga spiegazione da parte
del capo della polizia. Infine, rivolto all'ambasciatore polacco,
riprese a parlare con lui senza più accennare alla scomparsa dei
prigionieri.
Da quel momento il governo polacco a Londra invierà all'Unione Sovietica
49 note diplomatiche chiedendo notizie sugli ufficiali
mancanti. Nessuna risposta.
Dicembre 1942 Il capo del governo
polacco in esilio a Londra - il 62enne generale Wladislav Sikorski, un galiziano
duro e autoritario - decide, d'accordo col presidente della repubblica Raczkievicz
di discutere il problema direttamente con Stalin. Accompagnato dal
generale Anders, che dirige l'organizzazione
della nuova armata, si reca a Mosca. Il dittatore russo è elusivo. Dice
che sul territorio dell'URSS non esiste un solo polacco
prigioniero:
"forse sono fuggiti da qualche parte, quando abbiamo
proclamato l'amnistia". "Ma dove mai?" "Chi lo sa? Probabilmente in
Manciuria" ribatte impassibile Stalin.…!!!... Sikorski morirà in
circostanze non proprio misteriose il 4 luglio 1943 con il Gen. Tadeusz
Klimecki (Chief of the General Staff of the Supreme Commander in
London).
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/sikorsky.htm |
NEGAZIONISMO: impossibile che siano stati i comunisti |
The executions
took place at different locations but the massacre took its name from
just one, the Katyn Forest in western Russia. Some 15,000 victims'
bodies were tossed into mass graves and the rest are thought to be still
buried in secret mass graves. |
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IMPUTATO VINCENZO PALMIERI, ALZATEVI !!
Vincenzo Maria
Palmieri nasce a xxxx nel 1899 e si laurea a Napoli
con lode nel 1922. Il padre, colonnello medico originario della
Calabria, si assicurò che in giovane età il figlio Vincenzo avesse
un’educazione molto erudita per il suo tempo: nel corso della sua
vita,infatti, Palmieri parlò inglese, francese e tedesco, strumenti di cui si avvalse
nell’affermare la sua fama internazionale. Era molto religioso e da
fervente credente, faceva parte dell’Azione Cattolica. Poiché all’epoca
in Italia erano proibite le riunioni, queste allora avvenivano in
Svizzera (1924) dove la presidente di A.C. era una baronessa, Erna
Irene von Wattenwyl, bernese, che più tardi Palmieri sposò (a Berna all’Annunziatura
apostolica il 20 settembre 1930) e dalla quale avrebbe avuto tre figli.
Nel ’35 divenne ordinario a Sassari a soli 36 anni, quando di solito ne
occorrevano 50, poi a Bari per altri 5 anni. Nella sua carriera era
stato in Spagna, Francia e Germania, aveva studiato con i maggiori
esperti mondiali di medicina legale, quali Gellimek e Strassmann (di cui
fu allievo). Strassmann era un professore di medicina legale di fama
internazionale, e Palmieri a Berlino sotto la sua guida aveva
frequentato i più avanzati istituti di medicina legale. Dopo la guerra
sarà Sindaco di Napoli dal settembre 1962 al giugno 1963 (Per rispettare
i bilanci del Comune cercava di non contrarre debiti, e fu così che i
suoi stessi compagni della DC lo sollevarono dopo soli due anni
dall’incarico). Morirà nel 1994 |
LA CROCE ROSSA |
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dalla relazione Palmieri |
Professor Francis Naville (1883 - 1968), His role in the inquiry on the
massacre in Katyn
On April 13th 1943, the German radio announced that a common grave
containing the corpses of Polish officers was found in the forest of
Katyn, near Smolensk. Further enquiries showed that the dead bodies were
those of officers imprisoned by the Russians in autumn 1939 and about
who nobody had news since Springtime 1940.
The CICR (COMITATO
INTERNAZIONALE DELLA CROCE ROSSA) refused to deal with
this problem without the agreement of the Soviets. So the Germans called
together a committee of international experts to examine the grave in
Katyn. Prof. Francis Naville, director of the medico-legal Institute of
the University of Geneva, was the only expert really neutral in that
commission. He had the merit to prove quite clearly that these criminal
executions were ordered by Stalin. After the Second World War, Prof.
Naville was criticised for having accepted to participate to the mission
to Katyn by Jean Vincent, a deputy of the Swiss labour party (communist
party) who claimed that the massacre of Katyn had been done by the
Germans. Prof. Naville got no support from the CICR, who "did not want
to know" who was responsible in order to avoid diplomatic complications
with the Soviet Union. Only in 1989 the discovery of Prof. Naville was
accepted and confirmed by the Soviet authorities.
karbowski@freesurf.ch
http://rdpl.over-blog.com/article-un-savant-suisse-sur-le-fil-du-rasoir-par-sylvie-arsever--39455847.html
Ndr: Si tratta come evidente di
paesi occupati, ad esclusione della Svizzera (prof. Naville) e,
escludendo la Francia, poi la Spagna assenti a vario titolo dalle
decisioni, di realtà nazionali minori, per cui
a stendere il verbale venne chiamato il Prof. Palmieri noto
in Germania e padrone della lingua. La commissione comprendeva oltre ad
anatomopatologi anche botanici e entomologi che avrebbero
esaminato il terreno, le piante e gli insetti. |
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La professoressa
Lina Palmieri, la figlia, precisa: “Mio padre fu nominato dalla
Commissione! E la Commissione di Katyn fu istituita dalla Croce Rossa.
Il 24 aprile 1943 mio padre partì per la Polonia”.
Ndr:
Si nota in questo ricordo una digressione dalla relazione stessa di cui
si mette sotto l’apertura, da quella del Professor Francis Naville, a
fianco, con l’effettivo andamento delle cose. Una volta presosi l’impegno il CICR
(il comitato internazionele della Croce Rossa) di Ginevra non poteva
rivoltare una perizia e come tante fonti dicono comunque non ne
riconobbe nessuna e di nessuna avrebbe fatto parte senza il preventivo
consenso sovietico, sul territorio del quale non aveva accesso per le
ispezioni non avendo questa firmato la
convenzione di
Ginevra
del 1929 !!. La Croce Rossa quindi
si allinea con tutti gli organi che negarono il fatto fino al 1989. In
una recente commemorazione sugli Ebrei nella Giornata della Memoria il
Presidente Napolitano attribuisce alla Croce Rossa il merito di aver
fatto molto scoperte , al contrario la Croce Rossa è molto più famosa
per i suoi silenzi (omertà) in questo periodo.
Mitica la farsa nazista sotto gli occhi della Croce Rosa a Theresien
Stadt. The International Red Cross had found
a very neat formula for evading responsibility: it was clear that there
were better diplomats in Geneva than General Sikorski had at his
disposal. The investigation of the Katyn massacre was never carried out.
Questo di Katyn è
solo uno delle decine di crimini commessi dalla stessa Croce Rossa nata
per combatterli.
Dalla Relazione Palmieri pag 1
Sabato Santo 24 aprile (1943) sono stato telefonicamente avvisato che il
Governo Germanico mi aveva, col consenso delle nostre Autorità,
designato a far parte di una commissione internazionale, invitata a
recarsi immediatamente al fronte russo presso Smolensk, onde procedere
ad una inchiesta medico-legale si cadaveri esumati in gran copia nella
foresta di Katyn. … la domenica di Pasqua ero già in viaggio per Roma e
di lì, espletate le necessarie formalità, proseguii in aereo per
Berlino, dove la commissione era convocata per il martedi 27. Colà ci
trovammo infatti in 14 appartenenti alle università dei seguenti paesi:
Gand (Belgio), Sofia (Bulgaria), Zagreb (Croazia Dr. Edward Lucas
Miloslavich ma se ne cita anche un'altro il Professore di Patologia e
Anatomia alla Zagreb University Ljudevit Jurak che verrà condannato a
morte nel 1945
http://www.katyn.org.au/jurak.html
* ), Copenhague (Danimarca Dr. Helge Tramsen),
Helsinki (Finlandia), Groningen aux Pays-Bas (Olanda), Prague (Prot. Boemia e
Moravia), Bratislava (Slovacchia), Budapest (Ungheria), Bucarest (Romania),
Francia, Svizzera (prof Naville), Spagna (Lo spagnolo
prof. Piga ammalatosi si ritirò, il francese Generale Medico era solo
osservatore) e Italia. In due aeroplani militari ripartimmo subito via Varsavia
per Smolensk, dove siamo stati ospiti del Q.G tedesco. A Smolensk ha
pure sede il servizio medico-legale dei tedeschi diretto dal prof. Buhtz,
ordinario a Breslavia, il che ci ha permesso di avere a disposizione i
mezzi tecnici ed il personale ausiliario di cui avevamo bisogno.
|
*
..
two Croatian specialists were
invited by the International Committee of the Red Cross (Cicr) to take part in
the investigation in 1943: prof.dr. Eduard Miloslavic and prof.dr.
Ljudevit Jurak. The result was that this cold-blooded mass slaughter was
committed by the Soviets. Prof.. dr. Miloslavic emigrated in time to
the USA, while prof. Jurak remained in Zagreb, and was imprisoned on
the demand of the Russian NKVD by the Yugoslav communists in May 1945.
It was offered to him that he would not be accused as a military
criminal and that his life would be spared if he declared that his
report for the Red Cross Committee had been signed under pressure. He
refused to do so, fully aware of the consequence....
«Un fetore, un fetore terribile che non dimenticherò mai. Era difficile
lavorare, anche se i cadaveri si erano conservati bene nel terreno
arido: nelle tasche delle divise si erano salvati perfino carte
d’identità, lettere, ritagli di giornale, fotografie di famiglia, diari
non terminati. Non c’erano dubbi, fra noi dodici nessuno ebbe alcun
dubbio, non ci fu neppure un’obiezione. Fu decisiva l’autopsia del
cranio effettuata dal prof. Orsos di Budapest: sulla parete interna
trovò una sostanza che comincia a formarsi a tre anni dalla morte. Aveva
tre anni anche il boschetto piantato sulla fossa. Rimanemmo alzati fino
alle tre del mattino per redigere il rapporto perché dovevamo avere
l’approvazione di tutti i firmatari su ogni minima correzione e
sfumatura. Il referto è inconfutabile. Lo firmarono senza esitazioni
anche il professor Markov di Sofia e il professor Hajek di Praga; non
c’è da stupirsi se,in un secondo tempo, ritrattarono
(quando i loro paesi furono invasi da Mosca Before the committee held its hearings in
Europe, word was received that Drs. Markov and Hajek, who are today in
countries behind the iron curtain, were giving radio talks implying that
they were not in full agreement with the German International Medical
Commission's protocol which they had signed on April 30, 1943). Probabilmente
avrei ritrattato anch’io, se Napoli fosse stata liberata dagli eserciti
sovietici. No, non ci fu la minima pressione da parte dei tedeschi, solo
per dovere d’ufficio ci aiutava un ufficiale di collegamento, il
professor Buhtz dell’Università di Breslavia, che d’altronde fu poi
fucilato perla congiura di Stauffenberg del Luglio 1944.
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Tutto era
ricominciato nella primavera del 1943 (primi giorni di aprile, nel pieno
della seconda guerra mondiale), quando la radio tedesca comunicava che
nella foresta di Katyn (Smolensk), località a metà strada fra Minsk
(Bielorussia) e Mosca erano state trovate delle fosse che contenevano
migliaia di cadaveri (fosse scoperte presumibilmente fra febbraio e
marzo). Il ministro Joseph Goebbels annotava nel suo diario che
“vicino a Smolensk sono state trovate delle fosse comuni piene di
cadaveri polacchi seppelliti alla rinfusa, ma vestiti di tutto punto”.
Diversamente dalle fosse comuni scoperte dopo i crimini del nazismo, le
vittime dell’ Armata Rossa venivano sepolte vestite (i tedeschi avevano
l’avvertenza di non lasciare adosso alle vittime documenti di
riconoscimento, perciò li giustiziavano nudi). Non era un
ritrovamento casuale. Smolensk era stata occupata dai tedeschi a metà
luglio del ’41 e fu persa con la ritirata dalla Russia il 25 settembre
1943 dopo le violenti battaglie dell’estate. Erano quindi quasi due anni che i tedeschi erano in
zona e probabilmente una soffiata li portò sul posto, peraltro noto per
essere stato teatro di precedenti fucilazioni da parte dei Russi.
L'indomani, 14 aprile 1943, l'Unione Sovietica rompe il silenzio sulla
vicenda con una versione ben diversa dalle affermazioni di Stalin al
governo polacco. "I prigionieri polacchi in questione vennero
internati in campi speciali nei dintorni di Smolensk e impiegati nella
costruzione di strade. Al tempo dell'avanzata delle truppe tedesche
(luglio 1941) non fu possibile trasportarli altrove e caddero di
conseguenza nelle loro mani. Se sono stati trovati uccisi, vuol dire che
sono stati uccisi dai tedeschi i quali, per ragioni propagandistiche,
pretendono ora che il crimine sia stato perpetrato dalle autorità
sovietiche". Il governo britannico, benchè a diretta conoscenza dei
colloqui intercorsi fra Stalin e i generali Sikorski e Anders l’anno
prima con ben altre giustificazioni sulla scomparsa (vedi sopra), dà
ordine di diffondere la precisazione sovietica: la BBC la trasmette,
senza commento, nel notiziario delle 7:15 del 15 aprile 1943. La Russia
stalinista rigettava quindi le accuse, parlando di odiosa macchinazione
orchestrata dai nemici del movimento operaio, mentre gli alleati
occidentali (Francesi, Americani e Croce Rossa), legati a Stalin dal
comune obiettivo di abbattere il nazismo, a loro volta accolsero senza
discutere la tesi, portata avanti dai russi, che il massacro fosse stato
perpetrato dai tedeschi.
continua
sotto
KATYN una verità storica
negata – Napoli 2 aprile 2009
http://193.205.101.169/magazine/Katyn/Katynridotto.pdf
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GLI ATTACCHI
ALL'UNIVERSITA' DI NAPOLI |
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IL COLPEVOLE SILENZIO
USA |
La relazione scientifica “Risultati dell’inchiesta
nella foresta di Katyn” scritta dal Prof. Palmieri fu stampata in
sordina nell'estate del 1943 su "La vita italiana" nel fascicolo n. 364
(luglio 1943) e praticamente subito archiviata tra i Segreti di Stato
per la concomitante caduta del fascismo (non ebbe mai una
ristampa e la rivista cessò le pubblicazioni). Qualcuno in alto
loco, come è lecito supporre, si dovette attivare subito per farla
sparire dalle biblioteche con i nuovi governi di unità nazionale. La
cosa però non era passata inosservata e appena Napoli fu liberata
incominciarono gli attacchi personali alla sua persona. Oltre le
minacce, le contestazioni in aula, i pedinamenti il Prof. Palmieri fu
oggetto di attacchi della stampa libera per molti anni tanto da
equipararlo agli aguzzini di Katyn e delle Ardeatine. Ne mettiamo solo 4 presi dalla
Relazione di Luigia Melillo per l’Università di Napoli - L’Orientale (perizia
di Vincenzo M. Palmieri da pag 33 in poi). KATYN una verità storica
negata – Napoli 2 aprile 2009
http://193.205.101.169/magazine/Katyn/Katynridotto.pdf
Il 7 maggio 1944 sull’edizione napoletana de L’Unità e più precisamente
nella rubrica -In galleria-, si poteva leggere il seguente pezzo:«Fossa
di Katin: Chi si è reso servo della propaganda nazista, chi ha tradito la
propria dignità di uomo di studio con l’asserire scientemente il falso
affermando, armato dello specchietto di una certa scienza di
princisbecco, l’assoluta verità delle panzane naziste circa i cadaveri
delle famose fosse di Katin, non può assolutamente insegnare ai giovani.
È questo il caso del titolare della cattedra di medicina legale
dell’Università di Napoli, prof. V. M. Palmieri, che per ordine e a
spese dello Stato Maggiore germanico si recò a Katin, dichiarò di aver
riconosciuto i cadaveri delle fosse, e tenne una serie di conferenze a
Napoli Venezia, Milano ecc. per confermare con una pretesa auto-rità
scientifica l’immonda tesi nazista. Il prof. Palmieri deve liberare
l’Ateneo napoletano dalla sua odiosa presenza!» Il 16 luglio 1944 in
un breve trafiletto, sempre nell’edizione meridionale de L’Unità,dal
titolo “Epurazione”, l’anonimo articolista invitava la Commissione per
l’epurazione a prendere in esame i casi “più scandalosi”,fra cui veniva
citato quello del prof. Palmieri. |
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In
1944, President Roosevelt assigned Capt. George Earle, his special
emissary to the Balkans, to compile information on Katyn. Earle did so,
using contacts in Bulgaria and Romania. He too concluded that the Soviet
Union was guilty. FDR rejected Earle's conclusion, saying that he was
convinced of Nazi Germany's responsibility. The report was suppressed.
When Earle requested permission to publish his findings, the President
gave him a written order to desist. Earle--who had been a Roosevelt
family friend--spent the rest of the war in American Samoa. In 1949, an
American journalist assembled a committee of prominent Americans, which
included former OSS chief Gen. William Donovan and future DCI Allen
Dulles, to press for an official inquiry, but it went nowhere. Then came
the Korean war and concern that Communist forces were executing American
GIs. "Katyn may well have been a blueprint for Korea," one Congressman
declared. 9 In September 1951, the House of Representatives appointed a
select committee to hold hearings. It was chaired by Rep. Ray J. Madden
and was popularly known as the Madden Committee. Although not without
political or propaganda overtones, the hearings were the most
comprehensive effort to date to gather facts and establish
responsibility. 10 The committee heard 81 witnesses, examined 183
exhibits, and took more than 100 depositions. The hearings gave
Democrats a chance to deflect charges of having "betrayed" Poland and "lost"
China at Yalta and offered Republicans an opportunity to court voters of
Polish and other East European ancestry who traditionally favored
Democrats. Before disbanding the select committee, Madden tried to get
the UN to bring the Katyn massacre before the International Court of
Justice and sought Congressional support for a joint Senate-House
inquiry. 12 But the political will to do so was lacking. Stalin's death,
the rise of a new leadership, and the end of the Korean war seemed to
auger a thaw in US-Soviet relations.
(continua a sono stati gli americani )
l'audizione del congresso Usa
http://www.minelinks.com/war/us_congress_doc1.html
Ad un alto ufficiale
americano che voleva convincere Palmieri a ribaltare la verità circa i
responsabili del massacro nella foresta di Katyn, lui rispose:
“Io non ho mai detto al mondo il lavoro che faccio, io non mi rimangio
la verità” |
Sempre nella stessa edizione, in seconda pagina, si
trovava un altro breve trafiletto intitolato Il caso Palmieri: l’autore
si era ormai affezionato all’epiteto affibbiato al prof. Palmieri,
chiamandolo ormai L’uomo di Katin, e inaugurava l’equazione Fosse di
Katyn/Fosse Ardeatine. Quest’ultimo massacro, la cui responsabilità era
acclarata e indiscussa, secondo l’articolista trovava il suo logico
precedente nel primo, e conduceva alla conclusione che gli autori erano
i medesimi, cioè i nazisti:«L’uomo di Katin ha scritto al Popolo una
letterina nella quale, con quel pudore e quella discrezione che lo
distinguono, annunzia di astenersi da qualsiasi pubblica precisazione
fino a quando le competenti autorità non avranno espresso un giudizio
sul suo operato. Nell’attesa che questo avvenga al più presto (per
nostro conto provvediamo subito a presentare un’ampia documentazione al
riguardo alla Commissione per la epurazione), consigliamo al prof.
Palmieri di recarsi in pellegrinaggio di espiazione alla fossa dell’Ardeatina
dove giacciono invendicati i cadaveri di 320 italiani assassinati da
quelle belve hitleriane che egli ha servito e della cui propaganda
menzognera è stato il consapevole strumento»
L’epurazione e l’Università…… Il 21 settembre scorso (1944), La Voce
(sostituiva l'Unità) si occupò, negli Spiccioli di prima pagina,
dell’epurazione nell’Università di Napoli, rilevando che ad alcuni
professori, insigni per meriti fascisti, era stata conservata la
possibilità di salire ancora nel nuovo anno accademico su quelle
cattedre che per tanti anni prostituirono e disonorarono …..
Nell’Università di Napoli continua ad insegnare Medicina legale un certo
prof. Palmieri, non altrimenti noto, che per la perizia sulla“fossa di Katin” commessagli dai servizi di propaganda nazista. Questo spudorato
mentitore, che prostituì la fama dell’Università di Napoli partecipando
alla falsa attestazione che doveva servire a Goebbels per tramutare le
atrocità naziste in arma di propaganda antisovietica, dovrà essere
giudicato come un criminale di guerra. Ai sensi della legge sui delitti
fascisti (art. 2), egli dovrà rispondere di aver contribuito con atti
rilevanti a mantenere in vigore il regime fascista, ed intanto deve essere
dispensato dal servizio, essendosi dimostrato, come prevede l’art. 11 di
detta legge, indegno di servire lo Stato. La permanenza di questo
ripugnante falsario che del titolo accademico si è servito per avallare
una menzogna è, specialmente dopo la documentazione delle modalità della
strage nazista delle Fosse Ardeatine, un fatto intollerabile per la
serenità di un glorioso istituto di cultura quale l’Università di
Napoli.
Se metter fuori questo signore
dall’Università è, per il prof. Omodeo (rettore), un atto severo e doloroso, per noi e per l’opinione
pubblica è invece un doveroso e necessario atto di epurazione.
La contestazione nei confronti del prof. Palmieri si intensificò alla
vigilia delle elezioni del 18 aprile 1948, che avrebbero poi visto la
sconfitta del Fronte Popolare dei socialcomunisti e la vittoria della DC
di De Gasperi. Ernesto Quagliariello ha rievocato un episodio accaduto
proprio nei giorni che precedevano la data di queste decisive elezioni.
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continua...
Sia la Croce Rossa tedesca che il governo
polacco in esilio a Londra chiesero al Comitato Internazionale della
Croce Rossa (CICR) di indagare sulle fosse comuni del villaggio nei
pressi di Smolensk per appurare le modalità, i tempi e le responsabilità
dell’eccidio. Un comunicato a differenza di altra testimonianza sembra
esserci e porta il numero 183 del 23 aprile 1943 ??. La commissione
della Croce Rossa polacca pur non imputabile di simpatie naziste (autodelegatasi
col comunicato di cui sopra ?), formata da uomini e donne che ben
conoscevano la barbarie nazista (tra essi, si scoprì in seguito, c’erano
persino alcuni membri in incognito della Resistenza polacca!) giunse
agli stessi risultati assolutori per il Reich.
"Varsavia, 17 febbraio 1989 - Un documento
della Croce Rossa polacca (CRP), datato giugno 1943 e pubblicato ora dal
settimanale "Odrodzeine~ indica come data probabile del massacro di
migliaia di ufficiali polacchi nella foresta di Katyn, ora in
Bielorussia, il periodo marzo-maggio 1940, ciò che suggerisce (ma non lo
diceva esplicitamente) una chiara responsabilità dei sovietici e non dei
tedeschi, come fin qui sostenuto dalla propaganda comunista. In seguito
all’invasione della Polonia da parte degli eserciti hitleriani nel
settembre del 1939, l'Urss occupò i territori orientali della Polonia,
inclusa la regione dove sorge la foresta di Katyn.
II rapporto, redatto
dal segretario della Crp, Kazimerz Skarzynski, fu da questi presentato
al consiglio generale della Croce Rossa polacca nel giugno del 1943 (e
al Cicr). Nel 1945, scrive Odrodzeine. Una copia unica fu consegnata
all'incaricato d'affari britannico a Varsavia e quindi trasmessa a
Londra nel 1946. E' stata ora ritrovata da un ricercatore polacco negli
archivi del Foreign Office" (Ansa, 17/2/1989).
“Non c’erano dubbi, scrisse Palmieri, fra noi
12 (i membri effettivi della Commissione Medica) nessuno ebbe alcun
dubbio, non ci fu neppure una obiezione. Fu decisiva l’autopsia del
cranio effettuata dal prof. Orsos di
Budapest che sulla parete interna trovò una sostanza che comincia a
formarsi a tre anni dalla morte. Aveva tre anni anche il boschetto
piantato sulla fossa».
Era stata la famigerata NKVD – la polizia segreta politica – ad
eseguire il massacro, su preciso ordine della dirigenza sovietica (il Politburo del Pcus) cioè di Stalin e dei suoi accoliti. Il responsabile
morale e materiale di questa tragedia sembrerebbe l’allora ministro
dell’Interno Lavrenti Beria, che comandò l’esecuzione
anche se accanto a quella di Stalin stanno le firme di Molotov,
naturalmente Beria, Kaganovic, Vorosilov, Kalinin, Mikojan. Di comune
accordo si conferì agli organi della Nkvd l’ordine di
“esaminare” i casi degli ufficiali polacchi prigionieri secondo la
seguente procedura speciale: “senza citare in giudizio i detenuti e
senza presentare imputazione, senza documentare la conclusione
dell’istruttoria né l’atto di accusa, applicando nei loro confronti la
più alta misura punitiva: la fucilazione".
PAROLA DI NAPOLITANO |
Egli si trovava all’Università di Napoli con altri studenti per
ascoltare una lezione di Medicina legale del prof. Palmieri, allorché
uno di loro “ben noto per le sue idee socialcomuniste”, si mise a urlare
e insultare il professore, “intimandogli il silenzio perché egli, non
degno dell’insegnamento, egli fascista, anzi egli nazista, menzognero e
falsificatore della verità storica, aveva attribuito alle gloriose
truppe sovietiche, alle truppe di Stalingrado la strage di Katyn”,
lasciando attonito e turbato il professore. |
|
Chissà
se il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, segretario del
PCI a Napoli all'epoca, rammenta quella virulenta campagna contro Palmieri; in
caso affermativo, potrebbe, oggi, aggiungere particolari sconosciuti su
quella terribile infamia commessa dai suoi compagni. Napolitano, certo,
sa che il docente non poté più tenere le sue lezioni, essendo insultato,
contestato, minacciato, accusato di connivenza col nazifascismo.
Soltanto un fascista, gli urlavano gli attivisti comunisti, avrebbe
potuto denigrare la santissima Armata rossa, insomma gli eroi di
Stalingrado, attribuendole non opere di bene, bensì la strage di Katyn.
Palmieri, che aveva moglie e figli, scelse la vita e, spaventato a
morte, seppellì la relazione finale della Commissione Naville, contenuta
in una scatola di scarpe, in un terreno di sua proprietà presso Cassino,
proprio là dove 1500 soldati polacchi erano morti per liberare l'Italia
dai tedeschi.
(da 187 siti sull'argomento
in rete).
Oggi (2010) in Italia il film non viene ancora distribuito a noleggio ed è di
difficile reperibilità. Probabilmente la censura di cui godevano i GUF è
più aperta di quella che godiamo noi della seconda Repubblica.
http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/02/16/990601-katyn_coscienza_sporca.shtml
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L'ULTIMA VERITA' DEI COMUNISTI ITALIANI- "SONO STATI GLI
AMERICANI" |
Giorgio Napolitano
nasce a Napoli da genitori di Gallo di Comiziano
(NA). Studente dal 1938 al 1941 al Liceo Classico Umberto I di Napoli frequenta
la 4a e 5a ginnasio e salta poi alla seconda Liceo. Nel dicembre del 1941 si trasferisce con
la sua famiglia a Padova e lì si diploma presso il liceo "Tito Livio".
Nel 1942 Napolitano si iscrive alla
all'Università Federico II di Napoli
facoltà di Giurisprudenza. Durante gli anni dell'Università,
fa parte del GUF, il gruppo universitario fascista: collabora infatti
con il settimanale IX maggio tenendo una rubrica di critica teatrale. In
questo periodo si forma il gruppo storico
di amici
di
Napolitano (Valenz e Palermo, che sarà sottosegretario alla Guerra nel
Governo Bonomi)) che, seppur militando nei Guf, guardava
alle prospettive dell'antifascismo. Napolitano lo dirà più avanti
"Il GUF era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali
antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato".[E.
Berselli - Lord Giorgio d'Italia- L'espresso].
Durante l'occupazione tedesca, con il gruppo
prende parte alle azioni della Resistenza in Campania. In
particolare, tra queste, l'azione con cui si impadroniscono della
redazione del IX maggio, pubblicando brani di Karl Marx mascherati come
pezzi firmati di volta in volta dai diversi componenti del gruppo. Nel
1944 entra in contatto con il gruppo di comunisti napoletani come Mario
Palermo e italo- tunisini come Maurizio Valenzi, che prepararono
l'arrivo a Napoli di Palmiro Togliatti. Nel 1945 Napolitano aderisce al
PCI di cui è segretario federale a Napoli e
Caserta.
Profilo da Wikipedia
L’edizione meridionale de L’Unità era
una filiazione di quella nazionale (redazione e
direzione a Napoli, in via Medina, testata firmata da
Eugenio
Reale e Paolo Tedeschi, alias Velio Spano): Il foglio settimanale
(usciva la domenica) avrebbe cessato le pubblicazioni il 23 luglio
1944, per cedere il posto a La Voce un quotidiano che
peraltro ebbe vita grama, e che fu costretto a sua volta a cessare le
pubblicazioni nel 1948, non senza aver ospitato altri attacchi a
Palmieri. |
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Così
Orizzonti (Unità) del 3 aprile 2004
.... Palmieri, ritornato avventurosamente in Italia dopo lunghe
peregrinazioni, trovò Napoli già liberata dagli alleati
(non è vero
la relazione scientifica “Risultati dell’inchiesta
nella foresta di Katyn” scritta dal Prof. Palmieri fu stampata in
sordina nell'estate del 1943 su "La vita italiana" nel fascicolo n. 364
(luglio 1943 prima della caduta di Mussolini).
Il suo rapporto, di cui custodiva copia, fu intercettato da ufficiali
addetti al controspionaggio della V armata al comando del Generale Mark
Clark. Fu uno di essi, più volte recatosi all’Università, come Achille
Canfora,testimone oculare di ripetuti colloqui perfettamente ricorda, a
dissuaderlo dal rendere noto il documento. L’ufficio per il quale
l’anonimo graduato lavorava era il «Warfare Psychological Branch»,
(PWB psychological
warfare branch: nella foga di raccontar balle Caroli sbaglia anche la
sigla) un
ramo copertissimo di intelligence, sito nella centralissima Piazza della
Borsa
(è
talmente segreto che sanno dove sta. Il Pwb stampava a Bologna il
Corriere dell'Emilia e meteva come sottotitolo-Quotidiano
della Valle Padana a cura del PWB
!!!)
Di tale bureau esistono tracce nel ben noto Napoli 1944 di Norman
Lewis, edito da Adelphi, che ce ne parla come di un
«servizio»
informativo di carattere politico-militare del massimo livello; altresì
ne spiega efficacemente la natura un interessante memoriale pressoché
coevo, Condannati a morte, pubblicato da Longanesi nel lontano 1953-54,
scritto dell’intellettuale comunista «eretico» Guglielmo Peirce,
eminente figura di antifascista sin dagli anni Trenta, caposervizio
cultura dell’Unità, poi uscito dal Pci nel ’49. Testimone anch’egli, ab
initio di quell’inedito connubio american-sovietico che trovò un suo ubi
consistam, proprio nella distorsione e offuscamento della verità sui
massacri di Katyn. Era l’epoca dello sbarco di «Palmiro in Partenope»,
di quei coevi fatti non si sa quanto edotto, e consenziente: ma sulle
cui spalle di leader del più grande Partito comunista occidentale, per
quanto larghe e poderose, non è più giusto, storicamente, rovesciare
ogni responsabilità in merito. Certo lo erano, a pari titolo, gli
alleati angloamericani, anch’essi responsabili di un sinistro «Silenzio
degli Innocenti» protratto per mezzo secolo. Gianni Caroli |
Sikorski e
Klimecki (con Churchill), alti ufficiali polacchi del Governo in esilio a Londra morti
in un "incidente" aereo nel luglio del 1943
-
Partiti
342 non si sa per dove...Ci trasferiscono ancora-
Parole scarne,
annotate in matita su un calendarietto tascabile. Sono gli appunti
segnati il mattino del 2 aprile 1940 da Marian Gasowski, ufficiale
polacco. Uno dei 22mila trucidati nei boschi di Katyn (presso
Smolensk), Tver’ e Char’kov tra aprile e maggio 1940.
http://www.storiain.net/arret/num90/artic2.asp
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Alla fine del
conflitto mondiale i russi incaricarono una Commissione medica da loro
controllata di effettuare altre indagini. Il risultato cui giunse questa
Commissione fu che il
massacro era avvenuto sotto l’occupazione nazista. In tal modo i
sovietici ottennero che almeno la questione della responsabilità
rimanesse controversa. In quel particolare frangente storico, nessuno
fra gli Alleati aveva interesse a credere alla responsabilità russa
nell’eccidio.
Se inconfutabile fu il referto non altrettanto fu il seguito, come
detto, a partire dal 1944. Viste le derive, Palmieri evitò di parlarne e
fece sparire tutte le prove (compreso foto) che diventarono forse la sua
assicurazione sulla vita. Alcuni membri della commissione Katyn
provenienti dai paesi
balcanici ritrattarono all’arrivo delle armate sovietiche di fatto
avvallando la controrelazione detta prima. Chi non l’avvallò venne fatto
fuori mentre il Prof. Hayek di Praga che era stato chiamato come lui
alle fosse di Katyn, ci disse che era scappato in America per sfuggire
alle ritorsioni mortali del KGB. Negli Stati Uniti lavorava come
imbalsamatore. |
La mattanza di Katyn sarebbe tornata utile ai sovietici nel corso del
processo di Norimberga quando il generale Rudenko, titolare dell’accusa
da parte sovietica, avrebbe potuto chiedere d'imputare ai capi nazisti
anche l’uccisione di 22.000 polacchi prigionieri di guerra a Katyn”. Il dossier risulltò lacunoso e incompleto tanto che i tedeschi vennero
esclusi senza per questo incriminare i Russi. Deve essere stata una
bella udienza!!!. L’accusa russa, fu "dimenticata", come non la
"notarono" o sfuggì agli italiani che sono sempre attenti. Nessun riferimento alle migliaia di ufficiali polacchi
assassinati a Katyn si sarebbe poi trovato nel lungo dispositivo della
sentenza del processo (e della condanna a morte dei responsabili) a
qualsiasi altro titolo citato!!!.
Questo è un bell'esempio di
storia |
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Come Palmieri aveva sposato una
straniera (Svizzera) così Reale aveva sposato una Polacca (una ebrea polacca ma nel dopoguerra
quando Reale divenne qui ambasciatore) Reale venne a
trovarsi, come si direbbe, fra due fuochi. In Polonia era difficile
trovare comunisti, anche gli ultimi avevano cambiato idea quando insorse
Varsavia nella speranza o fiducia malriposta che le armate sovietiche
accampate alla periferia intervenissero. In un colloquio del
gennaio 1948 il prof. Palmieri si trovò suo malgrado al centro
degli argomenti (colloqui) dell'ambasciatore sovietico in Italia Kostylev. Questi veniva informato dal
segretario del PCI, Palmiro Togliatti, del “ridotto impegno lavorativo”
di Reale (forse aveva smesso di perseguitare Palmieri). I compagni vicini a Reale gli avevano
infatti consigliato con
insistenza di separarsi dalla moglie. Da parte sua l’ambasciatore
sovietico aggiunse che anche altri dirigenti del PCI avevano segnalato
la scarsa affidabilità della moglie di Reale. I consigli ovviamente non
ebbero l’esito desiderato, perché dopo qualche mese Giuliano Pajetta
informò l’ambasciata che la moglie polacca di Reale “era un personaggio
estremamente negativo sia personalmente che politicamente” (e scomoda),
e propose per lei una soluzione radicale, la solita.
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Sergio
Romano cosi descrive Eugenio Reale:
membro dell' Alta Corte di Giustizia nel settembre del 1944,
sottosegretario agli Esteri nel governo Bonomi e
Parri,
interlocutore segreto di monsignor Montini nel gennaio 1945 (è lui che
farà incontrare Pio XII e Togliatti), ambasciatore a Varsavia dal
settembre del 1945, consigliere di Togliatti per le maggiori
questioni internazionali, membro della delegazione del partito, con
Luigi Longo, alla riunione polacca da cui uscì, sotto il nome di Kominform, una versione aggiornata del vecchio Komintern
idem Giuseppe Averardi ...
L'ex-dirigente (Eugenio Reale) avrebbe tutto
il diritto di vendicarsi e di rivelare il vero motivo per cui era stato
inviato all'estero per quegli anni. Ma il dirigente conserverà sempre
con sé fino alla morte le carte che testimoniano le transazioni
economiche in nero tra le aziende vicine al PCI e i Paesi socialisti.
Ora vengono pubblicate dai suoi ex-collaboratori
(Nel ‘48 Reale fu fatto
segno (forse dai suoi) a colpi di arma da fuoco nei pressi di San
Sebastiano al Vesuvio, come denunciava La Voce (3 aprile 1948)..
4 gennaio 1957 - Su "Il Corriere d’informazione", Alberto Ronchey,
nell’articolo intitolato "Ed ora i giudizi politici sulla grave crisi
comunista", riporta le dichiarazioni di Pietro Nenni favorevoli ad
Eugenio Reale, e quelle contrarie di Sandro Pertini il quale afferma che
"è meglio aver torto con il partito che ragione contro il partito".
Eugenio Reale approda al Psdi dopo l’uscita dal PCI e finisce poi al movimento
di R. Pacciardi (o golpe Sogno-Pacciardi (Pri) del cui governo ombra
risulta componente- Presidente incaricato è Celso De Stefanis (Dc) sottosegretario alla
presidenza, Manlio Brosio (Pli) agli Esteri, gli ex comunisti Eugenio
Reale e Aldo Cucchi, rispettivamente agli Interni e alla Sanita',
Edgardo Sogno alla Difesa, Giovanni Colli, procuratore generale della
repubblica, alla Giustizia, Luigi Durand de la Penne alla Marina
Mercantile. Carioti …Nel
gennaio 1947 Reale lasciò l’incarico a Varsavia, e venne cooptato nelle
direzione del PCI. L’ultimo incarico istituzionale lo ebbe col terzo
governo De Gasperi, in qualità di sottosegretario agli esteri. … poco
dopo aver partecipato a un evento cruciale come la fondazione del Cominform, Reale inizia un progressivo distacco, apparentemente privo di
qualsiasi ragione, dagli organi dirigenti del PCI. Non è il partito a
emarginarlo, come confermeranno poi i suoi stessi detrattori: è lui che
chiede di lasciare la cariche di primo piano per dedicarsi a un lavoro
oscuro. Così al VI Congresso (5-10 gennaio 1948) esce dalla direzione;
al VII (3-8 aprile 1951) lascia il Comitato Centrale:alle politiche del
1953 non si ripresenta candidato al Senato, dove era stato eletto cinque
anni prima…». Dopo aver lasciato il PCI, e se pure vi fu una svolta
politico-ideologica nella vita del Reale, questi non sentì il bisogno di
scusarsi col Palmieri per averlo attaccato così ingiustamente. In una
riunione della Direzione del Pci dell’ottobre 1946, Emilio Sereni
“in molte sezioni di Napoli un intellettuale non andrà perché sono la
sede degli straccioni e di coloro che a qualunque costo tirano
coltellate (e pistolettate)”.
E senza dubbio proprio agitando lo
spauracchio di questa turbolenta massa di manovra il gruppo dirigente
del PCI napoletano cercava di intimidire il professore.
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Commissione presso il Presidente
della Federazione Russa per il contrasto ai tentativi di falsificare la
storia a danno degli interessi dello Stato |
Il primo a “riconoscere” o a fornire alcune
ammissioni fu Gorbaciov nel 1988 (o 87 ma non era capo di stato) che continuava però a sostenere
che i documenti originali riguardanti Katyn erano andati perduti, pur
sapendo che non era vero. Il 13 ottobre 1990 Gorbaciov porse le scuse
ufficiali al popolo polacco per il massacro di cui s'era macchiato il
regime staliniano. Qualche anno dopo, nel 1992, Eltsin, chiedendo a sua
volta perdono alla Polonia, autorizzò l’apertura e la libera
consultazione di alcuni fondi riservati degli archivi ex-sovietici,
compresi quelli relativi alla strage di Katyn, e molta della verità
venne a galla tanto che sul luogo oggi sorge un mausoleo. Nel 2004, per
diretta decisione di Putin, la procura militare della Federazione russa
deliberò di porre per sempre il Segreto di Stato su Katyn. A questo
si ispira anche la recente proposta di legge sulla Storia scritta e
insegnata. |
|
I dirigenti russi non amano che si
ricordi l’alleanza con Hitler (patto Molotov-Ribbentrop) prima del
conflitto, la spartizione di comune accordo della Polonia, la strage
degli ufficiali polacchi compiuta a Katyn..... Medvedev, Presidente della Federazione
Russa, scrive l’8/5/2009 che “i tentativi di falsificare la storia”,
cioè di ricordare alcuni dei fatti menzionati, stanno diventando sempre
più duri, velenosi e aggressivi, non si capisce da parte di chi, ma
presumibilmente di storici occidentali (credevo peggio). E’ prevista una
legge atta a punire coloro che si permettono di sminuire il ruolo
dell’Urss nella lotta al nazismo. La nuova norma ancora in fase di
discussione alla Duma, dovrebbe applicarsi anche ai dirigenti di quelle
Repubbliche ex sovietiche, come l’Ucraina, che accusano Mosca di crimini contro di loro
al tempo della guerra. Ai presidenti dei
Paesi che negano il nostro eroismo non sarà concesso di entrare nei
nostri confini. In base al progetto Shojgù, coloro che falsificano la
storia a danno della Russia saranno puniti con pene da 3 a 5 anni di
carcere (vale anche per il sottoscritto?). In particolare la condanna a
3 anni potrà toccare a coloro che affermassero che l’Urss durante la
guerra commise crimini contro l’umanità. Nella nuova versione della
storia sovietica la colpa
dello scoppio del secondo conflitto mondiale viene attribuita ai
Polacchi e non a Hitler che poverino ha solo reagito. Il 4 giugno 2009,
sul sito del ministero della Difesa, è apparso un articolo dello storico
militare Sergej Kovaljov: “Tutti sanno che la guerra incominciò per il
rifiuto della Polonia di soddisfare le pretese tedesche. Ma è meno noto
che cosa Hitler chiedeva a Varsavia. Le richieste della Germania erano
molto moderate: includere Danzica nel III Reich, permettere la
costruzione di una strada e una ferrovia che attraversasse il corridoio
polacco” Richieste più che fondate perché i suoi cittadini, che
sinceramente desideravano riunirsi con la loro madrepatria erano stati
strappati letteralmente alla Germania dal trattato di pace di
Versailles. In seguito alle proteste il ministero ha deciso di rimuovere dal
sito l’articolo “incriminato” e il portavoce A. Drobyshevskij ha detto
che non era una presa di posizione ufficiale ma una provocazione per una
discussione. |
http://www.unive.it/media/allegato/dep/Documenti/9-Come_gli_uccellini_fuori_dal_nido.rtf
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I bambini polacchi deportati in Unione Sovietica durante la seconda guerra
mondiale
Foreign
Office
(GB):“Dobbiamo ricordare questo avvenimento sempre e non parlarne
mai” Torna
Sikorski e i link per leggere tutto il dossier Polonia
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/sikorsky.htm
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Il Professore, trovatosi nel
mezzo di un intrigo internazionale, minacciato da più versanti politici, tradito
dalla Croce Rossa, spinto
dalla paura della morte e dall’istinto della sopravvivenza, si risolse di non
spendere più parole sul pericoloso argomento. Capì di essere anche lui in
pericolo, e adottò una grande cautela. Decise di mantenere un basso profilo, e
di non parlare o scrivere più di un argomento così pericoloso. Il dopoguerra si apriva col
mondo diviso tra due blocchi contrapposti; alla guerra combattuta seguiva la
guerra fredda tra le due superpotenze, ma l'omerta invece che calare era cresciuta. La condivisione del segreto di GB e USA
se funzionava con Stalin ancor di più lo era coi successori che dovevano
superare le tensioni della fine degli anni ’50, Ungheria, Polonia, Berlino, etc..
Ciò favoriva gli scambi commerciali sottobanco fra Est e Ovest nel silenzio
assenso della colpevolezza e responsabilità fatti sulla pelle di quei 22.000. In
Italia questo sistema prenderà il nome di consociativismo. La prima fase fù
quella armata: i comunisti avevano conservato le armi della resistenza e i
democristiani li controbattevano con Gladio poi, al dissolvimento delle
ideologie si passò sul piano politico alla seconda fase. Definizione di
consociativismo (presa dalla rete)-
Con questo termine, in Italia è stata definita la pratica
politico-parlamentare consistente nell'accordo sistematico tra le diverse forze
di maggioranza e opposizione, per renderle tutte partecipi (in base alla loro
consistenza elettorale ma anche al loro potere di condizionamento) dei
vantaggi economici e di prestigio connessi all'esercizio del potere. Il
consociativismo invalse nella vita politica italiana a partire dalla fine degli
anni '70, dando luogo a una distorsione del ruolo di maggioranza e opposizione
in un sistema democratico e a un diffuso fenomeno di corruzione. |
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