LA SECONDA GUERRA MONDIALE

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   KATYN 1940/43

NEGAZIONISMO = impossibile che siano stati i comunisti

 

che la storia non si pronunci !!

«Sono in molti ad avere interesse a che il mio film non sia proiettato, ad acquistarne i diritti per non farlo vedere» Wajda.

KATYN IL FILM

http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/cinemawajda.htm

a fondo pagina del link sotto il filmato dello scoprimento delle fosse di Katyn http://www.herodote.net/histoire/evenement.php?jour=19430413 

  da"Enciclopedia della II G. M. - Una storia di uomini" (a cura di E. Biagi, 1980 -1983). Colloqui Kot-Visinskij e Kot-Stalin - SPARIZIONE DEGLI UFFICIALI POLACCHI
6 ottobre 1941 l'ambasciatore polacco in Russia, il  professor Jan Kott, comunista, chiede un colloquio al ministro degli Affari Esteri sovietico,Andrej Visinskij, per discutere la scomparsa del gruppo di ufficiali polacchi. Jan Kott ha conservato il seguente resoconto del suo incontro con Visinskij:
Kott: "Signor ministro, le sottopongo alcune cifre. Il numero degli ufficiali polacchi fatti prigionieri dall'Armata Rossa e deportati in diverse parti della Russia è, almeno, di 9.500 ( 12 generali, 130 colonnelli e 9227 ufficiali subalterni). Fino ad oggi noi non ne abbiamo ritrovati che duecento. Che ne è stato degli altri? Noi sappiamo che più di quattromila ufficiali vennero internati a Starolbelsk e Kolzielsk e, di là, trasferiti in campi sconosciuti. Ci aiuti a ritrovarli".
Visinskij: "Bisogna che lei tenga conto delle circostanze, signor ambasciatore.. Dal 1939 ad oggi sono avvenuti enormi cambiamenti nell'Unione Sovietica. Intere popolazioni hanno lasciato le loro regioni per trasferirsi altrove: figuriamoci i singoli individui ... Noi abbiamo liberato un gran numero di vostri soldati: taluni hanno trovato lavoro in Unione Sovietica, altri sono rientrati direttamente in Polonia ..."
Kott: "Se uno soltanto degli ufficiali cui ho accennato fosse stato rimesso in libertà si sarebbe subito messo in contatto con noi. Non si tratta di bimbi, o di criminali obbligati a nascondersi. Non è possibile non immaginare che essi si trovino ancora in Russia".

DOVE ERANO FINITI QUEI 10.000 UOMINI ??

Molti polacchi erano stati fatti prigionieri dai russi a seguito dell'invasione della Polonia e internati in diversi campi di detenzione, tra cui i più noti sono Ostashkov, Kozielsk e Starobielsk. Kozielsk e Starobielsk vennero usati principalmente per gli ufficiali, mentre Ostashkov conteneva principalmente, guide, gendarmi, poliziotti e secondini. Contrariamente ad una credenza diffusa, solo 9.500 ( 12 generali, 130 colonnelli e 9227 ufficiali subalterni)  dei circa 15.000 prigionieri di guerra erano ufficiali. I soldati seguirono altri destini e si calcola che oltre 100.000 non videro la fine della guerra. Chi si salvò lo deve all’accordo seguito alla invasione Tedesca del giugno 1941 quando Stalin accettò di creare una armata polacca in esilio (con l’aiuto inglese) che però non poteva vantarsi del riconoscimento del governo in Esilio a Londra “non ufficiale”  perché non riconosciuto da Stalin che ne progettava uno suo parallelo.  Appena due giorni dopo l'invasione della Polonia, il 19 settembre 1939, il Commissario di Primo Grado della Sicurezza di Stato (il Ministro per gli Affari Interni), Lavrentij Beria riunì il Consiglio dell'NKVD (Narodnyj Komissariat Vnutrennich Del ex GPU o Polizia Segreta) per i prigionieri di guerra e gli internati (presieduto dal Capitano della Sicurezza dello Stato, Pyotr K. Soprunenko) ordinando l'apertura dei campi di detenzione per i  polacchi. Questi erano i campi di: Jukhnovo (stazione ferroviaria di Babynino), Yuzhe (Talitsy), Kozielsk, Kozelshchyna, Oranki, Ostashkov (Isola Stolbnyi, sul Lago Seliger, vicino a Ostashkov), Putyvli (stazione ferroviaria di Tetkino), Starobielsk, Vologda (stazione ferroviaria di Zaenikevo) e Gryazovets. Poi, come abbiamo visto il silenzio cala sulla vicenda. Si trattava di una intera classe dirigente, la cui perdita avrebbe pesato sul destino futuro del paese.  Nessuno ebbe più modo di ritornare sull'argomento: la sparizione continuava ad essere inspiegabile e anche dopo l'"assoluzione" dei Polacchi per intercessione di Londra (I polacchi erano nemici di Hitler e se erano o continuavano ad essere prigionieri di Stalin una sola ragione poteva esserci, Stalin aveva nostalgia di Hitler ?). Sikorski e Anders, che con difficoltà cercavano di riunire una nuova armata polacca in esilio, continuano a notare la mancanza di tanti. Come comandante delle forze polacche in Urss Anders si diede da fare per formare un esercito effettivo che non fosse solo di figura o sulla carta di accordi. Di collaborazione russa però non si parlava anzi…ad Anders non occorse molto per capire che una gran parte sia degli ufficiali, che dei soldati e civili (750.000) erano “scomparsi”. Dietro ordine di Stalin, il Comando russo lesinò al generale polacco sia informazioni che aiuti o mezzi, giustificando il tutto con l’emergenza guerra nella quale si stava dibattendo il paese. Mosca non aveva alcuna intenzione di equipaggiare, armare e fare combattere alcun soldato polacco (che facesse beninteso richiesta di combattere) in difesa sia del suolo russo minacciato, che della patria. E fu così che nella primavera del 1942 Anders chiese a Stalin almeno il permesso di trasferire 159.000 ex prigionieri polacchi in Persia con l’aiuto dei britannici per svincolarsi dalla pesante tutela sovietica.

 

Jan Kot, congedato da Visinskij, non si arrende.. Un mese più tardi, nel novembre 1941, ottenne un colloquio con Stalin. Anche di questo Kot redige un verbale:

Kott: "Signor presidente, lei ha accordato l'amnistia a tutti i cittadini polacchi abitanti nell'Unione Sovietica. Vuole insistere coi dirigenti del governo russo affinchè il suo nobile gesto sia realmente e integralmente applicato?"
Stalin: "Lei intende dire che, qui da noi, ci sono ancora dei polacchi prigionieri?"
Kott: "Almeno per quanto riguarda il campo di Starolbelsk, abolito nel 1940, noi non siamo riusciti a trovare un solo soldato".
Stalin: "Ordinerò un'inchiesta, glielo prometto ...".
Kott: "Signor presidente, mi consenta di insistere per la liberazione dei nostri ufficiali. Ne abbiamo bisogno per preparare il nostro nuovo esercito. I documenti che possediamo stabiliscono la data in cui essi furono portati nei vari campi ...".
Stalin: "Lei ha le liste dettagliate?".
Kott: "Tutti i nomi sono segnati, in ordine alfabetico, dai comandanti russi dei campi: con queste liste compivano ogni giorno l'appello dei prigionieri. Inoltre la polizia sovietica aveva aperto un fascicolo individuale per ogni ufficiale. Se si prende, ad esempio l'Armata del Gen. Anders ci si accorge che nessuno degli ufficiali del suo Stato Maggiore è stato ritrovato".

 

Stalin scrolla la testa, prende il telefono e chiama il capo della polizia: "Sono Stalin, volete farmi sapere se tutti i prigionieri di guerra polacchi sono stati liberati? Richiamatemi più tardi". Poi il dittatore cominciò a parlare d'altro finché il telefono squillò e Stalin, senza dire una parola, ascoltò una lunga spiegazione da parte del capo della polizia. Infine, rivolto all'ambasciatore polacco, riprese a parlare con lui senza più accennare alla scomparsa dei prigionieri. Da quel momento il governo polacco a Londra invierà all'Unione Sovietica 49 note diplomatiche chiedendo notizie sugli ufficiali mancanti. Nessuna risposta.

 

Dicembre 1942 Il capo del governo polacco in esilio a Londra - il 62enne generale Wladislav Sikorski, un galiziano duro e autoritario - decide, d'accordo col presidente della repubblica Raczkievicz  di discutere il problema direttamente con Stalin. Accompagnato dal generale Anders, che dirige l'organizzazione della nuova armata, si reca a Mosca. Il dittatore russo è elusivo. Dice che sul territorio dell'URSS non esiste un solo polacco prigioniero: "forse sono fuggiti da qualche parte, quando abbiamo proclamato l'amnistia". "Ma dove mai?" "Chi lo sa? Probabilmente in Manciuria" ribatte impassibile Stalin.…!!!...  Sikorski morirà in circostanze non proprio misteriose il 4 luglio 1943 con il Gen. Tadeusz Klimecki (Chief of the General Staff of the Supreme Commander in London). http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/sikorsky.htm

NEGAZIONISMO: impossibile che siano stati i comunisti

The executions took place at different locations but the massacre took its name from just one, the Katyn Forest in western Russia. Some 15,000 victims' bodies were tossed into mass graves and the rest are thought to be still buried in secret mass graves.

 

IMPUTATO VINCENZO PALMIERI, ALZATEVI !!

Vincenzo Maria Palmieri nasce  a  xxxx  nel 1899 e si laurea a Napoli con lode nel 1922. Il padre, colonnello medico originario della Calabria, si assicurò che in giovane età il figlio Vincenzo avesse un’educazione molto erudita per il suo tempo: nel corso della sua vita,infatti, Palmieri parlò inglese, francese e tedesco, strumenti  di cui si avvalse nell’affermare la sua fama internazionale. Era molto religioso e da fervente credente, faceva parte dell’Azione Cattolica. Poiché all’epoca in Italia erano proibite le riunioni, queste allora avvenivano in Svizzera (1924) dove la presidente di A.C.  era una baronessa, Erna Irene von Wattenwyl, bernese, che più tardi Palmieri sposò (a Berna all’Annunziatura apostolica il 20 settembre 1930) e dalla quale avrebbe avuto tre figli.  Nel ’35 divenne ordinario a Sassari a soli 36 anni, quando di solito ne occorrevano 50, poi a Bari per altri 5 anni. Nella sua carriera era stato in Spagna, Francia e Germania, aveva studiato con i maggiori esperti mondiali di medicina legale, quali Gellimek e Strassmann (di cui fu allievo). Strassmann era un professore di medicina legale di fama internazionale, e Palmieri a Berlino sotto la sua guida aveva frequentato i più avanzati istituti di medicina legale. Dopo la guerra sarà Sindaco di Napoli dal settembre 1962 al giugno 1963 (Per rispettare i bilanci del Comune cercava di non contrarre debiti, e fu così che i suoi stessi compagni della DC lo sollevarono dopo soli due anni dall’incarico).  Morirà nel 1994

LA CROCE ROSSA   dalla relazione Palmieri
Professor Francis Naville (1883 - 1968), His role in the inquiry on the massacre in Katyn
On April 13th 1943, the German radio announced that a common grave containing the corpses of Polish officers was found in the forest of Katyn, near Smolensk. Further enquiries showed that the dead bodies were those of officers imprisoned by the Russians in autumn 1939 and about who nobody had news since Springtime 1940. The CICR (COMITATO INTERNAZIONALE DELLA CROCE ROSSA) refused to deal with this problem without the agreement of the Soviets. So the Germans called together a committee of international experts to examine the grave in Katyn. Prof. Francis Naville, director of the medico-legal Institute of the University of Geneva, was the only expert really neutral in that commission. He had the merit to prove quite clearly that these criminal executions were ordered by Stalin. After the Second World War, Prof. Naville was criticised for having accepted to participate to the mission to Katyn by Jean Vincent, a deputy of the Swiss labour party (communist party) who claimed that the massacre of Katyn had been done by the Germans. Prof. Naville got no support from the CICR, who "did not want to know" who was responsible in order to avoid diplomatic complications with the Soviet Union. Only in 1989 the discovery of Prof. Naville was accepted and confirmed by the Soviet authorities.
karbowski@freesurf.ch  http://rdpl.over-blog.com/article-un-savant-suisse-sur-le-fil-du-rasoir-par-sylvie-arsever--39455847.html

Ndr: Si tratta come evidente di paesi occupati, ad esclusione della Svizzera (prof. Naville) e, escludendo la Francia, poi la Spagna assenti a vario titolo dalle decisioni, di realtà nazionali minori, per cui a stendere il verbale venne chiamato il Prof. Palmieri noto in Germania e padrone della lingua. La commissione comprendeva oltre ad anatomopatologi anche botanici e entomologi che avrebbero esaminato il terreno, le piante e gli insetti.

 

La professoressa Lina Palmieri, la figlia, precisa: “Mio padre fu nominato dalla Commissione! E la Commissione di Katyn fu istituita dalla Croce Rossa. Il 24 aprile 1943 mio padre partì per la Polonia”.

Ndr: Si nota in questo ricordo una digressione dalla relazione stessa di cui si mette sotto l’apertura, da quella del Professor Francis Naville, a fianco, con l’effettivo andamento delle cose. Una volta presosi l’impegno il CICR (il comitato internazionele della Croce Rossa) di Ginevra non poteva rivoltare una perizia e come tante fonti dicono comunque non ne riconobbe nessuna e di nessuna avrebbe fatto parte senza il preventivo consenso sovietico, sul territorio del quale non aveva accesso per le ispezioni non avendo questa firmato la convenzione di Ginevra del 1929 !!. La Croce Rossa quindi si allinea con tutti gli organi che negarono il fatto fino al 1989. In una recente commemorazione sugli Ebrei nella Giornata della Memoria il Presidente Napolitano attribuisce alla Croce Rossa il merito di aver fatto molto scoperte , al contrario la Croce Rossa è molto più famosa per i suoi silenzi (omertà) in questo periodo. Mitica la farsa nazista sotto gli occhi della Croce Rosa a Theresien Stadt. The International Red Cross had found a very neat formula for evading responsibility: it was clear that there were better diplomats in Geneva than General Sikorski had at his disposal. The investigation of the Katyn massacre was never carried out.
Questo di Katyn è solo uno delle decine di crimini commessi dalla stessa Croce Rossa nata per combatterli.

Dalla Relazione Palmieri pag 1
Sabato Santo 24 aprile (1943) sono stato telefonicamente avvisato che il Governo Germanico mi aveva, col consenso delle nostre Autorità, designato a far parte di una commissione internazionale, invitata a recarsi immediatamente al fronte russo presso Smolensk, onde procedere ad una inchiesta medico-legale si cadaveri esumati in gran copia nella foresta di Katyn. … la domenica di Pasqua ero già in viaggio per Roma e di lì, espletate le necessarie formalità, proseguii in aereo per Berlino, dove la commissione era convocata per il martedi 27. Colà ci trovammo infatti in 14 appartenenti alle università dei seguenti paesi: Gand (Belgio), Sofia (Bulgaria), Zagreb (Croazia Dr. Edward Lucas Miloslavich ma se ne cita anche un'altro il Professore di Patologia e Anatomia alla Zagreb University Ljudevit Jurak che verrà condannato a morte nel 1945 http://www.katyn.org.au/jurak.html
* ), Copenhague (Danimarca Dr. Helge Tramsen), Helsinki (Finlandia), Groningen aux Pays-Bas (Olanda), Prague (Prot. Boemia e Moravia), Bratislava (Slovacchia), Budapest (Ungheria),  Bucarest (Romania), Francia, Svizzera (prof Naville), Spagna (Lo spagnolo prof. Piga ammalatosi si ritirò, il francese Generale Medico era solo osservatore) e Italia. In due aeroplani militari ripartimmo subito via Varsavia per Smolensk, dove siamo stati ospiti del Q.G tedesco. A Smolensk ha pure sede il servizio medico-legale dei tedeschi diretto dal prof. Buhtz, ordinario a Breslavia, il che ci ha permesso di avere a disposizione i mezzi tecnici ed il personale ausiliario di cui avevamo bisogno.

* .. two Croatian specialists were invited by the International Committee of the Red Cross (Cicr) to take part in the investigation in 1943: prof.dr. Eduard Miloslavic and prof.dr. Ljudevit Jurak. The result was that this cold-blooded mass slaughter was committed by the Soviets. Prof.. dr. Miloslavic emigrated in time to the USA, while prof. Jurak remained in Zagreb, and was imprisoned on the demand of the Russian NKVD by the Yugoslav communists in May 1945. It was offered to him that he would not be accused as a military criminal and that his life would be spared if he declared that his report for the Red Cross Committee had been signed under pressure. He refused to do so, fully aware of the consequence....
«Un fetore, un fetore terribile che non dimenticherò mai. Era difficile lavorare, anche se i cadaveri si erano conservati bene nel terreno arido: nelle tasche delle divise si erano salvati perfino carte d’identità, lettere, ritagli di giornale, fotografie di famiglia, diari non terminati. Non c’erano dubbi, fra noi dodici nessuno ebbe alcun dubbio, non ci fu neppure un’obiezione. Fu decisiva l’autopsia del cranio effettuata dal prof. Orsos di Budapest: sulla parete interna trovò una sostanza che comincia a formarsi a tre anni dalla morte. Aveva tre anni anche il boschetto piantato sulla fossa. Rimanemmo alzati fino alle tre del mattino per redigere il rapporto perché dovevamo avere l’approvazione di tutti i firmatari su ogni minima correzione e sfumatura. Il referto è inconfutabile. Lo firmarono senza esitazioni anche il professor Markov di Sofia e il professor Hajek di Praga; non c’è da stupirsi se,in un secondo tempo, ritrattarono (quando i loro paesi furono invasi da Mosca Before the committee held its hearings in Europe, word was received that Drs. Markov and Hajek, who are today in countries behind the iron curtain, were giving radio talks implying that they were not in full agreement with the German International Medical Commission's protocol which they had signed on April 30, 1943). Probabilmente avrei ritrattato anch’io, se Napoli fosse stata liberata dagli eserciti sovietici. No, non ci fu la minima pressione da parte dei tedeschi, solo per dovere d’ufficio ci aiutava un ufficiale di collegamento, il professor Buhtz dell’Università di Breslavia, che d’altronde fu poi fucilato perla congiura di Stauffenberg del Luglio 1944.
  Tutto era ricominciato nella primavera del 1943 (primi giorni di aprile, nel pieno della seconda guerra mondiale), quando la radio tedesca comunicava che nella foresta di Katyn (Smolensk), località a metà strada fra Minsk (Bielorussia) e Mosca erano state trovate delle fosse che contenevano migliaia di cadaveri (fosse scoperte presumibilmente fra febbraio e marzo). Il ministro Joseph Goebbels annotava nel suo diario che “vicino a Smolensk sono state trovate delle fosse comuni piene di cadaveri polacchi seppelliti alla rinfusa, ma vestiti di tutto punto”. Diversamente dalle fosse comuni scoperte dopo i crimini del nazismo, le vittime dell’ Armata Rossa venivano sepolte vestite (i tedeschi avevano l’avvertenza di non lasciare adosso alle vittime documenti di riconoscimento, perciò li giustiziavano nudi). Non era un ritrovamento casuale. Smolensk era stata occupata dai tedeschi a metà luglio del ’41 e fu persa con la ritirata dalla Russia il 25 settembre 1943 dopo le violenti battaglie dell’estate. Erano quindi quasi due anni che i tedeschi erano in zona e probabilmente una soffiata li portò sul posto, peraltro noto per essere stato teatro di precedenti fucilazioni da parte dei Russi. L'indomani, 14 aprile 1943, l'Unione Sovietica rompe il silenzio sulla vicenda con una versione ben diversa dalle affermazioni di Stalin al governo polacco. "I prigionieri polacchi in questione vennero internati in campi speciali nei dintorni di Smolensk e impiegati nella costruzione di strade. Al tempo dell'avanzata delle truppe tedesche (luglio 1941) non fu possibile trasportarli altrove e caddero di conseguenza nelle loro mani. Se sono stati trovati uccisi, vuol dire che sono stati uccisi dai tedeschi i quali, per ragioni propagandistiche, pretendono ora che il crimine sia stato perpetrato dalle autorità sovietiche". Il governo britannico, benchè a diretta conoscenza dei colloqui intercorsi fra Stalin e i generali Sikorski e Anders l’anno prima con ben altre giustificazioni sulla scomparsa (vedi sopra), dà ordine di diffondere la precisazione sovietica: la BBC la trasmette, senza commento, nel notiziario delle 7:15 del 15 aprile 1943. La Russia stalinista rigettava quindi le accuse, parlando di odiosa macchinazione orchestrata dai nemici del movimento operaio, mentre gli alleati occidentali (Francesi, Americani e Croce Rossa), legati a Stalin dal comune obiettivo di abbattere il nazismo, a loro volta accolsero senza discutere la tesi, portata avanti dai russi, che il massacro fosse stato perpetrato dai tedeschi. continua sotto KATYN una verità storica negata – Napoli 2 aprile 2009 http://193.205.101.169/magazine/Katyn/Katynridotto.pdf 
GLI ATTACCHI ALL'UNIVERSITA' DI NAPOLI  

IL COLPEVOLE SILENZIO USA

La relazione scientifica “Risultati dell’inchiesta nella foresta di Katyn” scritta dal Prof. Palmieri fu stampata in sordina nell'estate del 1943 su "La vita italiana" nel fascicolo n. 364 (luglio 1943) e praticamente subito archiviata tra i Segreti di Stato per la concomitante caduta del fascismo (non ebbe mai una ristampa e la rivista cessò le pubblicazioni). Qualcuno in alto loco, come è lecito supporre, si dovette attivare subito per farla sparire dalle biblioteche con i nuovi governi di unità nazionale. La cosa però non era passata inosservata e appena Napoli fu liberata incominciarono gli attacchi personali alla sua persona. Oltre le minacce, le contestazioni in aula, i pedinamenti il Prof. Palmieri fu oggetto di attacchi della stampa libera per molti anni tanto da equipararlo agli aguzzini di Katyn e delle Ardeatine. Ne mettiamo solo 4 presi dalla Relazione di Luigia Melillo per l’Università di Napoli - L’Orientale (perizia di Vincenzo M. Palmieri da pag 33 in poi). KATYN una verità storica negata – Napoli 2 aprile 2009 http://193.205.101.169/magazine/Katyn/Katynridotto.pdf 
Il 7 maggio 1944 sull’edizione napoletana de L’Unità e più precisamente nella rubrica -In galleria-, si poteva leggere il seguente pezzo:«Fossa di Katin: Chi si è reso servo della propaganda nazista, chi ha tradito la propria dignità di uomo di studio con l’asserire scientemente il falso affermando, armato dello specchietto di una certa scienza di princisbecco, l’assoluta verità delle panzane naziste circa i cadaveri delle famose fosse di Katin, non può assolutamente insegnare ai giovani. È questo il caso del titolare della cattedra di medicina legale dell’Università di Napoli, prof. V. M. Palmieri, che per ordine e a spese dello Stato Maggiore germanico si recò a Katin, dichiarò di aver riconosciuto i cadaveri delle fosse, e tenne una serie di conferenze a Napoli Venezia, Milano ecc. per confermare con una pretesa auto-rità scientifica l’immonda tesi nazista. Il prof. Palmieri deve liberare l’Ateneo napoletano dalla sua odiosa presenza!» Il 16 luglio 1944 in un breve trafiletto, sempre nell’edizione meridionale de L’Unità,dal titolo “Epurazione”, l’anonimo articolista invitava la Commissione per l’epurazione a prendere in esame i casi “più scandalosi”,fra cui veniva citato quello del prof. Palmieri.
 

In 1944, President Roosevelt assigned Capt. George Earle, his special emissary to the Balkans, to compile information on Katyn. Earle did so, using contacts in Bulgaria and Romania. He too concluded that the Soviet Union was guilty. FDR rejected Earle's conclusion, saying that he was convinced of Nazi Germany's responsibility. The report was suppressed. When Earle requested permission to publish his findings, the President gave him a written order to desist. Earle--who had been a Roosevelt family friend--spent the rest of the war in American Samoa. In 1949, an American journalist assembled a committee of prominent Americans, which included former OSS chief Gen. William Donovan and future DCI Allen Dulles, to press for an official inquiry, but it went nowhere. Then came the Korean war and concern that Communist forces were executing American GIs. "Katyn may well have been a blueprint for Korea," one Congressman declared. 9 In September 1951, the House of Representatives appointed a select committee to hold hearings. It was chaired by Rep. Ray J. Madden and was popularly known as the Madden Committee. Although not without political or propaganda overtones, the hearings were the most comprehensive effort to date to gather facts and establish responsibility. 10 The committee heard 81 witnesses, examined 183 exhibits, and took more than 100 depositions. The hearings gave Democrats a chance to deflect charges of having "betrayed" Poland and "lost" China at Yalta and offered Republicans an opportunity to court voters of Polish and other East European ancestry who traditionally favored Democrats. Before disbanding the select committee, Madden tried to get the UN to bring the Katyn massacre before the International Court of Justice and sought Congressional support for a joint Senate-House inquiry. 12 But the political will to do so was lacking. Stalin's death, the rise of a new leadership, and the end of the Korean war seemed to auger a thaw in US-Soviet relations. (continua a sono stati gli americani ) l'audizione del congresso Usa http://www.minelinks.com/war/us_congress_doc1.html
Ad un alto ufficiale americano che voleva convincere Palmieri a ribaltare la verità circa i responsabili del massacro nella foresta di Katyn, lui rispose: “Io non ho mai detto al mondo il lavoro che faccio, io non mi rimangio la verità”

Sempre nella stessa edizione, in seconda pagina, si trovava un altro breve trafiletto intitolato Il caso Palmieri: l’autore si era ormai affezionato all’epiteto affibbiato al prof. Palmieri, chiamandolo ormai L’uomo di Katin, e inaugurava l’equazione Fosse di Katyn/Fosse Ardeatine. Quest’ultimo massacro, la cui responsabilità era acclarata e indiscussa, secondo l’articolista trovava il suo logico precedente nel primo, e conduceva alla conclusione che gli autori erano i medesimi, cioè i nazisti:«L’uomo di Katin ha scritto al Popolo una letterina nella quale, con quel pudore e quella discrezione che lo distinguono, annunzia di astenersi da qualsiasi pubblica precisazione fino a quando le competenti autorità non avranno espresso un giudizio sul suo operato. Nell’attesa che questo avvenga al più presto (per nostro conto provvediamo subito a presentare un’ampia documentazione al riguardo alla Commissione per la epurazione), consigliamo al prof. Palmieri di recarsi in pellegrinaggio di espiazione alla fossa dell’Ardeatina dove giacciono invendicati i cadaveri di 320 italiani assassinati da quelle belve hitleriane che egli ha servito e della cui propaganda menzognera è stato il consapevole strumento»

L’epurazione e l’Università…… Il 21 settembre scorso (1944), La Voce (sostituiva l'Unità) si occupò, negli Spiccioli di prima pagina, dell’epurazione nell’Università di Napoli, rilevando che ad alcuni professori, insigni per meriti fascisti, era stata conservata la possibilità di salire ancora nel nuovo anno accademico su quelle cattedre che per tanti anni prostituirono e disonorarono ….. Nell’Università di Napoli continua ad insegnare Medicina legale un certo prof. Palmieri, non altrimenti noto, che per la perizia sulla“fossa di Katin” commessagli dai servizi di propaganda nazista. Questo spudorato mentitore, che prostituì la fama dell’Università di Napoli partecipando alla falsa attestazione che doveva servire a Goebbels per tramutare le atrocità naziste in arma di propaganda antisovietica, dovrà essere giudicato come un criminale di guerra. Ai sensi della legge sui delitti fascisti (art. 2), egli dovrà rispondere di aver contribuito con atti rilevanti a mantenere in vigore il regime fascista, ed intanto deve essere dispensato dal servizio, essendosi dimostrato, come prevede l’art. 11 di detta legge, indegno di servire lo Stato. La permanenza di questo ripugnante falsario che del titolo accademico si è servito per avallare una menzogna è, specialmente dopo la documentazione delle modalità della strage nazista delle Fosse Ardeatine, un fatto intollerabile per la serenità di un glorioso istituto di cultura quale l’Università di Napoli.  Se metter fuori questo signore dall’Università è, per il prof. Omodeo (rettore), un atto severo e doloroso, per noi e per l’opinione pubblica è invece un doveroso e necessario atto di epurazione.  La contestazione nei confronti del prof. Palmieri si intensificò alla vigilia delle elezioni del 18 aprile 1948, che avrebbero poi visto la sconfitta del Fronte Popolare dei socialcomunisti e la vittoria della DC di De Gasperi. Ernesto Quagliariello ha rievocato un episodio accaduto proprio nei giorni che precedevano la data di queste decisive elezioni.

  continua...  Sia la Croce Rossa tedesca che il governo polacco in esilio a Londra chiesero al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) di indagare sulle fosse comuni del villaggio nei pressi di Smolensk per appurare le modalità, i tempi e le responsabilità dell’eccidio. Un comunicato a differenza di altra testimonianza sembra esserci e porta il numero 183 del 23 aprile 1943 ??. La commissione della Croce Rossa polacca pur non imputabile di simpatie naziste (autodelegatasi col comunicato di cui sopra ?), formata da uomini e donne che ben conoscevano la barbarie nazista (tra essi, si scoprì in seguito, c’erano persino alcuni membri in incognito della Resistenza polacca!) giunse agli stessi risultati assolutori per il Reich.
"Varsavia, 17 febbraio 1989 - Un documento della Croce Rossa polacca (CRP), datato giugno 1943 e pubblicato ora dal settimanale "Odrodzeine~ indica come data probabile del massacro di migliaia di ufficiali polacchi nella foresta di Katyn, ora in Bielorussia, il periodo marzo-maggio 1940, ciò che suggerisce (ma non lo diceva esplicitamente) una chiara responsabilità dei sovietici e non dei tedeschi, come fin qui sostenuto dalla propaganda comunista. In seguito all’invasione della Polonia da parte degli eserciti hitleriani nel settembre del 1939, l'Urss occupò i territori orientali della Polonia, inclusa la regione dove sorge la foresta di Katyn.
II rapporto, redatto dal segretario della Crp, Kazimerz Skarzynski, fu da questi presentato al consiglio generale della Croce Rossa polacca nel giugno del 1943 (e al Cicr). Nel 1945, scrive Odrodzeine. Una copia unica fu consegnata all'incaricato d'affari britannico a Varsavia e quindi trasmessa a Londra nel 1946. E' stata ora ritrovata da un ricercatore polacco negli archivi del Foreign Office" (Ansa, 17/2/1989).
“Non c’erano dubbi, scrisse Palmieri, fra noi 12 (i membri effettivi della Commissione Medica) nessuno ebbe alcun dubbio, non ci fu neppure una obiezione. Fu decisiva l’autopsia del cranio effettuata dal prof. Orsos di Budapest che sulla parete interna trovò una sostanza che comincia a formarsi a tre anni dalla morte. Aveva tre anni anche il boschetto piantato sulla fossa». Era stata la famigerata NKVD – la polizia segreta politica – ad eseguire il massacro, su preciso ordine della dirigenza sovietica (il Politburo del Pcus) cioè di Stalin e dei suoi accoliti. Il responsabile morale e materiale di questa tragedia sembrerebbe l’allora ministro dell’Interno Lavrenti Beria, che comandò l’esecuzione anche se accanto a quella di Stalin stanno le firme di Molotov, naturalmente Beria, Kaganovic, Vorosilov, Kalinin, Mikojan. Di comune accordo si conferì agli organi della Nkvd l’ordine di “esaminare” i casi degli ufficiali polacchi prigionieri secondo la seguente procedura speciale: “senza citare in giudizio i detenuti e senza presentare imputazione, senza documentare la conclusione dell’istruttoria né l’atto di accusa, applicando nei loro confronti la più alta misura punitiva: la fucilazione".

PAROLA DI NAPOLITANO

Egli si trovava all’Università di Napoli con altri studenti per ascoltare una lezione di Medicina legale del prof. Palmieri, allorché uno di loro “ben noto per le sue idee socialcomuniste”, si mise a urlare e insultare il professore, “intimandogli il silenzio perché egli, non degno dell’insegnamento, egli fascista, anzi egli nazista, menzognero e falsificatore della verità storica, aveva attribuito alle gloriose truppe sovietiche, alle truppe di Stalingrado la strage di Katyn”, lasciando attonito e turbato il professore.  

Chissà se il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, segretario del PCI a Napoli all'epoca, rammenta quella virulenta campagna contro Palmieri; in caso affermativo, potrebbe, oggi, aggiungere particolari sconosciuti su quella terribile infamia commessa dai suoi compagni. Napolitano, certo, sa che il docente non poté più tenere le sue lezioni, essendo insultato, contestato, minacciato, accusato di connivenza col nazifascismo. Soltanto un fascista, gli urlavano gli attivisti comunisti, avrebbe potuto denigrare la santissima Armata rossa, insomma gli eroi di Stalingrado, attribuendole non opere di bene, bensì la strage di Katyn. Palmieri, che aveva moglie e figli, scelse la vita e, spaventato a morte, seppellì la relazione finale della Commissione Naville, contenuta in una scatola di scarpe, in un terreno di sua proprietà presso Cassino, proprio là dove 1500 soldati polacchi erano morti per liberare l'Italia dai tedeschi. (da 187 siti sull'argomento in rete).

 

Oggi (2010) in Italia il film non viene ancora distribuito a noleggio ed è di difficile reperibilità. Probabilmente la censura di cui godevano i GUF è più aperta di quella che godiamo noi della seconda Repubblica. http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/02/16/990601-katyn_coscienza_sporca.shtml 

L'ULTIMA VERITA' DEI COMUNISTI ITALIANI- "SONO STATI GLI AMERICANI"

Giorgio Napolitano nasce a Napoli da genitori di Gallo di Comiziano (NA). Studente dal 1938 al 1941 al Liceo Classico Umberto I di Napoli  frequenta la 4a e 5a ginnasio e salta poi alla seconda Liceo. Nel dicembre del 1941 si trasferisce con la sua famiglia a Padova e lì si diploma presso il liceo "Tito Livio". Nel 1942 Napolitano si iscrive alla all'Università Federico II di Napoli facoltà di Giurisprudenza. Durante gli anni dell'Università, fa parte del GUF, il gruppo universitario fascista: collabora infatti con il settimanale IX maggio tenendo una rubrica di critica teatrale. In questo periodo si forma il gruppo storico di amici di Napolitano (Valenz e Palermo, che sarà sottosegretario alla Guerra nel Governo Bonomi)) che, seppur militando nei Guf, guardava alle prospettive  dell'antifascismo. Napolitano lo dirà più avanti "Il GUF era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato".[E. Berselli - Lord Giorgio d'Italia- L'espresso]. Durante l'occupazione tedesca, con il gruppo prende parte alle azioni della Resistenza in Campania. In particolare, tra queste, l'azione con cui si impadroniscono della redazione del IX maggio, pubblicando brani di Karl Marx mascherati come pezzi firmati di volta in volta dai diversi componenti del gruppo. Nel 1944 entra in contatto con il gruppo di comunisti napoletani come Mario Palermo e italo- tunisini come Maurizio Valenzi, che prepararono l'arrivo a Napoli di Palmiro Togliatti. Nel 1945 Napolitano aderisce al PCI di cui è segretario federale a Napoli e Caserta. Profilo da Wikipedia

L’edizione meridionale de L’Unità era una filiazione di quella nazionale (redazione e direzione  a Napoli, in via Medina, testata  firmata da Eugenio Reale e Paolo Tedeschi, alias Velio Spano): Il foglio settimanale (usciva la domenica) avrebbe cessato le pubblicazioni il 23 luglio 1944, per cedere il posto a La Voce un quotidiano che peraltro ebbe vita grama, e che fu costretto a sua volta a cessare le pubblicazioni nel 1948, non senza aver ospitato altri attacchi a Palmieri.

 

Così Orizzonti (Unità) del 3 aprile 2004

.... Palmieri, ritornato avventurosamente in Italia dopo lunghe peregrinazioni, trovò Napoli già liberata dagli alleati (non è vero la relazione scientifica “Risultati dell’inchiesta nella foresta di Katyn” scritta dal Prof. Palmieri fu stampata in sordina nell'estate del 1943 su "La vita italiana" nel fascicolo n. 364 (luglio 1943 prima della caduta di Mussolini). Il suo rapporto, di cui custodiva copia, fu intercettato da ufficiali addetti al controspionaggio della V armata al comando del Generale Mark Clark. Fu uno di essi, più volte recatosi all’Università, come Achille Canfora,testimone oculare di ripetuti colloqui perfettamente ricorda, a dissuaderlo dal rendere noto il documento. L’ufficio per il quale l’anonimo graduato lavorava era il «Warfare Psychological Branch», (PWB psychological warfare branch: nella foga di raccontar balle Caroli sbaglia anche la sigla) un ramo copertissimo di intelligence, sito nella centralissima Piazza della Borsa (è talmente segreto che sanno dove sta. Il Pwb stampava a Bologna il Corriere dell'Emilia e meteva come sottotitolo-Quotidiano della Valle Padana a cura del PWB !!!) Di tale bureau esistono tracce nel ben noto Napoli 1944 di Norman Lewis, edito da Adelphi, che ce ne parla come di un «servizio» informativo di carattere politico-militare del massimo livello; altresì ne spiega efficacemente la natura un interessante memoriale pressoché coevo, Condannati a morte, pubblicato da Longanesi nel lontano 1953-54, scritto dell’intellettuale comunista «eretico» Guglielmo Peirce, eminente figura di antifascista sin dagli anni Trenta, caposervizio cultura dell’Unità, poi uscito dal Pci nel ’49. Testimone anch’egli, ab initio di quell’inedito connubio american-sovietico che trovò un suo ubi consistam, proprio nella distorsione e offuscamento della verità sui massacri di Katyn. Era l’epoca dello sbarco di «Palmiro in Partenope», di quei coevi fatti non si sa quanto edotto, e consenziente: ma sulle cui spalle di leader del più grande Partito comunista occidentale, per quanto larghe e poderose, non è più giusto, storicamente, rovesciare ogni responsabilità in merito. Certo lo erano, a pari titolo, gli alleati angloamericani, anch’essi responsabili di un sinistro «Silenzio degli Innocenti» protratto per mezzo secolo. Gianni Caroli

Sikorski e Klimecki (con Churchill), alti ufficiali polacchi del Governo in esilio a Londra morti in un "incidente" aereo nel luglio del 1943

 

- Partiti 342 non si sa per dove...Ci trasferiscono ancora- Parole scarne, annotate in matita su un calendarietto tascabile. Sono gli appunti segnati il mattino del 2 aprile 1940 da Marian Gasowski, ufficiale polacco. Uno dei 22mila trucidati nei boschi di Katyn (presso Smolensk), Tver’ e Char’kov tra aprile e maggio 1940. http://www.storiain.net/arret/num90/artic2.asp 

  Alla fine del conflitto mondiale i russi incaricarono una Commissione medica da loro controllata di effettuare altre indagini. Il risultato cui giunse questa Commissione fu che il massacro era avvenuto sotto l’occupazione nazista. In tal modo i sovietici ottennero che almeno la questione della responsabilità rimanesse controversa. In quel particolare frangente storico, nessuno fra gli Alleati aveva interesse a credere alla responsabilità russa nell’eccidio. Se inconfutabile fu il referto non altrettanto fu il seguito, come detto, a partire dal 1944. Viste le derive, Palmieri evitò di parlarne e fece sparire tutte le prove (compreso foto) che diventarono forse la sua assicurazione sulla vita. Alcuni membri della commissione Katyn provenienti dai paesi balcanici ritrattarono all’arrivo delle armate sovietiche di fatto avvallando la controrelazione detta prima. Chi non l’avvallò venne fatto fuori mentre il Prof. Hayek di Praga che era stato chiamato come lui alle fosse di Katyn, ci disse che era scappato in America per sfuggire alle ritorsioni mortali del KGB. Negli Stati Uniti lavorava come imbalsamatore.

La mattanza di Katyn sarebbe tornata utile ai sovietici nel corso del processo di Norimberga quando il generale Rudenko, titolare dell’accusa da parte sovietica, avrebbe potuto chiedere d'imputare ai capi nazisti anche l’uccisione di 22.000 polacchi prigionieri di guerra a Katyn”. Il dossier risulltò lacunoso e incompleto tanto che i tedeschi vennero esclusi senza per questo incriminare i Russi. Deve essere stata una bella udienza!!!. L’accusa russa, fu "dimenticata", come non la "notarono" o sfuggì agli italiani che sono sempre attenti. Nessun riferimento alle migliaia di ufficiali polacchi assassinati a Katyn si sarebbe poi trovato nel lungo dispositivo della sentenza del processo (e della condanna a morte dei responsabili) a qualsiasi altro titolo citato!!!.

Questo è un bell'esempio di storia

  Come Palmieri aveva sposato una straniera (Svizzera) così Reale aveva sposato una Polacca (una ebrea polacca ma nel dopoguerra quando Reale divenne qui ambasciatore) Reale venne a trovarsi, come si direbbe, fra due fuochi. In Polonia era difficile trovare comunisti, anche gli ultimi avevano cambiato idea quando insorse Varsavia nella speranza o fiducia malriposta che le armate sovietiche accampate alla periferia intervenissero. In un colloquio del gennaio 1948  il prof. Palmieri si trovò suo malgrado al centro degli argomenti (colloqui) dell'ambasciatore sovietico in Italia Kostylev. Questi veniva informato dal segretario del PCI, Palmiro Togliatti, del “ridotto impegno lavorativo” di Reale (forse aveva smesso di perseguitare Palmieri). I compagni vicini a Reale gli avevano infatti consigliato con insistenza di separarsi dalla moglie. Da parte sua l’ambasciatore sovietico aggiunse che anche altri dirigenti del PCI avevano segnalato la scarsa affidabilità della moglie di Reale. I consigli ovviamente non ebbero l’esito desiderato, perché dopo qualche mese Giuliano Pajetta informò l’ambasciata che la moglie polacca di Reale “era un personaggio estremamente negativo sia personalmente che politicamente” (e scomoda), e propose per lei una soluzione radicale, la solita.
     

Eugenio Reale

Sergio Romano cosi descrive Eugenio Reale: membro dell' Alta Corte di Giustizia nel settembre del 1944, sottosegretario agli Esteri nel governo Bonomi e Parri, interlocutore segreto di monsignor Montini nel gennaio 1945 (è lui che farà incontrare Pio XII e Togliatti), ambasciatore a Varsavia dal settembre del 1945, consigliere di Togliatti per le maggiori questioni internazionali, membro della delegazione del partito, con Luigi Longo, alla riunione polacca da cui uscì, sotto il nome di Kominform, una versione aggiornata del vecchio Komintern
idem Giuseppe Averardi ... L'ex-dirigente (Eugenio Reale) avrebbe tutto il diritto di vendicarsi e di rivelare il vero motivo per cui era stato inviato all'estero per quegli anni. Ma il dirigente conserverà sempre con sé fino alla morte le carte che testimoniano le transazioni economiche in nero tra le aziende vicine al PCI e i Paesi socialisti. Ora vengono pubblicate dai suoi ex-collaboratori (Nel ‘48 Reale fu fatto segno (forse dai suoi) a colpi di arma da fuoco nei pressi di San Sebastiano al Vesuvio, come denunciava La Voce (3 aprile 1948)..
4 gennaio 1957 - Su "
Il Corriere d’informazione", Alberto Ronchey, nell’articolo intitolato "Ed ora i giudizi politici sulla grave crisi comunista", riporta le dichiarazioni di Pietro Nenni favorevoli ad Eugenio Reale, e quelle contrarie di Sandro Pertini il quale afferma che "è meglio aver torto con il partito che ragione contro il partito".  Eugenio Reale approda al Psdi dopo l’uscita dal PCI e finisce poi al movimento di R. Pacciardi (o golpe Sogno-Pacciardi (Pri) del cui governo ombra risulta componente- Presidente incaricato è Celso De Stefanis (Dc) sottosegretario alla presidenza, Manlio Brosio (Pli) agli Esteri, gli ex comunisti Eugenio Reale e Aldo Cucchi, rispettivamente agli Interni e alla Sanita', Edgardo Sogno alla Difesa, Giovanni Colli, procuratore generale della repubblica, alla Giustizia, Luigi Durand de la Penne alla Marina Mercantile. Carioti …Nel gennaio 1947 Reale lasciò l’incarico a Varsavia, e venne cooptato nelle direzione del PCI. L’ultimo incarico istituzionale lo ebbe col terzo governo De Gasperi, in qualità di sottosegretario agli esteri. … poco dopo aver partecipato a un evento cruciale come la fondazione del Cominform, Reale inizia un progressivo distacco, apparentemente privo di qualsiasi ragione, dagli organi dirigenti del PCI. Non è il partito a emarginarlo, come confermeranno poi i suoi stessi detrattori: è lui che chiede di lasciare la cariche di primo piano per dedicarsi a un lavoro oscuro. Così al VI Congresso (5-10 gennaio 1948) esce dalla direzione; al VII (3-8 aprile 1951) lascia il Comitato Centrale:alle politiche del 1953 non si ripresenta candidato al Senato, dove era stato eletto cinque anni prima…». Dopo aver lasciato il PCI, e se pure vi fu una svolta politico-ideologica nella vita del Reale, questi non sentì il bisogno di scusarsi col Palmieri per averlo attaccato così ingiustamente. In una riunione della Direzione del Pci dell’ottobre 1946, Emilio Sereni “in molte sezioni di Napoli un intellettuale non andrà perché sono la sede degli straccioni e di coloro che a qualunque costo tirano coltellate (e pistolettate)”. E senza dubbio proprio agitando lo spauracchio di questa turbolenta massa di manovra il gruppo dirigente del PCI napoletano cercava di intimidire il professore.

Commissione presso il Presidente della Federazione Russa per il contrasto ai tentativi di falsificare la storia a danno degli interessi dello Stato

Il primo a “riconoscere” o a fornire alcune ammissioni fu Gorbaciov nel 1988 (o 87 ma non era capo di stato) che continuava però a sostenere che i documenti originali riguardanti Katyn erano andati perduti, pur sapendo che non era vero. Il 13 ottobre 1990 Gorbaciov porse le scuse ufficiali al popolo polacco per il massacro di cui s'era macchiato il regime staliniano. Qualche anno dopo, nel 1992, Eltsin, chiedendo a sua volta perdono alla Polonia, autorizzò l’apertura e la libera consultazione di alcuni fondi riservati degli archivi ex-sovietici, compresi quelli relativi alla strage di Katyn, e molta della verità venne a galla tanto che sul luogo oggi sorge un mausoleo. Nel 2004, per diretta decisione di Putin, la procura militare della Federazione russa deliberò di porre per sempre il Segreto di Stato su Katyn. A questo si ispira anche la recente proposta di legge sulla Storia scritta e insegnata.   I dirigenti russi non amano che si ricordi l’alleanza con Hitler (patto Molotov-Ribbentrop) prima del conflitto, la spartizione di comune accordo della Polonia, la strage degli ufficiali polacchi compiuta a Katyn.....  Medvedev, Presidente della Federazione Russa, scrive l’8/5/2009 che “i tentativi di falsificare la storia”, cioè di ricordare alcuni dei fatti menzionati, stanno diventando sempre più duri, velenosi e aggressivi, non si capisce da parte di chi, ma presumibilmente di storici occidentali (credevo peggio). E’ prevista una legge atta a punire coloro che si permettono di sminuire il ruolo dell’Urss nella lotta al nazismo. La nuova norma ancora in fase di discussione alla Duma, dovrebbe applicarsi anche ai dirigenti di quelle Repubbliche ex sovietiche, come l’Ucraina, che accusano Mosca di crimini contro di loro al tempo della guerra. Ai presidenti dei Paesi che negano il nostro eroismo non sarà concesso di entrare nei nostri confini. In base al progetto Shojgù, coloro che falsificano la storia a danno della Russia saranno puniti con pene da 3 a 5 anni di carcere (vale anche per il sottoscritto?). In particolare la condanna a 3 anni potrà toccare a coloro che affermassero che l’Urss durante la guerra commise crimini contro l’umanità. Nella nuova versione della storia sovietica la colpa dello scoppio del secondo conflitto mondiale viene attribuita ai Polacchi e non a Hitler che poverino ha solo reagito. Il 4 giugno 2009, sul sito del ministero della Difesa, è apparso un articolo dello storico militare Sergej Kovaljov: “Tutti sanno che la guerra incominciò per il rifiuto della Polonia di soddisfare le pretese tedesche. Ma è meno noto che cosa Hitler chiedeva a Varsavia. Le richieste della Germania erano molto moderate: includere Danzica nel III Reich, permettere la costruzione di una strada e una ferrovia che attraversasse il corridoio polacco” Richieste più che fondate perché i suoi cittadini, che sinceramente desideravano riunirsi con la loro madrepatria erano stati strappati letteralmente alla Germania dal trattato di pace di Versailles. In seguito alle proteste il ministero ha deciso di rimuovere dal sito l’articolo “incriminato” e il portavoce A. Drobyshevskij ha detto che non era una presa di posizione ufficiale ma una provocazione per una discussione.

http://www.unive.it/media/allegato/dep/Documenti/9-Come_gli_uccellini_fuori_dal_nido.rtf 

I bambini polacchi deportati in Unione Sovietica durante la seconda guerra mondialeDvinnitza un vero massacro nazista

Foreign Office (GB):“Dobbiamo ricordare questo avvenimento sempre  e  non  parlarne mai”

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Sikorski e i link per leggere tutto il dossier Polonia

http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/sikorsky.htm

 

Il Professore, trovatosi nel mezzo di un intrigo internazionale, minacciato da più versanti politici, tradito dalla Croce Rossa, spinto dalla paura della morte e dall’istinto della sopravvivenza, si risolse di non spendere più parole sul pericoloso argomento. Capì di essere anche lui in pericolo, e adottò una grande cautela. Decise di mantenere un basso profilo, e di non parlare o scrivere più di un argomento così pericoloso. Il dopoguerra si apriva col mondo diviso tra due blocchi contrapposti; alla guerra combattuta seguiva la guerra fredda tra le due superpotenze, ma l'omerta invece che calare era cresciuta. La condivisione del segreto di GB e USA se funzionava con Stalin ancor di più lo era coi successori che dovevano superare le tensioni della fine degli anni ’50, Ungheria, Polonia, Berlino, etc.. Ciò favoriva gli scambi commerciali sottobanco fra Est e Ovest nel silenzio assenso della colpevolezza e responsabilità fatti sulla pelle di quei 22.000. In Italia questo sistema prenderà il nome di consociativismo. La prima fase fù quella armata: i comunisti avevano conservato le armi della resistenza e i democristiani li controbattevano con Gladio poi, al dissolvimento delle ideologie si passò sul piano politico alla seconda fase. Definizione di consociativismo (presa dalla rete)- Con questo termine, in Italia è stata definita la pratica politico-parlamentare consistente nell'accordo sistematico tra le diverse forze di maggioranza e opposizione, per renderle tutte partecipi (in base alla loro consistenza elettorale ma anche al loro potere di condizionamento) dei vantaggi economici e di prestigio connessi all'esercizio del potere. Il consociativismo invalse nella vita politica italiana a partire dalla fine degli anni '70, dando luogo a una distorsione del ruolo di maggioranza e opposizione in un sistema democratico e a un diffuso fenomeno di corruzione.