I DIFFICILI CONFINI TEDESCHI
A EST E A OVEST - LE 10 AREE A RISCHIO
CAPITOLO INSERITO NEL DOSSIER POLONIA- KATYN
« Questa non è una pace, è un armistizio per vent'anni.. » aveva detto Ferdinand Foch nel 1919
Questo capitolo per la lunghezza e la complessità degli argomenti viene diviso in due sottoparti. Se ne consiglia la lettura a chi ha una conoscenza di base dei confini tedeschi (politici, etnografici, geografici) e per chi ha una buona conoscenza della situazione europea degli ultimi 100 anni. Lo stesso dicasi per chi conosce o vuole conoscere l'analoga situazione polacco/russa. Non mi soffermo sulla situazione dei confini italiani alla fine della grande guerra (prima mondiale o IV di indipendenza come viene anche classificata risorgimentalmente), già trattata (ne degli altri fronti minori come i Balcani, l'Africa, il Medioriente), ma solo delle aree baltiche di frizione, di territori a lingua e popolazione tedesca da sempre spina nel fianco delle sistemazioni europee (escludo per ora la Boemia e i Sudeti Cechi che non furono oggetto di decisioni da parte del trattato di pace di Versailles). L'Impero Tedesco (II° Reich, il primo era il Sacro Romano Impero (962/1806, il III sarà quello di Hitler) prima della Guerra era costituito formalmente da 26 stati "federati" così definiti: 4 Regni (erano Re in Germania anche capi di stato stranieri come la Regina d'Inghilterra ad es.), 6 Granducati, 5 Ducati, 7 Principati, 3 città libere e un territorio imperiale di nuova acquisizione, l'ex regione francese bilingue - Alsazia e Lorena - conquistata nel 1870 (e naturalmente tutti dipendevano da un imperatore, Guglielmo II). L'impero contava 68 milioni di abitanti su 541.000 Kmq e si spingeva fino alla Prussia Orientale, al fiume Memel (o Niemen) comprendendo Konigsberg (l'attuale exclave russa di Kaliningrad).
1a parte - 6 aree oggetto del trattato di Versailles - Prussia e Polonia (storia)- Gli Ebrei
2a parte - le altre 4 aree a rischio - gli Junkers - il corridoio di Danzica - Adolf Hitle cancelliere del Reich
1a parte
Eupen e Malmedy - 1
Partendo da Ovest, quindi dalla Francia e dal Belgio, analizziamo una per una le principali aree di frizione sia etnica che politica e/o conflittuale. Partiamo dal Belgio che, attaccato ed invaso nonostante la neutralità dichiarata quasi cento anni prima, chiese a fine conflitto una compensazione territoriale oltre i danni fisici, a prescindere dalle etnie (le aree di confine in terre aperte come quelle sono sempre mistilingue, il Belgio lo è già di suo (franco-fiammingo), e una rivendicazione etnica se si vuole la si trova sempre !!! specialmente quando si è vinta una guerra e ovunque). Il Belgio chiese quindi formalmente il distretto di Moresnet di 1000 kmq con 60.000 abitanti costituito dai circoli di Eupen e Malmedy (persi nel 1815!!! quando il Regno del Belgio non esisteva ancora) che gli vennero riconosciuti. La zona è quella del Belgio Orientale (nella piantina soprastante in alto a metà a sx in scuro) all'incrocio con i confini Olandesi (Maastricht, NL.) e a pochissima distanza da Francorchamps (B) oggi nota pista di F1 e da Aachen, la romana/tedesca Aquisgrana. I Belgi in seguito al trattato di pace avevano anche occupato l'area di confine a nord di Aquisgrana fra la Mosa e le città di industriali di Essen, Duisburg e Dusseldorf come cuscinetto di sicurezza che doveva essere smilitarizzato (dai tedeschi) per diversi anni per pagare come tutte le altre areee smilitarizzate i danni di guerra. La striscia sottostante come le regioni occupate da Inglesi, Americani e Francesi vengono descritte nel paragrafo successivo. La presenza italiana sul fronte francese per una eventuale concorso nella occupazione di aree confinanti a copertura di danni di guerra non viene neanche presa in considerazione mentre la questione italiana sulla Dalmazia darà la possibilità a tutti di farsi gli affari nostri e noi stare al gioco !!!!. Questa era ed è la politica estera italiana che negli ultimi 150 anni non è cambiata di una virgola (salvo con la gestione Mussolini). Che in Italia abbiano combattuto soldati tedeschi anche prima della dichiarazione di guerra non ha alcun interesse e valore e nemmeno che i nostri siano andati a morire in Francia e nei Balcani. In Italia ha "operato" un reggimento ( 1 sic!!) Usa e qualche inglese e francese in più, molto prudenti, ed alla fine della guerra i confini li tracceranno loro.
ALSAZIA-LORENA - 2 - SAAR - 3
L'area più ricca industrialmente (anche per i giacimenti di ferro e carbone) venne spartita fra Francesi e Francesi. L'Alsazia e la Lorena, che sta fra i punti di Metz (a Ovest) Pechelbronn (a Est) e Mulhouse (a sud) (vedi piantina a sx) linguisticamente a forte presenza tedesca (siamo oltre il Reno e potete ancora oggi farvi un giro in questa strana Francia) ritornò ai Francesi sic et simpliciter senza bisogno di inutili referendum o plebisciti o discussioni. Se l'erano presa i Tedeschi nel 1870 e ora se la riprendevano loro a prescindere dalle etnie: le regole etniche e geografiche di solito funzionano e contano solo per gli italiani. Dopo la guerra dei 30 anni (1648) la regione alsaziana, appartenente all'Austria !!!, passò ai Francesi (Strasburgo esclusa fino al 1781). La Lorena (Vescovati di Verdun, Toul e Metz) passò alla Francia nel 1766 e la situazione non venne modificata con il congresso di Vienna del 1815. Nel 1870 le due regioni tornarono alla Germania escluso la città di Belfort. Il vecchio confine è la linea tratteggiata, punto e linea, più a ovest che esclude Belfort ma comprende Metz. Come dalla piantina l'area è ricca di Ferro, Carbone, Potassa (industrie vetro e sapone), Sale e Petrolio !!.
L'area immediatamente a nord di questa è nota come territorio della Saar o bacino della Saar dal nome dell'omonimo fiume. La popolazione di lingua tedesca conta 650.000 abitanti su 1912 kmq. Il suo popolamento è dovuto allo sviluppo industriale della regione, nella quale le miniere, le officine, le vetrerie, le fabbriche di ceramiche attirano e attireranno molti immigrati. Il Governo postbellico del territorio è affidato per la circostanza a una "Commissione della Società delle Nazioni" composta da un membro francese, uno non francese ma originario della Saar e altri tre di Paesi che non siano nè la Francia nè la Germania (ci sarà l'Italia ma non a spartire, a guardare). Il regime doganale instaurato è quello francese, come francese è la moneta. Le miniere sono in proprietà assoluta della Francia; se il plebiscito risulterà favorevole alla Germania il Governo tedesco ha il diritto di riscattarle in "oro", prendendo come base del computo il valore delle miniere nel 1920 diminuito del controvalore di 150 milioni di tonn. di minerale estratte dalla Francia per danni di guerra. Dal primo mandato fiduciario si passò ad una vera e propria occupazione militare nel 1923 per garantire l'assolvimento del debito di guerra verso la Francia, appunto. Oltre il Reno a Est una vasta zona demilitarizzata larga 50 km che andava dal Belgio alla Svizzera ma, come detto sopra, le città di Colonia, Bonn, Coblenza e Magonza erano comunque occupate dalla restante coalizione, Americani, Inglesi e Francesi. Il plebiscito nella Saar ci sarà poi e sarà a favore della Germania (90%) come era prevedibile nonostante in Germania non fosse sempre facile collegare il pranzo con la cena. La consultazione fu stabilita per il 13 gennaio 1935 in un clima politico ancora molto incerto in considerazione dell'accresciuto peso acquisito ora dalla Germania Hitleriana. Per garantirne l'ordinato svolgimento, al comando del generale britannico I.H. Brind si costituì la SAARFORCE forte di 3300 uomini: 1500 britannici, 1300 italiani, 250 svedesi e 250 olandesi. http://www.difesa.it/backoffice/upload/allegati/2007/%7BEA12CF2D-A718-475E-9472-BE3D68C45222%7D.pdf
Nel contingente italiano, posto sotto il comando del
Generale Sebastiano Visconti Prasca, erano inquadrati: un Reggimento formato da due Brigate
(semibrigate!! tratte da due Reggimenti Granatieri) al comando del Colonnello Melotti
con la bandiera del 1° Granatieri
-
il 2° Squadrone del 19° Reggimento Cavalleggeri Guide su carri armati leggeri L3 e 1 battaglione di Carabinieri Reali provenienti da tutte
le Legioni d'Italia al comando del T. Col. Emilio Peano, costituito
da:
un comando (4 ufficiali, 5 sottufficiali e 6 carabinieri) e
3 cp di 3 pl. ciascuna per un totale di 367 uomini.
SCHLESWIG-HOLSTEIN - 4
La quarta area in contestazione era la Danimarca meridionale o Slesvig (Schleswig) settentrionale comprendente anche il territorio dei Frisoni (Rodenas) sul mare di fronte alle isole Sylt e Fohr. Anche quest'area ha attinenza con le vicende italiane come vedremo. L’ex potenza marittima Danese è ormai agli sgoccioli (ma è ancora padrona della Groenlandia), dopo aver perso la Norvegia a favore del Regno unico di Svezia per la sua alleanza con Napoleone. Nonostante tutto la Danimarca ha ancora l’ardire di sfidare, nel 1848, una grande potenza industriale agli albori come la confederazione tedesca (ma molto divisa e sotto le ali della Prussia). La guerra, che durerà tre anni, vedrà la Danimarca incredibilmente vincitrice (ma l’aveva aiutata la Svezia). I tedeschi regolarono i conti 16 anni dopo (1864) muovendo guerra prima alla Danimarca poi all’Austria (1866) assicurandosi questa volta il fronte meridionale tenuto dall’alleato Italiano. Con la prima pace del 1852 l’intera regione (nello Slesvig meridionale e in tutto l’Holstein prevale la popolazione di lingua tedesca) resta sotto i danesi anche se la parte meridionale dell'Holstein con capitale Kiel è un ducato danese (il re danese ne era duca) che rientra però nella confederazione Germanica di cui si è detto in apertura. Dopo la morte del re Federico VII di Danimarca nel 1863, la successione allo Schleswig e Holstein fu rivendicata da diverse persone. La reclamò il nuovo re, Cristiano IX di Danimarca come usanza ma la reclamò anche il duca di Augustenborg, appartenete a un altro ramo della famiglia. Per dirimere la questione in maniera salomonica la Confederazione Germanica (a guida Prussiana) e Austria, dichiararono guerra alla Danimarca, battendola e costringendola a cedere i ducati. Nel 1865 fu fatto un accordo tra Prussiani e Austriaci: gli austriaci occupavano e amministravano l'Holstein, mentre i prussiani facevano altrettanto con lo Schleswig. Il "pacifico" accordo finì l'anno dopo con la guerra austro-prussiana del 1866 e il conseguente accorpamento di Schleswig e Holstein sotto la nuova corona Germanica: era nato ufficialmente il II Reich. Gli scontri cominciarono il 1° febbraio 1866, quando le truppe prussiane lo invasero. Dopo circa 9 mesi di scontri e le disfatte italiane in estate giunse la loro schiacciante vittoria a Sadowa (o Hradec Králové in ceco) contro gli austriaci (3 luglio 1866). Il mondo non sarebbe più stato lo stesso: la pace a Vienna suggellò la fine politica (per ora) degli Asburgo e la nascita del moderno Reich Tedesco. La pace di Praga non portò modificazioni territoriali oltre quelle dette ma costrinse l’Austria a cedere il Veneto all’Italia (sempre per un tramite). I re, i granduchi etc... tedeschi d'ora in poi non conteranno più nulla e gli Asburgo divideranno, se vogliono sopravvivere ai nazionalismi, il loro territorio in due corone distinte (Austria e Ungheria) negando una ulteriore corona agli italiani e agli slavi.
- Austria o Cisleitania nome col quale si designavano i territori a ovest del fiume Leitha costituenti l'impero d'Austria propriamente detto. Comprendeva l'alta e bassa Austria, i regni di Boemia, Dalmazia e Galizia, i ducati di Salisburgo, Stiria, Carinzia, Carniola, Slesia e Bucovina, i marchesati di Moravia e d'Istria, le contee del Tirolo (alto e basso), di Gorizia e Gradisca, il Vorarlberg e Trieste
- Ungheria, Transleitania col resto. La Danimarca mantenne l'Islanda, le isole Fær Øer e la Groenlandia. Oltre che sulle colonie nordiche la Danimarca governò anche sull'India danese dal 1628 al 1869, sulla Costa d'oro danese (Ghana) dal 1658 al 1850 e sulle Indie occidentali danesi (le Isole Vergini Statunitensi) dal 1671 al 1917 e accettò la riserva d'un eventuale plebiscito per le popolazione dello Slesvig settentrionale che non ebbe mai seguito fino al termine della I Guerra Mondiale (10 febbraio 1920).
Andò alla Danimarca un territorio di 3.400 kmq con una popolazione di 165.000 abitanti ma non l’area dei frisoni (Rodenas),
nota per la razza bovina Holstein Friesian (Frisona bianca pezzata nera attualmente utilizzata per la produzione del Parmigiano Reggiano in sostituzione della autoctona rossina reggiana).
The Holstein Friesian (Frisona) breed is the most important of the breeds that are approved for Parmigiano-Reggiano milk production. Each Holstein produces around 2,500 gallons of milk each year. http://www.rbvex.it/europag/schleswig.html le bandiere.
Il Canale di Kiel è un
canale artificiale di 98 km che collega il mare del Nord (Brunsbüttel) al mar
Baltico (Kiel) dal 1895. Il canale, tramite il quale si evita la
circumnavigazione della penisola dello Jutland, permettendo un risparmio di 280
miglia nautiche (519 km !!!), è la via d'acqua più utilizzata al mondo. Il
primo collegamento tra i due mari era l'Eiderkanal che utilizzava il fiume Eider.
Fu completato nel 1784 e misura 43 km sui 175 del tragitto tra Kiel e
l'imboccatura dell'Eider (a Tönning). Era largo 29 metri e profondo 3 cosa che
limitava la portata e la dimensione dei battelli a circa 300 tonn.
ed ora spostiamoci a Est
MEMEL
-
Klaipėda
- 5 (piantina più sotto)
Territorio al confine fra Prussia e Lituania venne assegnato a quest'ultima il 16 febbraio 1923. La superficie è di 2.655 kmq ed è abitata da 141.000 persone.
Memel was a port in Lithuania. Most people who lived in Memel were Lithuanians and, therefore, the government of Lithuania believed that the port should be governed by it. However, the Treaty of Versailles had put Memel and the land surrounding the port under the control of the League. For three years, a French general acted as a governor of the port but in 1923 the Lithuanians invaded the port. The League intervened and gave the area surrounding Memel to Lithuania but they made the port an "international zone". Lithuania agreed to this decision. Though this can be seen as a League success – as the issue was settled – a counter argument is that what happened was the result of the use of force and that the League responded in a positive manner to those (the Lithuanians) who had used force. The Memelland was part of the Lithuanian Republic, legally enjoying an autonomous status, but in fact under martial law. In 1939 Nazi Germany forced the return of the Memelland to Germany.On March 20, 1939, Hitler demanded that the area be returned to Germany and surprisingly, the Lithuanian government agreed. On March 23 a peaceful occupation of the city and district was carried out by German troops who debarked by ship.
A nord di Memel (piantina più sotto) il territorio della Curlandia . Memel ritornerà ai tedeschi in un disegno più ampio di alleanze quando nel 1938 si cercò di definire anche il destino della Lituania e di Vilnius (Vilno o Vilna) (vedi sotto).
La Curlandia è una regione dell'area baltica compresa nell'attuale territorio della Lettonia. In passato, con il nome di Wittemberg, costituiva una provincia dello stato dell'Ordine Teutonico della Livonia (ca. 1200–1560), in seguito fu un ducato all'interno della Confederazione Polacco-Lituana (1560–1795), e una provincia della Russia imperiale (1795–1918). Come ducato, nel 1651, aveva colonie in Africa sul fiume Gambia, dove venne fondato il Forte Giacobbe e in America a Tobago da dove esportava zucchero, tabacco, caffè e spezie. Gli venne riconosciuta l'indipendenza dalla Germania dopo la pace separata Russo-Tedesca di Brest Litovsk del marzo 1918. Ma alla fine della Guerra, il Ducato fu soppresso ed incorporato nel nuovo stato della Lettonia nonostante le rivendicazioni fatte anche come ex repubblica popolare socialista sovietica di Curlandia.
Ma che c... è la Curlandia ? Diceva Lenin nel 1917 ...... Il colpevole è mezzo secolo di sviluppo capitalista e la sola via d'uscita è il rovesciamento del dominio capitalista, la rivoluzione operaia. Ecco la risposta a cui il nostro partito è pervenuto attraverso l'analisi della guerra. Ecco perché noi diciamo: i rappresentanti dei partiti borghesi hanno a tal punto ingarbugliato con le loro menzogne la questione per sé chiarissima delle annessioni che oggi possono cercare di far credere che la Curlandia non sia una annessione della Russia. I tre briganti coronati si sono spartiti di comune accordo la Curlandia e la Polonia. Se le sono spartite per un secolo, tagliando nella carne viva e il brigante russo ha arraffato il pezzo più grosso, perché era allora il più forte. Ma quando la Germania da giovane predone che aveva partecipato alla spartizione, è divenuta una grande potenza capitalista, ha dichiarato: "Forza, facciamo una nuova spartizione! Volete tenervi quello che possedete? Vi credete più forti? Bene, misuriamoci!". Ecco a che cosa si riduce la guerra in corso .. a misurarsi..
ALTA SLESIA - Oberschlesien - Upper Silesia - 6
Sesta area oggetto di diatribe l'Alta
Slesia dei distretti di Oppeln, Ratibor, Gleiwitz, Czestochowa,
Lublinitz,Tarnowitz, Hindenburg, Krolewska Huta, Katovice, Rybnik. La situazione
in questa regione ricca di carbone e ferro era assai più complessa: se la
contendevano Germania, Polonia e Cecoslovacchia per una minima parte.
Nonostante le richieste più
ampie alla Cecoslovacchia, nata dalla frantumazione dell'Impero d'Austria,
va una limitata zona (Hlucin 316 kmq) nel distretto di Ratibor.
La zona nella
quale il 14/10/1919 venne creata una reggenza (di Oppeln), venne fatta
sgombrare dalle truppe tedesche e vi si insediò un contingente di soldati Italiani *,
Francesi e Inglesi ( 18.000 uomini) per garantire il plebiscito. Le contrapposizioni
locali si riflettevano anche sugli alleati ora
spartiti nella tifoseria fra Polonia (sostenuta dalla Francia che sosteneva
anche la Cecoslovacchia binazionale) e Germania (sostenuta da Inglesi e Italiani). I tedeschi
fecero rientrare come profughi molti dei loro per riequilibrare la situazione
numerica nel plebiscito. Tentativi insurrezionali per stabilire acquisizioni di fatto vennero
fatti da entrambe le parti (es:..i tedeschi quando i polacchi erano impegnati
ad est e le stavano prendendo dai Russi nel 1920). Il Plebiscito ebbe luogo il 20 marzo 1921: 62% per i tedeschi
in prevalenza nelle città. Tutto da rifare ?. Questa volta ad essere d'impiccio
ad un regolamento di conti fra le parti la interposta forza internazionale di pace. A Rybnik vennero uccisi 23 italiani
presi nel mezzo. Ad ottobre del '21 l'area venne
salomonicamente divisa attribuendo alla Polonia la parte del
circondario di Ratibor che si stende sulla destra dell'Oder fino
alla sua altezza, i circondari di Rybnik e di Pszczyna (Pless), la
maggior parte dei circondari di Tarnowskiegory (Tarnowitz) e di Lubliniec (Lublinitz).
La zona industriale è stata divisa in modo da riconoscere alla Polonia i
circondari di Katowice (Kattowitz), di Krolewska Huta (Konigshutte altiforni), buona parte
di quello di Beuthen campagna e di Zabrze (Hindenburg), ed un saliente di quello
di Gleiwitz (circondario campestre) perchè i centri di Gleiwitz**
(vedi sotto perché qui scoppia la seconda guerra mondiale), Hindenburg e Beuthen sono
rimasti alla Germania. Il tracciato di questa frontiera sul
terreno è stato effettuato senza gravi difficoltà, ma anche senza riguardo alle
necessità economiche (per esempio, separazione dell'officina del gas dalla città
di cui è fornitrice !!), L'operazione venne ultimata il 25 luglio I923. Vedi
link
http://digilander.libero.it/fiammecremisi/approfondimenti/allenstein.htm
*Il contingente italiano
era costituito dall'11° Bersaglieri (che qualcuno chiama 11° bis o almeno quello
che restava dopo i provvedimenti disciplinari) allontanato
dall'Italia (da Ancona) dopo le note vicissitudini del pronunciamento militare
(sedizione) legate all'Albania del Luglio
1920. E' cappellano militare della missione don Primo Mazzolari. Fa parte di
questo periodo la missione del futuro Papa Pio XI (Achille Ratti) che riportiamo: Ratti,
divenuto prefetto della Biblioteca vaticana nel 1914, quattro anni più tardi
ricevette da Papa Benedetto XV la nomina a visitatore apostolico della Polonia e
della Lituania con lo scopo ufficiale di assistere la Chiesa polacca nella sua
ricostruzione e risolvere i problemi religiosi posti dal crollo degli Imperi
centrali e dalla riunificazione dello Stato polacco: ma quando la Santa Sede
riconobbe la Polonia (30 marzo 1919) la sua missione cessò di essere solo
religiosa per divenire anche diplomatico-politica, e due mesi dopo fu nominato
nunzio apostolico (6 giugno) Achille Ratti. Iniziò così un breve ma intenso e
drammatico periodo durante il quale tenne stretti rapporti con il generale
Pilsudski di cui appoggiò i piani espansionistici nel corso della guerra
anticomunista russo-polacca (1920) e gettò le basi per un concordato tra la
Polonia e la Santa Sede. Il suo operato fu al centro di una vivace polemica in
occasione dei plebisciti nell'Alta Slesia e nella Prussia Orientale per i quali
era stato nominato commissario pontificio, ma Papa Benedetto XV nonostante le
critiche ne approvò la missione, nominandolo poi arcivescovo di Milano (marzo
1921) e, poco dopo, cardinale (vedi in un link a parte la partecipazione
militare italiana)
Upper Silesia (1921)
The Treaty of Versailles had given the people of Upper Silesia the right to have
a referendum on whether they wanted to be part of Germany or part of Poland. In
this referendum, 700,000 voted for Germany and 500,000 for Poland. This close
result resulted in rioting between those who expected Silesia to be made part of
Germany and those who wanted to be part of Poland. The League was asked to
settle this dispute. After a six-week inquiry, the League decided to split Upper
Silesia between Germany and Poland. The League’s decision was accepted y both
countries and by the people in Upper Silesia.
Il trattato di Versailles aveva dato a questi abitanti la possibilità di avere un referendum da cui risultarono 700.000 optanti per la Germania e 500.000 per la Polonia. La lega degli alleati divise allora la Slesia.....vedi sopra attribuendo alla Polonia la parte ..........
**L'
incidente di Gleiwitz (in polacco Gliwice) diede il via alla seconda guerra
mondiale: Qui avvenne il finto attacco inscenato contro la stazione radio
tedesca il 31 agosto 1939. Truppe tedesche, travestite da polacchi,
attaccarono la stazione e trasmisero un messaggio che invitava la minoranza
polacca della Slesia a prendere le armi per rovesciare Hitler. Questo
episodio "artefatto" venne usato come casus belli per lanciare la campagna di
Polonia il giorno seguente.
TESCHEN ex Ducato
Marginale alla zona della Slesia era anche la città di Teschen o Cieszyn attraversata da una importante linea ferroviaria per lo smistamento del carbone. Alla fine della prima guerra mondiale, venne stabilito un governo locale ceco-polacco e il ducato venne diviso tra Polonia e Cecoslovacchia secondo le decisioni del Trattato di Versailles nel luglio del 1920. Secondo il censimento austriaco del 1910, il ducato contava all'epoca 434.000 abitanti, di cui 234.000 (53.9%) polacchi, 116.000 (26.7%) cechi, 77.000 (17.7%) tedeschi e 7.000 (1.6%) di altre nazionalità. Per garantire lo svolgimento delle operazioni elettorali venne inviato un contingente militare alleato ma queste non ebbero mai luogo e il contingente venne spostato nell'Alta Slesia..
Teschen was a small town between Poland and Czechoslovakia. Its main importance was that it had valuable coal mines there which both the Poles and the Czechs wanted. As both were newly created nations, both wanted to make their respective economies as strong as possible and the acquisition of rich coal mines would certainly help in this respect. In January 1919, Polish and Czech troops fought in the streets of Teschen. Many died. The League was called on to help and decided that the bulk of the town should go to Poland while Czechoslovakia should have one of Teschen’s suburbs (the smaller western suburbs of Teschen becoming part of Czechoslovakia as a new town called Český Těšín. The larger part of the town joined Poland as Cieszyn). This suburb contained the most valuable coal mines and the Poles refused to accept this decision. Though no more wholesale violence took place, the two countries continued to argue over the issue for the next twenty years.
Teschen era una piccola città mineraria al confine di Polonia e Cecoslovacchia e queste non volevano rinunciare per la nascente indipendenza a cespiti industriali così importanti. La divisione etnica avrebbe agito a favore dei polacchi stimati più del dato di sopra del 1910. dato Il 23 gennaio del 1919 l' esercito ceco violò la linea di demarcazione tra le due parti della regione, ma venne fermato dai polacchi una settimana dopo (vi furono morti) e il 3 febbraio fu firmato a Parigi un nuovo accordo tra Polonia e Cecoslovacchia. Il Consiglio supremo alleato investito del problema decideva per la divisione fisica dell'area oltre il fiume (sobborghi) che sarebbe andata alla Cecoslovacchia e che questi chiamarono Český Těšín. La ferrovia e le miniere però stavano prevalentemente da questa parte e la decisione non venne mai digerita dai Polacchi che dall'altra parte avevano lasciato molti dei loro (qualcuno stima decine di migliaia in aggiunta ai tedeschi).
Da - Prassi Italiana di Diritto Internazionale - Le Potenze Alleate proponevano di attribuire il territorio di Teschen all'uno o all'altro Stato ricorrendo ad un plebiscito o ad un arbitrato. La prima ipotesi veniva scartata per timore che una consultazione popolare provocasse disordini nelle regioni interessate; la seconda veniva invece rigettata per l'opposizione della Cecoslovacchia. I due Governi demandavano allora la questione al Consiglio Supremo degli Alleati, il quale, riunito a Spa nel 1920, decideva che la città di Teschen fosse attribuita alla Polonia e la linea ferroviaria alla Cecoslovacchia, delegando alla Conferenza degli Ambasciatori la decisione sulla delimitazione delle frontiere. Tale decisione si palesava tuttavia di difficile attuazione: dato che la ferrovia attraversava la città di Teschen, non vi era modo di attribuire «interamente» la prima alla Cecoslovacchia e la seconda alla Polonia. Gli aspetti tecnici del caso venivano esaminati da una commissione ad hoc, che presentava il 21 luglio 1920 una proposta di divisione delle regioni di Teschen, Spisz e Orawa sulla base delle indicazioni del Consiglio Supremo. La frontiera tracciata dalla Commissione rispettava l'unità economica del bacino di Karvin, pur tenendo conto degli «accidents naturels» e dei limiti amministrativi. Per risolvere la questione delle ferrovie da attribuirsi alla Cecoslovacchia, la Commissione proponeva che la linea di confine seguisse il corso dell'Olsa, in modo da separare Teschen città dal sobborgo in cui si trovava la ferrovia.
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Le prossime separazioni/divisioni di cui parliamo partiranno dalla Prussia (e dalla Polonia) stato di cui oggi molti ignorano l’esistenza e la localizzazione e di cui voglio dare alcune informazioni di base. Le spartizioni verranno quindi elencate singolarmente per area preminente cercando di dare più informazioni possibili pur nella consapevolezza che il discorso si farebbe troppo complicato se spinto per questa area oltre una semplice descrizione dei fatti. Accenniamo quindi sia per la Prussia che per la Polonia a pochi ed essenziali elementi storici.
PRUSSIA
Il nome Prussia si fa risalire a una popolazione baltica di nome Pruzzi che si espansero fino a costituire 10 tribù che controllavano la costa e le terre dell’Attuale Lituania. I tentativi dei Re polacchi di sottometterli non ebbero fortuna finché del problema non venne investito l’Ordine (Monastico) dei Cavalieri Teutonici **** (cugini dei Templari, dei Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme (ora Malta) detti anche Giovanniti e di di tanti altri affratellati dalle crociate cristiane, noti anche come Ordini Gerosolimitani) che avevano intanto cooptato anche i Cavalieri Livoniani (Lituani) o Porta Spada (a dx). Dopo essere stati sottomessi vennero via via assimilati da popolazioni immigrate d'origine tedesca e polacca. Nel 1511 il margravio Alberto di Brandeburgo fu eletto Gran Maestro dell'Ordine Teutonico e nominato landmeister di Prussia; nel 1525 egli abbracciò il protestantesimo (Lutero 1517) insieme con la quasi totalità ***dei cavalieri e della popolazione, secolarizzò l'Ordine e trasformò la Prussia in un ducato prestando giuramento di vassallaggio, come duca di Prussia, al re di Polonia. Con la morte, avvenuta nel 1618, del figlio del duca Alberto I, il ducato passò al ramo degli Hohenzollern di Brandeburgo, e il Grande Elettore Federico Guglielmo riuscì ad ottenere dal re di Polonia la piena sovranità del ducato di Prussia (vedi piantina sotto). A Konigsberg il 18 gennaio 1701 l'Elettore duca Federico III fu solennemente incoronato re col nome di Federico I, e da allora la Prussia Orientale e il Brandeburgo con la Pomerania divennero Regno di Prussia grazie anche all'appoggio da questo dato agli austriaci nella guerra di successione spagnola. Federico II il Grande (1740-1786) ereditò dal padre enormi riserve finanziarie e il miglior esercito d'Europa; grazie al suo genio militare. la Prussia divenne da allora una delle grandi potenze del tempo anche a danno dell’Austria (guerra dei 7 anni poi la pace per la spartizione della Polonia). Federico Guglielmo II (1786-1797) si alleò con l'Austria contro la Francia rivoluzionaria, ma si ritirò dalla guerra partecipando a due ulteriori spartizioni della Polonia (1793 e 1795) con le quali ingrandì ulteriormente il territorio prussiano e si collegò al Brandeburgo. Tutti i territori degli Hohenzollern, dal 1815 al 1866, fecero parte (tranne le province di Posen-Poznan, della Prussia Orientale e della Prussia Occidentale) della Confederazione tedesca; dal 1867 fino al 1871 l'intero territorio entrò a far parte della Confederazione Tedesca del Nord. Dal 1871 al 1945 fu uno stato dell'Impero tedesco poi lander del Reich soprattutto per opera del cancelliere Otto von Bismarck, artefice della guerra contro la Danimarca del 1864, della guerra austro-prussiana del 1866 (dopo la quale nel 1867 si costituì la Confederazione della Germania del Nord), e infine della guerra franco-prussiana del 1870, per mezzo delle quali la Prussia si trasformò nell'impero di Germania (Secondo Reich) proclamato nel 1871 e durato fino al 1918 (di cui la Prussia costituì il nucleo principale). Dopo il Trattato di Versailles del 1919 infatti gran parte della Prussia occidentale fu assegnata alla Seconda Repubblica Polacca, mentre il resto a est e ad ovest della provincia rimasero alla Germania. La parte restante a ovest formò la Marca di Poznań (Posen) o Corridoio di Danzica che sarà oggetto di un altro capitolo, mentre la parte orientale divenne parte del Distretto della Prussia occidentale aggregato alla Prussia orientale che si proclamò Freistaat Preußen (Stato Libero di Prussia con capitale Königsberg). Fu il maggiore stato tedesco durante la Repubblica di Weimar (1919-1933), comprendendo circa il 60% del suo territorio con le propaggini occidentali del Brandeburgo, della Renania, della Pomerania e della Sassonia.... Nel 1920 nella parte meridionale della Prussia Orientale venne indetto un plebiscito per decidere se passare alla Polonia o rimanere con la Prussia. Oltre il 96% della popolazione scelse la seconda opzione.
****L'ORDINE
TEUTONICO
Confratello di tutti gli ordini monastici e/o cavallereschi era anche quello
Teutonico nato sotto la regola di Sant'Agostino approvata da Innocenzo III. A
differenza degli altri, che a prima vista potevano sembrare una "Legione
straniera" ante litteram (anche per i metodi "spicci"), quest'ordine era composto solo
da tedeschi tanto che c'è chi li definisce tedeschi associati per un'impresa
straordinaria in terre lontane. A casa erano i difensori della Vaterland, la
terra dei padri, terra che andava piano piano allargandosi a Est
(Europa) per vari motivi non ultimo quello mistico di difendere la fede dalle
ondate mongole o turcomanne che arrivavano alle soglie dell'Europa cristiana
(post Impero Carolingio) ormai da secoli. Gran Maestro dell'Ordine teutonico dal 1211 al 1239 era
Hermann von Salza Originario della Turingia e consigliere diplomatico di
Federico II Hohenstaufen 1194-1250 [da noi noto come Federico II di Svevia Re
della Puglia e della Sicilia o stupor mundi] re di Germania (dal 1212 al 1220) e
Imperatore dei Romani (come Federico II del Sacro Romano Impero, eletto nel
1211, incoronato ad Aquisgrana nel 1215, incoronato a Roma dal papa nel 1220),
infine re di Gerusalemme (dal 1225 per matrimonio, autoincoronatosi a
Gerusalemme nel 1229). I Cavalieri Teutonici si trovarono così ad avere anche un
esteso potere in Puglia e in Sicilia. Sua la crociata, detta anche incruenta,
del 1228 che lo porta a vincere a "tavolino" e a prendersi Gerusalemme benchè
osteggiato dagli altri ordini monastici religiosi e scomunicato dal Papa.
Di fatto ad Est negli stessi anni gli veniva "data" come Terra Santa la Prussia. Da allora (1227 ca), per quasi cinquant'anni, i Cavalieri Teutonici condussero una lunga e cruenta conquista, considerata alla stregua di una Crociata. Trasferitisi con le loro armate ed i loro abili architetti nell’Europa dell’Est, in breve tempo concorsero alla fondazione di nuove città, fortezze, porti e centri di attività commerciali che peseranno politicamente per secoli. Nel 1237 al territorio prussiano venne annessa la Livonia, regione assegnata ai Cavalieri Portaspada che furono "assorbiti" dai Teutonici. Il primo stop all'espansione teutonica venne da Alexander Nevskij (Vladimir 1220 - Gorodez 1263), duca e principe di Novgorod (1236-1252), granduca di Vladimir (1252-1263) che sconfisse i Teutoni nella battaglia “dei ghiacci” (1242) sul Lago Peipus. Nevskij, ortodosso (e quindi non lontano parente dei cattolici romani) aveva fatto l'errore di fregiarsi del titolo di principe assegnatogli dall'Orda d'oro mongola che in quel momento aveva il controllo su gran parte della Russia. Per il cavaliere Teutonico la morte in battaglia equivaleva alla pagana credenza di raggiungere Odino nel Paradiso pagano. La conversione al cristianesimo probabilmente non era ancora stata del tutto digerita. Il loro Walhalla non era compatibile con la pace e la meditazione (o la mediazione). A porre fine (storicamente) a questo ordine anzichè i sicari del Papa furono i cattolicissimi polacchi di re Stanislao II nel 1410 (o Ladislao II di Polonia, anche noto come Re Jagellone (1362 – giugno 1434), fu Granduca di Lituania dal 1377, e diventò Re di Polonia nel 1386 dopo essersi convertito al Cristianesimo). Il 15 luglio 1410 nei pressi di Tannenberg si ebbe lo scontro fra gli "occidentali" teutonici guidati dal Gran Maestro con una forza comprendente circa 30.000 uomini (per 1/3 mercenari ma con cavalleria pesante) e dall'altra parte circa 40.000 uomini in una coalizione guidata da Ladislao II (re di Polonia) formata da Ceki, Ruteni e Tatari oltre che Lituani e Polacchi. Degli ordini nobili religiosi si era astenuto quello di Livonia, gran maestro Konrad von Vietinghoff, che nel 1409 aveva firmato una pace separata con il Granduca di Lituania.
L'ordine teutonico di Gerusalemme, pesantemente ridimensionato,
continuerà a sopravvivere spaccato in protestante (dopo la riforma di Lutero del
1517) e cattolico romano. Questo ramo si trasferì a Vienna dove tutt'ora ha la
sua sede principale. I suoi cavalieri combatterono per gli Asburgo durante
l'assedio di Vienna (1683) ed a Zenta nel 1695. Napoleone lo sciolse nel 1809,
ma già nel 1840 fu ripristinato; dal 1929 è sotto la protezione della Santa Sede
e da poco ha aperto una rappresentanza a Roma. La battaglia di Tannenberg ha
acceso per secoli l'orgoglio germanico tanto che qui durante il primo conflitto
mondiale, il generale tedesco Von Hindemburg sconfisse sullo stesso campo il
collega russo Samsonov (26-30 agosto 1914), che per l'onta della sconfitta si
suicidò; vittoria come "vendetta" per quella sconfitta patita cinque secoli
prima.
http://tannenberg-nationaldenkmal.andreasspringer.de/
http://www.stupormundi.it/Teutonici1.html
http://www.arsbellica.it/pagine/medievale/Tannenberg/tannenberg.html
Naturalmente dopo il '45 il mausoleo venne raso al suolo da russi e polacchi.
***
I cattolici residui dell'Ordine di Livonia rimasero in possesso di alcuni territori del
Sacro Romano Impero e della Livonia. La Livonia rimase cattolica fino al 1559, quando il maestro provinciale Kettler
passò alla riforma e nel 1561 cedette la Livonia alla Polonia e ne ricevette in
cambio, come feudo ereditario, il ducato di Curlandia e Semigallia (vedi
sopra Memel). Il 5
marzo 1562 il Gran Maestro Gotthard Kettler depose solennemente il mantello
bianco dell'ordine e ne fece omaggio al re di Polonia, ma sposava poco dopo una
principessa protestante tedesca. Suoi cavalieri continuarono a combattere con gli Asburgo
per la difesa di Vienna, che tutt'ora ospita la loro sede. L'Ordine
venne formalmente soppresso da Napoleone Bonaparte nel 1809 ma in seguito fu
ripristinato dagli Asburgo e riformato nel 1929 dalla Santa Sede che lo rese un
ordine di canonici regolari per la cura d'anime e le opere di carità (come i
Cavalieri di Malta)
http://www.deutscher-orden.at/ con dipendenza in Roma in via Nomentana.
Come ordine civile però solo quelli di Malta sono riconosciuti. Gli ordini
cavallereschi religiosi delle crociate
http://it.wikipedia.org/wiki/Ordini_religiosi_cavallereschi
POLONIA
Terra degli slavi che da qui si sarebbero poi irraggiati in tutto l’est Europeo (emersero nel XI secolo dopo la conversione). Nel 1000 al Congresso di Gniezno (la prima capitale polacca), con il pieno consenso dell'Imperatore Ottone III, la Chiesa Polacca fu proclamata come organismo indipendente. Così la Chiesa Polacca si trovò sotto la protezione diretta del Papa e non dell'Imperatore (di dover subire la mediazione tedesca e il conflitto continuo con Roma). L'incoronazione del figlio di Mieszko I, Boleslaw I Chrobry (il Prode) come primo Re di Polonia confermò questa come regno indipendente. Formidabili nemici e la frammentazione interna erosero però questa struttura iniziale nel corso del XIII secolo, ma il consolidamento seguito nel XIV secolo dopo la calata dei cavalieri Teutonici gettò le basi per il successivo potente regno polacco. da Sapere.it ... toccò allora alla Chiesa polacca, retta da energici prelati, il compito di mantenere l'unità nazionale. Si accentuava intanto l'infiltrazione germanica (monaci, mercanti, artigiani), mentre principi tedeschi regnavano su questa o quella regione polacca. Uno di costoro chiamò in aiuto i Cavalieri teutonici (1226), che si insediarono in Prussia orientale e Pomerelia minacciando a lungo il regno. Questo fu però restaurato da un altro Piasti, Ladislao il Breve (1320-33). Suo figlio Casimiro III il Grande (1333-70) cedette la Slesia ai re di Boemia e la Pomerelia ai Cavalieri Teutonici; si distinse anche come legislatore e amministratore istituendo un Senato e poi Diete regionali (Dietine) con funzioni consultive, stabilendo colonie agricole, organizzando la nobiltà in un regime assai diverso dal feudalesimo occidentale, proteggendo contadini ed ebrei e fondando, infine (1364), l'Università di Cracovia ....A partire dal granduca lituano Jogaila, divenuto re di Polonia con il nome di Ladislao II la dinastia degli Jagelloni (1385-1569) costituì l'Unione Polacco-Lituana, che si rivelò positiva sia per i Polacchi che per i Lituani e che giocò un ruolo dominante in uno dei più potenti imperi europei dei successivi tre secoli. Ladislao, con forze polacche e lituane, batté duramente (1410) i Cavalieri Teutonici, ridotti da allora alla difensiva. Suo figlio Ladislao III (1434-44) ottenne anche il titolo di re d'Ungheria (1440), ma morì ventenne a Varna combattendo contro i Turchi (turcomanni). Casimiro IV Jagellone, fratello dell'eroe di Varna, pose la Lituania su un piano d'assoluta eguaglianza con la Polonia e costrinse (1466) i Cavalieri Teutonici a dichiararsi suoi vassalli. Intanto la Polonia entrava in più stretto contatto con l'Occidente europeo e assorbiva la lezione del Rinascimento italiano. I figli di Casimiro continuarono la politica illuminata del padre, specie Sigismondo I il Vecchio (1506-48). Questi trovò la via dell'accordo con gli Asburgo e sposò l'italiana Bona Sforza (1494/1557) figlia di Gian Galeazzo e di Isabella D'Aragona duchessa di Bari (vi è sepolta, le ceneri), che portò alla corte di Cracovia lo splendore del rinascimento.
L'atto conosciuto come Nihil novi, adottato dal parlamento polacco (Sejm) nel 1505 trasferì gran parte del potere legislativo del monarca al parlamento stesso. Questo evento segnò l'inizio del periodo conosciuto come "Democrazia dei Nobili", in cui lo stato fu governato dai "liberi ed uguali" con quella che viene definita la "Libertà Dorata". Spentasi la dinastia jagellonica (1569), si provvide a regolare l'elezione del re, affidandola all'intera nobiltà perché col numero limitasse la prepotenza magnatizia. Nel 1596 l'Unione di Brest stabilì un compromesso anche di tipo religioso: le regioni slave dell'attuale Bielorussia e Ucraina accettavano di far parte della Chiesa uniata, con dogmi cattolici e riconoscimento dell'autorità papale, ma continuando a mantenere il rito bizantino o orientale (dei preti sposati). La diffusione della Riforma protestante fu frenata dall'introduzione dei gesuiti (fine sec. XVI). Vi furono da parte del Regno di Polonia numerose guerre contro l'impero ottomano, la Russia, la Svezia, la Transilvania e la Prussia-Brandeburgo che finirono nel 1699 con gravi conseguenze sulla ricchezza del paese. Nei successivi 80 anni, l'elettività del sovrano e il principio del liberum veto nel Sejm (l'opposizione anche di un solo nobile paralizzava le deliberazioni del Parlamento) provocarono lo svanire del potere centrale ed il raggiungimento di un punto morto nelle istituzioni. Indebolirono poi la nazione (anarchia) esposta sempre ai vicini nemici, e portarono alla sottomissione da parte di Austria, Prussia e soprattutto della Russia di gran parte del territorio. L'Illuminismo in Polonia fomentò poi un crescente movimento nazionale per restaurare lo stato, il cui risultato fu la prima costituzione scritta di Europa, nel 1791, la Costituzione Polacca di Maggio (3 maggio festa) ma anche l’intervento esterno reazionario e una serie di nuove spartizioni della Polonia fra i tre confinanti (1795) al termine della quale la Polonia venne completamente cancellata dalle carte geografiche. Napoleone creò uno stato, dipendente dalla Francia, in territorio polacco, il Granducato di Varsavia, governato da Federico Augusto I di Sassonia. Dopo il congresso di Vienna le speranze di un nuovo stato (anche sotto la corona di un Russo) durarono poco: la Russia annesse di fatto il paese. Dei padroni si privilegiò gli Asburgo (Galizia) che divennero l'oasi polacca di libertà !!!. Durante la Prima guerra mondiale tutti gli alleati concordarono nella ricostituzione della Polonia come stato cuscinetto tra Germania e Unione Sovietica ed il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson lo proclamò al punto 13 dei suoi 14 punti. Poco dopo la capitolazione della Germania nel novembre 1918, la Polonia riguadagnò l'indipendenza come Seconda Repubblica Polacca. Nel periodo 1916/1918 un fantomatico Regno di Polonia ebbe vita su una fascia molto ristretta di territorio (127.000 Km2) corrispondente alla ex Polonia Russa e non ebbe mai un Re ma una moneta si: il marco polacco. La neonata repubblica si prefisse però di combattere come facevano tutti gli occidentali il pericolo Russo, non solo ideologico ma anche espansionistico spingendosi fino nel cuore dell’Ucraina. La controffensiva sovietica arrivò però alle porte di Varsavia e solo l’intervento divino, si disse, salvò la patria a metà agosto del 1920 con una delle battaglie più decisive della storia, definita dai giornali dell'epoca, "il miracolo della Vistola". Nel contrattacco che ne seguì, la Polonia occupò buona parte della Bielorussia, il territorio di Vilna, e la parte più occidentale dell'Ucraina. La Russia bolscevica, ancora alle prese con la propria guerra civile e con disordini interni, desistette dalla lotta, e col Trattato di Riga del 1921 riconobbe le conquiste polacche in Bielorussia e in Ucraina, fissando il confine russo-polacco circa 250 km !!! più a est della linea proposta da Lord Curzon. Il destino di Vilna (Vilnius) fu deciso da un plebiscito nel 1922: Polacca. La Madonna e i militari, la fede e la forza (e il pericolo) scavalcarono forme diverse di partecipazione democratica portando alla costituzione di una nazione militarizzata (dittatura militare), che restava sempre un coccio fra due giganti di bronzo.
GLI EBREI
Gli Ebrei presenti nei territori soggetti alle distinzioni etniche di questo capitolo non erano una percentuale alta sul totale (6-7 %), più alta però di quella che si trova ad Ovest dell’Oder che non supera il 2-3 %. Dalla Polonia Orientale verso est, alla Bielorussia, alla Ucraina e alla Romania queste quote vanno gradatamente aumentando e non si tratta più dell’Ebreo ricco renano da cui qualcuno li fa discendere ma dell’Ebreo Askenazita di probabile origine caucasica (armena) agricoltore o artigiano che alcuni storici negano anche che sia ebreo dalla terra promessa. Non facendo proselitismo erano ebrei praticamente solo quelli discendenti e i pochi (o molti ?) convertiti (non obbligatoriamente nei matrimoni misti). La loro lingua principale, lo yiddish, era una lingua costituita da una fusione fra il tedesco e l’ebraico antico del Talmud. Al massimo della loro espansione demografica (1931) arrivarono a rappresentare il 92% degli Ebrei del Mondo !!!. Qualcuno fa risalire gli Ebrei Renani alla seconda cacciata dalla Spagna del 1492 (ma cacciate e persecuzioni c’erano già state dal 1350 (peste nera)) e comunque ciò non spiega l’alto numero di quelli presenti nell’Europa Orientale. Sia gli Ebrei tedeschi che quelli italiani avevano, come detto, già subito discriminazioni prima della scoperta dell’America. Gli Ebrei italiani risalgono addirittura al tempo dei romani.
Furono pertanto in primis questi Ebrei orientali a subire la Shoah a partire dall’estate del ‘41, poi quelli degli stati associati al terzo Reich dall’Ungheria ai Balcani, oltre che dalla Russia occupata e dall’Italia. Complessivamente, dal giugno 1941 alla primavera del 1942, nei territori dell’Urss occupati dalla Germania, circa 550 mila ebrei caddero vittime delle “Einsatzgruppen” e degli “Einsatzcommando”; un altro milione e 600 mila morì fino al ‘43 per mano delle organizzazioni al seguito delle truppe e per le zone affidate all’amministrazione civile tedesca, nonché nel corso dello sgombero di ghetti fino ad allora tollerati. Il centro dello sterminio (con il Zyklon B) degli ebrei divenne il campo di Auschwitz-Birkenau dove si conta siano state uccise circa un milione di persone. Dopo la seconda guerra mondiale, nell'Europa centro-orientale molti ebrei scampati alla Shoàh abbracciarono il comunismo nella speranza di costruire un mondo nuovo, senza antisemitismo e senza differenze etniche e religiose. Le loro scelte furono spesso motivo di incomprensioni tra loro e le società in cui vivevano e nelle quali cercavano l'integrazione. Il nuovo totalitarismo veniva identificato in un presunto potere ebraico e questo avveniva proprio nei paesi nei quali milioni di ebrei erano scomparsi per mano di Hitler: in alcune situazioni gli ebrei furono addirittura considerati i soli beneficiari dei nuovi assetti geopolitici dell'Europa d'oltre cortina.
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2a parte
le altre 4 aree a rischio - gli Junkers - il corridoio di Danzica - Adolf Hitler cancelliere del Reich - I Korridorzüge
ALLENSTEIN (Olsztyn)- MARIENWERDER (Kwidzyn)-7
Settima area la regione meridionale della Prussia orientale con una percentuale significativa di polacchi. Il plebiscito, detto anche di Varmia, Masuria e Powiśle (vedi sopra piantina), si tenne l'11 luglio 1920 e vide la vittoria a larghissima maggioranza dei tedeschi di Prussia (più del 97% in Allenstein e il 92% a Marienwerder). Le truppe italiane e britanniche arrivarono dal 12 febbraio 1920. L'amministrazione civile e municipale continuò con le autorità tedesche, che furono responsabili davanti alle Commissioni durante il mandato. Il territorio del plebiscito era formato oltre che da distretti dell’Est Prussia anche da alcuni dell’Ovest e la popolazione interessata a questo ammontava a 550.000 persone. Se si escludeva Sztum dove i polacchi erano ca. la metà, gli altri polacchi avrebbero votato per la Germania che nella regione aveva investito molto per il benessere della gente "sono state spese nel passato ingenti somme per le ferrovie, le strade, i ponti e gli edifici pubblici", cosa che non avevano fatto gli altri e men che meno una entità non ancora formata (poi si vedrà che spenderà molto nella difesa). Operai polacchi minatori nella Ruhr e originari della Prussia erano rientrati per votare per i tedeschi. Votavano anche per i tedeschi una minoranza polacca (Masuri) protestante che aveva in odio i cattolici polacchi. Tutte le altre etnie si erano integrate. Per di più alla frontiera i nuovi polacchi attuavano una politica poliziesca e vessatoria ..."I treni sono deliberatamente trattenuti per ore in ingresso e in uscita dal territorio polacco o il servizio è addirittura sospeso. La comunicazione postale, telegrafica e telefonica è costantemente interrotta" - "le malignità tra polacchi e tedeschi e l'irritazione dovuta all'intolleranza polacca verso gli abitanti tedeschi del Corridoio (ora sotto il loro dominio), di gran lunga peggiore di ogni intolleranza tedesca verso i polacchi, stanno crescendo al punto che è impossibile credere che l'attuale configurazione dei confini possa essere permanente... Si può affermare, in via confidenziale, che neanche le più rosee aspettative economiche potrebbero spingere i tedeschi a votare i polacchi. Se la frontiera non è soddisfacente oggi, lo sarà ancora di più quando dovrà essere spostata da questo lato" (del fiume) diceva Beaumont rappresentante britannico della Commissione del Plebiscito di Marienwerder.
La propaganda poi si sprecava come s'era fatto durante il conflitto e le attività illecite (non diplomatiche) anche. La Prussia è affacciata sul Mar Baltico per una lunghezza di 160 km con una zona pianeggiante costiera e una più interna costellata di laghi (Masuri) e foreste che va dal fiume Niemen (Memel) ai distretti di Elbing o Ellblag, Marienburg sulla Vistola, Marienwerder, già classificati come Prussia occidentale e Tannenberg. La costituzione del corridoio polacco e la quasi totale perdita della Prussia occidentale porterà questi distretti a far parte della zona Orientale. Solo tre piccoli villaggi nel territorio di Lobau (la consultazione si era tenuta per comuni) vanno a far parte del corridoio di Danzica. Lo stato libero di Danzica sottoposto alla Società delle nazioni è situato a Ovest e confina con un lato con la Prussia per 60 km. Agli inizi del '900 abitavano nella Prussia Orientale quasi 2.000.000 di persone di cui il 75% (1,5 mil) di lingua tedesca su una superficie di quasi 40.000 kmq (oggi divisi fra i 24.020 kmq della Warmia Masuria Polacca e i 15.100 della Russia di Kaliningrad con una popolazione pressoché invariata). Nella parte occidentale, Pomerellia e Posnania (Posen) 1 milione e mezzo in prevalenza polacchi (800.000) accentrati nelle campagne. La sola Danzica poi Libera Città di Danzica (Gdansk) comprendeva la città e Zoppot (Sopot), Tiegenhof (Nowy Dwór Gdański), Neuteich (Nowy Staw) e altri 252 villaggi e 63 insediamenti su un'area totale di 1.966 km², con una popolazione di ca. 360.000 persone in massima parte tedesche. In queste terre oltre agli slavi c'era una forte presenza di Ebrei.
Nel '46 vennero espulse solo dalla Prussia Orientale e Danzica 2,2 milioni di tedeschi o dichiaratisi tali di cui più di un 10 % morì di stenti (a grandi linee 300.000 civili tedeschi perirono a causa dei bombardamenti alleati, del freddo e delle precarie condizioni materiali in cui si svolse la fuga. Tuttavia, 650.000 riuscirono ad imbarcarsi nel piccolo porto di Pillau (oggi Baltyisk, in Russia) e sfuggirono all'accerchiamento sovietico via mare; inoltre, altri 700.000 raggiunsero l'adiacente Pomerania via terra, di cui ben 450,000 attraversando la laguna ghiacciata alla foce della Vistola e il Frische Nehrung. 500.000 tedeschi restarono in Prussia Orientale, ma molti vennero espulsi in tempi successivi http://www.alessandracolla.net/?p=247 ).
Sempre nel '46 vennero espulse dalle altre regioni della Polonia
(o
assegnate poi alla Polonia) altri 7 milioni di persone con percentuali di morti
maggiori. Si calcola che altri 4, 5 milioni di Tedeschi o Austriaci sia
stato espulso da Cecoslovacchia (Sudeti e Boemia con circa 3 milioni di
tedeschi lasciati li nel '20), Ungheria, Jugoslavia, Romania e regioni Russe per il rimanente.
Una cifra indefinita ma vicina ai 2,5 milioni sarebbe rimasta in loco nei paesi
dell'Europa Orientale, escluso la repubblica autonoma tedesca del Volga (Russia). Alcune stime abbassano di
un 10% queste cifre. Il fenomeno dell'abbandono di tedeschi dai paesi dell'est
ha interessato verso gli anni '90 (crisi del comunismo) un numero considerevole
di persone che potevano vantare direttamente o indirettamente origini tedesche,
anche dal medioevo come quelli di Kazan (Volga).
Aussiedler (risistemare, ricolonizzare) così vengono
chiamati e che ora ammonterebbero a quasi 4 milioni. Gli Aussiedler provenivano
specialmente da Russia, Polonia e Romania e venivano classificati come “tedeschi
che tornano a casa”. Al tempo della cortina di ferro non c’era limite al numero di
Aussiedler che al loro arrivo avevano gli stessi diritti dei tedeschi (ma
non erano molti perché era difficile emigrare da questi paesi).
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MARIENWERDER |
ora KWIDZYN |
DANZICA - 8
http://cronologia.leonardo.it/ugopersi/1939/memo_tedesco14.htm - http://cronologia.leonardo.it/ugopersi/accordi_inter/germania_polonia1934.htm
Mentre gli Stati Uniti (poi isolazionisti) portavano avanti una politica di
autodeterminazione etnica e/o nazionale, Francia e Regno Unito erano
intenzionate a mantenere i loro preziosi imperi coloniali che dal principio Wilsoniano
dell'autodeterminazione ricevevano un bello schiaffo. La Francia cercava la
vendetta e il risarcimento, mentre l'Inghilterra che non aveva subito
invasione ma solo perdite umane cercava di controbilanciare i Francesi e gli
Italiani dalla supremazia in Europa, nei balcani e nel mediterraneo con la
non distruzione della Germania. Troveremo quindi spesso Francesi e Polacchi
alleati contro Inglesi e tedeschi in questo immediato dopoguerra e
alla vigilia dei plebisciti. Ma cos'era Danzica e cosa aveva di particolare?.
La città polacca, originariamente slava, era divenuta nel XII secolo centro
mercantile dei traffici tedeschi. Entrata nella lega Anseatica (o Hansa*
città portuali e marinare del Baltico e del mare del Nord ) nel 1361 si
oppose all'ordine dei cavalieri teutonici fino a quando questi furono
sconfitti dai polacchi nel XV secolo. Danzica fu allora premiata dal re
polacco con uno statuto autonomo che durerà 300 anni, fino al 1792, quando i
Prussiani se la spartirono coi russi col resto dello stato polacco. Quando nel 1870 fu fondato l'Impero
tedesco (ex Prussia), Danzica passò alla Grande Germania (vedi piantine). A
rimettere in gioco Danzica fu la disfatta tedesca del '18. A Versailles
Wilson, Presidente Americano a cui è tanto caro il principio di nazionalità,
disegnò la nuova carta d'Europa elevando la città di Danzica
a Città Libera, a una condizione: che lasciasse alla neonata Polonia uno
sbocco al mare. Ma nel fare il corridoio, Wilson lo traccia sulla Pomerania
germanica. D'altronde dove trovare un pezzo di terra che non fosse già
rivendicato o tedesco. Inizia qui l'avventura del porto di Gdynia nel
corridoio di Danzica e nella stessa baia che sarà tedesco di etnia, ma politicamente Polacco. Il
9 novembre 1920 fu firmata la convenzione di Parigi che diede uno statuto
politico alla città di Danzica e un governo da parte di un commissario
nominato dalla Società delle Nazioni. Il trattato di pace di Versailles non
fu mai ratificato dagli Stati Uniti. Nelle elezioni del 1918 in America vinse il
Partito Repubblicano, che prese il controllo del Senato e bloccò due volte
la ratifica. Gli Usa non aderirono neanche alla Società delle Nazioni e
stipularono una pace separata coi tedeschi, avendo come obiettivo la fine
degli imperi coloniali Francese e Inglese.
IL
CORRIDOIO DI DANZICA - 9
Era nato su una superficie di 388.000 km2, secondo solo a
pochi altri stati europei e più grande dell’Italia, lo stato Polacco il cui
contributo alla vittoria finale dell'Intesa era stato minimo se non contrario.
Anche questo contribuì a far nascere in molti l'idea della Vittoria mutilata.
Secondo questi parametri noi italiani senza muovere dito a fine conflitto
avremmo avuto sicuramente Trento, Trieste e Gorizia e Istria e Dalmazia in
parte riassegnate all'Italia con un referendum. La guerra più
consistente dei polacchi era stata quella vinta contro la Russia "bolscevica",
non più alleata. Nel nuovo
Stato Polacco si trovavano ad abitare circa 27 milioni di persone:
il 69.2% !!! di
nazionalità polacca, il 14.3% di nazionalità ucraina,
il 7.8% di ebrei, il
3.9% di bielorussi, il 3.9% di tedeschi (dopo le divisioni e le espulsioni) e lo
0.9% di altre nazionalità (come i lituani). Con queste percentuali si
giustificherebbe chiunque assalga il vicino (es l'Italia con la Svizzera). Nel marzo del 1921 fu proclamata la
nuova Costituzione, moderna e democratica. Nel 1922 il Maresciallo Josef Pilsudski si fece da parte per permettere una libera elezione, anche se
difficile, di Gabriel Narutowicz come primo Presidente della Polonia.
Dopo una
settimana però il Presidente veniva ucciso (16/12/1922)
da un fanatico ultranazionalista Eligiusz Niewiadomski.!!!.. Il
Paese si ritrovava in una crisi politica ed economica (che durerà anni) da cui
ne uscirà con un colpo di stato di Pilsudski. Il 12 maggio 1926 entrò a Varsavia con truppe fedeli, ma non
prese in mano le redini del governo. Ufficialmente aveva soltanto l’incarico
di Ispettore Generale delle Forze Armate. Se ne andarono in molti (come il Gen. Sikorski).
Il potere di Pilsudski durò fino alla sua morte nel '35 mentre il paese usciva
piano piano dalla crisi politica ma non da quella economica. Molti dei progressi
erano stati fatti spostando tutto il traffico commerciale del centro Europa da
Danzica, tedesca, a Gdynia in corridoio polacco nella stessa baia. Il 24 ottobre 1938 la Germania espresse
un ultimatum verso la Polonia per chiedere il permesso di annettere la Città
Libera di Gdansk (Danzica) e aver un più libero accesso alla parte prussiana
orientale con una autostrada e una ferrovia dedicate (diritto extraterritoriale,
fu attuato anche con la Germania Ovest per collegarsi a Berlino nel secondo
dopoguerra). Ciò
non tagliava la regione fisicamente perché sopra e sotto il traffico commerciale
polacco Nord-Sud avrebbe
continuato a svolgersi. Un filo spinato poteva dividere la campagna dal
manufatto. L’ultimatum (l'idea) venne decisamente respinto nel maggio del ’39 dal Ministro
degli Esteri Polacco, Jozef Beck nonostante anni prima fosse stato firmato
un patto di non aggressione. Precedentemente, il 28 aprile, Hitler
aveva infatti revocato la dichiarazione di non-aggressione
dopo che il 31 marzo il governo inglese aveva garantito l’inviolabilità dei
territori polacchi (il trattato di garanzia come una cambiale in bianco fu firmato il 6 aprile durante la
visita del Ministro Beck a Londra). Danzica aveva perso molto. Tutto si stava muovendo verso un solo
tragico fine. Le
stragi polacche nei confronti dei tedeschi a Bromberg, nella grande ansa della
Vistola in costr
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GLI JUNKERS EREDI DEI CAVALIERI TEUTONICI, LA CASTA E L’ECONOMIA DELLA PRUSSIA
ORIENTALE (Capitale Konigsberg)
Così due autori definivano il clima dell’epoca: Königsberg e la Prussia orientale
erano state separate dal resto della Germania con la creazione del corridoio
polacco. L’Ostmesse (la Fiera Orientale) al Tiergarten si è svolta ogni anno a
partire dal 1920 per compensare la distanza geografica e l’handicap dello
sviluppo economico. Nel 1922 veniva costruito a Königsberg-Devau il primo
aeroporto esclusivamente dedicato all'aviazione commerciale. Separata dalla
Patria la Prussia era un'isola in un mare di ostili. Molti fuggirono in treno e
a piedi per non tornare più alle loro case e fattorie devastate e quelli che
sono rimasti sono stati sempre perseguitati e minacciati. Gli vennero preclusi i
commerci con l'Europa Centrale danneggiando notevolmente la già debole economia. La
maggior parte dei collegamenti stradali e ferroviari attraverso le ex terre
della Prussia occidentale, spartite dal trattato di Versailles, erano punitivi e
proibitivi (tariffe) ponendo, di fatto, l’economia fuori mercato. Vedove di
guerra, bambini, vecchi erano minacciati da bande comuniste, teppisti e ladri
comuni. Nel 1933, la Prussia orientale era abitata da 2 milioni e mezzo di
persone, l'85% dei quali era tedesca. Avevano vissuto lì per secoli e fecondato
la terra con il sangue, il sudore e le lacrime. Le condizioni punitive del
trattato di Versailles e lo strangolamento economico avrebbero spianato la
strada per i tumultuosi eventi della Seconda Guerra Mondiale e posto fine alla breve ma
sfortunata riunificazione con il Reich.
Koch believed that only the industrialization of East Prussia could provide a stable market for the province's agricultural products by bringing in one to one-and-a-half million new industrial workers with substantial purchasing power, The Reich government's role was to make East Prussia cost-competitive through reductions of taxes, social contributions, and freight rates, and by granting to East Prussia "special advantages" which would make it more profitable than "in the Reich" lo locate new industrial facilities in East Prussia. Propelled until the spring of 1934 by funds injected for the "battle for work," and thenceforward by special East Prussian civilian construction programs and contracts for military installations, the East Prussian economy continued its upward trend. But with the military construction scheduled to be completed by the end of 1937, East Prussia's economy threatened to slip back into stagnation and crisis, Structural change remained a dream. The "productivity gap" between East Prussia and other areas of the Reich constituted the major deterrent to industrial investment in East Prussia.
Ma cosa aveva portato la terra madre del Reich a quella situazione? Chi era
la classe dirigente e militare attrice di quel crollo?
Da quasi due secoli l’espansione dei Prussiani aveva piano piano con i
brandeburghesi Hohenzollern conquistato la Germania occidentale, quella che si
rivelerà il cuore industriale della nazione, ponendo ai vertici della
confederazione la propria nobiltà terriera e guerriera. Il modello prussiano di
campagna era
tuttavia caratterizzato da arretratezza culturale, sociale ed economica,
dominato com'era dagli interessi conservatori dei latifondisti e dei medi
proprietari terrieri (Junker). Ne derivarono gravi incongruenze per le aree più
evolute del paese (freno al tumultuoso sviluppo economico delle aree
occidentali, all'industria pesante, estrattiva e chimica), perduranti ostacoli alla
modernizzazione dello Stato e della società tedesca. Rappresentante ed emblema di questa classe il primo imperatore il Kaiser
Guglielmo II uscito vincitore prima dallo scontro con l’Austria (1866) poi da
quello con
la Francia (1870).
Con una forte presenza sindacale nelle fabbriche (la Germania aveva 2,5 milioni
di operai sindacalizzati, l’Italia mezzo milione) a fine secolo il Kaiser si
augurava che i capi socialdemocratici fossero "tratti fuori dal Reichstag e
fucilati” o alla meno peggio deportati alle Caroline (colonia disabitata
dell'Oceano Pacifico). All'epoca, nella maggior parte dei reggimenti prussiani,
gli ufficiali erano nominati solo tra la nobiltà: era inoltre tassativamente
escluso che potesse esservi un ufficiale israelita. Ma la Prussia non era tutta
la Germania e da questa si distaccava spesso in contrapposizione la cattolica
Baviera e il confinante Wurttemberg. Bulow il cancelliere imperiale non avrebbe disdegnato
lo scalzare la classe dirigente di pura “razza” teutonica ma gli bastava la contrarietà imperiale per trattenersi dall'agire
seriamente in questo senso senza un supporto parlamentare. Anche la più
democratica Baviera finiva per accettare la predominante personalità e mentalità semi feudale
dei prussiani (e la non omogeneizzazione del diritto elettorale tra i vari stati
della Confederazione: avevano pesi diversi non proporzionali. In Sassonia i
socialisti erano il primo partito e in Prussia il quarto). Non stupisce
quindi che dalla Germania siano venuti i teorici del comunismo come Marx
(Treviri) e Engels (Barmen).
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Entriamo quindi nella struttura militare e nel suo vertice operativo (non politico come il ministero) lo “Stato Maggiore” dominio degli Junker. La loro casta guerriera s’era formata quasi tre secoli prima (1640) con la trasformazione per motivi d’ordine economico dei feudi da servitù (feudale) ad allodiali (Il termine allodio (di origine germanica: Allod, latinizzato in allodium) era utilizzato nel Medioevo per indicare i beni e le terre possedute in piena proprietà, in opposizione ai termini feudo o "beneficio", con i quali si indicavano invece i beni ricevuti in concessione da un signore dietro prestazione di un giuramento di fedeltà), dove la nobiltà avrebbe imposto e riscosso le tasse e fornito i soldati. Il nobile era allo stesso tempo comandante del reggimento cantonale, governatore e amministratore della giustizia locale. Al popolo non restavano alternative oltre il servaggio della gleba: il servizio militare. Due secoli dopo gli Hohenzollern erano diventati imperatori e gli junker il loro braccio armato o “associato” con l'Imperatore che qualcuno etichetta come "primus inter pares". Non stavano ubbidendo allo stato, ma al sangue !!!. Cosa peraltro comune fino alla rivoluzione francese quando non esisteva uno stato ma una dinastia. Si poteva discutere sulle terre ma non sull’esistenza del Re che all’uopo, e secondo regole dinastiche, veniva sostituito anche da un altro Re. Non si facevano le guerre per abbattere re e principi se non ci si era tirati per la giacca, ma per abbattere le idee. Ovviamente, uno strumento militare minato da tali distorsioni creò spesso problemi di ordine politico e sociale non indifferente: nel 1870, per esempio, tra il cancelliere Bismarck e il capo di S.M. dell'esercito, il celebre Helmut Von Moltke, scoppiò un dissidio sulla continuazione della guerra con la Francia (seguito da minacce di dimissioni dello stesso Bismarck capo del Governo) e che era essenzialmente legato al rifiuto di Von Moltke di obbedire agli ordini del Governo e il disconoscimento totale del Ministro della guerra, ritenuto un semplice funzionario passa carte. Le guerre si fanno e a volte si perdono e questa prima mondiale avrebbe visto la sparizione di ben 4 grandi teste coronate: Germania, Russia, Austria e Turchia ma non degli Junker. In teoria, l'esercito avrebbe dovuto condividere con il trono le responsabilità della sconfitta di fronte al paese, ma questo non avvenne. Hindenburg consigliò all'imperatore l'abdicazione in nome della salvezza del paese (sull'orlo della guerra civile e della rivoluzione comunista) per poi presentarsi alla neonata repubblica di Weimar come l'unico strumento di sicurezza di fronte all'anarchia. La corte serrata di Hitler poi prima del 1933 fece il resto. Non era cambiato nulla solo il conduttore diceva Lui. Gli junker ormai non erano solo quelli della Prussia vera e propria, ma da anni anche quelli della Pomerania, del Brandeburgo (Berlino), delle vaste pianure baltiche.
A molti di loro probabilmente la perdita economica della Prussia orientale non spostava di tanto l’onorabilità che invece si riprendevano sul concetto di nazione, di patria (Heimat) e sul sistema di potere europeo verso l’ultimo arrivato, quella terra natia che lo stesso Pilsudski sembra apostrofasse con frasi come La religione è per gente senza cervello e.... Religion is for people with no mind o The preferred state of Polish people is indecisiveness - - e al peggio - A wonderful country but the people are arseholes /pricks /dicks - Un bel paese pieno di teste di c.....
Fortuna volle che la mano pesante dei nemici, dei vincitori si fosse subito dimostrata impraticabile. I francesi premevano per il totale annientamento della potenza tedesca, ma gli inglesi erano contrari ad un eccessivo aumento della potenza francese, così come contrari all'annientamento tedesco erano gli americani che sull’Europa avevano le loro mire (come sul resto del mondo). Per non perdere l'appoggio di Inghilterra e Usa il francese Clemenceau si adattò ad un compromesso che permetteva di umiliare e indebolire la Germania senza annientarla. Come detto evitarono di infierire oltre e anche le pesanti spese per i danni di guerra erano state sospese (ad esclusione dello sfruttamento francese della Saar), ma quel corridoio era la e, di fatto, reclamava vendetta.
I Korridorzüge
- In accordance with Article 98, Germany on the one part
and Poland and the Free City of Danzig on the other, signed on the 21st April,
1921, a convention concerning freedom of transit between Eastern Prussian and
the rest of Germany. It is provided by Article 11 of this convention that
difficulties of interpretation may be submitted to a permanent arbitral tribunal
sitting at Danzig. Article 4 of the convention would appear to provide for the
exemption from Customs and passport examination of travellers on so-called
privileged trains, the means of ensuring this (e.g. by the locking of doors)
being presumably in the hands of the authorities operating the railway.
Era previsto che le linee ferroviarie est-ovest rimanessero inalterate e
in funzione e treni tedeschi vi transitassero in quel pezzo di corridoio a porte
chiuse, ma gli stop e i controlli della polizia erano continui e creavano
continui ricorsi all’arbitrato. Uno di questi era stato sollevato quando un
treno era deragliato per un incidente e nessuno poté uscire se non dopo aver
rotto i vetri dei finestrini. E accadde piu’ volte (forse anche per sabotaggio).
- In 1922 the "Seedienst Ostpreußen" (literally: Sea
Service East Prussia) was established by the German Ministry for Transport to
have a ferry connection to East Prussia that was not dependent on the transit
through Polish territory. Throughout the 1920s and especially the 1930s, German
planes and buses were reported to have been shot at by Polish police officers
and nationalist milicians while passing through or flying over the Polish
Republic's territory on their way to or from German East Prussia. The situation
regarding the Free State of Danzig and the Polish Corridor created a number of
headaches for German and Polish Customs. The Germans requested the construction
of an extra-territorial highway and railway through the Polish Corridor,
connecting East Prussia to Danzig and Germany proper. Poland agreed on building
a German highway and to allow German railway traffic. However, no agreement was
reached concerning the Free State of Danzig.
Si tentò anche con linee di navigazione di
costa che esulavano dallo stretto controllo delle acque territoriali e linee aeree che
finivano sempre nel mirino della contraerea. I tedeschi arrivarono anche a chiedere
un’autostrada extraterritoriale (delimitata anche da filo spinato) che passava
sopra o sotto la viabilità polacca orientata nord-sud (in galleria quindi anche
per lunghi tratti). Nonostante un trattato di non aggressione i Korridorzüge
(treni a transito facilitato molto comuni in Europa) non vennero mai compiutamente attuati.
Il "Korridorzüge" è una realtà tutt'ora esistente, anche se svuotata di
significato rispetto a un passato fatto di frontiere chiuse e di ferrovie
pubbliche. Una realtà di "Korridorzüge" l’abbiamo proprio in Italia in Val Pusteria
dove gli Austriaci dal 1945 fra la Carinzia (a est) e Innsbruck (a ovest) fanno
transitare i loro convogli (OBB) nell'italiana val Pusteria (Dobbiaco, Brunico) via Fortezza senza effettuare fermate (divieto di salita e discesa) o come i convogli
ferroviari che collegavano la Germania Federale con Berlino Ovest all’epoca del
muro. Viaggiavano solo di notte (in modo tale da scoraggiare assalti dei
tedeschi dell’Est e di impedire a quelli dell’Ovest di vedere la DDR) e non
effettuavano fermate intermedie, tranne che per i frequentissimi e lunghissimi
controlli dei Vopos o il corridoio Austro-Ungherese di Sopron attivato nel 1921
...!!! nel Burgenland.
Ne esiste in Italia un'altra pressochè sconosciuta sulla Linea Cuneo-Nizza (Coni-Nice) con deviazione Ventimiglia progettata in un primo tempo per collegare l'Italiana Nizza con Torino e la Svizzera. Nizza, "persa" nel 1859, non fermò la progettazione poi la costruzione che venne completata solo fino a San Dalmazzo di Tenda nel 1915 e poi interrotta per la guerra. Nel 1928 si avrà l'inaugurazione dell'intera linea con la deviazione per Ventimiglia che restava per pochi chilometri sul territorio francese fino a quando nel 1947 anche quella parte di Francia verrà ceduta. Le distruzioni della guerra comporteranno per anni l'inattività della linea (1979). Ora il tratto Col di Tenda Breglio (Breil-sur-Roya) si svolge nel ( http://www.miol.it/stagniweb/foto6.asp?Tipo=index&File=tenda&Inizio=1&Righe=50&Col=5 ) nell'ambito di un Korridor Zug. Non è necessario acquistare il biglietto ferroviario per la Francia, se si è diretti ad una stazione italiana: ( dato che il percorso attraversa il territorio francese), se invece si deve scendere in una delle fermate intermedie in territorio francese è necessario l'acquisto del biglietto internazionale.
Venne creata dalle potenze alleate anche un’unione
doganale con la quale si dava il porto Westerplatte di Danzica alla
Polonia, come deposito e scalo militare ma il nuovo porto civile polacco
concorrente di Gdynia nella stessa baia prima poi il non utilizzo della
navigabile Vistola che sfocia vicino a Danzica per i traffici interni polacchi
indebolirono l'economia della città libera sotto tutela della Società delle
Nazioni. (gli scaricatori comunisti di Danzica nel 1920 incrociavano le braccia
quando arrivavano le navi coi rifornimenti di armi di Inghilterra e Francia per
la Polonia in guerra contro la Russia dei Soviet e questa era forse la vendetta). La ripresa
economica iniziata nel 1932, e a regime con l’avvento di Hitler, taglierà fuori
la Prussia e i vecchi Junkers ma cosa peggiore rappresenterà per il tedesco la
fine delle sicurezze e delle certezze. L'incubo di Gorbaciov quando lasciò
andare la Germania dell'Est verso la riunificazione erano le terre confiscate
(senza diritto) agli Junkers e che questi avrebbero, come hanno fatto,
intentato causa per riavere il maltolto. Lo stesso che si vorrebbe per le case e le terre
degli italiani cacciati dall'Istria.
- 20 anni dopo la costituzione del corridoio di Danzica -
(« Questa non è una pace, è un armistizio per vent'anni..» aveva detto Ferdinand Foch nel 1919)
ADOLF HITLER, Chancellor of Germany to the Reichstag, September 1, 1939 passi ...
For months we have been suffering under the torture of a problem which the Versailles Diktat created - a problem which has deteriorated until it becomes intolerable for us. Danzig was and is a German city. The Corridor was and is German. Both these territories owe their cultural development exclusively to the German people. Danzig was separated from us, the Corridor was annexed by Poland. As in other German territories of the East, all German minorities living there have been ill-treated in the most distressing manner. More than 1,000,000 people of German blood had in the years 1919-1920 to leave their homeland.
Traduz. Per anni abbiamo sofferto la tortura del Diktat di Versailles che è diventato per noi ormai intollerabile. Danzica era ed è una città Tedesca. Il Corridoio di Danzica era ed è in Germania. Entrambi questi territori devono il loro sviluppo culturale esclusivamente al popolo Tedesco. Danzica è stata però separata dalla Germania e il Corridoio annesso alla Polonia. Come avviene in altri territori Tedeschi dell’Est, le minoranze Tedesche che vi vivono sono maltrattate nel modo più angoscioso. Negli anni 1919 e 1920 più di 1,000,000 di persone di sangue Tedesco sono state costrette a lasciare la madre patria.
As always, I attempted to bring about, by the peaceful
method of
making proposals for revision, an alteration of this intolerable position. It is
a lie when the outside world says that we only tried to carry through our
revisions by pressure. Fifteen years before the National Socialist Party came to
power there was the opportunity of carrying out these revisions by peaceful
settlements and understanding. On my own initiative I have, not once but several
times, made proposals for the revision of intolerable conditions. All these
proposals, as you know, have been rejected - proposals for limitation of
armaments and even, if necessary, disarmament, proposals for limitation of
warmaking, proposals for the elimination of certain methods of modern warfare.
You know the proposals that I have made to fulfill the necessity of restoring
German sovereignty over German territories. You know the endless attempts I made
for a peaceful clarification and understanding of the problem of Austria, and
later of the problem of the Sudetenland, bohemia, and Moravia. It was all in
vain.
Ho tentato più volte con mezzi pacifici di proporre la
revisione dell’iniquo Trattato ed è una menzogna affermare che volevamo
ottenerla con la costrizione. Quindici anni prima che il Partito Nazional
Socialista salisse al potere c’è stata l’opportunità di concretizzare questa
revisione con accordi ed intese pacifiche. Non una ma più volte ho assunto
personalmente l’iniziativa di formulare proposte per modificare questa
intollerabile situazione, ma come sapete sono state tutte rifiutate. Erano
proposte di limitazione degli armamenti e se necessario, perfino di disarmo;
proposte per limitare la produzione di armi e per eliminare certi metodi di
guerra moderna. Voi conoscete le proposte che ho presentato per sostenere la
necessità di ristabilire la sovranità della Germania sui territori Tedeschi e
sapete anche dei tentativi senza fine che ho intrapreso per trovare una
soluzione pacifica al problema dell’Austria e più tardi a quello dei Sudeti,
della Boemia e della Moravia. E’ stato tutto vano! .....
On may 15th, the french
chief of staff, General Gamelin assured the polish minister of war- General
Kasprzycki, that in case of war the french army, would attack with all its
might the western border of germany, and together with poland would heckle
germany. A promise, that would amplify poland´s anti- german attitude. Warsaw
believded those promises, and from then on increased the rudeness of its tone
towards Berlin. While the british, the french and the poles bolster each other
for a coming war against germany, Hitler tried by means of negotiations to end
the problems with poland created in the treaty of versailles. While poland
backed up with english and french war guarantees sees no further reason to
negoitiate with germany, and while in warsaw maps ciculate, that display the new
polish western border west of Berlin, all across poland pogroms against the
ethnic minorities start. In galicia starts a detention campaign against the
ukrainians; germans get deported by the thousands to inner- poland, german
stores get boycotted, german farms get torched, germans are beaten up in open
streets, in 3 occasions polish air raid defenses fire at civil german Lufthansa
planes on their way to Königsberg.
In July and August of 1939, facing those violent infringements, a wave of
fugitives sets in, which gets bigger and bigger day by day. Minority germans try
to make their way to the free state of Danzig and germany. Who risks escaping,
risks his life. Night by night, polish border officials shoot fleeing germans,
nonetheless many attempt to make their way to freedom. Shortly before outbreak
of the war, there are 80.000 minority germans in fugitive camps in Danzig and
the german Reich. Hitler in numerous occasions pointed out to the english and
the french administration, that with regard to this drama, a solution to the
german/polish question is not to be delayed anymore. The misery of the minority
germans in poland now overshadows the open questions on Danzig and the transit
ways. That misery in 1939 now developed to the third and most pressing reason
for the outbreak of the war. In late spring of 1939, after 5 failed negotiation
initiatives, Hitler comes to the decision, that the batch of problems at a pinch
needs to be resolved by means of war. In the summer of the year 1939, Hitler
gives order to let 52 army divisions be deployed
The
German Government have received the British Government's ultimatum of the 3rd
September, 1939. They have the honour to reply as follows: -
passi……
The Free City of Danzig was, in violation of all legal provisions, first
threatened with destruction economically and by measures of customs policy, and
was finally subjected to a military blockade and its communications strangled.
All these violations of the Danzig Statute, which were well known to the British
Government, were approved and covered by the blank cheque given to Poland. The
German Government, though moved by the sufferings of the German population which
was being tortured and treated in an inhuman manner, nevertheless remained a
patient onlooker for five months, without undertaking even on one single
occasion any similar aggressive action against Poland.
La città libera di Danzica è in aperta in violazione di tutte le disposizioni di
legge, prima minacciata di distruzione economica poi con misure di politica
doganale, ed infine sottoposta a un blocco militare con le sue comunicazioni
strangolate. Tutte queste violazioni dello Statuto di Danzica, che erano ben
note al governo britannico, sono stati approvate e coperte con l'assegno in
bianco data alla Polonia. Il governo tedesco, anche se mosso dalle sofferenze
della popolazione tedesca, che era stata torturata e trattata in maniera
disumana, è rimasto spettatore paziente per cinque mesi, senza reagire contro la
Polonia, anche una sola volta, ad analoga azione aggressiva
http://www.deutsche-schutzgebiete.de/provinz_westpreussen.htm
VILNA - VILNIUS - VILNO - 10
Non appartiene all'area fin qui considerata, ma venne lungamente contestata escludendo dall'inizio la mediazione della Società delle Nazioni (SDN) o sottostando a qualche paragrafo del trattato di Versailles che non s'era spinto fin qui. In teoria Versailles avrebbe dovuto mettere mano al congresso di Vienna del 1815 e ripristinare lo Status quo ante Napoleone Bonaparte con annessi e connessi e non se la sentirono, quando già la sola sistemazione della Germania era un mastodontico problema irrisolvibile secondo i principi a suo tempo enunciati e non rispettati come quello che segue.
Many years before 1920, Vilna had been
taken over by Russia (1795). Historically, Vilna had been the capital of
Lithuania when the state had existed in the Middle Ages (La città era sempre
stata la capitale storica della Lituania, fin dai tempi dell’omonimo
Granducato). After World War One, Lithuania had been re-established and Vilna
seemed the natural choice for its capital. However, by 1920, 30% of the
population (in the district) was from Poland with Lithuanians only making up 2%
of the city’s population. In 1920, the Poles seized Vilna. Lithuania asked for
League help but the Poles could not be persuaded to leave the city. Vilna stayed
in Polish hands until the outbreak of World War Two. The use of force by the
Poles had won !!!.
La “Russa” Vilnius (aveva perso l'indipendenza quando Polonia e Lituania erano
state cancellate nel 1795 dallo Zar di Russia e dalla Prussia), usciva da tre
anni di occupazione tedesca quando il 16 febbraio 1918, in previsione della pace fra
Russi e tedeschi (la pace sarà firmata a Brest Litovsk il 3 marzo), si autoproclamava
indipendente ed autonoma nella nuova entità politica e geografica Lituana a cui
per lingua e tradizione aveva sempre appartenuto, pur restando in un circondario
ai confini con la Polonia abitato da Polacchi in "maggioranza" relativa. In
passato l’Unione fra i due stati (cattolici) era sempre stata ben vista ma ora
qualcosa doveva essere cambiato in casa polacca se a guidare la politica erano
persone sempre più arroganti. Priva di mezzi e di forze, nei 2 anni successivi,
la città fu contesa fra Russi e Polacchi che per loro conto stavano già
regolando un’altra partita, quella dei confini con la Russia dei Soviet sorta
dalla rivoluzione. Nel 1919, in conseguenza dell’inizio della guerra
russo-polacca, la maggior parte del territorio lituano fu nuovamente occupato
dall’Armata Rossa Rivoluzionaria, che riuscì a sconfiggere le unità di
autodifesa polacche e lituane. La successiva controffensiva polacca ricacciò
nuovamente i bolscevichi, ma nello stesso tempo portò il lituani ad allearsi
proprio con l'odiato nemico di sempre, Mosca, per riottenere il territorio di Vilnius. Infatti con il
trattato di pace tra la Lituania e la Russia sovietica firmato il 12 luglio 1920
(Pace di Mosca), il territorio di Vilnius tornò ufficialmente alla Lituania. Ma
non doveva passare che un mese per rimettere tutto in discussione con il ritiro
dei Russi sconfitti a metà Agosto a Varsavia. Con l’intervento questa volta
della SDN, il 7 ottobre 1920, venne firmato il trattato di Suvalkai, con il quale il territorio di Vilnius rimaneva alla Lituania.
Due giorni dopo un colpo di stato militare d’ispirazione polacca (il
generale polacco Lucjan Zeligowski, autorizzato dal maresciallo Jozef Pilsudski,
organizzò una ribellione nei territori contesi e guidò forze polacche in
Lituania) provocò una scissione delle province meridionali con la nascita di un
nuovo stato Lituano, la Litwa Srodkowa, che due anni dopo chiese l’annessione
alla Polonia. Vilnius divenne così il capoluogo del Voivodato polacco di Wilno.
alcune delle località interessate al voto
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Königshütte - Królewska Huta |
St. Antonius in Rybnik |
Pszczyna -Schloss- Pless |
La nuova controffensiva lituana venne bloccata dalla SDN,
desiderosa di risolvere la situazione con mezzi diplomatici. Il 20 febbraio 1922
l’assemblea regionale di Vilnius votò per l’annessione alla Polonia.
Successivamente anche la conferenza degli Ambasciatori riconobbe i confini
esistenti nel 1923, lasciando Vilnius alla Polonia, con grande disappunto dei
lituani che rifiutarono di riconoscerne l'annessione e le relazioni
diplomatiche tra i due paesi vennero interrotte fino al 1938 quando si verificò
(11/3) un incidente di frontiera nei pressi del villaggio di Trasninkai. Un
soldato polacco rimase ucciso nell’incidente che vide coinvolte unità della
polizia di frontiera lituana e la guardia di frontiera polacca. La radio ed i
giornali polacchi fomentarono i sentimenti anti-lituani nel paese. Il 13 marzo,
il governo polacco emise un comunicato ufficiale accusando la Lituania di aperta
provocazione. La Lituania, attraverso il suo Presidente Smetona, propose una
commissione bilaterale per investigare sull’incidente, ma i polacchi rifiutarono
la proposta chiedendo ai lituani di rinunciare definitivamente alle loro
richieste su Vilnius. Alla fine, tra i due paesi venne firmato un accordo, dove
vennero regolati i rapporti sulle frontiere, sulle linee di trasporto,
comunicazione e postali, ecc. Nelle elezioni del 1938, il partito
nazionalsocialista lituano, ideologicamente vicino a quello tedesco, ottenne la
maggioranza. Come primo atto negoziò il ritorno di Memel (oggi Klaipeda) alla
Prussia Orientale (Germania). Il 23 agosto 1939, Germania e Unione Sovietica firmarono il patto di
non aggressione, con un protocollo segreto che stabiliva le sfere di influenza
dei due paesi nel Baltico: la Lettonia, l’Estonia, la Polonia orientale e la
Finlandia, rientravano nella sfera d’influenza sovietica, la Lituania e la
Polonia occidentale in quella tedesca: naturalmente non era detto che questi
benché simpatizzanti fossero totalmente d’accordo (e fossero informati). Di
fatto poco dopo anche la Lituania finirà ai sovietici con una postilla segreta al patto
Ribbentrop-Molotov. Nel giugno del 1940, quando il trasferimento della capitale
da Kaunas a Vilnius non era stato ancora completato, la Lituania ricevette
il 14 l'ultimatum di lasciare libero accesso alle proprie armate e il 15
l'occupazione come per la Lettonia e l'Estonia. Vennero instaurati governi
comunisti senza che da parte dei tedeschi si registrasse quindi alcuna
obiezione.
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FUORI DAI
PLEBISCITI: ANCHE LA POLONIA DOVEVA GESTIRE LO SPOSTAMENTO DI CENTINAIA DI
MIGLIAIA DI PERSONE E DI QUESTO NON SE NE PARLAVA
Allorché nel marzo del '18 Russi e Tedeschi misero fine alla loro guerra col
trattato di Brest-Litovsk (la Russia per il cambio di regime) molti dei profughi
slavo russi che negli anni precedenti erano stati respinti verso est
dall’avanzata austro-tedesca cercarono di tornare alle proprie case: fu così
che, tra maggio e novembre ‘18, 400.000 persone si avviarono verso Ovest per
tornare a casa. Si trattava di Ucraini, Bielorussi, Lituani etc…che tornavano in
terre soggette per ora al kaiser nei confini naturali dell’ex Polonia o
Bielorussia e Ucraina. I tedeschi, tuttavia, furono obbligati dalle
controffensive estive a occidente (erano entrati in linea gli americani) a
trasferire molti soldati a lasciare la presa sulle terre strappate all’impero
zarista. Da qui alla fine della guerra il passo fu breve. Rimpatriarono in
Polonia (ma parliamo della Polonia allargata ad Est) 1,2 milioni di profughi tra
il 1919 e il 1922, e di questi solo il 37 % dichiararono di essere polacchi; il
20 % si dichiararono russi o ucraini e ben il 40 % bielorussi. La maggior parte
dei rifugiati lettoni rimpatriò nel 1920-22: entro il 1924 ne erano rientrati
225.000, mentre 186.000 rimasero in territorio sovietico. Alla stessa data,
350.000 rifugiati provenienti dalla Lituania erano stati rimpatriati; fra di
essi vi era un gran numero di russi, ebrei e polacchi, e in tutto costituivano
1/6 della popolazione del nuovo stato lituano indipendente. I russi fin da
allora furono tenuti in debita distanza così come altri (es. i polacchi) tanto
da far ipotizzare una politica di discriminazione. Secondo calcoli di E.
Kulischer il numero dei rimpatriati in Polonia raggiunse 1.265.000 nel 1925. La
qual cosa poi non era del tutto gradita dai polacchi che su quelle terre
avrebbero visto meglio quelli della propria etnia. 100.000 persone di
nazionalità bielorussa emigrarono (alcune verso la Lettonia) infatti in
conseguenza delle repressioni polacche. Il fenomeno si ripeté anche per i
tedeschi (coinvolti o meno nei plebisciti) e per gli ungheresi (ben si intende
questi ultimi con patente Austroungarica). Gli Ungheresi ad esempio avevano
ottenuto il controllo di Fiume. Per gli ungheresi tale processo fu quindi molto
più ridotto e assai meno violento. Ne emigrarono 424.000 dai quattro angoli
dell’Impero nell’arco dei sei anni successivi al 1918; l’85% di essi giunse tra
la fine del ‘18 e del ‘20. Nel 1921 tra i 234.000 rifugiati se ne potevano
contare circa 140.000 provenienti dalla Romania (Transilvania). Ricordiamo che
ci furono o ci sono Ungheresi in Jugoslavia, Cecoslovacchia e nella ricordata
Romania.
Lloyd George scrisse il 25 marzo 1919, nel Memorandum di Fontainebleau
"... se essa [la Germania] ritiene che sia stata trattata ingiustamente nella pace del 1919, troverà i mezzi per esigere la giusta punizione dai suo conquistatori ... Il mantenimento della pace allora dipenderà dall’inesistenza di cause di esasperazione che attizzino lo spirito di patriottismo, di giustizia o di fair play per ottenere il risarcimento ... Per queste ragioni, pertanto, sono fortemente contrario al trasferimento di tedeschi dal dominio tedesco al controllo di qualche altra nazione, che eventualmente può essere aiutata. Non riesco a concepire una causa maggiore di una futura guerra, diversa da quella del popolo tedesco, che ha certamente dimostrato di essere una delle razze più vigorose e potenti del mondo, che verrebbe circondato da una serie di piccoli Stati, molti dei quali costituiti da popoli che non hanno mai istituito in precedenza un governo stabile da se stessi [un riferimento implicito a cechi e polacchi - S. Brezkun], ma ciascuno di essi ospitano grandi masse di tedeschi, che chiedono a gran voce il ricongiungimento con la loro terra natia. La proposta della commissione polacca, che vorrebbe porre 2.100.000 tedeschi sotto il controllo di un popolo di religione diversa e che non ha mai dimostrato una capacità di auto-governo stabile in tutta la sua storia, a mio giudizio, porterà prima o poi a una nuova guerra nell'Europa Orientale".
I russi hanno liberato il 17 settembre 1939 le popolazione ucraine e bielorusse soggette per 20 anni all'occupazione polacca >>>>>
Questo capitolo
è più diffusamente trattato ai link seguenti sempre interni al sito
DOSSIER POLONIA- KATYN
Formazione dello stato tedesco
http://digilander.libero.it/trombealvento/guerra2/varie/tedesco.htm
Piantine vicende polacche
http://digilander.libero.it/trombealvento/guerra2/varie/polonia.htm
http://digilander.libero.it/trombealvento/guerra2/varie/polonia1.htm
il primo dopoguerra
http://digilander.libero.it/fiammecremisi/dopoguerra1/controllo2.htm
http://digilander.libero.it/fiammecremisi/approfondimenti/allenstein.htm
la guerra e il massacro di Katyn
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/39/polonia.htm
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/39/poloniakatyn.htm
http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/cinemawajda.htm
personaggi
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/anders.htm
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/sikorsky.htm
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