Conoscere i funghi

TOSSICOLOGIA

La tossicità di una specie fungina può essere determinata dalla presenza di alcune sostanze che caratterizzano la composizione naturale di quella specie fungina perchè prodotte dai normali processi metabolici. Nel concetto di tossicità sono da tenere in considerazione tre aspetti importanti: l'insorgenza e la gravità dei segni e dei sintomi di intossicazione è correlata alla DOSE di tossina ingerita; in alcuni casi i sintomi compaiono quando si instaurano fenomeni di ACCUMULO delle tossine nell'organismo; ogni individuo reagisce in maniera diversa e la sintomatologia può dipendere anche da fenomeni di intolleranza, ipersensibilità ecc. Le principali sindromi cliniche sono classicamente suddivise in sindromi a breve incubazione (comparsa dei sintomi entro le sei ore dall'ingestione) ed a lunga incubazione (comparsa dei sintomi oltre le sei ore).

S. A BREVE INCUBAZIONE (in genere meno gravi) 
La s. gastrointestinale: comune a molte specie di funghi appartenenti a generi diversi, sembra attribuibile alla presenza di sostanze acroresinose del gruppo dei terpeni ed altre. I sintomi comuni di questa sindrome sono la nausea, il vomito, i crampi addominali e la diarrea tutti di entità più o meno grave in relazione alla specie fungina, alle condizioni generali del soggetto ed alla dose ingerita. Gravi complicazioni di questa sindrome sono la disidratazione, lo squilibrio idro-elettrolitico e l'insufficienza renale. Implicati sono varie russule e lattari, tricolomi, ramarie ecc. 
La s. muscarinica: causata da alcune Clitocybe, Mycena e soprattutto Inocybe di numerose specie.Si tratta di una sidrome di tipo colinergico mediata dalla acetil-colina in vari distretti dell'organismo. Ha un'incubazione breve (anche solo 15 min. e, comunque, meno di 3 ore) con sintomi a carico dell'apparato gastrointestinale (vomito, diarrea) delle ghiandole esocrine (forte salivazione, lacrimazione e sudorazione), del cuore (bradicardia), dei vasi sanguigni (ipotensione), degli occhi (miosi e disturbi della vista). Il pericolo maggiore è la disidratazione con collasso circolatorio (conseguente anche all'azione diretta della vasodilatazione). 
La s. panterinica: causata da Amanita muscaria, pantherina e loro varietà. La sintomatologia è prevalentemente di tipo neurologico, probabilmente per affinità chimica delle tossine con alcuni neurotrasmettitori. Incubazione da mezz'ora a tre ore. La sintomatologia comprende agitazione psico-motoria, allucinazioni, vertigini, logorrea, incoordinazione motoria, stato confusionale, coma. 
La s. psilocibinica: generi implicati sono Psilocybe e Panaeolus spesso assunti consapevolmente in varie parti del mondo per riti sciamanici ecc. La sintomatologia è prevalentemente di tipo allucinatorio, con spersonalizzazione, perdita della nozione del tempo, euforia, allucinazioni visive ed uditive. 
La s. coprinica: caratteristica di questa sindrome, dovuta all'assunzione di alcuni funghi del genere Coprinus, e a poche specie di altri generi, è quella di manifestarsi quando coesiste una assunzione di bevande alcoliche. La sintomatologia compare velocemente ed è legata alla vasodilatazione: vampate di calore, congestione, cefalea, ed anche febbre. Si può ripetere con successive assunzioni di alcol a distanza di giorni e possiede una certa pericolosità nei soggetti già affetti da cardiopatie. 
La s. paxillica: ancora non ben conosciuta nei meccanismi patogenenetici, sembra coincidere con fattori e processi immunitari (sensibilizzazione) che come risultato finale provocano episodi anche gravi di emolisi (distruzione dei globuli rossi nel sangue). Specie implicate sono il Paxillus involutus e filamentosus. Dopo iniziale gastroenterite acuta compaiono i segni dell'ittero (colorito giallo di cute e mucose-urine scure). 
S. emolitica: provocata da sostanze frequenti in natura e chiamate emolisine perchè inducono emolisi cioè distruzione dei globuli rossi. Alcuni funghi contengono emolisine (es Amanita vaginata). Da notare che la natura proteica di questi composti li rende termolabili cioè, inattivabili con una buona cottura.


SINDROMI A LUNGA INCUBAZIONE
S. falloidea: determinata da numerose specie dei generi Amanita, Lepiota, Galerina e Pholiotina.. Il periodo di incubazione è sempre superiore alle 8 ore. I primi segni di intossicazione sono a carico del sistema digerente e si manifestano con vomito e diarrea di elevata intensità. che, se non curati, portano a grave disidratazione con collasso circolatorio e acidosi. In ordine temporale il secondo organo colpito è il fegato dove si manifesta la necrosi cellulare diffusa con insufficienza epatica (in assenza o in ritardo di terapia il soggetto intossicato può morire per il coma ammoniemico e le gravi emorragie interne legate al deficit dei fattori della coagulazione). Esiste un danno anche a carico dei reni e conseguente insufficienza renale. La terapia instaurata precocemente ha ridotto di molto la mortalità dal 50-90% del passato al 3-15% attualmente (il tasso di mortalità è sempre in relazione alla dose di tossine ingerita, alla costituzione fisica, allo stato di salute del soggetto e alla precocità del trattamento). 
S. orellanica: provocata da funghi del genere Cortinarius (C. Orellanus, speciosissimus. Incubazione da 12 ore a più di 4 giorni. I sintomi sono dapprima gastrointestinali (nausea, vomito, crampi addominali) e successivamente a carico del sistema urinario (dolore lombare, poliuria, anuria insufficienza renale), del sistema nervoso (cefalea, sonnolenza, convulsioni) e muscolo-scheletrico (mialgie). La mortalità, un tempo frequente, è oggi rara ma purtroppo ancora molti casi determinano come grave esito l'insufficienza renale cronica con necessità di dialisi o trapianto di rene. 
S. giromitrica: la causano alcuni funghi della classe degli Ascomiceti, più frequentemente del genere Gyromitra (esculenta, ma anche del genere Helvella. Gyromitra esculenta è ancora un fungo che viene consumato, ma sicuramente contiene le tossine (gyromitrine) che si riducono parzialmente con l'essiccamento perchè volatili. I periodo di incubazione della sindrome è compreso tra le 6 e le 24 ore. I sintomi sono gastrointestinali (spesso lievi), neurologici (agitazione psicomotoria, convulsioni, estrema debolezza) ed a carico del fegato e del rene con danni anche severi.




Ad ogni inizio stagione, chi attraverso gli organi di stampa  o chi, come me, attraverso il sistema di pronta reperibilità micologica, viene a conoscenza di  casi più o meno frequenti di problemi legati al consumo di funghi raccolti. Inizialmente si è portati a credere che si tratti dei soliti sprovveduti che raccolgono tutto ciò che trovano al loro passaggio. Devo dire invece che i fatti generalmente si svolgono in modo diverso; personalmente mi capita spesso di parlare con il paziente e scoprire che egli raccoglie i funghi da moltissimi anni e che, quindi, crede di conoscerli. Devo dire che non mi capita mai di incontrare chi raccoglie e consuma i primi funghi che trova per la prima volta nella sua vita. Detto questo mi sorprende come una delle tante raccolte diventi quella sbagliata alle volte con gravi conseguenze; sicuramente i parametri adottati dal singolo raccoglitore hanno pochissimi elementi di valutazione per cui lo scambio con entità molto simili è facile.  Tra i casi più diffusi di intossicazione vorrei citare quella dovuta al consumo di Tricholoma pardinum o tigrinum, responsabile della maggior parte dei casi locali, anche al di fuori del periodo autunnale tipico dei tricholoma  grigi o morette, con le quali sembra venire confuso. Non escludo però uno scambio della sua forma brunastra e più esile, ( T. pardinum var. filamentosum ), avente cappello sulle tinte del marrone, fibrilloso e poco squamato, con funghi del genere Russula a carne mite, considerato il fatto che il pericoloso T. pardinum possiede effettivamente carne di sapore mite!In un caso recente, trovati nei residui della pulitura, nel piatto erano finite alcune boletaceae ( Tylopilus felleus), curiosamente consumato,  anche se amarissimo e scambiato verosimilmente per boleti della betulla o porcinelli ( Leccinum gruppo scabrum ) responsabile anch' esso, sia pur in modo meno importante di T. pardinum e sue varietà, di sindrome gastroenterica.Alquanto bizzarra la confusione che si è verificata tra funghi ipogei tipo scleroderma ( simile ad un tubero con carne nerastra e velenosa ) con altri tuberi commestibili a carne bianca con venature sottili, tipo tuber aestivum o brumale volgarmente chiamato tartufo nero. Il raccoglitore inesperto doveva accorgersi del colore nerastro della carne al taglio, come dello spessore e consistenza della parte esterna.

R. MARCHI

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