MORFOLOGIA
Circa i 2/3 dei funghi descritti in letteratura presentano apparato riproduttivo a lamelle. Pertanto la loro classificazione risulta maggiormente laboriosa. E.M.Fries ( 1834 ) naturalista svedese, introduce il modello di separazione a cinque colori di sporata: leucosporeo ( bianca ), ocrosporeo ( ocra ), rodosporeo ( rosa ), iantinosporeo ( viola ), melanosporeo ( nero ). Altre scuole di Micologi semplificano i colori della sporata in leucosporei, rodosporei, ed un gruppo a sporata scura formato da ocro, iantino, melanosporei. Spesso, ma non sempre, il colore della sporata determina il colore delle lamelle. Queste ultime, infatti, possono essere dotate di colore proprio. Es. Amanita cesarea con lamelle arancioni e spore bianche. Definito il colore, la nostra attenzione si pone su vari elementi di classificazione:
Separazione tra funghi omogenei ed eterogenei, nei primi il gambo non si separa facilmente dal capello per via di una struttura omogenea di tutta la carne del fungo, nei secondi il gambo si separa facilmente dal cappello per il motivo che la carne del cappello, rispetto alla carne del gambo, ha una struttura diversa.
Forma e aspetto delle lamelle e loro attaccatura al gambo.
Consistenza e viraggio della carne allo sfregamento, al taglio o al semplice contatto con l'aria.
In molte entità risulta determinante il sapore e anche l'odore della carne; in particolare possedere un buon olfatto ci permette di apprezzare odore di caramella, frutta, miele, farina, anice, muffa, cocomero, radice, terra, disinfettante o iodoformio, pesce o aringa, urina, origano, patate, pepe o spezie in genere, geranio, latte, odore spermatico. In alcuni casi essi sono persistenti in altri, leggeri effluvi da cogliere in brevi istanti .
Nei funghi a tubuli e pori ( fam. Boletaceae ), generalmente a colore di sporata scura, principalmente ci interessa l'aspetto del gambo e, per alcune sezioni, anche il viraggio o colore della carne. Es. nella sezione del boletus edulis la carne è bianca immutabile, in sez. luridi risulta imbluente, in sez. appendiculati giallina, ecc. L'aspetto del gambo dunque ci rivela caratteristiche peculiari di un determinato gruppo o sottogenere. Ad es. la presenza di reticolatura in Boletus oppure
in Leccinum, dove il gambo è ricoperto da squame da biancastre a scure .
CARATTERI MACROCHIMICI E MICROSCOPICI: La carne dei funghi a contatto con determinati reagenti chimici assume colorazioni che vanno dal rosso con la potassa ( KOH ) in molte entità appartenenti al genere Cortinarius, al bluastro con ferro solfato ( FESO4 ) in molte entità appartenenti al genere Russula; altri reagenti come l'acido cloridrico in soluzione acquosa colorano il preparato di azzurro ( test di Meixner per la ricerca delle amanito tossine ); ancora con la potassa nel genere Russula si osservano colorazioni giallastre. Ultimo accenno, sullo studio di particolari della struttura dei funghi attraverso l'uso del microscopio ottico, elettronico o a scansione: con un numero sensibile di ingrandimenti si possono apprezzare dimensioni e forma delle spore, dei cistidi o dei basidi, la trama della struttura delle lamelle, della cuticola del cappello, la presenza o meno di giunzioni tra una cellula e l'altra ( giunti a fibbia ); importante la lettura della amiloidia ( colorazione delle spore con tonalità bluastre in soluzione ioduro iodato ) per stabilire la netta separazione tra entità tossiche mortali (genere Amanita) ed entità non pericolose .
Recentemente alcuni Autori hanno proposto lo studio della mappatura del D.N.A. per la classificazione dei funghi, suscitando nella micologia tradizionale non poche perplessità e resistenze. Sicuramente i traguardi di questa nuova disciplina sconvolgeranno gli schemi attuali ascrivendo entità molto diverse tra di loro ad una unica origine.I caratteri morfologici che vanno osservati per riconoscere l'appartenenza di un fungo ad un genere, o, quando possibile, ad una determinata specie, sono molti e spesso non appariscenti. Logicamente il fungo va osservato con cura in ogni sua parte controllandone i caratteri morfologici ed organolettici.
IMENOFORO: rappresenta la struttura riproduttiva del fungo, deputata alla formazione delle spore tipicamente è situato sotto il cappello e il suo aspetto macroscopico è variabile: 1) a lamelle 2) a tubuli e pori 3) ad aculei 4) a pieghe 5) liscio. Tutti gli agaromiceti hanno imenoforo a lamelle, la conformazione a tubuli è tipica delle boletaceae e delle polyporaceae, le hydnaceae hanno l'imenofero ad aculei, le cantharellaceae a pieghe.
CAPPELLO: osservare la forma, il colore, l'aspetto della cuticola, la presenza di ornamenti ecc.
MARGINE, la presenza o meno di residui del velo, la consistenza della carne, la presenza o meno di glutine, di fibrille, squame, ecc.
GAMBO: osservare la forma, e l'inserzione sul cappello, la struttura (omogenea o eterogenea rispetto al cappello) solo nel secondo caso si potranno separare facilmente, il colore, la regolarità, la presenza o meno di decorazioni, (reticoli, squame, fibrille, pelosità ecc.), la consistenza della carne e l'aspetto al taglio (pieno, cavo ecc.).
RESIDUI DEL VELO: il velo generale è una membrana che avvolge tutto il fungo durante i primi stadi della crescita. Il velo parziale ha invece come scopo la protezione dell'imenoforo negli stadi giovanili. Entrambi tendono a dissolversi con la maturità ed in molti casi lasciano residui facilmente apprezzabili. Residui del velo generale sono la volva (alla base del gambo) le verruche sul cappello, residui sul gambo (calze) e la cortina (tesa fra la parte alta del gambo e il margine del cappello). Residuo tipico del velo parziale è invece l'anello caratteristico di molte specie di diverse famiglie.
CARNE: alla sezione del fungo se ne può apprezzare la consistenza, il colore e l'eventuale viraggio (imbluente, annerente ecc.).
R. Marchi