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Caratteristiche
dell'escursione |
Durata: |
2
- 3 ore |
Lunghezza: |
circa
5 km |
Grado
di difficoltà: |
facile |
Dislivello: |
in
salita 170 mt.
in discesa 120 mt. |
Periodo
consigliato: |
tutto
l'anno |
Flora: |
gariga,
castagneto, pineta, macchia mediterranea |
Fauna: |
uccelli
migratori, rapaci, volpe, riccio, biacco |
La partenza è
prevista dai Colli di Fontanelle, frazione di Sant'Agnello (Pullman
Circumvesuviana dalla stazione di Piano di Sorrento).
Per il ritorno, partenze da Sant'Agata con pullman Circumvesuviana
per
Colli di Fontanelle o Sorrento.
Descrizione
dell'escursione
Il
percorso iniziale
La
partenza è prevista dalla piazzetta dei Colli di Fontanelle. Da qui
si snoda la strada panoramica Nastro Azzurro che, alla fine degli anni
50 collegò i Colli con Sant'Agata; l'itinerario, invece, ha inizio
dal centro della piazzetta, imboccando via Pietrapiana che costituisce
l'antico accesso all'altopiano delle Tore intersecando in più punti i
tornanti della strada nuova.
Dopo aver superato un gruppo di case, a destra appare la mole calcarea
di Punta Scutolo che si protende nel mare con il Vesuvio sullo sfondo.
Sempre sulla destra, in alto, è visibile la croce di ferro del Picco
Sant'Angelo.
Circa 10 minuti dopo la partenza e dopo aver attraversato per due
volte il Nastro Azzurro, c'è un'edicola dedicata all'Immacolata; a
sinistra si trova una piccola cava di pietra, ora in disuso, che
forniva il materiale che veniva cotto per ottenere la calce in una
costruzione ancora parzialmente individuabile più a valle.
Il tragitto continua subito a sinistra della cava, dopo aver superato
un' interruzione del guard-rail sul quale è visibile il segno
bianco-rosso che il Club Alpino Italiano ha usato per marcare il
percorso.
Il
sentiero, solo all'inizio in leggera discesa e poi in salita, si snoda
fra un ceduo di castagno ed ontano, quasi in abbandono, nel quale sono
visibili anche i segni di un incendio. Man mano che si lascia il bosco
per uscire allo scoperto, il sentiero diviene più pianeggiante e la
terra battuta lascia il posto a grosse lastre di calcare che fanno da
pavimentazione. Ora si presenta, in tutta la sua bellezza, il Golfo di
Salerno da Praiano agli isolotti dei Galli o Sirenuse, mentre nelle
giornate serene è possibile stendere lo sguardo fino a Castellabate e
Punta Licosa. Sulla sinistra sono invece visibili le alture di Meta e
il Piano di Sorrento.
La
flora
Scostandosi
dal sentiero ed affacciandosi sul costone, si possono osservare, su
alcune cengie che interrompono la parete quasi verticale, alcuni
ciuffi della rara Palma Nana, l'unica specie di palma spontanea in
Italia.
Adesso
il sentiero, sempre segnato con il tratto bianco-rosso, è
completamente privo della copertura arborea, in passato disboscata e
di recente bruciata. La vegetazione, bassa e cespugliosa tipica della
gariga, comprende: ginestra, euforbia, cisto, asfodelo, lentisco,
mirto e perfino l'agave.
Alla base dell'unica quercia il sentiero si biforca; prendendo a
destra si sale alla Malacoccola. L'itinerario, invece, prosegue per il
tratto quasi a strapiombo su Punta Sant'Elia di cui ora è possibile
distinguere la torre sul mare. Lo scenario delle rupi bianchissime a
picco sul mare azzurro, tra il rigoglio della vegetazione che si
insinua nei canaloni, sembra tratto dalla tela di un pittore
romantico.
Per la sua posizione aperta e prospiciente il mare, e quindi
attraversato dalle rotte migratorie, questo è un ottimo posto per
fare del bird-watching anche con interessanti sorprese.
Il sentiero ora si spinge in leggera salita verso un muro a secco di
pietra calcarea; lo si costeggia, lasciandolo sul lato destro fino a
quando una rete metallica, che recinta una vigna, prende il posto del
muro.
Pizzetiello
A
questo punto si abbandona il tracciato segnato in bianco-rosso, che
prosegue verso Torca, e si volta a destra, sempre costeggiando la
rete. Prima della deviazione si può raggiungere, sulla sinistra, il
promontorio denominato "Pizzetiello", che offre un
eccezionale panorama a 360 gradi: i rilievi del Faito, le alture di S.
Maria al Castello e della Costiera Amalfitana, gli isolotti dei Galli,
di Vetara, di Isca, l'abitato di Torca, le vette di San Costanzo, del
Deserto e la cima del monte Solaro con i Faraglioni a fare capolino
dietro Punta Campanella, quasi non volessero mancare in uno scenario
così bello.
Spostandosi ancora verso il basso, ci si può affacciare da un
fantastico balcone naturale su Punta Sant'Elia e su quello che una
volta fu un immenso uliveto, ora devastato da diversi incendi e semi
rinselvatichito.
Pensando alla costa nord della Penisola, così popolata ed
urbanizzata, scenari come questo danno l'idea di quello che doveva
essere questa terra secoli fa. Il fascino che dovette esercitare sugli
ospiti stranieri è tutto condensato nei tre isolotti dei Galli, che
ricorderebbero la disperazione delle Sirene nel non essere riuscite a
fermare il viaggio di Ulisse.
L'itinerario riprende, attraversando un piccolo castagneto e un prato;
poi si volta a destra risalendo verso una collinetta caratterizzata da
un boschetto sulla cima. La zona chiamata geograficamente Capo di
Mondo e localmente nota come "a' Isola" consente la vista
contemporanea dei due golfi e rappresenta la massima altura di
Sorrento.
Giunti fra due case, ci si trova ad un bivio: la stradina a destra
riporterebbe sul Nastro Azzurro. L'itinerario prosegue, invece, a
sinistra attraverso un sentiero che costeggia un muro, prima in pietra
arenaria locale e poi in calcare.
Dopo un breve tratto la strada diviene asfaltata e conduce alla Pineta
delle Tore.
La
Pineta delle Tore
La
pineta, di proprietà del Comune di Sorrento, si estende su un'area di
circa 25 ettari ed occupa quasi tutta la cresta della collina delle
Tore.
L' impianto attuale è costituito da Pino Marittimo (Pinus Pinaster)
ed è stato messo a dimora dopo che il ciclone del 30/12/1974 aveva
sradicato quello precedente.
Tutta
l'area delle Tore è stata individuata nel Piano Urbanistico
Territoriale (Legge Regionale 35/87) come zona da destinare a parco
territoriale. Purtroppo questa intenzione del legislatore non è stata
ancora suffragata da chi doveva verificarne l'attuazione, consentendo
che tale splendida zona venisse deturpata da un notevole abusivismo e
da numerose discariche.
Costeggiando la Pineta sulla destra, si giunge ad un viale sterrato
che la attraversa, consentendo di affacciarsi sul versante sorrentino
e sul golfo di Napoli.
Il sentiero ora avanza fra i pini sulla sinistra ed un castagneto con
fitto sottobosco di rovo, pungitopo, felce e smilace sulla destra.
Superata la torre della RAI, si raggiunge il piazzale che ospita
l'elicottero del servizio antincendio e un bar ristorante.
Subito a valle del piazzale c'è un primo bivio da prendere a
sinistra; poi a breve distanza ce n'è un altro che s'imbocca a
destra, percorrendo via Pontone in discesa con l'altura del Deserto di
fronte e l'abitato di Sorrento in basso.
Superate alcune costruzioni, scavalcato un rivolo e percorso un viale,
ai lati del quale si possono notare diverse piante di nocciolo tipiche
della zona, si giunge all'abitato di S. Agata.
Gli escursionisti più volenterosi possono prendere in considerazione
la possibilità di scendere da Sant'Agata a Sorrento percorrendo la
mulattiera denominata "Circ'do mpiso" (quercia
dell'impiccato). Il tragitto, molto panoramico ed effettuabile in
circa 30 minuti, parte nei pressi dell' Hotel Iaccarino e raggiunge il
rione Santa Lucia
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