Il Palazzo che ospita il Museobottega
della Tarsialignea ha un impianto settecentesco e denuncia i caratteri
propri di un'architettura di provincia sviluppata su reminiscenze di strutture
più importanti.
Si ignora la famiglia patrizia che lo fece
costruire; le ricerche di archivio si fermano alla seconda metà dell'Ottocento
quando divenne la dimora del barone Achille Pomarici Santomasi di Gravina di
Puglia.
L'utilizzazione del Palazzo quale sede espositiva
dell'artigianato artistico sorrentino ha favorito la realizzazione di un
progetto di restauro, particolarmente attento alla salvaguardia delle memorie
storiche ed architettoniche legate al fabbricato. Sono stati riportati così alla
luce i vari dettagli architettonici e decorativi dell'impianto settecentesco ed
in particolare la piccola scala a sviluppo elicoidale, che
collega con un'altezza di oltre dieci metri, il piano terra con il secondo
piano.
Quando sono state rimosse le tele dai soffitti,
per completare l'indagine strutturale, sono ritornati alla luce i parati del
Settecento in carta dipinta a mano, che ancora rivestivano l'intradosso dei
vecchi solai in legno del primo e del secondo piano. La rimozione delle tele ha
evidenziato inoltre, sulle pareti di alcune stanze del secondo piano il tratto
superiore di una fascia affrescata che incorniciava il soffitto. Una lenta e
minuziosa raschiatura dello strato di pittura, che ricopriva le pareti fino
all'altezza delle tele, ed il successivo fissaggio dei colori ha consentito il
recupero non solo degli affreschi dell'intera fascia, ma anche di quelli
relativi alla zoccolatura ed alle cornici emerse lungo le pareti ed intorno ai
vani di passaggio.
Il successivo progetto di allestimento per l'esposizione
della collezione antica e moderna è stato gestito in modo da articolare su
quattro piani un percorso didattico che potesse documentare,
attraverso sezioni distinte, l'arte della tarsia lignea in
tutte le sue molteplici sfaccettature. Il tutto è stato realizzato in modo che
le strutture espositive non turbassero la valenza architettonica e la ritrovata
decorazione dei vari ambienti.
Il piano terra si sviluppa in una serie di piccole sale
nelle quali è stata organizzata l'esposizione e la commercializzazione della
collezione moderna che si compone di oggetti e mobili intarsiati con temi
decorativi legati alla cultura del nostro tempo.
Al piano ammezzato la collezione storica è introdotta da una
documentazione fotografica sull'attività dei maestri intarsiatori dal
Quattrocento al Settecento. L'attigua esposizione di mobili ed oggetti vari
dell'Ottocento intende invece evidenziare gli aspetti tecnici e decorativi delle
singole scuole e botteghe di intarsio che operarono all'epoca in Italia,
premessa indispensabile per poter meglio cogliere i caratteri propri della
tarsia sorrentina
Prima di proseguire nella visita delle sezioni finalizzate alla
documentazione della produzione intarsiata locale, un' ampia esposizione di
quadri, stampe e foto d'epoca consente di ricostruire il contesto ambientale che
fece da contorno allo sviluppo della tarsia lignea. Del resto la bellezza e
l'amenità dei luoghi è stata determinante nello sviluppo della tarsia sorrentina,
in quanto l'enorme e qualificato flusso turistico, che fin dalla fine del
Settecento, elevò Sorrento a tappa fissa del Grand Tour, fu per questa
produzione una notevole cassa di risonanza sulla scena internazionale.
L'evoluzione nelle tecniche di lavorazione, la documentazione dei materiali
utilizzati, lo studio dei temi decorativi e dei dettagli progettuali che
valorizzano il design dei mobili e degli oggetti intarsiati sorrentini offrono
lo spunto per altrettante sezioni.
Il percorso espositivo, dopo aver approfondito il contributo dato dalla
locale Scuola d'Arte alla formazione delle varie generazioni di artigiani, si
conclude al secondo piano con l'esposizione della produzione
dei maestri intarsiatori sorrentini dell' Ottocento. Questo Museo oltre a soddisfare la sua finalità primaria di dare continuità
alla storia della tarsia sorrentina con la progettazione e la
commercializzazione di una produzione culturalmente rinnovata, si offre, per l'identità
del linguaggio tra il contenitore ed il suo contenuto, come un
documento unitario e raro sull'architettura, sulle arti applicate, sull'
economia e gestione del territorio che, in stretta connessione tra loro, hanno
caratterizzato Sorrento dal Settecento ai nostri giorni.
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