Ischia - La storia
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Ischia è uno dei primi luoghi d'Italia occupato dai coloni greci. E' probabile che già gli Arcanani di Capri vi avessero un insediamento prima che Eretri e Calcidesi occupassero l'isola. Pithecusae prosperò per molto tempo fino a quando le lotte intestine non indebolirono la sua compagine statale e l'eruzione del 500 a.C. non costrinse infine gli abitanti a volgere le spalle alla patria. Da questo momento l'indipendenza dell'isola è finita per sempre. Ierone I dopo la battaglia di Cuma la occupò per usarla come base contro i pirati tirreni; ma già dopo pochi anni una nuova eruzione costrinse i coloni ad abbandonare l'isola. Era naturale che in questa circostanza Neapolis, che aveva già in precedenza dato asilo ai profughi pitecusani, ne raccogliesse l'eredità ed occupasse l'isola. Poiché Ierone morì nel 467, l'occupazione napoletana è da fissare intorno al 450. E' questo il tempo dell'ascesa della città e Pithecusae è il suo primo importante acquisto. Come colonia di Napoli, Ischia ne avrà probabilmente condiviso anche i culti; solo che Apollo fu qui venerato soprattutto come divinità salutare e accanto a lui le Ninfe nitrodie, protettrici delle sorgenti salubri dell'isola. Queste acque termali sono ancora oggi, come nell'antichità, la principale fonte del benessere dell'isola. La loro frequentazione, così come l'efficacia delle loro virtù terapeutiche, è attestata dalle numerose iscrizioni in onore di Apollo e delle Ninfe trovate in Ischia e per lo più decorate con rilievi votivi in forma di piccoli altari. Invece le miniere d'oro, alle quali i primi coloni calcidesi dovettero la loro ricchezza, sono da lungo tempo esaurite, e se ne è perduta ogni traccia. Ma la feracità dl suolo vulcanico è ancora quella di un tempo. Tutt'attorno all'isola la fascia costiera è un'unica vigna, mentre più in alto boschi di castagni coprono le pendici dei monti prolungandosi per un buon tratto, finché si arrestano e si erge la nuda roccia. |
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