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Lettere d'autore
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A P.I. Ciaikovskij da Naieda
von Meck
Mosca, 14 marzo 1872, le due del mattino
Sono stata a un concerto e ho sentito la vostra Marcia Slava. Non saprei
esprimere le mie impressioni ascoltandola: una felicita' pura mi ha
riempito di lacrime gli occhi. Provavo una gioia indicibile all'idea che
l'autore fosse in un certo senso mio, che mi appartenesse, che nessuno
potesse togliermelo. Per la prima volta da quando vi conosco, ho sentito
una vostra opera in un ambiente insolito. Nella sala della Nobilta',
sotto un certo aspetto avverto molte rivali, sento che mi preferite
molti amici. Ma li', in quello scenario nuovo, circondata da
sconosciuti, avevo la senzazione che non poteste appartenere a nessuno
con la stessa pienezza con cui appartenevate a me e che nessuno potesse
rivaleggiare con me. "Qui lo possiedo e lo amo".
Scusatemi per questo delirio e non temete la mia gelosia, tutto cio' non
vi impegna in nulla, riguarda me e finira' con me. A voi non chiedo
nulla di piu' di cio' che mi accordate gia', tranne forse un piccolo
cambiamento di forma. Mi piacerebbe che mi trattaste come si fa di
solito con gli amici, dandomi del "tu". Scrivendo non dovrebbe essere
difficile; ma se lo trovate imbarazzante, vi rinuncero', poiche' cosi'
come stiamo sono felice, anzi possiate essere benedetto per la felicita'
che vi devo. Un istante fa volevo dirvi che vi abbraccio con tutto il
cuore, ma forse potrebbe parervi strano, per cui vi dico come al solito:
arrivederci, mio dolce amico.Se vi pare sconveniente, non leggetevi che
il delirio di un'immaginazione anormale sovreccitata dalla musica. Non
vi stupite mai di questi miei parossismi: ho la mente veramente malata.
Testo tratto da "Le più belle lettere d'amore" a cura di Jill Dawson -
La Tartaruga edizioni
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A Robert Schumann da Clara
Wieck
Lipsia 15 agosto 1837
Mi chiedi solo un semplice "si"? Una parola cosi' piccola
- ma cosi' importante.
Come potrebbe un cuore colmo
di amore ineffabile qual'e' il mio
non dire questa piccola parola con tutte le sue forze?
La dice e la mia anima piu' segreta non fa che bisbigliarti.
Potessi descriverti le pene del mio cuore,
le molte lacrime - oh no! Forse il destino vorra'
che ci rivediamo presto e allora...
Le tue proposte mi paiono rischiose,
ma un cuore innamorato non tiene conto dei pericoli.
Ancora una volta ti dico "si" che Iddio voglia trasformare il mio
diciottesimo compleanno in un giorno di afflizione? Oh no! Sarebbe
troppo orribile. Inoltre da tempo sento che "deve essere cosi'", nulla
al mondo mi persuadera' ad allontanarmi da cio' che ritengo giusto e
dimostrero' a mio padre che un cuore giovanissimo puo' anche essere
risoluto nei suoi propositi.
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da George Sand a Pietro
Pagello
Venezia, 10 luglio 1834
Nati sotto cieli diversi, non abbiamo ne' gli stessi pensieri ne' lo
stesso linguaggio - abbiamo, forse, cuori che si somigliano?
Il clima mite e nuvoloso dal quale provengo mi ha lasciato impressioni
gentili e malinconiche; quali passioni ha infuso in voi il sole generoso
che ha abbronzato la vostra fonte? Io so come amare e soffrire, e voi,
cosa conoscete dell'amore? L'ardore dei vostri sguardi, la violenta
stretta delle vostre braccia, il fervore del vostro desiderio, mi
tentano e mi spaventano. Non so se combattere la vostra passione o se
condividerla. Non si ama cosi' nel mio paese; Accanto a voi io non sono
niente altro che una pallida statua che vi guarda con desiderio,
preoccupazione e stupore. Non so se mi amate sinceramente, non lo sapro'
mai. Riuscite appena a dire qualche parola nella ia lingua e io non
conosco abbastanza la vostra per penetrare simili misteriose questione.
Forse, anche se conoscessi perfettamente la lingua che parlate, non
riuscirei a farmi capire. Il luogo dove abbiamo vissuto, la gente ci ha
istruito, sono indubbiamente le ragioni per le quali abbiamo idee,
sentimenti e bisogni reciprocamente inspiegabili. La mia natura debole e
il vostro temperamento ardente devono produrre pensieri molto diversi.
Voi dovete ignorare, o disprezzare, le migliaia di sofferenze
insignificanti che mi turbano; dovete ridere di cio' che mi fa piangere.
Forse non sapete neanche che cosa sono le lacrime. Che cosa sareste per
me: un sostegno o un padrone? Mi consolereste dei mali che ho patito
prima di incontrarvi? Capite perchè sono triste? Capite la compassione,
la pazienza e l'amicizia? Forse siete stato allevato con l'idea che le
donne non hanno anima. Pensate che ce l'abbiamo? Non siete ne' un
cristiano ne' un musulmano, non siete un uomo civilizzato ne' un barbaro
- siete dunque un uomo? Che cosa si nasconde in quel petto mascolino,
dietro quella fronte superba, quegli occhi leonini? Avete mai un
pensiero nobile, fine, un sentimento fraterno e pio? Quando dormite,
Sognate di volare verso il paradiso? Quando gli uomini vi feriscono,
credete ancora in Dio? Saro' la vostra compagna o la vostra schiava? Mi
desiderate o mi amate? Quando la vostra passione sara' soddisfatta, mi
ringrazierete? Quando vi avro' fatto felice, saprete come dirmelo?
Sapete cosa sono io e vi angoscia il non saperlo? Per voi io sono un
essere sconosciuto cui aspirare e di cui sognare, o ai vostri occhi sono
una di quelle donne che ingrassano negli harem? Nei vostri occhi, ove
credo di scorgere una scintilla divina, c'è forse solo la lussuria che
quelle donne ispirano? Conoscete quel desiserio dell'animo che il tempo
non spegne, che nessun eccesso attutisce o logora? Quando la vostra
amante dorme tra le vostre braccia rimanete deste per vegliare su di
lei, per pregare Dio e piangere? I piaceri dell'amore vi lasciano
esausto e abbrutito, o vi trasportano in un'estasi divina? la vostra
anima sopraffa' il vostro corpo quando lasciate il seno di colei che
amate? Ah, quando vi osservero' trattenuto e quieto, capiro' se siete
pensieroso o se invece riposate? Quando i vostri sguardi si
attenueranno, sara' per tenerezza o per spossatezza? Forse vi renderete
conto che io non vi conosco e che voi non conoscete me. Non conosco ne'
la vostra vita passata ne' il vostro carattere, ne' cio' che gli uomini
che vi conoscono pensano di voi. Forse tra loro voi siete il primo, o
forse l'ultimo. Vi amo senza sapere se posso stimarvi, vi amo perche' mi
piacete, e forse un giorno o l'altro saro' costretta a odiarvi. Se foste
un uomo del mio paese, vi farei delle domande e voi mi capireste. Forse
sarei ancora più infelice perche' m'ingannereste. cosiì, almeno non
m'illuderete, non mi farete vane promesse e fasi voti. Mi amerete per
quello che capite dell'amore, per quello che potete amare. Cio' che ho
cercato invano in altri probabilmente non lo trovero' in voi, ma posso
sempre credere che lo possediate. Quegli sguardi, quelle carezze d'amore
che in altri mi hanno sempre mentito, lascerete che le interpreti come
desiderio, senza aggiungervi parole ingannevoli. Potro' interpretare le
vostre arie sognanti e colmare i vostri silenzi di eloquenza.
Attribuiro' alle vostre azioni le intezioni che io desidero. Quando mi
guarderete con tenerezza, pensero' che la vostra anima sta osservando la
mia, quando lancerete occhiate al cielo credero' che la vostra mente si
rivolge all'eternità da cui sorse. Lasciate che rimaniamo così, non
imparate la mia lingua e io non cerchero' nella vostra, parole per cui
esprimere i miei dubbi e timori. Voglio ignorare cio' che fate della
vostra vita e quale parte giocate fra i vostri compagni uomini. Non
voglio nemmeno sapere il vostro nome.
Nascondetemi il vostro animo onde io possa sempre pensare che sia bello.
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da Jane Clairmont a Lord Byron.
Mi hai pregata di scrivere brevemente, ma io ho molte cose da dire. Mi
hai anche pregata di pensare che l'affetto che nutro per te è dettato da
un capriccio. Non può essere un capriccio
visto che nell'ultimo anno hai costituito l'oggeto su cui mi trovavo a
meditare in ogni momento solitario.
Non mi aspetto che tu mi ami, non merito il tuo amore.
Sento che sei superiore, eppure con mia sorpresa, anzi con mia felicità,
hai lasciato trapelare passioni che credevo non vivessero più nel tuo
petto. Perchè dovrei sperimentare con dolore la mancanza di felicità?
Perchè dovrei respingerla
mentre mi viene offerta? Forse ti parrò imprudente, immorale; le mie
opinioni odiose, le mie idee depravate; ma almeno una cosa il tempo
dimostrerà, che il mio amore è delicato e devoto, che sono incapace di
qualsiasi sentimento si avvicini alla vendetta o alla malevolenza; i
tuoi desideri futuri saranno i miei, e qualsiasi cosa tu dica o faccia,
non porrò domande, te lo assicuro.
Hai obiezioni al seguente piano? Giovedì sera potremmo andare insieme
fuori città con una diligenza o un postale, a una distanza di dieci o
dodici miglia. Lì saremmo liberi e sconosciuti; potremmo rientrare
l'indomani mattina presto. Ho arrangiato tutto qui onde non sollevare il
minimo sospetto.
Per favore fai lo stesso con i tuoi familiari.
Accetterai che mi trattenga un paio di minuti con te? Dove? Non mi
soffermerò un solo istante quando mi dirai di andarmene. Solo, si
possono dire e fare così tante cose in un breve incontro che la
scrittura non può attuare.
Fai ciò che desideri, o vai dove desideri,
rifiuta di incontrarmi e comportati in modo crudele, non ti dimenticherò
mai. Ricorderò sempre la gentilezza dei tuoi modi e la selvaggia
originalità del tuo volto. Visto una volta, non ti si può dimenticare.
Forse questa è l'ultima occasione in cui mi rivolgo a te. Lascia quindi
che ti rassicuri ancora una volta, non sono ingrata. Ti sei comportato
in tutto con la massima signorilità, e sono solo irritata che i miei
modi impacciati mi abbiano impedito di esprimerti tale sentimento di
persona.
Mi accoglierai adesso che sto aspettando a Hamilton Place la tua
risposta?
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da Ofélia a Fernando
Pessoa
Ofèlia, segretaria dattilografa 19 enne, si innamora di Ferdinando
Pessoa. La relazione tra uno dei più grandi scrittori della letteratura
di questo secolo e una ragazza semplice e un po' illusa...
10 dicembre 1920
Fernando
E ancora sotto l’effetto doloroso che mi ha provocato la lettura della
sua lettera, che le invio queste parole. I miei timori e le mie intime
convinzioni non mi avevano ingannata, mi accorgo che mi stavo
affezionando a uno di questi esseri che si prendono gioco del puro
affetto, che sono capaci di stancarsi per poter torturare il cuore delle
povere ragazze, cercando di poter avere con loro una relazione non per
affetto, non per una simpatia di speranze future, non per interesse e
neppure per capriccio,
ma soltanto perché piace loro affliggere, infastidire e torturare colei
che fra l’altro non aveva mai pensato a lui, e neppure lo conosceva.
Proprio bello! Sublime! Grande! Per quanto riguarda le mie lettere, può
conservarle, se desidera, sebbene esse siano troppo semplici!
Quanto a me, non mancherò in futuro di trarre vantaggio da questa
lezione: mi ha fatto sapere fino a che punto di sincerità un uomo
esprime la sua simpatia, il suo affetto, il suo amore, tutte le speranze
future riguardo a ragazze ancora inesperte.
Una Signora amica mia diceva giorni orsono queste parole:
“Una donna che crede alle parole di un uomo, non è che una povera
idiota; se un giorno vedeste qualcuno che finga di portare alle labbra
una bevanda avvelenata a causa sua, rovesciategliela velocemente in
bocca perché libererà
il mondo da un impostore in più”.
Abbiamo riso tutti! E alla fine aveva ragione...
Ofélia
P.S. Le chiedo scusa se rispondo solo oggi alla sua lettera, ma a causa
della morte del fratello di mio cognato non sono venuta a casa ieri e
per questo non ho potuto risponderle con la velocità che avrei voluto.
Le augura immensa felicità la...
Ofélia
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LUDWIG VAN BEETHOVEN A UNA
DONNA SCONOSCIUTA
6 luglio, di mattina
Mio angelo, mio tutto, mio io. Solo poche parole per oggi e addirittura
a matita (con la tua) — Non sarò sicuro del mio alloggio sino a domani;
che inutile perdita di tempo è tutto ciò! — Perché quest'angoscia
profonda, quando parla la necessità — il nostro amore può forse durare
senza sacrifici, senza che ciascuno di noi pretenda tutto dall’altro;
puoi tu mutare il fatto che tu non sei tutta mia, io non sono tutto tuo?
— Oh, Dio!, rivolgi il tuo sguardo alla bella Natura e da’ pace al tuo
animo per ciò che deve essere — L’amore esige tutto e ben a ragione,
così è di me per te, di te per me — Ma tu dimentichi così facilmente che
io debbo vivere per me e per te. Se fossimo completamente uniti, tu
sentiresti questa dolorosa necessità, tanto poco quanto la sento io - Il
viaggio è stato orribile. Sono arrivato qui soltanto ieri mattina alle
quattro.
Siccome c’erano pochi cavalli, la diligenza ha scelto un altro
itinerario; ma che strada orribile! Alla penultima stazione mi hanno
sconsigliato di viaggiare di notte, hanno cercato di ispirarmi paura
d’un bosco ma ciò non è servito ad altro che a spronarmi — e ho avuto
torto.
La vettura ha finito con lo sfasciarsi su quell’orribile strada, un
semplice sentiero di campagna senza fondo. Se non avessi avuto quei due
postiglioni, sarei rimasto per strada — Per l’altra strada, quella
solita, Esterhàzy con otto cavalli ha avuto la stessa sorte che io con
quattro — Tuttavia, in un certo senso la cosa mi ha anche fatto piacere,
come succede ogni volta che supero felicemente qualche ostacolo — Ora
voglio passare in fretta dagli eventi estrinseci a quelli intimi.
Confido che ci vedremo presto; ed anche oggi mi manca il tempo per dirti
i pensieri che ho rimuginato in questi ultimi giorni sulla mia vita — Se
i nostri cuori fossero sempre l’uno vicino all’altro, non mi capiterebbe
certo di avere simili pensieri. II mio cuore trabocca del desiderio di
dirti tante cose — Ahimè - ci sono momenti in cui sento che la parola è
inadeguata — Cerca di essere serena — e sii per sempre il mio fedele
unico tesoro, ii mio tutto, come io lo sono per te. Sono gli dèi che
debbono provvedere, qualunque possa essere il nostro destino.
Il tuo fedele
Ludwig
Dopo la morte di Ludwig van Beethoven (1770-1827) questa lettera venne
trovata in un cassetto segreto del suo armadio. Scritta fra ii 6 e il 7
luglio 1812 a Teplilz e formata da treparti separate, non venne
probabilmente mai spedita. Da allora i biografi hanno cercato di
identificare la misteriosa destinataria senza approdare a una
conclusione definitiva. Quale delle donne che il musicista frequentava è
l’amata immortale? La contessa Giulietta Guicciardi, allora
diciassettenne? Therese Brunsvick? Amalie Sebald? Josephine Staekelbeig?
Sfuggente a ogni definizionepiii precisa, la donna sconosciuta resta
comuaque una delle più suggestive incarnazioni del mito romantico.
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Gioacchino Rossini a Isabella
Colbran
In questa lettera spedita al soprano Isabella Colbran, il musicista
Gioachino Rossini (1792-1868) delinea in modo sintetico la propria
gioiosa ars amandi. La Colbran interpretò molte opere rossiniane, e dopo
essere stata l‘amante di molti
impresari divenne la moglie dello stesso compositore.
Volete la mia opinione sull’amore?
L’amore soddisfatto è un piacevole passatempo;
l’amore infelice è un dente guasto del cuore.
Grazie al cielo, noi abbiamo avuto ambedue la fortuna di non conoscere
che il nome di un tal malanno.
Il mio amore per voi è una sinfonia in sol maggiore dedicata alla più
bella di tutte le donne dal suo fedele adoratore.
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