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La
dichiarazione
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Dirlo o non dirlo?
Esiste il tono giusto?
La sincerità è altrettanto importante. Al bando l’affettazione, le frasi
fatte, i luoghi comuni e le parole prese in prestito dalle esperienze
altrui. Soprattutto, non bisognerebbe mai parlare in modo diverso – più
enfatico o più forbito – di come si parla normalmente. Dato appunto che la
verità dei sentimenti viene dal cuore, tanto vale lasciarlo parlare con le
i suoi toni, le sue intermittenze, i suoi imbarazzi e le sue timidezze …
Perché la dichiarazione d’amore perfetta non esiste: la vostra è la
migliore, quella del momento e dell’ispirazione, quella della verità dei
sentimenti.
Intendiamoci, sincero non vuol dire grave. Tanto più che è proprio
difficile, quando si è in imbarazzo, non sperare in un sorriso. E poi chi
l’ha detto che le dichiarazioni più viscerali non si fanno con un che di
leggero? In fondo, è già tanto massiccio il messaggio in sé…
E qui, qualunque sia l’esito della vostra dichiarazione, il comportamento
dell’altro sarà la cartina di tornasole del suo valore umano: se è
sensibile, anche se non gli interessate per nulla troverà senz’altro il
modo per dirvelo ferendovi il meno possibile. Apprezzerà il fatto che vi
siate presi un rischio, e nel tripudio del suo narcisismo cui offrite il
vostro cuore, saprà trovare il modo per proteggere il vostro.
In definitiva, allora, chi è convincente? Lo è chi dà segno di aver
riflettuto, è sincero in quello che dice, magari è imbarazzato ma convinto
di quello che prova; lo è chi si dichiara
ma non si inchina, e si capisce benissimo che è intenzionato a
sopravvivere qualunque sia la risposta che otterrà. Lo è chi dà segno di
giocarsi una possibilità importante – magari importantissima - ma non
definitiva, chi dimostra sensibilità, chi apprezza e ama senza lusingare,
non fa promesse esorbitanti, e non dà l’impressione di essersi dichiarato
perché aveva gli ormoni a mille. Quindi, lo è chi sa trovare – perché la
possiede anche nelle turbolenze – una misura ragionevole tra eccitazione e
tenuta, e che perciò non partirà per l’India in caso di rifiuto, e non
chiederà la vostra mano un’ora dopo, se invece vi ha convinti.
Calcolo delle probabilità
Il rischio di essere respinti c’è sempre. Per questo bisognerebbe cercare
di valutare prima da tanti segnali deboli se state andando in battaglia
con buone probabilità di vincere, oppure se la partita è persa. Anche se
le soluzioni possono essere tante: non ci si amerà ma si resterà amici, si
diventerà amici e poi chissà, magari un giorno… anche se quest’ultima
possibilità è, in verità, rara.
Ovviamente è possibile prendere cantonate micidiali. Ci sono persone che
tendono in generale ad avere un comportamento ammiccante senza per questo
essere disposte ad andare oltre. Allora potreste osservare se questo
atteggiamento è riservato solo a voi, o se lo è in particolare, oppure è
un modo di comportarsi indistinto con chiunque. La persona cui avete
scelto di dichiararvi vi ha cercati spesso o l’avete cercata sempre voi?
Cerca il contatto fisico e incoraggia le confidenze, oppure no? Ha
dimostrato attrazione fisica per voi, o indifferenza? Diciamo che in linea
di massima bisognerebbe ritenere di avere almeno delle probabilità fondate
di essere accettati, prima di lanciarsi.
Quando dirlo?
Né troppo presto, né troppo tardi. Né troppo solenne, né banale. Cosa fare
allora – e soprattutto, quando?
La parola greca kairos esprime una particolare forma di finezza necessaria
a fare le cose giuste al momento giusto. Come qualunque altra rivelazione
importante, anche la dichiarazione d’amore va fatta nel momento
appropriato, e quando si crea la condizione “ideale”.
Dichiararsi al momento sbagliato può avere effetti catastrofici. Per
esempio, fare una dichiarazione importante in tempi prematuri è
altrettanto negativo del non trovare mai il momento adatto o peggio – non
essere proprio capaci di dichiararsi.
Come una piantina, l’amore cresce e si trasforma da infatuazione
passeggera a sentimento totale. Una persona anonima può diventare il
nostro oggetto privilegiato del desiderio, l’incarnazione di tutte le
nostre aspirazioni e delle nostre speranze nel giro di qualche mese.
Qualche mese, appunto. Quindi, è inutile dichiarare sentimenti per la vita
dopo tre giorni.
Meglio aspettare e stuzzicare nell’altro la curiosità, la speranza,
l’attesa … Ma qual è allora il momento giusto? E’ in sostanza quello che
si accorda alla sensibilità nostra, e a quella dell’altro. Senza
precipitazione e senza forzature. Ricordandosi soprattutto che la
dichiarazione d’amore contiene un messaggio fortissimo: “ti amo” vuol dire
– sotto sotto ma neanche tanto – “amami”. E che quindi è, per definizione,
impegnativa.
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Comunque, quando l'amore c'è, c'è poco da dichiararlo, si vede e si sa. Si
capisce se l'altra persona corrisponde i nostri sentimenti, non è
necessario esporsi con fiori o lettere o chissà cos'altro. C'è chi ama
molto i riti, per cui desidera essere corteggiato o corteggiare, ma se si
"incornicia" troppo una dichiarazione le si fa perdere molta della sua
magia. Forse si dovrebbe parlare un pò meno e vivere di più i sentimenti e
le situazioni che ci capitano. La dichiarazione può anche essere usata
come forma liberatoria: io amo disperatamente una persona che so che non
mi ricambia, per liberarmene definitivamente le dichiaro il mio amore e un
suo netto rifiuto non può che aiutarmi a dimenticarla".
Tutto quello che viene prima
Proprio perché la precipitazione è segno di immaturità, oltre che di
molte, moltissime altre cose, una dichiarazione ha più probabilità di
cogliere nel segno quando si capisce che è frutto di una riflessione, di
un ragionamento e di una valutazione. In un certo senso, si potrebbe dire
che l’amore capita, cioè spesso si comincia a provare qualcosa per
qualcuno prima di rendersene davvero conto.
Accorgersi di amare è spesso il risultato di un’interrogazione interiore:
colti alcuni segnali – per esempio una mancanza, un senso di vuoto, una
nostalgia; ma anche una gioia, una carica vitale, un’attrazione – ci si
accorge di essere cambiati, e ci si domanda se le nuove sensazioni sono
legate proprio all’altra persona.
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Rimedi per i timidi
*
Scrivetelo invece di dirlo. Non siete ispirati? Non servono tante parole,
ne bastano poche di quelle giuste…
*
Diteglielo con una canzone. E’ banale, ma nei casi disperati…
*
Diteglielo al telefono, almeno non vi vede
*
Provate a vincervi. E poi, i timidi inteneriscono
Boom amori virtuali
E' boom degli amori virtuali, consumati in rete a colpi di mouse. Un nuovo
modo di vivere e concepire la relazione a due che riguarda soprattutto le
donne.
E ad amare virtualmente sarebbero innanzitutto quelle sposate. In Italia,
infatti, oltre un milione di donne coniugate avrebbe una relazione in
rete, tradendo il proprio partner via 'chat'. A puntare i riflettori su un
fenomeno che sta assumendo sempre di piu' le dimensioni di una ''vera
epidemia in rosa'' e' lo psichiatra Tonino Cantelmi, presidente
dell'Associazione psicologi e psichiatri cattolici.
''Si tratta di un fenomeno in crescita - ha osservato Cantelmi
intervenendo al XXVI Congresso internazionale della Societa' italiana di
psicologia (Sips) - che dimostra come oggi, in misura sempre maggiore, la
ricerca dell'altro avvenga appunto nella Rete''.
Un fenomeno che l'esperto sta studiando gia' da alcuni anni, monitorando
una decina di chat-line, ed i cui numeri ''spingono a riflettere'': ''Sono
circa tre milioni - ha sottolineato lo psichiatra - gli italiani che fanno
un uso costante delle chat, ovvero che vi si collegano per almeno due ore
al giorno, e ben il 70% del popolo dei 'chattatori' e' rappresentato da
donne''.
E in rete, sempre piu' spesso, si cerca innanzitutto l'amore.
La relazione online, ha spiegato Cantelmi, ''e' infatti sentita come molto
piu' forte, ma soprattutto piu' controllabile e gestibile rispetto ad una
relazione reale''. Ma c'e' un dato che spicca su tutti: ''Nelle chat - ha
rilevato l'esperto - le donne sono la maggioranza, con un rapporto di 6-7
per 3-4 uomini; hanno in genere tra i 20 e i 45 anni, sono spesso donne in
carriera, con una buona posizione socio-economica e, in ben il 60% dei
casi, si tratta di donne che hanno gia' una relazione stabile''. Cosa
cercano dunque?
''Sono alla spasmodica ricerca di un qualcosa di piu', ovvero di rapporti
piu' profondi e intimi; Un tipo di contatto - ha affermato Cantelmi - che
spesso riescono a trovare piu' facilmente in rete''. Alla base di cio',
pero', ''vi e' un profondo senso di insoddisfazione: si tratta di donne
che vivono una profonda solitudine pur essendo in coppia e proprio per
questo - ha aggiunto - cercano in rete relazioni piu' profonde rispetto a
quelle che hanno con il partner''.
Insomma, quello che vogliono non e' il contatto fisico e lo dimostra il
fatto che ben il 70% delle donne che cercano relazioni nelle chat afferma
di non voler conoscere personalmente il compagno virtuale. Uno scenario,
commenta Cantelmi, che ''probabilmente indica anche una certa incapacita'
degli uomini a comprendere i reali bisogni delle proprie mogli o compagne''.
Diverso, al contrario, e' l'approccio maschile agli amori virtuali: ''Ben
7 uomini su 10 frequentatori di chat - ha affermato Cantelmi - vogliono
infatti conoscere le compagne in rete e sono alla ricerca di relazioni
sessuali''.
E se aumentano i tradimenti via chat, in crescita sono anche le nuove
separazioni da 'amante virtuale': ''Il primo divorzio a causa di una
relazione in rete - ha affermato Cantelmi - risale al 2000 e, da allora,
sono state almeno una decina le separazioni determinate dagli amori via
Internet''.
ANSA
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