Oh! chi pena a lu tò cori foru, o Virgini Maria, di lu Vecchiu ddi paroli, quannu in braccia Gesù avia: |
|
Ssù tò Figghiu tantu beddu Ti sarà com'un cuteddu. Chista fu la prima spata, o gran Matri Addulurata. |
RELIGIOSITA' E DEVOZIONI POPOLARI
|
|
Tradizioni della |
|
||||||||||
|
|
|||||
|
INTRODUZIONE Il Canto di Passione è frutto di una tradizione orale che si perpetua da secoli in Misilmeri (Palermo). Il canto, conosciuto col titolo di Veni veni, o piccaturi, si esegue nella notte tra il giovedì e il venerdì santo lungo la tradizionale Via dei Santi di Misilmeri, con partenza alla mezzanotte davanti la Chiesa Madre, preceduta da un breve rito di cui non si conosce il significato originale. Il superiore della Congregazione
del SS. Sacramento, facendo per primo il segno
della croce, con tale gesto di fede invita la
folla ad iniziare la cerimonia; poi con la
troccula (antico oggetto in legno e
ferro che sostituisce le campane durante il
triduo pasquale, quando queste non si suonano in
segno di lutto) batte per tre volte il portone
principale della chiesa, chiuso appositamente
pochi minuti prima, mentre il cantore
pronuncia queste parole: Grapi Giuvanni ca
u Signuri è fora
. In epoca successiva a quella in cui fu iniziata questa manifestazione, la partenza fu fissata anche nelle chiese di San Francesco, Chiesa Nuova e San Gaetano per volere di altri gruppi di singoli cantori formatisi nelle suddette chiese. Le strofe riportate di seguito, costituiscono la versione che si crede più originale, dettata dal fù sig. Lo Gerfo Giusto e dal fù sig. Merendino Antonino (entrambi vecchi cantori e confrati della Ven. Congregazione del SS. Sacramento, che da secoli cura le manifestazioni pasquali a Misilmeri ) e completata con alcuni versi trascritti da Mons. Romano nel II volume de La Madrice di Misilmeri. Per rendere più suggestivo e più marcato il messaggio dato dai vari versi, questi vengono cantati con una melodia quasi di lamento, che penetra veramente dentro il cuore del fedele. Tale
manifestazione popolare viene talvolta denominata
con il titolo di trucculiata, proprio
perché essa inizia e termina con il suono
prolungato delle troccule; inoltre i
vari versi sono anchessi separati
luno dallaltro, da un breve suono
delle troccule. SPIEGAZIONE DEL CANTO La prima parte del canto, costituisce un invito al pentimento, un richiamo ad avvicinarsi a Dio, che nella sua misericordia vuol perdonare tutti (vedi 2° verso). La seconda parte del canto è costituita da un dialogo tra la Madonna e altri interlocutori, che la tradizione popolare ha inserito nel racconto della passione di Cristo. E profondo, in tutto il dialogo, lo strazio della Madre, la quale sa che presto perderà il Figlio e fa di tutto per alleviargli la pena. |
|
|
Le ultime due strofe cambiano a
seconda della Chiesa di appartenenza dei fedeli
che le cantano: - Chiesa Nuova: E niscemu ra porta nova, semu chiddi ra Chiesa Nova! - S. Francesco: Passu spissu ri stu lisciu, semu chiddi ri San Franciscu! - S. Gaetano: Passu spissu ri nnà stu Chianu, semu chiddi ri San Gaetanu! VARIANTI AGGIUNTE NEL TEMPO - E scinnemu ri "Munti Frummentu", semu a cungregazioni ru Sacramentu! - E vinemu di nnì donna Beatrici, stamu niscennu da Matrici! - Passu spissi ri stu lisciu, semu iunti a San Franciscu! |
Il Parroco della Matrice di Misilmeri è l'autore degli originari presentazione e commento del Canto, mentre i giovani della Parrocchia sono gli autori dell'originaria impaginazione.
per tornare all'inizio della
pagina
Ringraziamenti a Giovanna Landolina, Angelo Cucco