PREMESSA
Questo catalogo-inventario è
incentrato sul minerale oro, su minerali metalliferi che generalmente lo
accompagnano e sulle attività minerarie che li hanno interessati, con
particolare riguardo all’Italia. I materiali sono stati da me
raccolti nel corso della trentennale attività di ricerca storica ed
esplorativa per approfondire l’argomento e gli “sconfinamenti”, talora
soltanto apparenti, talora sostanziali, sono dovuti ai diversi interessi,
alla necessità di conoscere meglio storia e natura di alcune località,
specie di quelle che hanno ospitato il Museo, e, in qualche caso, alla
casualità di acquisizione di pubblicazioni e documenti.
Dato che lo scopo era quello di
avere alla mano quanto potesse servire per approfondite ricerche tematiche
e topografiche, oltre agli originali, quando possibile, sono state raccolte
anche fotocopie di pubblicazioni e di documenti, in biblioteche ed archivi
non soltanto italiani: da notare che oggi molti degli originali sono
esclusi dalla fotocopiatura, altri sono introvabili, per cui le fotocopie
possedute vanno a sostituirli e costituiscono delle rarità che vanno ad
arricchire i non pochi esemplari originali rari, se non unici, che ho avuto
la ventura di acquistare. Per lo stesso scopo ho preferito estrarre
quanto interessava da libri e riviste, talora anche materialmente: per
questa ragione i periodici moderni maggiormente utilizzati non sono stati
conservati, se non nel caso di numeri monografici. Talvolta la
pubblicazione estratta si riduce ad una pagina o anche meno, ma si tratta
dell’unica parte interessante e disponibile per l’argomento trattato.
Buona parte del materiale riguarda
ovviamente Piemonte e Valle d’Aosta, le nostre classiche regioni
“aurifere”, e, per tempi recenti, Toscana meridionale e Sardegna, regioni
scopertesi aurifere a seguito della mia attività esplorativa e delle mie
indicazioni. E poiché tale attività ha riguardato in modo particolare la
Liguria, ne consegue la ricca documentazione di questa regione. Non
sono state ovviamente trascurate tutte le altre regioni italiane, per le
quali ho espressamente cercato tutte le notizie, anche le più
insignificanti o astruse, sulla presenza dell’oro, non disdegnando di
raccogliere materiali diversi, di qualche interesse giacimentologico o
storico-minerario, nei quali mi sono imbattuto nel corso delle
ricerche.
La raccolta di materiali riguardanti
giacimenti esteri, oltre quelli esplorati direttamente, è servita
ovviamente per approfondimenti e per confronti: utilissimi sono stati in
particolare gli studi sullo sfruttamento di alluvioni aurifere in varie
parti del mondo per risalire allo stato iniziale dei terrazzi auriferi
anticamente presenti ai piedi delle Alpi e per comprenderne le modalità di
lavorazione. Notevole è, come si potrà vedere, la raccolta di ritagli
di giornali, prevalentemente del periodo 1980-2000, che riguardano la
ricerca dell’oro in ogni parte del mondo seguita all’improvviso aumento del
prezzo, con le conseguenti “miserie” dei cercatori, le illusioni del
mercato e le speculazioni borsistiche: il materiale è servito in parte per
una Tesi di Laurea (VIGLIANI BINELLO) ma si tratta di un argomento che in
futuro dovrà essere meglio analizzato.
Sempre riguardo ai giacimenti
esteri, ed in particolare alle corse all’oro, durante le ricerche storiche
e bibliografiche è emerso un misconosciuto coinvolgimento di “cercatori” e
di scrittori italiani, ad iniziare da Cristoforo Colombo, il quale può ben
essere definito il primo cercatore d’oro del Nuovo Mondo. Logica
quindi la raccolta specifica di testi “colombiani” e di libri di autori
italiani che trattano di miniere d’oro in varie parti del mondo. A
proposito di questi occorre specificare che alcuni non sono propriamente
italiani, ma quasi: Nesbitt era di madre italiana
ed aveva vissuto molto in Italia; Strozzi era del Canton Ticino; Rolle è
americano, probabilmente di origine italiana, e comunque il suo libro
riguarda l’immigrazione italiane negli Stati Uniti; Dianda
è tedesco ma di origine italiana, come da lui dichiarato, in italiano, in
una intervista televisiva.
L’abbondanza di pubblicazioni
archeologiche non è casuale. Ad esse si è ricorso per cercare nessi e
legami fra presenze antiche e risorse metallifere locali, argomento del
tutto negletto, da noi, a causa dell’errata convinzione che l’Italia sia
povera se non del tutto priva di risorse minerarie. Le risorse, specie quelle
metallifere, sono invece diffuse in gran parte del nostro Paese, e se oggi
non offrono alcuna prospettiva economica non è stato sempre così, basti
pensare che nella seconda metà dell’Ottocento l’Italia era fra i maggiori
produttori europei di oro, di rame, di ferro, di manganese, di mercurio e
di pirite. Per i tempi antichi bisogna fare i conti con i discreti
depositi auriferi alluvionali, specie quelli terrazzati completamente
sfruttati dalle antiche popolazioni e dai Romani, oltre che di una infinità
di manifestazioni metallifere che oggi possono apparire insignificanti ma
che nell’antichità, e anche in un passato meno remoto, hanno potuto
costituire discrete fonti di approvvigionamento di argento, rame, ferro e
altri metalli con i quali fabbricare in posto oggetti dei quali, quasi
sempre, l’ “Archeologia” cerca invece produzioni lontane.
Le pubblicazioni più antiche sono state reperite sul mercato antiquario;
molte di quelle più recenti provengono da scambi o da donazioni, oltre che
dall’attività pubblicistica propria. Il materiale archivistico
originale più antico proviene da acquisti e da scambi; quello riguardante
attività più recenti, delle quali non mi sono occupato personalmente, è
stato in gran parte donato da René Bruck, Guglielmo
Rebora, Maurizio Stupini e, soprattutto da Franco
Meliconi di Grosseto, che riuscì fortunosamente a recuperare parte
dell’archivio della Rimin, a Follonica, dopo la
dissoluzione dell’ente parastatale seguita allo scandalo “Tangentopoli” e
all’inchiesta “Mani Pulite”: parte di quell’archivio, costituito anche
grazie a sistemi non proprio ortodossi di reperimento presso i vari
Distretti Minerari, è finito in Svizzera, in base a non so quali rapporti
fra qualche dirigente e cattedratici ticinesi.
* * * * *
Le pubblicazioni sono riportate seguendo uno schema di citazione
bibliografica, in modo da consentirne il reperimento, quando possibile,
anche in altre sedi. La distinzione fra libri veri e propri ed
opuscoli inseriti nelle miscellanee non è basata tanto sul numero di
pagine, più o meno di 50, quanto sulla consistenza fisica e, soprattutto,
contenutistica: ho inserito nelle miscellanee anche le Note Illustrative
della Carta Geologica, sia perché non tanto numerose da meritare una
catalogazione a parte, sia perché generalmente esse sono molto avare di
notizie minerarie.
A parte quelle cumulative, riportate
col titolo, le pubblicazioni vengono indicate a partire dal cognome
dell’Autore, se non anonimo, seguito dal nome, per esteso o con la sola
iniziale, così come vi compare. In caso di più autori, fino ad un
massimo di tre vengono riportati tutti; se in numero maggiore ho preferito
indicare soltanto il primo seguito da et Al. (et alii),
dato che non poche pubblicazioni, anche di poche pagine, portano numerose
firme. I titoli delle pubblicazioni sono riportati in corsivo: nel
caso si tratti di parte di un volume vengono riportati i titoli dei
capitoli seguiti dal titolo del volume, virgolettato. Seguono, per i libri,
l’Editore la città e l’anno di pubblicazione, quando presenti, altrimenti
viene evidenziata l’omissione (s.Ed, s.l, s.d.) magari inserendo fra parentesi quelli
presunti o noti da altra fonte. Segue il numero di pagine, indicando
eventuali assenze (pp.n.n. o s.n.p.),
e l’indicazione di eventuali tavole, figure o cartine fuori testo, indicate
con abbreviatura (tavv., figg.,
c. f.t.).
Gli estratti “canonici” da riviste e
da pubblicazioni cumulative, con copertina e, talora, numerazione di pagine
propria, sono indicati espressamente, mentre non sono indicati come tali
gli articoli tratti materialmente, le fotocopie e gli estratti originali
moderni da riviste, anch’essi tratti materialmente alla fonte senza alcuna
operazione aggiuntiva se non la pinzatura. Il titolo della Rivista,
così come quello di pubblicazioni cumulative e atti di Convegni, è
riportato fra virgolette, generalmente in forma abbreviata ma facilmente
risolvibile: poiché i lavori appartengono a diverse discipline ho preferito
non usare le sigle proprie, difficilmente risolvibili per i non
addetti. La Rivista Mineralogica Italiana, ad esempio, che si autosigla RMI, è indicata come Riv.
Min. It. Ho invece mantenute le più note sigle
SIM e SIMP, per i più noti e diffusi Rendiconti della Società Italiana di
Mineralogia, poi diventata Società Italiana di Mineralogia e
Petrologia. L’abbreviatura Boll. Ass. Min. Sub. indica ovviamente il Bollettino
dell’Associazione Mineraria Subalpina, edito presso il Politecnico di
Torino, ma va specificato che negli ultimi anni vi è stata aggiunta la
sigla GEAM, per Geologia Ambientale, che ha poi finito col sostituire
completamente il vecchio titolo a seguito del crollo di interesse per le
discipline minerarie.
La serie delle riviste è indicata espressamente (s.) solo quando compare
sull’estratto o in testa all’articolo. Seguono l’annata e/o il volume, che
non sempre coincidono, in numeri romani o arabi, come riportato
nell’esemplare, l’anno della pubblicazione, che spesso non coincide con
quello di stampa, dato il generale cronico ritardo nelle uscite,
l’eventuale fascicolo e il numero delle pagine. É indicato fra parentesi se trattasi di fotocopia.
I documenti, suddivisi come le
pubblicazioni per tema e per aree geografiche, sono descritti
sommariamente, ed è indicato se trattasi di originali o di fotocopie. Una
descrizione più accurata comporterebbe lunghi tempi e la pubblicazione di
un voluminoso catalogo specifico: non è escluso che questo possa essere
fatto in futuro.
Giuseppe Pipino
LIBRI
-Autori vari, Atti di Convegni, Cataloghi di
Mostre e volumi monografici di riviste periodiche
-Opere a carattere generale,
Manuali, Enciclopedie, Testi Universitari (per Autore o Curatore)
-Opere monografiche che trattano di
storia mineraria, di oro e di giacimenti metalliferi italiani
(anche se solo marginalmente)
-Opere di autori italiani su
giacimenti auriferi esteri
-Opere di autori stranieri su
oro e giacimenti metalliferi esteri (comprese traduzioni italiane)
-Colombiana
-Antichità e
Archeologia
-Alchimia
e Magia
-Bibliografie
-Libri
di interesse storico e naturalistico ovadese
SCRITTI INEDITI, TESI LAUREA E PROSPEZIONI
MINERARIE
MISCELLANEE DI OPUSCOLI E ARTICOLI
-Miniere e metallurgia antiche e
medievali
-Antichità varia e celtica
-Oro VV. (natura, ricerca, recupero,
finanza)
-Genesi e prospezione dei giacimenti
minerari
-Metodi di prospezione e coltivazione
dei giacimenti auriferi alluvionali
-Italia in generale
-Oro delle Alpi e della Val Padana
-Alluvioni aurifere e pesca
dell’oro in Piemonte
-Piemonte in generale
(comprese Val d’Aosta e Savoia)
-Alpi Liguri e Marittime
-Lignite di Cadibona
-Alpi Cozie e Graie
-Valle d’Aosta
-Canavese
-Val Sesia e Biellese
-Bessa
-Monte Rosa e Ossola
-Fiume Ticino
-Lombardia
-Triveneto
-Emilia-Romagna
-Provincia di Alessandria e
Bassa Val d’Orba
-Liguria in generale
-Liguria
centro-occidentale (Zona Sestri-Voltaggio e Gruppo di Voltri)
-Liguria orientale 1
(geologia e petrografia)
-Liguria orientale 2 (miniere e
minerali)
-Toscana in generale
-Toscana
settentrionale
-Toscana meridionale
-Italia
centro-meridionale (Marche, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia)
-Calabria e Sicilia
-Sardegna
-Svizzera
-Francia
-Spagna e Portogallo
-Austria, Repubblica Ceca, Germania
e Gran Bretagna
-Balcani
-Africa
-USA e Canada
-America centrale e
meridionale
-Asia, Oceania e Antartide
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