Secondo
la teoria ufficiale il mistero delle piramidi e della Sfinge è
facilmente spiegabile.
La piramide di Cheope, che è quella che maggiormente stimola gli
studi e le fantasie dei molteplici ricercatori, è sicuramente stata
costruita dal faraone Cheope poichè al suo interno è stato
rinvenuto il suo nome in corsivo.
|
|
a.
camera del re
b. anticamera
c. saracinesche di granito
d. camere di scarico |
Scritta
con il nome del faraone Cheope |
La
scoperta fu fatta da Howard-Vyse nel 1837. Dopo aver esaminato una crepa
nella sala di Davison insieme all'ingegnere John Perring, decisero di
aprirsi un varco nella speranza di scoprire una nuova sala. Fu provocata
una piccola esplosione che permise di allargare la crepa in modo da creare
un passaggio abbastanza largo. Fu lo stesso Howard-Vyse ad attraversarlo
per primo giungendo in una nuova sala purtroppo vuota. La sala fu denominata
sala di Wellington. Furono rinvenute delle scritte su un muro tra cui
un cartiglio di forma allungata con il nome di un faraone.
Si pensò che siccome questa camera era assolutamente identica a
quella sottostante sarebbe stato possibile ritrovarne altre superiori.
Furono necessari altri 4 mesi e mezzo di lavoro e altre esplosioni per
scoprirne altre 3, una sopra l'altra. L'ultima fu chiamata sala di Campbell
ed aveva il soffitto inclinato come quello di una casa. In tutte le sale
furono ritrovati dei segni sulle pareti e, nella Camera di Campbell e
in un'altra, dei cartigli con dei nomi.
I cartigli vennero inviati al British Museum dove furono letti da un esperto
di geroglifici come Samuel Birch che evidenziò il nome di Khufu
(Cheope). Fu quindi possibile attribuire la
Grande Piramide a Cheope.
Cheope certamente visse intorno al 2500 a.C. come dimostrano la lista
dei re di Manetone del III secolo a.C., la pietra di Palermo del 2400
a.C., la lista dei re del Nuovo Regno del 1500 a.C. ed altri documenti
per cui si può affermare che la Grande Piramide fu costruita verso
il 2500 a.C.
Attorno ad essa furono ritrovate molte tombe private tra cui quella di
Hemiunu, figlio di Cheope, contenenti le iscrizioni del nome del proprietario
in corsivo.
Viene calcolato che la costruzione della piramide di Cheope fu completata
in una trentina d'anni.
La piana di Giza era l'unico luogo adatto a sostenere
il peso di una tale costruzione per cui la scelta del luogo fu obbligata.
Inoltre, in origine a Giza vi erano delle colline di calcare che furono
utilizzate dagli antichi Egizi per estrarre i blocchi con cui vennero
costruite le piramidi. Per cui le piramidi possono considerarsi "figlie"
delle colline preesistenti. La collina utilizzata per la piramide di Cheope
è stato calcolato che potesse avere un'altezza compresa tra i 9
e i 40 metri.
L'orientamento della piramide fu stabilito da sacerdoti che tramite un'attrezzatura
molto semplice ma efficace (il "merkhet", un'asta con una fenditura
in cima per osservare le stelle, un'altra asta con un filo a piombo per
tenere diritta la prima ed piano di riferimento a terra con indicati i
360º) riuscirono a posizionarla con un errore di 2'' rispetto al
nord.
Il cantiere aveva un'organizzazione molto complessa che prevedeva un capo
dei lavori, dei sovraintendenti ai 4 lati della piramide, architetti,
scribi, capisquadra, operai specializzati (falegnami, artigiani, levigatori,
ecc.) e operai comuni la cui vita media era di 35 anni circa. Questi ultimi
non erano altro che i contadini che, durante le piene del Nilo, non potevano
lavorare nei campi e perciò prestavano la loro manodopera per la
costruzione delle piramidi. In cambio del loro lavoro ricevevano vitto
e alloggio gratuiti. Nelle vicinanze del cantiere veniva infatti costruito
un villaggio per gli operai porato interamente alla luce dagli scavi degli
archeologi (quello di Giza era in grado di ospitare circa 5500 persone).
Ai lavori partecipavano sia gli uomini che le donne ed esisteva un efficacissimo
centro di assistenza medica. Fu persino ritrovata la mummia di una donna
alla quale fu applicata una protesi in seguito all'amputazione di una
gamba. Questa donna vista per alcune decine di anni dopo l'operazione.
La protesi, che si era ancora conservata, nella sua semplicità,
era di un'efficacia straordinaria.
Le pietre utilizzate erano di 2 tipi: una grigia e grezza per le fondamenta
e l'altra bianca e compatta per i rivestimenti. Mentre la prima veniva
estratta da cave vicine a quella che sarà poi la Sfinge, quest'ultima
proveniva via nave da cave lontane centinaia di chilometri.
Le cave della piana di Giza, grazie alla conformazione del terreno a strati
(era formato da strati di roccia separati da uno strato argilloso spesso
da 20cm fino a 1m), permettavano l'estrazione di interi blocchi già
scolpiti e pronti per essere immessi nella costruzione.
Più complessa era l'estrazione del calcare bianco. Esso si trovava
sottoterra fino a profondità di decine di metri. I blocchi estratti
pesavano anche 3 tonnellate per cui gli operai dovevano sollevare questi
blocchi da decine di metri di profondità e caricarli sulle navi
che li avrebbero trasportati a Giza dove sarebbero stati scaricati e messi
nella piramide.
Le tecniche di costruzione più accreditate sono tre: una rampa
unica che permetteva di trasportare i blocchi dal primo piano fino in
cima, una serie di 4 rampe (una per lato) e una rampa a spirale che avvolgeva
la piramide stessa.
Per quanto riguarda quasi tutte le piramidi ritrovate (circa 100) le tre
tecniche furono utilizzate insieme o alternate, ma per la piramide di
Cheope le prime due appaiono impraticabili.
La Grande Piramide raggiunge quasi 150 metri di altezza e ciò significherebbe
che i piani inclinati, o rampe, avrebbero dovuto raggiungere una lunghezza
compresa tra 1.5 e 3.5Km e una larghezza tra 8 e 15 metri per mantenere
una inclinazione sufficente a trasportare i blocchi.
La rampa a spirale, indicata dal direttore della piana di Giza Zaki Hawass,
rimane dunque la soluzione più probabile per la costruzione della
Grande Piramide.
Essa doveva essere composta da una serie di 16 rampe che avrebbero raggiunto
l'altezza di 120m. A questo punto si creava uno spiazzo neccessario ad
ultimare il lavoro.
La particolare forma a piramide ha un significato ben preciso: essa, infatti,
ricorda i raggi solari che, da un unico punto (il Sole), si propagano
sulla Terra. La piramide era inoltre il simbolo del monte da cui nacque
il mondo fino ad allora sommerso dalle acque.
|
Atlantide
e' probabilmente il "mistero" che piu' ha stimolato la fantasia di appassionati,
scrittori e ricercatori. Tutto parte da un brano del filosofo Platone tratto
dai "Dialoghi" Timeo e Crizia, scritti nel IV secolo a.C., che cosi' recita:
"Al
di là di quello stretto di mare chiamato le colonne d'Ercole, si trovava
allora un'isola più grande della Libia e dell'Asia messe insieme, e da essa
si poteva passare ad altre isole, e da queste isole alla terraferma di fronte
(...). In quell'isola chiamata Atlantide v' era un regno che dominava non
solo tutta l'isola, ma anche molte altre isole nonché alcune regioni del
continente al di là: il suo potere si spingeva, inoltre, al di qua delle
colonne d'Ercole; includendo la Libia, l'Egitto e altre regioni dell'Europa
fino alla Tirrenia".
Il brano viene riferito da Crizia, parente di Platone e si riferisce
ad un episodio avvenuto nel 590 a.C. durante la visita del legislatore Solone
a Sais, capitale amministrativa dell'Egitto. Il tentativo di Solone di impressionare
i sacerdoti di Iside con le antiche tradizioni greche fallisce in quanto
gli Egizi erano a conoscenza di un popolo vissuto molto tempo prima , sul
quale possedevano molta documentazione scritta e la cui civilta' era stata
distrutta 9000 anni addietro da un cataclisma. Viene fatta anche un'ampia
descrizione del territorio sul quale questo popolo, gli Atlantidei, viveva,
e cioe' un'isola grande piu' o meno 540x360 Km, circondata su tre lati da
montagne e aperta a sud sul mare. Al centro dell'isola si trova una pianura
con una montagna nel mezzo. Inoltre la pianura e' irrigata artificialmente
ed e' quindi molto fertile. Atlantide, la capitale, sorge nel meridione
ed e' circondata da mura che hanno una circonferenza di 71 Km c.a., seguite
da altre cerchia di acqua e terra a difendere la citta' vera e propria che
aveva un diametro di 5 Km circa. Il clima è temperato, in quanto
tra gli animali presenti vi erano gli elefanti.
Questa affascinante teoria, formulata inizialmente da un egittologo indipendente
di nome René Schwaller de Lubicz, ha preso piede negli ultimi anni
grazie agli studi condotti da John Anthony West. Egli sostiene che la Sfinge,
le piramidi di Giza ed altri templi egizi siano stati costruiti intorno
al 10500 a.C. da una civiltà molto avanzata.
Secondo West il corpo della Sfinge, chiaramente più eroso del resto,
fu eroso dall'acqua.
Gli studi fatti da vari geologi in Egitto dimostrano come il Sahara un tempo
fosse ricco di vegetazione e contraddistinto da numerose piogge.
Erodoto citò come gli Egizi, vista la malvagità
di Cheope e Chefren, preferivano chiamare le piramidi come di Filitis, un
pastore che pascolava i suoi animali in quella zona. Ciò fa pensare
che quindi ci fosse una ricca vegetazione. Alcuni studiosi, tra cui Henry
Lhote, sostengono che il Sahara era una grande pianura verdeggiante fino
al 2500 a.C.
Occorre notare, come è dimostrato, che la Sfinge è composta
dallo stesso materiale delle tombe circostanti che però non hanno
subito lo stesso tipo di deterioramento.
Nella piana di Giza, oltre alla Sfinge, esistono anche due templi che presentano
le stesse caratteristiche. Sono formati da blocchi pesanti fino a 200 tonnellate.
Al giorno d'oggi, con le moderne gru, si avrebbero ancora grandi difficoltà
a sollevare pietre così pesanti.
A supportare queste ipotesi fu Flinders Petrie che nel 1893 riportò
alla luce il villaggio di Naqada a 300 miglia a sud del Cairo. Furono ritrovati
vasi, stoviglie ed altri oggetti la cui perfezione di lavorazione lasciavano
presupporre l'uso di tecniche molto sofisticate. Oggetti dello stesso tipo
furono ritrovati anche sotto la piramide a gradoni di Zoser a Saqqara (più
di 30000 esemplari) ed in altre zone. Il collo dei vasi era così
sottile da impedire il passaggio di una mano e, a volte, erano più
stretti di un dito. Venne persino ritrovata una roccia di quarzo attraversata
da un foro fatto artificialmente.
Christopher P.Dunn concluse che solo seguendo il principio dei moderni martelli
pneumatici di potevano ottenere risultati di questo tipo. Al termine dei
propri studi Dunn affermò che gli Egizi avrebbero utilizzato una
specie di trapano ad ultrasuoni.
Thomas L.Dobecky, il geofisico che collaborò con West, grazie all'utilizzo
delle vibrazioni scoprì sotto la Sfinge l'esistenza di una o più
camere sotterranee. Nell'ottobre del 1984 fu scoperto un passaggio segreto
che portava sotto il corpo della Sfinge, ma furono negate le autorizzazioni
necessarie. Dobecky fece anche un'altra importante scoperta: la parte anteriore
doveva essere di migliaia di anni più antica della parte posteriore,
il che significa che anche se si ammettesse che la parte posteriore appartenga
all'epoca di Chefren, bisogna riconoscere che la parte anteriore avrebbe
almeno al doppio degli anni. Durante un convegno alla Geological Society
of America, al quale parteciparono circa 300 geologi, nessuno riuscì
ad obiettare queste ipotesi che anzi furono sostenute.
Tra le zampe della Sfinge fu ritrovata una stele eretta da Thutmosi IV,
che salì al trono circa nel 1425 a.C., per commemorare il restauro
della Sfinge. Tra le iscrizioni appare anche il nome di Chefren, ma alcune
iscrizioni sono purtroppo illeggibili. Questo è la prova per cui
la Sfinge viene attribuita a Chefren. Supponendo che realmente la Sfinge
fosse stata edificata da Chefren, avrebbe dovuto subire un'erosione di circa
30cm ogni 100 anni per necessitare di un restauro 350 anni dopo e questo
significherebbe che la Sfinge sarebbe dovuta sparire almeno 500 anni fa.
Un fiero oppositore sostenne che i restauri ai fianchi erano tipici dell'Antico
Regno, ma per qualche strana ragione, furono fatti durante il Nuovo Regno
dando così involontariamente un avvallo alla teoria di West.
Robert Schoch notò come alcune tombe fatte da mattoni di fango ritrovate
vicino alla piramide di Saqqara non presentano la stessa quantità
di erosione sebbene si trovino a circa 15Km dalla Sfinge e siano composti
da materiale molto meno resistente.
Nel 1912 il prof. Naville, dopo i tentativi di Petrie, riuscì a riportare
alla luce un tempio al di sotto del tempio di Seti I. Come i Templi della
Sfinge non presentava nessuna decorazione ed evidenziava lo stesso stile
di costruzione.
Un'altra prova a sostegno di questa teoria la fornì Auguste Mariette
che ritrovò una stele tra le rovine del tempio di Iside, vicino alla
Grande Piramide. Sulla stele, diventata nota come Stele d'inventario, e
riportava la dichiarazione che la Grande Piramide fu eretta da Cheope per
commemorare alla ristrutturazione del tempio di Iside, signora delle piramidi,
vicino al tempio della Sfinge. I geroglifici risalivano chiaramente al 1000
a.C. circa cioè a 1500 anni dopo Cheope. Ciò dimostra come
al tempo di Cheope esisteva già la Sfinge, il tempio di Iside e almeno
una piramide.
Le prove portate da Howard-Vyse sull'origine della Grande Piramide (le iscrizioni
trovate nella Camera di Campbell) sono anch'esse dubbie. Howard-Vyse, durante
la sua spedizione, si vide impegnato a lavorare con collaboratori scomodi
come Giovanni Battista Caviglia. Gli scavi portarono alla scoperte di altre
4 stanze che riportavano iscrizioni su tutte le pareti, ma mai su quelle
fatte esplodere da Vyse.
I cartigli esaminati da Samuel Birch evidenziarono che, in uno di questi
era scritto il nome di Cheope anche se, lo stesso Birch, ammise che alcuni
dettagli lo lasciavano perplesso. Innanzitutto molte di queste iscrizioni
erano rovesciate, poi notò che alcuni simboli erano caratteristici
di epoche successive a Cheope per concludere col dire che.molti geroglifici
erano sconosciuti oppure tracciati da mani inesperte che li rendevano irriconoscibili.
Il fatto più sorprendente, però, è che venivano menzionati
i nomi di due faraoni, Khufu (Cheope) e Khnem-Khuf. Lo scrittore Zechariah
Sitchin diede una spiegazione a questo mistero. Sitchin fece innanzitutto
notare come i segni furono ritrovati solo nelle camere scoperte da Vyse
dopo che aveva licenziato sia Caviglia che il capo-operaio. Secondo Sitchin
lo scarso interesse che suscitavano le scoperte di Vyse, indussero lui ed
il suo collaboratore Hill, a disegnare quei segni. La conoscenza dei geroglifici
era ancora sommaria e ciò causò l'errore. John Wilkinson,
a quel tempo, uno dei maggiori studiosi di geroglifici scrisse alcuni testi
sulla loro interpretazione. Howard-Vyse e Hill si basarono sui testi di
Wilkinson per scrivere il nome di Khufu, ma poi si videro corretti a correggere
la loro iscrizione perchè nel frattempo Wilkinson corresse la sua
interpretazione del nome di Khufu. Successivamente, Wilkinson tornò
sui suoi passi affermando che la correzione da lui riportata era inesatta.
Una brutta sorpresa per Vyse e Hill che ormai non potevano più cancellare
ciò che avevano scritto (Raufu anzichè Khufu).
Una delle ultime teorie avanza prove ottenute dall'analisi al carbonio 14
effettuata sui pollini depositati all'interno della Grande Piramide. I risultati,
prodotti da tre diversi laboratori, affermano con certezza che i pollini
analizzati risalgono al 10500 a.C. |
La
piramide di Cheope è da sempre oggetto di studi. Ancora oggi
si discute sui chi, quando, come e perchè sia stata costruita.
Sono state rinvenute diverse prove e formulate numerose ipotesi, ma nessuna
di questa può essere considerata inattaccabile e difinitiva. Per
presentare la descrizione di questa stupefacente costruzione ecco alcune
tra le principali caratteristiche:
Generale
- Con le
pietre che compongono la piramide di Cheope si può costruire
un muro di 30cm di lato per una lunghezza di 26079Km ossia 2/3 e mezzo
la circonferenza della Terra all'equatore.
- Le lastre
di calcare bianco che rivestivano la piramide di Cheope furono utilizzate
nella costruzione del Cairo durante il XIV secolo.
- Il granito
usato all'interno della piramide di Cheope proveniva da una località
distante 500Km lungo il Nilo.
- I primi
ad entrare nella piramide di Cheope furono gli Arabi comandati Al Mamun
nell'820 d.C.
- Si dice
che nel 1903, durante la propria luna di miele, Aleister Crowley si
sistemò con la propria sposa nella Camera del Re (piramide di
Cheope). Accese una candela e cominciò a leggere un incantesimo:
la stanza venne illuminata da una pallida luce lilla.
- Per costruire
la piramide di Cheope sono stati utilizzati 2.300.000 blocchi di pietra
pesanti tra le 2 e le 70 tonnellate.
- La piramide
di Cheope, quando era ancora rivestita di calcare bianco, poteva essere
vista persino dalla luna.
- La piramide
di Cheope è l'unica a possedere dei "condotti d'aria"
(4).
- La piana
di Giza, grazie alla sua conformazione, è l'unico luogo che avrebbe
potuto sostenere la piramide di Cheope.
- La piramide
di Cheope è l'unica ad avere le quattro facce leggermente concave.
- L'osservatorio
astronomico di Parigi ha un errore di orientamento doppio rispetto a
quello della piramide di Cheope.
- Erodoto
narra che la piramide di Cheope, in antichità, era ricoperta
da un rivestimento di calcare bianco riflettente completamente inciso
di geroglifici che, però, gli stessi antichi Egizi non sapevano
leggere.
- I nomi
"Camera del Re" e "Camera della Regina" furono,
probabilmente, assegnati dagli Arabi che, in quanto primi visitatori
della Grande Piramide accostarono la struttura delle due stanze con
le loro usanze: il soffitto piatto corrispondeva alla sepoltura maschile
(Re), il soffitto a punta a quella femminile (Regina).
Camera
del Re
- Il sarcofago
del re nella piramide di Cheope è fatto di granito rosso. Tale
granito è ancora oggi molto difficile da lavorare con le moderne
tecnologie. Sono state rinvenute tracce di lavorazione che lasciano
spazio a varie ipotesi. Occorre notare che la conoscenza del ferro non
sia attribuibile agli antichi Egizi.
Quì di seguito trattiamo le più famose teorie fondate
sullo studio della piramide di Cheope.
- C'è
chi sostiene che il sarcofago contenuto nella Camera del Re all'interno
della piramide di Cheope possa essere il contenitore descritto nella
Bibbia edificato per contenere l'Arca della Alleanza.
- Nella
Camera del Re, di fianco al sarcofago sulla destra, c'è una piccola
depressione del pavimento che fa pensare ad un passaggio verso un'altra
stanza.
- Secondo
l'ingegnere italiano Mario Pincherle, la Camera del Re si trova al centro
dello Zed.
Camera
della Regina
- Il nome
"Camera della Regina" è considerato falso dagli egiziani
visto che mai nessuna regina fu sepolta insieme al faraone.
- Nella
Camera della Regina ci sono 2 condotti: uno è sbarrato da una
porta con due "maniglie" in rame, l'altro è ostruito
da una sbarra utilizzata da un ricercatore che, nel tentativo di scoprirne
l'uscita, la infilò lungo il condotto incastrandola al suo interno
e dai detriti fatti cadere dai turisti durante la visita della Grande
Piramide.
- Durante
alcuni studi svolti nel 1972, Mario Pincheler, fece un esperimento:
inserì un fumogeno all'interno di un condotto della Camera della
Regina. Il fumo generato fu in parte rigettato al di fuori del condotto
e in parte risucchiato al suo interno. Con questo esperimento, Mario
Pincheler, volle dimostrare l'esistenza di nuovi passaggi segreti.
- Nel 1986
due francesi, Dormion e Goidin, scoprono, grazie ad un microgravimetro,
l'esistenza di alcune stanze segrete in prossimità della Camera
della Regina. Gli scavi susseguenti, che comportano la creazione di
un'apertura artificiale poi richiusa, provocano la fuoriuscita di sabbia.
- Nel 1987,
tramite l'utilizzo di apparecchiature radar, alcuni ricercatori giapponesi
scoprono l'esistenza di un corridoio intorno alla Camera della Regina.
- Nel 1992
un ingegnere, utilizzando strumenti radar, confermò l'esistenza
di un corridoio esterno alla Camera della Regina e scoprì altri
passaggi sconosciuti.
Grande
Galleria
- Ognuna
delle 36 pietre che compongono il soffitto della Grande Galleria della
piramide di Cheope può essere rimossa singolarmente.
- Probabilmente
la Grande Galleria è incompiuta. Infatti le pareti della galleria,
fatte a volta di scarico, servivano a spartire il peso della piramide
e dovevano essere riempite di materiale lasciando solo un cunicolo alla
base.
La costruzione
della piramide di Cheope
- Un mistero
ancora insoluto rimane il modo con cui fu edificata la piramide di Cheope.
Quì elenchiamo un serie di teorie che illustrano come fu costruita
e come fu possibile trasportare blocchi pesanti anche 70 tonnellate
dalle cave al cantiere nella piana di Giza.
- Unica
rampa di lunghezza variabile che permetteva di trascinare i blocchi
fino alla cima. La rampa doveva raggiungere quasi 4Km di lunghezza e
più di 10m di larghezza per raggiungere la cima senza contare
che, a questo punto, diveniva essa stessa un prodigio di ingegneria.
- Serie
di 4 rampe, una per lato, di lunghezza variabile che permettevano di
trascinare i blocchi fino alla cima. Soluzione impraticabile per gli
stessi motivi riguardanti la rampa unica. Occorre inoltre dire che il
peso stesso delle rampe sarebbe stato così elevato da rischiare
di non essere sostenuto dal terreno sottostante e che comunque la costruzione
delle stesse rampe e la loro successiva distruzione (senza lasciare
alcuna traccia) sarebbe durata anni di lavoro.
- Rampa
a spirale che seguiva l'inclinazione delle pareti esterne fino a raggiungere
uno spiazzo in cima sul quale si completava la piramide (Zaki Hawass).
Bisogna però puntualizzare che, se fino allo spiazzo appare una
soluzione plausibile, il "cappello" della piramide o Piramidyon,
pesava ben 7 tonnellate senza contare l'ingombro che avrebbe avuto durante
il trascinamento.
- Uvo Holscher
propone una serie di rampe a zig-zag lungo un lato della piramide. Quì
il problema sta nei "tornanti" della rampa che obbligavano
gli operai a girare massi di diverse tonnellate.
- Uno scrittore
arabo del 1440 ipotizzò l'uso di fogli magici che, dopo essere
stati posati sui blocchi tagliati e levigati, permettevano di far lievitare
in aria i blocchi che, grazie ad una semplice spinta, riuscivano a percorre
fino a 26Km. L'operazione veniva ripetuta fino al raggiuingimento del
cantiere.
- Un'equipe
di archeologi italiani è venuta a capo di un piccolo mistero riguardante
degli oggetti a forma di culla, o slitta, che sono stati rinvenuti durante
alcuni scavi in Egitto. Queste "culle" servivano per alzare i massi
di piccole dimensioni destinati alla costruzione delle piramidi. Bisogna
sottolineare che invece i pesi maggiori venivano mossi mediante sistemi
di piani inclinati. Il sistema era molto semplice, si caricava la slitta,
la si faceva basculare su un fianco, in modo da lasciare un lato della
stessa sollevato, sotto questo lato venivano inseriti degli spessori,
poi si ricominciava con l'altro fianco, in questo modo si riusciva a
far alzare la slitta con il suo carico di parecchi cm. Nove persone
sono riuscite a sollevare un masso di 3 tonnellate di 1 metro in 20
minuti.
- Alcuni
spiegano il mistero ipotizzando che non furono gli Egizi a costruire
le piramidi della piana di Giza ma bensì gli extraterrestri con
le loro astronavi o, per lo meno, facendo uso di apparecchiature extraterrestri.
- Altri
ancora ritengono che i popoli antichi possedessero il potere di rendere
leggera la pietra grazie a poteri ESP..
- John Anthony
West, Graham Hancock e coloro che concordano con questa teoria affermano
che la piramide di Cheope, come la Sfinge ed altri templi, furono costruiti
migliaia di anni prima di Cheope dai discendenti di Atlantide scampati
alla catastrofe o, comunque, da una civiltà molto evoluta vissuta
prima dell'antico Egitto. Essi affermano che, probabilmente, gli antichi
Egizi erano a conoscenza di una tecnologia avanzata che, col tempo,
è andata perduta. Alcuni simboli come lo Zed potrebbero essere
la rappresentazione di strumenti tecnologici, come anche la stessa Arca
dell'Alleanza. Tra le varie ipotesi prese in considerazione da Hancock
e West vi è il metodo della levitazione sonica ossia della capacità
di sollevare enormi pesi con l'utilizzo di particolari frequenze del
suono. La Camera del Re avrebbe infatti notevoli proprietà di
risonanza sonora.
- Alcuni
sostengono che i blocchi furono avvolti da tavole di legno in modo da
assumere una forma circolare che avrebbe permesso il loro rotolamento.
Contro questa teoria si schiera la sicurezza di molti del fatto che
gli Egizi non conoscevano la ruota.
- Mario
Pincherle ipotizza il sollevamento dei blocchi tramite tavolette di
legno che poste in appositi fori allineati e abbondantemente bagnate
permettevano, grazie all'aumento di volume di qualche millimetro, l'innalzamento
di blocchi pesanti diverse tonnellate di qualche centimetro. Questo
sistema permette inoltre di non intaccare minimamente il blocco trasportato.
- I poteri
della mente, secondo delle ipotesi, starebbero alla base del sollevamento
di blocchi pesanti come quelli della Grande Piramide. La costruzione
della piramide di Cheope, sarebbe dunque il risultato di una forza mentale
collettiva.
- Una delle
ultime teorie viene formulata da Elio Diomedi che sostiene che fu la
stessa piramide a svolgere da struttura di trasporto. La grande massa
dei blocchi, in particolare modo quelli di granito, non avrebbe permesso
in nessun modo la costruzione di un sistema di trasporto esterno alla
piramide e di facile demolimento. Da qui si conclude che doveva essere
un sistema stabile e permanente e quindi coincidere con la costruzione
stessa. Egli ipotizza che furono le gallerie interne ad essere utilizzate
come rampe per il trasporto dei blocchi. Viene obiettato che, finora,
sono state scoperte poche gallerie per accreditare tale teoria che,
per questo motivo, non può essere praticata.
- Uno storico
arabo del IX secolo, Ibn Abd Hock, sulla base di studi effettuati da
cronologisti affermò che la Grande Piramide fu costruita da Surid
Ibn Salhouk, un antico re egizio vissuto intorno al 10000 a.C. Alcune
leggende copte sembrano avvalorare questa teoria: lo sturico copto egiziano
Masudi afferma con certezza che il re Surid costruì la Grande
Piramide dopo aver sognato un distastro naturale che avrebbe distrutto
le conoscenze del suo popolo. Ordinò quindi la costruzione della
Piramide per preservare le arti e le scienze che dovevano essere iscritte
sul rivestimento esterno.
- Nino Ucchino,
un artista siciliano, cercando di svelare questo mistero afferma: ''Credo
che gli egiziani scolpissero i blocchi in forma sferica utilizzando
utensili di grosse dimensioni. Tali blocchi, trasportati da numerosi
asini, venivano poi fatti scorrere su piste lignee. In tal modo il trasporto
dalla cava alla piramide era molto piu' agevole''. Una volta sul posto
i massi venivano issati con funi e leve attraverso un piano inclinato.
Successivamente erano posti al livello giusto e infine scolpiti in forma
cubica. Tutto molto più semplice che dover trasportare un blocco gia'
lavorato''. Questa considerazione è stata ritenuta "una tra le tante
ipotesi, ma non certo la più valida'' dalla direzione del museo Egizio
di Torino.
Le misure
della piramide di Cheope
E' la teoria
che vuole dimostrare come la piramide di Cheope fu costruita sulla base
di conoscenze geometriche molto sviluppate che ne facevano una specie
di mappamondo.
Verso la fine II secolo a.C. il grammatico greco Agatarchide di Cnido,
scoprì che la base della Grande Piramide era esattamente un ottavo
di un minuto di un grado in lunghezza. Da quì si ottiene che moltiplicando
la lunghezza per 8, poi per 60 ed in ultimo per 360, il risultato è
straordinariamente vicino alla circonferenza terrestre.
Nel 1638 il matematico scozzese John Greaves, durante la sua visita in
Egitto, prese alcune misure: il sarcofago nella Camera de Re (1.97m),
l'altezza della piramide (146.6m) e il lato base (211.2m). Lo scopo fu
quello di scoprire l'unità di misura utilizzata dagli architetti
egiziani, ma purtroppo i rilevamenti furono insufficenti.
Il successivo tentativo venne fatto dalla squadra di scienziati francesi
portati da Napoleone in Egitto.Il capo-squadra, Edmè-François
Jomard, come Greaves intendeva cercare l'unità di misura utilizzata
e quindi verificare se le misure della piramide poteva ricondurre alle
dimensioni della Terra.
Jomard misurò un lato della base (230.9m) e l'altezza (146.6m)
da cui potè calcolare in 51º19' la pendenza e in 184.7m l'apotenusa.
Egli sapeva che gli antichi indicavano l'apotenusa in 1 stadio, ed Erodoto
aveva scritto che 1 stadio era pari a 400 cubiti, per cui 1 cubito è
uguale a 0.4618m. Alcuni studiosi greci avevano dichiarato che la base
della piramide era lunga 500 cubiti. Moltiplicando 500*0.4618 Jomard ottenne
230.9m ossia la lungezza della base che aveva misurato.
John Taylor, all'inizio del 1800, scoprì che dividendo il perimetro
della Piramide per il doppio dell'altezza si otteneva un valore molto
simile al pi-greco, che indica il rapporto costante tra la circonferenza
ed il suo diametro. Il pi-greco fu calcolato con esattezza fino alla quarta
cifra decimale solo nel VI secolo d.C. Tramite questa scoperta Taylor
calcolò il rapporto tra l'altezza ed il perimetro come uguale al
rapporto tra il raggio polare terrestre e la sua circonferenza: 2 pi-greco.
Le scoperte di Taylor influenzarono non poco uno scozzese di nome Charles
Piazzi Smith.
Smith calcolò il "pollice piramidale" come 1/25 di cubito.
Nel 1864 Smith partì per l'Egitto. Calcolò la posizione
della piramide a 30º circa di latitudine nord. L'ombra della piramide
spariva totalmente all'equinozio di primavera. Le sue misurazioni miglioravano
il calcolo del pi-greco fino al quinto decimale. Il perimetro, in pollici
piramidali, corrispondeva esattamente a 1000 volte 365.2 (il numero di
giorni dell'anno solare) e questo ben 1500 anni prima che i Greci calcolassero
il primo calendario, mentre i rapporti tra le lunghezze dei corridoi della
piramide rivelavano addirittura alcune date fatidiche della storia del
mondo.
Inoltre, sempre secondo Smith, la piramide rivelava anche la distanza
tra il Sole e la Terra se si moltiplicava la sua altezza in pollici per
10 alla nona potenza (10 a 9 era il rapporto tra l'altezza e la larghezza
della piramide).
Joseph Seiss, un ecclesiastico americano, scrisse che le pietre della
piramide contenevano un sistema di numeri che indicavano misure, pesi,
angoli, temperature, gradi, problemi geometrici e rilevamenti cosmici.
Seiss fu sorpreso dalla ricorrente presenza nei suoi calcoli del numero
5.
Altri sostenitori di questa teoria sottolinearono come il meridiano ed
il parallelo che si intersecano nella piramide (30º di latitudine
nord e 31º di longitudine est) incrociano più terraferma di
ogni altro come se gli Egiziani volessero posizionare la piramide al centro
del mondo abitato. Un quadrante che si estende a nord-ovest e a nord-est
dalla piramide racchiude perfettamente il delta del Nilo.
William Matthew Flindes Petrie, a sostegno questa teoria, partì
per l'Egitto nel 1880 con un'attrezzatura molto affidabile. Petrie si
stupì dall'incredibile precisione con cui fu costruita la piramide:
sia in lunghezza che in pendenza gli errori erano così minimi da
risultare impercettibili. I muri del corridoio in discesa perfettamente
diritti per i loro 107m di lunghezza con un'approsimazione di 5mm. Petrie
confermò il calcolo del pi-greco scoprendo che anche la Camera
del Re conteneva un pi-greco nel rapporto tra la lunghezza e il perimetro.
Ai giorni nostri esistono ancora studiosi che credono nel significato
non casuale delle dimensioni della piramide di Cheope. Gli ultimi rilevamenti
confermano quanto sostenuto in precedenza. Il pollice piramidale (PI),
la cui scoperta è attribuita ad Isaac Newton, è uguale a
0.635660m, il cubito piramidale è stimato in 25PI da cui ne consegue
che Camera del Re ha un volume di 12500PI ossia una tonnellata piramidale.
L'angolo della Piramide è esattamente 51º, 51' e 14.3''. Il
volume interno del sarcofago è uguale alla metà del volume
esterno. La posizione esatta è di 29º, 58' e 51.06'' di latitudine
e di 31º e 9' di longitudine. La Grande Piramide non ha ombra a mezzogiorno
nel giorno di equinozio di primavera e guarda verso il nord magnetico
con uno scostamento di 3' permettendole di essere la struttura più
accuratamente orientata. Il parallelo ed il meridiano che coprono la maggior
parte di superficie terrestre si incrociano nella Grande Piramide. Il
perimetro della base diviso per 100 da' 365.24 come i giorni in un anno
come tante altre misure. L'altezza (147m e 75cm anche se originariamente
raggiungeva probavilmente i 150m) moltiplicata per un milione è
molto vicina alla distanza tra la Terra e il Sole. Il peso, stimato in
5.955t, moltiplicato per un miliardo è una buona approssimazione
del peso della Terra. L'altezza media dei continenti sul mare è
quasi esattamente l'altezza della piramide. I quattro lati misurano esattamente:
lato nord 230m e 25,05cm; lato sud 230m e 45,35cm; lato est 230m e 39,05cm;
lato ovest 230m e 35,65cm. E con maniacale precisione i suo angoli misurano:
nord-est 90º, 3' e 2''; sud-est 89º, 56' e 27''; nord-ovest
89º, 59' e 58''; sud-ovest 90º e 33''. In ultimo, la curvatura
delle pareti (la piramide di Cheope è l'unica ad avere una leggera
curvatura sulle pareti impercettibile ad occhio nudo) è identica
a quella della Terra.
In conclusione la piramide di Cheope, o Grande Piramide, è la scala
1:43.200 della Terra.
La posizione
della piramide di Cheope
Alla fine
del secolo scorso venne inaugurata un anuova teoria che mira a considerare
la Grande Piramide come una specie di gigantesco osservatorio spaziale.
Richard Anthony Proctor, il precursore di tale teoria, osservò
come i corridoi interni fossero prefettamente orientati verso nord-sud.
Egli partì dal presupposto che se gli antichi Egizi avessero voluto
creare un osservatorio spaziale avrebbero avuto bisogno di una stella
di riferimento al pari della nostra Stella Polare. A quel tempo tale stella
veniva identificata in Alpha Draconis per cui la Grande Piramide avrebbe
dovuto puntarla. A quel tempo sarebbe stata necessaria un'inclinazione
di 26º17'. Proctor notò come tale inclinazione era propria
del passaggio discendente e come, se il fosso ritrovato nel passaggio
fosse riempito d'acqua, si sarebbe riflessa Alpha Draconis come in un
moderno telescopio. Osservando il cielo dall'estremità del corridoio
principale, gli antichi Egizi avrebbero potuto disegnare facilmente la
mappa del cielo settentrionale.
Nel 1894 un famoso astronomo britannico, J.Norman Lockyer, scoprì
come i monumenti egizi fossero orientati verso la nascita ed il tramonto
del Sole e verso importanti stelle in determinati periodi dell'anno. Lockyer
stabilì come i templi egizi dedicati al sole erano in grado di
"catturare" il sole, mentre quelli dedicati alle stelle "catturavano"
il sorgere della stella in corrispondenza del solstizio o dell'equinozio.
Livio Stecchini, professore americano di storia della scienza, sostenne
che gli Egizi furono in grado di calcolare la lunghezza di un grado di
latitudine e di longitudine con un errore di qualche decina di metri,
risultato ottenuto soltanto 4000 anni più tardi.
Robert Beauval notò come la Camera del Re, nel 2450 a.C., puntava
sulla stella Zeta Orionis della costellazione di
Orione, mentre il canale settentrionale puntava su Alpha Draconis.
Nello stesso anno il canale meridionale della Camera della Regina puntava
su Sirio e quello settentrionale sull'Orsa Minore. E' evidente come le
piramidi rispecchino la posizione in cielo delle stelle della costellazione
di Orione: le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino corrispondono alla
cintura di Orione, quella di Nebka corrisponde a Saiph e la piramide di
Zawat al Aryan corrisponde a Bellatrix. Altre due stelle, Betelgeuse e
Rigel, appartenenti anch'esse alla costellazione di Orione, non hanno
però riferimenti.
Una teoria simile viene promossa da Kate Spence. Ella, a differenza della
teoria di Beauval, afferma che le piramidi di Giza sarebbero state allineate
a delle stelle, ma a quelle dell'Orsa Minore e dell'Orsa Maggiore. Due
particolari stelle di queste costellazioni, nel 2647 a.C. avrebbero avuto
un allineamento tale da segnare con grande precisione il nord. Questo
preciso momento, per la tesi di Kate Spence, sarebbe stato sfruttato dagli
antichi Egizi per orientare perfettamente le piramidi al nord. Ad oggi
sono in corso studi più approfonditi per verificare questa teoria.
Sempre su questa linea di pensiero si schiera uno studioso argentino di
nome Ettore Moracci Beauvier-Vila. Egli sostiene che le tre piramidi di
Giza rappresenterebbero la posizione nel cielo di tre importanti astri:
Mercurio, Venere e la Terra. Facendo corrispondere Cheope alla Terra,
Chefren a Venere e Micerino a Mercurio si otterrebbe uno strabiliante
risultato: la distanza tra la Terra e Venere è di 38.5 milioni
di Km mentre quella tra le piramidi di Cheope e Chefren è di 385
m, tra Venere e Mercurio ci sono 50.7 milioni di Km e tra Chefren e Micerino
vi sono 507 metri. All'appello, secondo lo studioso argentino, mancherebbe
il Sole che si trova a 146.9 milioni di Km dalla Terra. Se tale teoria
fosse esatta a 1470 metri dalla Grande Piramide si nasconderebbe qualcosa
di grande importanza.
La potenza
della piramide di Cheope
Negli ultimi
decenni ha preso piede un'altra teoria assai più curiosa delle
prime due che concentra i propri studi sulla forma piramidale. Secondo
i suoi sostenitori oggetti, piante e persone sarebbero influenzati da
particolari energie.
I primi esperimenti in questo senso furono effettuati nei primi anni venti,
ma la prima prova a sostegno si ebbe nel 1859 a Giza. Warner von Siemens,
fondatore e proprietario dell'omonima azienda tedesca, in visita in Egitto
si arrampicò, durante una tempesta di sabbia, in cima alla Grande
Piramide e alzò un dito verso il cielo. Lo sentì pizzicare
e udì un suono. Tutto ciò era simile ad una piccola scarica
elettrica. L'esperimento fu ripetuto con una bottiglia di vino dal collo
di metallo avvolta con della carta umida. La bottiglia si caricò
elettricamente. Il fenomeno di per sè non suscitò grosso
scalpore visto che in certe condizioni atmosferiche è un fenomeno
abbastanza comune.
Più difficile da giustificare fu la scoperta di Antoine Bovis che,
verso il 1920, scoprì nella Camera del Re dei resti di gatti ed
altri animali mummificati. Tornato in patria, Bovis costruì un
modello di piramide, lo orientò verso nord e vi depositò
all'interno un gatto morto. Il gatto dopo pochi giorni si mummificò.
L'esperimento venne ripetuto con della carne ed anche con delle uova con
il medesimo risultato.
Ancora più sbalorditivo fu l'esperimento di Karl Drbal, un radiotecnico
cecoslovacco, che eseguì lo stesso esperimento inserendo nella
piramide anche dei fiori ed una lametta da barba in corrispondenza della
Camera del Re. Oltre ad ottenere la mummificazione della carne, Drbal
sostenne che la lametta da barba uscì più tagliente di prima
tanto da utilizzare la piramide come affilatrice per lamette, dichiarando
di riuscire a riutilizzare la stessa lametta fino a 200 volte.
Nel maggio del 1926 tale Oskar Jännish affermò di avere utilizzato
la stessa lametta per 5 anni!
Nel 1959 l'ufficio brevetti cecoslovacco concesse a Drbal il brevetto
per la sua "Affilalamette piramide di Cheope".
Le energie sprigionate dalla forma piramidale possono essere applicate
a qualsiasi abitazione abbia questa forma come ad esempio le tende da
campeggio. Vengono attribuiti numerosi effetti terapeutici come la diminuzione
di dolori mestruali, il miglioramento del sonno, la maggior acutezza intellettuale
e l'aumento del desiderio sessuale.
Seguendo queste ipotesi, un dentista americano appese 72 piccole piramidi
sostenendo di usufruire di una sensibile diminuzione del dolore ed avere
guarigioni più rapide.
G.Patrick Flanagan studiò il comportamento delle gemme di un'erba
medica e del suo barboncino concludendo che i germogli crescevano più
velocemente e che il cane, dopo qualche settimana, divenne vegetariano.
Ulteriori esperimenti consolidano queste teorie. Ultimamente si è
scoperto che un girasole, che notoriamente segue l'andamento del sole,
posto nella Camera del Re, gira in senso opposto a quello del sole. Il
fenomeno viene spiegato accreditando la piramide di Cheope di un potere
in grado di rallentare l'inversione dei poli magnetici (polo nord e polo
sud) che avviene al termine di ogni ciclo di precessione. Infatti si sostiene
che più rapida è l'inversione, più la Terra è
soggetta a disastri naturali come diluvi e terremoti. In questo modo la
piramide di Cheope, posta non a caso al centro delle terre emerse, sarebbe
in grado di evitare all'umanità nuove catastrofi naturali. Alcuni
studiosi affermano che la prossima inversione dei poli dovrebbe avvenire
nel 2012 (un ciclo di precessione ha una durata di 26000 anni).
Secondo un'altra ipotesi, la piana di Giza sarebbe uno dei tanti ombelichi
sparsi nel mondo (Cuzco, Isola di Pasqua, ecc.). Essi costituirebbero
un centro nel quale si addensano energie particolari di cui, però,
non si sa molto. Alcuni degli studiosi che si interessano a questa teoria
sostengono che i vari ombelichi erano in contatto tra loro e quindi in
grado di trasmettere e ricevere messaggi.
Il fisico
cairota Amr Gohed, a proposito della radiazione cosmica all'interno della
piramide di Cheope, disse:"Ciò che avviene all'interno
del monumento contraddice tutte le leggi della scienza e dell'elettronica
conosciute".
|
La
Sfinge, come le tre piramidi di Giza, è oggetto
di numerosi studi e varie teorie che la portano ad essere considerata il
ritratto di uno tra Cheope, Dedefra e Chefren o, in modo molto
affascinante, una costruzione concepita e realizzata dai superstiti di Atlantide.
La Sfinge è alta 22m e lunga 57m ed è stata scolpita da un
unico blocco di calcare composto da tre strati di diversa durevolezza. Al
suo interno, finora, sono state rinvenute 4 stanze vuote, eccetto per un
paio di scarpe da ginnastica (!?). E' stata costruita tra le piramidi di
Cheope e di Chefren. Tra le zampe è presente una stele edificata
da Thutmosi IV che riporta il nome di Chefren anche se le scritte non sono
molto chiare, ma sufficenti agli egittologi per consolidare la paternità
di Chefren.
La leggenda afferma che verso il 1400 a.C., quando la Sfinge era ancora
ricoperta di sabbia fino al collo, un principe si fermò a riposare
alla sua ombra, addormentandosi di colpo. In sogno udì la voce della
Sfinge che gli prometteva, se l'avesse liberata dalla sabbia, di farlo sovrano
d'Egitto, scavalcando i fratelli maggiori. Il principe rispettò il
patto e dopo divenne faraone col nome di Thutmosi IV.
La maggiore fonte di discussione è legata alla sua erosione che,
per gli egittologi, è dovuta ai venti e all'acqua contenuta nel terreno,
mentre per altri (West, Hancock ed altri) è stata provocata dalle
frequenti piogge cadute in Egitto.
Vi è dunque una grande differenza tra le due teorie: la prima fa
risalire la costruzione della Sfinge intorno al 2500 a.C., la seconda la
colloca niente meno che verso il 10500 a.C., ma nessuna delle due può
avvalersi di prove inconfutabili a suo favore.
Nel 1991 si e' dimostrato, con una serie di prove geologiche, che essa fu
costruita almeno 6000 anni prima di Cristo e, quindi, 3000 anni prima che
avesse inizio la civiltà egizia. Gli egittologi tradizionali attribuiscono
la Sfinge a Chefren poichè sostengono che il volto della Sfinge stessa
sia inequivocabilmente quello del faraone Chefren. Questo punto è
stato recentemente messo in discussione da John Anthony West, scrittore
ed egittologo autodidatta. West evidenziò grosse lacune nell'accostamento
tra Sfinge e faraone e sulla loro pretesa rassomiglianza e decise
di avvalersi dell'aiuto del tenente Frank Domingo, del Dipartimento di polizia
giudiziaria di New York, diventato famoso per la sua abilità nel
disegnare ritratti. Domingo mise a confronto i due volti e, dopo aver realizzato
disegni dettagliati di entrambi, concluse che le due statue raffiguravano
individui diversi. Per dare ulteriore credito alla sua teoria, West si avvalse
del geologo Robert Schoch che, dopo diversi esami, concluse che il corpo
della Sfinge e le pareti della grande fossa in cui essa si trova mostravano
i segni tipici di erosione da acqua. Non
solo: scoprì che il monumento e il complesso di templi che sorge
nelle vicinanze erano stati scolpiti nella stessa pietra. La diversa erosione
evidenziata dalla Sfinge e dalle costruzioni circostanti, scolpite nella
stessa roccia e facenti risalire anch'esse attorno al 2500 a.C., fa credere
che la Sfinge sia stata esposta all'erosione della pioggia, mentre la altre
costruzioni a quella del vento. Agli esperimenti di West e Schoch partecipò
anche il sismologo Thomas Dobecki. Gli
esperimenti di Dobecki e le osservazioni di Schoch dimostrarono che il corpo
della Sfinge era stato scolpito in fasi distinte, e che la parte anteriore
del monumento, profondamente erosa, era più antica di circa 3000
anni rispetto alla parte posteriore.
La conclusione di West fu che Chefren avendo trovato la Sfinge non
ancora terminata, la completò e la restaurò insieme con i
templi attorno, facendo sistemare lastroni di granito sopra il calcare.
Tenendo conto dell'antichissima origine della Sfinge, bisogna presumere
che siano succedute diverse operazioni di restauro. In proporzione la testa
è più piccola del resto del corpo e questo lascia pensare
che Chefren abbia ordinato di rimodellarla nello stile dell'epoca.
Ma le ricerche di Dobecki rivelarono un altro segreto: 5 metri sotto le
zampe anteriori della Sfinge si aprivano diversi tunnel inesplorati e un'ampia
sala rettangolare di 12x15m. Secondo Dobecki quella sala era opera dell'uomo.
A questo punto si aggiunse un tocco in più di meraviglia quando ci
si ricordò di una profezia di Edgard Cayce, il celebre "profeta dormiente"
americano. Cayce era andato in trance il 29 ottobre del 1935 e aveva esplorato
con i suoi poteri sensitivi le epoche precedenti dell'antico Egitto. Egli
disse che i sopravvisuti di Atlantide erano emigrati in Egitto 10500 anni
prima di Cristo e avevano costruito la Sfinge e la Grande Piramide nel primo
secolo del loro arrivo.
E non basta. Cayce predisse che, prima della fine del XX secolo, "una sala
antica contenente documenti storici sarebbe stata scoperta là dove
la linea dell'ombra e della luce cade tra le zampe della Sfinge". All'interno
della sala ci sarebbe stata una biblioteca ricca di testi su Atlantide.
Graham Hancock, scrittore di successo e sostenitore di teorie molto affascinanti
non solo sull'Egitto, dopo numerose ricerche e calcoli al computer afferma
che nel 10500 la Sfinge vedeva sorgere il sole e sè stessa (la costellazione
del Leone). Sotto la costellazione del Leone vi è una stella che
fa credere che faccia corrispondere sulla Terra una stanza segreta. La testa
della Sfinge, secondo questa teoria, originariamente era di un leone, trasformato
poi da Chefren o chi per esso, nel volto di un faraone. A questo proposito
gli egittologi obiettano che, ai tempi degli antichi Egizi, la costellazione
del Leone era ancora sconosciuta (fu scoperta e chiamata così dai
Greci migliaia di anni più tardi).
Altri studiosi affermano che la Sfinge fu edificata per essere uno strumento
di amplificazione della voce del faraone che, dallinterno si sarebbe
rivolto ai sudditi nelle circostanze in cui era necessario che le parole
giungessero a tutti. |