La seguente sezione č
interamente tratta dall'ottimo sito del collega Carlo Masci
www.carlomasci.it
Uno strumento di rapida consultazione per
avere un'idea immediata sul meccanismo di azione, sulla
posologia, sui nomi commerciali dei farmaci impiegati in
Oculistica.
Indice generale
Capitolo introduttivo.
Anestetici locali.
Antibiotici.
Antiglaucoma.
Antiinfiammatori.
Antivirali.
Antiallergici e
decongestionanti.
Coloranti oftalmici.
Midriatici e cicloplegici.
Osmotici.
Sussidi chirurgici.
Steroidi in associazione.
Indice
Vie di somministrazione dei farmaci
oftalmologici
Come si prepara un collirio
Somministrazione per via topica
Effetti collaterali piu' comuni
Modalita' di instillazione di colliri
Modalita' di applicazione di pomata
oftalmica
Somministrazione per via perioculare
Somministrazione per via orale
Somministrazione per via parenterale
Altre modalita' di somministrazione di
farmaci oftalmici
Conservanti oftalmici
Come si prepara un collirio
I prodotti farmaceutici vengono impiegati per essere
somministrati attraverso varie vie: orale, sublinguale,
rettale, parenterale, per inalazione e topica. Le proprieta'
fisico-chimiche dei farmaci, la loro preparazione e la via
di somministrazione sono importanti per quanto riguarda
l'assorbimento.
Fatta eccezione per i farmaci somministrati per via
endovena, ogni farmaco deve attraversare numerose membrane
cellulari prima di raggiungere i tessuti-bersaglio. Le
membrane cellulari agiscono come barriere biologiche
semipermeabili che permettono selettivamente il passaggio di
determinate molecole di soluti o di farmaci; esse sono
notevolmente simili, per quanto concerne la composizione
chimica e l'organizzazione spaziale, in tutto l'organismo.
Le membrane cellulari sono costituite da un doppio strato
lipidico, formato soprattutto da colesterolo e fosfolipidi,
nel quale sono incorporate masse proteiche globulari di
diversa forma e composizione.
In oftalmologia le vie di somministrazione utilizzate sono
fondamentalmente 6: topica, perioculare, intracamerulare,
intravitreale, orale e parenterale.
Somministrazione per via topica
La piu' comune via di somministrazione dei farmaci oftalmici
e' senza dubbio quella topica. La somministrazione per tale
via e' infatti conveniente, non invasiva e accessibile a
tutti i pazienti. I farmaci somministrati per via topica non
sono pero' in grado di raggiungere elevate concentrazioni a
livello della porzione posteriore dell'occhio per cui tale
via non e' utilizzabile per il trattamento delle malattie
della retina, del nervo ottico e delle altre strutture del
polo posteriore.
L'azione dei farmaci applicati localmente dipende
essenzialmente dalla permeabilita' della cornea ai vari
agenti somministrati: affinche' un farmaco possa risultare
efficace deve infatti raggiungere determinate concentrazioni
tissutali. La permeabilita' a questi farmaci dipende innanzi
tutto dalla loro liposolubilita' o idrosolubilita'.
L'epitelio e l'endotelio hanno un contenuto di lipidi che e'
100 volte superiore a quello dello stroma per cui i farmaci
liposolubili penetrano rapidamente in questi strati
cellulari. Pero' solo i farmaci idrosolubili possono
penetrare nello stroma che e' ricco di glicosaminoglicani.
Percio' un farmaco per attraversare tutti gli strati della
cornea deve essere anfipatico, cioe' avere caratteristiche
sia lipofile che idrofile.
A parte la liposolubilita' e l'idrosolubilita', la capacita'
di un farmaco di attraversare la membrana cellulare dipende
dalla grandezza e struttura della molecola e dalla carica
ionica. Le molecole liposolubili, di solito, riescono a
passare la barriera corneale anche se hanno un peso
molecolare elevato mentre quelle idrosolubili, passando
attraverso i pori che possono esistere entro o attorno alle
molecole di proteine globulari della membrana cellulare,
devono avere dimensioni molto ridotte. D'altro canto gli
ioni, anche quelli a basso peso molecolare, hanno
difficolta' a passare attraverso le membrane cellulari per
la loro carica ionica ma passano facilmente attraverso lo
stroma idrosolubile: per potere attraversare la cornea un
farmaco dovrebbe esistere in forma sia ionizzata che non
ionizzata.
Le caratteristiche di permeabilita' dell'epitelio corneale
possono essere modificate da vari fattori: le soluzioni
ipotoniche aumentano la permeabilita' dell'epitelio; il pH
delle soluzioni puo' variare da 4 a 10 senza influire sulla
permeabilita' dell'epitelio; agenti tensioattivi (ad esempio
benzalconio cloruro) che riducono la tensione superficiale
aumentano la permeabilita' dell'epitelio; infine anche il
tempo di contatto del farmaco ha un effetto
sull'assorbimento e la penetrazione dei farmaci nella
cornea.
Le piu' comuni preparazioni oculari sono disponibili in
commercio sotto forma di soluzioni, sospensioni e pomate.
I colliri inoltre, tranne rare eccezioni, non influenzano la
vista, causano poche reazioni cutanee ma presentano lo
svantaggio di non restare a lungo a contatto con le
superfici oculari in quanto sono eliminati rapidamente dopo
l'instillazione.
Il tempo di contatto del farmaco con la superficie esterna
del bulbo e' influenzato da vari fattori quali la
lacrimazione, l'ammiccamento, l'iperemia congiuntivale, la
viscosita' del veicolo e l'integrita' della superficie
corneale. In particolare l'iperemia congiuntivale facilita
l'assorbimento e il farmaco rimane piu' a lungo a contatto
con le superfici oculari se la superficie della cornea e'
irregolare.
Le soluzioni e le sospensioni possono essere instillate
direttamente nell'occhio tramite l'apposito contagocce
compreso nelle confezioni. Il paziente o il medico dovranno
evitare accuratamente (specialmente in ambiente ospedaliero)
di toccare con la punta del contagocce l'occhio e i suoi
annessi per evitare contaminazioni del collirio.
Nel caso delle sospensioni e' opportuno agitare il prodotto
prima dell'uso per consentire la somministrazione di
appropriati dosaggi.
Per quanto riguarda i gel e le pomate oftalmiche essi
vengono utilizzati per aumentare il tempo di contatto del
farmaco con le superfici oculare. Le pomate sono quindi
particolarmente indicate nei bambini, che di solito mal
sopportano la somministrazione di colliri, e nei soggetti
con patologie oculari che abbisognano di un bendaggio
prolungato (ad esempio abrasioni corneali). In questi casi
e' opportuno instillare il collirio prima di applicare la
pomata. Le pomate oftalmiche rimangono a contatto con
l'occhio per un periodo di tempo superiore ed hanno uno
scarso assorbimento da parte dei dotti lacrimali. Possono
pero' causare un annebbiamento della vista, l'insorgenza di
dermatiti da contatto e il rallentamento dei processi
mitotici dell'epitelio corneale.
Effetti collaterali piu'
comuni conseguenti a terapia topica
Gli effetti indesiderati piu' frequenti dopo instillazione
di colliri o applicazioni di pomate sono senza dubbio le
reazioni allergiche ed in particolare la dermatite da
contatto delle mucose e della cute perioculare. Sono
possibili alterazioni epiteliali dopo somministrazione
topica di anestetici o di fenilefrina. Lunghe applicazioni
di pilocarpina o epinefrina possono causare l'occlusione dei
puntini lacrimali. I sali d'argento possono causare argirosi
della congiuntiva. Molti farmaci fra cui l'atropina possono
causare una cheratite puntata. La fenilefrina puo' causare
la formazione di piccole cisti sul margine pupillare
dell'iride. Il timololo puo' determinare secchezza oculare.
Fra gli effetti collaterali sistemici piu' comuni del
trattamento topico troviamo la comparsa di aritmie cardiache
(farmaci antiglaucomatosi), di disturbi a carico del sistema
nervoso centrale (ad esempio dopo somministrazione di
ciclopentolato), di disturbi gastrointestinali per
stimolazione del parasimpatico, di disturbi polmonari tipo
asma bronchiale (beta bloccanti), di reazioni allergiche
generalizzate.
Modalita' di instillazione di
colliri
Prima di somministrare un qualsiasi collirio e' opportuno
avvertire il paziente che potrebbe avvertire una sensazione
di bruciore lieve e di breve durata.
Il paziente deve reclinare il capo leggermente e guardare in
alto e indietro. Con l'indice di una mano rovesciare
leggermente la palpebra inferiore, mentre con l'altra mano
si instillano 1-2 gocce di collirio, precedentemente agitato
per consentire al principio attivo di essere omogeneamente
distribuito. Rilasciare quindi la palpebra inferiore, dire
al paziente di chiudere leggermente le palpebre e asciugare
delicatamente il liquido in eccesso con un batuffolo di
cotone o con un fazzolettino di carta.
Nei casi in cui e' necessario occludere i puntini subito
dopo l'instillazione delle gocce bisogna fare chiudere gli
occhi al paziente e tenere con fermezza per 1-2 minuti
l'indice sopra il sacco lacrimale, i canalicoli superiori e
inferiori e il ligamento palpebrale mediale.
Come alternativa per ridurre il passaggio del farmaco
attraverso le vie lacrimali e' opportuno consigliare al
paziente di chiudere gli occhi per 3-4 minuti dopo la
somministrazione del collirio.
In tutti i casi e' importante, soprattutto in ambiente
ospedaliero, evitare il contatto della punta del contagocce
con l'occhio e i suoi annessi in modo da evitare la
contaminazione del contenuto del flacone.
Se si presenta blefarospasmo, usare il pollice sinistro per
tenere le ciglia superiori contro il margine orbitario
superiore. Usare il mignolo della mano che tiene il flacone
per tenere contemporaneamente la palpebra inferiore.
Allorche' il collirio deve essere instillato a bambini e'
importante la collaborazione dei familiari per rassicurare i
piccoli pazienti. I bambini vengono posti su una sedia con
la testa reclinata (o in alternativa sulle ginocchia dei
genitori). Gli accompagnatori del paziente devono tenere
fermi gli arti superiori e inferiori mentre il medico usa la
mano sinistra per tenere la fronte del bambino e il pollice
sinistro per la palpebra superiore, mentre, per tenere la
palpebra inferiore, deve usare il mignolo della mano destra
e instillare il collirio con questa mano.
Nel caso in cui il piccolo paziente sia particolarmente
agitato e' opportuno che un assistente tenga con decisione
la testa del bambino ai lati. In alternativa e' possibile
tenere alzate le braccia del bambino per aiutarsi a tenere
ferma lateralmente la testa mentre vengono instillate le
gocce. Subito dopo l'instillazione del collirio e'
consigliabile tenere un dito a livello del canto mediale per
ridurre al minimo l'assorbimento sistemico.
Modalita' di applicazione di
pomata oftalmica
Dopo aver fatto sedere il paziente sulla sedia da esame dire
al paziente di guardare in alto sopra la sua testa. Con il
pollice e l'indice di una mano rovesciare delicatamente la
palpebra inferiore e spremere simultaneamente circa 1-1,5 cm
di pomata nel fornice. Ruotare quindi il tubetto per
bloccare il flusso di pomata e rilasciare la palpebra
inferiore.
Per impedire la fuoriuscita di pomata dopo il rilascio della
palpebra inferiore afferrare delicatamente le ciglia della
palpebra superiore e, mentre il paziente guarda in alto,
alzare lievemente la palpebra superiore fino alla
giustapposizione dei margini palpebrali. Puo' quindi essere
applicato il bendaggio compressivo.
Somministrazione per via perioculare
La somministrazione per via perioculare puo' essere
effettuata tramite iniezione sottocongiuntivale, iniezione
retrobulbare e iniezione parabulbare. Attraverso l'iniezione
sottocongiuntivale vengono veicolati nel segmento anteriore
farmaci che non verrebbero adeguatamente assorbiti per via
topica. L'iniezione viene praticata sotto la congiuntiva o
sotto la capsula di Tenone in modo che la sostanza inoculata
abbia la possibilita' di penetrare all'interno dell'occhio
per diffusione tramite il limbus o la sclera.
Questo tipo di iniezioni vengono effettuate prevalentemente
nelle infiammazioni e nelle infezioni piu' gravi del
segmento anteriore.
Negli ultimi anni le iniezioni sottocongiuntivali sono state
utilizzate sempre meno. Infatti diversi studi hanno
evidenziato che livelli terapeutici simili possono essere
mantenuti tramite somministrazione frequente di colliri
rinforzati. Inoltre le iniezioni sottocongiuntivali,
soprattutto se eseguite piu' volte nello stesso paziente
sono spesso dolorose.
Le iniezioni retrobulbari vengono effettuate inserendo l'ago
all'esterno della palpebra inferiore (o all'interno del
fornice inferiore) e introducendolo lungo il cono muscolare.
Solitamente le iniezioni retrobulbari vengono usate in caso
di gravi affezioni infiammatorie del segmento posteriore
dell'occhio (coroiditi, neuriti ottiche). In questi casi
vengono di solito iniettati corticosteroidi retard che,
molto probabilmente penetrano nel globo oculare per un
processo di diffusione.
Nel caso di iniezioni perioculari il farmaco viene iniettato
lungo le pareti del bulbo oculare (iniezioni sottotenoniana
anteriore e posteriore). Praticamente l'iniezione
perioculare coincide con quella sottocongiuntivale e viene
praticata attraverso la cute delle palpebre o il fornice
congiuntivale. In questo caso il farmaco viene iniettato
sotto la capsula di Tenone lungo la parete del bulbo
nell'area corrispondente al segmento anteriore o posteriore
o nella regione equatoriale.
Modalita' di esecuzione di iniezioni
sottocongiuntivali
Prima di iniettare il farmaco e' opportuno cambiare l'ago
con il quale la soluzione era stata prelevata. Di solito si
usano aghi 26-28 gauge montati su siringhe da insulina.
E' fondamentale che la congiuntiva sia bene anestetizzata
prima di effettuare una iniezione. A questo scopo e'
opportuno instillare un anestetico nel fornice congiuntivale
ogni minuto per almeno 5 minuti. Eventualmente e' opportuno
mettere un tamponcino di cotone imbevuto di anestetico nel
fornice congiuntivale a livello del sito di iniezione e
lasciarlo in sede per 5 minuti. Si dice quindi al paziente
di guardare in alto e contemporaneamente si everte con un
dito la palpebra inferiore. Con l'altra mano si inserisce
l'ago a livello del fornice inferiore nella congiuntiva
bulbare e si inietta la soluzione. Per evitare accidentali
perforazioni del globo oculare l'ago deve essere tenuto
parallelo alla superficie dell'occhio stesso. Una volta
iniettato il farmaco e' opportuno bendare il paziente per
qualche minuto.
Modalita' di esecuzione di iniezioni perioculari
Iniezione sottotenoniana anteriore. Dopo avere
anestetizzato la congiuntiva, aspirare il farmaco con una
siringa da insulina o da 2 ml e sostituire l'ago usato per
l'aspirazione con un ago 25-26 gauge. Chiedere quindi al
paziente di guardare dal lato opposto a quello
dell'iniezione. Afferrare quindi mediante pinze dentate la
congiuntiva e la capsula di Tenone, introdurre l'ago
attraverso di esse e iniettare circa 0,5-0,7 ml della
soluzione.
Iniezione sottotenoniana posteriore. Dopo avere
anestetizzato la congiuntiva, aspirare il farmaco con una
siringa da 2 ml e sostituire l'ago usato per l'aspirazione
con un ago 25-26 gauge. Chiedere al paziente di guardare dal
lato opposto a quello dell'iniezione che viene eseguita in
uno dei quadranti temporali. Rovesciare quindi la palpebra e
inserire l'ago nella congiuntiva bulbare posteriormente,
tenendolo il piu' vicino possibile alla superficie del
bulbo. Con lo scopo di evitare di perforare accidentalmente
il bulbo oculare e' opportuno effettuare dei movimenti
laterali mentre si inserisce l'ago osservando il limbus: un
movimento di quest'ultimo indica che e' stata perforata la
sclera. Quando l'ago non puo' essere inserito ulteriormente,
aspirare per verificare che non sia stato penetrato un vaso
sanguigno e iniettare 1 ml del farmaco.
Va sottolineato che se l'ago viene tenuto troppo lontano dal
bulbo, non si verifica un sufficiente assorbimento del
farmaco attraverso la sclera.
Modalita' di esecuzione di iniezioni retrobulbari
Prima di effettuare una iniezione retrobulbare e' opportuno
disinfettare accuratamente la sede dell'iniezione con alcool
e con ioduro di povidone. Si usano per l'iniezione aghi 24
gauge montati su siringhe da 5 ml contenenti circa 2-3 ml di
soluzione. Anche in questo caso e' opportuno cambiare l'ago
prima di effettuare l'iniezione. E' consigliabile inoltre
farsi aiutare per tenere fermo il capo del paziente. Quest'ultimo
viene sdraiato su un lettino e viene invitato a guardare in
alto. L'ago viene inserito sopra il margine orbitario
inferiore e viene indirizzato dapprima parallelo al
pavimento orbitario e quindi con direzione antero-posteriore
e obliqua dal basso verso l'alto. Quando l'ago non puo'
essere inserito ulteriormente controllare che non sia stato
penetrato un vaso ematico e iniettare lentamente il farmaco.
Dopo l'iniezione e' opportuno comprimere un batuffolo di
cotone con disinfettante a livello della sede di inserimento
dell'ago per qualche minuto. E' opportuno inoltre
l'occlusione dell'occhio del paziente per evitare il
fastidio conseguente alla diplopia che spesso si manifesta
dopo l'iniezione.
Somministrazione per via intracamerulare o
intravitreale
Tramite queste vie di somministrazioni i farmaci raggiungono
direttamente le strutture intraoculari ad elevate
concentrazioni. Solitamente vengono iniettati antibiotici,
chemioterapici e fibrinolitici. Vengono di solito iniettate
piccole quantita' di farmaco a bassa concentrazione (da 0,1
a 0,2 ml) poiche' le alte concentrazioni possono essere
tossiche per l'endotelio corneale, il cristallino e la
retina.
La somministrazione intracamerulare viene di solito
effettuata durante intervento di estrazione di cataratta
allorche' vengono iniettate delle sostanze viscoelastiche
per proteggere l'endotelio corneale. Gli antibiotici non
sono routinariamente iniettati in camera anteriore. Il
rischio principale e' rappresentato dalle infezioni
endoculari e dal rischio di tossicita' locale. Le iniezioni
intravitreali di antibiotici sono spesso il trattamento di
scelta in caso di endoftalmiti; l'iniezione di olio di
silicone e' utilizzata in caso di distacco di retina
complicato.
Somministrazione per via orale
La via di somministrazione orale viene utilizzata in quei
casi in cui i farmaci non raggiungerebbero concentrazioni
efficaci terapeuticamente dopo somministrazione locale. Fra
i farmaci somministrati piu' frequentemente per via orale
troviamo gli steroidi (uveiti, neuriti, oftalmopatia
basedowiana, ecc.), gli antibiotici (in tutte le forme
infettive), gli agenti emoreologici (retinopatia diabetica),
gli inibitori dell'anidrasi carbonica (glaucoma), gli
analgesici (dolore a livello orbitario) e gli
antifibrinolitici (acido tranexamico in caso di emorragie
oculari).
Somministrazione per via
parenterale
La somministrazione parenterale (sottocutanea, endovena o
intramuscolo) viene usata abbastanza frequentemente in
oftalmologia. Per queste vie di somministrazione vengono
iniettati soprattutto steroidi, antibiotici, anticoagulanti
ed emoreologici.
Altre modalita' di somministrazione
locale dei farmaci oftalmici
Per consentire una somministrazione topica prolungata sono
stati messi in commercio negli ultimi anni degli inserti
oculari che vengono inseriti nel fornice congiuntivale: tali
inserti di forma ellittica sono costituiti da una parte
centrale (che contiene il farmaco) e da una membrana esterna
attraverso la quale il farmaco si diffonde a velocita'
costante. Questi inserti hanno pero' avuto, per la scarsa
compliance da parte del paziente, un bassissimo successo ed
in Italia non sono attualmente in commercio. Un altro
sistema che consente un rilascio prolungato nel tempo ed un
migliore assorbimento locale del farmaco e' rappresentato
dalle lenti a contatto terapeutiche, cioe' da lenti
(solitamente di collagene bovino o porcino) imbevute di
farmaco e messe a contatto con cornea e congiuntiva. Tali
lenti di solito presentano, a seconda del tipo, una
dissoluzione differenziata nel tempo (12-24-48-72 ore) e
possiedono un'elevata permeabilita' all'ossigeno con
conseguente assenza di alterazioni a carico del metabolismo
corneale. L'applicazione di questi "scudi" al collagene e'
preceduta da imbibizione effettuata direttamente nel loro
contenitore per circa 10 minuti con il farmaco che si vuole
utilizzare. Dai dati presenti in letteratura tale tipo di
lenti e' di solito ben tollerate dal paziente e permette il
rilascio di quantita' costanti di farmaco per periodi
prolungati di tempo.
Un'altra possibilita' per aumentare la penetrazione dei
farmaci nell'occhio e' rappresentata dalla ionoforesi (per
la verita' usata molto raramente). Con questa tecnica la
soluzione contenente il farmaco viene posta a contatto con
la cornea tramite un piccoli recipiente che sostiene
l'elettrodo. La carica dell'elettrodo dovra' essere analoga
a quella del farmaco presente nella soluzione: la
penetrazione del farmaco stesso all'interno dell'occhio si
verifichera' per una differenza di potenziale.
Conservanti oftalmici
Nei vari prodotti per impiego topico oftalmico sono
contenuti, oltre ad uno o piu' principi attivi, anche i
cosiddetti eccipienti. Si tratta di sostanze che
contribuiscono ad aumentare l'efficacia e la tollerabilita'
dei prodotti in cui sono contenuti, oltre a favorire la loro
conservazione nel tempo.
I piu' comuni tipi di eccipienti che possono essere
riscontrati nei prodotti oftalmici sono i seguenti:
1) Conservanti, ovvero sostanze che inibiscono la
proliferazione batterica che puo' verificarsi dopo
l'apertura del prodotto. Fra i conservanti piu' comunemente
usati troviamo il cloruro di benzalconio, il benzetonio
cloridrato, il clorobutanolo, l'EDTA, i conservanti
mercuriali (come il thimerosal), l'alcool feniletilico, il
benzoato di sodio, il propionato di sodio e l'acido sorbico.
Molti di questi agenti sono composti tensioattivi che, oltre
ad inibire la proliferazione batterica, favoriscono la
penetrazione dei farmaci attraverso la cornea.
2) Agenti impiegati specificamente con lo scopo di ridurre
la tensione superficiale sulla superficie oculare per
favorire la penetrazione dei principi attivi nelle strutture
oculari: fra questi i piu' utilizzati sono il tiloxapolo, il
polisorbato 20 e il polisorbato 80.
3) Agenti tamponanti che aiutano invece a mantenere il pH
dei prodotti oftalmici il piu' vicino possibile a quello
fisiologico. Questa azione e' fondamentale per consentire
una buona tollerabilita' dei preparati e per conservare
l'efficacia degli stessi. In questo gruppo troviamo l'acido
acetico, il fosfato di sodio, l'idrossido di sodio, il
citrato di sodio, il carbonato di sodio, il borato di sodio,
il bicarbonato di sodio, il fosfato di potassio, il citrato
di potassio, il carbonato di potassio, l'acido borico,
l'acido cloridrico e l'acido acetico.
4) Agenti antiossidanti che prevengono o ritardano il
deterioramento dei prodotti conseguente all'azione
dell'ossigeno atmosferico. Fra queste sostanze le piu'
comunemente utilizzate sono l'EDTA, la tiourea, il
tiosolfato di sodio, il metabisolfito di sodio e il sodio
bisolfito.
5) Agenti aumentanti la viscosita' che sono utilizzati per
aumentare il tempo di contatto del farmaco con le superfici
oculari e quindi per aumentare la durata di azione dello
stesso. I piu' comuni agenti di questo gruppo sono la
carbossimetilcellulosa sodica, l'idrossietilcellulosa, l'idrossipropilmetilcellulosa,
il glicole polietilenico, il polivinilpirrolidone, l'alcool
polivinilacetico, il destrano 70, la gelatina, la glicerina,
il polisorbato 80.
6) Sostanze che rendono le soluzioni oftalmiche isotoniche
con le lacrime. Fra queste troviamo il cloruro di potassio,
il glicole propilenico, il cloruro di sodio, la glicerina,
il destrosio il destrano 40 e 70 e le sostanze tampone gia'
descritte in precedenza.
Come si prepara un collirio
In questo manuale vengono presentati i farmaci oftalmici
presenti in commercio sul mercato italiano. Tutti questi
prodotti sono caratterizzati da notevole stabilita',
uniformita' e sterilita'.
In alcuni casi pero' il medico deve provvedere da solo a
preparare i colliri (ad esempio nel caso di colliri
antibiotici rinforzati) per cui e' importante che abbia
presente le regole base per la preparazione di una soluzione
o di una sospensione.
I problemi maggiori da risolvere riguardano la stabilita',
l'isotonia e la sterilita' dei preparati.
Stabilita'
La stabilita' dei farmaci per uso oftalmico dipende molto
dal pH, dalla temperatura e dal grado di dissociazione del
farmaco stesso. Diminuendo il pH la dissociazione delle basi
deboli ad esempio aumenta e quindi aumenta anche la
stabilita' in quanto gli alcaloidi sono molto piu' stabili a
pH 5 che a pH 7. Inoltre va sottolineato che il
deterioramento chimico seguito dall'inattivazione
farmacologica e' una caratteristica negativa che hanno
alcuni preparati oftalmici. Ad esempio molte soluzioni di
antibiotici perdono il loro effetto antibatterico a
temperatura ambiente nel giro di pochi giorni. E' opportuno
quindi conoscere la stabilita' dei vari prodotti in
soluzione in maniera da evitare la somministrazione di un
preparato privo di effetto terapeutico.
Isotonia
L'occhio normalmente tollera soluzioni con concentrazioni di
cloruro di sodio variabili dallo 0,7% al 2%. Allorche' la
concentrazione del farmaco in un dato preparato supera il 5%
occorre diluire il prodotto con soluzione fisiologica in
quanto la soluzione e' ipertonica. Infatti, anche se le
soluzioni ipertoniche sono rapidamente diluite dalle
lacrime, l'instillazione di un preparato con tali
caratteristiche puo' indurre un notevole fastidio al
paziente.
Sterilita'
Durante le procedure di preparazione di un collirio e'
abbastanza facile la contaminazione dello stesso ad opera di
svariati microrganismi. Per questo, specie nel caso in cui
il preparato debba essere somministrato a soggetti operati,
e' opportuno preparare le soluzioni sotto cappa a flusso
laminare. In alcuni casi puo' essere opportuno aggiungere ai
preparati dei conservanti come il cloruro di benzalconio,
gli alcool sostituiti, i mercuriali organici o il
clorobutanolo.
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Indice del capitolo
Introduzione
Anestetici topici
Benoxinato (ossibuprocaina)
Tetracaina
Anestetici iniettabili
Bupivacaina
Lidocaina
Mepivacaina
Introduzione
Gli anestetici locali possono fondamentalmente essere
suddivisi in 2 grandi gruppi: quelli somministrabili
topicamente e quelli iniettabili.
La funzione essenziale di questo gruppo di farmaci e' quella
di bloccare la conduzione dell'impulso nervoso aumentando la
soglia di eccitazione elettrica, riducendo
contemporaneamente la permeabilita' al sodio e rallentando
la propagazione dell'impulso nervoso. Il loro effetto e'
transitorio, con completo recupero funzionale e assenza di
danni fisiologici permanenti a carico dei neuroni
interessati. La rapidita' con cui si instaura l'anestesia e'
correlata direttamente al diametro, alla mielinizzazione e
alla velocita' di conduzione del nervo.
A livello biochimico gli anestetici locali possono
raggrupparsi in due categorie strutturali: quelli con un
legame esterico fra il gruppo aromatico e la catena
alifatica intermedia (aventi come precursore l'acido
para-aminobenzoico) e quelli con un legame amidico (aventi
come precursori l'anilina).
Gli anestetici del primo gruppo sono metabolizzati tramite
idrolisi del legame esterico ad opera delle plasma-esterasi.
Gli anestetici derivati dalle amidi vengono invece
metabolizzati a livello epatico ed escreti in parte con la
bile e in piccola parte, come tali, nelle urine. Nei
soggetti che presentano bassi livelli di colinesterasi
plasmatica possono manifestarsi effetti tossici. Usualmente
gli anestetici locali derivati dall'anilina sono scarsamente
solubili in acqua e sono commercializzati sotto forma di
sale cloridrato, maggiormente idrosolubile. In relazione al
fatto che i farmaci in discussione sono basi deboli, con un
pK compreso fra 8 e 9, tendono ad essere presenti in forma
ionica in soluzione; cio' consente un aumento della loro
stabilita' e della vita media. In ogni caso la proporzione
fra forma indissociata e forma dissociata dipende dal pH
della soluzione e dalla costante di dissociazione (pK) del
composto: con un pH elevato c'e' una concentrazione piu'
grande della base libera indissociata.
A contatto con fluidi biologici come le lacrime si verifica
la liberazione della forma non ionizzata di queste molecole
che e' in grado di penetrare meglio nei tessuti come la
cornea.
Gli anestetici usati solitamente in clinica presentano in
genere una bassa tossicita' a livello oculare e sistemico.
La loro durata di azione e' di solito sufficientemente
prolungata nel tempo, sono abbastanza stabili in soluzione e
interferiscono scarsamente con altri farmaci. Gli anestetici
locali come la lidocaina sono comunemente usati per via
endovenosa nel trattamento delle aritmie cardiache.
Somministrati localmente per iniezione possono avere effetti
collaterali sull'apparato cardiovascolare (aritmie) e sul
sistema nervoso centrale. A dosi tossiche provocano
vasodilatazione e diminuiscono la contrattilita' miocardica
fino ad arrivare, nei casi estremi, all'arresto cardiaco. I
fenomeni tossici a livello del sistema nervoso centrale
iniziano con brividi, tremori e convulsioni; assai raramente
puo' comparire depressione del sistema nervoso centrale con
collasso respiratorio.
Meccanismo di azione
Gli anestetici locali agiscono interferendo con il trasporto
dello ione sodio a livello della membrana cellulare: in
particolare essi bloccano la conduzione, diminuendo la
permeabilita' di membrana a tale ione. In questa maniera
viene bloccato il processo di depolarizzazione, non viene
raggiunto il potenziale di soglia e non insorge il
potenziale di azione del nervo. Alcuni autori ritengono che
tali sostanze possano anche competere con il calcio a
livello della membrana del nervo.
Se per penetrare attraverso la cornea e' importante che il
farmaco sia presente essenzialmente in forma non ionizzata,
tuttavia, una volta che il farmaco e' arrivato a contatto
delle cellule nervose, e' la forma ionizzata ad esplicare
l'effetto anestetico. Aumentando il pH, aumenta la
percentuale della forma ionizzata; si comprende quindi la
minore efficacia di queste sostanza in caso di infiammazione
oculare (quando il pH e' piu' basso), in quanto si avra' una
prevalenza della forma non ionizzata.
Questo gruppo di anestetici trova impiego nell'anestesia
di superficie di cornea e congiuntiva. Infatti tale tipo di
anestesia determina una sufficiente analgesia che permette
di effettuare alcuni esami come la tonometria e alcuni tipi
di interventi terapeutici quali la rimozione di suture e di
corpi estranei.
In generale questi farmaci sono in grado di produrre una
sufficiente anestesia corneale entro un minuto dall'instillazione;
la durata dell'anestesia puo' essere prolungata, se
necessario, con applicazioni ripetute.
Il meccanismo di azione e' da mettere in relazione alla
diminuzione della permeabilita' delle cellule nervose agli
ioni sodio. In questa maniera viene ostacolato il
raggiungimento della soglia necessaria per l'insorgenza del
potenziale di azione.
Gli anestetici ad uso topico commercializzati in Italia sono
il benoxinato cloruro (ossibuprocaina) e la tetracaina.
Indicazioni
Gli anestetici topici sono in grado di consentire
l'espletamento di alcune procedure terapeutiche e
diagnostiche come la rimozione di corpi estranei
corneo-congiuntivali, la rimozione di suture corneali, la
piccola chirurgia della congiuntiva, la chirurgia del
cristallino, la paracentesi in camera anteriore, il
sondaggio e l'irrigazione delle vie lacrimali, la biopsia
congiuntivale, la tonometria, la gonioscopia, il test di
Schirmer, la gonioscopia e la biomicroscopia con lente a
contatto, l'elettroretinografia, il trattamento laser.
Controindicazioni
Ipersensibilita' individuale accertata verso gli anestetici
di questo gruppo. Somministrare con cautela a pazienti con
alterata funzionalita' cardiocircolatoria o epatica.
Effetti indesiderati
Spesso puo' insorgere bruciore al momento dell'instillazione.
I fenomeni di sensibilizzazione dovuti agli anestetici
possono presentarsi ad una seconda applicazione del
prodotto. In caso di allergia ai conservanti puo' essere
utile l'impiego dei preparati monodose.
Gli anestetici somministrati topicamente possono causare
irregolarita' transitorie della superficie epiteliale.
La ripetuta somministrazione ritarda la cicatrizzazione e
produce abrasioni superficiali, punteggiature sull'epitelio
corneale e formazione di un anello bianco giallastro nello
stroma corneale attorno all'area danneggiata. E' riportata
in letteratura la possibilita' di insorgenza di cheratite
filamentosa in seguito all'uso di tetracaina.
I pazienti possono determinarsi danni a carico di cornea e
congiuntiva se si strusciano l'occhio durante il periodo in
cui e' presente l'effetto anestetico. Possono verificarsi
raramente, a seguito di assorbimento attraverso mucose o
cute danneggiata, reazioni sistemiche con fenomeni di
eccitazione del sistema nervoso centrale, nausea, vomito e
talora, contemporaneamente, depressione del sistema
cardiocircolatorio con pallore, sudorazione e ipotensione.
E' inoltre possibile l'insorgenza di aritmie e di
metaemoglobinemia.
Interazioni con farmaci
Gli anestetici somministrati topicamente possono facilitare,
a causa delle alterazioni dell'epitelio corneale, la
penetrazione di altri farmaci instillati nel fornice
congiuntivale.
Il benoxinato cloruro e' incompatibile con il nitrato di
argento, i sali di mercurio e le sostanze alcaline.
Precauzioni
Questi prodotti devono essere somministrati dal medico solo
in caso di necessita' in quanto l'uso ripetuto puo' causare
danni corneali.
Deve essere usata particolare cautela in pazienti con
malattie cardiache, ipertiroidismo, allergie e con bassi
livelli ematici di colinesterasi plasmatiche.
Se queste sostanze vengono accidentalmente ingerite o
impiegate per lunghi periodi di tempo a dosi eccessive
possono determinare fenomeni tossici. Durante la gravidanza
e l'allattamento l'uso dovra' essere limitato a casi di
assoluta necessita'.
Informazioni per il paziente
Evitare lo strusciamento degli occhi durante il periodo
successivo alla somministrazione di queste sostanze, per non
causare potenziali lesioni a carico di cornea e congiuntiva.
Usare il prodotto solo sotto stretto controllo medico. E'
frequente, specie nei soggetti con dolore oculare, l'abuso
di questi prodotti che puo' portare a gravissime conseguenze
per l'occhio.
Non portare a contatto il beccuccio del collirio con
l'occhio e i suoi annessi. Proteggere le confezioni dalla
luce.
BENOXINATO (OSSIBUPROCAINA)
Il benoxinato e' un derivato dell'acido benzoico che ha il
vantaggio di possedere, oltre all'effetto anestetico, anche
una certa attivita' antibatterica.
Farmacocinetica
L'effetto anestetico inizia nell'arco di 10-20 secondi dalla
somministrazione e puo' durare fino a 20 minuti. La
tossicita' e' di poco inferiore a quella della tetracaina.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Per effettuare misure tonometriche
instillare 1-2 gocce nel sacco congiuntivale e attendere 1
minuto prima di applicare il tonometro. In caso di
estrazione di corpi estranei corneali o di iniezioni
perioculari instillare 1 goccia di soluzione per 3 volte,
nell'arco di 3 minuti. In caso di paracentesi o di piccoli
interventi chirurgici instillare 1 goccia del preparato ogni
30 secondi per 5-10 volte, eventualmente aggiungendo 1-2
gocce di adrenalina allo 0,1%.
Proteggere dalla luce e conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Minims benoxinato (Smith + Nephew) - COLLIRIO: Benoxinato
cloridrato 0,4%
Novesina (Sandoz) COLLIRIO: Ossibuprocaina cloridrato 0,4%.
TETRACAINA (AMETOCAINA)
Anche questa sostanza fa parte degli esteri di derivazione
dall'acido para-aminobenzoico. Determina una temporanea ma
ottima anestesia della cornea. Non provoca vasocostrizione a
livello oculare.
Farmacocinetica
L'effetto anestetico inizia nell'arco di 10-20 secondi e
puo' durare fino a 20 minuti. La tossicita' e' leggermente
superiore a quella del benoxinato, ma l'effetto anestetico
e' superiore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce nel fornice
congiuntivale, eventualmente ripetendo piu' volte il
trattamento allorche' sia necessaria un'anestesia di
profondita' e durata maggiore.
Proteggere dalla luce e conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Minims ametocaina (Smith + Nephew) COLLIRIO: Ametocaina
cloridrato 0,5% e 1%.
Gli anestetici iniettabili trovano impiego a livello
oculare sia per produrre un blocco delle terminazioni
nervose nell'area di un eventuale intervento chirurgico
(anestesia di infiltrazione) sia per prevenire
l'ammiccamento e i movimenti dell'occhio sempre durante un
intervento chirurgico, come conseguenza della paralisi del
muscolo orbicolare e degli altri muscoli extraoculari.
Al gruppo degli anestetici iniettabili appartengono i
derivati delle amidi, con l'eccezione della procaina che
presenta un legame esterico. Per prolungare l'effetto di
questi farmaci viene aggiunta epinefrina (noradrenalina)
che, per il suo effetto vasocostrittore, ne prolunga
l'azione nel tempo e ne diminuisce la tossicita'. Talvolta
la ialuronidasi viene associata ad un anestetico, specie
nelle iniezioni retrobulbari, poiche' favorisce
l'infiltrazione nei tessuti: in questo caso, tuttavia, e'
maggiore il rischio di tossicita' sistemica.
Indicazioni
Sono indicati in tutti quei casi in cui si voglia conseguire
un effetto analgesico e anestetico locale tramite iniezione
del preparato (anestesia da infiltrazione), il blocco della
conduzione nervosa per ottenere l'inibizione dell'attivita'
muscolare, il blocco della conduzione retrobulbare.
L'associazione con adrenalina e' indicata in tutti quei casi
in cui si desideri prolungare la durata dell'anestesia
regionale oppure quando e' necessario operare in una zona
assolutamente ischemica.
Controindicazioni
Ipersensibilita' gia' nota verso i componenti. Il prodotto
che contiene il vasocostrittore e' controindicato, in linea
di massima, nei cardiopatici, nelle gravi arteriopatie,
negli ipertesi, nei soggetti con manifestazioni ischemiche
di qualsiasi tipo o con emicrania, nei diabetici, nei
nefropatici e negli ipertiroidei.
Questi prodotti sono controindicati in caso di gravidanza
accertata o presunta.
Effetti indesiderati
Possono verificarsi reazioni tossiche e allergiche sia
all'anestetico che al vasocostrittore. Fra le prime
troviamo: fenomeni di stimolazione nervosa centrale con
eccitazione, tremori, disorientamento, vertigini, midriasi,
aumento del metabolismo e della temperatura corporea e, per
dosi molto elevate, trisma e convulsioni; se e' interessato
il midollo allungato si ha compartecipazione dei centri
cardiovascolare, respiratorio ed emetico con sudorazione,
aritmie, ipertensione, tachipnea, broncodilatazione, nausea
e vomito. Effetti di tipo periferico possono interessare
l'apparato cardiovascolare con bradicardia e
vasodilatazione.
Le reazioni allergiche si manifestano di solito in soggetti
ipersensibili, ma vengono riferiti molti casi con assenza di
ipersensibilita' individuale all'anamnesi. Le manifestazioni
a carattere locale comprendono eruzioni cutanee di tipo
vario, orticaria, prurito; quelle a carattere generale
broncospasmo, edema laringeo fino al collasso
cardiorespiratorio da shock anafilattico.
Il vasocostrittore puo' determinare reazioni di vario tipo
soprattutto in soggetti con alterazioni a carico
dell'apparato cardiovascolare: ansia, sudorazione, ambascia
respiratoria, aritmie cardiache, ipertensione
(particolarmente grave nei soggetti gia' ipertesi e negli
ipertiroidei), cefalea acuta, fotofobia, dolore
retrosternale e faringeo, vomito.
Talora le reazioni allergiche sono dovute al metabisolfito
contenuto nelle preparazioni di anestetico associate con
adrenalina. Il rischio di allergia e' maggiore nei pazienti
asmatici o in quelli atopici, ma non asmatici.
Interazioni con farmaci
Si e' gia' detto dell'associazione di questo gruppo di
anestetici con i farmaci vasocostrittori.
Non sono note eventuali interazioni con altri farmaci.
Occorre pero' usare cautela nei soggetti trattati con
inibitori delle monoaminossidasi o con antidepressivi
triciclici.
Precauzioni
In caso di pazienti in trattamento con inibitori delle
monoaminossidasi o con antidepressivi triciclici il medico,
prima dell'uso di anestetici locali, deve accertarsi dello
stato delle condizioni circolatorie dei soggetti da
trattare. E' importante evitare qualsiasi sovraddosaggio di
anestetico e non somministrare mai due dosi massime di
quest'ultimo senza che sia trascorso un intervallo minimo di
24 ore. E' necessario comunque usare le dosi e le
concentrazioni piu' basse che possano consentire di ottenere
l'effetto ricercato.
E' opportuno avere sempre a disposizione l'equipaggiamento,
i farmaci e il personale idonei al trattamento di emergenza
poiche', in casi rari, sono state riferite reazioni gravi,
talora ad esito infausto, anche in assenza di
ipersensibilita' individuale all'anamnesi.
Non somministrare in caso di gravidanza accertata o
presunta.
Informazioni per il paziente
Il paziente non deve assolutamente toccare o sfregarsi
l'occhio fino al termine dell'effetto anestetico, per
evitare eventuali danni a carico di cornea e congiuntiva.
Posologia e modalita' di somministrazione
Relativamente alle tecniche di anestesia loco-regionale e'
necessario consultare testi specializzati.
La dose da somministrare e' variabile in relazione al tipo
di anestesia richiesta e al farmaco utilizzato.
La posologia totale deve essere corretta in relazione alle
condizioni generali, all'eta' ed ai dati anamnestici di
rilievo del paziente.
Le soluzioni contenenti anestetici locali devono essere
iniettate lentamente e con frequenti aspirazioni.
Particolare attenzione deve essere adottata in caso di
infezione o infiammazione della sede di iniezione.
Se si verifica sovraddosaggio occorre interrompere la
somministrazione al primo segno di allarme, porre il
paziente in posizione orizzontale ed assicurarne la
pervieta' delle vie aeree, somministrandogli ossigeno in
caso di dispnea grave o effettuando la ventilazione
artificiale.
L'uso di analettici bulbari deve essere evitato per non
aggravare la situazione aumentando il consumo di ossigeno.
Eventuali convulsioni possono essere controllate con l'uso
di diazepam in dose di 10-20 mg per via endovenosa. Il
circolo puo' essere sostenuto con l'uso di steroidi in dosi
appropriate per via endovenosa; possono essere aggiunte
soluzioni diluite di alfa-beta stimolanti ad azione
vasocostrittrice (mefentermina, metaraminolo, ecc.) o di
solfato di atropina. Come antiacidosico puo' essere
impiegato il bicarbonato di sodio in concentrazione mirata
per via endovenosa.
BUPIVACAINA
La bupivacaina e' un anestetico locale, di tipo amidico, a
lunga durata di azione. L'infiltrazione e' leggermente
dolorosa e talora il farmaco e' associato alla mepivacaina
per aumentare l'azione anestetica.
Farmacocinetica
L'inizio dell'azione anestetica si verifica entro 5 minuti
dall'iniezione. La durata dell'azione anestetica e' in media
di 2-4 ore (senza vasocostrittore) e di 3-7 ore (con
vasocostrittore). Il farmaco e' metabolizzato a livello
epatico ed escreto prevalentemente per via renale, sia in
forma libera che come metabolita.
Forme farmaceutiche e posologia
Preparazioni iniettabili. In caso di anestesia da
infiltrazione si consiglia l'uso delle soluzioni allo 0,25%.
In caso di blocco della conduzione nervosa periferica e'
consigliato l'uso delle soluzioni allo 0,25% e 0,50%. In
caso di iniezione retrobulbare e' consigliato l'impiego
della soluzione allo o,5% o meglio, se disponibile, allo
0,75%. La dose di sicurezza, sia negli adulti che nei
bambini, e' pari a 2 mg/kg di peso corporeo.
Conservare a temperatura ambiente e al riparo dalla luce.
Specialita'
Bupiforan (Bieffe Medital) PREPARAZIONE INIETTABILE:
Bupivacaina cloridrato 0,25 e 0,50%
Marcaina (Pierrel) PREPARAZIONE INIETTABILE: Bupivacaina
cloridrato 0,25 e 0,50%.
Bupiforan con adrenalina (Bieffe Medital) PREPARAZIONE
INIETTABILE: Bupivacaina cloridrato 0,25 e 0,50% +
adrenalina 1:200000.
Marcaina (Pierrel) PREPARAZIONE INIETTABILE: Bupivacaina
cloridrato 0,25 e 0,50% + adrenalina 1:200000.
LIDOCAINA
La lidocaina e' un anestetico locale caratterizzata da un
breve periodo di latenza e una buona attivita' anestetica
profonda e di superficie. Data la lunga durata
dell'analgesia, fino a circa 40-60 minuti, in caso di
anestesia per infiltrazione, e data la considerevole
efficacia ischemica, questo preparato produce un effetto
sicuro e permette una buona visione del campo operatorio.
Farmacocinetica
In caso di anestesia da infiltrazione l'effetto inizia entro
2-5 minuti e dura circa 30-50 minuti; in associazione con
adrenalina puo' durare fino a 4-5 ore. Il farmaco si
distribuisce nei fluidi e nei tessuti dell'organismo e la
sua emivita e' di circa 2 ore. Metabolizzata a livello
epatico, viene escreta in prevalenza per via renale, sia
come tale che sotto forma di metabolita.
Forme farmaceutiche e posologia
Preparazioni iniettabili. In caso di anestesia da
infiltrazione devono essere utilizzate le soluzioni allo
0,5% o all'1%. Se si vuole ottenere il blocco della
conduzione nervosa, si consiglia l'impiego delle soluzioni
all'1% o all'1,5%. In caso di iniezione retrobulbare
utilizzare la soluzione al 4%. La quantita' di soluzione da
iniettare e' variabile, ma il dosaggio massimo non deve
superare i 6 mg/kg in assenza di adrenalina e i 7,5 mg/kg
nei preparati associati con adrenalina.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Lidocaina cloridrato (Bio-industria) PREPARAZIONE
INIETTABILE: Lidocaina cloridrato 2%.
Lidocaina cloridrato (Collalto) PREPARAZIONE INIETTABILE:
Lidocaina cloridrato 1% e 2%.
Lidocaina cloridrato (Monico) PREPARAZIONE INIETTABILE:
Lidocaina cloridrato 1% e 2%.
Lidocaina cloridrato (Salf) PREPARAZIONE INIETTABILE:
Lidocaina cloridrato.
Lidocaina cloridrato Ogna (Ogna) PREPARAZIONE INIETTABILE:
Lidocaina cloridrato 1% e 2%.
Lidrian (Bieffe Medital) PREPARAZIONE INIETTABILE: Lidocaina
cloridrato 2%. Flacone da 50 ml.
Xylocaina 2% (Astra Simes) PREPARAZIONE INIETTABILE:
Lidocaina cloridrato 2%.
Lidocaina cloridrato + Noradrenalina bitartrato Fn
(Formulario Nazionale) PREPARAZIONE INIETTABILE: Lidocaina
cloridrato 1% e 2% + adrenalina 1:200000.
MEPIVACAINA
La mepivacaina e' un anestetico locale, di tipo amidico, a
lunga durata di azione. E' simile come struttura alla
lidocaina con il vantaggio pero' di avere un effetto piu'
lungo. E' consigliata nei soggetti che non tollerano
l'adrenalina.
Farmacocinetica
L'effetto anestetico inizia 3-5 minuti dopo l'iniezione e la
durata media dell'azione senza adrenalina e' pari a 2 ore;
in associazione con adrenalina la durata media di azione e'
di 2-4 ore. Il picco ematico viene raggiunto in media dopo
30 minuti (senza vasocostrittore) e dopo 60-90 minuti (con
vasocostrittore). L'emivita e' di circa 2 ore; il farmaco e'
metabolizzato a livello epatico e viene escreto in
prevalenza per via renale, sia come tale che come metabolita.
Forme farmaceutiche e posologia
Preparazioni iniettabili. In caso di anestesia da
infiltrazione si consiglia l'impiego delle soluzioni all'1%.
Quando si voglia ottenere il blocco della conduzione nervosa
periferica possono essere impiegate le soluzioni all'1%,
1,5% e 2%. La dose massima nell'adulto sano, non pretrattato
con sedativi, in singola somministrazione o in piu'
somministrazioni ripetute in un tempo inferiore a 90 minuti
e' di 7 mg/kg senza mai superare i 550 mg. Conservare a
temperatura compresa fra 15 e 30 gradi centigradi.
Specialita'
Carbocaina (Astra Simes) PREPARAZIONE INIETTABILE:
Mepivacaina cloridrato 1% e 2%.
Mepiforan (Bieffe Medital) PREPARAZIONE INIETTABILE:
Mepivacaina cloridrato 1% e 2%.
Carbocaina con adrenalina (Astra Simes) PREPARAZIONE
INIETTABILE: Mepivacaina cloridrato 1% e 2% + adrenalina
1:200000.
Mepiforan con adrenalina (Bieffe Medital) PREPARAZIONE
INIETTABILE: Mepivacaina cloridrato 1% e 2% + adrenalina
1:200000.
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all'indice generale.
Indice
Introduzione
Fluorochinoloni
Norfloxacina
Ofloxacina
Aminoglucosidi
Gentamicina
Tobramicina
Micronomicina
Amikacina
Neomicina
Netilmicina
Cloramfenicolo
Tetracicline
Clortetraciclina
Tetraciclina
Ampicillina
Sulfonamidi
Sulfacetamide
Ossitetraciclina + Cloramfenicolo +
Sulfacetamide
Sulfacetamide + Zincosolfofenato +
Nafazolina + Lidocaina
Trimetroprim + Polimixina B
Cloramfenicolo + Colistina +
Tetracicline
Cloramfenicolo + Tetraciclina
Kanamicina + Polimixina B
Bekanamicina + Tetrizolina
Neomicina + Gramicidina
Tetraciclina + Sulfametiltiazolo
Xantopterina + Retinolo + Ergocalciferolo
+ Riboflavina + Pantotenato di calcio + Tocoferolo +
Cloramfenicolo
Bacitracina + Polimixina B
Cloramfenicolo + Neomicina
Introduzione
La maggior parte delle infezioni del segmento anteriore
dell'occhio guarisce spontaneamente nel giro di pochi
giorni. Questa relativa benignita' della patologia infettiva
corneo-congiuntivale rende per lo piu' superfluo e
antieconomico il tentare di individuare l'agente patogeno
responsabile e stabilirne la sensibilita' agli antibiotici.
Molto spesso infatti e' sufficiente l'accurato e frequente
lavaggio del sacco congiuntivale, eventualmente seguito
dalla somministrazione di un collirio antisettico e
astringente.
Gli antibiotici sono sostanze chimiche ottenute da
microorganismi che hanno la capacita' di inibire la crescita
o di provocare la morte di batteri e di altri microrganismi.
Il meccanismo di azione e' variabile da antibiotico ad
antibiotico: alcuni inibiscono la sintesi della parete
batterica, altri interferiscono con la sintesi proteica e
con i processi di moltiplicazione, altri ancora provocano
un'alterazione della permeabilita' della membrana batterica.
In generale gli antibiotici possono essere suddivisi in due
grandi gruppi: antibiotici battericidi (che uccidono i
microrganismi) e antibiotici batteriostatici (che inibiscono
la moltiplicazione dei batteri).
Quando si decide di intraprendere una terapia antibiotica
locale, essa puo' essere scelta in modo empirico, tenendo
pero' conto di alcuni concetti di massima.
In questi casi e' preferibile utilizzare quegli antibiotici
che, essendo tossici e quindi poco usati per via generale,
hanno invece, per uso topico, un'ottima tollerabilita' e un
ampio spettro di azione. Questo modo di procedere comporta
vantaggi sia per la collettivita', perche' il loro uso non
genera resistenza verso altri antibiotici, sia per
l'individuo, perche' permette di usare antibiotici verso i
quali raramente si hanno fenomeni di resistenza. Inoltre
l'associazione di antibiotici deve essere attuata in modo
corretto, per evitare l'instaurarsi di resistenze
batteriche. Essa permette di ottenere un piu' largo spettro
di azione e soprattutto un effetto di sinergismo,
particolarmente utile nelle infezioni miste.
I farmaci antiinfettivi sono abitualmente applicati
topicamente in forma di colliri o pomate per trattare le
infezioni del segmento anteriore e degli annessi. Nelle
infezioni gravi i colliri vengono somministrati ogni 30-60
minuti mentre in quelle piu' lievi la somministrazione di
pomate e colliri puo' avvenire con minore frequenza. Le
pomate producono un effetto piu' prolungato rispetto ai
colliri ma hanno lo svantaggio di interferire con la visione
se somministrate durante il giorno.
Anche se la maggior parte delle infezioni oculari possono
essere trattate con successo con la sola terapia topica, nei
casi piu' gravi (ulcere corneali e infezioni intraoculari
anteriori) alcuni autori consigliano di effettuare anche
iniezioni sottocongiuntivali con lo scopo di ottenere
concentrazioni terapeutiche nel segmento anteriore
dell'occhio. In casi particolari puo' essere necessario
instaurare una terapia per via sistemica e, in caso di gravi
infezioni vitreali, gli antibiotici possono essere
somministrati anche per iniezione intravitreale.
La maggior parte delle infezioni batteriche della
congiuntiva e degli annessi sono causate dallo Stafilococco
aureo, dallo Streptococco pneumoniae, dall'Haemophilus
influenzae e dallo Stafilococco pyogenes. I farmaci
antibatterici di solito non sono in grado di eradicare i
microrganismi responsabili di blefariti batteriche croniche:
in questi casi possono essere utili lavaggi con uno shampoo
neutro per bambini opportunamente diluito. Le congiuntiviti
batteriche hanno comunque di solito un decorso di breve
durata senza sequele ma, in ogni caso, la terapia
antibatterica puo' accorciarne la durata.
I batteri piu' frequentemente isolati dalle ulcere corneali
sono lo Stafilococco, lo Pseudomonas e lo Streptococco
pneumoniae. Le endoftalmiti batteriche postoperatorie sono
di solito prodotte da stafilococchi penicillino-resistenti,
dallo Streptococco pneumoniae e da alcuni microrganismi
Gram-negativi come lo Pseudomonas, l'Escherichia Coli e il
Proteus.
Gli antibiotici usati in oftalmologia per via topica
verranno suddivisi in base alla loro classe di appartenenza.
Un capitolo a parte verra' dedicato ai colliri "rinforzati".
I fluorochinoloni sono derivati da un chemioterapico di
sintesi, l'acido nalidixico, sintetizzato nel 1962 come
antimalarico per le forme clorochino-resistenti. I chinoloni
fluorurati costituiscono la terza generazione di questa
famiglia e attualmente sono rappresentati da un folto gruppo
di molecole fra cui la ofloxacina e la norfloxacina
commercializzate in Italia per uso topico oculare.
Questi farmaci si contraddistinguono per uno spettro
antibatterico piuttosto ampio, che comprende sia i batteri
Gram-negativi (compreso lo Pseudomonas aeruginosa) che
Gram-positivi. Questo spettro include la maggior parte dei
microrganismi che sono probabilmente coinvolti nelle
infezioni dell'occhio e dei suoi annessi.
I fluorochinoloni hanno inoltre la caratteristica di non
indurre resistenza plasmidica, un tipo di resistenza
alquanto frequente e che si diffonde rapidamente nelle
popolazioni batteriche. Essa consente infatti il
trasferimento orizzontale della resistenza, cioe' il
trasferimento di elementi genetici batterici da una cellula
batterica ad un'altra, anche se di specie diversa.
Il verificarsi di una resistenza ai fluorochinoloni dovuta a
mutazione spontanea e' un evento raro (range 10-9 - 10-12).
In genere non si verifica resistenza crociata con agenti
antibatterici non correlati strutturalmente.
Meccanismo di azione
L'atomo di fluoro in posizione 6 fornisce un aumento di
potenza contro i microrganismi Gram-negativi e l'anello
piperazinico in posizione 7 e' responsabile dell'attivita'
anti-Pseudomonas.
I fluorochinoloni inibiscono la sintesi batterica del DNA e
sono battericidi. In particolare sono state dimostrate 3
diverse azioni di questo gruppo di antibiotici: 1)
inibizione delle reazioni di superavvolgimento del DNA
ATP-dipendente, catalizzate dalla DNA-girasi; 2) inibizione
della distensione del DNA superavvolto; 3) induzione della
rottura del doppio filamento del DNA.
Indicazioni
I fluorochinoloni sono indicati nel trattamento delle
infezioni superficiali dell'occhio e dei suoi annessi,
causate da batteri patogeni sensibili a questo gruppo di
farmaci.
Controindicazioni
I fluorochinoloni sono controindicati nei pazienti con
ipersensibilita' nota verso qualsiasi componente della
formulazione o verso qualsiasi agente antibatterico
correlato chimicamente ai chinoloni.
Non somministrare nei portatori di lenti a contatto.
Effetti indesiderati
Gli effetti collaterali piu' frequentemente segnalati sono
il bruciore e/o il dolore acuto dopo l'instillazione. Altri
effetti collaterali farmaco-correlati, riportati raramente,
sono iperemia congiuntivale, chemosi, fotofobia e una
sensazione di gusto amaro dopo la somministrazione topica.
Raramente sono state segnalate reazioni generali come
torpore, nausea, vertigini e cefalea. Tuttavia, poiche' una
piccola quantita' di farmaco puo' essere assorbita per via
sistemica dopo somministrazione topica, potrebbero apparire
altri effetti indesiderati riportati nell'uso sistemico.
Interazioni con altri farmaci
Per l'impiego previsto non sono note interazioni con altri
farmaci.
Precauzioni
Non utilizzare per iniezioni o uso intraoculare.
Non essendoci adeguati studi clinici in donne in gravidanza
e durante l'allattamento, e poiche' l'uso sistemico di
chinolonici ha causato artropatia in animali immaturi, se ne
sconsiglia l'uso in questi periodi.
Come con qualsiasi altro antibiotico, l'uso prolungato puo'
causare uno sviluppo di microrganismi non sensibili. In
questo caso e' opportuno interrompere l'uso e sostituire la
terapia con altra piu' adeguata.
Non ci sono dati disponibili sul sovradosaggio.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Utilizzare il collirio entro 30 giorni
dall'apertura.
Puo' insorgere bruciore dopo l'instillazione.
I fluorochinoloni non interferiscono sulla capacita' di
guidare e sull'uso di macchine.
Non utilizzare in portatori di lenti a contatto.
NORFLOXACINA
La norfloxacina e' un fluorochinolone sintetico, agente
antibatterico a largo spettro, con attivita' contro
microrganismi aerobi Gram-positivi e Gram-negativi, incluso
lo Pseudomonas aeruginosa gentamicino-resistente.
Farmacocinetica
Nel liquido lacrimale e nell'umore acqueo dell'occhio di
coniglio non e' stato notato nessun accumulo del farmaco
dopo instillazione di norfloxacina allo 0,3%. Le
concentrazioni di norfloxacina nell'umore acqueo sono
risultate piu' elevate dopo instillazione del farmaco allo
0,3% in occhi di conigli privi di epitelio corneale che in
quelli in cui l'epitelio corneale era intatto.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. La dose abituale e' pari a 1-2 gocce di
norfloxacina nell'occhio affetto per 4 volte al giorno. A
seconda della gravita' dell'infezione, il dosaggio per i
primi giorni di terapia puo' essere 1-2 gocce ogni due ore
durante il giorno.
Conservare a temperatura ambiente (10-30 gradi centigradi).
Specialita'
Noroxin (Merck Sharp & Dohme) COLLIRIO: Norfloxacina 0,3%.
OFLOXACINA
L'ofloxacina e' un antibiotico sintetico ad ampio spettro
appartenente alla famiglia dei fluorochinoloni. Esso e'
attivo nei confronti di un gran numero di batteri
Gram-positivi e Gram-negativi, inclusi stafilococchi,
streptococchi, enterobatteri, Pseudomonas aeruginosa,
Haemophilus influenzae, N. gonorrhoeae e Clamidia tracomatis.
Farmacocinetica
Le penetrazione attraverso la cornea integra e' molto
ridotta. In caso di lesioni epiteliali o di infiammazione a
livello del segmento anteriore le concentrazioni di
ofloxacina rilevate nell'umore acqueo sono risultate
maggiori.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. La posologia consigliata e' pari a 1-2
gocce 4-6 volte al giorno.
Pomata. Applicare 1 cm di pomata nel fornice
congiuntivale 3-4 volte al giorno.
Il trattamento deve essere limitato al periodo necessario
per ottenere la guarigione clinica.
Conservare a temperatura ambiente (10-30 gradi centigradi).
Specialita'
Exocin (Allergan) COLLIRIO: Ofloxacina 0,3% POMATA:
Ofloxacina 0,3%.
Gli antibiotici aminoglucosidici formano un gruppo di
antibiotici ormai abbastanza numeroso, caratterizzato da una
struttura chimica costituita da diversi aminozuccheri uniti
molto spesso con un legame glucosidico ad un aglicone
aminociclitolo. Essi posseggono proprieta' fisico-chimiche
similari, quali notevole idrosolubilita', carattere basico,
massima attivita' a pH alcalino, spettro di azione alquanto
vasto, comprendente molti batteri Gram-negativi, diversi
Gram-positivi, specialmente stafilococchi sia
coagulasi-positivi che negativi, anche se dotati di spiccata
antibiotico resistenza, micobatteri, ma non spirochete,
streptococchi, clamidie, micoplasmi e tutti i batteri
anaerobi.
Meccanismo di azione
Gli aminoglucosidi esplicano la loro azione antibatterica
con meccanismi, se si esclude la streptomicina, alquanto
simili: legandosi alla subunita' 30S, sono infatti inibitori
della sintesi proteica. La loro proprieta' piu' importante
e' la natura policationica, che e' la principale
responsabile del meccanismo di penetrazione nella cellula e
dell'interazione con i ribosomi batterici. Il legame delle
molecole aminoglucosidiche con la subunita' ribosomiale e'
irreversibile, per cui si avra' il blocco permanente del
funzionamento del ribosoma, con produzione di proteine
anomale e conseguente attivita' battericida.
Riguardo ai meccanismi di resistenza nei batteri
Gram-negativi essi sono dovuti a impermeabilita' della
cellula batterica a tutte le molecole aminoglucosidiche (5%
dei casi), e/o a meccanismi di inattivazione enzimatica di
origine plasmidiale. La resistenza nei Gram-positivi sarebbe
invece essenzialmente dovuta alla produzione di enzimi
inattivanti di origine plasmidiale.
Indicazioni
Gli aminoglucosidi sono indicati nel trattamento topico
delle infezioni esterne dell'occhio e dei suoi annessi
causate da batteri sensibili. Tali infezioni comprendono
congiuntivite, cheratite e cheratocongiuntivite, ulcere
corneali, blefarite e blefarocongiuntivite, meibomianite
acuta e dacriocistite. Utilizzabili anche nella profilassi
pre e post-operatorie negli interventi sul segmento
anteriore.
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai componenti la formulazione.
Effetti indesiderati
In rari casi e' stata segnalata transitoria irritazione
oculare associata a bruciore, arrossamento e sensazione di
corpo estraneo. In caso di trattamento di lunga durata puo'
insorgere una cheratite puntata superficiale. Reazioni da
ipersensibilita' si verificano in circa il 4% dei pazienti
trattati: in questi casi possono comparire prurito e
gonfiore della rima palpebrale ed eritema congiuntivale. In
alcuni pazienti trattati con gentamicina e' stata
riscontrata l'insorgenza di una congiuntivite
pseudomembranosa.
Interazioni con altri farmaci
E' stata osservata in vitro l'inattivazione della
gentamicina da parte della carbenicillina. Incompatibilita'
e' stata osservata anche con l'eparina. Il tyloxapol,
contenuto nelle formulazioni a base di tobramicina, e'
incompatibile con la tetraciclina.
Altre interazioni o incompatibilita' non sono note.
Precauzioni
I preparati in collirio non devono essere usati per
iniezione o per infiltrazione sottocongiuntivale ne'
introdotti in camera anteriore.
Nelle donne in stato di gravidanza questi farmaci devono
essere somministrati nei casi di effettiva necessita', sotto
il diretto controllo del medico.
L'uso specie se prolungato potrebbe provocare lo sviluppo di
microrganismi non sensibili; se cio' dovesse verificarsi o
non si notasse miglioramento clinico in un ragionevole
periodo di tempo, sospendere l'uso del preparato e
instaurare una terapia adeguata.
Puo' verificarsi allergia crociata con altri farmaci dello
stesso gruppo Nel caso in cui la somministrazione topica di
aminoglucosidi si accompagni a trattamento sistemico con
antibiotici dello stesso gruppo, deve essere attentamente
controllata la concentrazione serica totale.
L'impiego delle formulazioni in pomata puo' ritardare la
cicatrizzazione delle ferite.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Gli aminoglicosidi non alterano lo stato di
vigilanza mentale.
Il collirio non deve essere usato oltre 30 giorni dopo la
prima apertura del contenitore.
GENTAMICINA
La gentamicina e' un antibiotico aminoglicosidico ad
attivita' antibatterica attiva in vitro a basse
concentrazioni su una vasta gamma di germi patogeni
Gram-positivi e Gram-negativi incluso lo Pseudomonas
Aeruginosa. La gentamicina e' anche attiva su Salmonella sp.,
Shigella sp. e Neisseria gonorrhoeae.
Farmacocinetica
Esperienze condotte sul coniglio hanno dimostrato che la
gentamicina penetra nell'umore acqueo sia dell'occhio
normale che di quello infiammato. Gocce oculari al 3% di
gentamicina somministrate a dosi variabili hanno dato
concentrazioni di farmaco nell'umore acqueo comprese fra 0,1
e 4 mcg/ml.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce di gentamicina ogni 4
ore. Nelle infezioni gravi la dose puo' essere aumentata
fino a 2 gocce ogni ora.
Pomata. Applicare 0,5 cm di pomata nel sacco
congiuntivale 3-4 volte nel corso della giornata.
Conservare a temperatura ambiente (10-30 gradi centigradi).
Specialita'
Gentalyn Oftalmico (Schering-Plough) COLLIRIO: Gentamicina
solfato 0,5%.
Gentibioptal (Farmila) COLLIRIO: Gentamicina solfato 0,3%
POMATA: Gentamicina solfato 0,3%.
Genticol (Sifi) COLLIRIO: Gentamicina solfato 0,3% POMATA:
Gentamicina solfato 0,3%.
Ribomicin (Farmigea) COLLIRIO: Gentamicina solfato 0,3%
POMATA: Gentamicina solfato 0,3%.
TOBRAMICINA
La tobramicina e' un antibiotico aminoglicosidico, isolato
da un complesso prodotto dallo Streptomyces tenebrarius,
attivo su una vasta gamma di patogeni oculari Gram-positivi
e Gram-negativi, in modo particolare sullo Pseudomonas
aeruginosa e su Staphylococcus aureus. Lo spettro
antimicrobico della tobramicina e' paragonabile a quello
della gentamicina, comunque essa ha rivelato una migliore
attivita' in vitro e in vivo, in particolare contro lo
Pseudomonas e, inoltre, presenta un effetto nefrotossico
inferiore rispetto ad altri antibiotici aminoglicosidi.
Farmacocinetica
Studi sulla penetrazione della tobramicina a livello oculare
dopo somministrazione topica nel coniglio, hanno evidenziato
che la concentrazione massima di tobramicina nella cornea si
rileva dopo 0,5 ore dalla somministrazione e dopo 1,5-2,5
ore nell'umore acqueo.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare nel sacco congiuntivale 2 gocce
per 4 volte al giorno nelle forme acute e 3 volte al giorno
in quelle croniche.
Pomata. Applicare 1 cm di pomata nel sacco
congiuntivale da 2 a 4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Tobral (Alcon) COLLIRIO: Tobramicina 0,3% POMATA:
Tobramicina 0,3%.
MICRONOMICINA
La micronomicina appartiene al gruppo degli antibiotici
aminoglicosidici ed ha uno spettro antibatterico
paragonabile a quello della gentamicina con una maggiore
attivita' nei confronti di alcuni germi Gram-positivi.
Farmacocinetica
La diffusibilita' della micronomicina attraverso le membrane
oculari e' elevata e tale da determinare livelli di
antibiotico sufficienti per un controllo delle infezioni
oculari anche profonde. L'assorbimento sistemico dopo
somministrazione topica non costituisce un problema clinico.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1 goccia di collirio nell'occhio
affetto ogni 4 ore. In caso di infezioni gravi il dosaggio
puo' essere aumentato ad 1 goccia ogni ora.
Pomata. Applicare 1 cm di pomata 1 volta al giorno
prima di coricarsi.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Sagamicina (Allergan) COLLIRIO: Micronomicina solfato 0,3%
POMATA: Micronomicina solfato 0,3%.
AMIKACINA
L'amikacina ha una struttura chimica molto simile alla
gentamicina ed e' attiva, fra l'altro, su ceppi di
Pseudomonas aeruginosa, Serratia, Klebsiella, Proteus,
Enterobacter e coliformi resistenti ad altri aminoglicosidi.
Farmacocinetica
Dopo somministrazione locale l'amikacina penetra nell'umore
acqueo sia dell'occhio normale che di quello infiammato.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce per 3-4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente (10-30 gradi centigradi).
Specialita'
Sifamic (Sifi) COLLIRIO: Amikacina solfato 0,5%.
NEOMICINA
La neomicina ha uno spettro antibatterico simile a quello
della streptomicina e della kanamicina. Sono sensibili a
questo antibiotico, fra gli altri, anche lo Staphylococcus
aureus, il Mycobacterium tuberculosis e i colibacilli. Non
sono invece sensibili lo Pseudomonas aeruginosa, gli
streptococchi e i batteri anaerobi.
Farmacocinetica
La penetrazione intraoculare di questo farmaco e' molto
scarsa per cui e' indicato essenzialmente in caso di
infezioni oculari superficiali.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce ogni 4 ore.
Pomata. 1 o piu' applicazioni durante il giorno ma
preferibilmente prima di coricarsi.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Minims di neomicina solfato (Smith & Nephew) COLLIRIO
MONODOSE: Neomicina solfato 0,5%.
Neomic S (Formulario Nazionale) COLLIRIO: Neomicina solfato
0,5% POMATA: Neomicina solfato 0,5%.
NETILMICINA
La netilmicina e' un antibiotico aminoglucosidico ad ampio
spettro di azione attiva contro la maggior parte dei ceppi
resistenti ad altri aminoglicosidi, in quanto non e'
soggetta ad inattivazione da parte degli enzimi batterici
inattivanti quali gli enzimi fosforilanti e adenilanti.
Contro i batteri produttori di enzimi acetilanti la
netilmicina ha invece un'attivita' variabile.
Farmacocinetica
Il farmaco penetra abbastanza attraverso la barriera
corneale. L'assorbimento sistemico in seguito ad
instillazione topica e' invece scarso.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce 3-4 volte al giorno.
Il dosaggio puo' essere aumentato in caso di infezioni
gravi.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Nettacin collirio (Sifi) COLLIRIO: Netilmicina solfato 0,3%.
Il cloramfenicolo e' un antibiotico batteriostatico con
ampio spettro antibatterico, comprendente batteri
Gram-positivi e Gram-negativi, micoplasmi, rickettsie e
clamidie. Anche se alcune specie batteriche sviluppano una
resistenza moderata e progressiva, il cloramfenicolo resta
un antibiotico efficace nel trattamento delle infezioni
oculari.
Meccanismo di azione
Il cloramfenicolo e' un potente inibitore della sintesi
proteica ed ha scarsa azione su altre funzioni metaboliche.
Esso agisce sulla unita' 50S dei ribosomi batterici ed
interferisce spiccatamente con l'incorporazione di
aminoacidi nei peptidi che vanno formandosi bloccando
l'azione delle peptidiltransferasi.
Indicazioni
Forme infettive del segmento anteriore sostenute da batteri
sensibili: congiuntiviti, cheratiti, ulcere corneali,
cherato-ipopion. Profilassi pre e post operatoria e
infezioni delle vie lacrimali.
Controindicazioni
Controindicato nei pazienti ipersensibili al cloramfenicolo.
Effetti indesiderati
In alcuni pazienti si possono occasionalmente avere reazioni
di sensibilizzazione, come bruciore, edema angioneurotico,
orticaria, dermatite vescicolare e maculopapulare. In alcuni
casi si e' verificata depigmentazione palpebrale. E' stato
segnalato un caso di ipoplasia del midollo osseo dopo uso
prolungato di una soluzione oftalmica a base di
cloramfenicolo.
Interazioni con altri farmaci
Per l'uso previsto non sono note interazioni negative con
altri farmaci.
Nelle forme piu' gravi puo' essere utilmente impiegato in
associazione con altri farmaci batteriostatici.
Precauzioni
E' sconsigliabile l'impiego di questo farmaco durante la
gravidanza e l'allattamento.
Il prodotto, se accidentalmente ingerito o se impiegato per
lunghi periodi a dosi eccessive, puo' determinare fenomeni
tossici. Deve quindi essere tenuto lontano dalla portata dei
bambini.
Come con qualsiasi altro antibiotico, l'uso prolungato puo'
causare uno sviluppo di microrganismi non sensibili. In
questo caso e' opportuno interrompere l'uso e sostituire la
terapia con altra piu' adeguata.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi.
Non interferisce con la guida di autoveicoli e con l'uso di
macchine che richiedono attenzione.
Occasionalmente si possono avere dei bruciori momentanei
dopo l'instillazione.
Dopo apertura della confezione utilizzare entro 15 giorni.
Farmacocinetica
Il cloramfenicolo e' dotato di ottima penetrabilita' oculare
dopo somministrazione topica. L'instillazione ripetuta per
30 minuti di una soluzione 0,5% fornisce una concentrazione
a livello dell'umor acqueo pari a 7 mcg/ml che persiste per
circa 4-5 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce di collirio fino a 5-6
volte al giorno.
Pomata. Applicare 0,5-1 cm di pomata nel fornice
congiuntivale per 3-4 volte al giorno.
Conservare a temperatura inferiore ai 15 gradi centigradi.
Specialita'
Cloram (Formulario Nazionale) COLLIRIO: Cloramfenicolo 0,5%
POMATA: Cloramfenicolo 1%.
Minims Cloramfenicolo (Smith & Nephew) COLLIRIO MONODOSE:
Cloramfenicolo 0,5%.
Mycetin (Farmigea) COLLIRIO: Cloramfenicolo 0,25%.
Sificetina (Sifi) COLLIRIO: Cloramfenicolo 0,4% POMATA:
Cloramfenicolo 1%.
Vitamfenicolo (Allergan) COLLIRIO: Cloramfenicolo 1% POMATA:
Cloramfenicolo 1%.
Le tetracicline sono antibiotici a largo spettro,
particolarmente efficaci sugli agenti eziologici del tracoma
e della congiuntivite da inclusi. Questi antibiotici sono
attivi su germi Gram-positivi e Gram-negativi, rickettsiae,
cocchi, actinomiceti, micobatteri ed in genere i protozoi,
specie le spirochete, l'entamebe ed i tricomonadi.
In vitro l'azione esercitata, essenzialmente batteriostatica,
diviene battericida a concentrazioni elevate.
Meccanismo di azione
Le tetracicline sono inibitori della sintesi proteica.
Questa azione rappresenta il meccanismo con cui esse
esplicano la loro attivita' chemioterapica. Le tetracicline
inibiscono il legame dell'aminoacil-tRNA alle unita' 30S dei
ribosomi. La base della loro azione selettiva sui vari
microorganismi potrebbe essere costituita dalla differente
permeabilita' e concentrazione del farmaco da parte delle
cellule. Le cellule sensibili concentrano le tetracicline in
misura diverse volte superiore a quella in cui il farmaco si
trova nell'ambiente esterno.
La resistenza alle tetracicline sarebbe da attribuire
all'azione di plasmidi.
Indicazioni
Le tetracicline sono indicate per il trattamento delle
infezioni oculari sostenute da stafilococchi, pneumococchi,
Haemophilus influenzae, diplobacillo di Morax-Axenfeld,
bacillo di Morax-Axenfeld, bacillo di Friedlannder,
streptococchi, Aerobacter aerogenes, Proteus vulgaris,
Proteus morganii, Escherichia coli, Alcaligenes faecalis e
Pseudomonas pyocyanea. Rispondono a questi farmaci anche la
congiuntivite da inclusi, la congiuntivite follicolare e da
Herpes simplex.
Controindicazioni
Ipersensibilita' gia' nota alle tetracicline.
Effetti indesiderati
Occasionalmente possono comparire irritazione e senso di
bruciore dopo la somministrazione topica. Talora puo'
insorgere una cheratite puntata. Nei portatori di lenti a
contatto morbide la cornea puo' assumere una colorazione
giallo-marrone.
Interazioni con altri farmaci
Per l'uso previsto non sono note interazioni con altri
farmaci.
Precauzioni
L'uso prolungato di questi farmaci puo' dare origine a
fenomeni di sensibilizzazione. In questi casi e' opportuno
interrompere il trattamento ed adottare idonee misure
terapeutiche.
L'uso di antibiotici puo' dar luogo talvolta a
proliferazione di microrganismi non sensibili.
Nelle donne in stato di gravidanza le tetracicline vanno
somministrate solo nei casi di effettiva necessita', sotto
il diretto controllo del medico.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi.
Le tetracicline non interferiscono con la capacita' di
guidare o sull'uso di macchine.
CLORTETRACICLINA
Lo spettro di azione della clortetraciclina e'
sostanzialmente lo stesso di quello di tutti gli altri
componenti del gruppo delle tetracicline.
Farmacocinetica
Il passaggio intraoculare dopo somministrazione topica e'
pressoche' assente.
Forme farmaceutiche e posologia
Pomata. La clortetraciclina deve essere applicata
all'occhio infetto ogni 2 ore o piu' spesso a seconda delle
condizioni in atto e della risposta osservata. Le infezioni
gravi possono richiedere un trattamento della durata di
molti giorni mentre le infezioni di entita' piu' modesta
possono rispondere favorevolmente nel giro di 48 ore.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Aureomicina oftalmica (Cyanamid) POMATA: Clortetraciclina
cloridrato 1%.
TETRACICLINA
Lo spettro di azione della clortetraciclina e'
sostanzialmente lo stesso di quello di tutti gli altri
componenti del gruppo delle tetracicline.
Farmacocinetica
Dopo applicazione topica nel fornice congiuntivale
l'assorbimento e' molto scarso.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce da 3 a 6 volte al
giorno. Pomata. Applicare 0,5-1 cm di pomata nel
sacco congiuntivale da 2 a 4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Tetrabioptal (Farmila) COLLIRIO: Tetracilina 1% POMATA:
Tetraciclina 1%.
AMPICILLINA
L'ampicillina e' un antibiotico beta-lattamico, con ampio
spettro di azione, che differisce dalla penicillina G per un
maggiore spettro di azione sui batteri Gram-negativi (fra
cui E. coli, P. mirabilis, Hemophilus e Listeria). I farmaci
del gruppo delle penicilline possiedono un anello
beta-lattamico che e' essenziale al fine della attivita'
biologica delle molecole penicilliniche. Se l'anello
beta-lattamico viene rotto dalle beta-lattamasi batteriche (penicillinasi),
il prodotto che ne deriva, l'acido penicilloico, e'
sprovvisto di attivita' antibatterica.
Meccanismo di azione
L'attivita' antibatterica delle penicilline dipende dalla
presenza nei batteri di una parete che contiene
peptidoglicani. Le penicilline sono molto efficaci contro i
microrganiosmi in fase di moltiplicazione attiva e
interferiscono con la biosintesi della parete batterica
interferendo con lo sviluppo del peptidoglicano di parete.
Questi farmaci possono anche favorire l'autolisi della
cellula batterica alterando l'integrita' della parete
batterica.
La resistenza alle penicilline e' da mettere in relazione
alla produzione di beta-lattamasi batteriche che scindono
l'anello beta-lattamico del farmaco.
Indicazioni
L'ampicillina e' considerata un farmaco di seconda scelta da
utilizzare nel trattamento delle infezioni da germi
sensibili delle palpebre, dell'apparato lacrimale escretore,
della congiuntiva e della cornea.
Controindicazioni
Ipersensibilita' al farmaco o allergia crociata ai farmaci
del gruppo delle penicilline.
Effetti indesiderati
La possibilita' di insorgenza di reazioni allergiche
conseguenti all'uso di ampicillina e' piuttosto elevata
(3-10%).
Dopo impiego locale gli effetti collaterali piu' frequenti
sono: fenomeni di irritazione e di bruciore, reazioni
allergiche palpebrali, edema angioneurotico palpebrale.
Interazioni con altri farmaci
Esiste una incompatibilita' fisica fra gli aminoglicosidi e
l'ampicillina per cui questi due tipi di antibiotici non
devono essere somministrati contemporaneamente.
Precauzioni
L'uso prolungato di questi farmaci puo' dare origine a
fenomeni di sensibilizzazione. In questi casi e' opportuno
interrompere il trattamento ed adottare idonee misure
terapeutiche.
L'uso di antibiotici puo' dar luogo talvolta a
proliferazione di microrganismi non sensibili.
Nelle donne in stato di gravidanza le tetracicline vanno
somministrate solo nei casi di effettiva necessita', sotto
il diretto controllo del medico.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Non interferisce con la guida o con l'uso di
macchine.
In caso di insorgenza di effetti collaterali sospendere il
trattamento e avvertire immediatamente il medico.
Farmacocinetica
Dopo applicazione locale il passaggio in camera anteriore e'
molto scarso.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce per 3-4 volte al
giorno nel sacco congiuntivale.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Ampilux (Allergan) COLLIRIO: Ampicillina 0,8%.
Le sulfonamidi sono farmaci derivati dall'acido
paraaminobenzoico (PABA). Sono agenti batteriostatici con un
ampio spettro di attivita' interessante sia i batteri
Gram-positivi che Gram-negativi. Fra gli organismi sensibili
troviamo lo Streptococco piogenes, lo Streptococco
pneumoniae, l'Haemophilus influenzae, il Corynebacterium, la
Nocardia, Actinomyces e Clamidia trachomatis.
Meccanismo di azione
Le sulfonamidi sono analoghi strutturali e antagonisti
competitivi dell'acido paraaminobenzoico. Pertanto tali
agenti interferiscono con la normale utilizzazione del PABA
per la sintesi dell'acido folico da parte dei batteri. I
microrganismi resistenti sono in grado di sintetizzare acido
folico indipendentemente dalla presenza del PABA.
Indicazioni
Le sulfonamidi sono farmaci di seconda scelta indicati nel
trattamento di congiuntiviti, ulcere corneali e infezioni
oculari superficiali (incluso la blefarite stafilococcica).
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai sulfamidici.
Non somministrare in caso di infezioni purulente in quanto
il PABA presente nell'essudato puo' inattivare le
sulfonamidi.
Le sulfonamidi sono controindicate anche nella cheratite
epiteliale da Herpes simplex e nelle altre infezioni virali
di cornea e congiuntiva. Inoltre non devono essere
somministrate in caso di infezioni fungine o da micobatteri
delle strutture oculari.
Effetti indesiderati
L'impiego di questi farmaci per uso topico puo' indurre
reazioni da ipersensibilita' in circa il 5% dei pazienti.
Tale tipo di reazioni si manifestano con bruciore, iperemia
ed edema palpebrale e sono reversibili in seguito a
sospensione del farmaco. Talora possono insorgere
annebbiamento visivo, mal di testa e sensazione di corpo
estraneo.
In rarissime circostanze possono insorgere sindrome di
Stevens-Johnson, dermatite esfoliativa, necrolisi epidermica
tossica, febbre, rush cutanei e depressione del midollo
osseo.
Interazioni con altri farmaci
Il trattamento con sulfonamidi e' incompatibile con
l'impiego di preparazioni contenenti argento.
Precauzioni
In gravidanza, durante l'allattamento e nei bambini in eta'
infantile le sulfonamidi devono essere somministrate solo in
caso di assoluta necessita'. L'uso di antibiotici per lunghi
periodi di tempo puo' favorire la crescita di funghi o
batteri resistenti con conseguente rischio di infezione
secondaria. Usare con cautela in pazienti con sindrome da
occhio secco.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Se si verificano effetti collaterali o se,
dopo 7 giorni di terapia, non si ottiene alcun
miglioramento, consultare immediatamente il medico. In
alcuni casi puo' verificarsi bruciore dopo l'instillazione.
SULFACETAMIDE
La sulfacetamide e' l'unico sulfamidico commercializzato in
Italia senza essere associato ad altri principi attivi.
Farmacocinetica
I dati riscontrabili in letteratura sono al proposito
molto scarsi. Si ritiene comunque che la sulfacetamide sia
in grado di attraversare la barriera corneale e di passare
in camera anteriore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce nell'occhio affetto
ogni 4-6 ore.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Minims Sulfacetamide (Smith + Nephew) COLLIRIO:
Sulfacetamide sodica 10%.
Prontamid (SIT) COLLIRIO: Sulfacetamide sodica 30 %.
Sulfac S (Formulario Nazionale) COLLIRIO: Sulfacetamide
sodica 10% POMATA: Sulfacetamide sodica 10%.
Antibiotici in associazione
OSSITETRACICLINA + CLORAMFENICOLO
+ SULFACETAMIDE
L'ossitetraciclina cloridrato, antibiotico proveniente dallo
Streptomyces rimosus, e' un potente batteriostatico di
provata attivita' clinica verso molti Gram-positivi,
Gram-negativi, rickettsie, spirochete, grossi virus e alcuni
protozoi.
Il cloramfenicolo, antibiotico proveniente dallo
Streptomices venezuelae, presenta un ampio spettro di
azione. In particolare sono molto sensibili la maggior parte
dei cocchi, bacilli e bacteroides, con particolare riguardo
per tutti quelli Gram-negativi, le rickettsie, le clamidiae,
i grossi virus e i protozoi.
La sulfacetamide sodica esplica effetti batteriostatici sia
sui Gram-positivi, che sui Gram-negativi fra cui le
Neisseriae.
Meccanismo di azione
L'ossitetraciclina cloridrato inibisce la sintesi proteica
dei batteri, interferendo con l'attacco degli aminoacidi
attivati dall'RNA-transfer ed a questo legati con i
poliribosomi.
Il cloramfenicolo agisce sulle unita' ribosomiali 50 S,
alterando l'attacco dell'RNA transfer e la polimerizzazione
degli aminoacidi in polipeptidi. La sulfacetamide sodica
compete con l'acido p-aminobenzoico per la sintesi
dell'acido folico.
Indicazioni
Infezioni da germi Gram-positivi e Gram-negativi in caso di
blefariti, congiuntiviti, infezioni corneali, tracoma.
Controindicazioni
Questa associazione e' controindicata in caso di infezioni
fungine e in caso di ipersensibilita' ad uno o piu'
componenti del prodotto.
Effetti indesiderati
In alcuni soggetti possono manifestarsi fenomeni di
irritazione o di sensibilizzazione (orticaria, dermatite
vescicolare, edema maculare) e bruciore dopo la
somministrazione.
Interazioni con altri farmaci
E' necessario tenere presente che i sulfamidici sono
inattivati dall'acido p-aminobenzoico presente negli
essudati purulenti.
Precauzioni
Se interviene una sovrainfezione da microorganismi non
sensibili, compresi i funghi, o se dopo 7-10 giorni di
trattamento non si osservano risultati apprezzabili e'
opportuno interrompere il trattamento ed instaurare una
terapia adeguata.
Il prodotto deve essere usato per brevi periodi in quanto
sono stati descritti alcuni casi di ipoplasia midollare in
seguito ad utilizzo topico prolungato di cloramfenicolo.
In stato di gravidanza e nella primissima infanzia questa
associazione deve essere usata solo in caso di assoluta
necessita'.
Non sono noti casi di sovradosaggio.
Informazioni per il paziente
Il prodotto non interferisce con la capacita' di guidare o
con l'uso di macchine.
Farmacocinetica
I componenti l'associazione possono essere riscontrati
nell'umore acqueo dopo somministrazione topica. I livelli
raggiunti nel sangue e nelle urine sono invece
insignificanti.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce per 3-4 volte al
giorno.
Pomata. Applicare nel fornice congiuntivale 0,5 cm di
pomata per 2-3 volte nel corso della giornata.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Chemyterral (SIT) COLLIRIO: Ossitetraciclina cloridrato 1% +
cloramfenicolo 1% + sulfacetamide sodica 1%.
Cosmiciclina (Intes) POMATA: Ossitetraciclina cloridrato 1%
+ cloramfenicolo 1% + sulfacetamide sodica 10%.
SULFACETAMIDE + ZINCO
SOLFOFENATO + NAFAZOLINA + LIDOCAINA
Questa associazione, contenendo sulfacetamide, e' utile
nella prevenzione e nella cura di infezioni superficiali da
germi Gram-negativi e Gram-positivi. La presenza di un
astringente (zinco) e di un vasocostrittore (nafazolina)
riduce lo stato infiammatorio locale.
La lidocaina ha un effetto anestetico locale.
Meccanismo di azione
Vedere monografie dei singoli principi attivi.
Indicazioni
Trattamento di congiuntiviti semplici di medio-bassa
gravita'.
Controindicazioni
Ipersensibilita' individuale accertata ai componenti la
formulazione.
Effetti indesiderati
Non sono stati segnalati effetti secondari conseguenti alla
somministrazione del prodotto.
Interazioni con altri farmaci
Non sono note interazioni medicamentose e incompatibilita'
con altri farmaci.
Precauzioni
Nelle donne in gravidanza accertata o presunta e durante il
periodo dell'allattamento il prodotto va somministrato nei
casi di effettiva necessita'.
Dato lo scarso assorbimento sistemico, gli effetti del
sovradosaggio sono estremamente rari ad eccezione dei casi
di ingestione accidentale.
Se compaiono fenomeni di sensibilizzazione interrompere il
trattamento ed instaurare una terapia idonea.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Non somministrare per oltre 7 giorni
consecutivi senza consultare il medico. Non sono noti
effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchine.
Farmacocinetica
I sulfamidici penetrano scarsamente attraverso la cornea. La
penetrazione in camera anteriore della lidocaina e del
solfofenato di zinco e' praticamente nulla, mentre la
nafazolina cloridrato puo' raggiungere livelli sistemici
significativi solo in caso di sovradosaggio o di ingestione
del prodotto.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce 2-3 volte al giorno
nel fornice congiuntivale inferiore.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Antisettico Astringente Sedativo (Bruschettini) COLLIRIO:
Sulfacetamide sodica 3% + zinco solfofenato 0,5% + lidocaina
clridrato 0,75% + nafazolina cloridrato 0,005%.
TRIMETROPRIM + POLIMIXINA B
Diversi studi hanno dimostrato, in vitro, un effetto
sinergico del trimetoprim con la polimixina B contro vari
microrganismi. In particolare il trimetoprim e' attivo
contro un ampio spettro di patogeni Gram-positivi e
Gram-negativi mentre la polimixina B e' attiva contro un
largo numero di patogeni Gram-negativi, compreso lo
Pseudomonas. Questa associazione non e' invece attiva nelle
infezioni da Neisseria gonorrhoeae.
Meccanismo di azione
Il trimetoprim e' un potente inibitore della diidrofolato
reduttasi batterica che agisce inibendo la conversione
dell'acido diidrofolico in acido tetraidrofolico, bloccando
cosi' la sintesi del DNA nei batteri.
La polimixina B si lega alla membrana della cellula
batterica compromettendo cosi' la barriera osmotica che
questa struttura normalmente assicura.
Indicazioni
Questa associazione e' indicata nel trattamento delle
infezioni batteriche dell'occhio e degli annessi: cheratite,
ulcere corneali, blefariti, congiuntiviti e dacriocistite
cronica. Puo' inoltre essere somministrata per prevenire
infezioni, prima e dopo interventi chirurgici, compresi
quelli per estrazione di corpi estranei.
Controindicazioni
L'associazione trimetoprim + polimixina B e' controindicata
nei pazienti con ipersensibilita' nota ad uno dei suoi
componenti o a sostanze che possano provocare
sensibilizzazione crociata.
Effetti indesiderati
Talora si puo' verificare bruciore e irritazione dopo l'instillazione.
Interazioni con altri farmaci
Per l'uso previsto non sono note interazioni con altri
medicamenti.
Precauzioni
L'uso, specie se prolungato, puo' dare luogo a fenomeni di
sensibilizzazione. In questo caso il trattamento deve essere
interrotto. Inoltre l'uso prolungato puo' favorire lo
sviluppo di microrganismi non sensibili, compresi i miceti.
Durante la gravidanza e l'allattamento somministrare solo in
caso di assoluta necessita'.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. In caso di insorgenza di effetti collaterali
marcati avvertire immediatamente il medico.
Questa associazione non interferisce sulla capacita' di
guidare e sull'uso di macchine.
Il prodotto non va piu' usato dopo un mese dall'apertura del
contenitore.
Farmacocinetica
Non sono presenti in letteratura dati relativi alla
farmacocinetica di questa associazione.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. La dose normalmente consigliata e' pari ad
1 goccia nell'occhio infetto 4 volte al giorno, ma possono
rendersi necessarie somministrazioni piu' frequenti, a
seconda della gravita' della malattia. Il trattamento deve
proseguire almeno fino a 2 giorni dopo la scomparsa di segni
e sintomi.
Conservare a temperatura inferiore a 25 gradi centigradi e
al riparo dalla luce.
Specialita'
Polytrim (Wellcome) COLLIRIO: Trimetroprim 0,1% + polimixina
B solfato 10.000 U/ml.
CLORAMFENICOLO + COLISTINA +
TETRACICLINE
Il cloramfenicolo e' un antibiotico batteriostatico ad ampio
spettro attivo su germi Gram-positivi e Gram-negativi,
micoplasmi, rickettsie e clamidie. Le tetracicline sono
antibiotici batteriostatici che hanno un ampio spettro di
azione comprendente batteri Gram-negativi, clamidie,
micoplasmi, rickettsie e amebe.
La colistina metansulfonato e' un antibiotico isolato dal
Bacillus polymixa, essenzialmente battericida e attivo sulla
maggior parte dei batteri Gram-negativi, compresi
Pseudomonas e Haemophilus.
Meccanismo di azione
Il cloramfenicolo agisce inibendo la sintesi proteica a
livello delle subunita' 50S ribosomiali. Alcune specie
batteriche sviluppano una resistenza moderata e progressiva,
solo raramente crociata.
Le tetracicline agiscono inibendo la sintesi batterica a
livello dei ribosomi batterici. La resistenza batterica si
sviluppa lentamente o progressivamente. La colistina
metansulfonato agisce legandosi alla membrana delle cellule
batteriche alterandone le proprieta' osmotiche. Solo
sperimentalmente si possono ottenere ceppi resistenti che
non dimostrano resistenza crociata con antibiotici a largo
spettro, verso i quali la colistina svolge spesso azione
sinergica.
Indicazioni
Congiuntiviti acute, catarrali, purulente e da bacillo di
Morax-Axenfeld. Blefariti ulcerose e blefarocongiuntiviti.
Ulcere corneali settiche, cheratiti ulcerose,
cherato-ipopion e cheratite dendritica. Infezioni delle vie
lacrimali.
Controindicazioni
Questa associazione e' controindicata in pazienti che
presentino ipersensibilita' a qualsiasi componente la
formulazione.
Effetti indesiderati
Occasionalmente si possono avere irritazioni passeggere. Le
reazioni secondarie sono rare e comunque di lieve entita'.
In alcuni pazienti si possono verificare anche reazioni di
sensibilizzazione, come bruciore, edema angioneurotico,
orticaria e dermatite.
Interazioni con altri farmaci
Per l'uso previsto non sono conosciute interazioni con altri
farmaci.
Precauzioni
Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima
infanzia il prodotto va somministrato solo nei casi di
effettiva necessita'.
Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio.
L'uso prolungato di antibiotici topici puo' condurre alla
crescita di microorganismi non sensibili agli stessi. Se
cio' dovesse verificarsi o si sviluppasse irritazione o
sensibilizzazione a qualsiasi componente del prodotto o se
non si notasse un miglioramento clinico, in un ragionevole
periodo di tempo, l'uso del preparato deve essere sospeso e
deve essere instaurata una terapia adeguata.
Sono stati descritti rari casi di ipoplasia midollare dopo
uso topico prolungato di cloramfenicolo per cui il prodotto
deve essere utilizzato per brevi periodi di tempo.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Una volta aperta la confezione il collirio
deve essere utilizzato entro 10 giorni.
Il trattamento con questa associazione non interferisce con
l'uso o la guida di macchine.
Farmacocinetica
Il cloramfenicolo diffonde rapidamente nei tessuti oculari
per il suo elevato coefficiente di solubilita' lipidi/acqua.
La penetrazione intraoculare della tetraciclina e' scarsa.
L'assorbimento della colistina dopo somministrazione topica
e' scarso; in caso di infiammazione dei tessuti oculari si
ottengono invece nell'acqueo livelli terapeutici efficaci.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce di collirio
nell'occhio affetto 3-4 volte al giorno.
Pomata. Applicare 0,5 cm di pomata nel sacco
congiuntivale inferiore per 3-4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Colbiocin collirio (Sifi) COLLIRIO: Rolitetraciclina 0,5% +
cloramfenicolo 0,4% + colistina metansulfonato 180000
U.I./ml.
Colbiocin pomata (Sifi) POMATA: Tetraciclina 0,5% +
cloramfenicolo 1% + colistina metansulfonato 180000 U.I./g.
CLORAMFENICOLO +
TETRACICLINE
Il cloramfenicolo e' un antibiotico batteriostatico ad ampio
spettro attivo su germi Gram-positivi e Gram-negativi,
micoplasmi, rickettsie e clamidie.
Le tetracicline sono antibiotici batteriostatici che hanno
un ampio spettro di azione comprendente batteri
Gram-negativi, clamidie, micoplasmi, rickettsie e amebe.
Meccanismo di azione
Il cloramfenicolo agisce inibendo la sintesi proteica a
livello delle subunita' 50S ribosomiali. Alcune specie
batteriche sviluppano una resistenza moderata e progressiva,
solo raramente crociata.
Le tetracicline agiscono inibendo la sintesi batterica a
livello dei ribosomi batterici. La resistenza batterica si
sviluppa lentamente o progressivamente.
Indicazioni
Congiuntiviti acute, catarrali, purulente e da bacillo di
Morax-Axenfeld. Blefariti ulcerose e blefarocongiuntiviti.
Ulcere corneali settiche, cheratiti ulcerose,
cherato-ipopion e cheratite dendritica. Infezioni delle vie
lacrimali. Coadiuvante nella cura delle infezioni da virus.
Controindicazioni
Questa associazione e' controindicata in pazienti che
presentino ipersensibilita' a qualsiasi componente la
formulazione.
Effetti indesiderati
Occasionalmente si possono avere irritazioni passeggere. Le
reazioni secondarie sono rare e comunque di lieve entita'.
In alcuni pazienti si possono verificare anche reazioni di
sensibilizzazione, come bruciore, edema angioneurotico,
orticaria e dermatite.
Interazioni con altri farmaci
Per l'uso previsto non sono conosciute interazioni con altri
farmaci.
Precauzioni
Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima
infanzia il prodotto va somministrato solo nei casi di
effettiva necessita'.
Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio.
L'uso prolungato di antibiotici topici puo' condurre alla
crescita di microorganismi non sensibili agli stessi. Se
cio' dovesse verificarsi o si sviluppasse irritazione o
sensibilizzazione a qualsiasi componente del prodotto o se
non si notasse un miglioramento clinico, in un ragionevole
periodo di tempo, l'uso del preparato deve essere sospeso e
deve essere instaurata una terapia adeguata.
Sono stati descritti rari casi di ipoplasia midollare dopo
uso topico prolungato di cloramfenicolo per cui il prodotto
deve essere utilizzato per brevi periodi di tempo.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Una volta aperta la confezione il collirio
deve essere utilizzato entro 10 giorni.
Il trattamento con questa associazione non interferisce con
l'uso o la guida di autoveicoli.
Farmacocinetica
Il cloramfenicolo diffonde rapidamente nei tessuti oculari
per il suo elevato coefficiente di solubilita' lipidi/acqua.
La penetrazione intraoculare delle tetracicline e' scarsa.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce di collirio
nell'occhio affetto da 4 a 8 volte al giorno.
Pomata. Applicare 0,5 cm di pomata nel sacco
congiuntivale inferiore per 4-8 volte al giorno. La pomata
contiene anche pantotenato di calcio che e' un sale
dell'acido pantotenico utilizzato dall'organismo per la
sintesi di coenzima A. Tale sostanza accelera
l'accrescimento cellulare e dopo applicazione topica la
cicatrizzazione di ulcere corneali di varia natura.
Conservare al fresco e al riparo dalla luce.
Specialita'
Vitecaf collirio (Sifi) COLLIRIO: Rolitetraciclina 0,55% +
cloramfenicolo 0,4%.
Vitecaf pomata (Sifi) COLLIRIO: Tetraciclina 0,5% +
cloramfenicolo 1% + pantotenato di calcio 1,5%.
KANAMICINA + POLIMIXINA B
La kanamicina e' un antibiotico aminoglucosidico con spettro
di azione alquanto vasto, comprendente molti batteri
Gram-negativi, diversi Gram-positivi, specialmente
stafilococchi sia coagulasi-positivi che negativi,
micobatteri e Proteus. Pseudomonas e streptococchi sono
generalmente resistenti.
La polimixina B e' un polipeptide basico attivo
elettivamente verso i germi Gram-negativi.
Meccanismo di azione
Gli aminoglucosidi esplicano la loro azione antibatterica
con meccanismi, se si esclude la streptomicina, alquanto
simili: legandosi alla subunita' 30S, sono infatti inibitori
della sintesi proteica.
La polimixina B si lega alla membrana della cellula
batterica compromettendo cosi' la barriera osmotica che
questa struttura normalmente assicura.
Indicazioni
Infezioni dell'occhio e degli annessi sostenute da germi
sensibili. Profilassi pre- e post-operatoria e dopo
estrazione di corpi estranei corneali.
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai componenti la formulazione.
Effetti indesiderati
In rari casi e' stata segnalata transitoria irritazione
oculare associata a bruciore, arrossamento e sensazione di
corpo estraneo. In caso di trattamento di lunga durata puo'
insorgere una cheratite puntata superficiale. Reazioni da
ipersensibilita' si verificano raramente: in questi casi
possono comparire prurito e gonfiore della rima palpebrale
ed eritema congiuntivale.
Interazioni con altri farmaci
Per l'uso previsto non sono note incompatibilita' con altri
farmaci.
Precauzioni
I preparati in collirio non devono essere usati per
iniezione o per infiltrazione sottocongiuntivale ne'
introdotti in camera anteriore.
Nelle donne in stato di gravidanza questi farmaci devono
essere somministrati nei casi di effettiva necessita', sotto
il diretto controllo del medico.
L'uso specie se prolungato potrebbe provocare lo sviluppo di
microrganismi non sensibili; se cio' dovesse verificarsi o
non si notasse miglioramento clinico in un ragionevole
periodo di tempo, sospendere l'uso del preparato e
instaurare una terapia adeguata.
Puo' verificarsi allergia crociata con altri farmaci dello
stesso gruppo.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Il prodotto non interferisce con l'uso o la
guida di macchine.
Il collirio non deve essere usato oltre 30 giorni dopo la
prima apertura del contenitore.
Farmacocinetica
Gli aminoglicosidi penetrano nell'umore acqueo sia
dell'occhio normale che di quello infiammato.
La polimixina B penetra scarsamente all'interno delle
strutture oculari.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce di collirio ogni 4
ore. Nelle infezioni gravi la dose puo' essere aumentata
fino a 2 gocce ogni ora.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Roseomix (Farmigea) COLLIRIO: Kanamicina solfato 1,5% +
polimixina B solfato 15000 UI/ml.
BEKANAMICINA + TETRIZOLINA
La bekanamicina e' un antibiotico ad ampio spettro di azione
appartenente alla famiglia degli aminoglicosidi.
La tetrizolina e' un'amina simpaticomimetica con azione
vasocostrittrice.
Meccanismo di azione
La bekanamicina interferisce con la sintesi delle proteine
batteriche a livello dei ribosomi.
La tetrizolina e' un vasocostrittore che agisce stimolando i
recettori alfa dei vasi sanguigni.
Indicazioni
Infezioni degli annessi e del segmento anteriore dell'occhio
sostenute da germi Gram-positivi e Gram-negativi.
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai componenti la formulazione.
Glaucoma ad angolo stretto.
Effetti indesiderati
In rari casi e' stata segnalata transitoria irritazione
oculare associata a bruciore, lacrimazione, arrossamento e
sensazione di corpo estraneo. In caso di trattamento di
lunga durata puo' insorgere una cheratite puntata
superficiale. Reazioni da ipersensibilita' si verificano
raramente: in questi casi possono comparire prurito e
gonfiore della rima palpebrale ed eritema congiuntivale.
La tetrizolina puo' indurre midriasi con possibilita' di
causare un glaucoma da chiusura d'angolo in pazienti
predisposti.
Interazioni con altri farmaci
Per l'uso previsto non sono note incompatibilita' con altri
farmaci.
Precauzioni
Nelle donne in stato di gravidanza e nella prima infanzia
questi farmaci devono essere somministrati nei casi di
effettiva necessita', sotto il diretto controllo del medico.
L'uso specie se prolungato potrebbe provocare lo sviluppo di
microrganismi non sensibili; se cio' dovesse verificarsi o
non si notasse miglioramento clinico in un ragionevole
periodo di tempo, sospendere l'uso del preparato e
instaurare una terapia adeguata.
Puo' verificarsi allergia crociata con altri farmaci dello
stesso gruppo. Somministrare con cautela a pazienti con
ipertensione arteriosa.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi.
Il prodotto puo' causare una lieve midriasi con conseguente
possibilita' di annebbiamento visivo.
Il collirio non deve essere usato oltre 30 giorni dopo la
prima apertura del contenitore.
Farmacocinetica
Gli aminoglicosidi penetrano nell'umore acqueo sia
dell'occhio normale che di quello infiammato.
La tetrizolina penetra nell'umore acqueo e puo'
determinare contrazione del muscolo dilatatore dell'iride. I
livelli sistemici del farmaco sono irrilevanti tranne che in
caso di sovradosaggio.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce di collirio 3-4 volte al
giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Visumicina (Merck Sharp & Dohme) COLLIRIO: Bekanamicina
solfato 2% + tetrizolina cloridrato 0,5%.
NEOMICINA + GRAMICIDINA
La neomicina e' un antibiotico aminoglicosidico basico
costituito da una miscela di antibiotici fra i quali il piu'
attivo risulta la neomicina B. Ha un ampio spettro
antibatterico sia in vitro che in vivo: infatti e' attiva su
batteri Gram-positivi (anche resistenti ad altri
antibiotici), su molti Gram-negativi, micobatteri ed
entamebe.
La gramicidina e' un antibiotico prodotto dal Bacillus
brevis che esercita la sua azione battericida
prevalentemente su cocchi e su bacilli Gram-positivi.
Meccanismo di azione
L'azione battericida della neomicina si attua per inibizione
della sintesi proteica, in seguito ad interazione con le
subunita' ribosomiali 30S. La resistenza batterica si
sviluppa raramente, specie dopo somministrazione locale,
attraverso meccanismi cromosomici ed extracromosomici.
La gramicidina agisce aumentando la permeabilita' della
membrana batterica ai cationi inorganici, attraverso la
formazione di una serie di canali a livello dello strato
lipidico della membrana stessa. Presenta un indice di
sensibilizzazione quasi nullo e praticamente inesistente e'
la formazione di ceppi resistenti.
Indicazioni
Congiuntiviti acute, subacute e croniche. Cheratiti,
cheratocongiuntiviti, episcleriti. Blefariti, orzaioli e
dacriocistiti. Coaudiuvante nella cura del tracoma (azione
sulla flora batterica sovrapposta).
Controindicazioni
Ipersensibilita' a qualunque componente del prodotto.
Effetti indesiderati
La neomicina puo' sensibilizzare la cute e si possono
verificare reazioni allergiche crociate con altri
aminoglicosidi.
In alcuni casi si possono verificare bruciore e irritazione
dopo la somministrazione.
Interazioni con altri farmaci
Non sono note interazioni con altri farmaci.
Precauzioni
Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima
infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva
necessita'.
Nei casi in cui compaiano fenomeni di sensibilizzazione o
sviluppo di microorganismi non sensibili o non si abbiano
risultati apprezzabili entro un tempo ragionevole, il
trattamento deve essere interrotto al fine di istituire una
terapia adeguata.
Non sono mai stati segnalati casi di sovradosaggio.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Non esistono effetti sulla guida e sull'uso
di macchine.
Farmacocinetica
La neomicina somministrata per via topica penetra
scarsamente attraverso la barriera corneale.
La gramicidina e' molto tossica se somministrata per via
sistemica, mentre se applicata localmente e' priva di
tossicita', dal momento che non viene assorbita.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce di collirio nel
fornice congiuntivale per 3 o piu' volte al giorno.
Pomata. Applicare 0,5-1 cm di pomata nel fornice
congiuntivale per 3-4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
TETRACICLINA +
SULFAMETILTIAZOLO
La tetraciclina e' un antibiotico ad ampio spettro,
particolarmente efficace sugli agenti etiologici del tracoma
e della congiuntivite da inclusi.
Il sulfametiltiazolo e' un sulfamidico avente ampia
attivita' antibatterica su microorganismi Gram-positivi e
Gram-negativi e sulla Chlamidia trachomatis. L'associazione
con la tetraciclina potenzia l'attivita' antibatterica del
sulfametiltiazolo, senza influire sulla sua tollerabilita'
che risulta ottima.
Meccanismo di azione
La tetraciclina ha un'azione essenzialmente batteriostatica
e il suo sito di azione e' costituito dal ribosoma
batterico: essa si lega infatti alla frazione 30S dei
ribosomi, inibendo la sintesi proteica.
Il sulfametiltiazolo e' un agente batteriostatico che agisce
attraverso un meccanismo di tipo competitivo con l'acido
para-aminobenzoico (PABA), necessario, nei batteri, per la
sintesi dell'acido folico.
Indicazioni
Tutte le infezioni sostenute da germi sensibili alla
tetraciclina e al sulfametiltiazolo come la congiuntivite
gonococcica, catarrale, acuta, subacuta e da bacillo di
Morax-Axenfeld. Ulcere corneali settiche, dacriocistiti,
blefariti ulcerose o impetiginoidi.
Questa associazione puo' essere utile anche come
coaudiuvante nella cura del tracoma e nella profilassi pre-
e post-operatoria.
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai componenti della formulazione.
Effetti indesiderati
In rare circostanze sono state segnalate manifestazioni
allergiche.
Interazioni con altri farmaci
E' necessario tenere presente che i sulfamidici sono
inattivati dall'acido para-aminobenzoico presente negli
essudati purulenti.
Il prodotto e' incompatibile con le preparazioni contenenti
argento.
Precauzioni
Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima
infanzia il prodotto deve essere somministrato solo in caso
di assoluta necessita'.
L'uso prolungato di antibiotici puo' condurre alla crescita
di microorganismi non sensibili agli stessi. Se cio' dovesse
verificarsi, o si sviluppasse irritazione o
sensibilizzazione a qualsiasi componente della formulazione,
l'uso del preparato deve essere interrotto e deve essere
iniziata una terapia adeguata.
Informazioni per il paziente
Non interferisce con l'uso o la guida di macchine.
Farmacocinetica
Dopo applicazione topica nel fornice congiuntivale
l'assorbimento oculare delle tetracicline e' molto scarso.
Il sulfametiltiazolo e' in grado di penetrare in camera
anteriore senza raggiungere pero' livelli terapeuticamente
efficaci.
Forme farmaceutiche e posologia
Pomata. Applicare 0,5-1 cm di pomata nel sacco congiuntivale
da 2 a 4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Pensulvit (Sifi) POMATA: Tetraciclina + Sulfametotiazolo.
XANTOPTERINA + RETINOLO +
ERGOCALGIFEROLO + RIBOFLAVINA + PANTOTENATO DI CALCIO +
TOCOFEROLO + CLORAMFENICOLO
Questa associazione e' costituita da un gruppo di
medicamenti atti a favorire i processi di cicatrizzazione e
rigenerazione epiteliale. In aggiunta a questi e' presente
il cloramfenicolo, di grande utilita' sia per prevenire che
per curare processi infettivi che possono facilmente
insorgere quando nell'occhio esistano soluzioni di
continuita'.
Meccanismo di azione
La xantopterina e' dotata di spiccata capacita' rigenerante
nei riguardi degli elementi cellulari (della cornea in
particolare) e pertanto in grado di accelerare i processi di
cicatrizzazione dei tessuti oculari.
Il retinolo esercita un'efficace azione epitelio-protettiva
ed e' utile in particolare negli stati carenziali di
vitamina A.
Anche l'ergocalciferolo e' una vitamina che favorisce, in
dosi opportune, la riepitelizzazione e la cicatrizzazione.
La riboflavina e' in grado di accelerare i processi di
guarigione delle ferite della cornea stimolando la
proliferazione cellulare. Il pantotenato di calcio ha
un'azione simile a quella della riboflavina.
Il tocoferolo e' una vitamina dotata di spiccate proprieta'
stabilizzanti, soprattutto nei confronti del retinolo.
Il cloramfenicolo e' un antibiotico ad ampio spettro di
azione che agisce inibendo la sintesi proteica.
Indicazioni
Ferite corneali traumatiche e chirurgiche. Lesioni
ulcerative post-traumatiche della cornea. Ulcere corneali
(nelle forme torpide), cheratiti erpetiche e da altri virus.
Controindicazioni
Questa associazione e' controindicata in pazienti che
presentino ipersensibilizzazione a qualsiasi componente
della formulazione. Effetti indesiderati
Occasionalmente si possono avere irritazioni passeggere.
Alcuni pazienti possono anche presentare reazioni di
sensibilizzazione, come bruciore, edema angioneurotico,
orticaria, dermatite.
Interazioni con altri farmaci
Per l'uso previsto non sono note interazioni.
Precauzioni
Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima
infanzia somministrare solo in casi di effettiva necessita'.
L'uso prolungato di antibiotici topici puo' condurre alla
crescita di microorganismi non sensibili agli stessi. Se
cio' dovesse verificarsi, o si sviluppasse irritazione o
sensibilizzazione o, in un ragionevole periodo di tempo, non
si notasse un miglioramento clinico, l'uso del preparato
deve essere interrotto e deve essere instaurata una terapia
adeguata.
Sono stati descritti rari casi di ipoplasia midollare a
seguito di impiego protratto di cloramfenicolo per uso
topico. Per questa ragione il prodotto deve essere usato per
brevi periodi di tempo.
Informazioni per il paziente
Non interferisce con l'uso o con la guida di macchine.
Farmacocinetica
Non sono noti i dati relativi alla rarmacocinetica dei vari
principi attivi contenuti nel preparato.
Il cloramfenicolo diffonde rapidamente nei tessuti oculari
per il suo elevato coefficiente di solubilita' lipidi/acqua.
Forme farmaceutiche e posologia
Pomata. Applicare 0,5-1 cm di pomata nel fornice
congiuntivale inferiore da 2 a 4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
BACITRACINA + POLIMIXINA B
La bacitracina e' costituita da una mescolanza di
polipeptidi a struttura ciclica, fra loro correlati, ma
principalmente dalla bacitracina A. Questo antibiotico e'
attivo soprattutto contro bacilli e cocchi Gram-positivi,
incluso gli streptococci emolitici.
La polimixina B e' attiva essenzialmente contro i bacilli
Gram-negativi ed in particolare contro Pseudomonas
Aeruginosa e Hemophilus influenzae.
Meccanismo di azione
La bacitracina interferisce con la sintesi della parete
batterica inibendo la rigenerazione dei recettori
fosfolipidici coinvolti nella sintesi dei peptidoglicani di
membrana.
La polimixina B aumenta la permeabilita' della parete
cellulare batterica interagendo con i componenti
fosfolipidici della membrana.
Indicazioni
Questa associazione e' indicata per il trattamento delle
infezioni oculari superficiali causate da microrganismi
suscettibili. Controindicazioni
Non somministrare ad individui con sensibilita' accertata ai
componenti la formulazione.
Effetti indesiderati
In alcuni casi si puo' verificare bruciore dopo la
somministrazione.
Interazioni con altri farmaci
Non sono note interazioni con altri farmaci.
Precauzioni
Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima
infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva
necessita'.
Nei casi in cui compaiano fenomeni di sensibilizzazione o
sviluppo di microorganismi non sensibili o non si abbiano
risultati apprezzabili entro un tempo ragionevole, il
trattamento deve essere interrotto al fine di istituire una
terapia adeguata.
Come nel caso degli altri medicamenti disponibili sotto
forma di pomata oftalmica, puo' essere riscontrato un
ritardo dei processi di riepitelizzazione della cornea.
Informazioni per il paziente
Chiudere accuratamente la pomata dopo l'uso.
Dopo la somministrazione e' riscontabile un appannamento
della visione di breve durata.
Farmacocinetica
La penetrazione intraoculare di entranmbi i farmaci e' molto
scarsa. Non sono stati segnalati livelli ematici
significativi dopo somministrazione di questa associazione.
Forme farmaceutiche e posologia
Pomata. Applicare 0,5-1 cm di pomata nel fornice
congiuntivale per 3-4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Bacitr/polim (Formulario Nazionale) POMATA: Tubo da 5 g.
CLORAMFENICOLO + NEOMICINA
Il cloramfenicolo e' un antibiotico ad ampio spettro isolato
dallo Streptomyces venezuelae. Tale farmaco dovrebbe essere
usato solo nelle forme infettive non suscettibili ad altri
medicamenti in quanto puo' causare ipoplasia midollare in
soggetti suscettibili.
La neomicina e' considerata attiva contro un ampio spettro
di microrganismi Gram-negativi e Gram-positivi, incluso
diversi ceppi di Proteus, Klebsiella, Staphylococcus Aureus,
Escherichia coli e Haemophilus influenzae.
Meccanismo di azione
Il cloramfenicolo e' essenzialmente batteriostatico ed
agisce inibendo la sintesi proteica a livello ribosomiale.
La neomicina esplica un'azione antibatterica legandosi alla
subunita' 30S ribosomiale ed inibendo la sintesi proteica.
Indicazioni
Farmaco di seconda scelta da utilizzare in caso di infezioni
del segmento anteriore causate da germi suscettibili ai
componenti di questa associazione.
Controindicazioni
Ipersensibilita' a qualunque componente del prodotto.
Effetti indesiderati
La neomicina puo' sensibilizzare la cute e si possono
verificare reazioni allergiche crociate con altri
aminoglicosidi.
Sono stati segnalati alcuni casi di discrasie ematiche
(ipoplasia midollare) in seguito all'uso topico di
cloramfenicolo.
In alcuni casi si possono verificare bruciore e irritazione
dopo la somministrazione.
Interazioni con altri farmaci
Non sono note interazioni con altri farmaci.
Precauzioni
Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima
infanzia il prodotto va somministrato solo nei casi di
effettiva necessita'.
Nei casi in cui compaiano fenomeni di sensibilizzazione o
sviluppo di microorganismi non sensibili o non si abbiano
risultati apprezzabili entro un tempo ragionevole, il
trattamento deve essere interrotto al fine di istituire una
terapia adeguata.
Non sono mai stati segnalati casi di sovradosaggio.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Non esistono effetti sulla guida e sull'uso
di macchine.
Farmacocinetica
La neomicina somministrata per via topica penetra
scarsamente attraverso la barriera corneale.
E' stato dimostrato che il cloramfenicolo e' in grado di
superare la barriera corneale e che, dopo somministrazione
topica, puo' essere presente nell'umore acqueo.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Questa associazione e' commercializzata in
Italia sotto forma di collirio. Somministrare 1-2 gocce per
3-4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente ed al riparo da fonti
luminose.
Specialita'
Antibioptal (Farmila) COLLIRIO: Cloramfenicolo + Neomicina.
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Indice
Introduzione
Miotici ad azione diretta
Pilocarpina
Aceclidina
Carbacolo
Miotici ad azione indiretta
Beta-bloccanti
Befunololo
Betaxololo
Carteololo
Levobunololo
Metipranololo
Timololo
Timololo + Pilocarpina
Agenti simpaticomimetici
Epinefrina
Dipivefrina
Clonidina
Epinefrina + Pilocarpina
Inibitori dell'anidrasi carbonica
Acetazolamide
Diclorofenamide
Altri farmaci antiglaucoma
Dapiprazolo
Guanetidina
Introduzione
Il principale obiettivo della terapia del glaucoma e' la
riduzione della pressione intraoculare in modo da prevenire
i danni alle fibre del nervo ottico. I farmaci utilizzati in
tale tipo di trattamento possono agire fondamentalmente in
tre modi: diminuendo la resistenza alla fuoriuscita di umor
acqueo, riducendo la produzione di umor acqueo e abbassando
transitoriamente il volume dei liquidi intraoculari.
Il piu' comune tipo di glaucoma e' il glaucoma primario ad
angolo aperto in cui il deflusso dell'umor acqueo e'
ostacolato da alterazioni a carico del trabecolato
sclero-corneale o del canale di Schlemm. In questi casi la
terapia farmacologica e' il trattamento di elezione, mentre
l'intervento chirurgico e' di solito riservato a quei
pazienti con danno progressivo del campo visivo, nonostante
la terapia medicamentosa.
Il glaucoma primario ad angolo chiuso insorge invece
acutamente quando la pressione in camera posteriore spinge
l'iride periferica contro l'angolo di filtrazione del
liquido, impedendo la fuoriuscita dell'umor acqueo e
determinando un notevole aumento della pressione in camera
anteriore. Il trattamento definitivo del glaucoma primario
ad angolo chiuso e' parachirurgico (iridotomia laser) o
chirurgico (iridectomia). I diuretici osmotici, i miotici e
gli inibitori dell'anidrasi carbonica sono comunque farmaci
importanti nel trattamento dell'attacco acuto.
Nel caso di glaucomi secondari (ad angolo aperto o ad angolo
chiuso), lo scopo della terapia e' fondamentalmente il
controllo della malattia di base, anche se spesso i farmaci
usati nel trattamento del glaucoma primario possono essere
utili anche in queste circostanze.
Il glaucoma congenito e' principalmente un problema di
natura chirurgica: i farmaci possono essere utili nel
periodo preoperatorio per ridurre i rischi dell'intervento e
dopo l'intervento stesso per trattare un eventuale glaucoma
residuo.
Prima di iniziare una qualsiasi terapia per il glaucoma, e'
opportuno effettuare un'accurata anamnesi del paziente per
escludere allergie ai farmaci o malattie cardiopolmonari e
renali, in quanto alcuni agenti ipotonizzanti possono
peggiorare queste situazioni.
I pazienti glaucomatosi, che apparentemente non accusano
alcun problema oculare, devono seguire una terapia cronica,
spesso con numerose somministrazioni giornaliere e talvolta
accompagnata da spiacevoli effetti collaterali.
Essendo il "danno" superiore al beneficio apparente, si ha
spesso una scarsa compliance da parte del paziente per cui
la terapia viene seguita irregolarmante e spesso sospesa. E'
indispensabile quindi che il medico sia a conoscenza di tali
difficolta' e degli effetti collaterali che questi farmaci
possono dare.
Nei casi non urgenti e' opportuno iniziare il trattamento
con un unico farmaco. Solo dopo aver valutato gli effetti di
questo, il medico dovra' decidere se aggiungere o meno uno o
piu' farmaci e se, eventualmente, sia necessario effettuare
un intervento chirurgico.
Comunque e' sempre opportuno, anche per ridurre il rischio
di comparsa di effetti collaterali sistemici, iniziare con i
dosaggi piu' bassi. In caso di terapia topica con piu' tipi
di colliri e' opportuno lasciar trascorrere almeno 5 minuti
fra un'instillazione e l'altra per favorire il completo
assorbimento delle sostanze.
Tutti i pazienti in terapia farmacologica dovranno essere
sottoposti periodicamente a controlli per valutare il tono
oculare (in particolare e' opportuno effettuare curve
tonometriche), il campo visivo e il fondo oculare, quest'ultimo
con particolare riguardo al disco ottico. Va sottolineato
che la suscettibilita' al danno a carico del nervo ottico e'
maggiore nei pazienti con storia familiare di glaucoma, con
diabete mellito, con anemia, con miopia elevata, con
insufficienza vascolare e con disco ottico di dimensioni
elevate congenitamente.
Lo scopo fondamentale della terapia antiglaucomatosa e',
come detto, la riduzione della pressione intraoculare.
Tuttavia se nei soggetti con minime alterazioni a carico
della papilla e del campo visivo e' sufficiente mantenere la
pressione intorno a 16-18 mm Hg, in quelli con alterazioni
di grado maggiore e' necessario raggiungere valori di 10-15
mm Hg, per cui si rende spesso obbligatorio l'intervento
chirurgico.
I farmaci antiglaucomatosi possono essere suddivisi
fondamentalmente in 6 gruppi:
1) Miotici ad azione diretta che sono spesso gli agenti di
prima scelta nella terapia del glaucoma;
2) Miotici inibenti la colinesterasi che sono piu' potenti
rispetto ai precedenti, ma con maggiori effetti collaterali;
3) Agenti bloccanti i recettori beta-adrenergici che non
determinano alterazioni a carico dell'accomodazione e delle
dimensioni della pupilla;
4) Agenti simpaticomimetici che abbassano la pressione,
aumentando il deflusso uveo-sclerale;
5) Inibitori dell'anidrasi carbonica, utili come terapia
aggiuntiva agli agenti topici;
6) Agenti iperosmotici impiegati nell'attacco acuto di
glaucoma (vedi cap. successivo);
7) Altri agenti antiglaucoma.
Miotici ad azione diretta
I miotici ad azione diretta sono farmaci
parasimpaticomimetici in grado di stimolare i recettori
muscarinici, ma senza effetto su quelli nicotinici. Quando
vengono somministrati topicamente hanno un effetto di
costrizione sulla pupilla, stimolano la contrazione del
muscolo ciliare e facilitano il deflusso dell'umor acqueo
con conseguente riduzione della pressione intraoculare. Il
meccanismo di azione e' quindi da correlarsi alla maggiore
apertura degli spazi intertrabecolari durante la contrazione
del muscolo ciliare con riduzione nelle resistenze al
deflusso dell'umor acqueo. Secondo alcuni autori vi sarebbe
anche un effetto diretto sui recettori colinergici presenti
a livello del trabecolato. L'effetto pupillocostrittore non
sembra essere associato ad alcun effetto ipotonizzante
oculare per cui puo' essere considerata una manifestazione
collaterale indesiderata.
Indicazioni
I miotici ad azione diretta sono i farmaci di prima scelta
per la terapia iniziale e di mantenimento nel glaucoma
primario ad angolo aperto e in molte altre forme di glaucoma
cronico.
La pilocarpina e' di solito il miotico ottimale per il
trattamento di un attacco di glaucoma ad angolo chiuso.
I farmaci colinergici, ed in particolare la pilocarpina,
sono inoltre indicati prima della trabeculoplastica
argon-laser (per aumentare le dimensioni dell'angolo
camerulare), nella fasi preoperatorie che precedono gli
interventi di glaucoma (trabeculectomia, iridectomia e
iridotomia laser) e il trapianto di cornea, e in alcune
circostanze successive a intervento chirurgico (ad esempio
dopo intervento di cataratta con impianto di lente
intraoculare in camera posteriore).
I miotici ad azione diretta, specie la pilocarpina all'1%,
possono essere usati anche nella diagnosi differenziale di
una pupilla in midriasi fissa.
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai componenti del preparato; condizioni in
cui la miosi puo' peggiorare il quadro clinico (alcune forme
di glaucoma secondario, infiammazioni acute in camera
anteriore, glaucoma da blocco pupillare, retiniti
periferiche con rischio di distacco).
Effetti indesiderati
A livello oculare possono verificarsi i seguenti effetti
collaterali: spasmo accomodativo con conseguente
miopizzazione secondaria e annebbiamento del visus;
congiuntivite follicolare; congiuntivite allergica
conseguente ad uso prolungato; bruciore e dolore subito dopo
l'instillazione; iperemia congiuntivale e ciliare; miochimia
palpebrale; cefalea a carico del seno frontale; riduzione
del campo visivo e dell'acuita' visiva in condizioni di
scarsa illuminazione. Raramente si puo' verificare un
distacco di retina e, in seguito ad uso di pilocarpina,
opacita' del cristallino. Un altro inconveniente che si
manifesta in caso di terapia a lungo termine con pilocarpina,
e' dovuto alla formazione di cisti che appaiono in forma di
piccoli noduli in corrispondenza del bordo pupillare; tali
formazioni tendono comunque a scomparire con la cessazione
del trattamento.
Nei pazienti trattati con carbacolo puo' insorgere una
cheratopatia bollosa e un intorbidamento corneale.
A livello sistemico possono insorgere, sebbene raramente,
ipersalivazione, nausea, vomito, diarrea, asma bronchiale,
edema polmonare, ipertensione, tachicardia, disturbi della
minzione, cheratite puntata superficiale.
Interazioni con altri farmaci
Alcuni studi hanno evidenziato una ridotta efficacia dei
farmaci colinergici nei soggetti trattati contemporaneamente
per via topica con agenti antinfiammatori non steroidei.
Ove necessiti un intervento chirurgico, avvisare
l'anestesista e il chirurgo (possibile potenziamento dei
curarizzanti).
Precauzioni
Nelle donne in stato di gravidanza o di allattamento e nella
primissima infanzia i colinergici vanno somministrati in
caso di effettiva necessita', sotto il diretto controllo del
medico.
Se compaiono fenomeni di sensibilizzazione interrompere il
trattamento ed instaurare una terapia idonea.
Particolare cautela deve essere usata nel prescrivere
farmaci miotici a pazienti con degenerazioni retiniche
periferiche, per il possibile rischio di rotture retiniche.
Nei soggetti con gravi malattie cardiache, asma bronchiale,
ulcera peptica, ipertiroidismo, ipertrofia prostatica e
morbo di Parkinson i prodotti devono essere somministrati
sotto stretto controllo medico.
Per l'aggravamento di un blocco pupillare, in occhi con una
camera anteriore bassa, puo' verificarsi un attacco di
glaucoma ad angolo chiuso.
Informazioni per il paziente
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
Richiudere la confezione dopo l'uso ed evitare il contatto
del beccuccio contagocce con l'occhio e i suoi annessi.
Particolare attenzione dovra' essere addottata da pazienti
che operano su macchine poiche' possono aversi disturbi del
campo visivo, miopia e difficolta' di adattamento al buio.
Se il prodotto venisse accidentalmente ingerito in quantita'
notevole, e' necessario provocare il vomito artificialmente
o effettuare una lavanda gastrica. Come antidoto puo' essere
somministrata atropina.
Conservare a temperatura ambiente.
Nei pazienti con cataratta sottocapsulare posteriore o con
cataratta nucleare la visione e' notevolmente ridotta in
seguito a trattamento con miotici.
Posologia e modalita' di somministrazione
La posologia e' variabile a seconda della concentrazione del
prodotto, della preparazione farmaceutica e della risposta
del paziente, ma di solito sono necessarie da 1 a 3
applicazioni giornaliere.
PILOCARPINA
La pilocarpina cloridrato e' un farmaco
parasimpaticomimetico, utilizzato da anni in clinica
oculistica come miotico per il trattamento del glaucoma e
per neutralizzare la midriasi conseguente ad interventi
chirurgici o ad oftalmoscopia.
Farmacocinetica
La natura chimica della pilocarpina (pKa 6,8) e' tale che il
farmaco puo' passare facilmente attraverso le membrane
biologiche. Studi pubblicati indicano la cornea, per le sue
proprieta' lipofile e per il volume dell'epitelio, come un
vero e proprio deposito del farmaco. Dalla cornea il farmaco
penetra in camera anteriore dove si distribuisce attraverso
l'umore acqueo nell'iride, corpo ciliare, cristallino e
vitreo. Molti autori ipotizzano anche un deposito nei
tessuti pigmentati (iride), nel cristallino e nel vitreo.
L'eliminazione dai tessuti oculari avviene in massima parte
attraverso il flusso dell'umore acqueo e in minima parte
attraverso il sistema vascolare. La pilocarpina e' eliminata
in parte per inattivazione metabolica e in parte per
escrezione renale.
L'effetto ipotonizzante inizia entro 1-3 ore dalla
somministrazione, mentre lo spasmo accomodativo si verifica
dopo 15 minuti. La durata di azione e' pari a 4-6 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce 3 volte al giorno. La
frequenza di instillazione puo' essere aumentata in base
alla risposta del paziente. Le soluzioni piu' concentrate
sono utili nei soggetti con iridi fortemente pigmentate, in
cui il farmaco viene assorbito dal pigmento. In questi casi
pero' il rischio di effetti collaterali e' maggiore. Le
concentrazioni piu' elevate non determinano comunque una
maggiore riduzione della pressione oculare, ma hanno durata
di azione piu' lunga. Sono disponibili preparati all'1%, 2%
e 4%.
Gel oculare. Applicare nel sacco congiuntivale
inferiore 1-1,5 cm di gel corrispondenti approssimativamente
alla lunghezza del bordo irideo. L'applicazione va
effettuata una volta al giorno prima di coricarsi. L'effetto
massimo si ottiene 6-8 ore dopo la somministrazione.
Conservare a temperatura ambiente e usare entro 2 mesi
dall'apertura.
Specialita'
Dropil (Bruschettini) COLLIRIO: Pilocarpina cloridrato 2% e
4%.
Liocarpina (Sifi) COLLIRIO: Pilocarpina cloridrato 2%
POMATA: Pilocarpina cloridrato 2%.
Minims Pilocarpina (Smith + Nephew) COLLIRIO: Pilocarpina
nitrato 1%, 2% e 4%.
Pilocarpina 2% Farmigea (Farmigea) COLLIRIO: Pilocarpina
nitrato 2%.
Pilocarpina Cloridrato (Formulario Nazionale) COLLIRIO:
Pilocarpina cloridrato 0,5%, 1%, 2% e 4% POMATA: Pilocarpina
cloridrato 0,5%, 1%, 2% e 4%.
Pilocarpina Lux (Allergan) COLLIRIO: Pilocarpina cloridrato
1% e 2% POMATA: Pilocarpina cloridrato 1% e 2%.
Pilocarpina 2 e 3 Plus (Allergan) COLLIRIO: Pilocarpina
cloridrato 2% e 3%.
Pilogel (Alcon) GEL: Pilocarpina cloridrato 4%.
Pilotonina (Farmila) COLLIRIO: Pilocarpina cloridrato 2% e
4%.
ACECLIDINA
Il cloruro di aceclidina e' un colinergico di sintesi usato
come collirio al 2%. L'ipotonia conseguente al trattamento
con tale sostanza e' analoga a quella ottenuta con la
pilocarpina 2%. E' un farmaco che viene utilizzato
essenzialmente nei soggetti che non tollerano la pilocarpina.
Farmacocinetica
L'effetto ipotonizzante compare entro 2-3 ore, mentre lo
spasmo accomodativo si stabilisce nel giro di 20 minuti ma
dura di meno rispetto a quello conseguente a instillazione
di pilocarpina.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Il collirio e' ben tollerato, non sembra
produrre assuefazione e puo' essere associato
all'adrenalina. La dose consigliata e' pari a 1-2 gocce 3
volte al giorno.
Specialita'
Principio attivo Confezione Posologia Glaunorm (Farmigea)
COLLIRIO: Cloruro di aceclidina 2%.
CARBACOLO
Il carbacolo e' commercializzato in Italia solo in
associazione. E' un colinergico ad azione diretta con
meccanismo di azione analogo alla pilocarpina, ma con
effetto pupillocostrittore inferiore, probabilmente a causa
della sua scarsa solubilita' nei lipidi. Quando usato da
solo e' indicato come alternativa nei soggetti che non
tollerano o non rispondono alla pilocarpina.
Il carbacolo possiede anche un'azione anticolinesterasica
che si somma all'azione colinergica diretta.
Farmacocinetica
L'effetto ipotonizzante inizia entro 1 ora con massima
azione dopo 2-4 ore e dura approssimativamente 7-8 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. L'unico preparato disponibile in Italia e'
un'associazione di carbacolo + pilocarpina + paraoxone +
procaina. Il paraoxone (estere p-nitrofenolico dell'acido
dietilfosforico) e' anch'esso un potente farmaco ad azione
parasimpaticosimile con effetto muscarinico circa 200 volte
superiore all'acetilcolina. Anch'esso, applicato topicamente,
esplica azione miotica e ipotensivante. La procaina
cloridrato e' un anestetico locale che riduce il fastidio e
il bruciore dopo l'instillazione.
Il vantaggio dell'associazione fra carbacolo, pilocarpina e
paraoxone dipende dal fatto che l'integrazione determina un
potenziamento dell'efficacia del prodotto risultante.
Di solito e' sufficiente un'unica somministrazione
giornaliera, ma in alcuni casi puo' essere necessario
instillare il collirio 2-3 volte al giorno.
Specialita'
Principio attivo Confezione Posologia Mios (Intes) COLLIRIO:
Pilocarpina cloridrato 2% + carbacolo 0,75% + paraoxone
0,0166% + procaina cloridrato 2%.
Per l'associazione fra pilocarpina ed epinefrina vedi
paragrafo dei simpaticomimetici antiglaucomatosi.
Questi farmaci agiscono inibendo l'enzima colinesterasi
con accumulo di acetilcolina a livello delle fibre nervose
postgangliari e potenziamento dell'azione
parasimpaticomimetica dell'acetilcolina stessa.
Gli inibitori della colinesterasi vengono suddivisi in due
grandi gruppi:
1) Inibitori reversibili (fisostigmina (eserina) e demecario)
che agiscono per un periodo di tempo relativamente breve
(12-36 ore la fisostigmina e 7-28 giorni il demecario).
2) Inibitori irreversibili, come l'ecotiopato, che formano
un complesso irreversibile con l'acetilcolinesterasi. La
loro azione dura diverse settimane fino alla sintesi di
nuovo enzima.
La somministrazione locale di questi due gruppi di farmaci
determina miosi e contrazione del muscolo ciliare di grado
notevole. La pressione intraoculare diminuisce per la
ridotta resistenza al deflusso dell'umore acqueo.
Indicazioni
Sono indicati per la cura del glaucoma ad angolo aperto nei
pazienti che non traggono alcun beneficio dalla terapia con
i miotici ad azione diretta e con gli altri antiglaucomatosi.
Sono inoltre particolarmente indicati in caso di afachia,
pseudoafachia e in alcune forme di glaucoma secondario.
Possono essere usati anche nella terapia dell'esotropia
accomodativa per ridurre il sinergismo
accomodazione-convergenza.
Controindicazioni
Ipersensibilita' agli inibitori della colinesterasi o ai
componenti dei preparati. Infiammazioni a carico dell'iride
e del corpo ciliare in quanto favoriscono il passaggio di
proteine, fibrina e cellule nell'umore acqueo e di
conseguenza la formazione di sinechie posteriori. Il bromuro
di demecario e' controindicato in gravidanza, mentre l'ecotiopato
va evitato in molti casi di glaucoma ad angolo chiuso.
Effetti indesiderati
Comparsa di congiuntivite allergica follicolare interessante
il fornice inferiore; cheratite puntata superficiale; cisti
in corrispondenza del bordo pupillare dell'iride; iperemia
congiuntivale e bruciore in seguito ad instillazione; spasmo
accomodativo con miopia secondaria, offuscamento della
visione e cefalea frontale. Possono verificarsi raramente
tic a carico della palpebra inferiore, cataratta
sottocapsulare anteriore, insorgenza di un'uveite latente,
stenosi dei puntini lacrimali, sinechie posteriori e
distacco di retina.
A livello sistemico possono comparire nausea, crampi
addominali, vomito, diarrea, incontinenza urinaria, spasmi
bronchiali, ipersalivazione, aumento della sudorazione e
irregolarita' del ritmo cardiaco.
Interazioni con altri farmaci
Esiste la possibilita' di effetti addittivi nei pazienti in
terapia sistemica con anticolinesterasici, sottoposti ad
anestesia con succinilcolina o esposti ad insetticidi e
pesticidi organofosforici.
Precauzioni
Interrompere il trattamento 3 settimane prima di effettuare
un intervento in anestesia generale e prima di un intervento
a livello oculare. Usare con cautela in pazienti affetti da
miastenia grave che assumono anticolinesterasici per via
sistemica.
Seguire con attenzione i pazienti con glaucoma ad angolo
stretto, con ipertonia vagale, con asma bronchiale, con
ulcera peptica, con bradicardia, ipotensione, epilessia e
morbo di Parkinson.
In caso di comparsa di sintomi da intossicazione (ipersalivazione,
nausea, vomito, diarrea, sudorazione profusa, irrregolarita'
del ritmo cardiaco), somministrare atropina per via
sistemica (1-2 mg).
Informazioni per il paziente
Specie all'inizio della terapia puo' verificarsi irritazione
oculare e comparsa di mal di testa.
A causa del marcato effetto miotico bisogna prestare
attenzione durante la guida di autoveicoli nelle ore
notturne.
E' opportuno comprimere le vie lacrimali subito dopo l'instillazione,
per evitare un eccessivo assorbimento sistemico del farmaco.
Chiudere la confezione dopo l'uso e non portare a contatto
il beccuccio del contagocce con le superfici oculari.
Posologia e modalita' di somministrazione
Non sono attualmente in commercio in Italia preparati
contenenti anticolinesterasici per uso oftalmico.
Il trattamento dell'ipertensione endoculare con agenti
beta-bloccanti per uso topico ha sostituito, nella maggior
parte dei casi (soprattutto nei paesi europei), l'impiego
dei miotici ad azione diretta, in quanto permette un
efficiente controllo della pressione oculare senza
interferire con l'accomodazione ne' col diametro pupillare,
a posologie che generalmente non superano le due
instillazioni al giorno.
La struttura chimica caratteristica degli agenti
beta-bloccanti e' quella del radicale ossiisopropilamminico,
diversamente sostituito nei vari composti. Questi farmaci si
combinano reversibilmente con i beta-recettori per inibire
la risposta alla stimolazione dei nervi simpatici o alle
catecolamine circolanti. Differiscono fra loro per l'affinita'
verso i recettori beta-1 e beta-2. Alcuni di essi presentano
anche capacita' anestetiche locali e parziale attivita'
agonistica.
Meccanismo di azione
I beta-bloccanti agiscono sulla pressione intraoculare
diminuendo la produzione dell'umor acqueo. Non e' ancora
chiaro se questo effetto sia da mettere in relazione
esclusivamente ad un blocco dei recettori beta, poiche'
alcuni stimolanti di tali recettori sono dotati anch'essi di
attivita' ipotensiva. Negli ultimi anni e' stato dimostrato
che i beta bloccanti contribuiscono anche ad aumentare il
deflusso dell'umore acqueo.
I recettori beta-1 sono notevolmente rappresentati al
livello del cuore; la loro stimolazione induce tachicardia,
aumento dell'inotropismo e aumento del tempo di conduzione.
I recettori beta-2 sono primariamente rappresentati a
livello polmonare e la loro stimolazione determina
broncodilatazione. Inoltre sia gli alfa che i beta recettori
sono presenti praticamente in tutti i tessuti corporei dove
sono coinvolti in numerose funzioni fisiologiche. Il blocco
di questi recettori induce chiaramente effetti opposti
rispetto a quelli presenti fisiologicamente.
A livello oculare i recettori beta, e soprattutto i beta-2,
sono presenti in misura notevole a livello dei processi
ciliari, il che potrebbe spiegare la ridotta produzione di
umore acqueo che consegue al loro blocco.
Indicazioni
I beta-bloccanti sono indicati nei pazienti con ipertensione
endoculare, nel glaucoma cronico semplice, nel glaucoma
secondario e nel glaucoma giovanile. Il timololo trova
particolare indicazione anche nei pazienti afachici con
glaucoma e in quelli con angolo stretto e con episodi
precedenti di chiusura d'angolo.
Controindicazioni
In generale i beta-bloccanti sono controindicati nei
pazienti con asma bronchiale, con pregressi episodi di asma
bronchiale o con broncopneumopatia cronica ostruttiva; nei
soggetti con bradicardia sinusale, blocco atrioventricolare
di II e III grado, scompenso cardiaco manifesto, shock
cardiogeno.
Non devono essere somministrati a pazienti con
ipersensibilita' a qualsiasi componente della formulazione.
In caso di grave ipotensione astenica sono consigliati
regolari controlli della pressione arteriosa.
Effetti collaterali
A livello oculare sono stati riportati, dopo instillazione,
rari casi di disagio, di diminuzione di sensibilita'
corneale, eritema, sensazione di prurito, cheratite,
anisocoria e fotofobia. In rari casi e' stata riferita
comparsa di diplopia e ptosi.
A livello cutaneo sono stati osservati rush localizzati o
generalizzati e orticaria; a livello cardio-respiratorio
sono stati segnalati: ipotensione, bradicardia, aritmia,
lipotimia, blocco cardiaco, accidenti cerebro-vascolari,
ischemia cerebrale, scompenso cardiaco congestizio,
palpitazioni, arresto cardiaco, broncospasmo, insufficienza
respiratoria e dispnea.
Sono riportati inoltre cefalea, astenia, nausea,
depressione, sintomi di ipoglicemia in insulino-dipendenti,
affaticamento.
Dopo uso di betaxololo (beta-1 bloccante selettivo) non sono
stati registrati effetti secondari sistemici (tranne
insonnia e neurosi depressiva). Nei pazienti trattati con
levobunololo e' stata segnalata la comparsa di
blefarocongiuntiviti nel 5% dei casi, di iridocicliti e di
ridotta sensibilita' corneale. A livello sistemico gli
effetti collaterali piu' comuni sono la bradicardia e la
riduzione della pressione arteriosa.
Nei pazienti trattati con timololo e' stata riportata
l'insorgenza di impotenza sessuale, di ipercaliemia, di
miastenia grave.
Interazioni con altri farmaci
Esiste la possibilita' di effetti additivi e di insorgenza
di ipotensione e/o marcata bradicardia quando i
beta-bloccanti sono somministrati insieme ad un calcio
antagonista, a farmaci depletanti le catecolamine e ad
agenti beta-bloccanti.
Occasionalmente e' stata riferita midriasi in seguito ad una
terapia concomitante con adrenalina.L'associazione di
timololo con verapamil puo' causare bradicardia e asistolia.
Se questi farmaci non sono in grado di controllare da soli
la pressione intraoculare, e' indicata l'associazione con
pilocarpina, miotici, dipivefrina o inibitori sistemici
dell'anidrasi carbonica. L'uso dei beta-bloccanti in
associazione con epinefrina e' controverso.
Precauzioni
Misure prudenziali devono essere adottate nei pazienti nei
quali sia controindicato l'uso dei farmaci beta-bloccanti
per via sistemica; in quelli che sono gia' in terapia con
beta-bloccanti per via sistemica; in quelli con diabete o
ipertiroidismo in quanto potrebbero mascherare i sintomi di
un ipoglicemia acuta o dell'ipertiroidismo (con rischio di
tireotossicosi); in quelli con eccessiva riduzione della
funzione polmonare.
Lo scompenso cardiaco deve essere attentamente controllato
prima di iniziare la terapia con beta-bloccanti.
Quando questi farmaci sono usati per ridurre la pressione
intraoculare nel glaucoma ad angolo chiuso devono essere
impiegati con un miotico e non da soli.
I beta bloccanti non sono raccomandati negli infanti
prematuri o nei neonati. Nelle donne in stato di gravidanza
e durante l'allattamento l'uso di questi farmaci va
possibilmente evitato o riservato ai casi di effettiva
necessita' e condotto sotto il diretto controllo del medico.
L'uso, specie se prolungato, del prodotto puo' dare origine
a fenomeni di sensibilizzazione. In tal caso e' opportuno
interrompere il trattamento e consultare il medico curante.
Alcuni studi hanno riferito una riduzione della risposta
terapeutica in taluni pazienti dopo trattamento prolungato.
Se si verifica sovradosaggio, lavare gli occhi con acqua o
con soluzione fisiologica. In caso di ingestione e'
consigliata la lavanda gastrica. I piu' comuni sintomi e
segni prevedibili in caso di iperdosaggio con un farmaco
beta-bloccante sono rappresentati da bradicardia
sintomatica, ipotensione, broncospasmo e insufficienza
cardiaca acuta. In caso di bradicardia sintomatica
somministrare per via endovenosa atropina solfato alla dose
di 0,25-2 mg. Se si manifesta ipotensione somministrare
farmaci pressori simpaticomimetici. In caso di broncospasmo
e' consigliato l'uso di isoprotenerolo cloridrato ed
eventualmente aminofillina. In caso di scompenso cardiaco
acuto somministrare digitale, diuretici e ossigeno.
Informazioni per il paziente
I prodotti non devono essere usati oltre 30 giorni la prima
apertura del contenitore.
I beta-bloccanti non interferiscono con l'uso o la capacita'
di guidare macchine.I portatori di lenti a contatto non
devono usare il betaxololo.
Frequentemente puo' insorgere bruciore o lieve discomfort
oculare dopo l'instillazione.
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi.
Posologia e modalita' di somministrazione
La dose consigliata e', in genere, di 1 goccia per 2 volte
al giorno.
Quando si cambia terapia ad un paziente gia' trattato con un
prodotto antiglaucoma e' necessario, per il primo giorno,
continuare il trattamento con il prodotto precedentemente
usato, aggiungendo 1 goccia del nuovo beta-bloccante
nell'occhio affetto, 2 volte al giorno. Il giorno successivo
si passera' alla terapia con il solo beta-bloccante nuovo.
BEFUNOLOLO
Il befunololo e' una molecola ad attivita' beta-bloccante
non selettiva che possiede un significativo effetto
terapeutico, accompagnato da una bassa incidenza di effetti
secondari a livello cardiovascolare e respiratorio poiche',
oltre a una breve emivita, possiede un'efficace attivita'
simpaticomimetica intrinseca in grado di controbilanciare
l'effetto bradicardizzante e broncocostrittore che i farmaci
di questa categoria solitamente presentano.
Studi specifici hanno inoltre messo in evidenza l'assenza di
un'azione anestetica del farmaco sulla cornea, la mancanza
di effetto sulla secrezione lacrimale e l'assenza di
tachifilassi che consente il mantenimento della efficacia
terapeutica per periodi di trattamento anche molto
prolungati.
Farmacocinetica
Il farmaco penetra rapidamente attraverso la cornea.
L'effetto ipotonizzante inizia nell'arco di 30-40 minuti con
massimo effetto dopo 2-3 ore e termina dopo 12 ore circa.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Il collirio e' disponibile in commercio a
concentrazioni pari allo 0,25% e 0,50%. La dose consigliata
e' pari ad una goccia per occhio 2 volte al giorno tramite
instillazione nel sacco congiuntivale. Il contenitore
monodose deve essere utilizzato per una sola applicazione.
Puo' essere impiegato anche in pazienti portatori di lenti a
contatto in quanto non contiene benzalconio cloruro come
conservante.
Specialita'
Betaclar (Angelini) COLLIRIO: Befunololo cloridrato 0,25% e
0,5%.
BETAXOLOLO
Il betaxololo cloridrato e' un agente bloccante i recettori
beta-1 adrenergici, cardioselettivo, che non possiede una
significativa attivita' membrano-stabilizzante (anestetico
locale) e non presenta azione simpaticomimetica intrinseca.
La selettivita' beta-1 riduce notevolmente gli effetti
collaterali rispetto agli altri beta-bloccanti.
Il betaxololo puo' essere usato da solo o in associazione
con altri farmaci antiglaucoma.
Farmacocinetica
L'attivita' del betaxololo cloridrato si evidenzia dopo
circa 30 minuti dalla somministrazione topica e raggiunge il
picco di massima riduzione della pressione endoculare entro
1-2 ore.
Studi condotti recentemente dimostrano che il betaxololo ha
una rapida penetrazione attraverso il tessuto corneale e
raggiunge alte concentrazioni nei tessuti oculari. Ulteriori
studi di farmacocinetica clinica indicano che il prodotto,
somministrato per via topica oculare, non presenta
assorbimento sistemico significativo come si deduce dal
trascurabile effetto sui parametri vascolari.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. E' commercializzato alla concentrazione
dello 0,50%. La dose consigliata e' pari a 1-2 gocce per 2
volte al giorno.
Il prodotto deve essere conservato a temperatura ambiente e
agitato prima dell'uso. E' ben tollerato anche dai portatori
di lenti a contatto e afachici.
Specialita'
Betoptic (Alcon) COLLIRIO: Betaxololo cloridrato 0,5%
CARTEOLOLO
Il carteololo e' un agente beta-bloccante non selettivo che
puo' essere utilizzato da solo o in associazione ad altri
agenti antiglaucomatosi. E' dotato di attivita'
simpaticomimetica intrinseca e bassa attivita' anestetica
locale (circa 1/10 di quella del propanololo).
Farmacocinetica
Viene assorbito rapidamente dai tessuti oculari ed ha una
durata di azione di circa 12 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Il carteololo cloridrato e' disponibile
alle concentrazioni dell'1% e del 2%. La posologia
consigliata e' pari ad 1 goccia 2 volte al giorno. Il
prodotto deve essere conservato a temperatura ambiente e al
riparo dalla luce.
Specialita'
Carteol Sifi (Sifi) COLLIRIO: Carteololo cloridrato 1% e 2%.
LEVOBUNOLOLO
Il levobunololo e' un antagonista non selettivo dei beta-1 e
beta-2 adrenorecettori che sembra avere una durata di azione
superiore rispetto agli altri farmaci del gruppo. Puo'
essere usato in associazione con altri antiglaucomatosi.
Farmacocinetica
Il farmaco presenta una notevole lipofilicita' e penetra
nell'umore acqueo in pochi minuti, raggiungendo il picco di
azione entro 1-2 ore con durata di azione di 12-24 ore. La
durata di azione e' quindi superiore a quella del timololo e
a quella del betaxololo.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Il preparato e' disponibile alla
concentrazione dello 0,5%. La dose consigliata e' pari ad
una goccia 2 volte al giorno, ma alcuni studi hanno
evidenziato recentemente che, nei casi meno gravi, puo'
essere sufficiente una monosomministrazione giornaliera.
Il prodotto deve essere tenuto al riparo dalla luce e
conservato a temperatura ambiente.
Non e' indicato nei portatori di lenti a contatto.
Specialita'
Vistagan (Allergan) COLLIRIO: Levobunololo cloridrato 0,25%
e 0,5%.
METIPRANOLOLO
Il metipranololo e' un beta-bloccante non selettivo,
risultante dalla metilazione del propanololo. La presenza di
gruppi metilici nella struttura della molecola fa si' che
essa sia priva di attivita' anestetica locale sulla cornea e
che penetri adeguatamente attraverso di essa con conseguente
maggiore biodisponibilita' locale. Non viene inoltre
alterata la stabilita' del film lacrimale.
Farmacocinetica
Il metipranololo si comporta come profarmaco e, una volta
instillato, viene rapidamente desacetilato, dagli enzimi
presenti, in desacetilmetipranololo, il quale agisce come
vero e proprio principio attivo.L'azione inizia entro 30
minuti con massimo effetto entro 2 ore e durata compresa fra
12 e 24 ore. Puo' essere usato in associazione con altri
farmaci antiglaucoma.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. E' disponibile a concentrazioni dello 0,1 e
0,3%. La posologia consigliata e' di 1 goccia 2 volte al
giorno, ma nei casi piu' lievi puo' essere sufficiente anche
una monosomministrazione giornaliera.
Il prodotto puo' essere conservato a temperatura ambiente.
Non e' indicato nei portatori di lenti a contatto.
Specialita'
Turoptin (Ciba-Vision) COLLIRIO: Metipranololo 0,1% e 0,3%.
TIMOLOLO
Il timololo e' stato il primo beta-bloccante
commercializzato per essere impiegato in oftalmologia.
E' un beta-bloccante non selettivo che trova indicazione,
oltre che nel glaucoma cronico ad angolo aperto, anche nei
pazienti con glaucoma secondario e in quelli afachici.
Farmacocinetica
A causa della sua elevata lipofilicita' oltrepassa
facilmente la barriera corneale ed e' rilevabile nell'umore
acqueo entro pochi minuti. Il massimo effetto si verifica
entro 1-2 ore e la durata di azione e' compresa fra 12 e 24
ore. Il farmaco si deposita' a livello dell'iride (specie
nelle iridi pigmentate) e puo' essere rilasciato lentamente
da questo consentendo un aumento del tempo di azione
(effetto "depot").
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Il timololo e' disponibile in commercio
alle concentrazioni dello 0,25% e dello 0,50%. La dose
consigliata e' pari ad una goccia ogni 12 ore, ma nei casi
lievi puo' essere sufficiente anche un monosomministrazione
giornaliera.
Il prodotto deve essere conservato al riparo dalla luce e
conservato a temperatura ambiente.
Puo' essere usato in associazione con altri agenti
antiglaucoma.
Specialita'
Timoptol (Merck Sharp & Dohme) COLLIRIO: Timololo maleato
0,25% e 0,5%.
TIMOLOLO + PILOCARPINA
L'associazione timololo + pilocarpina consente di ottenere
un effetto sinergistico. La pilocarpina, infatti, agisce
aumentando il deflusso dell'umor acqueo mentre il timololo
riduce la sua produzione.
Questa associazione e' indicata nei pazienti con
ipertensione oculare, in quelli con angolo stretto e con
blocco dell'angolo irido-corneale, in pazienti con glaucoma
cronico ad angolo aperto.
Per ulteriori informazioni vedi monografie dei singoli
principi attivi.
Farmacocinetica
L'effetto farmacologico inizia entro 10 minuti, raggiunge il
picco entro 60-90 minuti e dura circa 12-24 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. La posologia consigliata e' di 1 goccia
ogni 12 ore. L'uso di questa associazione e' particolarmente
utile quando di voglia evitare l'instillazione di vari
colliri in diverse ore del giorno, come pure per la
preparazione del bulbo oculare prima di un intervento
chirurgico.
Specialita'
Equiton (Bruschettini) COLLIRIO: Timololo maleato 0,5% +
pilocarpina cloridrato 1%.
Gli agenti simpaticomimetici (epinefrina, dipivefrina)
sono farmaci in grado di stimolare sia i recettori
adrenergici alfa che i beta. A questo gruppo appartienem
anche la clonidina che, per le sue peculiari
caratteristiche, verra' trattata a parte.
L'epinefrina (adrenalina), usata di solito in combinazione
con i miotici, puo' essere impiegata anche da sola
specialmente in soggetti giovani che sviluppano miopia
secondaria a spasmo accomodativo o in pazienti anziani con
opacita' del cristallino.
La dipivefrina e' un profarmaco che e' metabolizzato a
epinefrina in vivo. L'effetto sulla pressione intraoculare
e' analogo a quello dell'epinefrina, ma il farmaco e' meglio
tollerato e gli effetti collaterali sono minori in quanto
viene usata a concentrazioni nettamente piu' basse.
Meccanismo di azione
Il meccanismo di azione non e' ancora esattamente
conosciuto. Si suppone che la stimolazione dei
beta-recettori determini un aumento di cAMP con conseguente
aumento del deflusso dell'umor acqueo attraverso la via
uveo-sclerale. Si pensa che anche la stimolazione degli alfa
recettori a livello del trabecolato possa contribuire a
questa azione. Inoltre un ruolo secondario potrebbe essere
dovuto alla ridotta produzione di umor acqueo, conseguente
al legame con gli alfa recettori a livello del corpo
ciliare.
La pressione oculare viene ridotta in media del 20-30%.
L'applicazione topica determina anche costrizione dei vasi
congiuntivali e midriasi transitoria.
Indicazioni
I simpaticomimetici sono utilizzati nella terapia del
glaucoma primitivo ad angolo aperto e di quello secondario
sempre ad angolo aperto. La media midriasi che consegue al
trattamento con questi agenti e' particolarmente utile nel
favorire una migliore acuita' visiva nei pazienti con
opacita' del cristallino.
Solitamente e' consigliata l'associazione con colinergici,
anticolinesterasici, beta bloccanti e inibitori dell'anidrasi
carbonica.
Controindicazioni
Ipersensibilita' al farmaco o agli altri costituenti il
preparato. Non usare in caso di glaucoma ad angolo stretto,
in caso di afachia o nei soggetti con angolo stretto in
assenza di glaucoma.
Non usare l'epinefrina contemporaneamente all'impiego di
lenti a contatto in quanto si puo' verificare scolorimento
delle lenti.
Effetti indesiderati
Iperemia congiuntivale (per effetto rebound), visione
offuscata e blefarocongiuntivite allergica. L'uso prolungato
puo' causare la formazione di depositi a carico della
congiuntiva, delle palpebre o di entrambi.
Nei pazienti afachici puo' insorgere edema maculare cistoide
reversibile. Fra gli effetti evidenziabili a livello
sistemico troviamo tachicardia, aritmia cardiaca, comparsa
di crisi ipertensive, mal di testa, stanchezza e
sudorazione, asma bronchiale.
Interazioni farmacologiche
La risposta pressoria conseguente all'uso di questi agenti
puo' essere potenziata dall'impiego concomitante di
antidepressivi triciclici e di inibitori delle
monoaminossidasi.
E' opportuno interrompere l'uso di questi farmaci prima di
effettuare un intervento con anestetici generali che possono
sensibilizzare il miocardio alle catecolamine.
L'associazione di simpaticomimetici con beta-bloccanti per
uso topico e' controversa, in quanto sembra che, dopo un
iniziale effetto sinergico, l'efficacia tenda a ridursi nel
tempo.
L'epinefrina inattiva la chimotripsina nell'arco di 1 ora.
Precauzioni
Usare con cautela nei pazienti con malattie cardiovascolari,
diabete e ipertiroidismo.
Effettuare un esame gonioscopico prima di somministrare
questi farmaci perche', in presenza di un angolo stretto,
puo' manifestarsi un attacco acuto di glaucoma.
Somministrare con cautela a pazienti afachici per possibile
insorgenza di una maculopatia reversibile.
Durante la gravidanza, l'allattamento, nei bambini e negli
anziani, i simpaticomimetici devono essere usati solo in
caso di effettiva necessita'. Sospendere l'uso prima di
effettuare un intervento in anestesia generale.
Informazioni per i pazienti
Puo' verificarsi bruciore in seguito ad instillazione.
Non utilizzare i preparati di colorito scuro-brunastro.
L'epinefrina non deve essere usata nei portatori di lenti a
contatto.
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. In caso di sovradosaggio lavare l'occhio con
soluzione fisiologica o acqua.
Posologia e modalita' di somministrazione
La dose consigliata e' in genere di una goccia ogni 12 ore
nel fornice congiuntivale. In alcuni casi la posologia puo'
essere aumentata.
EPINEFRINA
Farmacocinetica
L'epinefrina e' solubile sia in acqua che nei lipidi e
pertanto presenta un'ottima capacita' di penetrare
attraverso la cornea. La riduzione della pressione oculare
si verifica entro 2-5 ore e puo' durare da 12 a 24 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. L'epinefrina e' commercializzata alla
concentrazione dell'1%. Si consiglia di iniziare il
trattamento con dosi basse (1 goccia 2 volte al giorno)
aumentandole eventualmente in maniera progressiva.
Quando e' usata in associazione con miotici, questi ultimi
devono essere instillati per primi.
L'epinefrina deve essere conservata al riparo dalla luce e a
temperatura ambiente.
Specialita'
Principio attivo Confezione Posologia Adrenalina Fn
(Formulario Nazionale) COLLIRIO: Epinefrina 1%.
Eppy (Merck Sharp & Dohme) COLLIRIO: Epinefrina borato
complesso 1%.
DIPIVEFRINA
La dipivefrina e' un profarmaco derivante
dall'esterificazione dell'epinefrina con l'acido pivalico.
Questa particolare struttura ne aumenta la lipofilicita' e
di conseguenza la capacita' di attraversare la barriera
corneale.
La dipivefrina viene convertita ad epinefrina tramite
idrolisi enzimatica. La maggiore capacita' di passaggio in
camera anteriore (circa 15 volte superiore all'epinefrina)
consente una riduzione delle dosi somministrate e comporta
minori effetti collaterali.
A differenza dell'epinefrina puo' essere usata anche in
soggetti portatori di lenti a contatto.
Farmacocinetica
La dipivefrina e' un profarmaco, analogo lipofilico dell'epinefrina,
che viene biotrasformato in questa a livello di cornea e
umor acqueo. L'effetto farmacologico inizia entro 30 minuti
dalla somministrazione topica, con picco entro 1-2 ore e
durata di circa 8-12 ore.
La quota assorbita viene escreta prevalentemente per via
urinaria. Rispetto all'epinefrina l'assorbimento attraverso
la cornea e' 17 volte superiore e la permanenza in camera
anteriore e' piu' prolungata.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1 goccia ogni 12 ore.
Specialita'
Propine (Allergan) COLLIRIO: Dipivefrina cloridrato.
CLONIDINA
A differenza dei farmaci precedentemente descritti, la
clonidina e' un antipertensivo a prevalente attivita'
alfa-mimetica. Quando viene somministrata a livello oculare
riduce il tono senza influenzare i parametri
cardiovascolari. E' meno efficace dei beta bloccanti e dei
miotici nel ridurre la pressione endoculare.
Meccanismo di azione
Il meccanismo di azione e' ancora incerto. Si pensa che
possa agire favorendo il deflusso dell'umor acqueo o
riducendo la sua produzione.
Indicazioni
E' indicata in tutte le forme di glaucoma, soprattutto ad
angolo aperto. Nel glaucoma ad angolo stretto e' consigliata
l'associazione con miotici.
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai componenti il preparato o alla clonidina.
Effetti indesiderati
In genere e' ben tollerata. Gli effetti pupillari sono
trascurabili (lieve midriasi). Puo' verificarsi bruciore in
seguito ad instillazione. Dopo somministrazione prolungata
e' stata segnalata in alcuni pazienti la comparsa di aree di
depigmentazione a livello retinico, con calo del visus.
Gli effetti collaterali sistemici sono praticamente
inesistenti.
Interazioni con altri farmaci
. In pazienti in terapia con inibitori delle
monoaminossidasi o con antidepressivi triciclici si puo'
verificare un aumento della pressione arteriosa.
Precauzioni
In gravidanza, durante l'allattamento e nei bambini di eta'
inferiore ai 4 anni deve essere somministrata solo in caso
di effettiva necessita'.
Informazioni per il paziente
Il farmaco puo' causare lieve bruciore dopo l'instillazione.
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi.
Farmacocinetica
Viene assorbita rapidamente e mantiene il suo effetto per
4-5 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Alla concentrazione dello 0,125% la dose
consigliata e' pari ad 1-2 gocce da instillare 3-4 volte al
giorno.
Specialita'
Isoglaucon (Boehringer Ingel. Italia) COLLIRIO: Clonidina
cloridrato 0,125%.
EPINEFRINA + PILOCARPINA
Questa associazione e' indicata per la terapia medica del
glaucoma ad angolo aperto, specie in soggetti afachici e
quando si voglia ottenere un controllo della tensione
endoculare piu' accurato di quello ottenibile con la sola
pilocarpina.
La pilocarpina abbassa la pressione tramite un'azione
colinergica diretta che aumenta la facilita' di deflusso. A
questa azione si associa quella dell'epinefrina che, oltre a
favorire il deflusso, sembra in grado di ridurre anche la
produzione di umor acqueo.
Questa associazione riduce anche la comparsa di miosi o
midriasi eccessive.
Farmacocinetica
Vedi monografie dei singoli principi attivi.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. In base alla risposta del paziente
instillare 1 goccia da 1 a 4 volte al giorno. In soggetti
con iridi fortemente pigmentate sono spesso necessarie dosi
maggiori.
Conservare a temperatura ambiente e al riparo dalla luce e
dal calore.
Specialita'
Pilodren (Farmila) COLLIRIO: Pilocarpina cloridrato 3% +
epinefrina bitartrato 0,5%.
Gli inibitori dell'anidrasi carbonica sono delle
sulfonamidi usate correntemente in oftalmologia per ridurre
il tono oculare. Questi farmaci possono essere usati in
associazione a miotici, ad agenti osmotici o a betabloccanti.
Gli inibitori dell'anidrasi carbonica sono di solito
aggiunti ad un regime terapeutico quando un controllo
adeguato della pressione intraoculare non si riesce a
ottenere con i farmaci topici.
Meccansimo di azione
Il meccanismo di azione e' probabilmente da correlarsi
all'inibizione dell'enzima anidrasi carbonica a livello dei
processi ciliari, con conseguente riduzione della formazione
dell'umor acqueo. Non viene invece modificato il deflusso
dell'umor acqueo a livello trabecolare. In particolare
questi farmaci diminuirebbero il trasferimento del sodio e
del bicarbonato dal plasma ai processi ciliari e da qui
nell'acqueo, riducendo il passaggio di liquidi in camera
posteriore. Alle dosi abitualmente utilizzate gli inibitori
dell'anidrasi carbonica abbassano il tono oculare del
40-60%.
Indicazioni
Sono indicati nel trattamento del glaucoma cronico ad angolo
aperto, del glaucoma secondario e prima di un intervento
chirurgico per glaucoma ad angolo chiuso allorche' sia
necessario ridurre la pressione endoculare o quando sia
necessario procrastinare l'intervento stesso.
Controindicazioni
Ipersensibilita' riconosciuta a questo tipo di farmaci. Va
sottolineata anche la possibilita' di reazioni crociate con
i sulfamidici e i diuretici derivati dalle sulfonamidi.
Questi farmaci sono controindicati anche in caso di gravi
disfunzioni renali e epatiche, di acidosi ipercloremica, di
bassi livelli ematici di sodio o potassio, di insufficienza
corticosurrenalica.
La terapia a lungo termine in pazienti con glaucoma e'
controindicata.
La diclorofenamide non deve essere usata in soggetti con
pneumopatia cronica ostruttica grave per non accrescerne
l'acidosi respiratoria.
Effetti indesiderati
Gli inibitori dell'anidrasi carbonica determinano spesso
perdita di peso, anoressia, disturbi gastroinestinali
(dolori gastrici, nausea, vomito e diarrea), parestesie,
cefalea, stanchezza.
All'inizio della terapia ci puo' essere un marcato aumento
della diuresi che tende comunque a ridursi nel tempo.
Nelle terapie a lungo termine possono comparire: acidosi
sistemica, miopia transitoria (rara), orticaria, melena,
ematuria, glicosuria, paralisi flaccida, convulsioni,
irritabilita', sedazione, depressione, secchezza delle
fauci, disorientamento, atassia, tinnito, vertigini,
tremore, alterazioni del gusto e dell'olfatto, impotenza.
In alcuni pazienti puo' verificarsi la formazione di calcoli
renali in conseguenza di una ridotta escrezione del citrato
che diminuisce la solubilita' del calcio.
Tutti i farmaci di questo gruppo possono inoltre causare
discrasie ematiche, rash cutanei e raramente, nei soggetti
con allergia ai sulfamidici, sindrome di Stevens-Johnson,
epatite fulminante, agranulocitosi e anemia aplastica. Sono
state segnalate occasionalmente reazioni di fotosensibilita'
L'aumento dei livelli ematici di acido urico puo' favorire
l'insorgenza di un attacco acuto di gotta.
Interazioni con altri farmaci
Gli inibitori dell'anidrasi carbonica riducono i livelli di
potassio nel plasma e possono sensibilizzare il miocardio
all'azione delle catecolamine. Inoltre si verifica una
minore escrezione renale di amine simpaticomimetiche con
conseguente aumento del rischio di insorgenza di fenomeni
tossici.
L'associazione con antiacidi (bicarbonato di sodio) aumenta
il rischio di insorgenza di calcoli renali.
L'aumento del pH urinario, derivato dall'uso di questi
farmaci, favorisce il riassorbimento renale della quinidina,
con conseguente rischio di effetti tossici.
I salicilati riducono la clearance renale degli inibitori
dell'anidrasi carbonica, con conseguente rischio di accumulo
e di tossicita' a livello del sistema nervoso centrale.
Gli inibitori dell'anidrasi carbonica possono modificare le
concentrazioni ematiche della ciclosporina, del litio, della
doxiciclina e del primidone. Associare con cautela ad
antiepilettici (in particolare difenilidantoina) per
possibile aumento degli effetti negativi della
difenilidantoina sul metabolismo del calcio (possibile
osteomalacia).
Precauzioni
Non somministrare a pazienti con ipersensibilita' ai
sulfamidici.
Controllare periodicamente il livello di elettroliti sierici.
In caso di ipopotassiemia somministrare potassio per via
orale. La cirrosi epatica e l'uso di corticosteroidi o di
ACTH possono contribuire all'ipokaliemia.
Usare con cautela in pazienti con ridotta funzionalita'
respiratoria, in quanto possono precipitare un'acidosi
metabolica.
Monitorare periodicamente la crasi ematica, poiche' sono
state segnalate gravi discrasie in alcuni pazienti.
Somministrare solo in caso di assoluta necessita' alle donne
in gravidanza, durante l'allattamento e nei bambini sotto i
4 anni.
In caso di sovradosaggio indurre il vomito o effettuare una
lavanda gastrica, ed eventualmente somministrare potassio e
bicarbonato (per compensare lo stato di acidosi).
Informazioni per il paziente
Questi farmaci possono causare sonnolenza per cui bisogna
prestare attenzione quando si e' alla guida di autoveicoli.
In caso di comparsa di effetti collaterali, avvisare
immediatamente il medico.
ACETAZOLAMIDE
Farmacocinetica
In relazione all'elevata solubilita' nei lipidi, il picco
ematico si verifica entro 3 ore dopo la somministrazione
orale. La durata di azione e' pari a 10 ore e a 20 ore nelle
formulazioni retard.
Non sono in commercio in Italia preparati somministrabili
endovena.
Forme farmaceutiche e posologia
Compresse. Sono presenti in commercio compresse da
250 e 500 mg. In caso di glaucoma ad angolo aperto cronico
la dose consigliata negli adulti varia da 250 mg a 1 g al
giorno (in 3-4 somministrazioni giornaliere). In caso di
glaucoma secondario e nel trattamento preoperatorio di un
attacco acuto di glaucoma la dose consigliata e' pari a 250
mg ogni 4-6 ore.
Nei bambini la posologia ottimale varia da 8 a 30 mg/kg al
giorno suddivisi in 3-4 somministrazioni.
Le preparazioni retard devono essere somministrate alla dose
di 500 mg 1-2 volte al giorno.
Le compresse devono essere conservate a temperatura
ambiente.
Specialita'
Diamox (Cyanamid) Diamox retard (Cyanamid) COMPRESSE:
Acetazolamide 500 mg Acetazolamide ret. 250 mg.
DICLOROFENAMIDE
La diclorofenamide, cosi' come gli altri componenti del
gruppo degli inibitori dell'anidrasi carbonica, incrementa
l'eliminazione del sodio, del potassio e dei bicarbonati.
Essa, inoltre, determina anche un aumento dell'eliminazione
dei cloruri e tende, quindi, a determinare un'acidosi meno
marcata rispetto a quella indotta da dosi equivalenti di
acetazolamide.
Farmacocinetica
La diclorofenamide e' ben assorbita a livello
gastrointestinale. La riduzione della pressione intraoculare
si verifica entro 30-40 minuti, con massimo effetto entro
2-4 ore e durata di azione pari a 6-8 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Compresse. Sono in commercio compresse da 50 mg. La
dose consigliata varia da 50 a 200 mg al giorno.
Fiale iniettabili. E' in commercio in Italia un
preparato iniettabile intramuscolo o endovena da 75 mg. E'
utilizzato solo negli attacchi acuti di glaucoma alla dose
di 75-150 mg al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Antidrasi (Smithkline Bee. Far.) COMPRESSE: Diclorofenamide
50 mg FIALE INIETTABILI: Diclorofenamide 75 mg.
Fenamide (Farmigea) COMPRESSE: Diclorofenamide 50 mg.
Glaumid (Sifi) COMPRESSE: Diclorofenamide 50 mg.
Altri agenti antiglaucoma
DAPIPRAZOLO
Il dapiprazolo e' un farmaco psicotropo ad attivita' alfa1-
antagonista elevata e selettiva.
Tale sostanza e' in grado di indurre miosi e di ridurre la
pressione intraoculare ed e' pertanto consigliabile nella
terapia di quei disturbi oculari in cui e' necessario
interferire nella motilita' iridea e nella dinamica
dell'umore acqueo.
Il dapiprazolo non ha un'azione significativa sulla
contrazione del muscolo ciliare e non induce mutamenti
rilevanti a carico della profondita' della camera anteriore
o dello spessore del cristallino.
Meccanismo di azione
L'azione miotica e' dovuta all'attivita' bloccante del
dapiprazolo sul tono simpatico del muscolo dilatatore
dell'iride.
Per quanto riguarda l'azione ipotonizzante, e' noto che
numerosi composti che agiscono sul sistema adrenergico
(alfa- e beta-bloccanti o stimolanti) sono in grado di
ridurre la pressione intraoculare. Questa caratteristica si
spiega col fatto che differenti agenti adrenergici possono
esercitare azioni opposte sulle diverse strutture che
determinano la pressione intraoculare.
Indicazioni
Richiamo della midriasi farmacologica. Miosi preparatoria
all'iridectomia. E' utile inoltre nelle forme di glaucoma in
cui si richiede contemporaneamente un effetto miotico e
ipotensivo. In particolare: glaucoma da chiusura d'angolo
prodromico o intermittente, acuto, subacuto e cronico;
glaucoma misto; glaucoma pigmentario. Profilassi della
chiusura d'angolo negli occhi a rischio.
Controindicazioni
Non esistono controindicazioni assolute all'impiego del
dapiprazolo, salvo i casi di ipersensibilita' individuale e
di irite.
Effetti indesiderati
Il dapiprazolo puo' determinare, in pazienti ipersensibili,
arrossamento locale e senso di bruciore.
In rare circostanze sono state segnalati ptosi, eritema
palpebrale, edema palpebrale, chemosi, cheratite puntata,
prurito, edema corneale, fotofobia, cefalea, secchezza
oculare, lacrimazione e offuscamento del visus.
Interazioni con altri farmaci
Non sono state segnalate interazioni medicamentose negative
con altri farmaci di comune impiego nella terapia del
glaucoma.
Precauzioni
L'uso, specie se prolungato, puo' dare luogo a fenomeni di
sensibilizzazione. Usare con cautela in pazienti con
insufficienza renale.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
Sebbene non siano state riportate controindicazioni all'uso
durante la gravidanza e l'allattamento se ne consiglia
l'impiego solo in caso di assoluta' necessita' e sotto il
diretto controllo medico.
Informazioni per il paziente
Puo' ridurre la capacita' di adattamento visivo del paziente
alle variazioni di luminosita' ambientale.
Essendo commercializzato in forma di polvere liofilizzata la
soluzione, una volta preparata, deve essere utilizzata entro
21 giorni.
Tenere al riparo dai bambini e non utilizzare nel caso in
cui la soluzione cambi colore.
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con le
superfici oculari.
Farmacocinetica
Dopo applicazione locale ai dosaggi terapeutici il
dapiprazolo e' prontamente biodisponibile nel contesto delle
strutture oculari, esprimendo il proprio caratteristico
effetto miotico. Il farmaco viene eliminato in gran parte
per via urinaria sotto forma di metaboliti o in minima parte
come tale.
La miosi prodotta dal dapiprazolo 0,5% comincia 10 minuti
dopo l'instillazione.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. E' commercializzato alla concentrazione
dello 0,5%. Nel caso in cui si voglia indurre richiamo della
midriasi la dose consigliata e' di 1-2 gocce ogni 5 minuti
per 3 volte. In caso di attacco acuto di glaucoma la dose
consigliata e' di 1-2 gocce ogni minuto per 5 minuti; quindi
1-2 gocce ogni 15 minuti fino a risoluzione dell'attacco.
Altre indicazioni: 1-2 gocce ogni 8 ore.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Glamidolo (Angelini) COLLIRIO: Dapiprazolo cloridrato 0,5%.
GUANETIDINA
La guanetidina abbassa la tensione endoculare dopo
somministrazione sia per via generale che locale. Questo
farmaco accentua la simpaticotonia del muscolo di Muller e
provoca miosi.
Meccanismo di azione
La guanetidina agisce esclusivamente sul neurone adrenergico
postgangliare determinando un blocco di conduzione "tipo
anestetico locale" della fibra adrenergica e una progressiva
deplezione delle riserve di noradrenalina. La sua azione si
svolge in prossimita' degli effettori senza influenzare i
gangli. In collirio 5% o 10% per alcune ore provoca midriasi
e aumento della facilita' di deflusso dell'umore acqueo e
successivamente miosi e riduzione della tensione oculare per
rodotta secrezione. Il blocco della terminazione nervosa
adrenergica determina l'insorgenza di una sindrome tipo
Claude-Bernard-Horner.
Indicazioni
La guanetidina e' impiegata nel glaucoma semplice ad angolo
aperto, da sola o in associazione all'adrenalina, nel
glaucoma congenito e anche nel glaucoma da chiusura
d'angolo.
E' usata anche nell'esoftalmo tireotossico per ridurre la
retrazione della palpebra superiore.
Controindicazioni
L'assorbimento sistemico e' molto scarso. Non deve essere
somministrata a pazienti con feocromocitoma, con
insufficienza coronarica, con insufficienza cerebrovascolare
e con anamnesi di ulcera peptica.
Effetti indesiderati
Le reazioni secondarie locali all'uso della guanetidina sono
l'iperemia congiuntivale e il bruciore. Inoltre possono
insorgere miosi, fotofobia, ptosi palpebrale, sindrome di
Horner, cherartiti puntate superficiali, disgeusia,
esacerbazione di cheratocongiuntiviti virali.
Interazioni con altri farmaci
Gli antistaminici antagonizzano il blocco adrenergico della
guanetidina. L'associazione con adrenalina e' piu' efficaced
di pilocarpina, adrenalina o guanetidina usate singolarmente
per ridurre la pressione endoculare.
Precauzioni
Usare con cautela in pazienti con anamnesi di ulcera
peptica, con insufficienza cerebrovascolare e con
insufficienza coronarica.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Puo' causare bruciore dopo l'instillazione.
Prestare attenzione nella guida di autoveicoli dopo
instillazione del farmaco.
Farmacocinetica
Dopo instillazione topica il farmaco penetra rapidamente in
camera anteriore La durata di azione e' pari a circa 6-8
ore. Le piccole quantita' di farmaco assorbite in circolo
vengono metabolizzate a livello epatico e l'eliminazione
avviene per via renale.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 2 gocce del collirio ogni 8 ore.
Nei soggetti con retrazione palpebrale instillare 1-2 gocce
della soluzione per 3-4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Visutensil (Merch Sharp & Dohme) COLLIRIO: Guanetidina
solfato 10%.
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Farmaci antiinfiammatori
Indice
Agenti antiinfiammatori steroidei
Corticosteroidi ad uso topico
Clobetasone
Desametasone
Desonide
Fluorometolone
Endrisone
Formocortale
Idrocortisone
Corticosteroidi per via perioculare
Betametasone
Desametasone
Metilprednisolone
Triamcinolone
Agenti antiinfiammatori non steroidei (FANS)
Bendazac lisina
Diclofenac sodico
Indometacina
I farmaci antiinfiammatori utilizzati in oftalmologia si
dividono in due grandi gruppi:
A) Agenti antiinfiammatori steroidei topici e iniettabili
B) Agenti antiinfiammatori non steroidei
I farmaci steroidei sono antiinfiammatori privi di
specificita', impiegati da decenni nel trattamento degli
stati flogistici e delle affezioni oculari di natura
immunologica. Tali sostanze sono di solito piu' efficaci
nelle forme acute rispetto a quelle croniche e sono
scarsamente attive nelle malattie dell'occhio a carattere
degenerativo.
L'azione antiinfiammatoria degli agenti steroidei e'
correlata a fattori multipli: se da un lato e' importante
considerare la capacita' dei singoli steroidi di legarsi a
specifici recettori tissutali dall'altro bisogna tenere
conto della differente attivita' antiinfiammatoria relativa
di questi farmaci.
E' inoltre importante considerare che le preparazioni ad uso
topico differiscono fra di loro anche per i veicoli
utilizzati che presentano un differente assorbimento a
livello oculare: esistono infatti preparati steroidei
scarsamente solubili in acqua e commercializzati sotto forma
di sospensioni, e preparati solubili in acqua
commercializzati sotto forma di soluzioni.
Vie di somministrazione
Considerando la struttura della cornea, che presenta una
barriera epiteliale ed una endoteliale scarsamente
permeabili alle soluzioni acquose, si comprende come le
sospensioni passino piu' facilmente tale barriera rispetto
alle soluzioni e si e' constatato come esse persistano piu'
a lungo a livello del fornice congiuntivale, consentendo
un'azione piu' prolungata nel tempo. L'uso topico dei
corticosteroidi puo' essere vantaggioso nelle forme
infiammatorie a carico delle palpebre, della congiuntiva,
della cornea e del corpo ciliare. In caso di uveiti
anteriori e' di solito indicata la somministrazione
contemporanea di steroidi per via subcongiuntivale (o
sottotenoniana) ed eventualmente per via sistemica; se e'
interessato il polo posteriore (corioretiniti e neuriti
ottiche) il trattamento locale non ha alcun effetto ed e'
necessario somministrare gli steroidi per via sistemica,
anche se puo' essere utile la somministrazione per via
perioculare.
L'uso degli steroidi in oftalmologia e' attualmente
piuttosto empirico ma, in generale, e' opportuno tenere in
debita considerazione i seguenti suggerimenti:
- In base alla sede e al tipo di affezione deve essere
scelta la via di somministrazione piu' appropriata.
- Il dosaggio dovra' essere correlato alla gravita' dello
stato infiammatorio.
- La terapia dovra' essere ridotta gradualmente e non
interrotta bruscamente.
- Il trattamento dovra' essere eseguito sotto stretto
controllo medico per verificare l'andamento della malattia e
prevenire l'insorgenza degli effetti collaterali che
conseguono all'uso di tali farmaci.
Meccanismo di azione
L'azione antiinfiammatoria e immunosoppressiva degli
steroidi e' aspecifica e puo' essere messa in relazione alle
seguenti attivita' di tali agenti:
- Inibizione della proliferazione linfocitaria. In
particolare sono sensibili agli steroidi i linfociti T, il
che spiega la generale depressione dell'attivita'
immunitaria cellulo-mediata. La produzione degli anticorpi
e' invece scarsamente ridotta.
- Soppressione dell'azione delle linfochine, della
migrazione macrofagica e di alcuni fattori di crescita.
- Inibizione della degranulazione dei granulociti neutrofili,
dei macrofagi, delle mastcellule e dei basofili come
conseguenza della stabilizzazione delle membrane lisosomiali.
- Riduzione della permeabilita' vascolare e soppressione
della vasodilatazione con conseguente riduzione del
passaggio di proteine, essudato e cellule nei tessuti.
- Riduzione della sintesi delle prostaglandine correlata al
blocco della sintesi dell'acido arachidonico.
I corticosteroidi sono somministrati localmente al fine
di ridurre i processi infiammatori responsabili della
comparsa di iperemia, infiltrazione cellulare,
vascolarizzazione e proliferazione fibroblastica. Essi
determinano l'inibizione della risposta infiammatoria ad
agenti meccanici, chimici o di natura immunologica.
I corticosteroidi topici sono efficaci nelle affezioni
infiammatorie ed allergiche a carico del segmento anteriore
dell'occhio (congiuntiva, sclera, cornea, palpebre, iride e
corpo ciliare).
Il meccanismo di azione e' da mettere in relazione alla
riduzione della permeabilita' vasale, all'inibizione della
funzione di linfociti e neutrofili, all'inibizione della
sintesi delle prostaglandine, alla stabilizzazione delle
membrane lisosomiali con blocco conseguente della
degranulazione, all'inibizione della migrazione macrofagica
e alla prevenzione del rilascio di chinine.
Indicazioni
Le principali indicazioni all'impiego degli steroidi per via
topica sono le seguenti: patologia infiammatoria delle
palpebre su base allergica (eczema, orticaria, dermatiti da
contatto); scleriti ed episcleriti; uveiti anteriori acute,
croniche e recidivanti; congiuntivite primaverile e
allergica; acne rosacea; cheratite puntata superficiale;
cheratite disciforme; congiuntiviti batteriche e virali nei
casi in cui sia importante ridurre l'infiammazione e
l'edema; traumi fisici e chimici della cornea; soppressione
del rigetto del lembo trapiantato dopo cheratoplastica.
Controindicazioni
L'applicazione locale degli steroidi e' controindicata nei
seguenti casi: ipertensione endoculare; Herpes Simplex acuto
e maggior parte delle altre affezioni da virus della cornea
in fase acuta ulcerativa, salvo associazioni con
chemioterapici specifici per il virus erpetico;
congiuntivite con cheratite ulcerativa anche in fase
iniziale (positivita' del test alla fluoresceina);
tubercolosi dell'occhio; micosi dell'occhio; oftalmie
purulente acute, congiuntiviti purulente e blefariti
purulentente ed erpetiche che possono essere aggravate o
mascherate dai corticosteroidi; orzaiolo.
Particolare attenzione richiede la somministrazione degli
steroidi in soggetti con ipersensibilita' ai colliri
cortisonici o sottoposti a rimozione di corpi estranei
corneali (per il rischio di infezioni sovrapposte).
Effetti indesiderati
Il principale effetto collaterale conseguente alla
somministrazione topica di steroidi e' rappresentato
dall'aumento del tono oculare. Il rialzo della pressione
endoculare con possibile sviluppo di glaucoma si verifica di
solito dopo 15-20 giorni di applicazione topica in pazienti
predisposti al glaucoma o glaucomatosi. Inoltre l'uso
prolungato puo' causare danni a carico del nervo ottico,
difetti dell'acuita' visiva e del campo visivo, formazione
di cataratta subcapsulare posteriore, insorgenza di
infezioni secondarie.
Nelle malattie che generano assottigliamento della cornea
o della sclera si puo' verificare la perforazione del globo
oculare. Dopo somministrazioni prolungate possono
manifestarsi, sebbene raramente, ispessimento della sclera,
midriasi, rilassamento delle palpebre. I cortisonici possono
determinare ritardo nella cicatrizzazione delle ferite.
Le infezioni fungine a carico della cornea si sviluppano
con maggiore facilita' in pazienti trattati con steroidi per
lungo tempo; deve pertanto essere considerata tale evenienza
in ogni tipo di ulcerazione oculare che si verifichi in
soggetti in trattamento con steroidi. E' opportuno quindi
utilizzare i colliri steroidei per periodi di durata
inferiore a un mese ed effettuare, in questi casi, controlli
frequenti della pressione oculare e del segmento anteriore
mediante la lampada a fessura.
Interazioni con altri farmaci
Per l'impiego previsto di questo gruppo di farmaci non si
conoscono interazioni medicamentose o incompatibilita'
farmacologiche.
Precauzioni
La sicurezza nelle terapie intensive o prolungate a base di
steroidi topici durante la gravidanza non e' stata del tutto
appurata. In tale stato gli steroidi topici vanno
somministrati solo in caso di effettiva necessita' e sotto
il diretto controllo del medico. Cautela deve essere usata
anche nell'impiego di questi prodotti nelle donne in fase di
allattamento e nei bambini di eta' inferiore a 2 anni.
Effetti collaterali di carattere sistemico si possono
raramente verificare in seguito all'uso prolungato degli
steroidi. Il sovraddosaggio non causa di solito particolari
problemi.
Informazioni per il paziente
E' opportuno tenere le confezioni lontano dalla portata dei
bambini; per evitare la contaminazione del prodotto e' bene
impedire il contatto del beccuccio del contagocce con
qualunque superficie e chiudere ogni volta il flaconcino; e'
importante effettuare il trattamento sotto stretto controllo
medico; non bisogna interrompere l'uso del prodotto senza
prima avere consultato il proprio medico; se entro una
settimana non si e' ottenuto alcun risultato e'
consigliabile sospendere la somministrazione dello steroide;
se compaiono o si aggravano dolore, bruciore e iperemia
consultare immediatamente il medico.
CLOBETASONE
Farmacocinetica
Il farmaco e' scarsamente assorbito dopo somministrazione
topica per cui i livelli nell'umore acqueo sono piuttosto
bassi. Per questo il clobetasone e' particolarmente indicato
nelle affezioni a carico di congiuntiva e cornea.
Studi clinici hanno mostrato una minore tendenza ad
aumentare la pressione oculare rispetto a idrocortisone,
prednisolone, betametasone e desametasone.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Il clobetasone e' in commercio sotto forma
di sospensione oftalmica. Instillare 1 goccia del farmaco
nel sacco congiuntivale 2-4 volte al giorno. Nelle forme
particolarmente gravi instillare 1 goccia ogni 1-2 ore fino
ad ottenere un sensibile miglioramento; quindi diminuire la
frequenza delle instillazioni.
Il prodotto deve essere conservato a temperatura ambiente.
Specialita'
Visucloben (Merck) COLLIRIO: Clobetasone-17-butirrato 0,1%.
DESAMETASONE
E', assieme al betametasone, il piu' potente agente
steroideo per quanto riguarda l'azione immunosoppressiva e
antiinfiammatoria, ma e' anche quello che induce i maggiori
effetti collaterali.
Farmacocinetica
Il desametasone e' uno degli steroidi piu' attivi in uso
nella terapia delle flogosi oculari. E' efficace anche a
concentrazioni molto basse (0,005%).
L'assorbimento, dopo applicazione topica, e' scarso in caso
di epitelio integro, ma aumenta notevolmente in caso di
ferite a carico dello stesso.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio: E' in commercio sia in forma di sospensione
che di soluzione. E' opportuno di solito instillare
nell'occhio, dopo avere agitato il flacone (che deve essere
conservato a temperatura ambiente), 1-2 gocce ogni 3-4 ore.
Quando si ottiene una risposta favorevole e' opportuno poi
ridurre il dosaggio a 3-4 volte al giorno.
La sospensione assicura concentrazioni piu' elevate
all'interno delle strutture oculari rispetto alla soluzione.
Pomata. Deve essere applicata nel sacco congiuntivale
inizialmente 3-4 volte al giorno e, una volta ottenuta una
risposta sufficiente e' consigliabile l'uso della pomata 1-2
volte al giorno a seconda della prescrizione medica.
L'utilizzo della pomata e' particolarmente conveniente
quando l'occhio e' bendato o quando e' utile un contatto
prolungato del principio attivo con le strutture oculari.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Desalark (Farmacologico Mil.) COLLIRIO: Desametasone fosfato
bisodico 0,1%.
Eta Cortilen (Sifi) COLLIRIO: Desametasone fosfato bisodico
0,15%.
Luxazone (Allergan) COLLIRIO: Desametasone fosfato
monosodico 0,2% POMATA: Desametasone fosfato monosodico
0,2%.
Visumetazone (Merck) COLLIRIO: Desametasone 0,1%.
DESONIDE
La caratteristica di questo composto risiede nel fatto che
la mancanza di molecole alogene nella struttura della
molecola riduce nettamente l'insorgenza di effetti dannosi a
carico dell'epitelio corneale, cosa che si verifica con
altri composti fluorurati. La sua solubilita' in acqua evita
inoltre il caratteristico senso di corpo estraneo cosi'
frequentemente lamentato dai pazienti in seguito alla
somministrazione di una sospensione.
Farmacocinetica
Dopo somministrazione topica la desonide viene rapidamente
assorbita e raggiunge livelli elevati nell'umore acqueo.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare negli occhi 1-2 gocce per 3-4
volte al giorno. Nella fase di attacco la dose puo' essere
aumentata secondo prescrizione medica. Pomata. 2-3
applicazioni al giorno.
I preparati devono essere mantenuti a temperatura ambiente.
Specialita'
Prenacid (Sifi) COLLIRIO: Desonide sodio fosfato 0,25%
POMATA: Desonide sodio fosfato 0,25%.
FLUOROMETOLONE
Il fluorometolone e' fra gli steroidi impiegati in
oftalmologia quello che determina, assieme al clobetasone,
il grado minore di aumento del tono oculare nei soggetti che
sono sensibili agli steroidi.
Farmacocinetica
Il farmaco penetra scarsamente attraverso la cornea e la sua
concentrazione in camera anteriore non aumenta in maniera
significativa anche in presenza di alterazioni dell'epitelio
corneale. Il farmaco non raggiunge in circolo livelli
plasmatici significativi.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce del prodotto nel
sacco congiuntivale per 2-4 volte al giorno. Nelle prime 48
ore il dosaggio puo' essere aumentato fino ad 1 goccia ogni
1-2 ore.
Agitare prima dell'uso.
Pomata. Applicare nel sacco congiuntivale 1-2 volte
al giorno. Nelle prime 48 ore il dosaggio puo' essere
aumentato fino a raggiungere una somministrazione ogni 4
ore.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Fluaton (Allergan) SOSPENSIONE: Fluorometolone 0,1% POMATA:
Fluorometolone 0,1%
Flumetol semplice collirio (Farmila) SOSPENSIONE:
Fluorometolone 0,2% POMATA: Fluorometolone 0,1%
ENDRISONE
Anche l'endrisone, pur essendo meno potente del
fluorometolone, si differenzia dagli altri steroidi per la
scarsissima attivita' sulla pressione oculare.
Farmacocinetica
In seguito ad applicazione topica il passaggio in camera
anteriore e' scarso. Il farmaco non e' quindi indicato nella
terapia delle infiammazioni intraoculari.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. La dose consigliata e' di 1-2 gocce 3-5
volte al giorno.
Pomata. 1-2 applicazioni durante la giornata.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Aldrisone (SIFI) COLLIRIO: Endrisone (D1-Medrisone) 0,5%
POMATA: Endrisone (D1-Medrisone) 0,5%.
FORMOCORTALE
E' caratterizzato da attivita' catarattogena pressoche'
nulla. Anche l'effetto sulla pressione intraoculare sembra
essere di scarso rilievo clinico.
Farmacocinetica
Il formocortale viene assorbito rapidamente dopo
somministrazione topica.
Somministrato localmente e' praticamente privo di effetti
collaterali sistemici, per cui e' molto indicato nella
terapia prolungata delle flogosi del segmento anteriore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. E' consigliata la somministrazione di una
goccia ogni 4 ore e, ottenuto l'effetto desiderato, la
riduzione progressiva della posologia.
Pomata. Si consiglia di effettuare una applicazione
2-3 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Formoftil (Farmigea) COLLIRIO: Formocortale 0,05% POMATA:
Formocortale 0,05%.
IDROCORTISONE
Viene usato prevalentemente nel trattamento delle flogosi
oculari di media entita'.
L'effetto sulle infiammazioni intraoculari e' minimo, ma il
rischio di aumento del tono oculare e' piuttosto basso.
Farmacocinetica
L'assorbimento e' piuttosto rapido come pure l'eliminazione.
A causa della scarsa attivita' antiinfiammatoria e della
breve persistenza in camera anteriore non e' indicato nella
terapia delle flogosi intraoculari.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. La posologia indicata e' di 4-6
somministrazioni giornaliere. Nelle prime 48 ore di terapia
la posologia puo' essere aumentata fino ad una goccia ogni
ora.
Il prodotto puo' essere conservato a temperatura ambiente.
Specialita'
Idracemi (Farmigea) COLLIRIO: Idrocortisone fosfato sodico
0,335%.
Corticosteroidi per via perioculare
Gli steroidi possono essere somministrati tramite
iniezione perioculare (sottocongiuntivale, sottotenoniana,
retrobulbare) nei casi in cui la terapia topica e quella
sistemica non consentono, da sole, il raggiungimento di
concentrazioni sufficientemente elevate a livello oculare. A
causa dello scarso assorbimento sistemico, sono indicati
anche nei soggetti che non tollerano i cortisonici
somministrati per altre vie.
Le iniezioni perioculari presentano, rispetto ai colliri, i
seguenti vantaggi: capacita' di raggiungere una
concentrazione terapeutica dietro il cristallino;
penetrazione attraverso la sclera di farmaci idrosolubili
che normalmente non sono in grado di attraversare la cornea;
ottenimento di un effetto a lunga durata iniettando
preparati "deposito" come il metilprednisolone.
La somministrazione di steroidi per via perioculare deve
essere associata a quella di anestetici iniettabili e
preceduta dall'instillazione di anestetici topici nel
fornice congiuntivale.
Indicazioni
Gli steroidi iniettabili per via perioculare sono indicati
in caso di uveiti anteriori, intermedie e posteriori, di
neurite ottica, di arterite temporale, di oftalmopatia
tiroidea medio-grave.
Possono essere usati anche, a discrezione del medico, nei
soggetti con reazione in seguito a trapianto di cornea, a
impianto di lentina intraoculare, a trabeculectomia e in
tutti quei casi in cui si verifichi formazione di fibrina in
camera anteriore.
Controindicazioni
L'impiego degli steroidi per via perioculare e'
controindicato nei seguenti casi: ipertensione endoculare;
Herpes Simplex acuto e maggior parte delle altre affezioni
da virus della cornea in fase acuta ulcerativa, salvo
associazioni con chemioterapici specifici per il virus
erpetico; tubercolosi dell'occhio; micosi dell'occhio.
Particolare attenzione richiede la somministrazione degli
steroidi in soggetti con ipersensibilita' ai cortisonici.
Effetti indesiderati
Gli effetti collaterali piu' comuni a livello oculare,
conseguenti di solito a terapie prolungate, sono l'aumento
del tono oculare, l'insorgenza di cataratta sottocapsulare
posteriore e la comparsa di esoftalmo. Inoltre si puo'
verificare atrofia e fibrosi dei muscoli extraoculari,
occlusione dell'arteria centrale della retina, reazioni
allergiche ai componenti del preparato, perforazione del
bulbo, discromatopsia, ridotta resistenza alle infezioni,
rallentamento dei processi di riparazione delle ferite.
Verificandosi anche un certo grado di assorbimento sistemico
possono insorgere, in rare circostanze, alterazioni del
bilancio idroelettrolitico, miopatia, osteoporosi, ulcere
gastrointestinali, fragilita' cutanea, convulsioni e
alterazioni psichiche, irregolarita' mestruale,
manifestazioni cushingoidi, ridotta tolleranza glucidica,
insorgenza di infezioni opportunistiche.
Interazioni con altri farmaci
A livello locale non sono evidenziabili interazioni e
incompatibilita' con altri farmaci. E' comunque
sconsigliabile iniettare contemporaneamente gli steroidi
associati con altre sostanze (escluso gli anestetici).
La contemporanea somministrazione di cortisonici e diuretici
puo' favorire l'ipopotassiemia.
Precauzioni
L'utilizzo di un singolo flacone per prelievi multipli
richiede particolare cura onde evitare contaminazioni del
contenuto. Una soluzione di ioduro di povidone o prodotti
simili sono raccomandabili per la pulizia del tappo del
flacone prima di aspirare il contenuto. E' consigliabile
anche sostituire l'ago con cui e' stata aspirata la
soluzione con un ago sterile.
E' necessario operare con tecniche sterili per prevenire
infezioni o contaminazioni.
Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima
infanzia gli steroidi devono essere somministrati solo nei
casi di effettiva necessita'.
Informazioni per il paziente
Le complicazioni conseguenti al trattamento con
glucocorticoidi sono dipendenti dall'entita' del dosaggio e
dalla durata. Il trattamento per via perioculare riduce
comunque il rischio di effetti collaterali sistemici.
BETAMETASONE
Il betametasone e' un originale corticosteroide di sintesi
dotato di un'intensa attivita' antiinfiammatoria ed
antireattiva, pari a circa 8-10 volte quella del
prednisolone. Ha scarsa tendenza a provocare gli effetti
collaterali caratteristici dei corticosteroidi.
Farmacocinetica
Il betametasone, a causa della breve durata di azione, viene
impiegato in quei casi in cui si vogliono ottenere
concentrazioni elevate in tempi brevi. Gli esteri sotto
forma di fosfato consentono infatti una rapida diffusione e
una immediata azione del composto.
Come gli altri glucocorticoidi vengono metabolizzati nel
fegato dove vengono irreversibilmente ridotti e coniugati
con l'acido glucuronico, per essere quindi escreti per via
renale.
Forme farmaceutiche e posologia
Fiale iniettabili. In oftalmologia vengono impiegate
usualmente concentrazioni pari a 2 mg/ml o 4 mg/ml. La dose
consigliata e' pari a 4-8 mg di betametasone al giorno.
Specialita'
Bentelan fiale(Glaxo) FIALE INIETTABILI: Betametasone
fosfato diso-dico 2 mg/ml.
Celestone fiale (Schering-Plough) FIALE INIETTABILI:
Betametasone fosfato disodico.
DESAMETASONE
Il desametasone e' uno dei piu' potenti corticosteroidi con
un'attivita' antiinfiammatoria circa 25 volte piu' elevata
dell'idrocortisone. E' molto efficace a dosaggi
relativamente bassi che determinano, fra l'altro, effetti
collaterali molto blandi specie dopo somministrazione
locale.
Il desametasone fosfato disodico e' stabile in soluzione
acquosa ed e' ben tollerato dalle strutture oculari.
Farmacocinetica
Dopo iniezione parabulbare il farmaco viene assorbito
rapidamente e raggiunge elevate concentrazioni intraoculari.
Viene metabolizzato a livello epatico ed escreto per via
renale.
Forme farmaceutiche e posologia
Fiale iniettabili. La dose consigliata, in relazione
alla elevata attivita' antiflogistica, e' pari a 4 mg/die.
Specialita'
Decadron fosfato (Merck Sharp & Dohme) FIALE INIETTABILI:
Desametasone 21-fosfato disodico 4 mg/ml.
Soldesam fiale (Farmacologico Mil.) FIALE INIETTABILI:
Desametasone 21-fosfato disodico.
METILPREDNISOLONE
Il metilprednisolone e' uno steroide di sintesi dotato di
buona attivita' antiinfiammatoria e di una ridotta attivita'
ritentiva idrosalina.
Farmacocinetica
I preparati di metilprednisolone acetato sono assorbiti
molto lentamente e pertanto hanno una azione prolungata nel
tempo (fino a 7-10 giorni). Sono indicati soprattutto nel
caso in cui si debbano effettuare iniezioni retrobulbari in
quanto consentono di ridurre la frequenza delle punture. Le
forme commercializzate come succinato sono invece attive
piu' rapidamente, ma il loro effetto dura al massimo 24 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Fiale iniettabili. La dose consigliata e' pari a 40 mg/die.
I preparati deposito possono essere iniettati ogni 3-5
giorni.
Specialita'
Depo-Medrol (Upjohn) FIALE INIETTABILI: Metilprednisolone
acetato 40 mg/ml.
Metilbetasone solubile FIALE INIETTABILI: Metilprednisolone
emisuccinato 53 mg/ml.
Solu-Medrol (Upjohn) FIALE INIETTABILI: Metilprednisolone
sodio succinato 40 mg/ml.
Urbason solubile (Hoechst Italia) FIALE INIETTABILI:
Metilprednisolone emisuccinato sodico 40 mg/ml.
TRIAMCINOLONE
L'attivita' relativa di questo steroide e' circa 5 volte
superiore a quella dell'idrocortisone. E' utilizzato per
iniezioni parabulbari nelle quali sia necessaria una durata
di azione prolungata e costante nel tempo.
Farmacocinetica
I preparati iniettabili a base di triamcinolone sono
commercializzati sotto forma di acetato che consente un
lento rilascio ed una maggiore durata di azione. Come gli
altri steroidi anche il triamcinolone viene metabolizzato a
livello epatico ed escreto per via renale.
Forme farmaceutiche e posologia
Fiale iniettabili. La dose consigliata, soprattutto
per iniezioni retrobulbari, e' pari a 40 mg ogni 4-6 giorni.
Specialita'
Kenacort-A Retard (Bristol-Myers Squibb) FIALE INIETTABILI:
Triamcinolone acetonide 40 mg/ml.
Agenti antiinfiammatori non steroidei (FANS)
I FANS sono inibitori della sintesi delle prostaglandine
con attivita' antiinfiammatoria ed analgesica. I vantaggi
dei FANS rispetto agli agenti steroidei possono essere messi
in relazione all'assenza di induzione di deficit immunitario
e di alterazioni a carico del segmento anteriore e del tono
oculare (non interferiscono sull'idrodinamica oculare).
Il principale impiego che attualmente viene fatto dei FANS
in oftalmologia riguarda il loro utilizzo, prima di
interventi chirurgici oculari, allo scopo di antagonizzare
la miosi che si verifica durante gli interventi di
estrazione di cataratta. Inoltre l'inibizione mirata della
sintesi delle prostaglandine ad opera dei FANS e' in grado
di prevenire l'insorgenza dell'edema maculare cistoide, dopo
intervento chirurgico di cataratta.
Meccanismo di azione
Le prostaglandine sono acidi grassi insaturi composti da 20
atomi di carbonio. Tali sostanze, dotate di rilevante
attivita' infiammatoria, sono in grado di condizionare anche
il tono oculare. Esse sono abitualmente suddivise in tre
gruppi (prostaglandine D, E ed F), suddivisi a loro volta in
sottogruppi. Fra le azioni principali troviamo la
vasodilatazione dei vasi sanguigni oculari, la rottura della
barriera emato-acquosa, la crescita di neovasi e la miosi.
Un'intensa e non controllata liberazione di prostaglandine
puo' essere causa di insorgenza di edema maculare cistoide
fluoroangiografico o clinico.
L'importanza delle prostaglandine nella patologia oculare e'
dimostrata anche dal fatto che la loro concentrazione
aumenta a livello oculare nelle uveiti allergiche e nelle
crisi glaucomatocicliche, nella malattia di Behcet, nei
traumi, dopo paracentesi e nella chirurgia della cataratta.
Anche la trombosi e' favorita dall'azione delle
prostaglandine mediante il meccanismo di aggregazione
piastrinica bloccato a sua volta da alcuni inibitori delle
prostaglandine come l'aspirina.
Il meccanismo di azione dei FANS sembra essere correlato
all'inibizione della ciclossigenasi, un enzima coinvolto
nella cascata dell'acido arachidonico che porta alla
produzione di potenti mediatori dell'infiammazione come le
prostaglandine. Tali agenti non inibiscono invece l'enzima
lipossigenasi e l'enzima fosfolipasi A, coinvolti nella
sintesi di altri potenti mediatori dell'infiammazione come i
leucotrieni.
Vie di somministrazione
Le vie di somministrazione piu' frequentemente utilizzate
sono quella topica e quella sistemica per via orale.
Riguardo a quest'ultima, recenti studi hanno evidenziato che
il diflunisal e' il piu' efficace e il piu' sicuro di questo
gruppo di farmaci, seguito dal naprossene e dall'indometacina.
La terapia per via orale e' particolarmente utile nel
trattamento a lungo termine delle uveiti anteriori
recidivanti, ma talora viene usata in associazione con gli
steroidi anche per il trattamento delle uveiti posteriori
secondarie non infettive. Il trattamento per via
intramuscolo e' utilizzato in oftalmologia soprattutto per
ottenere un effetto analgesico nel periodo postoperatorio o
in caso di dolore perioculare. Il trattamento topico e'
riservato ai casi interessanti il segmento anteriore e puo'
essere associato o meno alla somministrazione di steroidi
e/o FANS per via sistemica.
Farmaci antiinfiammatori non steroidei ad uso topico
I FANS ad uso topico attualmente in commercio a livello
internazionale sono il diclofenac sodico, il flurbiprofene
sodico, il ketorolac trometamina, il piroxicam, l'indometacina
e il suprofene. In Italia sono commercializzati solo il
diclofenac sodico, l'indometacina e il piroxicam.
Il diclofenac fa parte del gruppo degli acidi fenilacetici
mentre il flurbiprofene e il suprofene appartengono alla
categoria degli acidi fenilalcanoidi. Tutti questi composti
sono dotati di attivita' analgesica, antipiretica e
antiinfiammatoria. Il loro meccanismo di azione e' da
mettere in relazione all'inibizione della sintesi delle
prostaglandine il che spiega il loro effetto
antiinfiammatorio e la capacita' di inibire la miosi che si
verifica durante gli interventi di cataratta.
Questi composti, a differenza degli steroidi, non alterano
in maniera significativa la pressione intraoculare.
Indicazioni
Inibizione della miosi operatoria nel corso degli interventi
chirurgici per cataratta.
Stati infiammatori postoperatori dopo interventi per
cataratta e dopo altri interventi chirurgici.
Profilassi pre- e post-operatoria dell'edema maculare
cistoide associato all'estrazione di cataratta e
all'impianto di lente intraoculare.
Stati infiammatori non settici del segmento anteriore
dell'occhio (edema della cornea e della congiuntiva,
congiuntiviti croniche non settiche, scleriti). Reazioni
flogistiche post-traumatiche conseguenti a lesioni
penetranti e non penetranti (in associazione a trattamento
antimicrobico locale).
Neovascolarizzazioni corneali da lenti a contatto su base
infiammatoria.
Controindicazioni
Ipersensibilita' individuale ai componenti della
formulazione.
Cheratocongiuntiviti virali con lesioni ulcerative in atto.
Non devono essere somministrati ai pazienti nei quali si
siano verificati, dopo assunzione di acido acetilsalicilico
o di altri FANS, accessi asmatici, orticaria e riniti acute.
Il diclofenac non deve essere impiegato in pazienti
portatori di lenti a contatto morbide.
Effetti indesiderati
In talune circostanze i pazienti riferiscono una lieve o
moderata sensazione di bruciore e/o scotomi dopo
somministrazione topica di un prodotto a base di FANS.
Raramente possono comparire reazioni di ipersensibilita' con
prurito, arrossamento e/o fotosensibilita'.
In seguito a somministrazione di diclofenac sono comparsi
occasionalmente i seguenti disturbi: cheratite, aumento
della pressione intraoculare, reazione in camera anteriore,
allergia a livello oculare, nausea e vomito, infezioni
virali.
Nei pazienti trattati con indometacina si possono verificare
alterazioni dell'epitelio corneale, aumento della pressione
intraoculare, edema palpebrale, edema della cornea e
cheratite striata.
Interazioni con altri farmaci
L'indometacina puo' interferire con l'effetto ipotensivo
oculare dell'epinefrina.
Precauzioni
Non sono disponibili attualmente dati circa la sicurezza di
impiego dei FANS durante la gravidanza e l'allattamento. In
questi casi il prodotto va quindi somministrato solo nei
casi di effettiva necessita' sotto il diretto controllo del
medico. La sicurezza dei FANS in eta' pediatrica non e'
stata ancora stabilita.
L'indometacina deve essere somministrata con cautela nei
pazienti con ulcera peptica, sebbene l'assorbimento
sistemico sia minimo.
Potendosi verificare un certo grado di assorbimento
sistemico dei FANS, va sottolineato il rischio (limitato) di
emorragie in pazienti con disturbi della coaugulazione o
sottoposti ad intervento chirurgico anche a livello oculare.
Nei portatori di lenti a contatto morbide si puo' verificare
bruciore e/o arrossamento dopo somministrazione di
diclofenac.
Informazioni per il paziente
L'uso specie se prolungato di prodotti per via topica puo'
dare origine a fenomeni di sensibilizzazione o di
irritazione. In tali casi il trattamento va interrotto e va
consultato l'oculista di fiducia.
Una volta aperta la confezione, il farmaco va utilizzato
entro un mese.
La fialetta monodose va gettata dopo l'uso anche se
parzialmente utilizzata. Tenere lontano dalla portata dei
bambini.
Raramente si possono verificare alterazioni dello stato di
vigilanza, per cui devono prestare particolare attenzione
coloro che potrebbero condurre veicoli di qualsiasi tipo o
attendere ad operazioni richiedenti integrita' del grado di
vigilanza.
BENDAZAC LISINA
Questo antiinfiammatorio non steroideo si differenzia
nettamente dai farmaci di questo gruppo, in quanto l'azione
antiinfiammatoria e' scarsissima. Tale farmaco viene
comunemente impiegato come coaudiuvante nel trattamento
della cataratta.
DICLOFENAC SODICO
Farmacocinetica
Le dosi giornaliere di diclofenac sodico, che risultano
efficaci per instillazione congiuntivale (circa 0,25-0,50 mg
di farmaco), corrispondono a meno dell'1% della dose
giornaliera di diclofenac sodico somministrata per via
sistemica nelle affezioni reumatiche. La penetrazione del
diclofenac in camera anteriore e' stata dimostrata nel
coniglio e confermata anche nell'uomo. Dopo instillazione
oculare nell'uomo, non sono stati riscontrati livelli
plasmatici misurabili di diclofenac.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Nel trattamento preoperatorio degli adulti
e' consigliata l'instillazione di 4-5 gocce nelle ore
precedenti l'intervento (3 gocce nell'ora precedente
l'intervento, oppure 4 gocce nelle 3 ore precedenti
l'intervento). Nel trattamento postoperatorio si consiglia
l'instillazione di fino 5 gocce al giorno nella prima
settimana dopo l'intervento. Nella prevenzione dell'edema
maculare cistoide e' consigliata la seguente posologia: 1
goccia 5 volte al giorno, il giorno precedente l'intervento;
1 goccia 3 volte al giorno, il giorno dell'intervento; 1
goccia 5 volte al giorno, fino alla dimissione; 1 goccia 3
volte al giorno, per i 6 mesi successivi.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Voltaren Ofta (Ciba Vision Ophthalmics) COLLIRIO: Diclofenac
sodico 0,1%.
INDOMETACINA
Viene usata pressoche' esclusivamente per mantenere la
midriasi e come antiflogistico locale, nelle profilassi
dell'edema maculare cistoide in caso di intervento di
estrazione chirurgica del cristallino.
Farmacocinetica
L'indometacina per via topica attraversa facilmente la
cornea e raggiunge nell'umor acqueo la massima
concentrazione fin dalla prima ora. Dopo 4 ore i livelli
sono ancora sufficientemente elevati. I livelli plasmatici
rimangono costantemente bassi riducendo il rischio di
effetti collaterali a carattere sistemico.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Si consiglia l'instillazione di 4-5 gocce a
partire dalle terza ora che precede l'intervento. Dopo
l'intervento e' consigliata l'instillazione di una goccia
3-4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Indocollirio Sifi (SIFI) COLLIRIO: Indometacina 0.5%.
Indom collirio (Alfa Intes) COLLIRIO: Indometacina 0,5%.
PIROXICAM
Farmacocinetica
Applicato topicamente il piroxicam penetra facilmente
attraverso la cornea e raggiunge nell'umore acqueo elevate
concentrazioni perduranti per molte ore, mentre i livelli
plasmatici, anche dopo somministrazioni protratte per oltre
un mese, risultano trascurabili.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare nel sacco congiuntivale 1-2
gocce 3 volte il giorno per 4-10 giorni.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Piroftal (Bruschettini) COLLIRIO: Piroxicam 0,5%.
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Farmaci antivirali
Indice del capitolo
Introduzione
Aciclovir
Citarabina
Idoxuridina
Interferone
Trifluridina
Idoxuridina + Colistina + Tetraciclina
+ Xantopterina
Introduzione
La maggior parte delle infezioni virali interessanti
l'occhio sono causate da agenti appartenenti al gruppo degli
herpes virus che rispondono usualmente abbastanza bene al
trattamento. La sede dell'infezione virale influenza
notevolmente l'efficacia dei farmaci chemioterapici: le
infezioni superficiali della cornea sono usualmente
suscettibili di trattamento con farmaci somministrati
topicamente mentre, in caso di interessamento stromale, e'
spesso necessario effettuare una terapia locale associata ad
un trattamento per via sistemica.
Soltanto pochi farmaci di impiego clinico sono disponibili
per la terapia antivirale in quanto la maggior parte dei
farmaci che inibiscono la replicazione virale disturbano in
maniera rilevante anche la funzione delle cellule
dell'organismo ospite risultando quindi tossici. I virus
sono infatti parassiti endocellulari obbligati ed un
farmaco, per essere efficace, deve agire a livello
intracellulare il che puo' favorire l'insorgenza di fenomeni
tossici a carico della cellula ospite.
Nella maggior parte delle infezioni virali, la replicazione
del virus raggiunge il massimo livello prima dell'inizio
della sintomatologia clinica per cui, al fine di essere
terapeuticamente efficaci, i farmaci inibenti la
replicazione virale dovrebbero essere somministrati prima
della comparsa della malattia, cioe' come chemioprofilattici.
In alcune malattie virali (ad esempio cheratite da herpes
simplex) la replicazione dell'agente infettante si verifica
per lunghi periodi di tempo per cui una parziale inibizione
di tale replicazione puo' favorire la guarigione.
Il meccanismo di azione di molti farmaci antivirali e'
sconosciuto anche se, solitamente, gli antivirali
somministrabili topicamente interferiscono con la
replicazione dei virus alterando la sintesi di DNA.
L'idoxuridina, la citarabina, l'aciclovir e la trifluridina
sono efficaci nel trattamento delle infezioni da herpes
simplex che interessano la congiuntica e la cornea.
Il ganciclovir (non in commercio in Italia) e' indicato nei
pazienti immunocompromessi con retinite da citomegalovirus e
per la prevenzione dello stesso tipo di retinite nei
pazienti sottoposti a trapianti. Il foscarnet (non in
commercio in Italia) e' indicato solo nei pazienti con AIDS
affetti da retinite da Citomegalovirus.v Le infezioni
virali, specialmente la cheratocongiuntivite epidemica, sono
spesso associate a congiuntivite follicolare e a
linfoadenopatia preauricolare. Attualmente questo tipo di
infezione virale non risponde a nessun tipo di terapia.
ACICLOVIR
L'aciclovir e' un antivirale altamente attivo, in vitro,
contro i virus Herpes simplex tipo I e II e
Varicella-Zoster. E' un analogo della purina simile come
struttura alla vidarabina ma con l'anello del desossiribosio
aperto (nucleoside aciclico).
Meccanismo di azione
Una volta entrato nella cellula infettata dai virus
erpetici, l'aciclovir viene trasformato in aciclovir
trifosfato che e' la forma attiva del farmaco.
Il primo stadio del processo di fosforilazione e' dipendente
dalla timidina chinasi codificata dal virus. L'aciclovir
trifosfato agisce sia come substrato che come inibitore
della DNA-polimerasi virale bloccando il proseguimento della
sintesi del DNA virale senza interferire con i normali
processi cellulari. Il farmaco e' inattivo nei tessuti
normali.
L'eventuale resistenza all'aciclovir e' conseguente ad una
mutazione virale che causa l'assenza dei geni per la
timidina chinasi e/o per la DNA polimerasi.
Indicazioni
Cheratiti da herpes simplex e zoster.
Controindicazioni
Ipersensibilita' all'aciclovir.
Effetti indesiderati
In una piccola percentuale di pazienti si puo' avere un
moderato e transitorio bruciore subito dopo l'applicazione
del farmaco. Si e' osservata anche la comparsa di
cheratopatia puntata superficiale che di solito regredisce
senza sequele.
In alcuni pazienti e' stata segnalata la comparsa di
irritazione ed infiammazione locale come blefarite e
congiuntivite.
Interazioni con altri farmaci
Il probenecid aumenta l'emivita media e l'area sotto la
curva delle concentrazioni plasmatiche dell'aciclovir
somministrato per via sistemica. L'esperienza clinica non ha
rilevato interazioni con altri farmaci.
Precauzioni
In gravidanza e durante l'allattamento il farmaco deve
essere utilizzato solo in caso di assoluta necessita' e
sotto diretto controllo medico.
Non sono segnalati fenomeni di assuefazione o dipendenza dal
farmaco.
Informazioni per il paziente
Non sono noti effetti negativi dell'aciclovir sulla
capacita' di guidare e sull'uso delle macchine.
Farmacocinetica
L'aciclovir viene rapidamente assorbito attraverso
l'epitelio della cornea ed i tessuti superficiali
dell'occhio, fino a raggiungere nell'umor acqueo
concentrazioni efficaci.
Con le attuali tecniche non e' possibile misurare
concentrazioni ematiche di aciclovir dopo applicazione
topica del farmaco, tuttavia tracce della sostanza possono
essere dosate nelle urine anche se a livelli non
significativi dal punto di vista clinico.
Forme farmaceutiche e posologia
Pomata oftalmica. Applicare 0,5-1 cm di pomata nel
sacco congiuntivale inferiore, 5 volte al giorno ad
intervalli di circa 4 ore. La terapia deve continuare per
almeno tre giorni dopo la guarigione.
Conservare a temperatura non superiore a 25 gradi
centigradi.
Specialita'
Acyvir Oftalmico Pomata (Delalande Isnardi) POMATA:
Aciclovir 3%.
Cycloviran Pomata Oftalmica (Sigma-Tau) POMATA: Aciclovir
5%.
Sifiviral (Sifi) POMATA: Aciclovir 3%.
Zovirax Oftalmico Pomata (Wellcome) POMATA: Aciclovir 3%.
CITARABINA
La citarabina e' un antimetabolita che possiede in vitro e
in vivo attivita' antivirale contro il virus herpes simplex
tipo 1 e 2 e contro il virus varicella-zoster. Rispetto ai
farmaci analoghi presenta una maggiore solubilita'
nell'epitelio corneale e un'efficacia terapeutica notevole
in casi di affezioni resistenti ad altri medicamenti.
Meccanismo di azione
Si pensa che la citarabina interferisca con le fasi precoci
della sintesi del DNA. In particolare essa blocca la
conversione della citosina-ribosio in citosina deossiribosio:
la formazione di DNA virale viene pertanto inibita.
Indicazioni
Trattamento della cheratocongiuntivite acuta e della
cheratite epiteliale ricorrente dovuta al virus herpes
simplex tipo 1 e 2. Talora e' efficace contro il medesimo
tipo di cheratiti che non rispondono al trattamento con
idoxuridina. Utile anche nel trattamento delle congiuntiviti
da adenovirus, da mollusco contagioso, da virus vaccinico e
nella oftalmoblenorrea dei neonati.
Controindicazioni
Ipersensibilita' individuale accertata verso il prodotto.
Effetti indesiderati
Talora possono insorgere bruciore, iniezione congiuntivale,
sensazione di corpo estraneo, lacrimazione, dolore,
cheratite superficiale puntata, occlusione dei puntini
lacrimali.
Interazioni con altri farmaci
Gli antibiotici topici o gli steroidi possono essere
impiegati in combinazione con la citarabina senza che si
verifichi un incremento degli effetti indesiderati.
Precauzioni
Essendo stati dimostrato che la somministrazione di
citarabina aumenta il rischio di anormalita' fetali in
animali da esperimento, si consiglia di somminmistrare il
prodotto solo in caso di assoluta necessita' durante la
gravidanza e l'allattamento.
L'associazione con steroidi e' di solito controindicata
nelle infezioni oculari da virus herpes simplex.
E'importante ricordare il rischio di effetti mutageni sulle
cellule germinali maschili.
Non sono noti effetti da iperdosaggio.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Se non si verifica alcun miglioramento entro
7 giorni dall'inizio della terapia consultare immediatamente
il medico.
Farmacocinetica
Il farmaco supera la barriera corneale anche se le quantita'
riscontrate nell'umore acqueo sono molto basse. Il prodotto
viene eliminato nelle urine come tale o sotto forma di
citarabina.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare nel fornice congiuntivale 1
goccia ogni 2 ore. Se non ci sono segni di miglioramento
entro 7 giorni dall'inizio della terapia o se non si
verifica la completa riepitelizzazione entro 21 giorni e'
opportuno passare ad altre forme di terapia. Per evitare
recidive e' consigliabile continuare il trattamento per una
settimana dopo la scomparsa dei segni clinici.
Specialita'
Erpalfa (Intes) COLLIRIO: Citarabina 0,5%.
IDOXURIDINA
L'idoxuridina e' un antimetabolita analogo della timidina
utilizzata in oftalmologia nel trattamento delle cheratiti
da herpes simplex. Dal punto di vista biochimico e' quindi
una pirimidina alogenata. E' in grado di inibire in vitro la
maggior parte dei virus a DNA. L'efficacia e' paragonabile a
quella della vidarabina, dell'aciclovir e della trifluridina.
Meccanismo di azione
La idoxuridina inibisce il processo di sintesi dell'acido
desossiribonucleico (DNA) virale sostituendosi alla timidina
durante il processo di replicazione del virus stesso.
Inoltre interferisce anche con l'attivita' della timidina
chinasi e della DNA polimerasi attraverso un processo di
inibizione a feedback.
Indicazioni
Trattamento delle cheratiti da herpes simplex. I risultati
ottenuti sono migliori nei pazienti con alterazioni
epiteliali trattate precocemente rispetto ai pazienti con
interessamento stromale.
Controindicazioni
Ipersensibilita' alla idoxuridina.
Effetti indesiderati
La somministrazione topica puo' causare dolore, irritazione,
fotofobia, edema palpebrale lieve, formazione di panno
superficiale e cheratite puntata. Talora si puo' verificare
restringimento o occlusione dei puntini lacrimali.
Interazioni con altri farmaci
La somministrazione contemporanea di soluzioni contenenti
acido borico puo' causare la formazione di precipitati che
determinano irritazione.
Precauzioni
La idoxuridina e' in grado di superare la barriera
placentare negli animali gravidi e puo' determinare
malformazioni anche quando somministrata topicamente.
L'utilizzo in gravidanza e durante l'allattamento e'
consigliato solo in casi estremamente gravi in cui e'
necessario ricorrere a questo tipo di terapia. Molti ceppi
di virus erpetico risultano resistenti al trattamento con
idoxuridina. Se dopo 14 giorni di terapia non si ottengono
risultati soddisfacenti e' opportuno interrompere il
trattamento.
Per evitare recidive e' consigliabile continuare la terapia
per almeno 5 giorni dopo la scomparsa dei segni clinici.
Il sovradosaggio non causa usualmente problemi, tranne
piccoli difetti epiteliali corneali, che scompaiono con la
cessazione della terapia.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Dopo la somministrazione puo' verificarsi
fotofobia.
Interrompere il trattamento in caso di comparsa di effetti
collaterali.
Farmacocinetica
La idoxuridina e' scarsamente solubile in acqua e penetra
attraverso la cornea con difficolta', per cui la sua azione
e' efficace solo in caso di lesioni epiteliali. Il farmaco
viene rapidamente metabolizzato a livello tissutale in
iodouracile, un composto inattivo.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Iniziare il trattamento instillando 1
goccia nell'occhio affetto ogni ora durante il giorno e ogni
2 ore durante la notte. Quando si e' ottenuto un
miglioramento (evidenziabile mediante colorazione con
fluoresceina) dimezzare la frequenza delle instillazioni.
Continuare il trattamento per almeno 5 giorni dopo la
scomparsa dei segni clinici.
In caso di cheratiti stromali puo' essere considerata
l'associazione con steroidi.
In caso di rischio di infezioni e di gravi infiammazioni
puo' essere utile la somministrazione contemporanea di
steroidi o di atropina.
Conservare al riparo dalla luce e a temperatura compresa fra
15 e 30 gradi centigradi.
Specialita'
Iducher (Farmigea) COLLIRIO: Idoxuridina 2% POMATA:
Idoxuridina 2%.
INTERFERONE
Gli interferoni costituiscono una complessa famiglia
composta da diverse specie e numerose sottospecie di
glicoproteine, normalmente liberate dalle cellule nel corso
di aggressioni virali o in seguito a stimoli di vario
genere, dotate di attivita' antivirale, antiproliferativa e
immunomodulatrice.
Nell'uomo sono state individuate tre classi di interferon:
interferon alfa, prodotto in prevalenza da leucociti;
interferon beta, prodotto soprattutto da fibroblasti;
interferon gamma prodotto dai T-linfociti.
Oggi si conoscono circa 20 sottotipi diversi di interferoni
alfa umani geneticamente distinti: ciascun sottotipo
possiede probabilmente una diversa efficacia clinica nelle
diverse condizioni e presumibilmente tra di essi si realizza
una forma di cooperazione e di interazione reciproca.
Meccanismo di azione
L'attivita' antivirale dell'interferone e' molto elevata e
risulta evidente anche a concentrazioni infinitamente basse
nei confronti di un ampio spettro di virus a DNA e a RNA,
comprendente la maggior parte degli agenti virali patogeni
per l'uomo. L'interferone non agisce direttamente sui virus,
bensi' sulle cellule non ancora infettate, producendo in
esse una serie di modificazioni che le preparano a
respingere l'attacco virale.
In particolare l'interferone, dopo essersi legato ad uno
specifico recettore situato sulla superficie cellulare, e'
in grado di indurre i seguenti effetti: modificazione delle
proprieta' di membrana cellulare che risulta piu' resistente
alla penetrazione virale; sintesi di una 2'-5'
oligoadenilato sintetasi che a sua volta attiva una
endoribonucleasi che demolisce l'RNA virale e ne blocca la
replicazione; sintesi di una proteina chinasi che,
attraverso una fosforilazione ad opera dell'ATP, inattiva il
peptide considerato l'iniziatore della sintesi proteica
virale; sintesi di una fosfodiesterasi capace di inibire
l'inserimento ribosomiale degli aminoacidi e quindi la
sintesi di nuove proteine virali.
Indicazioni
Profilassi e terapia delle cheratocongiuntiviti da
Adenovirus e delle infezioni oculari da virus dell'Herpes
simplex.
Controindicazioni
Ipersensibilita' individuale accertata verso il prodotto.
Effetti indesiderati
Dopo instillazione puo' insorgere bruciore e irritazione
oculare.
Benche' il passaggio in circolo dopo applicazione topica sia
molto limitato, e' opportuno tener presente che l'impiego di
interferon alfa per via sistemica puo' causare un lieve
malessere similinfluenzale con brividi, febbre, cefalea e
mialgia.
Interazioni con altri farmaci
L'associazione di interferone collirio con farmaci
antivirali di sintesi quali iododesossiuuridina e aciclovir
non solo non e' controindicata, ma puo' rappresentare una
razionale associazione terapeutica, specie nelle infezioni
sostenute da virus dell'Herpes simplex.
Il contemporaneo impiego di cortisonici e' invece
sconsigliato perche' potrebbe comportare un ritardo nella
guarigione delle lesioni. Possono essere eventualmente
impiegati preparati oftalmici a base di antiinfiammatori non
steroidei.
Precauzioni
Il prodotto puo' essere utilizzato durante la gravidanza e
l'allattamento solo sotto stretto controllo medico.
Non sono riportati in letteratura casi di sovradosaggio dopo
terapia topica con interferon.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi.
Non sono segnalati effetti sulla capacita' di guidare e
sull'uso di macchine.
Il prodotto non deve essere utilizzato oltre i 30 giorni
dopo la prima apertura del flacone.
Farmacocinetica
Dopo applicazione topica l'interferone ha una buona
diffusibilita' tissutale, ma il suo passaggio in circolo e'
molto limitato.
L'interferone circolante ha un'emivita piuttosto breve
perche' la maggior parte di esso si fissa ai recettori
cellulari e la rimanente parte viene rapidamente
metabolizzata ad opera di rene e fegato.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare nel sacco congiuntivale 1-2 gocce per
occhio ogni 2 ore. E' opportuno eseguire l'applicazione
anche nell'occhio non ancora colpito per prevenire
l'infezione.
E' consigliabile protrarre l'instillazione per almeno sette
giorni. A scopo profilattico, per evitare l'infezione nel
corso di forme epidemiche, e' sufficiente instillare una
goccia di interferon in entrambi gli occhi per 4 volte al
giorno.
Il collirio deve essere conservato a temperatura compresa
fra 4 e 8 gradi centigradi.
Specialita'
Alfaferone collirio (Bru-schettini) COLLIRIO: Interferon
alfa da leucociti umani 3.000.000 UI/ml.
Frone gtt oculari (Serono) COLLIRIO: Interferone umano da
fibroblasti 6.000.000 UI/ml.
TRIFLURIDINA
La trifluridina (trifluorotimidina) e' un analogo
strutturale della timidina impiegata nel trattamento di
alcuni tipi di infezioni virali dell'occhio. Dal punto di
vista chimico e' simile all'idoxuridina ma la molecola e'
alogenata a livello della base pirimidinica con tre atomi di
fluoro legati al gruppo 5-metilico.
Studi in vitro hanno mostrato che essa inibisce
efficacemente la replicazione del virus herpes simplex tipo
I, che causa la cheratocongiuntivite primaria e la cheratite
epiteliale ricorrente nell'uomo. In studi comparativi
mascherati, principalmente su pazienti con ulcere
dendritiche, la trifluoridina 1% in soluzione e' risultata
efficace in piu' del 90% dei pazienti.
Meccanismo di azione
Lo specifico meccanismo di azione della trifluridina contro
i virus herpes non e' esattamente conosciuto, ma e' stato
dimostrato che questo farmaco inibisce alcuni enzimi
coinvolti nella sintesi del DNA e che la trifluridina viene
incorporata nel DNA. In particolare sembra ormai dimostrato
che la trifluridina e' in grado di inibire gli enzimi
timidilato sintetasi e timidina chinasi, essenziali per la
fosforilazione delle basi facenti parte degli acidi nucleici
prima dell'incorporazione nella catena.
Oltre alla sua attivita' antivirale, la trifluridina
inibisce la crescita di varie cellule non infette di
mammiferi in coltura.
Indicazioni
Cheratiti causate da herpes simplex tipo 1 e 2. Spesso e'
efficace nel trattamento di cheratiti epiteliali dovute al
virus herpes che non rispondono alla somministrazione locale
di idoxuridina.
Controindicazioni
Ipersensibilita' a qualsiasi componente del prodotto.
Effetti indesiderati
Occasionalmente, a seguito dell'instillazione del collirio o
alla applicazione della pomata oftalmica, puo' essere
avvertita dal paziente una lieve e transitoria sensazione di
bruciore o puo' comparire arrossamento.
Sono stati inoltre osservati raramente cheratopatia puntata
superficiale, cheratopatia epiteliale, cheratite secca,
congiuntivite follicolare, edema palpebrale, aumento della
pressione intraoculare, occlusione dei puntini lacrimali.
Interazioni con altri farmaci
Per l'uso previsto non sono conosciute interazioni con altri
farmaci.
Precauzioni
La trifluridina deve essere prescritta unicamente a pazienti
con diagnosi clinica accertata di cheratite erpetica. Va
tenuto presente che una diminuita integrita' corneale o
l'infiammazione uveale o stromale possono aumentare la
penetrazione del farmaco nell'umore acqueo.
Non sono stati segnalati fenomeni di assuefazione o
dipendenza dal farmaco. Il trattamento deve essere protratto
per alcuni giorni dopo completa guarigione dell'eruzione
erpetica, al fine di evitare eventuali recidive. In casi
particolari la trifluridina puo' essere associata con altri
farmaci somministrati localmente come steroidi, antibiotici,
interferon, atropina, ecc.
Se dopo 7 giorni di terapia non si osservano segni di
miglioramento o se dopo 14 giorni non si osserva una
completa riepitelizzazione debbono essere prese in
considerazione altre forme di terapia.
Nelle donne in stato di gravidanza il prodotto va prescritto
solo dopo un'attenta valutazione da parte del medico anche
se non sono stati riscontrati effetti teratogeni sugli
animali.
Non sono disponibili dati relativi alla presenza di
trifluridina nel latte materno dopo somministrazione topica.Un
sovradosaggio per instillazione oculare e' improbabile.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi per evitare contaminazioni.
Non sono noti effetti negativi della trifluridina sulla
capacita' di guidare o sull'uso di macchine.
Chiudere il flacone e il tubo subito dopo l'uso.
Farmacocinetica
Dopo instillazione topica di trifluridina e' stata
dimostrata la comparsa del farmaco in camera anteriore.
L'assenza di epitelio corneale aumenta la penetrazione della
trifluridina di circa 2 volte. Una diminuita integrita'
corneale o stromale o l'infiammazione dell'uvea possono
aumentare la penetrazione della trifluridina nell'umore
acqueo. Il farmaco viene metabolizzato a trifluorotimina e
deossiribosio ad opera degli enzimi cellulari ed e'
instabile a pH superiore a 7,6.
L'assorbimento sistemico alle dosi consigliate appare essere
trascurabile. Dopo instillazione non sono state infatti
trovate concentrazioni significative di trifluridina o di
suoi metaboliti nei sieri di soggetti sani adulti che
avevano instillato il collirio 7 volte al giorno per 14
giorni consecutivi.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare nel sacco congiuntivale 1 goccia
di collirio ogni 5 volte al giorno per 8 giorni.
Pomata oftalmica. Applicare nel sacco congiuntivale
da 3 a 5 mm di pomata 3-4 volte al giorno. La pomata puo'
essere anche usata come complemento al trattamento diurno
con trifluridina. In questo caso applicare 3-5 mm di pomata
nel sacco congiuntivale alla sera prima di coricarsi. Il
collirio deve essere conservato a temperature comprese fra 4
e 8 gradi centigradi. La pomata deve essere conservata a
temperature inferiori a 20 gradi centigradi.
Specialita'
Triherpine (Ciba Vision) COLLIRIO: Trifluridina 1% POMATA:
Trifluridina 1%.
ANTIVIRALI IN ASSOCIAZIONE
IDOXURIDINA + COLISTINA +
TETRACICLINA + XANTOPTERINA
L'idoxuridina e' una sostanza antivirale attiva sui
DNA-virus, specie del gruppo degli Herpes-virus, capace di
determinare un abbassamento del titolo virale nei focolai
infettivi.
La colistina metansulfonato e' una antibiotico poco tossico
e ben tollerato con un'azione essenzialmente battericida
sulla maggior parte dei batteri Gram negativi.
La rolitetraciclina e la tetraciclina hanno una bassa
tossicita' acuta ed una scarsa penetrazione intraoculare.
Hanno un ampio spettro d'azione comprendente batteri
Gram-positivi e Gram-negativi, clamidie, micoplasmi,
rickettsie ed amebe.
La xantopterina ha dimostrato, in vitro, notevoli capacita'
di accelerare la crescita degli elementi cellulari di vari
tessuti.
Per ulteriori informazioni consultare monografie dei singoli
principi attivi.
Meccanismo di azione
L'idoxuridina agisce bloccando l'utilizzazione della
timidina per la sintesi del DNA virale. Inoltre interferisce
anche con l'attivita' della timidina chinasi e della DNA
polimerasi attraverso un processo di inibizione a feedback.
La colistina agisce legandosi alla membrana delle cellule
batteriche ed alle membrane ricche di fosfatidiletanolamine,
alterandone le proprieta' osmotiche.
La rolitetraciclina e la tetraciclina agiscono inibendo la
sintesi proteica a livello dei ribosomi batterici.
La xantopterina agisce stimolando la replicazione delle
cellule dell'epitelio corneale.
Indicazioni
Terapia delle manifestazioni erpetiche degli annessi, della
congiuntiva e della cornea.
Controindicazioni
Questa associazione e' controindicata nei pazienti con
ipersensibilita' conosciuta o sospetta a qualcuno dei
componenti.
Effetti indesiderati
In alcuni casi sono stati notati dolore, irritazione,
prurito, infiammazione, edema dell'occhio e della palpebra,
reazioni allergiche. Talora puo' insorgere fotofobia. E'
stato inoltre notato in alcuni casi l'opacamento della
cornea e difetti dell'epitelio corneale come puntini e
piccole macchie.
Interazioni con altri farmaci
Per l'uso previsto non sono note interazioni con altri
farmaci.
Precauzioni
Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima
infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva
necessita' sotto il diretto controllo del medico.
L'uso prolungato di antibiotici topici puo' condurre alla
crescita di microorganismi non sensibili agli stessi. Se
cio' si dovesse verificare o si sviluppasse irritazione o
sensibilizzazione a qualsiasi componente l'uso deve essere
sospeso e deve essere instaurata una terapia adeguata.
Non utilizzare questa associazione contemporaneamente ad
altri colliri.
Il prodotto se accidentalmente ingerito o se impiegato per
lunghi periodi di tempo a dosi eccessive puo' determinare
fenomeni tossici. Esso va quindi tenuto lontano dalla
portata dei bambini.
Informazioni per il paziente
Il collirio, all'atto della ricostituzione, deve essere
agitato fortemente e a lungo: in funzione della temperatura
vi potrebbe essere una microsospensione dell'idoxuridina che
si sciogliera' a contatto con il liquido lacrimale. Il
collirio pronto per l'uso deve essere consumato entro 10
giorni.
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Non esistono controindicazioni sulla guida e
sull'uso di macchine dopo l'instillazione del collirio.
Farmacocinetica
La idoxuridina e' scarsamente solubile in acqua e penetra
attraverso la cornea con difficolta', per cui la sua azione
e' efficace solo in caso di lesioni epiteliali.
La rolitetraciclina, la tetraciclina e la colistina
penetrano hanno una bassa tossicita' acuta e penetrano
scarsamente nei tessuti oculari.
Il passaggio transcorneale della xantopterina e' pressoche'
nullo.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. La dose consigliata e' pari ad 1-2 gocce
ogni 1-2 ore. Il collirio, a differenza della pomata,
contiene rolitetraciclina invece di tetraciclina.
Pomata. Applicare 0,5 cm di pomata nel fornice
congiuntivale ogni 4 ore.
Il collirio, dopo la ricostituzione, deve essere conservato
in frigorifero al riparo dalla luce. La pomata oftalmica non
richede refrigerazione, ma deve essere conservata a
temperatura ambiente.
Specialita'
Iducol Collirio (Sifi) COLLIRIO: Idoxuridina 0,25% +
colistina metansulfonato 180.000 UI/ml + rolitetraciclina
0,5% + xantopterina 0,25 mg/ml.
Iducol Pomata (Sifi) POMATA: Idoxuridina 0,25% + colistina
metansulfonato 180.000 UI/ml + tetraciclina 0,5% +
xantopterina 0,25 mg/ml.
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Indice del capitolo
Introduzione
Antiallergici ad uso topico
Cromoglicato di sodio
Acido spaglumico
Lodoxamide trometamolo
Antistaminici
Agenti decongestionanti
Fenilefrina
Nafazolina
Ossimetazolina
Tetrizolina
Prodotti decongestionanti in associazione
Vasocostrittori + Cromoglicato di sodio
Antistaminici + vasocostrittori
Simpaticomimetici in associazione
Cromoglicato disodico + Clorfenamina
Introduzione
Il trattamento topico delle sindromi allergiche a
localizzazione oculare e' comunemente affidato ai farmaci
cortisonici, alfa-adrenergici e antistaminici. A questi,
negli ultimi anni, si sono aggiunte varie formulazioni
oftalmiche la cui azione e' prevalentemente diretta alla
stabilizzazione della membrana mastocitaria, fattore chiave
nella reazione allergica IgE mediata. Le reazioni di
ipersensibilita' di tipo I, conosciute anche come reazioni
anafilattiche, si verificano quando un soggetto ritorna a
contatto con un determinato antigene dal quale era stato
sensibilizzato in precedenza. In studi recenti e' stata
sottolineata l'importanza delle mastcellule quali elementi
in grado di attivarsi non solo in seguito a stimoli
immunologici, ma anche a stimoli non immunologici, come ad
esempio frazioni complementari o agenti degranulanti non
specifici. Anche mediatori preformati e neoformati di
derivazione mastcellulare (prostaglandine e leucotrieni)
sono in grado di autoalimentare il processo infiammatorio,
richiamando a loro volta altri mediatori e altre cellule
infiammatorie.
Nell'occhio umano sono presenti fisiologicamente circa 50
milioni di mastociti, prevalentemente localizzati nella
congiuntiva. Ogni mastocita contiene circa un migliaio di
granuli nei quali sono raccolti mediatori ad alta potenza
come le prostaglandine, i leucotrieni e l'istamina. La
degranulazione mastocitaria, ed in particolare il rilascio
di istamina, sono responsabili dei sintomi precoci della
reazione allergica come il rossore, la sensazione di corpo
estraneo e il prurito. L'istamina infatti, agendo sui
recettori H1, determina vasodilatazione e essudazione.
Le principali affezioni allergiche oculari possono essere
riunite in tre gruppi:
1) Allergie da contatto: causate da ipersensibilita' a
farmaci (colliri, pomate, cosmetici, lenti a contatto),
generalmente acute, caratterizzate da bruciore,
lacrimazione, lieve fotofobia e sensazione di corpo
estraneo. Sono spesso presenti eczemi palpebrali e edema
palpebrale.
2) Allergie da "fieno": molto frequenti, di solito acute,
con andamento stagionale (polline) o perenni (acari, muffe,
peli, miceti). Colpiscono frequentemente soggetti con
costituzione atopica.
3) Allergie primaverili: colpiscono prevalentemente (con
andamento stagionale) soggetti con costituzione atopica,
bambini o giovani adulti. Sono caratterizzate da eczema
della cute di palpebre, guance, fronte; da ipertrofia
congiuntivale gigantopapillare (a "selciato romano");
talvolta da piccole vegetazioni biancastre pericorneali.
L'oculista ha a disposizione un ampio corredo farmacologico
per il trattamento di tali forme allergiche oculari.
Il sodio cromoglicato stabilizza le mastcellule, inibendo in
tal modo la degranulazione e la liberazione di istamina e di
altri mediatori della risposta allergica nel trattamento
della cheratocongiuntivite primaverile, della
cheratocongiuntivite allergica e della congiuntivite da
febbre da fieno. Puo' essere usato essenzialmente a scopo
profilattico, ma trova impiego anche quando i sintomi sono
gia' presenti.
Di recente e' stato messo in commercio anche l'acido
spaglumico che da un lato inibisce la degranulazione delle
mastcellule e la conseguente liberazione di istamina e
dall'altro blocca la sintesi dei leucotrieni e l'attivazione
del complemento, impedendo l'amplificazione delle reazioni
infiammatorie sia nella fase acuta che cronica.
La lodoxamide trometamolo e' un altro agente antiallergico
che previene la degranulazione dei mastociti e inibisce la
migrazione degli eosinofili. In questa maniera permette un
sollievo rapido e completo di segni e sintomi, previene il
rischio degli esiti della cronicizzazione ed, in fase di
prevenzione, annulla o riduce significativamente la
sintomatologia allergica.
Gli steroidi locali (e talora anche quelli sistemici)
occupano un posto importante nel trattamento delle malattie
allergiche in quanto riducono gli effetti dei processi
flogistici: come preparato locale sull'occhio possono
produrre complicanze indesiderate quali cataratta, glaucoma
e maggiore suscettibilita' alle infezioni.
Nell'allergia oculare vengono spesso prescritti degli
antagonisti dell'istamina, per ridurre gli effetti di tale
mediatore dell'infiammazione liberato dalle mastcellule;
queste sostanze pero', impiegate da sole, spesso non sono
efficaci in quanto i segni e i sintomi delle manifestazioni
allergiche oculari sono provocati da piu' fattori e non solo
dall'istamina.
Nelle manifestazioni allergiche e anche in quelle
infiammatorie trovano spesso utile impiego anche gli agenti
vasocostrittori fra i quali i piu' comunemente impiegati
sono la fenilefrina a bassa concentrazione e i derivati
dell'imidazolo. In relazione alle basse dosi necessarie per
indurre vasocostrizione, la fenilefrina e i derivati dell'imidazolo
generalmente non causano effetti collaterali sistemici.
Questi prodotti devono essere usati comunque per brevi
periodi di tempo in quanto possono mascherare piu' gravi
malattie oculari come le infezioni batteriche o virali.
Molti di questi farmaci con effetto antiallergico e
decongestionante, sono commercializzati in associazione.
In questo capitolo sono riportate le monografie degli agenti
con attivita' antiallergica (sodio cromoglicato, acido
spaglumico, antistaminici) e le monografie dei farmaci
decongestionanti che agiscono come vasocostrittori (fenilefrina
e derivati dell'imidazolo). Gli steroidi saranno ampiamente
trattati in un altro capitolo.
CROMOGLICATO DI SODIO
Il cromoglicato di sodio e', dal punta di vista chimico, un
bis-cromone costituito da due anelli cromonici legati ad una
corta catena carbonica.
Meccanismo di azione
Tale sostanza e' in grado di limitare l'ingresso del calcio
all'interno dei mastociti, con conseguente inibizione dei
mediatori chimici dell'anafilassi. Tali mediatori chimici
possono essere contenuti preformati nei granuli mastocitari
(istamina, fattori chemiotattici) o derivare dalla membrana
cellulare al momento dell'induzione dello stimolo (PAF,
leucotrieni, trombossani, prostaglandine). Il cromoglicato
di sodio, operando un'azione stabilizzatrice di membrana,
riduce quindi la permeabilita' vasale e la flogosi nelle
manifestazioni allergiche IgE-mediate. Il sodio cromoglicato
non possiede comunque attivita' vasocostrittrice,
antistaminica o antiinfiammatoria diretta.
Indicazioni
Trattamento e prevenzione dei disordini oculari di natura
allergica come la cheratocongiuntivite primaverile, la
congiuntivite papillare gigante, la cheratite primaverile e
la cheratocongiuntivite allergica.
Controindicazioni
Non esistono controindicazioni specifiche, tranne
l'esistenza di una documentata ipersensibilita' al farmaco o
ai conservanti contenuti nel preparato in commercio.
Effetti indesiderati
In alcuni pazienti puo' insorgere un leggero bruciore al
momento dell'instillazione delle gocce. Tale bruciore tende
a scomparire con l'uso continuato del prodotto.
Fra gli effetti collaterali meno frequenti troviamo:
iniezione congiuntivale, edema palpebrale, secchezza
perioculare, eritema, irritazione oculare e comparsa di
orzaioli.
Interazioni con altri farmaci
Per l'uso previsto non si conoscono interazioni
medicamentose o incompatibilita' farmacologiche.
Precauzioni
Non ci sono ricerche adeguate che mostrino l'assenza di
rischi in gravidanza. Per questo la somministrazione durante
i primi 3 mesi di gestazione deve essere limitata solo ai
casi di effettiva necessita'.
Non e' noto neppure se il prodotto viene escreto col latte
materno e non se ne conosce la sicurezza allorche' venga
somministrato a bambini di eta' inferiore a 4 anni.
Come nel caso di tutti i preparati contenenti benzalconio
cloruro, i pazienti non devono usare lenti a contatto
morbide durante il trattamento.
Informazioni per il paziente
Il prodotto deve essere conservato ad una temperatura
inferiore a 30 °ree;C e protetto dalla luce diretta del
sole. Una volta aperto, il contenuto del flacone non va
utilizzato per piu' di un mese.
Come per gli altri prodotti oftalmici contenenti benzalconio
cloruro, e' consigliato ai pazienti di non portare lenti a
contatto morbide durante il trattamento.
Non esistono controindicazioni relativamente alla guida e
all'uso di macchine. Il farmaco deve essere somministrato ad
intervalli regolari, senza eccedere le dosi consigliate.
Farmacocinetica
Il sodio cromoglicato e' scarsamente assorbito dopo
somministrazione topica oculare e non provoca irritazioni o
lesioni a carico della congiuntiva e della cornea.
Piccolissime tracce (meno dello 0,01%) della dose
somministrata penetrano nell'umore acqueo e la clearance
dalla camera anteriore e' completa entro 24 ore dall'ultima
somministrazione.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. La dose consigliata e' pari a 1-2 gocce di
collirio in ciascun occhio per 4 volte al giorno. La
riduzione dei sintomi e' di solito evidente dopo pochi
giorni dall'inizio della terapia, ma la durata del
trattamento deve essere di almeno 6 settimane.
Specialita'
Cromantal collirio (Nuovo Cons. Sanit. Naz.) COLLIRIO:
Cromoglicato disodico 2%.
Lomudal collirio (Fisons Italchimici) COLLIRIO: Cromoglicato
sodico 4%.
Sificrom (Sifi) COLLIRIO: Cromoglicato sodico 4%.
ACIDO SPAGLUMICO
L'acido spaglumico e' un dipeptide formato da due
aminoacidi: l'acido L-glutammico e l'acido
N-acetil-L-aspartico, composto di due isomeri, alfa e beta,
presenti rispettivamente nelle proporzioni del 65% e del
35%.
Meccanismo di azione
Il sale sodico dell'acido spaglumico presenta meccanismi
d'azione antiallergici fra loro sinergici. Infatti tale
farmaco inibisce la degranulazione mastocitaria, antagonizza
la liberazione di leucotrieni e blocca l'attivazione del
complemento e la conseguente formazione delle anafilotossine
C3a e C5a. Il triplice meccanismo di azione dell'acido
spaglumico permette di espletare un'azione mirata sui
principali meccanismi patogenetici delle sindromi
allergiche, evitando, in tal modo, la possibilita' di
amplificare il processo infiammatorio della congiuntiva e la
conseguente cronicizzazione del quadro clinico.
Indicazioni
Congiuntiviti e cheratocongiuntiviti di natura allergica,
acute e croniche. Congiuntiviti primaverili.
Controindicazioni
Non esistono controindicazioni specifiche. Non deve essere
usato nei pazienti con ipersensibilita' all'acido spaglumico
o agli altri componenti il collirio.
Effetti indesiderati
Raramente puo' dare origine a fenomeni di ipersensibilita',
ma di solito e' ben tollerato.
Interazioni con altri farmaci
Non si conoscono attualmente particolari interazioni o
incompatibilita' con altri farmaci.
Precauzioni
Dagli studi effettuati su animali non e' risultato alcun
effetto tossico esercitato dall'acido spaglumico sul
prodotto del concepimento. In ogni caso la somministrazione
durante i primi 3 mesi di gravidanza e durante
l'allattamento, deve essere limitata solo a situazioni di
effettiva necessita'. Come nel caso di tutti i preparati
contenenti benzalconio cloruro, i pazienti non devono usare
lenti a contatto morbide durante il trattamento.
Informazioni per il paziente
Il prodotto deve essere conservato ad una temperatura
inferiore a 30 gradi centigradi. Una volta aperto, il
contenuto del flacone non va conservato per piu' di un mese.
Come per gli altri prodotti oftalmici contenenti benzalconio
cloruro, e' consigliato ai pazienti di non portare lenti a
contatto morbide durante il trattamento.
Non esistono controindicazioni sulla guida e sull'uso di
macchine.
Farmacocinetica
Studi di farmacocinetica hanno evidenziato che, dopo
instillazione topica, l'acido spaglumico non viene assorbito
a livello sistemico. La concentrazione massima del farmaco,
a livello congiuntivale, si realizza entro i primi 30 minuti
e decresce progressivamente nelle ore successive. I livelli
riscontrati nell'umore acqueo sono risultati insignificanti.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. La dose consigliata e' pari a 1-2 gocce di
collirio in ciascun occhio per 4 volte al giorno. Nelle
forme stagionali si consiglia di iniziare la terapia qualche
giorno prima della comparsa dei sintomi e proseguire il
trattamento, sotto controllo medico, nelle settimane
successive.
Specialita'
Naaxia (Ciba Vision) COLLIRIO: Acido spaglumico (sale
sodico) 4,9%.
LODOXAMIDE TROMETAMOLO
La lodoxamide trometamolo non e' correlabile strutturalmente
a nessuno dei prodotti attualmente reperibili sul mercato,
sebbene possegga una struttura molecolare simmetrica, simile
a quella dell'acido cromo-2-carbossilico del disodio
cromoglicato.
Meccanismo di azione
Lodoxamide trometamolo e' una sostanza antiallergica che
negli studi preclinici e' risultata 100 volte piu' potente
in vitro e fino a 5000 volte piu' potente in vivo del sodio
cromoglicato. Tale farmacoagisce con un duplice meccanismo:
infatti inibisce sia la degranulazione delle mastcellule sia
il movimento degli eosinofili. La degranulazione delle
mastcellule e' responsabile della comune sintomatologia
allergica (prurito, lacrimazione, rossore congiuntivale)
mentre gli eosinofili sono responsabili dell'aggravamento e
dell cronicizzazione dei segni clinici, favorendo
l'insorgere di lesioni tissutali.
Nell'uso prolungato non sono stati segnalati segni di
tachifilassi (perdita di effetto a causa dell'uso prolungato
del farmaco).
Indicazioni
Congiuntivite atopica, congiuntivite papillare gigante,
congiuntivite primaverile diagnosticata clinicamente.
Controindicazioni
Accertata ipersensibilita' ad uno dei componenti. Il
prodotto e' inoltre controindicato nei pazienti affetti da
glaucoma o ipertensione oculare.
Effetti indesiderati
Raramente e' stata riportata una leggera e transitoria
sensazione di disagio in seguito ad instillazione,
manifestatasi come bruciore, prurito o lacrimazione.
Interazioni con altri farmaci
Non si conoscono attualmente particolari interazioni o
incompatibilita' con altri farmaci.
Precauzioni
Dagli studi effettuati su animali non e' risultato alcun
effetto tossico esercitato dalla lodoxamide sul prodotto del
concepimento. In ogni caso la somministrazione durante i
primi 3 mesi di gravidanza e durante l'allattamento, deve
essere limitata solo a situazioni di effettiva necessita'.
Come nel caso di tutti i preparati contenenti benzalconio
cloruro, i pazienti non devono usare lenti a contatto
morbide durante il trattamento.
Non sono noti casi di sovradosaggio: tuttavia, nel caso
questo dovesse accadere, lavare accuratamente l'occhio con
acqua corrente.
Informazioni per il paziente
Come per gli altri prodotti oftalmici contenenti benzalconio
cloruro, e' consigliato ai pazienti di non portare lenti a
contatto morbide durante il trattamento. Le lenti possono
essere riapplicate poche ore dopo la fine del trattamento.
Non esistono controindicazioni sulla guida e sull'uso di
macchine.
Farmacocinetica
Studi di farmacocinetica hanno evidenziato che, dopo
instillazione topica, la concentrazione massima del farmaco,
a livello congiuntivale, si realizza entro i primi 30 minuti
e decresce progressivamente nelle ore successive. I livelli
riscontrati nell'umore acqueo sono molto bassi.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. La dose consigliata e' pari a 1-2 gocce di
collirio in ciascun occhio per 4 volte al giorno ad
intervalli regolari. I miglioramenti dei segni e dei sintomi
in risposta alla terapia con lodoxamide sono generalmente
evidenti entro pochi giorni dall'inizio della terapia anche
se in qualche caso puo' essere necessario un trattamento
piu' lungo.
Conservare a temperatura ambiente e fuori della portata dei
bambini.
Specialita'
Alomide (Alcon) COLLIRIO: Lodoxamide trometamolo 0,1%.
Non sono in commercio in Italia preparati ad uso topico
contenenti solo antistaminici. Le associazioni sono
riportate in seguito.
Gli agenti decongestionanti sono di solito degli agonisti
adrenergici che possono essere utilmente impiegati per
ridurre i sintomi degli stati infiammatori congiuntivali.
Tali farmaci esplicano il loro effetto pochi minuti dopo
l'instillazione in quanto determinano la contrazione delle
cellule muscolari lisce dei vasi sanguigni congiuntivali.
Se l'effetto vasocostrittore non e' evidente dopo 2 giorni
di terapia si deve sospettare che, alla base
dell'arrossamento oculare, ci sia una malattia di una certa
rilevanza clinica.
Meccanismo di azione
I farmaci di questo gruppo agiscono stimolando i recettori
alfa del sistema adrenergico. La stimolazione delle cellule
muscolari lisce dei vasi congiuntivali determina
vasocostrizione con conseguente riduzione del rossore e dei
fenomeni essudativi.
Indicazioni
Stati irritativi e congestizi della congiuntiva.
Congiuntiviti di natura allergica, eventualmente in
associazione ad altri farmaci.
Controindicazioni
Ipersensibilita' verso i componenti della formulazione. La
fenilefrina e' controindicata nel glaucoma ad angolo chiuso.
Effetti indesiderati
Reazioni allergiche. Transitorio bruciore dopo
l'instillazione. In alcuni casi (specie dopo uso di
fenilefrina) si puo' verificare dilatazione pupillare con
aumento del tono oculare. In pochissimi casi e' insorta, in
pazienti afachici, una maculopatia con scotoma centrale.
L'epinefrina puo' determinare la formazione di depositi
melanici a livello corneo-congiuntivale; la fenilefrina puo'
determinare miosi per effetto rebound al termine dell'azione
farmacologica; la nafazolina puo' determinare l'insorgenza
di una cheratite puntata e l'aumento della lacrimazione.
A livello sistemico possono manifestarsi cefalea, vertigini,
sudorazione, ipereccitabilita', sonnolenza, debolezza. In
rare circostanze possono verificarsi aumento della pressione
arteriosa sistemica, aritmie cardiache e iperglicemia.
Interazioni con altri farmaci
Effetti collaterali sistemici possono insorgere con maggiore
frequenza in pazienti in terapia con beta bloccanti.
Gli anestetici locali aumentano la penetrazione di questi
farmaci attraverso la cornea.
Usare con cautela gli anestetici, come ciclopropano o
alotano, che sensibilizzano il miocardio alle catecolamine.
Nei pazienti in terapia con inibitori delle monoaminossidasi
(tranilcipromina, fenelzina, pargilina) possono verificarsi
attacchi ipertensivi acuti.
Precauzioni
Somministrare con cautela in pazienti con ipertensione,
malattie cardiovascolari, diabete, ipertiroidismo, asma
cronico o in terapia con inibitori delle monoaminossidasi.
Prima di essere sottoposti ad anestesia generale sospendere
l'uso di questi farmaci. I prodotti contenenti cloruro di
benzalconio non devono essere usati dai pazienti portatori
di lenti a contatto morbide.
In gravidanza, durante l'allattamento, nei bambini di eta'
inferiore ai 3 anni e negli anziani usare solo in caso di
effettiva necessita'.
Informazioni per il paziente
Interrompere l'uso e consultare il medico se non si
ottengono risultati dopo 48 ore dall'inizio del trattamento
o se compaiono effetti collaterali. Non utilizzare lenti a
contatto durante il trattamento.
La fenilefrina, a causa del possibile effetto midriatico,
puo' determinare annebbiamento del visus e fotofobia.
I pazienti allergici ai conservanti possono utilizzare i
colliri monodose. I prodotti non devono essere usati oltre
30 giorni dopo la prima apertura del contenitore. I colliri
monodose devono essere usati entro 12 ore dall'apertura.
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi.
FENILEFRINA
La fenilefrina e' un'amina sintetica simile strutturalmente
all'epinefrina. Essa causa vasocostrizione gia' alla
concentrazione dello 0,12% o dello 0,125%; a concentrazioni
piu' elevate e' usata come midriatico. Potendo pero'
esistere un rischio potenziale di midriasi anche alle basse
concentrazioni impiegate, la fenilefrina e' controindicata
in occhi predisposti ad attacchi di glaucoma ad angolo
chiuso. Un uso prolungato eccessivamente puo' comportare
iperemia congiuntivale per effetto rebound.
Oltre che per la sua azione vasocostrittrice puo' essere
impiegata per impedire l'aggravarsi degli stati irritativi
oculari o per alleviare i sintomi da secchezza oculare.
Farmacocinetica
In relazione alle basse concentrazioni usate, i livelli del
farmaco in camera anteriore sono di solito irrilevanti. In
caso di alterazioni a carico dell'epitelio corneale in
passaggio attraverso la cornea puo' essere maggiore e puo'
comparire midriasi.
L'effetto della fenilefrina puo' essere ridotto in seguito a
ossidazione del prodotto, per cui deve essere ridotta al
minimo l'esposizione all'aria, alla luce o al calore. Per
prolungare l'emivita del farmaco vengono di solito aggiunti
alla formulazione degli agenti antiossidanti come il sodio
bisolfito.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. La posologia consigliata e' di 1-2 gocce al
giorno nel sacco congiuntivale per 2-3 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Optistin (Allergan) COLLIRIO: Fenilefrina cloridrato 0,12%.
Visadron-Fher (Boehringer Ingel. Italia) COLLIRIO:
Fenilefrina cloridrato 0,125%.
DERIVATI IMIDAZOLICI
I derivati dell'imidazolo (nafazolina, tetraidrozolina,
ossimetazolina) differiscono strutturalmente dalla
fenilefrina per la sostituzione di un anello benzenico con
un anello insaturo.
Le concentrazioni abitualmente impiegate per ottenere
vasocostrizione non modificano le dimensioni della pupilla e
la pressione intraoculare. I derivati dell'imidazolo non si
diversificano in maniera significativa fra loro riguardo
alla capacita' di ridurre lo stato di congestione oculare.
Dopo somministrazione topica l'effetto decongestionante si
verifica nel giro di pochi minuti e puo' durare diverse ore.
Questi agenti farmacologici sono in genere piu' stabili in
soluzione rispetto alla fenilefrina e hanno una durata di
azione e un'emivita piu' lunghe. Possono causare bruciore
subito dopo l'instillazione.
NAFAZOLINA
La nafazolina e' indicata soprattutto in caso di
arrossamento oculare di lieve entita' e in caso di bruciore
oculare.
Farmacocinetica
L'effetto vasocostrittore si verifica nel giro di 60 secondi
e dura per circa 4 ore. E' riportata in letteratura la
possibilita' di un minimo grado di assorbimento sistemico
del farmaco dopo somministrazione topica.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce nel fornice
congiuntivale ogni 4-6 ore. Conservare al riparo dalla luce
e da fonti di calore. La temperatura ideale di conservazione
e' compresa fra 15 e 30 gradi centigradi.
Bagno oculare. Si consigliano da 1 a 3 bagni oculari
durante la giornata. Utile soprattutto in caso di secrezione
abbondante.
Specialita'
Collirio Alfa (Bracco) COLLIRIO: Nafazolina nitrato 0,08%
BAGNO OCULARE: Nafazolina nitrato 0,013%.
Imidazyl (Allergan) COLLIRIO: Nafazolina nitrato 0,1%.
Imizol (Farmigea) COLLIRIO: Nafazolina nitrato 0,1%.
Iridina due (Montefarmaco) COLLIRIO: Nafazolina cloridrato
0,05%.
Nafazolina nitrato (Zeta) COLLIRIO: Nafazolina nitrato
0,025%.
Nafazolina nitrato Fn (Formulario nazionale) COLLIRIO:
Nafazolina nitrato 0,05%.
Naftazolina (Bruschettini) COLLIRIO: Nafazolina cloridrato
0,1%.
Virginiana gocce verdi (Kelemata) COLLIRIO: Nafazolina
nitrato 0,02%.
OSSIMETAZOLINA
Per il suo effetto vasocostrittore trova indicazione
essenzialmente nel trattamento sintomatico delle
congiuntiviti non infettive e nei fenomeni di congestione
oculare.
Farmacocinetica
L'effetto vasocostrittore si verifica entro 1-2 minuti.
L'assorbimento sistemico e' pressoche' nullo in relazione
alle basse dosi somministrate.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce nell'occhio interessato ogni
6 ore. Non somministrare a bambini di eta' inferiore a 4
anni.
Conservare a temperatura ambiente lontano da fonti di
calore.
Specialita'
Oxilin (Allergan) COLLIRIO: Ossimetazolina cloridrato
0,025%.
TETRIZOLINA (TETRAIDROZOLINA)
E' utilizzata come decongestionante e in caso di secchezza
oculare conseguente a prolungata esposizione al vento o alla
luce.
Farmacocinetica
L'azione vasocostrittrice della tetrizolina si manifesta
molto rapidamente. Dopo somministrazione topica il
riassorbimento sistemico e' estremamente basso.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce del preparato fino
ad un massimo di 4 volte al giorno.
Conservare a temperatura compresa fra 15 e 30 gradi
centigradi.
Specialita'
Demetil (Farmila) COLLIRIO: Tetraidrozolina cloridrato 0,1%.
Octilia (Sifi) COLLIRIO: Tetrizolina cloridrato 0,05%.
Stilla (Angelini) COLLIRIO: Tetrizolina cloridrato 0,05%.
Visine (Pfizer) COLLIRIO: Tetrizolina cloridrato 0,05%.
Visustrin (Merck) COLLIRIO: Tetrizolina cloridrato 0,1%.
In aggiunta alle sostanze vasocostrittrici, i colliri
decongestionanti oculari possono anche contenere
antibiotici, stabilizzanti le mastcellule, anestetici,
antistaminici, sostanze aumentanti la viscosita',
cortisonici e astringenti. In relazione alla possibilita'
che le sostanze conservanti possono favorire l'insorgenza di
reazioni allergiche in molti pazienti, sono state formulati
dei colliri monodose senza conservanti.
VASOCOSTRITTORI + CROMOGLICATO DI
SODIO
Indicati nel trattamento delle congiuntiviti primaverili e
di altre congiuntiviti allergiche.
Farmacocinetica
Vedi monografie dei singoli principi attivi.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Si consiglia l'instillazione di 1-2 gocce
nel fornice inferiore per 4 volte al giorno.
Specialita'
Cromozil (Allergan) COLLIRIO: Tetrizolina cloridrato 0,05% +
cromoglicato di sodio 4%.
Considerato che le reazioni di ipersensibilita' di tipo I
sono causate dal rilascio di istamina ad opera delle
mastcellule, gli antistaminici possono contribuire a ridurre
i sintomi delle reazioni allergiche.
I farmaci inattivanti l'istamina sono di solito
commercializzati in associazione con decongestionanti e
possono essere somministrati topicamente o oralmente, in
relazione al grado delle manifestazioni cliniche. In caso di
gravi stati infiammatori puo' essere indicata la
somministrazione topica e/o sistemica di steroidi.
I farmaci antistaminici sono abitualmente classificati in
base al tipo di recettori (H1, H2 e H3) che essi sono in
grado di bloccare. In Italia gli antistaminici sono in
commercio solo in associazione con altri principi attivi. In
particolare sono commercializzati prodotti contenenti tre
diversi tipi di bloccanti i recettori H1: la feniramina
maleato, l'antazolina fosfato e la clorfenamina.
Il meccanismo di azione di questi farmaci e' da mettere in
relazione al blocco reversibile dei recettori istaminici:
gli antistaminici non prevengono infatti il rilascio di
istamina ad opera delle cellule infiammatorie. Tramite il
blocco dei recettori H1 riducono tuttavia il prurito,
l'edema e il rossore. Inoltre, agendo a livello delle
terminazioni nervose, hanno anche un lieve effetto
anestetico locale. Alcuni di questi farmaci inibiscono anche
i recettori della serotonina che e' sovente responsabile
della fenomenologia locale (bruciore, dolore, ecc.).
Indicazioni
L'associazione di antistaminici e decongestionanti trova
indicazione nel trattamento degli stati allergici ed
infiammatori della congiuntiva accompagnati da fotofobia,
lacrimazione, sensazione di corpo estraneo e dolore.
Quando somministrati topicamente, gli antistaminici sono
pressoche' inefficaci come antagonisti dell'istamina: ogni
eventuale miglioramento della sintomatologia viene
solitamente attribuito alla loro azione anestetica locale e
alla vasocostrizione operata dal farmaco decongestionante
aggiunto.
Controindicazioni
Ipersensibilita' verso qualsiasi componente dei preparati in
commercio. Controindicati nei pazienti con glaucoma ad
angolo stretto. Somministrare con cautela a pazienti con
ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete,
ipertiroidismo, asma cronico ed in terapia con inibitori
delle monoaminossidasi.
Controindicati nei bambini sotto i 3 anni di eta'.
Effetti indesiderati
In rari casi puo' transitoriamente verificarsi dilatazione
della pupilla e incremento della pressione endoculare. Gli
antistaminici possono determinare eczema da contatto dopo
applicazione locale.
Con l'uso topico ed ai dosaggi terapeutici consigliati gli
effetti sistemici sono molto rari. Possono comunque
insorgere ipertensione, disturbi cardiaci, iperglicemia,
nausea e cefalea.
Interazioni con altri farmaci
Possibili attacchi ipertensivi nei pazienti in terapia con
inibitori delle monoaminossidasi (pargilina,
tranilcipromina, fenelzina).
Precauzioni
Nel caso in cui il paziente debba essere operato in
anestesia generale, sospendere l'uso dei prodotti contenenti
vasocostrittori.
Usare con cautela durante la gravidanza e l'allattamento.
Informazioni per il paziente
Se questi prodotti vengono usati per periodi eccessivamente
lunghi possono determinare effetti tossici.
Le confezioni aperte devono essere utilizzate entro 30
giorni. Le formulazioni monodose devono essere utilizzate
entro 12 ore dall'apertura.
In caso di comparsa di disturbi locali e/o sistemici
consultare immediatamente il medico.
Per ulteriori informazioni vedi monografie relative a
farmaci decongestionanti.
Specialita'
Collirio Alfa antistaminico (Bracco) COLLIRIO: Nafazolina
nitrato 0,08% + tonzilamina cloridrato 0,1%.
Imidazyl antistaminico (Allergan) COLLIRIO: Nafazolina
nitrato 0,1% + tonzilamina cloridrato 0,1%.
Ischemol A (Farmila) COLLIRIO: Tetraidrozolina 0,05% +
cloroprofenpiridamina maleato 0,1%.
Tetramil (Farmigea) COLLIRIO: Tetrizolina cloridrato 0,05% +
feniramina maleato 0,3%.
In questo paragrafo sono riportati, in tabella, i
preparati in commercio contenenti simpaticomimetici in
associazione con astringenti, anestetici, antistaminici e
decongestionanti.
Indicazioni
Queste associazioni sono indicate nelle congiuntiviti
primaverili, angolari, semplici, nelle blefarocongiuntiviti,
nelle episcleriti reumatiche. Sono inoltre utili in tutti
gli stati di arrossamento, lacrimazione, bruciore e prurito
degli occhi causati da fenomeni irritativi (eccessiva
esposizione a polvere, fumo, raggi solari, ecc.).
Specialita'
Citroftalmina V.C. (Sifi) COLLIRIO: Nafazolina nitrato 0,1%
+ procaina cloridrato 0,1% + zinco p-fenolsulfonato 0,4%.
Fotofil (Intes) COLLIRIO: Nafazolina nitrato 0,1% +
actinoquinolo 0,3% + acido paraminobenzoico sale sodico 5%.
Indaco (CibaVision) COLLIRIO: Nafazolina nitrato 0,05% +
zinco solfato 0,2%.
Lucisan (Formenti) COLLIRIO: Nafazolina nitrato 0,011% +
estratto di Hamamelis Virgiliana 12,5% + acido borico 1,08%
+ sodio borato 0,215%.
Oftalmil (Bruschettini) COLLIRIO: Nafazolina cloridrato
0,016% + zinco solfofenato 0,02%.
Oftalzina (Sit) COLLIRIO: Nafazolina nitrato 0,02% +
cloro-butanolo 0,1% + procaina cloridrato 0,1%.
Zincoimidazyl (Allergan) COLLIRIO: Nafazolina 0,5% +
antazolina 0,025% + solfato di zinco 1% + procaina
cloridrato 0,5%.
Zinc-Imizol (Farmigea) COLLIRIO: Nafazolina nitrato 0,07% +
zinco solfato 1%.
CROMOGLICATO BISODICO +
CLORFENAMINA
Questa associazione e' indicata nel trattamento delle
congiuntiviti di natura tossica, allergiche e primaverili,
ad andamento subacuto e cronico.
L'applicazione topica inibisce la degranulazione delle
mastcellule (cromoglicato) e permette il controllo della
sintomatologia pruriginosa senza provocare iperemia o
alterazioni a carico di congiuntiva e cornea (clorfenamina).
Farmacocinetica
Il sodio cromoglicato e' scarsamente assorbito dopo
somministrazione topica oculare e non provoca irritazioni o
lesioni a carico della congiuntiva e della cornea.
Anche l'assorbimento locale e sistemico della clorfenamina
e' pressoche' irrilevante.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce nel fornice
congiuntivale per 4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Visuglican (Merck) COLLIRIO: Cromoglicato bisodico 4% +
clorfenamina 0,2%.
Per altre associazioni dei farmaci decongestionanti vedi
in altri capitoli.
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all'indice generale.
Indice
Introduzione
Fluoresceina
Rosa Bengala
Verde Indocianina
Introduzione
I coloranti sono un gruppo di sostanze impiegate in
oftalmologia a fini diagnostici. La colorazione vitale con
fluoresceina sodica o rosa bengala e' usata abitualmente
nella diagnosi delle patologie corneali e congiuntivali.
Questi due coloranti hanno una struttura simile anche se le
indicazioni per l'uso e le modalita' di utilizzazione sono
differenti.
La fluoresceina e' correntemente usata per dimostrare i
difetti dell'epitelio corneale ed emette una luce verde
quando e' illuminata con un filtro cobalto. Aree di lesione
dell'epitelio corneale o congiuntivale presenteranno una
captazione della fluoresceina apparendo di colore verde
brillante. In contrasto, la colorazione con rosa bengala
evidenziera' le cellule epiteliali morte o degenerate della
cornea e della congiuntiva (incluso il nucleo e la parete
cellulare). Puo' anche colorare il muco del film lacrimale
precorneale ed e' particolarmente utile nella diagnosi e
nella valutazione della cheratocongiuntivite secca. E'
evidente infatti la correlazione fra intensita' della
colorazione e gravita' della alterazioni a carico delle
cellule.
Fra i fattori che possono interferire con la fluorescenza
della fluoresceina sodica troviamo la concentrazione, il pH
della soluzione, la presenza di altre sostanze e la
lunghezza d'onda della luce eccitante. A pH 8 la
fluoresceina raggiunge la sua massima intensita'.
Per uso topico la fluoresceina e il rosa bengala sono
disponibili in soluzione o sotto forma di piccole striscette
di carta imbevute della sostanza. Essendo le soluzioni dei
coloranti suscettibili di contaminazione da parte di
microrganismi, sono disponibili formulazioni monodose o
multidose con agenti conservanti.
La fluoresceina sodica e' ampiamente utilizzata anche per
via endovenosa per ricercare le anormalita' vascolari del
fondo dell'occhio. Dopo iniezione in una vena antecubitale
dell'avambraccio il colorante compare a livello dell'arteria
centrale retinica nel giro di pochi secondi. Con
l'angiografia puo' essere valutata l'integrita' delle
strutture retiniche e coroideali e il tempo di circolazione
braccio-retina.
L'uso topico della fluoresceina e del rosa bengala e'
associato ad effetti collaterali pressoche' nulli (tranne un
lieve bruciore conseguente alla somministrazione di rosa
bengala). Nel caso di somministrazione endovena della
fluoresceina l'effetto piu' comune e' la nausea.
Il verde di indiocianina e' un colorante, non ancora
commercializzato nel nostro paese ma gia' utilizzato in
molte cliniche oculistiche, particolarmente utile per
visualizzare i vasi coroideali tramite esame angiografico.
Non sono stati segnalati effetti tossici in seguito all'uso
di verde di indocianina allorche' vengono seguite le
istruzioni del produttore.
FLUORESCEINA
La fluoresceina e' un colorante vitale che appare di colore
giallo verde quando e' disciolto nel film lacrimale.
Allorche' e' illuminato con un filtro cobalto il colorante
emette una intensa fluorescenza verde.
Dal punto di vista chimico la fluoresceina sodica e' un
colorante acido di derivazione xantinica. Ha la
caratteristica di colorare i tessuti disepitelizzati: aree
di lesione dell'epitelio corneale o congiuntivale
mostreranno una captazione della fluoresceina ed appariranno
di colore verde brillante. Questa colorazione positiva con
fluoresceina aiuta ad identificare presenza ed estensione
del danno epiteliale.
Se il colorante viene iniettato si diffonde rapidamente in
tutti i vasi che rivelano la sua presenza assumendo una
intensa colorazione giallo-verde.
Indicazioni
La colorazione con fluoresceina sodica tramite instillazione
nel fornice congiuntivale viene eseguita allorche' si
sospetti un danno epiteliale: in seguito a un trauma
corneale o congiuntivale, alla rimozione di lenti a
contatto, ad un esame gonioscopico o alla rimozione di un
corpo estraneo. viene usata inoltre per valutare il
coinvolgimento corneale secondario a malattie di congiuntiva
(specie infezioni herpetiche), palpebre, ciglia o apparato
lacrimale.
La somministrazione locale e' inoltre indicata per
evidenziare l'esatta misura e il posizionamento delle lenti
a contatto rigide gas-permeabili, nell'esecuzione del test
di Seidel, nella valutazione della funzionalita' delle vie
lacrimali (test di Johnson) e della stabilita' del film
lacrimale (tempo di rottura del film lacrimale). E'
fondamentale per l'esecuzione della tonometria ad
applanazione.
L'iniezione endovena della fluoresceina consente la
valutazione corretta del circolo artero-venoso del sistema
vascolare coroido-retinico ed e' indicata in particolare
nell'accertamento di una retinopatia diabetica e nel
visualizzare un'occlusione o un'obliterazione di vasi
retinici, malformazioni vascolari, neovascolarizzazioni,
difetti dell'epitelio pigmentato, modifiche della
permeabilita' vascolare, tumori oculari. E' inoltre utile
per valutare la vascolarizzazione iridea, per gli studi sul
deflusso dell'umor acqueo, per la misura del tempo di
circolazione braccio-retina.
Controindicazioni
Ipersensibilita' alla fluoresceina sodica.
Controindicato in pazienti portatori di lenti a contatto
morbide in quando si puo' verificare una colorazione delle
stesse.
Effetti indesiderati
La fluoresceina e' scarsamente tossica e priva di effetti
collaterali quando somministrata per via locale. Per via
endovenosa puo' causare nausea, reazioni febbrili, mal di
testa ipotensione e, molto raramente, arresto cardiaco,
shock, convulsioni orticaria ed altre manifestazioni
allergiche. Occasionalmente sono stati segnalati prurito,
broncospasmo, dispnea, edema angioneurotico e vertigini.
Dopo iniezione endovena si verifica una colorazione
giallastra della cute che scompare dopo 6-12 ore e una
intensa fluorescenza delle urine che si esaurisce dopo 24-36
ore.
Lo stravaso del colorante nella sede di iniezione puo'
causare dolore intenso.
Interazioni con altri farmaci
Gli anestetici locali riducono la fluorescenza della
fluoresceina in quanto, avendo pH acido, sono in grado di
interferire con questa.
Precauzioni
Somministrare con cautela a pazienti con storia di
ipersensibilita', allergie o asma.
La presenza di fluoresceina nelle urine puo' dare una falsa
positivita' nella ricerca della glicosuria con il test di
Benedict per 4-5 giorni dopo la somministrazione del
colorante.
Le soluzioni di fluoresceina possono essere facilmente
contaminate da ceppi di Pseudomonas Aeruginosa.
Fare attenzione ad evitare lo stravaso del colorante durante
l'iniezione in quanto puo' causare un intenso dolore.
Non usare fluoresceina topica nei portatori di lenti a a
contatto morbide. Utilizzare solo in caso di necessita' in
gravidanza (specialmente nel primo trimestre), durante
l'allattamento e nei bambini piccoli.
Informazioni per il paziente
La fluoresceina non deve essere utilizzata nei portatori di
lenti a contatto morbide. Allorche' cio' si verifichi,
lavare accuratamente l'occhio con soluzione fisiologica e
attendere circa 1 ora prima di indossare le lenti. La
colorazione giallastra degli occhi scompare nel giro di
pochi minuti.
In seguito ad iniezione endovena si verivica una colorazione
giallastra della cute per 6-12 ore e delle urine per 24-36
ore.
Farmacocinetica
Dopo instillazione topica la maggior parte della
fluoresceina viene drenata attraverso le vie lacrimali ed
eliminata, dopo assorbimento intestinale, attraverso il
rene. L'eliminazione del colorante dal tessuto oculare
avviene in media in 30-60 minuti. In caso di estese perdite
di epitelio corneale la fluoresceina puo' penetrare in
camera anteriore ed essere visibile alla lampada a fessura
come un luce verde.
Dopo iniezione endovena la fluorescenza compare a livello
dell'arteria centrale della retina nel giro di 9-20 secondi
(in relazione alla gittata sistolica e alla frequenza
cardiaca). L'escrezione avviene essenzialmente per via
renale.
Uso topico
Strip e soluzione. Per individuere difetti epiteliali
mettere in contatto uno strip di fluoresceina (meglio se
bagnato con soluzione fisiologica sterile) con la
congiuntiva o instillare una goccia di fluoresceina 0,5-2%
nel sacco congiuntivale. L'eccesso di colorante deve essere
rimosso con soluzione fisiologica. Usare un filtro blu
cobalto per l'osservazione.
Per accertare eventuali perdite di umore acqueo dopo
interventi chirurgici instillare una goccia della soluzione
2% o strusciare uno strip di fluoresceina sulla congiuntiva;
e' importante praticare quindi, durante l'osservazione alla
lampada a fessura, una lieve pressione sull'occhio.
Per valutare la pervieta' delle vie lacrimali e' opportuno
che il paziente apra e chiuda le palpebre piu' volte dopo
che il colorante e' stato somministrato. Dopo 5 minuti
inserire un tamponcino di cotone (inumidito con anestetico)
sotto il turbinato inferiore ed osservare se si e' colorato
o meno.
In tonometria si usa, previa somministrazione di anestetico
locale, una soluzione 0,25% o uno strip di fluioresceina
strusciato a livello del fornice inferiore, dopodiche' si
effettua immediatamente l'esame tonometrico.
Per l'applicazione di lenti a contatto rigide vengono fatte
indossare le lenti dopodiche' si struscia la congiuntiva
superiore con uno strip di fluoresceina bagnato o si
instilla 1 goccia della soluzione 2%. Si ordina quindi al
paziente di chiudere le palpebre ripetutamente e quindi, con
flitro blu cobalto, vedere le aree della lente a contatto
con la cornea (che appaiono nere) e quelle che non lo sono
(che appaiono verdi).
Uso endovenoso
Fiale iniettabili. Per ottenere immagini di buona
qualita' la pupilla deve essere dilatata e i mezzi diottrici
devono essere trasparenti.
Negli adulti si iniettano rapidamente in una vena
antecubitale dell'avambraccio, 5 ml di fluoresceina in
soluzione al 10%, anche se alcuni autori preferiscono
iniettare 3 ml al 25% specie in presenza di opacita' dei
mezzi diottrici.
Il colorante deve comparire nell'arteria retinica centrale
entro 9-15 secondi dall'iniezione.
Nei pazienti in cui non e' possible effettuare l'iniezione
endovena, puo' essere somministrato 1 g di fluoresceina per
os. In questo caso sono necessari circa 15 minuti affinche'
sia visibile la fluorescenza del fondo e inoltre si perdono
le fasi precoci dell'angiogramma.
Nei bambini la dose consigliata e' pari a 7,5 mg/kg.
Il prodotto deve essere conservato a temperatura ambiente e
non deve essere usato se sono presenti precipitati nella
soluzione.
ROSA BENGALA
Il rosa bengala e' un colorante vitale che presenta una
particolare affinita' per le cellule epiteliali corneali e
congiuntivali morte o in fase di degenerazione. Dal punto di
vista chimico e' un derivato iodico della fluoresceina. Il
rosa bengala colora anche il muco e, a differenza della
fluoresceina, non colora le aree con difetti epiteliali.
Quando l'occhio colorato con rosa bengala viene osservato
alla lampada a fessura, le zone devitalizzate appaiono come
piccoli punti rosa. In talune circostanze puo' essere
opportuno utilizzare un filtro verde che conferisce alla
colorazione una tonalita' bluastra.
Indicazioni
Viene usato per evidenziare il danno epiteliale in varie
malattie della congiuntiva e della cornea. E'
particolarmente utile per la diagnosi di
cheratocongiuntivite secca, del carcinoma a cellule
squamose, di cheratiti, nella ricerca di corpi estranei
corneo-congiuntivali e per la fine differenziazione dei
margini delle ulcere corneali.
Controindicazioni
Ipersensibilita' al rosa bengala o agli altri costituenti il
preparato.
Effetti indesiderati
Bruciore dopo l'instillazione, colorazione della cute nelle
zone adiacenti l'orbita. Raramente possono comparire
fenomeni allergici.
Interazioni con altri farmaci
Non sono conosciute interazioni per l'uso previsto di questo
colorante.
Precauzioni
Nei portatori di lenti a contatto morbide gli occhi devono
essere accuratamente lavati con soluzione fisiologica e,
prima di indossare le lenti, bisogna far passare almeno 60
minuti per evitare l'assorbimento del colorante ad opera
delle lenti medesime.
Prestare attenzione nell'evitare che il colorante venga a
contatto con i vestiti.
Informazioni per il paziente
Il rosa bengala puo' causare un'intenso bruciore dopo
l'instillazione e nelle ore successive.
Farmacocinetica
Il rosa bengala non passa attraverso gli spazi
intercellulari e non penetra in camera anteriore. Viene
eliminato attraverso le vie lacrimali.
Forme farmaceutiche e posologia
Soluzione. Instillare 1-2 gocce nel sacco
congiuntivale prima di effettuare l'esame alla lampada a
fessura.
Strip. Dopo avere inumidito lo strip con soluzione
fisiologica strusciarlo delicatamente sulla congiuntiva del
fornice inferiore e fare ammiccare il paziente piu' volte.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Minims di Rosa bengala (Smith & Nephew) SOLUZIONE: Rosa
bengala 1%.
VERDE INDOCIANINA
Il verde indocianina e' un colorante solubile in acqua con
un picco spettrale di assorbimento compreso fra 800 e 850 nm
dove la trasmissione dell'energia radiante da parte
dell'epitelio pigmentato e' maggiore. Usando appropriati
filtri consente di ottenere immagini fluoroangiografiche di
notevole qualita'. Dopo iniezione endovena il verde di
indocianina si lega rapidamente alle plasmaproteine ed in
particolare all'albumina (95%). Tale colorante presenta una
circolazione extraepatica o enteroepatica significativa.
Viene escreto pressoche' completamente attraverso la bile:
per questo e' ampiamente utilizzato per lo studio della
funzionalita' epatica.
Indicazioni
Angiografia del fondo oculare.
Controindicazioni
Ipersensibilita' al verde di indocianina.
Effetti indesiderati
In relazione al fatto che i preparati a base di verde di
indocianina contengono ioduro di sodio possono, anche se
raramente, verificarsi delle rezioni allergiche dopo
iniezione del colorante.
Interazioni con altri farmaci
I preparati a base di eparina contenenti sodio bisolfito
riducono il picco di assorbimento del verde di indocianina
nel sangue.
Precauzioni
Usare con cautela in soggetti con anamnesi di allergia allo
iodio. In gravidanza e durante l'allattamento deve essere
usato solo in caso di assoluta necessita'.
Il verde di indocianina e' instabile in soluzione acquosa e
deve essere usato entro 10 ore dalla preparazione della
soluzione. Durante la preparazione prestare particolare
attenzione ad evitare contaminazioni del prodotto.
Per costituire la soluzione utilizzare l'apposito solvente
fornito nella confezione in quanto sono state segnalate
incompatibilita' con altre soluzioni per preparazioni
iniettabili.
In caso di insorgenza di allergia utilizzare epinefrina,
antistaminici e corticosteroidi.
Non sono stati segnalati segni e sintomi di sovradosaggio.
Farmacocinetica
Dopo iniezione endovena il farmaco si lega per il 98% alle
proteine plasmatiche. Viene quindi captato dalle cellule
epatiche e secreto interamente attraverso la bile.
Forme farmaceutiche e posologia
Fiale per iniezione endovena. Sciogliere 40 mg di
colorante in 2 ml di solvente acquoso. In alcuni pazienti
sono stati ottenuti angiogrammi di risoluzione comparabile
con meta' dose. Immediatamente dopo l'iniezione del
colorante somministrare in bolo 5 ml di soluzione
fisiologica.
Conservare a temperatura ambiente e al riparo dalla luce.
Utilizzare la soluzione entro 10 ore dalla ricostituzione.
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Farmaci midriatici e cicloplegici
Indice del capitolo
Introduzione
Midriatici
Fenilefrina
Midriatici cicloplegici
Atropina solfato
Ciclopentolato
Omatropina
Scopolamina
Tropicamide
Cicloplegici + midriatici in
associazione
Farmaci per esame rifrattivo
Farmaci per esame
oftalmoscopico
Introduzione
I midriatici sono farmaci che dilatano la pupilla, mentre i
cicloplegici sono farmaci in grado di bloccare il processo
accomodativo agendo a livello del muscolo ciliare.
L'effetto midriatico puo' essere ottenuto o inducendo la
contrazione del muscolo radiale dell'iride tramite
stimolazione dei recettori alfa-adrenergici, oppure
paralizzando il muscolo sfintere irideo, utilizzando i
farmaci anticolinergici capaci di interferire in maniera
competitiva con i recettori muscarinici del parasimpatico
(cosidetti farmaci atropino-simili). I midriatici sono
impiegati comunemente a scopo diagnostico al fine di
permettere l'esame del fundus e di altre strutture oculari.
Talora possono anche trovare impiego nella terapia
decongestionante del segmento anteriore dell'occhio in caso
di congiuntiviti, iridi-cicliti, cheratiti. La fenilefrina e
l'epinefrina (non in commercio in Italia come collirio) sono
i soli agenti adrenergici, con azione mirata, in grado di
produrre midriasi senza cicloplegia. Esistono 2 tipi di
agonisti alfa-adrenergici: quelli ad azione diretta, come la
fenilefrina, e quelli ad azione indiretta (che prevengono il
riassorbimento del neurotrasmettitore ad opera delle
terminazioni nervose o che determinano la liberazione dello
stesso dai depositi neuronali) come la cocaina e
l'idrossianfetamina (non in commercio in Italia).
La cicloplegia si verifica in seguito al blocco
dell'attivita' contrattile del muscolo ciliare conseguente
all'azione dei farmaci "bloccanti" i recettori muscarinici.
In queste condizioni l'occhio e' adattato solo per la
visione da lontano per cui il paziente e' incapace di vedere
distintamente gli oggetti posti a meno di 5 metri di
distanza.
Gli anticolinergici, in relazione alla loro attivita'
cicloplegica, sono impiegati per l'esame del potere di
rifrazione dei mezzi diottrici. Allorche' questi agenti
farmacologici riescono ad inibire l'azione del muscolo
sfintere dell'iride agiscono anche da midriatici. Fra gli
agenti anticolinergici solo la tropicamide e' usata
routinariamente per l'induzione della midriasi. Entrambi gli
effetti, cicloplegico e midriatico, degli anticolinergici
sono utilizzati nella valutazione degli errori rifrattivi.
La paralisi accomodativa e' utile per rivelare errori
latenti di rifrazione mentre le dilatazione pupillare
facilita la misurazione dell'errore rifrattivo.
Va sottolineato che la presenza di midriasi non indica
necessariamente un sufficiente grado di cicloplegia in
quanto dura piu' a lungo e puo' essere causata da basse dosi
del farmaco.
La midriasi ottenuta con i farmaci atropino-simili non e'
massimale e puo' essere aumentata associando farmaci
adrenergici come la fenilefrina.
L'agente midriatico, privo di effetti sull'accomodazione,
di piu' comune impiego in oftalmologia e' la fenilefrina:
tale sostanza e' un agonista sintetico dei recettori alfa,
simile strutturalmente all'epinefrina. Dopo applicazione
topica la fenilefrina determina la contrazione del muscolo
dilatatore dell'iride e della muscolatura delle arteriole
congiuntivali ed episclerali, causando dilatazione pupillare
e "sbiancamento" della congiuntiva. Al contrario i vasi
sclerali piu' profondi non risentono dell'azione
vasocostrittice della fenilefrina, per cui e' possibile
differenziare le episcleriti dalle scleriti. Anche il
muscolo di Mueller della palpebra superiore puo' essere
stimolato a contrarsi con conseguente aumento dell'ampiezza
palpebrale.
Indicazioni
I midriatici vengono usati essenzialmente a scopo
diagnostico per consentire l'esame del fundus e a scopo
terapeutico per prevenire la formazione o facilitare la
rottura delle sinechie irido-lenticolari; sono utili anche
per ridurre la congestione oculare (effetto
vasocostrittore).
Per indurre dilatazione pupillare sono in commercio in
Italia soluzioni con concentrazione di fenilefrina variabile
dal 10% al 36%. Il massimo della midriasi si ottiene in un
arco di tempo compreso fra 45 e 60 minuti ed e' correlato
alla concentrazione usata e al numero di gocce instillate.
In genere l'effetto midriatico scompare del tutto nel giro
di 4-6 ore.
Effetti indesiderati e controindicazioni (vedi anche
monografia sulla fenilefrina)
La risposta del muscolo dilatatore della pupilla, in seguito
a instillazione di midriatici, puo' essere modificata in
tutte quelle situazioni in cui l'integrita' epiteliale
risulta alterata. Le abrasioni corneali o i traumi
conseguenti ad esempio alla tonometria o alla gonioscopia,
al pari della presomministrazione di anestetici locali,
possono potenziare l'effetto farmacologico della
fenilefrina.
Potendo l'instillazione topica di midriatici essere
accompagnata da effetti collaterali sistemici e locali di
una certa importanza (come quelli sul sistema
cardiovascolare), l'uso di concentrazioni superiori al 10%
dovrebbe essere evitato, se non indispensabile.
Questi farmaci dovrebbero essere pertanto impiegati con
cautela nei pazienti con malattie cardiache, ipertensione,
arteriosclerosi e diabete. Sono controindicati inoltre in
soggetti in terapia con antidepressivi triciclici, con
inibitori delle monoamminossidasi (IMAO), con reserpina, con
guanetidina e con metildopa.
FENILEFRINA
La fenilefrina cloridrato e' un composto di sintesi,
strutturalmente simile all'adrenalina e all'efedrina. In
soluzione oftalmica e' una molecola con prevalente azione
alfa-mimetica e scarsa azione beta mimetica, in grado di
determinare a livello oculare vasocostrizione e midriasi
(agendo sul muscolo radiale dell'iride).
Il suo impiego in oftalmologia e' dovuto alla rapidita' del
suo effetto e alla durata di azione moderatamente
prolungata. In effetti alla concentrazione del 2,5% la
midriasi viene ottenuta in un arco di tempo compreso fra 15
e 60 minuti, periodo che si riduce ulteriormente aumentando
la concentrazione del farmaco.
Indicazioni
Midriasi per esame del fundus oculi; dilatazione della
pupilla nelle uveiti (sinechie posteriori), prima di
interventi chirurgici, nella valutazione dello stato
rifrattivo senza cicloplegia. Per l'effetto vasocostrittore
puo' essere impiegata come decongestionante e nel glaucoma
ad angolo aperto (riduzione della secrezione di umore
acqueo).
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai componenti della formulazione. Glaucoma
ad angolo chiuso o angolo chiuso in assenza di ipertono
oculare. Bambini molto piccoli o anziani con affezioni
cardiovascolari o cerebrovascolari. Interventi chirurgici
nei quali sia stata danneggiata la barriera epiteliale
corneale.
La somministrazione di fenilefrina e' controindicata nei
pazienti con diabete insulino-dipendente di lunga durata,
nei pazienti ipertesi in terapia con reserpina o
guanetidina, nei soggetti con grave arteriosclerosi, in
quelli con ipotensione idiopatica ortostatica, e in quei
soggetti con storia anamnestica di affezioni cardiache
organiche (rischio di gravi aritmie).
Usare con cautela in soggetti anziani nei quali si puo'
verificare la comparsa di pigmento nell'umor acqueo, circa
30 minuti dopo somministrazione topica. Questa pigmentazione
puo' far porre diagnosi errata di uveite anteriore. La
sicurezza di questo prodotto non e' stata ancora stabilita
con certezza in gravidanza e durante l'allattamento.
Pertanto il prodotto deve essere impiegato solo in casi di
assoluta necessita'.
Effetti indesiderati
A livello oculare si puo' avere irritazione, lacrimazione
fotofobia, edema corneale, offuscamento del visus, cheratite
epiteliale puntata. Inoltre possono verificarsi elevazioni
pressorie di grado variabile, reazioni di ipersensibilita'
(congiuntivite allergica, blefarite) e miosi per effetto
rebound. Molte delle preparazioni a base di fenilefrina
contengono sodio solfito che puo' essere la causa delle
reazioni allergiche in soggetti suscettibili. Inoltre, in
seguito a trattamento con fenilefrina, si puo' determinare,
per effetto rebound, una congestione vascolare.
Sebbene l'assorbimento sistemico sia scarso, talora si
possono verificare effetti collaterali dovuti all'azione
alfa adrenergica.
A carico del sistema cardiovascolare possono insorgere
palpitazioni, tachicardia, aritmie cardiache, ipertensione,
bradicardia riflessa, embolia polmonare, emorragia
subaracnoidea, infarto miocardico e ictus. Questi effetti
sono stati osservati, anche se raramente, in pazienti
anziani.
Fra gli altri effetti collaterali riscontrati dopo
instillazione di fenilefrina troviamo: cefalea occipitale,
tremore, sudorazione, debolezza, pallore o collasso.
Interazioni con altri farmaci
Anestetici: gli anestetici che sensibilizzano il miocardio
ai simpaticomimetici (ciclopropano o alotano) devono essere
usati con attenzione. Gli anestetici locali possono
aumentare l'assorbimento oculare dei farmaci topici.
Effetti collaterali sistemici (come gravi attacchi
ipertensivi) si possono verificare piu' frequentemente in
pazienti in terapia con beta-bloccanti. Nei pazienti in
terapia con inibitori delle monoamminossidasi (o che abbiano
assunto tali farmaci da meno di 21 giorni) la fenilefrina
puo' determinare un effetto adrenergico esagerato.
La risposta pressoria alla fenilefrina puo' anche essere
potenziata dalla somministrazione contemporanea di
antidepressivi triciclici, di propanololo, di reserpina, di
guanetidina, di metildopa e di anticolinergici.
Precauzioni
Per evitare un eccessivo bruciore, specie in caso di
somministrazione di fenilefrina 36%, e' consigliata
l'instillazione di un anestetico locale prima del
trattamento.
L'impiego di dosaggi eccessivi, al pari dell'applicazione
della fenilefrina a pazienti con importanti alterazioni
dell'epitelio corneale o con lacrimazione ridotta (come puo'
accadere durante anestesia), puo' causare l'assorbimento di
quantita' sufficienti di fenilefrina in grado di produrre
una risposta vasopressoria sistemica.
Somministrare con cautela in bambini di basso peso corporeo,
negli anziani, nei pazienti con diabete insulino dipendente,
negli ipertesi, negli ipertiroidei, in pazienti con
arteriosclerosi generalizzata o con malattie
cardiovascolari. Monitorare attentamente la pressione
sanguigna nei pazienti che presentano controindicazioni
relative al trattamento con fenilefrina.
Gli effetti ipertensivi della fenilefrina possono essere
trattati con un agente bloccante i recettori adrenergici
alfa, come la pentolamina mesilato alla dose compresa fra 5
e 10 mg endovena, ripetuta se necessario.
Se la continuita' dell'epitelio e' stata danneggiata, si
puo' verificare intorbidamento corneale: questo effetto puo'
risultare notevole quando l'epitelio viene rimosso durante
vitrectomia o chirurgia per distacco di retina. Le cornee
dei soggetti diabetici possono presentare erosioni
epiteliali e una scarsa tendenza alla riepitelizzazione. In
simili casi l'uso della fenilefrina puo' essere
particolarmente rischioso.
Informazioni per il paziente
Se compaiono dolore oculare, cefalea, variazioni del visus,
arrossamento improvviso dell'occhio o dolore in seguito a
esposizione alla luce, interrompere l'uso e consultare un
medico.
Si sconsiglia la guida di autoveicoli allorche' la pupilla
e' dilatata. Per impedire eventuali contaminazioni chiudere
dopo l'uso ed evitare il contatto del contagocce con
l'occhio e i suoi annessi. Essendo il prodotto soggetto ad
ossidazione evitare l'esposizione alla luce, all'aria e al
calore. Se la soluzione ha una colorazione bruna evitare
l'impiego del prodotto.
Farmacocinetica
Il farmaco viene assorbito rapidamente attraverso la
barriera epiteliale. La massima dilatazione si verifica
nell'arco di 30 minuti e la durata della stessa e' pari a
4-6 ore. La precedente somministrazione di anestetici topici
puo' incrementare l'assorbimento oculare. Per evitare un
eccessivo assorbimento sistemico e' opportuno comprimere il
sacco lacrimale, tramite pressione digitale, per 2-3 minuti
dopo instillazione del collirio.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Per ottenere la dilatazione della pupilla
e' sufficiente di solito la somministrazione di 1-2 gocce di
fenilefrina al 10%, preceduta dall'instillazione di un
anestetico topico. Eventualmente ripetere il trattamento
dopo 10-30 minuti.
Per quanto riguarda l'azione decongestionante sono in
commercio in Italia colliri contenenti fenilefrina alle
concentrazioni dello 0,12%, 0,125%, 0,2%.
La formazione di sinechie periferiche, in corso di uveite,
puo' essere prevenuta somministrando felilefrina e atropina
in modo da produrre un'ampia dilatazione della pupilla. Va
sottolineato che l'effetto vasocostrittore della fenilefrina
puo' essere antagonizzato dall'aumento del flusso ematico
locale presente nelle infezioni dell'uvea.
Per rompere le sinechie posteriori di recente formazione,
instillare 1 goccia di fenilefrina nel fornice
congiuntivale, eventualmente ripetendo il trattamento piu'
volte nella giornata o anche il giorno successivo. Utile in
questi casi anche l'instillazione di atropina.
La fenilefrina puo' essere usata in associazione con miotici
nei pazienti con glaucoma ad angolo aperto. La fenilefrina
riduce le difficolta' presenti nei pazienti dovute alla
miosi e al conseguente restringimento del campo visivo e
permette di abbassare ulteriormente la pressione nel
glaucoma ad angolo aperto.
Chirurgia: quando si rende necessario un midriatico a pronta
azione per ottenere un'ampia dilatazione della pupilla prima
di interventi chirurgici intraoculari, la fenilefrina puo'
essere instillata 30-60 minuti prima dell'intervento stesso.
Rifrazione: prima della determinazione degli errori
rifrattivi, la soluzione al 10% puo' essere usata
efficacemente in associazione con ciclopentolato,
tropicamide, omatropina o atropina solfato.
Negli adulti: instillare 1 goccia del cicloplegico scelto in
entrambi gli occhi; dopo 5 minuti instillare 1 goccia di
fenilefrina e dopo 10 minuti un'altra goccia del
cicloplegico; in 50-60 minuti gli occhi saranno pronti per
l'esame rifrattivo. Nei bambini: instillare una goccia di
atropina solfato in ogni occhio; dopo 10-15 minuti
instillare 1 goccia di fenilefrina e dopo altri 5-10 minuti
una seconda goccia di atropina solfato. Nell'arco di 1-2 ore
gli occhi saranno pronti per l'esame della rifrazione.
Retinoscopia: quando si desideri la dilatazione pupillare
senza azione cicloplegica, la soluzione di fenilefrina
dovra' essere usata da sola. Test dello sbiancamento:
instillare 1-2 gocce di fenilefrina 10% (se disponibile
usare fenilefrina 2,5%) nell'occhio infiammato. Dopo 5
minuti esaminare la zona perilimbare alla lampada a fessura.
Se l'occhio sbianca, la congestione interessa i vasi
superficiali per cui, probabilmente, non si e' in presenza
di iridocilite.
Test provocativi per valutare il rischio di insorgenza di un
attacco di glaucoma ad angolo chiuso: la fenilefrina puo'
essere impiegata come test di provocazione nei pazienti in
cui si sospetti un aumento latente della pressione
intraoculare. La pressione va misurata prima
dell'instillazione della fenilefrina e dopo che la midriasi
si e' verificata. Un aumento di 3-5 mm Hg del tono oculare
suggerisce la presenza di rischio di attacco di glaucoma.
Pomata. La pomata trova scarso impiego in oftalmologia.
Viene di solito utilizzata in caso di uveiti con lo scopo di
rompere le sinechie o di impedirne la formazione. Si
consiglia in tali situazioni di applicare la pomata 2 volte
al giorno.
I prodotti possono essere conservati a temperatura ambiente.
Specialita'
Isonefrine 10% e 36% (Allergan) COLLIRIO: Fenilefrina 10% o
36% POMATA: Fenilefrina 10%.
Minims fenilefrina (Smith & Nephew) COLLIRIO: Fenilefrina
10%.
MIDRIATICI
CICLOPLEGICI
I farmaci in grado di indurre contemporaneamente
cicloplegia e midriasi, usati comunemente in campo
oftalmologico sono l'atropina, l'omatropina, la scopolamina,
il ciclopentolato e la tropicamide. I farmaci
anticolinergici bloccano la stimolazione colinergica del
muscolo sfintere dell'iride, con conseguente midriasi e
paralisi dell'accomodazione.
Indicazioni
Queste sostanze trovano un impiego ottimale nella
determinazione della rifrazione nei bambini, negli adulti e
nei soggetti non collaboranti. In relazione all'azione
cicloplegica sono usati anche per determinare il
rilasciamento del muscolo ciliare in caso di spasmo dello
stesso e per prevenire la formazione di sinechie conseguenti
a iriti, uveiti e traumi oculari.
L'atropina e' l'agente cicloplegico piu' potente e trova
particolare indicazione nell'esecuzione dell'esame
retinoscopico nei bambini fino all'eta' di 4 anni con
sospetta esotropia accomodativa.
Il ciclopentolato e' il farmaco di scelta per la
valutazione, in cicloplegia, della rifrazione di pazienti
strabici di eta' superiore a 4 anni o di pazienti non
affetti da strabismo e di qualsiasi eta'. Sebbene l'atropina
sia ancora preferita nei pazienti di eta' inferiore a 4
anni, in tempi recenti molti autori hanno cominciato a
consigliare l'uso del ciclopentolato anche in questi
pazienti.
L'impiego dell'atropina come cicloplegico per la valutazione
dello stato rifrattivo, in pazienti con sospetta esotropia
accomodativa, impone che il farmaco venga instillato a casa
del paziente a cominciare da 2-3 giorni prima della visita
ambulatoriale, in modo da ottenere la massima cicloplegia.
Il ciclopentolato puo' essere invece instillato direttamente
in ambulatorio 30-60 minuti prima di effettuare l'esame
della rifrazione. Solo quando si raggiunge la massima
cicloplegia, puo' essere effettuato un esame rifrattivo
soggettivo o l'esame retinoscopico.
I bambini strabici, specialmente se affetti da esotropia,
dovrebbero essere esaminati sempre in cicloplegia.
E' importante individuare completamente il grado di difetto
rifrattivo (di solito ipermetropia) nei giovani pazienti con
sospetta esotropia accomodativa, in quanto l'impiego di
lenti correttive di opportuna gradazione puo' indurre la
totale scomparsa della deviazione oculare ed impedire
l'insorgenza di ambliopia.
Anche i soggetti con vizi rifrattivi latenti possono trarre
vantaggio dall'esame eseguito in cicloplegia.
Come detto in precedenza, i cicloplegici sono indicati nel
trattamento delle uveiti, in quanto impediscono la
formazione di sinechie irido-lenticolari e determinano
rilasciamento del muscolo ciliare, spesso contratto in caso
di infiammazione del segmento anteriore.
I segni e i sintomi dell'uveite dipendono essenzialmente
dalla sede anatomica dell'infiammazione. L'uveite anteriore
e' caratterizzata da iperemia congiuntivale che aumenta
verso il limbus per l'interessamento dei vasi ciliari
anteriori. La pupilla e' spesso miotica e sovente si
apprezza Tyndall e cellularita' in camera anteriore. La
pressione intraoculare puo' essere inferiore al normale e
spesso si osservano alla lampada a fessura dei precipitati
cheratici sull'endotelio.
Fra i sintomi accusati soggettivamente troviamo il dolore
oculare, la fotofobia e l'annebbiamento del visus. I casi di
uveiti anteriore bilaterali, recidivanti e resistenti alla
terapia devono essere valutati con attenzione, per la
possibile associazione con malattie sistemiche.
Il ciclopentolato, l'omatropina e l'atropina sono i
cicloplegici piu' comunemente utilizzati.
I corticosteroidi topici sono spesso usati in associazione
coi cicloplegici. In diversi casi puo' essere indicata
l'associazione con steroidi per via sistemica o perioculare.
Nei casi in cui gli steroidi sono inefficaci puo' essere
utile l'impiego di agenti immunosopressori.
Controindicazioni
Sono stati riscontrati segni di tossicita' in bambini con
sindrome di Down. Il loro uso e' controindicato in pazienti
con camera anteriore ristretta o con storia di glaucoma ad
angolo chiuso a causa della midriasi associata all'effetto
cicloplegico.
Controindicato anche in neonati di eta' inferiore ai 3 mesi
o in bambini nei quali sia stata riscontrata, in precedenza,
una reazione generalizzata in seguito a somministrazione di
atropina.
I pazienti allergici all'atropina possono essere trattati,
con risultati pressoche' analoghi, con la scopolamina.
Effetti indesiderati
La perdita transitoria del potere di accomodazione e' una
conseguenza del tutto normale dell'azione di questo gruppo
di farmaci sulle terminazioni nervose del muscolo ciliare.
Anche la fotofobia e' la conseguenza dell'effetto
midriatico. L'uso prolungato puo' provocare fenomeni locali
irritativi come congestione, edema, eczema e congiuntivite
follicolare. L'uso in occhi predisposti, specie di soggetti
in eta' avanzata, puo' determinare ipertensione oculare o un
attacco di glaucoma.
L'impiego continuo o troppo frequente puo' favorire il
manifestarsi di sintomi da intossicazione derivati da
sostanze atropino simili.
Gli effetti collaterali sistemici, conseguenti all'impiego
oftalmologico delle sostanze atropino simili, includono la
diminuzione della secrezione salivare e la secchezza della
mucosa buccale, il ritardato riempimento gastrico, e la
stipsi. Il tono vescicale e la frequenza delle minzioni sono
spesso diminuiti per cui il rischio di ritenzione urinaria
acuta e' elevato, specie nei maschi anziani. Anche le
secrezioni nasali, lacrimali e bronchiali sono ridotte con
conseguente secchezza delle rispettive mucose. Puo'
verificarsi iperpiressia per diminuzione della sudorazione.
A carico del sistema cardiovascolare possono insorgere
tachicardia con palpitazioni ed altri tipi di aritmie.
A livello del sistema nervoso centrale possono determinarsi
confusione, eccitabilita', allucinazioni, sedazione e
tachipnea. Lo stato di ipereccitabilita' e' seguito da
sonnolenza, stupore e depressione generale centrale. In rari
casi possono verificarsi collasso circolatorio e morte.
In genere omatropina, scopolamina e ciclopentolato
determinano manifestazioni simili a quelle causate
dall'atropina, anche se meno gravi e con maggiore rarita'.
Nel caso della tropicamide va sottolineato che la tossicita'
sistemica si verifica difficilmente in quanto il farmaco e'
usato di solito in singola dose. Fra gli effetti collaterali
riportati in letteratura troviamo la comparsa di reazioni
psicotiche e di insufficienza cardiovascolare in bambini.
Secchezza della bocca, tachicardia, cefalea sono possibili
in seguito alla somministrazione di questo farmaco.
Interazioni con altri farmaci
Usare con cautela in pazienti in corso di trattamento con
farmaci antidepressivi e beta bloccanti.
Utile l'associazione con farmaci adrenergici per ottenere
una midriasi piu' intensa.
Precauzioni
Impiegare esclusivamente per uso esterno e sotto stretto
controllo medico. Per evitare eventuali attacchi
glaucomatosi, andra' effettuato, prima dell'inizio del
trattamento, un approfondito esame atto a valutare
l'apertura dell'angolo irido-corneale.
Al fine di impedire un eccessivo assorbimento sistemico,
comprimere il sacco lacrimale per 1-2 minuti dopo
l'instillazione delle gocce. Il prodotto se accidentalmente
ingerito o se impiegato per lungo periodo a dosi eccessive
puo' determinare fenomeni tossici. Va quindi tenuto lontano
dalla portata dei bambini.
La sicurezza dell'atropina e dell'omatropina durante la
gravidanza e l'allattamento non e' stata ancora stabilita.
In particolare atropina ed omatropina sono state ritrovate
in piccola quantita' nel latte materno, mentre non e' noto
se il ciclopentolato venga escreto per tale via.
Non usare atropina o omatropina durante i primi 3 mesi di
vita, per il possibile rischio di insorgenza di ambliopia.
Nell'infanzia e nei bambini con paralisi spastica o danni
cerebrali e' stata riscontrata un aumentata suscettibilita'
al ciclopentolato.
In caso di sovradosaggio lavare gli occhi con soluzione
fisiologica. In alcuni casi puo' essere utile somministrare
miotici localmente.
Se si verifica un aumento della pressione intraoculare e'
opportuno iniziare immediatamente una terapia antiglaucoma.
In caso di insorgenza di sintomi da intossicazione sistemica
somministrare fisostigmina endovena (1 mg/5 ml) a dosi
comprese fra 1 e 5 ml. Ai bambini dovranno essere
somministrati dosaggi piu' bassi. In caso di mancata
scomparsa dei sintomi ripetere la somministrazione ogni 5
minuti fino a raggiungere la dose massima di 2 mg nei
bambini e di 6 mg negli adulti.
Informazioni per il paziente
Se si verifica dolore e' opportuno sospendere l'uso e
consultare il medico. Questi farmaci possono causare inoltre
annebbiamento del visus e fotofobia per cui i pazienti
andranno avvertiti affinche' evitino di condurre autoveicoli
o di effettuare operazioni che richiedano attenzione. In
corso di trattamento sara' opportuno che i pazienti
proteggano gli occhi dalla luce troppo intensa. Tenere
lontano dalla portata dei bambini.
Evitare il contatto del beccuccio del collirio con l'occhio
e i suoi annessi.
ATROPINA SOLFATO
L'atropina solfato e' un potente agente parasimpaticolitico
in grado di produrre cicloplegia e midriasi.
Farmacocinetica
Dopo instillazione nel sacco congiuntivale, il massimo
effetto midriatico si ottiene entro 30-40 minuti e dura
circa 6-14 giorni, mentre il massimo effetto cicloplegico si
verifica entro 60-180 minuti e dura in media 7-13 giorni. Il
farmaco si concentra in particolare a livello sclerale,
corneale, coroideale, irideo e ciliare.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. In caso di uveiti instillare 1-2 gocce nel
fornice congiuntivale fino a 3-4 volte al giorno. In caso di
infiammazioni meno gravi e' sufficiente una
monosomministrazione giornaliera. Quando e' utilizzata a
scopo diagnostico (per valutare i vizi di rifrazione) negli
adulti e' sufficiente l'instillazione di 1-2 gocce di
soluzione 1% iniziando un'ora prima dell'esame; nei bambini
va somministrata la soluzione allo 0,5%, per 2 volte al
giorno, durante i 3-4 giorni che precedono la visita. Nei
soggetti con iridi fortemente pigmentate e' spesso
necessario aumentare le dosi.
In tutti i casi e' utile comprimere il sacco lacrimale nei
minuti successivi alla somministrazione per evitare un
eccessivo assorbimento sistemico. Pomata. Applicare 1 cm di
pomata nel fornice congiuntivale ogni 8-10 ore. Entrambi i
preparati possono essere conservati a temperatura ambiente.
Specialita'
Atropina 1% Farmigea monodose (Farmigea) COLLIRIO: Atropina
solfato 1%.
Atropina solfato Fn (Formulario galenico nazionale)
COLLIRIO: Atropina solfato 0,5% e 1%. POMATA: Atropina
solfato 0,5%.
Atropina lux (Allergan) COLLIRIO: Atropina solfato 0,5% e
1%. POMATA: Atropina solfato 0,5% e 1%.
Liotropina (Sifi) POMATA: Atropina solfato 1%.
Minims atropina (Smith & Nephew) COLLIRIO: Atropina solfato
1%.
CICLOPENTOLATO
Trova impiego come cicloplegico nell'esame della rifrazione
e come midriatico per esami diagnostici.
Farmacocinetica
La cicloplegia dovuta all'azione del ciclopentolato e' piu'
rapida e piu' breve rispetto a quella da atropina e
omatropina. Il massimo effetto midriatico si verifica entro
30-60 minuti e dura approssimativamente 1 giorno; il massimo
effetto cicloplegico si verifica entro 15-70 minuti (spesso
entro 15) e dura approssimativamente 6-12 ore. Talora
l'instillazione locale puo' causare un notevole assorbimento
sistemico, con conseguenze gravi specie in eta' infantile.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Per ottenere l'effetto cicloplegico
instillare 1 goccia nel fornice congiuntivale; dopo 5-10
minuti instillare un'altra goccia. In eta' infantile e'
opportuno instillare 1 sola goccia e comprimere il sacco
lacrimale per 2-3 minuti dopo l'instillazione.
Il prodotto deve essere conservato fra 8 e 27 gradi
centigradi e protetto dalla luce.
Specialita'
Ciclolux (Allergan) COLLIRIO: Ciclopentolato cloridrato 1%.
OMATROPINA
L'omatropina bromidrato e' un alcaloide semisintetico
derivato dall'associazione dell'atropina con l'acido
mandelico. Questo farmaco e' indicato soprattutto per la
dilatazione postoperatoria e per il trattamento delle uveiti
anteriori. E' meno indicato per l'effetto cicloplegico in
quanto induce un effetto cicloplegico inferiore rispetto
alla scopolamina e all'atropina, a causa della sua debole
attivita' antimuscarinica.
Farmacocinetica
Il picco dell'effetto midriatico si verifica entro 40-60
minuti e la durata dell'effetto e' pari a 1-2 giorni; il
massimo effetto cicloplegico si ottiene entro 30-60 minuti e
dura 1-2 giorni.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Per effettuare un esame della rifrazione
instillare 1-2 gocce in ogni occhio, ripetendo eventualmente
la stessa dose dopo 5-10 minuti.
Nella terapia delle uveiti instillare 1-2 gocce in ciascun
occhio, ogni 3-4 ore. In caso di individui con iridi
notevolmente pigmentate possono essere necessarie dosi
superiori. Il prodotto deve essere conservato a temperature
comprese fra 15 e 30 gradi centigradi.
Specialita'
Omatropina bromidrato Fn (Formulario Nazionale) COLLIRIO:
Omatropina bromidrato 2%.
Omatropina Lux (Allergan) COLLIRIO: Omatropina bromidrato
1%.
SCOPOLAMINA
Ha le stesse indicazioni dell'atropina anche se, per i
maggiori effetti a livello del sistema nervoso centrale,
trova minori indicazioni nei pazienti anziani e come
cicloplegico nei bambini.
Farmacocinetica
Rispetto all'atropina la sua azione e' piu' rapida e meno
prolungata. Il massimo effetto midriatico si ottiene in
15-30 minuti e dura 4-7 giorni; il massimo effetto
cicloplegico si manifesta in 30-45 minuti e dura in media
3-7 giorni.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Per effettuare l'esame della rifrazione in
cicloplegia instillare 1-2 gocce circa 1 ora prima
dell'esame; in caso di uveiti instillare 1-2 gocce fino a 4
volte al giorno.
Specialita'
Scopolamina Lux (Allergan) COLLIRIO: Scopolamina bromidrato
0,5%.
TROPICAMIDE
Le indicazioni principali all'uso di questo farmaco sono da
mettere in relazione alla sua breve durata di azione.
Farmacocinetica
Il picco dell'effetto midriatico si ottiene dopo 20-40
minuti e la durata e' pari a 6 ore; il massimo effetto
cicloplegico si verifica dopo 20-30 minuti e dura circa 6
ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Per effettuare l'esame della rifrazione in
cicloplegia instillare 1-2 gocce della soluzione 1% e
ripetere entro 5 minuti. Nel bambino la cicloplegia puo'
pero' essere insufficiente per un esame rifrattivo.
Per l'esame del fundus instillare 1-2 gocce di soluzione
0,5%, circa 20-30 minuti prima dell'esame.
Il prodotto deve essere tenuto lontano da fonti di calore e
non deve essere conservato in frigorifero.
Specialita'
Minims Tropicamide (Smith & Nephew) COLLIRIO: Tropicamide
0,5% e 1%.
Tropimil (Farmigea) COLLIRIO: Tropicamide 0,5%.
Visumidriatic (Merck) COLLIRIO: Tropicamide 0,5% e 1%.
L'unica associazione in commercio in Italia e' quella fra
fenilefrina cloridrato e tropicamide. La combinazione di
queste due sostanze determina l'aumento del potenziale
d'azione del collirio e mette a disposizione un midriatico
cicloplegico ad effetto massimale e di breve durata,
sufficiente tuttavia ad un completo esame della rifrazione.
L'azione midriatica di questa associazione e' inoltre utile
nella terapia delle varie forme di infiammazione del
segmento anteriore dell'occhio come iriti, iridocicliti e
uveiti. Per ulteriori notizie vedere monografia dei singoli
principi attivi.
Farmacocinetica
La midriasi si verifica entro 30 minuti e puo' durare da 5 a
24 ore.
Effetti collaterali
Gli effetti collaterali sono da mettere in relazione
all'attivita' dei singoli principi. Si possono riscontrare:
aumento della tensione endoculare, pallore, tremore,
sudorazione, tachicardia, palpitazioni, collasso, secchezza
della bocca, sete, riduzione del tono e della motilita'
dell'apparato gastroenterico e urinario, cefalea,
irritazione della congiuntiva e reazioni allergiche. Nei
bambini e negli anziani si possono manifestare reazioni
psicotiche, disturbi del comportamento, collasso
cardiocircolatorio.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Per ottenere l'effetto midriatico a scopo
diagnostico e' sufficiente instillare 1-2 gocce nel fornice
congiuntivale, eventualmente ripetendo la somministrazione
dopo 10-15 minuti. A scopo terapeutico la dose consigliata
e' di 1-2 gocce, da instillare 3-4 volte nel corso della
giornata.
Specialita'
Visumidriatic fenilefrina (Merck) COLLIRIO: Tropicamide 0,5%
+ fenilefrina 10%.
Farmaci midriatici-cicloplegici usati a scopo
diagnostico (tabelle riassuntive)
Esame rifrattivo
Farmaci
Atropina solfato Adulti. Instillare 1-2 gocce
della soluzione 1% iniziando 1 ora prima dell'inizio
dell'esame rifrattivo. Bambini. Somministrare 1
goccia della soluzione 0,5% (1% nei bambini sopra i 5 anni
e/o con iridi scure) per 2-3 volte al giorno nei 3 giorni
che precedono la visita. Instillare 1 goccia anche il giorno
stesso della visita.
Ciclopentolato Adulti e bambini. Instillare 1
goccia della soluzione 1% nel fornice congiuntivale, da
ripetere dopo 5-10 minuti.
Omatropina Adulti e bambini. Instillare 1
goccia della soluzione 1% o 2%, da ripetere dopo 5-10 minuti
per 2-3 volte.
Scopolamina Adulti. Instillare 1-2 gocce 1 ora
prima dell'esame, da ripetere dopo 5-10 minuti. Bambini.
Instillare 1-2 gocce 1 ora prima dell'esame, da ripetere
dopo 5-10 minuti. In alcuni casi puo' essere necessario
somministrare il prodotto per 2 volte al giorno nei 2 giorni
precedenti l'esame.
Tropicamide Adulti. Instillare 1-2 gocce 1 ora
prima dell'esame, da ripetere dopo 5-10 minuti. Bambini.
Instillare 1-2 gocce 1 ora prima dell'esame, da ripetere
dopo 5-10 minuti. Nei bambini la cicloplegia puo' essere
insufficiente per effettuare un esame adeguato. In questi
casi puo' essere necessario somministrare il prodotto per 2
volte al giorno nei 2 giorni precedenti l'esame.
Esame oftalmoscopico
Farmaci
Ciclopentolato Adulti e bambini. Instillare
1-2 gocce della soluzione 1% 30-40 minuti prima dell'inizio
dell'esame oftalmoscopico.
Fenilefrina + tropicamide Adulti e bambini.
Instillare 1 goccia della soluzione nel fornice
congiuntivale circa 20 minuti prima dell'esame, da ripetere
eventualmente dopo 5-10 minuti.
Tropicamide Adulti e bambini. Instillare 1-2
gocce della soluzione 0,5% circa 20-30 minuti prima
dell'esame.
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Farmaci iperosmotici
Indice
Introduzione
Agenti iperosmotici sistemici
Mannitolo
Agenti iperosmotici topici
Cloruro di sodio ipertonico
Introduzione
I farmaci iperosmotici possono essere somministrati
topicamente o per via sistemica al fine di aumentare la
pressione osmotica delle lacrime e del plasma (con
conseguente creazione di un gradiente osmotico fra fluidi
intraoculari e plasma).
In seguito a somministrazione di questi farmaci si crea un
gradiente per cui il liquido extracellulare risulta
ipertonico rispetto ai liquidi intracellulari e agli altri
liquidi biologici extracellulari dai quali e' separato da
una membrana semipermeabile. La somministrazione per via
sistemica provoca a sua volta fuoriuscita di acqua
dall'occhio e dal liquido cerebrospinale, con conseguente
caduta del tono.
La pressione osmotica di una soluzione e' proporzionale al
numero di particelle presenti per unita' di volume: gli
agenti osmotici con peso molecolare minore, come l'urea,
producono un effetto osmotico superiore rispetto ai farmaci
di piu' alto peso molecolare. Tuttavia i farmaci come il
mannitolo, che non attraversano la barriera emato-oftalmica,
sono i piu' efficaci nel ridurre la pressione endoculare.
Altri fattori che condizionano l'effetto farmacologico sono
correlati alla dose somministrata, all'assorbimento e al
metabolismo. Quanto piu' rapidi sono la somministrazione e
l'assorbimento del farmaco, tanto piu' immediato ed elevato
sara' il gradiente osmotico; quanto piu' rapida e'
l'escrezione dell'agente osmotico, tanto piu' breve sara' la
sua azione.
Per via topica gli agenti iperosmotici sono utilizzati con
lo scopo di ridurre l'edema corneale: quando questi agenti
farmacologici sono instillati nell'occhio, l'acqua fuoriesce
dalla cornea a causa del gradiente osmotico e viene drenata
mediante le vie lacrimali.
Soluzioni ipertoniche di mannitolo sono usate al fine di
ridurre, per brevi periodi di tempo, la pressione
intraoculare e il volume dell'umor vitreo. In Italia e'
stato in pratica abbandonato l'uso di altri farmaci
iperosmotici come il glicerolo (per via orale) e l'urea (per
via endovena). Aumentando l'osmolarita' del sangue, essi
producono una sottrazione di liquidi all'occhio per effetto
osmotico, determinando un'immediata e netta caduta della
pressione intraoculare e del volume del vitreo.
Va sottolineato che lo stato dei tessuti oculari puo'
modificare l'effetto osmotico: ad esempio l'infiammazione
oculare puo' favorire la penetrazione oculare e ridurre il
gradiente osmotico, con conseguente diminuzione dell'effetto
farmacologico.
Meccanismo di azione
Quando la tensione osmotica del plasma e' resa superiore
alla norma, l'umor acqueo ed anche i liquidi presenti nel
vitreo tendono a fuoriuscire inducendo una caduta relativa
della tensione oculare.
Indicazioni
Riduzione della pressione oculare nel trattamento iniziale
del glaucoma acuto da chiusura d'angolo.
Prima di interventi chirurgici sull'occhio nei quali e'
importante una riduzione della pressione oculare e la
riduzione del volume del vitreo. L'azione disidratante sul
vitreo ha lo scopo di aumentare la profondita' della camera
anteriore e quindi di allontanare il vitreo dall'endotelio
corneale negli afachici.
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai componenti della formulazione.
Scompenso cardiaco in quanto si verifica un aumento della
volemia. Anuria conseguente a grave interessamento renale;
congestione polmonare e/o edema di grado notevole; grave
stato di disidratazione; emorragia intracranica (eccetto
durante craniotomia).
Effetti indesiderati
Si possono verificare nausea, vomito, cefalea, confusione e
disorientamento. Sono stati segnalati anche edema polmonare,
squilibri elettrolitici, secchezza delle fauci, acidosi,
polidipsia, ritenzione urinaria, edema, visione annebbiata,
brachialgia, necrosi cutanea, tromboflebite, vertigine,
orticaria, ipotensione, ipertensione, aritmie cardiache,
febbre, dolori precordiali simil-anginosi.
Interazioni farmacologiche
Non sono note interazioni farmacologiche con altri farmaci
di corrente impiego in oftalmologia.
Precauzioni
Il mannitolo va impiegato con cautela in pazienti con
funzionalita' renale compromessa. In questi casi e'
opportuno utilizzare una dose test, infondendo circa 0,2
g/kg in 3-5 minuti, per produrre un flusso urinario di
almeno 30-50 ml/ora. Se il flusso urinario non aumenta, e'
possibile eseguire un secondo test. Qualora non vi sia
risposta e' opportuno non somministrare il mannitolo. Usare
con cautela in pazienti con gravi disturbi cardiopolmonari
per il pericolo di scompenso.
Non somministrare il mannitolo con elettroliti durante
trasfusioni. Se fosse necessaria una trasfusione
contemporanea, non aggiungere piu' di 20 mEq di sodio
cloruro per litro di mannitolo, per evitare la
pseudoagglutinazione. Quando esposte a basse temperature le
soluzioni di mannitolo tendono a cristallizzare. Se si
osservano cristalli nei flaconi riscaldare i medesimi e
portarli poi a temperatura corporea.
L'uso di agenti iperosmotici e' sconsigliato in gravidanza e
in eta' pediatrica, tranne in caso di grave necessita'.
Informazioni per il paziente
Il prodotto deve essere somministrato solo in presenza di
personale specializzato.
MANNITOLO
Il mannitolo e' uno zucchero a 6 atomi di carbonio che si
ottiene per riduzione del mannosio. E' praticamente l'unico
agente iperosmotico utilizzato in Italia.
Farmacocinetica
Somministrato per via endovenosa, il farmaco non viene
metabolizzato. L'80% e' escreto per via renale nell'arco di
3 ore. La riduzione massima della pressione intraoculare
avviene in 30-60 minuti e dura dalle 6 alle 8 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Flaconi per iniezione endovena. Il mannitolo e'
commercializzato a differenti concentrazioni (dal 5% al
25%). La dose ottimale e' pari a 1-2 g/kg endovena e la
soluzione (preferibilmente al 15-25%) deve essere infusa in
circa 30 minuti per ottenere un effetto pronto e massimale.
Quando e' usato nella fase preoperatoria, infondere 60-90
minuti prima dell'intervento per conseguire il massimo
effetto.
Conservare a temperatura ambiente. In caso di formazione di
cristalli riscaldare il flacone e agitare.
Specialita'
Isotol (Baxter-Ts) FLACONI EV: Mannitolo 20%.
Mannistol (Bieffe-Medital) FLACONI EV: Mannitolo 20%.
Mannitolo (Bieffe Medital) FLACONI EV: Mannitolo 5%, 10% e
18%.
Mannitolo (Bioindustria) FLACONI EV: Mannitolo 5%, 10% e
18%.
Mannitolo (Eurospital) FLACONI EV: Mannitolo 5%, 10% e 18%.
Mannitolo (Galenica Senese) FLACONI EV: Mannitolo 18%.
Mannitolo (Irfi) FLACONI EV: Mannitolo 5%, 10% e 18%.
Mannitolo (Monico) FLACONI EV: Mannitolo 5%, 10% e 18%.
Mannitolo (Pierrel Ospedali) FLACONI EV: Mannitolo 5%, 10% e
18%.
Mannitolo (Salf) FLACONI EV: Mannitolo 18%.
Mannitolo (Sifra) FLACONI EV: Mannitolo 5%, 10% e 18%.
Mannitolo (Terapeutica Veneta) FLACONI EV: Mannitolo 5%, 10%
e 18%.
Mannitolo (Formulario Nazionale) FLACONI EV: Mannitolo 5%,
10% e 18%
I farmaci osmotici per uso topico trovano impiego in
oftalmologia allo scopo di ridurre l'edema corneale.
Rimuovendo il liquido presente in ambito corneale essi
producono un rischiaramento della cornea specialmente nei
primi stadi dell'edema epiteliale; non sono pero' di alcuna
utilita' nel determinare un miglioramento del visus quando
esistono lesioni dell'epitelio o dello stroma. In Italia e'
in commercio solo il cloruro di sodio ipertonico.
Meccanismo di azione
Per effetto osmotico questi farmaci, quando instillati nel
sacco congiuntivale, richiamano acqua dalla cornea verso
l'esterno; il drenaggio avviene quindi attraverso le vie
lacrimali. L'effetto massimale e' ottenuto se si
somministrano ad intervalli regolari.
Indicazioni
Riduzione temporanea dell'edema corneale nel glaucoma acuto,
nella cheratite bollosa e nella distrofia endoteliale di
Fuchs. Facilitazione di procedure diagnostiche come la
gonioscopia e l'oftalmoscopia.
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai componenti del preparato.
Effetti indesiderati
Bruciore e temporanea irritazione dopo l'instillazione.
Interazioni con altri farmaci
Per il tipo di impiego non sono conosciute interazioni con
altri farmaci.
Precauzioni
In alcuni soggetti puo' essere opportuno instillare
un'anestetico prima del farmaco iperosmotico per ridurre gli
effetti collaterali.
Informazioni per il paziente
Usare il prodotto solo sotto stretto controllo medico.
Dopo l'instillazione puo' verificarsi bruciore e
irritazione.
Se la soluzione cambia colore non utilizzarla.
In caso di comparsa di effetti collaterali, sospendere la
somministrazione e informare il medico
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi.
CLORURO DI SODIO IPERTONICO
Le soluzioni di cloruro di sodio ipertoniche sono di solito
utilizzate quando e' necessario effettuare un'instillazione
ripetuta.
Farmacocinetica
Dopo l'instillazione l'effetto osmotico inizia nel giro di
pochi minuti e dura per 1-2 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce nell'occhio affetto
ogni 3-4 ore.
Conservare a temperatura ambiente e al riparo da fonti di
luce.
Specialita'
Adsorbonac (Alcon) COLLIRIO: Cloruro di sodio 5%.
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Sussidi chirurgici
Indice
Introduzione
Soluzioni irriganti intraoculari
Agenti viscoelastici
Acido ialuronico
Acido ialuronico + Acido
condroitinsolforico
Enzimi proteolitici
Introduzione
Numerose sostanze trovano impiego, in oftalmologia,
soprattutto durante le procedure operatorie. Fra queste le
piu' comunemente utilizzate sono le soluzioni irriganti, gli
agenti viscoelastici, gli enzimi proteolitici ed il
carbacolo.
Le soluzioni irriganti sono soluzioni acquose utilizzate per
pulire e per mantenere un sufficiente livello di umidita'
dei tessuti oculari durante gli interventi chirurgici. Quasi
tutte queste soluzioni hanno un pH pari a 7.4 in quanto se
il pH e' superiore a 8 o inferiore a 7 le soluzioni stesse
possono risultare tossiche per i tessuti oculari.
Le soluzioni irriganti intraoculari sono particolarmente
indicate per proteggere il cristallino e l'endotelio
corneale durante gli interventi chirurgici. A differenza
della soluzione fisiologica e del Ringer lattato queste
soluzioni contengono anche diversi ioni (in particolare
calcio e magnesio) ed altri nutrienti cellulari (glucosio,
glutatione, ecc.) particolarmente indicati in caso di
interventi di lunga durata.
Gli agenti viscoelastici, come il sodio ialuronato e
l'idrossimetilcellulosa vengono utilizzati soprattutto
durante gli interventi chirurgici a carico del segmento
anteriore: queste sostanze contribuiscono infatti a
mantenere una camera anteriore sufficientemente profonda
riducendo quindi il rischio di danneggiare le strutture
oculari ed in particolare l'endotelio corneale. Inoltre la
viscoelasticita' di questi agenti contribuisce a prevenire
il prolasso di vitreo in camera anteriore e una camera
anteriore bassa nel postoperatorio. Gli enzimi trovano
impiego in particolari interventi sull'occhio. In
particolare l'alfachimotripsina e' un enzima proteolitico
utilizzato per dissolvere la zonula del cristallino durante
l'estrazione intracapsulare del cristallino. Solitamente
questo enzima e' in grado di distruggere l'intero complesso
zonulare nel giro di 30 minuti. Va ricordato che numerose
sostanze possono inattivare l'azione dell'alfachimotripsina.
Fra queste il sangue, il siero, sostanze acide e alcaline,
alcuni antisettici e detergenti ed anche l'eoinefrina 1:100.
Queste sostanze possono essere utilizzate per inattivare
l'azione dell'alfachimotripsina quando la lisi dell'apparato
zonulare e' risultata completa.
Soluzioni irriganti intraoculari
Le soluzioni irriganti intraoculari sono utilizzate
durante gli interventi chirurgici sull'occhio. Possono
essere usate anche durante interventi di competenza
otorinolaringoiatrica.
Meccanismo di azione
Il meccanismo di azione e' chiaramente meccanico. Va
sottolineato pero' che queste soluzioni, sempre a pH
fisiologico, contengono una serie di ioni e talora di
nutrienti, in grado di favorire il trofismo cellulare.
Indicazioni
Procedure di irrigazione durante gli interventi di chirurgia
intraoculare.
Controindicazioni
Non esistono controindicazioni assolute. Alcuni autori
suggeriscono di usare con cautela soluzioni irriganti
isoosmotiche con i fluidi oculari nei pazienti diabetici in
quanto sono state osservate alterazioni a carico della lente
durante gli interventi di vitrectomia.
Effetti indesiderati
Se l'endotelio corneale e' alterato, ogni procedura di
irrigazione puo' favorire l'insorgenza di una cheratopatia
bollosa. In alcuni casi sono stati segnalati l'insorgenza di
edema e/o scompenso corneale ma non c'e' la certezza che
cio' dipenda dall'uso delle soluzioni irriganti.
Interazioni farmacologiche
Non sono note interazioni farmacologiche con altri farmaci
di corrente impiego in oftalmologia.
Precauzioni
Non usare le soluzioni prive di conservanti per piu' di un
intervento chirurgico. Non usare soluzioni contenenti
precipitati o non trasparenti.
Informazioni per il paziente
Il prodotto e' somministrato solo da personale
specializzato.
Forme farmaceutiche e posologia
Flaconi. In ogni mL di soluzione salina bilanciata
sono contenuti cloruro di sodio 0.64%, cloruro di potassio
0.075%, cloruro di calcio diidrato 0.048%, cloruro di
magnesio esaidrato 0.03%, sodio acetato triidrato 0.39%,
citrato di sodio diidrato 0.17%, idrossido di sodio e/o
acido idrocloridrico (per aggiustare il pH) ed acqua.
Le soluzioni irriganti intraoculari devono essere utilizzate
in relazione alla pratica chirurgica differente da
intervento a intervento.
Conservare a temperatura ambiente e non utilizzare dopo 6
ore dall'apertura della confezione.
Specialita'
Isotol (Baxter-Ts) FLACONI EV: Mannitolo 20%.
Mannistol (Bieffe-Medital) FLACONI EV: Mannitolo 20%.
Agenti viscoelastici
Gli agenti viscoelastici sono sostanze utilizzate durante
la chirurgia oftalmica per mantenere un'adeguata profondita'
della camera anteriore, per prevenire danni meccanici ai
tessuti oculari e per agire come agenti tamponanti o
sostituti vitreali. Le caratteristiche individuali tipiche
dei vari preparati in commercio sono il risultato della
lunghezza delle catene e delle interazioni intra ed
intermolecolari dei composti costituenti la sostanza
viscoelastica.
Tutti i materiali viscoelastici hanno la potenzialita' di
produrre un notevole aumento della pressione intraoculare se
non sono adeguatamente rimossi dalla camera anteriore dopo
gli interventi chirurgici.
Meccanismo di azione
Il meccanismo di azione e' essenzialmente meccanico. E'
importante tenere in considerazione la viscoelasticita' del
preparato in relazione al tipo di intervento che deve essere
effettuato.
IALURONATO DI SODIO
Il ialuronato di sodio e' una specifica frazione del
ialuronato di sodio ampiamente distribuito nella matrice
extracellulare del tessuto connettivo. E' un composto ad
alto peso molecolare, ad alta voscosita', trasparente e
privo di antigenicita'.
Indicazioni
E' utilizzato come sussidio chirurgico durante gli
interventi a carico del segmanto anteriore e posteriore
dell'occhio come l'estrazione intra- ed extracapsulare di
cataratta, l'impianto di lentine intraoculari, il trapianto
di cornea, la chirurgia per il glaucoma, e la sostituzione
del vitreo dopo la chirurgia per distacco di retina.
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai componenti del preparato.
Effetti indesiderati
Puo' verificarsi un transitorio aumento della pressione
intraoculare. Sono state segnalate anche reazioni
infiammatorie ed edema corneale nel periodo postoperatorio.
Interazioni con altri farmaci
E' stata segnalata da alcuni autori la formazione di piccoli
precipitati o l'offuscamento della soluzione dopo
l'iniezione. Si ritiene che cio' possa essere dovuto
all'interazione con particolari medicamenti somministrati
contemporaneamente ma ulteriori studi sono necessari. In
ogni caso e' opportuno rimuovere il materiale precipitato
tramite aspirazione e/o irrigazione.
Precauzioni
Da utilizzare solo per uso intraoculare e solo se la
soluzione e' chiara. Per ridurre e monitorare il rischio di
aumento della pressione intraoculare sara' opportuno seguire
le seguenti precauzioni: non riempire completamente la
camera anteriore (eccetto in caso di chirurgia per il
glaucoma); monitorare accuratamente la pressione
intraoculare specie nell'immediato periodo postoperatorio e,
in caso di aumento, trattarla in modo opportuno; nella
chirurgia a carico del segmento posteriore in diabetici
afachici e' opportuno non usare eccessive quantita di questo
agente; rimuovere parte del preparato alla fine
dell'intervento (eccetto che nella chirurgia per il
glaucoma) e cercare di evitare l'intrappolamento di bolle
d'aria.
Informazioni per il paziente
Il prodotto puo' essere usato solo da personale
specialistico.
Farmacocinetica
La soluzione 1% e' trasparente e rimane in camera anteriore
per circa 6 giorni dopo l'introduzione.
Forme farmaceutiche e posologia
Le modalita' di somministrazione variano in relazione al
tipo di intervento chirurgico.
Interventi di chirurgia filtrante per glaucoma. Durante
l'esecuzione della trabeculectomia iniettare lentamente il
preparato attraverso la paracentesi corneale in modo da
riformare la camera anteriore.
Estrazione di cataratta e/o impianto di lentina
intraoculare. Il prodotto puo' essere iniettato in camera
anteriore prima o dopo la rimozione del cristallino.
L'iniezione prima della rimozione della lente protegge
l'endotelio dai traumi chirurgici durante la rimozione della
lente stessa. Spesso e' necessario introdurre ulteriori dosi
di farmaco durante l'intervento stesso.
Trapianto di cornea. Dopo la rimozione del lembo corneale la
camera anteriore deve essere riempita con il farmaco. Una
volta suturato il lembo corneale del donatore puo' essere
necessario iniettare un'ulteriore quantita' del farmaco per
rimpiazzare quello andato perduto durante le manipolazioni
chirurgiche. Il ialuronato di sodio puo' anche essere
iniettato nella camera anteriore del donatore per proteggere
l'endotelio corneale dai traumi meccanici durante la
rimozione del bottone corneale.
Chirurgia retinica. Il prodotto deve essere iniettato molto
lentamente nella cavita' vitreale. Dirigindo in maniera
opportuna la cannula, il sodio ialuronato puo' essere usato
per separare le membrane e per facilitare la rimozione delle
trazioni. Puo' essere usato anche per riposizionare i
tessuti in maniera corretta e per favorire il riattaccamento
della retina ai tessuti sottostanti. Il prodotto deve essere
conservato al riparo dalla luce e a temperatura compresa fra
2e 8 gradi centigradi. Tenere a temperatura ambiente per 30
minuti prima dell'uso.
Specialita'
Healon (Pharmacia) SIRINGA MONOUSO: acido iarulonico 10
mg/mL.
ACIDO IALURONICO + ACIDO
CONDROITINSOLFORICO
Questa associazione ha all'incirca le medesime proprieta'
dell'acido iarulonico da solo. La principale differenza
consiste nel fatto che, la presenza dell'acido
condroitinsolforico conferisce una minore viscosita' al
prodotto.
Indicazioni
E' utilizzato come sussidio chirurgico durante gli
interventi a carico del segmento anteriore come l'estrazione
di cataratta e l'impianto di lente intraoculare.
Controindicazioni
Ipersensibilita' ai componenti del preparato.
Effetti indesiderati
Puo' verificarsi un transitorio aumento della pressione
intraoculare. Sono state segnalate anche reazioni
infiammatorie ed edema corneale nel periodo postoperatorio.
Interazioni con altri farmaci
E' stata segnalata da alcuni autori la formazione di piccoli
precipitati o l'offuscamento della soluzione dopo
l'iniezione. Si ritiene che cio' possa essere dovuto
all'interazione con particolari medicamenti somministrati
contemporaneamente ma ulteriori studi sono necessari. In
ogni caso e' opportuno rimuovere il materiale precipitato
tramite aspirazione e/o irrigazione.
Precauzioni
Da utilizzare solo per uso intraoculare e solo se la
soluzione e' chiara.
Informazioni per il paziente
Il prodotto puo' essere usato solo da personale
specialistico.
Farmacocinetica
La soluzione 1% e' trasparente e rimane in camera anteriore
per circa 6 giorni dopo l'introduzione.
Forme farmaceutiche e posologia
Soluzione. Per l'introduzione in camera anteriore e'
opportuno utilizzare una cannula da 27-gauge. Il prodotto
puo' essere iniettato in camera anteriore prima o dopo la
rimozione del cristallino. L'iniezione prima della rimozione
della lente protegge l'endotelio dai traumi chirurgici
durante la rimozione della lente stessa. Spesso e'
necessario introdurre ulteriori dosi di farmaco durante
l'intervento stesso. Puo' anche essere usato per rivestire
le lentine intraoculare prima dell'impianto in modo da
facilitarne l'impianto medesimo. Alla fine dell'intervento
la soluzione puo' essere rimossa irrigando la camera
anteriore con soluzione salina bilanciata. Alternativamente
la soluzione puo' essere lasciata in camera anteriore.
Il prodotto deve essere conservato al riparo dalla luce e a
temperatura compresa fra 2 e 8 gradi centigradi. Tenere a
temperatura ambiente per 30 minuti prima dell'uso.
Specialita'
Viscoat (Alcon) SIRINGA MONOUSO: acido iarulonico 10 mg/mL +
acido condroitinsolforico.
ENZIMI PROTEOLITICI
L'unico enzima proteolitico attualmente in commercio in
Italia ed approvato per l'uso intraoculare e' la
chimotripsina. Tale sostanza viene utilizzata durante gli
interventi di estrazione intracapsulare di cataratta per
facilitare la rimozione del cristallino.
Meccanismo di azione
L'effetto proteolitico della chimotripsina si esercita
essenzialmente tramite la rottura dei legami peptidici che
uniscono le fibre zonulari al cristallino ed ai tessuti
oculari.
La distruzione della membrana pericapsulare a livello
equatoriale si verifiva in circa 5 minuti; le fibre zonulari
vengono lisate all'incirca dopo 10-15 minuti; la lisi
completa si verifica dopo circa 30 minuti.
L'enzima non e' in grado di determinare la lisi delle
sinechie eventualmente esistenti fra il cristallino ed altre
strutture oculari.
Indicazioni
Zonulisi prima o durante estrazione intracapsulare di
cataratta.
Controindicazioni
Ipersensibilita' alla chimotripsina o ad altri componenti la
formulazione. Condizioni che predispongono alla perdita di
materiale vitreale come cataratta congenita e pressione
vitreale elevata.
Pazienti di eta' inferiore a 20 anni perche' le frequenti
adesioni fra la lente ed il vitreo non risentono dell'azione
della chimotripsina.
Effetti indesiderati
Sono stati segnalati transitori aumenti della pressione
intraoculare, lievi forme uveitiche, edema e striature della
cornea, ritardata chiusura dell'incisione chirurgica.
Interazioni con altri farmaci
Sangue, siero, alcali, acidi, antisettici e detergenti
possono inattivare la chimotripsina. Il cloramfenicolo
inibisce la chimotripsina. L'epinefrina 1:100 inattiva la
chimotripsina in circa 1 ora.
Precauzioni
Non usare in pazienti sotto i 20 anni di eta'. La
chimotripsina puo' indurre un rialzo acuto della pressione
intraoculare specie in pazienti con problemi di deflusso
dell'umor acqueo.
La soluzione e' priva di conservanti e deve essere usata
immediatamente dopo la ricostituzione. Siringhe ed altri
strumenti usati durante l'intervento non debbono essere
disinfettate con alccol o altri detergenti che inattivano
l'enzima. Non usare la soluzione se contiene precipitati.
Informazioni per il paziente
Il prodotto puo' essere usato solo da personale
specialistico.
Farmacocinetica
Non sono noti dati precisi relativi alla farmacocinetica del
alfa-chimotripsina dopo iniezione endoculare.
Forme farmaceutiche e posologia
Polvere + solvente. L'alfachimotripsina e' commercializzata
in Italia in fiale contenenti 1 mg del prodotto. Per
ottenere la lisi zonulare irrigare la camera posteriore con
1-2 mL della soluzione. Attendere da 2 a 4 minuti e irrigare
quindi la camera anteriore con soluzione irrigante. Se la
zonula risulta ancora intatta ripetere la medesima procedura
e quindi estrarre la lente.
Il prodotto deve essere conservato fra 2 e 8 gradi
centigradi e la soluzione deve essere agitata prima
dell'uso.
Specialita'
Zonulasi (Smithkline B.Farm) POLVERE IN FIALE:
alfa-chimotripsina.
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Farmaci steroidei in associazione
Indice
Introduzione
Steroidi + Vasocostrittori
Fluorometolone + Tetrizolina
Desametasone + Tetrizolina
Steroidi + Antistaminici
Betametasone + Antazolina
Desametasone + Clorfeniramina
Medrisone + Feniramina + Tetrizolina
Steroidi + Anticolinergici +
Adrenergici
Prednisolone + Atropina + Fenilefrina
Steroidi + Antibiotici
Desametasone + Tobramicina
Desametasone + Cloramfenicolo
Desametasone + Neomicina
Desametasone + Cloramfenicolo +
Tetrizolina
Desametasone + Cloramfenicolo +
Fenilefrina
Desametasone + Neomicina + Gramicidina +
Tetrizolina
Prednisolone + Neomicina
Fluorometolone + Tetraciclina
Flucinolone acetonide + Neomicina
Formocortale + Gentamicina
Idrocortisone + Cloramfenicolo
Idrocortisone + Neomicina +
Cloramfenicolo
Idrocortisone + Neomicina +
Nafazolina
Idrocortisone + Neomicina +
Tetrizolina
Betametasone + Cloramfenicolo
Betametasone + Cloramfenicolo +
Colistina + Tetraciclina
Betametasone + Sulfacetamide
Betametasone + Sulfacetamide +
Tetrizolina
Betametasone + Nafazolina + Tetraciclina
Betametasone + Bekanamicina +
Tetrizolina
Introduzione
Gli steroidi sono ampiamente utilizzati in oftalmologia da
soli ma soprattutto in associazione con altri farmaci. Per
questo sono commercializzati diversi preparati che
contengono oltre allo steroidi uno o piu' agenti
farmacologicamente attivi che consentono di ottenere
sinergismi di azione.
I corticosteroidi sono efficaci in numerose affezioni
oculari degli annessi (blefariti, dermatiti da contatto),
del segmento anteriore (alcune congiuntiviti, cheratiti,
ulcere marginali della cornea, reazione di rigetto dopo
cheratoplastica) e del segmento posteriore (uveiti). Per
ridurre gli inconvenienti legati all'uso topico prolungato
degli agenti steroidei sono attualmente impiegati degli
agenti caratterizzati da un'attivita' antiflogistica
soddisfacente e da un ridotto effetto sulla pressione
oculare (fluorometolone, medrisone, formocortale, ecc.).
I farmaci utilizzati in associazione con gli steroidi sono
molteplici. In questo capitolo verranno riportate le
associazioni di steroidi con vasocostrittori, con
antistaminici, con midriatici e cicloplegici, con
antibiotici e sulfamidici, con eparina.
L'associazione con vasocostrittori e antistaminici e'
indicata negli stati infiammatori del segmento anteriore e
degli annessi oculari. Infatti l'azione antiinfiammatoria
degli steroidi viene ad essere potenziata da quella dei
vasocostrittori (che riducono i fenomeni essudativi,
l'iperemia e il bruciore) e degli antistaminici che,
legandosi ai recettori per l'istamina, limitano il prurito e
il bruciore tipicamente presenti nelle affezioni allergiche.
L'associazione fra steroidi e farmaci
midriatici-cicloplegici e' indicata essenzialmente in caso
di uveiti anteriori. In questi casi infatti i cicloplegici
riducono il disagio conseguente allo spasmo del muscolo
ciliare e dello sfintere della pupilla, prevengono la
formazione di sinechie e rompono le sinechie che
eventualmente si sono gia' formate. I midriatici agiscono
essenzialmente mobilizzando la pupilla con conseguente
ostacolo alla formazione delle sinechie irido-lenticolari e
rottura di quelle gia' formate.
L'associazione fra steroidi e antibiotici e' indicata nel
trattamento delle infiammazioni oculari quando e' necessario
un corticosteroide e quando esista un'infezione oculare o il
rischio di infezioni oculari.
La combinazione di steroidi con eparina potenzia
l'attivita' antiangiogenica degli steroidi stessi e
favorisce la risoluzione dei processi infiammatori oculari.
Nel presente capitolo verranno descritte le associazioni
degli steroidi topici presenti in commercio in Italia. Per
una descrizione dettagliata dei singoli principi attivi si
rimanda alle monografie presenti nei vari capitoli di questo
manuale.
Steroidi + vasocostrittori
L'impiego degli steroidi in combinazione con i
vasocostrittori presenta il vantaggio di indurre un piu'
rapido miglioramento dei sintomi (come bruciore, prurito e
sensazione di corpo estraneo) nei soggetti con affezioni
infiammatorie del segmento anteriore.
Infatti gli steroidi applicati localmente a livello
oftalmico sono altamente efficaci nel ridurre gli stati
allergici e infiammatori di qualsiasi origine. I
vasocostrittori sono invece in grado di indurre una rapida
regressione della dilatazione dei capillari congiuntivali ed
episclerali.
Indicazioni
Trattamento delle congiuntiviti acute e croniche e delle
cheratiti di natura allergica; infiammazioni dell'uvea
anteriore (iriti, iridocicliti); scleriti, episcleriti e
miositi; stati post-operatori successivi ad interventi per
strabismo, cataratta e glaucoma.
Controindicazioni
Ipersensibilita' ad uno dei componenti del prodotto.
Ipertensione oculare; herpes semplice acuto e la maggior
parte delle altre malattie virali della cornea salvo
associazioni con chemioterapici specifici per il virus
erpetico. Congiuntiviti con cheratite ulcerativa anche in
fase iniziale; tubercolosi e micosi dell'occhio; orzaiolo.
Le oftalmie acute, le congiuntiviti e le blefariti purulente
ed erpetiche che possono essere aggravate dai
corticosteroidi.
Effetti indesiderati
Occasionalmente possono verificarsi fenomeni di irritazione
o di sensibilizzazione.
Il trattamento prolungato con steroidi puo' causare un
aumento della pressione endoculare e l'insorgenza di
cataratta sottocapsulare posteriore. I cortisonici possono
ridurre le resistenze immunitarie e attivare un processo
infettivo.
Raramente sono stati segnalati effetti collaterali
conseguenti all'assorbimento sistemico dei farmaci
vasocostrittori.
Interazioni con altri farmaci
In relazione all'impiego previsto non sono note interazioni
con altri farmaci.
Precauzioni
Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima
infanzia questa associazione va somministrata solo nei casi
di effettiva necessita', sotto diretto controllo medico.
Non sono noti effetti negativi sulla capacita' di guidare e
sull'uso di macchine. Nei trattamenti prolungati e'
opportuno eseguire controlli periodici del tono oculare per
assicurarsi che non si verifichi un aumento della pressione.
Informazioni per il paziente
Agitare il flacone prima dell'uso.
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi.
Chiudere il flacone subito dopo l'uso.
Il collirio non deve essere utilizzato quattro settimane
dopo la prima apertura. Tenere fuori dalla portata dei
bambini.
FLUOROMETOLONE + TETRIZOLINA
Il fluorometolone e' un corticosteroide dotato di elevato
potere antiinfiammatorio ed antiallergico, caratterizzato da
ridotta influenza sulla pressione endoculare. La sua
attivita' e' circa 25 volte superiore a quella
dell'idrocortisone.
La tetrizolina e' un vasocostrittore imidazolinico ad
attivita' alfa-adrenergica che non sembra dare luogo a
fenomeni di tachifilassi o di tolleranza.
Farmacocinetica
Il fluorometolone penetra molto scarsamente attraverso la
cornea. Prove di farmacocinetica effettuate sui ratti hanno
evidenziato che, a dosaggi 5 volte superiori a quelli
utilizzati nei ratti, dopo somministrazione topica non
raggiunge in circolo quantita' tali da influenzare i livelli
di corticosterone plasmatica.
L'assorbimento sistemico della tetrizolina dopo
somministrazione topica e' pressoche' nullo.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare nel sacco congiuntivale 1-2
gocce, 2-3 volte al giorno. Per le prime 24-48 ore la
somministrazione puo' essere aumentata ad 1-2 gocce ogni
ora.
E' consigliabile conservare il prodotto in luogo fresco.
Specialita'
Efemoline (Ciba Vision) COLLIRIO: Fluorometolone 0,1% +
tetrizolina 0,025%.
Flumetol (Farmila) COLLIRIO: Fluorometolone 0,2% +
tetraidrozolina cloridrato 0,1%
DESAMETASONE + TETRIZOLINA
L'effetto antiinfiammatorio del desametasone e',
approssimativamente, 25 volte maggiore di quello
dell'idrocortisone. Come gli altri agenti antiinfiammatori
agisce al primo livello della sintesi prostaglandinica
attraverso una inibizione selettiva della fosfolipasi A2.
La tetrizolina e' un agente alfa-simpaticomimetico con
attivita' vasocostrittrice locale.
Farmacocinetica
Dopo singola somministrazione di 50 microlitri di
desametasone allo 0,1% sono state trovate alte
concentrazioni della sostanza attiva nella camera anteriore
dell'occhio gia' dopo 10-20 minuti dall'instillazione del
collirio. Dopo somministrazione topica di tetrizolina il
riassorbimento sistemico e' estremamente basso.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce per 3-4 volte al
giorno.
Conservare a temperatura ambiente e agitare prima dell'uso.
Specialita'
Visumetazone decongestionante (Merck Sharp & Dohme)
COLLIRIO: Desametazone 0,1% + tetrizolina 0,05%.
L'associazione fra steroidi e antistaminici e' indicata
essenzialmente nelle condizioni infiammatorie del segmento
anteriore.
Gli steroidi presentano un'azione antiinfiammatoria notevole
che viene potenziata a sua volta dal blocco dell'azione
dell'istamina.
Indicazioni
Congiuntiviti allergiche, primaverili, flittenulari.
Blefarocongiuntiviti, cheratiti, cheratoendoteliti,
cheratocongiuntivite allergica. Scleriti e episcleriti.
Iriti e iridocicliti. Infiammazioni oculari post-traumatiche
e post-operatorie. Lesioni corneali da agenti termici e
chimici.
Controindicazioni
Ipersensibilita' a qualsiasi componente del prodotto.
Ipertensione oculare; herpes semplice acuto e la maggior
parte delle altre malattie virali della cornea salvo
associazioni con chemioterapici specifici per il virus
erpetico. Congiuntiviti con cheratite ulcerativa anche in
fase iniziale; tubercolosi e micosi dell'occhio; orzaiolo.
Le oftalmie acute, le congiuntiviti e le blefariti purulente
ed erpetiche che possono essere aggravate dai
corticosteroidi.
Effetti indesiderati
Talora puo' insorgere lieve bruciore subito dopo
l'instillazione.
Come per altri trattamenti a base di steroidi possono
manifestarsi reazioni avverse come ritardo della guarigione
delle ferite operatorie; reversibile aumento reversibile
della pressione endoculare; cataratta sottocapsulare
posteriore.
I cortisonici possono ridurre le resistenze immunitarie e
attivare un processo infettivo.
Interazioni con altri farmaci
Non sono note interazioni medicamentose con altri farmaci.
Tuttavia sono possibili effetti additivi quando questi
prodotti sono somministrati contemporaneamente a H2
antagonisti (cimetidina) e con corticosteroidi.
Precauzioni
Come per ogni farmaco e' opportuno, quando possibile,
evitare la somministrazione durante il primo trimestre di
gravidanza. Se l'uso di questa associazione e' ritenuto
essenziale in una donna che allatta e' opportuno che la
paziente sospenda l'allattamento.
In caso di comparsa di fenomeni irritativi e di bruciore e'
consigliabile sospendere il trattamento.
I corticosteroidi possono mascherare, attivare o aggravare
infezioni oculari. L'uso prolungato di steroidi puo' causare
un aumento della pressione endoculare che, in caso di
trattamenti prolungati, deve essere controllata
periodicamente.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. In caso di eccessiva instillazione si
consiglia di risciacquare l'occhio con soluzione fisiologica
o acqua.
Non interferisce con la capacita' di guidare e sull'uso di
macchine.
BETAMETASONE + ANTAZOLINA
Il betametasone e' un corticosteroide con attivita'
antiinfiammatoria 8 volte superiore a quella del
prednisolone. Determina una rapida remissione della
componente infiammatoria sia essa determinante la patologia
o concomitante a forme infette.
La antazolina fosfato e' un antistaminico di sintesi che
svolge la sua azione neutralizzando gli effetti
dell'istamina per un antagonismo specifico di competizione.
Ha anche azione sedativa e analgesica locale.
Farmacocinetica
I risultati degli studi condotti sul coniglio hanno
dimostrato che l'instillazione di una goccia di betametasone
allo 0,1% nel sacco congiuntivale fornisce livelli
terapeuticamente significativi nella cornea. La
concentrazione massima viene raggiunta in 30 minuti ma
livelli misurabili sono stati mantenuti per piu' di 2 ore
dopo l'instillazione.
L'antazolina viene assorbita molto scarsamente attraverso la
cornea ed i livelli sistemici, dopo somministrazione topica,
sono pressoche' irrilevanti.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1 o piu' gocce 3-4 volte al
giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Eubetal (Sifi) COLLIRIO: Betametasone fosfato bisodico 0,1%
+ antazolina fosfato 0,1%.
DESAMETASONE + CLORFENIRAMINA
L'effetto antiinfiammatorio del desametasone e',
approssimativamente, circa 25 volte maggiore di quello
dell'idrocortisone. Come gli altri steroidi e' in grado di
inibire le risposte infiammatorie di natura meccanica,
chimica o immunologica.
La clorfenamina e' un noto antistaminico di sintesi, che e'
stato impiegato con successo nelle affezioni oculari.
Farmacocinetica
Dopo singola somministrazione di 50 microlitri di
desametasone allo 0,1% sono state trovate alte
concentrazioni della sostanza attiva nella camera anteriore
gia' dopo 10-20 minuti dall'instillazione del collirio.
L'assorbimento sistemico e' invece molto ridotto.
La clorfeniramina e' scarsamente assorbita dai tessuti
oculari. I livelli sistemici del farmaco dopo instillazione
topica sono irrilevanti ed il metabolismo avviene a livello
epatico con escrezione dei metaboliti nelle urine.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce 3-4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente e agitare prima dell'uso.
Specialita'
Visumetazone antistaminico (Merck Sharp & Dohme) COLLIRIO:
Desametazone 0,1% + Clorfenamina maleato 0,3%.
MEDRISONE + FENIRAMINA +
TETRIZOLINA
Il medrisone si differenzia dagli altri steroidi per la
scarsa attivita' sulla pressione oculare. La feniramina e'
un antistaminico che riduce il prurito e il bruciore
caratteristici delle affezioni infiammatorie e allergiche.
La tetrizolina, agendo come vasocostrittore, riduce
l'essudazione e l'iperemia congiuntivale.
Questa associazione e' indicata nelle flogosi e nelle
manifestazioni allergiche della congiuntiva, del bordo
palpebrale e del segmento anteriore del globo oculare.
Farmacocinetica
Dopo instillazione l'assorbimento locale e' scarso ed il
farmaco e' presente in minime concentrazioni nell'umore
acqueo. L'assorbimento oculare della tetrizolina e della
feniramina e' molto ridotto.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 2 gocce nel sacco congiuntivale 2 o
piu' volte al giorno. Conservare a temperatura ambiente e
agitare prima dell'uso.
Specialita'
Medramil (Farmigea) COLLIRIO: Medrisone 1% + Tetrizolina
cloridrato 0,05% + Feniramina maleato 0,3%.
Steroidi + anticolinergici +
adrenergici
Gli steroidi causano l'inibizione delle risposte
infiammatorie di natura meccanica, chimica o immunologica.
I farmaci anticolinergici bloccano le risposte del muscolo
sfintere dell'iride e del muscolo ciliare determinando
midriasi e paralisi dell'accomodazione. I farmaci
adrenergici agiscono come vasocostrittori e midriatici
determinando la contrazione delle cellule muscolari lisce
dei vasi congiuntivali e la contrazione del muscolo radiale
dell'iride.
Indicazioni
Questa associazione e' indicata nel trattamento di iriti,
iridocicliti reumatiche, uveiti specifiche, oftalmite
simpatica, infiammazioni postoperatorie del segmento
anteriore.
Controindicazioni
Ipersensibilita' a qualsiasi componente del prodotto.
Ipertensione oculare; herpes semplice acuto e la maggior
parte delle altre malattie virali della cornea salvo
associazioni con chemioterapici specifici per il virus
erpetico. Congiuntiviti con cheratite ulcerativa anche in
fase iniziale; tubercolosi e micosi dell'occhio; orzaiolo.
Le oftalmie acute, le congiuntiviti e le blefariti purulente
ed erpetiche che possono essere aggravate dai
corticosteroidi.
Ipertono oculare dovuto ad angolo stretto, gravi alterazioni
del sistema cardiovascolare.
Effetti indesiderati
Dopo 2-8 settimane di trattamento puo' verificarsi un
aumento reversibile della pressione intraoculare. La
inibizione dei processi di riparazione delle ferite stromali
e della riepitelizzazione corneale puo' facilitare
l'insorgenza di infezioni batteriche, virali e fungine. Nei
bambini possono verificarsi segni di tossicita' sistemica.
Dopo somministrazione prolungata puo' insorgere una
cataratta sottocapsulare posteriore.
In soggetti predisposti puo' precipitare un attacco di
glaucoma ad angolo chiuso.
La midriasi e la paralisi del muscolo ciliare causano
fotofobia e annebbiamento del visus. Dopo l'instillazione
possono insorgere bruciore e prurito.
Per gli effetti sistemici vedere le monografie dei singoli
principi attivi.
Interazioni con altri farmaci
Per l'impiego di questa associazione non sono note
interazioni con altri farmaci.
Precauzioni
Valutare attentamente la possibile comparsa di segni di
tossicita' nei bambini con sindrome di Down, paralisi
spastica e cute scarsamente pigmentata.
Usare con cautela in pazienti con ipertono oculare; non
somministrare in caso di angolo stretto.
Per evitare l'assorbimento sistemico comprimere i puntini
lacrimali per 1-2 minuti dopo l'instillazione del collirio.
Informazioni per il paziente
Dopo instillazione si puo' verificare bruciore e irritazione
oculare. E' consigliabile non mettersi alla guida di
autoveicoli in quanto, dopo somministrazione topica, la
visione e' offuscata ed e' presente fotofobia. Agitare il
prodotto prima dell'uso.
In caso di insorgenza di effetti collaterali avvisare
immediatamente il medico. Per impedire contaminazioni del
prodotto evitare il contatto del beccuccio contagocce con
l'occhio e i suoi annessi.
PREDNISOLONE + ATROPINA +
FENILEFRINA
Il prednisolone e' un agente steroideo la cui attivita'
antiinfiammatoria e' circa 4 volte superiore a quella
dell'idrocortisone.
La fenilefrina e' un'amina a prevalente azione alfa mimetica
che determina vasocostrizione midriasi senza interferire con
l'azione del muscolo ciliare. L'atropina e' un agente
anticolinergico muscarinico in grado di indurre midriasi e
di paralizzare il muscolo dell'accomodazione.
Farmacocinetica
L'assorbimento locale del prednisolone e' rapido. Il picco
nell'umore acqueo si ottiene dopo circa 30-40 minuti. Il
farmaco scompare dall'umore acqueo dopo circa 2 ore.
L'effetto dell'atropina dopo applicazione topica inizia in
pochi minuti con picco dopo 40-60 minuti. La durata
dell'effetto e' pari a 7-14 giorni.
Dopo somministrazione topica l'effetto midriatico della
fenilefrina compare con una latenza di 60 minuti circa e
dura per circa 6 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce 3-4 volte al giorno
nel fornice congiuntivale.
Pomata. Applicare 1 cm di pomata nel fornice
congiuntivale inferiore ogni 6-8 ore.
Specialita'
Deltamidrina (Allergan) COLLIRIO: Prednisolone acetato 0,5%
+ Atropina solfato 0,1% + Fenilefrina cloridrato 10% POMATA:
Prednisolone acetato 0,5% + Atropina solfato 0,1% +
Fenilefrina cloridrato 10%.
Come e' noto gli agenti steroidei inibiscono la risposta
infiammatoria in maniera aspecifica, determinando anche una
riduzione dei meccanismi di difesa locali. In molte
circostanze puo' essere quindi giustificato l'impiego di
associazioni steroidi- antibiotici per prevenire o anche per
curare una eventuale infezione batterica.
La somministrazione di preparati contenenti
contemporaneamente steroidi ed antibiotici presenta anche il
vantaggio di una maggiore compliance per il paziente e di
una maggiore sicurezza per il medico, anche perche' in
questo modo il medico puo' essere certo che i farmaci
vengono utilizzati nella maniera corretta.
Meccanismo di azione
Gli steroidi agiscono interferendo con la cascata dell'acido
arachidonico, con conseguente inibizione dei processi
infiammatori.
Il meccanismo di azione degli antibiotici e' differente a
seconda del principio attivo (vedi monografie dei singoli
antibiotici).
Indicazioni
Flogosi (particolarmente subacute e croniche) del tratto
anteriore del globo oculare e suoi annessi, con
partecipazione di microrganismi patogeni od in situazioni
cliniche che ne possono favorire la comparsa.
Controindicazioni
Ipersensibilita' individuale accertata verso i componenti
della formulazione. Affezioni virali, micotiche e
tubercolari dell'occhio. Oftalmie purulente acute,
congiuntivite con cheratite ulcerosa (anche in fase
purulenta), congiuntiviti e blefariti purulente, orzaiolo.
Ipertensione endoculare.
Effetti indesiderati
Occasionalmente possono manifestarsi fenomeni di
sensibilizzazione o irritativi (gonfiore, prurito palpe
brale ed eritema congiuntivale) dovuti essenzialmente
all'antibiotico. L'uso per prolungati periodi di tempo di
preparazioni contenenti steroidi puo' favorire in soggetti
predisposti l'aumento della pressione intraoculare. Inoltre
gli steroidi possono causare formazione di cataratta
subcapsulare posteriore; sviluppo o aggravamento di
infezioni batteriche, da Herpes Simplex o da funghi; ritardo
nella cicatrizzazione; ispessimento della sclera, midriasi,
rilassamento delle palpebre dopo somministrazioni
prolungate.
La presenza di eccipienti come il sodio metabisolfito puo'
provocare in soggetti sensibili e particolarmente negli
asmatici reazioni di tipo allergico.
Interazioni con altri farmaci
Di solito non sono presenti interazioni con altri farmaci
Precauzioni
Se si sviluppano germi non sensibili all'antibiotico e'
necessario interrompere la terapia.
Nella donna in stato di gravidanza questa associazione deve
essere prescritta solo in caso di assoluta necessita'.
Nelle malattie che causano assottigliamento della cornea
l'uso di steroidi topici, specie se protratto, puo' causare
perforazione. In ogni caso l'uso prolungato puo' determinare
inconvenienti vari. Poiche' i corticosteroidi topici possono
provocare aumento del tono oculare, occorre procedere a
controlli periodici di quest'ultimo.
Informazioni per il paziente
Evitare il contatto del beccuccio contagocce con l'occhio e
i suoi annessi. Il collirio non deve essere usato oltre 30
giorni dopo la prima apertura del contenitore.
Non interferisce con l'uso o la guida di macchine.
DESAMETASONE + TOBRAMICINA
Il desametasone e' un potente antiinfiammatorio in grado di
inibire l'edema, l'apertura della barriera sangue-acqueo, la
neovascolarizazione, la proliferazione di fibroblasti e
altri fenomeni che caratterizzano le varie fasi del processo
infiammatorio.
La tobramicina e' un antibiotico aminoglucosidico efficace
nelle infezioni causate da una vasta gamma di patogeni
Gram-positivi e Gram-negativi.
Farmacocinetica
Il desametasone e' in grado di penetrare con relativa
facilita' in camera anteriore.
La concentrazione massima di tobramicina nella cornea si
rileva dopo 0,5 ore dalla somministrazione e dopo 1,5-2,5
ore nell'umore acqueo.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce 4-5 volte al giorno.
Pomata. Applicare circa 1 cm di pomata nel sacco
congiuntivale 3-4 volte al giorno. La pomata puo' essere
usata al posto del collirio la sera prima di coricarsi.
Specialita'
Tobradex (Alcon) COLLIRIO: Desametasone 0,1% + Tobramicina
0,3% POMATA: Desametasone 0,1% + Tobramicina 0,3%.
DESAMETASONE + CLORAMFENICOLO
Il desametasone e' uno dei piu' potenti corticosteroidi con
un'attivita' antiinfiammatoria circa 25 volte piu' elevata
dell'idrocortisone.
Il cloramfenicolo e' un antibiotico batteriostatico con
ampio spettro antibatterico, comprendente batteri
Gram-positivi e Gram-negativi, micoplasmi, rickettsie e
clamidie.
Il cloramfenicolo e' un potente inibitore della sintesi
proteica ed ha scarsa azione su altre funzioni metaboliche.
Esso agisce sulla unita' 50S dei ribosomi batterici ed
interferisce spiccatamente con l'incorporazione di
aminoacidi nei peptidi che vanno formandosi bloccando
l'azione delle peptidiltransferasi.
Farmacocinetica
Il desametasone e' uno degli steroidi piu' attivi in uso
nella terapia delle flogosi oculari. E' efficace anche a
concentrazioni molto basse (0,005%). L'assorbimento, dopo
applicazione topica, e' scarso in caso di epitelio integro,
ma aumenta notevolmente in caso di ferite a carico dello
stesso.
Il cloramfenicolo e' dotato di ottima penetrabilita' oculare
dopo somministrazione topica.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce 4-6 volte al
giorno. Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Fluorobioptal (Farmila) COLLIRIO: Desametasone +
Cloramfenicolo.
DESAMETASONE + NEOMICINA
Il desametasone e' uno degli agenti steroidei piu' potenti.
La neomicina e' un antibiotico aminoglucosidico ed agisce
inibendo la sintesi proteica. E' attiva principalmente
contro germi Gram-negativi ma anche contro lo stafilococco.
Farmacocinetica
Il desametasone penetra facilmente e con rapidita' in camera
anteriore dopo somministrazione topica.
Al contrario la neomicina penetra molto scarsamente in
camera anteriore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce per 4-6 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Etabiocortilen (Sifi) COLLIRIO: Desametasone + Neomicina.
DESAMETASONE +
CLORAMFENICOLO + TETRIZOLINA
L'effetto antiinfiammatorio del desametasone e',
approssimativamente, 25 volte maggiore di quello
dell'idrocortisone.
Il Cloramfenicolo e' un antibiotico a basso peso molecolare
in grado di agire contro batteri Gram-positivi e
Gram-negativi ed anche contro spirochete, Salmonella,
rickettsie e clamidie. La sua azione consiste
nell'inibizione della sintesi proteica dei batteri.
La tetrizolina e' un agente alfa-simpaticomimetico con
attivita' vasocostrittrice locale molto rapida.
Farmacocinetica
Il desametasone puo' essere rintracciato in camera anteriore
gia' dopo 10-20 minuti dall'instillazione del collirio.
Dopo somministrazione topica di tetrizolina il
riassorbimento sistemico del farmaco e' estremamente basso.
Il cloramfenicolo ha una buona penetrazione nella cornea e
concentrazioni di farmaco terapeuticamente efficaci possono
essere individuate nell'umore acqueo 15-30 minuti dopo
l'instillazione. I corrispondenti tempi di emivita sono di
3-5 ore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce di collirio per 1-4
volte al giorno nel sacco congiuntivale. Nei casi piu' gravi
si puo' arrivare fino ad 1 goccia/ora.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Dexoline (Ciba Vision) COLLIRIO: Desametasone o,1% +
Cloramfenicolo 0,5% + Tetrizolina 0,025%.
DESAMETASONE + CLORAMFENICOLO
+ FENILEFRINA
Il desametasone e' uno dei piu' potenti antiinfiammatori per
uso topico attualmente in commercio.
La kanamicina e' un antibiotico aminoglucosidico con spettro
di azione alquanto vasto, comprendente molti batteri
Gram-negativi, diversi Gram-positivi, specialmente
stafilococchi sia coagulasi-positivi che negativi,
micobatteri e Proteus. Pseudomonas e streptococchi sono
generalmente resistenti. La fenilefrina e' un farmaco
simpaticomimetico che determina vasocostrizione locale.
Farmacocinetica
Il desametasone penetra rapidamente in camera anteriore.
Anche la kanamicina, come la maggior parte degli
aminoglucosidi, e' in grado di raggiungere livelli
terapeuticamente efficaci in camera anteriore.
La fenilefrina e' in grado di superare la barriera corneale,
ma usualmente i livelli raggiunti nel circolo sistemico non
sono significativi.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce da 2 a 6 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Kanazone (Sit) COLLIRIO: Desametasone 0,1% + Kanamicina +
Fenilefrina.
DESAMETASONE + NEOMICINA + GRAMICIDINA
+ TETRIZOLINA
Il desametasone e' uno dei piu' potenti corticosteroidi con
un'attivita' antiinfiammatoria circa 25 volte piu' elevata
dell'idrocortisone.
La neomicina e' un antibiotico aminoglucosidico basico
costituito da una miscela di antibiotici fra i quali il piu'
attivo risulta la neomicina B. Ha un ampio spettro
antibatterico sia in vitro che in vivo: infatti e' attiva su
batteri Gram-positivi (anche resistenti ad altri
antibiotici), su molti Gram-negativi, micobatteri ed
entamebe.
La gramicidina e' un antibiotico prodotto dal Bacillus
brevis che esercita la sua azione battericida
prevalentemente su cocchi e su bacilli Gram-positivi. La
tetrizolina e' un agente alfa-simpaticomimetico con
attivita' vasocostrittrice locale molto rapida.
Farmacocinetica
Il desametasone e' in grado di penetrare con rapidita' in
camera anteriore. La neomicina somministrata per via topica
penetra scarsamente attraverso la barriera corneale.
La gramicidina e' molto tossica se somministrata per via
sistemica, mentre se applicata localmente e' priva di
tossicita', dal momento che non viene assorbita.
Dopo somministrazione topica di tetrizolina il
riassorbimento sistemico del farmaco e' estremamente basso.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce da 2 a 6 volte al
giorno. Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Etabiocortilen (Sifi) COLLIRIO: Desametasone + Neomicina +
Gramicidina + Tetrizolina.
PREDNISOLONE + NEOMICINA
Il prednisolone e' uno steroide dotato di buona attivita'
antiinfiammatoria. La neomicina e' un aminoglucoside che
inibisce la crescita batterica interferendo con la subunita'
ribosomiale 30S.
Farmacocinetica
Il prednisolone e' in grado di penetrare in camera
anteriore, raggiungendo livelli terapeuticamente
significativi.
La neomicina penetra molto scarsamente in camera anteriore
dopo somministrazione topica.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce da 3 a 6 volte al
giorno.
Pomata. Applicare circa 1 cm di pomata nel fornice
congiuntivale da 2 a 4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Biodeltacortilen (Sifi) COLLIRIO: Prednisolone + Neomicina
POMATA: Prednisolone + Neomicina.
Solprene (Farmigea) COLLIRIO: Prednisolone + Neomicina.
FLUOROMETOLONE + TETRACICLINA
La tetraciclina e' un antibiotico a largo spettro, efficace
contro germi Gram-positivi e Gram-negativi, rickettsie,
cocchi, actinomiceti, micobatteri ed in genere i protozoi,
specie le spirochete, l'entamebe ed i tricomonadi. Le
tetracicline sono inibitori della sintesi proteica ed
inibiscono il legame dell'aminoacil-tRNA alle unita' 30S dei
ribosomi.
Il fluorometolone e' fra gli steroidi impiegati in
oftalmologia uno di quelli che determina il grado minore di
aumento del tono oculare nei soggetti che sono sensibili
agli steroidi.
Farmacocinetica
Il fluorometolone penetra scarsamente attraverso la cornea e
la sua concentrazione in camera anteriore non aumenta in
maniera significativa anche in presenza di alterazioni
dell'epitelio corneale. Il farmaco non raggiunge in circolo
livelli plasmatici significativi.
Dopo applicazione topica nel fornice congiuntivale
l'assorbimento locale della tetraciclina e' molto scarso.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce da 3 a 6 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Flumetol Antibiotico (Farmila) COLLIRIO: Fluorometolone +
Tetraciclina.
FLUCINOLONE ACETONIDE + NEOMICINA
Il flucinolone e' un agente steroideo dotato di attivita'
antiinfiammatoria di grado intermedio nell'ambito dei vari
cortisonici.
La neomicina e' un antibiotico aminoglucosidico che agisce
inibendo la sintesi proteica tramite il legame alla
subunita' ribosomiale 30S. E' attiva particolarmente contro
lo stafilococco e numerosi germi Gram-negativi come il
Proteus.
Farmacocinetica
Il flucinolone acetonide viene assorbito in minima quantita'
a livello della barriera corneo-congiuntivale.
Il passaggio della neomicina in camera anteriore e'
pressoche' nullo.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce da 3 a 6 volte al
giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Doricum (Farmila) COLLIRIO: Fluorocinolone acetonide +
neomicina.
FORMOCORTALE + GENTAMICINA
L'associazione dello steroide formocortale con l'antibiotico
a largo spettro gentamicina e' caratterizzata dalle
peculiari proprieta' dei due principi attivi. Il
formocortale possiede una intensa attivita'
antiinfiammatoria dissociata dai noti effetti collaterali
determinati da altri steroidi antiflogistici di analoga
potenza.
La gentamicina presenta un ampio spettro di azione
antimicrobica, una efficacia ottimale anche a dosaggi bassi
e una buona tollerabilita' da parte dei tessuti oculari.
Farmacocinetica
L'assorbimento transcorneale del formocortale e' pressoche'
irrilevante.
La gentamicina puo' raggiungere livelli terapeuticamente
efficaci nell'umore acqueo.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce nel sacco
congiuntivale da 3 a 6 volte al giorno.
Pomata. Applicare 1-2 cm di pomata nel sacco
congiuntivale o sulla rima palpebrale 2 o piu' volte al
giorno.
Conservare a temperatura ambiente e al riparo dalla luce.
Specialita'
Formomicin (Farmigea) COLLIRIO: Formocortale + Gentamicina
POMATA: Formocortale + Gentamicina.
IDROCORTISONE + CLORAMFENICOLO
L'idrocortisone viene usato prevalentemente nel trattamento
delle flogosi oculari di media entita'. L'effetto sulle
infiammazioni intraoculari e' minimo, ma il rischio di
aumento del tono oculare e' piuttosto basso.
Il cloramfenicolo e' un antibiotico batteriostatico con
ampio spettro antibatterico, comprendente batteri
Gram-positivi e Gram-negativi, micoplasmi, rickettsie e
clamidie. Esso agisce sulla unita' 50S dei ribosomi
batterici ed interferisce spiccatamente con l'incorporazione
di aminoacidi nei peptidi che vanno formandosi bloccando
l'azione delle peptidiltransferasi.
Farmacocinetica
L'assorbimento dell'idrocortisone e' piuttosto rapido come
pure l'eliminazione. A causa della scarsa attivita'
antiinfiammatoria e della breve persistenza in camera
anteriore non e' indicato nella terapia delle flogosi
intraoculari.
Il cloramfenicolo e' dotato di ottima penetrabilita' oculare
dopo somministrazione topica.
Forme farmaceutiche e posologia
Pomata. Applicare 0,5-1 cm di pomata nel fornice
congiuntivale da 2 a 4 volte nel corso della giornata.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Cortison Chemicetina (Carlo Erba) POMATA: Idrocortisone +
Cloramfenicolo.
IDROCORTISONE + NEOMICINA +
CLORAMFENICOLO
E' un'associazione di principi attivi ad attivita'
antiinfiammatoria locale ed antibiotica.
L'idrocortisone e' un agente antiinfiammatorio di media
potenza.
La neomicina e' un antibiotico aminoglucosidico che agisce
inibendo la sintesi proteica tramite il legame alla
subunita' ribosomiale 30S. E' attiva particolarmente contro
lo stafilococco e numerosi germi Gram-negativi come il
Proteus.
Il cloramfenicolo e' un antibiotico batteriostatico con
ampio spettro antibatterico, comprendente batteri
Gram-positivi e Gram-negativi, micoplasmi, rickettsie e
clamidie.
Farmacocinetica
L'idrocortisone presenta un significativo assorbimento
oculare dopo somministrazione topica.
Anche il cloramfenicolo e' dotato, a differenza della
neomicina, di un ottimo assorbimento oculare dopo
somministrazione topica.
Forme farmaceutiche e posologia
Pomata. Questa associazione e' in commercio in Italia
solo sotto forma di pomata. La posologia prevede
l'applicazione di 1 cm di pomata nel fornice congiuntivale
da 2 a 4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Idracemi (Farmigea) POMATA: Idrocortisone + Cloramfenicolo +
Neomicina.
IDROCORTISONE + NEOMICINA +
NAFAZOLINA
E' un'associazione di principi attivi ad attivita'
antiinfiammatoria locale e decongestionante, antibiotica e
vasocostrittrice. La nafazolina e' un vasocostrittore che
concorre, assieme all'idrocortisone, a diminuire la reazione
flogistica che trova nell'iperemia il suo momento iniziale.
La neomicina e' un antibiotico aminoglucosidico che agisce
inibendo la sintesi proteica tramite il legame alla
subunita' ribosomiale 30S. E' attiva particolarmente contro
lo stafilococco e numerosi germi Gram-negativi come il
Proteus.
Questa associazione e' indicata in caso di infezioni
oftalmiche da germi sensibili alla neomicina, quando sia
utile associare l'azione antiinfiammatoria
dell'idrocortisone e della nafazolina.
Farmacocinetica
Dei tre principi attivi, l'idrocortisone acetato e' l'unico
che dimostra un significativo assorbimento sistemico dopo
somministrazione topica.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 2-3 gocce della sospensione ogni
4 ore come cura di attacco o 2-3 volte al giorno come cura
di mantenimento. Agitare la sospensione prima dell'uso e
conservare a temperatura ambiente.
Specialita' Idroneomicil (Poli) COLLIRIO:
Idrocortisone + Neomicina + Nafazolina.
IDROCORTISONE + NEOMICINA +
TETRIZOLINA
Questa associazione presenta le stesse caratteristiche della
precedente.
L'azione antibatterica della neomicina e' associata a quella
antiinfiammatoria dell'idrocortisone e della tetrizolina.
Farmacocinetica
L'idrocortisone acetato passa abbastanza facilmente la
barriera corneale.
Anche la tetrizolina penetra in camera anteriore (non i
maniera significativa) mentre la neomicina penetra molto
scarsamente in camera anteriore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 2-3 gocce della sospensione ogni
4 ore come cura di attacco o 2-3 volte al giorno come cura
di mantenimento.
Agitare la sospensione prima dell'uso e conservare a
temperatura ambiente.
Specialita'
Vasosterone Collirio (Angelini) COLLIRIO: Idrocortisone +
Neomicina + Tetrizolina.
BETAMETASONE + CLORAMFENICOLO
Il betametasone e' un originale corticosteroide di sintesi
dotato di un'intensa attivita' antiinfiammatoria ed
antireattiva, pari a circa 8-10 volte quella del
prednisolone. Ha scarsa tendenza a provocare gli effetti
collaterali caratteristici dei corticosteroidi.
Il cloramfenicolo e' un antibiotico batteriostatico con
ampio spettro antibatterico, comprendente batteri
Gram-positivi e Gram-negativi, micoplasmi, rickettsie e
clamidie.
Farmacocinetica
Il betametasone, a causa della breve durata di azione, viene
impiegato in quei casi in cui si vogliono ottenere
concentrazioni elevate in tempi brevi. Gli esteri sotto
forma di fosfato consentono infatti una rapida diffusione e
una immediata azione del composto.
Il cloramfenicolo e' in grado di penetrare con rapidita' in
camera anteriore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce fino a 6-8 volte al
giorno. Pomata. Applicare 1 cm di pomata nel fornice
congiuntivale da 2 a 4 volte al giorno e preferibilmente
alla sera prima di coricarsi.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Betabioptal (Farmila) COLLIRIO: Betametasone +
Cloramfenicolo POMATA: Betametasone + Cloramfenicolo.
BETAMETASONE + CLORAMFENICOLO +
COLISTINA + TETRACICLINE
Il betametasone e' uno steroide di sintesi dotato di elevata
attivita' antiinfiammatoria.
Il cloramfenicolo e' un antibiotico batteriostatico ad ampio
spettro attivo su germi Gram-positivi e Gram-negativi,
micoplasmi, rickettsie e clamidie. Le tetracicline sono
antibiotici batteriostatici che hanno un ampio spettro di
azione comprendente batteri Gram-negativi, clamidie,
micoplasmi, rickettsie e amebe.
La colistina metansulfonato e' un antibiotico isolato dal
Bacillus polymixa, essenzialmente battericida e attivo sulla
maggior parte dei batteri Gram-negativi, compresi
Pseudomonas e Haemophilus. Agisce legandosi alla membrana
delle cellule batteriche alterandone le proprieta'
osmotiche.
Farmacocinetica
Il betametasone ha una breve durata di azione ma penetra
rapidamente in camera anteriore dopo trattamento topico.
Il cloramfenicolo diffonde rapidamente nei tessuti oculari
per il suo elevato coefficiente di solubilita' lipidi/acqua.
La penetrazione intraoculare della tetraciclina e' scarsa.
L'assorbimento della colistina dopo somministrazione topica
e' scarso; in caso di infiammazione dei tessuti oculari si
ottengono invece nell'acqueo livelli terapeutici efficaci.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Instillare 1-2 gocce di collirio
nell'occhio affetto 3-4 volte al giorno.
Pomata. Applicare 0,5 cm di pomata nel sacco
congiuntivale inferiore per 3-4 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Eubetal Antibiotico (Sifi) COLLIRIO: Betametasone +
Rolitetraciclina 0,5% + cloramfenicolo 0,4% + colistina
metansulfonato 180000 U.I./ml. POMATA: Betametasone +
Tetraciclina + Cloramfenicolo + Colistina metansulfonato.
BETAMETASONE + SULFACETAMIDE
Il betametasone e' uno steroide di sintesi con elevata
attivita' antiinfiammatoria.
La sulfacetamide e' un derivato dell'acido
para-aminobenzoico. E' dotata di ampio spettro di azione ed
e' efficace sia contro germi Gram-positivi e Gram-negativi.
Farmacocinetica
Il betametasone, pur avendo una breve durata di azione, e'
in grado di penetrare rapidamente in camera anteriore.
Si ritiene che la sulfacetamide sia in grado di attraversare
la barriera corneale e di passare in camera anteriore.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce da 3 a 6 volte nel corso
della giornata.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Brumeton (Bruschettini) COLLIRIO: Betametasone +
Sulfacetamide.
BETAMETASONE + SULFACETAMIDE +
TETRIZOLINA
Il betametasone e' uno steroide di sintesi con elevata
attivita' antiinfiammatoria.
La sulfacetamide e' un derivato dell'acido
para-aminobenzoico dotata di ampio spettro di azione ed
efficace sia contro germi Gram-positivi e Gram-negativi.
La tetrizolina e' un agente simpaticomimetico dotato di
azione vasocostrittrice locale.
Farmacocinetica
Il betametasone, pur avendo una breve durata di azione, e'
in grado di penetrare rapidamente in camera anteriore.
Si ritiene che la sulfacetamide sia in grado di attraversare
la barriera corneale e di passare in camera anteriore.
La tetrizolina penetra in camera anteriore ma non raggiunge
livelli sistemici significativi dal punto di vista
terapeutico.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Il prodotto e' commercializzato sotto forma
di sospensione, per cui e' importante agitare il flacone
prima dell'uso. Somministrare 1-2 gocce ogni 4-6 ore.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Visublefarite (Merck Sharp Dohme) COLLIRIO: Betametasone +
Sulfacetamide + Tetrizolina.
BETAMETASONE + NAFAZOLINA +
TETRACICLINA
E' un'associazione di principi attivi ad attivita'
antiinfiammatoria locale e decongestionante, antibiotica e
vasocostrittrice. Il betametasone e' un agente steroideo
dotato di elevata attivita' antiinfiammatoria. La nafazolina
e' dotata di azione vasocostrittrice locale. La tetraciclina
e' un antibiotico ad ampio spettro che inibisce la sintesi
proteica.
Farmacocinetica
Il betametasone penetra rapidamente in camera anteriore dopo
somministrazione topica.
La nafazolina e' in grado di penetrare in camera anteriore
senza pero' raggiungere livelli significativi dal punto di
vista terapeutico. Dopo applicazione topica nel fornice
congiuntivale l'assorbimento locale della tetraciclina e'
molto scarso.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce da 2 a 6 volte al
giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Alfaflor Oculare (Intes) COLLIRIO: Betametasone + Nafazolina
+ Tetraciclina.
BETAMETASONE + BEKANAMICINA +
TETRIZOLINA
Il betametasone e' dotato di elevata attivita'
antiinfiammatoria. La bekanamicina e' un antibiotico ad
ampio spettro di azione appartenente alla famiglia degli
aminoglucosidi. La tetrizolina e' un'amina simpaticomimetica
con azione vasocostrittrice.
Farmacocinetica
Il betametasone e' in grado di penetrare in camera anteriore
e di esercitare un'azione antiinfiammatoria a questo
livello.
La bekanamicina puo' essere riscontrata nell'umore acque
circa 40 minuti dopo la somministrazione topica.
La tetrizolina penetra in camera anteriore ma non raggiunge
livelli terapeuticamente efficaci a livello sistemico.
Forme farmaceutiche e posologia
Collirio. Somministrare 1-2 gocce da 2 a 6 volte al giorno.
Conservare a temperatura ambiente.
Specialita'
Visumetazone Antibiotico (Merck Sharp Dohme) COLLIRIO:
Betametasone + Bekanamicina + Tetrizolina.
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