Separatismo siciliano
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Spirito di indipendenza profondamente radicato nella storia della Sicilia, le cui manifestazioni politicamente più significative si avvertirono nel corso del XIX e del XX secolo.

Nella prima metà dell'Ottocento l'indipendentismo siciliano seppe agire nei momenti cruciali della storia italiana: una prima volta nel luglio del 1820 con la rivolta di Palermo avvenuta non appena a Napoli fu instaurato un regime costituzionale (vedi Moti del 1820-21); una seconda volta nel gennaio del 1848, all'alba del grande rivolgimento che avrebbe portato alla prima guerra d'indipendenza. In entrambi i casi le rivolte ebbero un carattere sociale interclassista e furono espressione del malessere conseguente alla perdita dell'autonomia.

Il separatismo siciliano riapparve nel 1945, negli ultimi mesi di guerra, come forza che coagulava gli interessi dei grandi proprietari latifondisti, protetti dalla mafia, con gli atteggiamenti anarchici e antistatali diffusi nel mondo contadino. Il movimento separatista, i cui capi furono Andrea Finocchiaro Aprile e Antonino Varvaro, organizzò nel marzo del 1945 una propria forza armata, l'Esercito volontari per l'indipendenza della Sicilia. La spinta eversiva del separatismo fu riassorbita dalla concessione alla Sicilia dello statuto di regione autonoma e dall'elezione nel 1947 della prima Assemblea regionale.

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