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INTERVISTA
A GIANNI BISIACH
Nella fierezza del suo sguardo e nelle sue parole, abbiamo
compreso che quest'uomo non aveva mai avuto paura della morte...
Come è possibile convivere per anni con il pensiero di venire
ammazzati
? Recarsi in luoghi dove si sa che i possibili assassini sono in agguato,
apposta per far vedere che non si è perduta la dignità e che si è pronti a morire per
quello in cui si è creduto
?! Probabilmente non esiste una risposta razionale, o
forse cè ma non è facile da comprendere
In una calda giornata dautunno
abbiamo incontrato un uomo che si è dato quella risposta, accettando tutti i
rischi che un atteggiamento del genere comportava, con grande determinazione ed umiltà.
Questuomo è Gianni Bisiach. Al di là del suo noto trascorso radio televisivo,
Bisiach ha parlato del suo passato a rischio con grande lucidità e senza
alcuna retorica. Al termine dellintervista, si è intrattenuto ulteriormente con
Giorgio Bongiovanni pranzando insieme a lui. E proprio in quel lasso di tempo, a microfoni
spenti, il giornalista, lo scrittore e linviato
ha lasciato posto
alluomo, alle sue battaglie, alle sue sconfitte
alle sue aspirazioni e alle
sue paure
La paura vissuta sulla propria pelle, respirata fino in fondo
quel
senso di solitudine che non muore mai e che accompagna ogni uomo che cerca la verità,
sfidando se stesso e tutte le avversità. E poi
la vittoria sulla morte
il suo
distacco da questo evento così naturale ma ugualmente
contro natura quando avviene nella sua manifestazione più brutale quale è
lomicidio. Nella fierezza del suo sguardo e nelle sue parole, abbiamo compreso che
questuomo non aveva mai avuto paura della morte
Un sentimento di
devozione nei confronti del Presidente Kennedy traspariva anche nelle
espressioni più semplici da lui usate per commentare le foto che ritraevano John Kennedy
durante i comizi, con i suoi figli, fino allultima, sul banco della camera
mortuaria
Mentre nei confronti della mafia, degli sporchi giochi politici della CIA
e di tutta la cospirazione creata per eliminare il Presidente, ha sempre mantenuto un
atteggiamento di dispregio, deplorando apertamente le connivenze criminali e i depistaggi
voluti dagli alti vertici. A mano a mano che passava il tempo, Bisiach ci ha
fatto rivivere il suo excursus nella trincea della lotta alla mafia. Il suo
primo reportage per la RAI a Corleone, nel 1963, i segnali in codice dei
mafiosi, quel linguaggio fatto di silenzi e di ammiccamenti
Lincontro con
lavvocato del mafioso Luciano Liggio e quella sua intimidazione <<
Dott.
Bisiach
nel suo reportage si limiti a parlare dei morti e lasci in pace i
vivi
>>, quello stesso avvocato che lo farà incontrare con Luciano Liggio (che
allepoca era latitante e si nascondeva in una clinica psichiatrica ndr), con Totò
Riina e con Bernardo Provenzano (un incontro storico per lunico giornalista che è
riuscito ad incontrare lattuale latitante numero uno). Ricordando i tanti nemici che
aveva in RAI e che dopo il suo reportage sulla mafia gli hanno impedito di svolgere bene
il suo lavoro, non si è mai espresso con rancore, ma con il sorriso di chi sa che alla
fine è la storia che condanna o assolve. Al momento dei saluti, un abbraccio spontaneo ha
racchiuso lessenza dellincontro con un uomo sereno, che ha portato a termine
il compito che si era prefisso, felice di aver trovato un amico per continuare una
battaglia piena di insidie e non ancora vinta.
INTERVISTA A GIANNI BISIACH
D. Vorrei iniziare a chiederle se oggi, nel 1999, ha mai avuto paura di essere ucciso
così come nel 1969?
R. Io non ho mai avuto paura di essere ucciso. Ho sempre affrontato la morte
coscientemente e credo che proprio questo mi abbia salvato, perché loro
sapevano che non mi interessava
Non è che io vada a cercare la morte, ma ho messo
in gioco anche questa possibilità
Probabilmente oggi le cose sono cambiate, la
situazione mondiale è cambiata. In genere rischia di essere ucciso colui che è il solo a
conoscere una certa realtà
che disturba il potere. Per un certo periodo mi sono
occupato del caso Kennedy e loro avevano tutto linteresse ad eliminarmi,
così come decine di persone che sono state eliminate in quel periodo
D. Lei è stato, in qualità di giornalista della Rai, il primo in assoluto a dire, (come
è scritto nel Suo libro Il Presidente, nel Suo film I due
Kennedy) che John Kennedy era stato ucciso dalla Mafia, in collaborazione con alcuni
settori della CIA. Fece i nomi di Carlos Marcello, Santo Trafficante
A
quellepoca, quando lo disse, quali furono le reazioni del nostro Governo e degli
americani? E noto che il Suo libro venne presentato dal senatore Andreotti che poi
lo lesse
R. Lei mi sta parlando del libro, ma il film uscì molto prima, nel 1969, e si faceva il
nome di Carlos Marcello che allepoca era sconosciuto. Sono stato molto
attento, durante la ricerca delle immagini, a non far uscire mai il suo nome. Cercavo i
filmati in cui cera Marcello con dei pretesti diversi, chiedevo per esempio panorami
di New Orleans o altre cose
Limportante era che nessuno sapesse
Chiunque
avesse saputo che io mi stavo occupando di Carlos Marcello, avrebbe fatto in modo che io
venissi eliminato allistante. Tutta la lavorazione del film venne fatta in modo da
rimanere un mistero fino alluscita nelle sale cinematografiche, così che sarebbe
stato anche inutile eliminarmi. Non avrebbero attentato alla mia vita
cosa alla
quale io andavo incontro con lo spirito di chi è pronto a sacrificarsi. In ogni caso
limportante era che il film uscisse. Feci linchiesta sulla mafia
Rapporto da Corleone che andò in onda prima di TV7, nella rubrica RT,
rotocalco televisivo di Enzo Biagi. Sono stato il primo a parlare della mafia a Corleone e
dei corleonesi, quindi di Luciano Liggio, Totò Riina e Provenzano. Allepoca fare
questo significava essere il primo, essere colui che era a
conoscenza di questi fatti, colui che loro ritenevano utile
eliminare.
D. Perché la CIA ha chiesto aiuto alla Mafia per uccidere Kennedy e perché John Kennedy
è stato ucciso?
R. La CIA aveva chiesto aiuto alla Mafia per uccidere Fidel Castro. Quando Fidel Castro
prese il potere a Cuba, in un primo tempo lAmerica lo aveva appoggiato, così come
la CIA che gli aveva fornito le armi, lanciate con il paracadute. Questo perché gli
americani non volevano più Batista al potere. Ma quando Castro arrivò al potere, la
prima cosa che fece fu quella di nazionalizzare le società americane, quindi la United
Fruit per quanto riguarda lagricoltura, le società petrolifere ecc. Gli industriali
americani si indignarono di fronte al comportamento di Castro, che aveva in precedenza
usufruito del loro aiuto, e decisero di eliminarlo prima politicamente e poi fisicamente.
Quando Castro andò al potere cacciò i mafiosi da Cuba, chiuse le case da gioco, le case
di tolleranza, il traffico della droga e il traffico degli aborti (gli americani andavano
ad abortire a Cuba). La mafia si infuriò con Castro perché aveva distrutto i loro affari
e la CIA pensò di rivolgersi ai mafiosi che avevano ancora a Cuba alcuni uomini. Ad
esempio Santo Trafficante, che allepoca era in prigione a Cuba e con il quale la CIA
aveva rapporti per conto di Sam Giancana di Chicago, con Jack Rubi, quello che poi uccise
Oswald. Jack Rubi era un trafficante di armi e di droga e aveva diversi night club a
Dallas. Era nel giro di Sam Giancana di Chicago (il braccio destro di Al Capone, che era
passato da essere autista a suo luogotenente). Rubi andava a Cuba a portare le arance a
Trafficante che stava in carcere. La CIA, sembra con lappoggio dei Kennedy, decise
di uccidere Fidel Castro, con dei modi anche abbastanza ridicoli
Kennedy aveva un
comportamento contraddittorio, nel senso che come presidente degli Stati Uniti (come tutti
i capi di Stato), doveva accettare anche certe operazioni infami dei servizi segreti, pur
mantenendo una sua morale. John seguiva una certa linea e poi con il fratello, il ministro
della Giustizia (Robert Kennedy ndr.) combatteva quegli stessi mafiosi che aiutavano la
CIA. Ora ne sto parlando con semplicità ma i fatti furono molto complessi. Dopo la crisi
dei missili di Cuba (quando il mondo si era salvato dal rischio della Terza Guerra
Mondiale), Kennedy decise di rappacificarsi con Fidel Castro e con lUnione
Sovietica. Per questo aprì la linea rossa, il telefono con il Cremlino. Fece
disdire lincarico ai mafiosi, chiuse i campi della CIA dove venivano
addestrati i cubani che si preparavano per lo sbarco a Cuba. Robert Kennedy cominciò poi
al senato una inchiesta a tutto campo su Cosa Nostra e allepoca non si sapeva ancora
che si chiamava Cosa Nostra (ne parlò Joe Valachi nel mese di settembre del 1963, due
mesi prima dellassassinio di Kennedy). Questi grandi mafiosi decisero quindi di
uccidere Kennedy. Alcuni settori della CIA erano sicuramente contro il presidente. In
particolare lo era Allen Dulles, che Kennedy aveva cacciato via, insieme a quelle persone
(citate nel mio libro, con tanto di foto) che fecero lo scandalo Watergate; quegli stessi
che poi furono arrestati nella Dealy Plaza dopo gli spari contro Kennedy e che insieme a
Calogero Minacori (alias Carlos Marcello ndr.) decisero di eliminarlo. Si è trattato di
un cambio di obiettivo: la Mafia doveva uccidere Fidel Castro, quando Kennedy
cambiò idea, la Mafia decise di uccidere lui durante il viaggio a Dallas
con
unorganizzazione di tipo militare
D. Allepoca, così come oggi, Cosa Nostra aveva una commissione, una
cupola. Quando Carlos Marcello, Santo Trafficante ed altri decisero di
uccidere Kennedy, Don Vito Genovese, il capo di tutti i capi, doveva esserne a conoscenza.
Si tratta quindi solo di unipotesi il fatto che tutta la mafia americana acconsentì
alluccisione di Kennedy?
R. Non è unipotesi, è una certezza. Vito Genovese fu accusato dai fratelli Kennedy
fin dal 1957, prima che John diventasse presidente.
D. Recentemente il direttore dellFBI, Luis Fry, ha ammesso ufficialmente che la
mafia americana, per paura delle persecuzioni della polizia, concedeva lesclusiva
della vendita delleroina nel mondo alla mafia siciliana in cambio di una buona
percentuale sugli incassi. Nel 1957 allHotel delle Palme a Palermo, Lucky Luciano
era il mediatore fra la mafia siciliana e quella americana. In questa riunione
venne ufficialmente sancita la questione. Ma quanto la Mafia siciliana era interessata
allassassinio di Kennedy? O ne venne esclusa completamente?
R. Non venne esclusa la Mafia siciliana e in particolare Luciano Liggio e i corleonesi.
Durante il processo Valachi al senato, Valachi disse innanzitutto che si chiamava
Cosa Nostra e poi che i due gruppi egemoni erano i corleonesi e i
castellamaresi. Castellamare del Golfo fu battuta, fu vinta e la mafia vincente ancora
oggi è quella dei corleonesi, quindi come tali appoggiavano i loro referenti in America.
Non so se sia vero che Lucky Luciano avesse in mano tutto questo, io credo che il comando
mondiale del traffico delleroina, da quello che a me risulta, era di Santo
Trafficante. Il potere di Carlos Marcello e di Santo Trafficante era immenso. Santo
Trafficante aveva in mano tutto il traffico mondiale delleroina, era daccordo
con la CIA allepoca del Vietnam
Ricordiamoci che il capo di tutti i capi era Vito Genovese, il quale aveva
strappato a Lucky Luciano il potere. Quando si incontrarono a Cuba, mi pare
nel 1948, in un albergo, Lucky Luciano andò in una stanza, incontrò Vito Genovese e lo
picchiò selvaggiamente, quasi lo uccise, dicendogli che era stato scorretto nei suoi
confronti in un momento nel quale si trovava in disgrazia in Italia.
Successivamente cercarono in tutti modi di far compromettere Vito Genovese che
era molto abile a dissimulare la sua ricchezza come risultanza del gioco dei cavalli ad
Agnano. Proprio ad Agnano arrivò un personaggio folcloristico della camorra, Pascalone
Nole, un uomo enorme. Lucky Luciano non era un uomo enorme e portava gli occhiali.
Pascalone Nole andò da Lucky Luciano chiedendogli lonore di giocare con
lui. Luciano rifiutò rispondendo che non giocava mai con gli altri, bensì sempre da
solo. Pascalone insistette dicendo che lui non si poteva rifiutare, mentre Lucky Luciano
era irremovibile nel suo rifiuto. Pascalone gli diede allora due schiaffi, con la sua mano
gigante, così forti da rompergli gli occhiali (Luciano aveva un forte
problema alla vista). Lucky Luciano, senza proferire alcuna parola, si chinò a
raccogliere i vetri, li mise in un fazzolettino e se ne andò. Quella stessa sera a casa
di Lucky Luciano, che abitava sul lungomare di Napoli, si presentarono gli uomini di
Pascalone Nole dicendo che gli mandava le sue scuse per quello che aveva fatto. Lucky
Luciano rispose molto tranquillamente che Pascalone non doveva scusarsi di nulla, visto
che non era successo niente
La mattina dopo, alle 10.30, al mercato ortofrutticolo
di Napoli (come poi Francesco Rosi ha raccontato nel suo film La sfida)
Pascalone Nole venne ucciso con due colpi di pistola. La moglie che prese il suo posto
cercò in tutti i modi di scoprire lomicida, ma inutilmente. I sospetti, ovviamente,
caddero su Lucky Luciano, che comunque sapeva che lo stavano emarginando. Dapprima scrisse
un libro (del quale non esiste nemmeno una copia, ma che io ho letto), da questo libro
voleva trarre un film sulla sua vita. Andò allaeroporto di Napoli per incontrare
due produttori americani. Mentre aspettava larrivo dellaereo, il maresciallo
della Guardia di Finanza che stava con lui gli offrì una bibita, dopo averla bevuta morì
stecchito. Non gli fecero lautopsia, venne messo dentro ad un enorme cassa, fecero
un funerale spettacolare e lo mandarono in America. Ecco perché io non so se in quel
periodo lui avesse in mano tutto il controllo della situazione, credo piuttosto che fosse
Santo Trafficante
D. Ritornando a John Kennedy, lei è stato il primo nel mondo a dire che la Mafia aveva
ucciso John Kennedy con laiuto della CIA o viceversa. Il giudice Jim Garrison,
condusse uninchiesta per alcuni versi strabiliante, dimostrando anche che la CIA era
stata aiutata da altri, per esempio dallFBI, nominando solo
marginalmente la Mafia, anche se sapeva che la malavita organizzata era implicata
nellomicidio del presidente.
R. Essendo Garrison un giudice elettivo, nominato per elezioni, aveva bisogno
di una base elettorale. La base elettorale di New Orleans era
governata in gran parte da Carlos Marcello e per di più lui era molto amico di uno dei
luogotenenti di Marcello. Quando ci fu quel noto processo al quale io ero uno dei
pochissimi giornalisti ammessi, lavvocato Alright di Dallas mi chiese di nascondere
i testimoni che servivano a Jim Garrison nella mia stanza. Quella notte non dormii nella
mia stanza, dormii nella stanza dei testimoni perché cera il rischio che li
ammazzassero. I testimoni erano lautista di taxi Raymond Camings e unaltra
persona. Quella sera lavvocato mi invitò a cena al Playboy club di Dallas,
cera anche Garrison che era tutto bruciato dal sole. Gli domandai cosa fosse
successo, mi rispose che era stato a Las Vegas e che si era addormentato sotto il sole,
bruciandosi in tal modo in un hotel, che stranamente era gestito dal braccio
destro di Carlos Marcello. La rivista Life pubblicò una serie di articoli, in
parte riportati nel mio libro, dove si diceva che lui era sul libro paga di Cosa
Nostra
D. Quindi la figura delleroe che viene descritta nel film di Oliver
Stone...
R. Forse era anche un eroe, ma aveva bisogno di essere aiutato da qualcuno
e cercava
i soldi dove li trovava
Garrison non poté essere così esauriente, accennò alla
Mafia, ma senza fare dei nomi
Il film di Oliver Stone è un film, per certi versi
importante perché ha portato ai giovani di tutto il mondo la storia di questo assassinio,
però manca lequilibrio della partecipazione al complotto di Mafia e
CIA.
D. Lindon Johnson, il 36 esimo presidente degli Stati Uniti, faceva parte del complotto o
diede un tacito consenso allassassinio di Kennedy?
R. Questo rimane ancora oggi un mistero. Secondo alcuni, Johnson non centrava
direttamente, ma si dice che un suo collaboratore texano (anche Johnson era texano, nei
modi di fare, era grossolano anche con la vedova Kennedy) abbia determinato lo spostamento
della Motorcade. Lautomobile doveva andare dritta su Daily Plaza e invece fece quel
doppio giro e alla seconda curva, che era molto stretta, rallentò a 7/8 Km allora
landatura dellautoveicolo, favorendo quindi gli sparatori. Colpire un
obiettivo su una carovana che va a 30/40 Km allora è cosa molto
difficile
D. E il petroliere Hunt?
R. Quello era sicuramente coinvolto, sia lui che il figlio, avevano incontrato proprio in
quei giorni alcuni capi mafia della California e anche alcuni killer. Cè poi una
cosa molto strana, molto misteriosa. Nixon si trovava a Dallas il giorno prima
dellassassinio di Kennedy, a partecipare ad una grande riunione della Pepsi Cola,
della quale lui era un testimonial. Nixon partì dallaeroporto di Dallas, la mattina
fra le 8 e le 10 e Kennedy arrivò alle 11.30 con il suo aereo. Naturalmente questo non
significa nulla
oppure significa molto
coincidenze strane
D. Bob Kennedy venne ucciso più o meno per lo stesso motivo
Allora perché quando
la famiglia Kennedy parlò con lei non voleva dire niente dellassassinio?
R. Anche adesso non ne vogliono parlare. Io penso che abbiano paura di essere uccisi.
Anche Ted Kennedy ha subìto tre attentati: dopo la morte del presidente è caduto con
laereo, poi una donna armata di un coltello è stata fermata allultimo
momento, poi lui venne portato a Chappaquiddick, non si sa bene come. Io ho dei sospetti
su quegli amici che lo portarono lì, che drogarono le ragazze, che lo fecero ubriacare,
una vittima di qualcosa che non fu molto chiaro
D. E la morte di John John?
R. Anche John John in qualche modo voleva arrivare alla Casa Bianca. Quando gli venne
chiesto da un intervistatore perché la rivista George non affrontava la morte
di suo padre a Dallas, John John rispose che era inutile affrontare unaltra
inchiesta sulla morte di suo padre. Avrebbe potuto anche dedicarvi 40 numeri di
George, ma non avrebbe portato a niente
<<Per poter fare questo
tipo di inchieste - diceva - bisogna avere il potere>>. Il potere significava la
Casa Bianca. Lui voleva arrivare alla Casa Bianca, lo ha detto anche Salinger in una
dichiarazione ufficiale, così come Schlesinger il giorno dopo la sua morte. John John non
ci voleva arrivare tra 4 o 6 anni, ma piuttosto verso il 2008. Penso che la sua morte
abbia fatto piacere a molti, laereo è caduto nel punto in cui, tre anni prima, è
precipitato laereo della TWA. E si dice che laereo della TWA come laereo
di Ustica sia caduto perché per errore gli hanno sparato contro dei missili militari.
Proprio lì cè una base militare che spara dei missili. Tutto questo lha
detto anche Salinger, capo ufficio stampa di Kennedy; ci sono centinaia di persone che
hanno visto questo missile che partiva dal basso e che ha colpito il TWA. Per quanto
riguarda John John, è prevalente lipotesi della disgrazia, dellincidente,
visto che è stato molto imprudente a partire con quelle condizioni atmosferiche. E
più difficile immaginare un complotto
D. Quando venne a Roma, William Colby, il direttore della CIA, le disse che la Central
Intelligence Agency aveva commesso lerrore di collaborare con la mafia ma negò che
ci fosse un collegamento diretto della CIA nellassassinio di Kennedy
R. Non poteva che negarlo essendo il direttore, però era molto importante la sua
ammissione. Lui era stato nel Vietnam; erano morti più di 30.000 vietnamiti, nel periodo
nel quale si trovava lì con i gruppi della CIA. Colby ammise questa
collaborazione
cera Santo Trafficante
e proprio dal Vietnam
e dal Laos, (le popolazioni degli altipiani del Laos), caricavano sugli aerei del
AirAmerica, (una linea privata della CIA), i sacchi con loppio, con la morfina, con
la base per leroina
D. Unorganizzazione criminale come Cosa Nostra che riesce ad uccidere il presidente
degli Stati Uniti. Cosa Nostra in Italia che uccide quando vuole: Falcone, Borsellino, per
non parlare di tutti i magistrati e delle scorte
il fatto che la CIA chieda aiuto a
questa gente fa pensare molto
La Mafia italo - americana, che poi è diventata la
leader delle organizzazioni criminali del mondo
Ma perché i governi, o comunque i
servizi segreti ne hanno bisogno?
R. Perché questa organizzazione ha due elementi che le danno questo grande potere: da un
lato il terrore, perché loro sono spietati e quindi minacciano la vita delle
persone e dei loro familiari, un potere di persuasione terribile, e poi
perché hanno una ricchezza sconfinata. Il traffico della droga parte da un prodotto che
costa pochissimo e viene venduto a prezzi altissimi. Una dose di eroina che può valere
300 lire, viene venduta a 100/150 mila lire. Cè un guadagno enorme e quindi loro
hanno una enorme quantità di denaro liquido. Nessuna industria del mondo, nessun governo
del mondo può disporre di una quantità di denaro pari a quella della malavita
organizzata. La chiamo volutamente malavita organizzata perché si dice che oggi si sia
differenziata dalla mafia russa
Io credo che predomini ancora la mafia siciliana,
perché è organizzata meglio ed è ramificata ovunque
Poi cè il potere del
danaro
il fatto che qualcuno disponga di tanto danaro
è tutto. Gli
industriali non dispongono di tanto danaro, gli industriali hanno materie prime, chi vende
automobili, avrà milioni di automobili, ma non ha il contante
La Mafia invece
dispone di questi contanti con i quali può corrompere persone in vari ambiti
Loro in genere corrompono coloro che sono al potere, corrompono i governi.
Ovviamente non è detto che debbano corrompere il Presidente del Consiglio. Nella macchina
di un partito ci sono persone che possono influenzare le decisioni anche da livelli vicini
al vertice, in un modo che non è esplicito. In America si dice che John Kennedy abbia
avuto dalla Mafia di Chicago il voto dellIllinois, che gli serviva. Io non so se
questo sia vero, se è vero forse è avvenuto in maniera indiretta. Frank Sinatra era
innamorato della figura di Sam Giancana, che per lui era come un mito. Nel
film Il Padrino, il padrino sarebbe Giancana e il cantante Fontane, Frank
Sinatra. Può darsi che Sinatra, così come collegava le donne di Giancana a Kennedy, può
aver collegato a Kennedy i mafiosi dellIllinois che gli portavano certi voti. Non è
che direttamente Kennedy andasse nellIllinois a stringere la mano ai mafiosi
anche se devo dire che ci sono delle immagini nel mio film nelle quali si vede che Kennedy
stringe la mano a dei mafiosi in giro per lAmerica, come Bonanno ed altri (che però
faceva parte della comunità italiana e forse Kennedy non sapeva chi realmente fosse).
D. Perché per i governi è necessario che la mafia esista?
R. Perché la macchina politica ha bisogno di danaro. Ad esempio, adesso cè la
questione della par-condicio, degli spot ecc., è chiaro che chi ha gli spot vince più
facilmente le elezioni. Non è detto che chi ha gli spot vinca alle elezioni, ma
sicuramente ha più probabilità di parlare direttamente al pubblico e si trova quindi
avvantaggiato. Masse di danaro così ingenti e la possibilità di usarle direttamente o
indirettamente per corrompere personaggi appartenenti a certe macchine
politiche danno effettivamente alla mafia un potere
Io credo che il mondo di
oggi, con la circolazione dellinformazione, delle notizie, con Internet (mettendo a
disposizione dei giovani, di tutti i cittadini una grande informazione circa quello che
sta succedendo) renderà più difficile la vita alle organizzazioni mafiose. Più se ne
parla meglio è
ma loro trasformeranno lorganizzazione, ci sarà
una mutazione: loro diventeranno industriali, diventeranno capi di stato,
loro entreranno dentro il potere
Mentre prima stavano fuori, avendo dei
referenti (così come si accusa Andreotti ed altri di essere stati dei
referenti della mafia), loro avranno il loro uomo che direttamente sarà
eletto ai livelli superiori e quindi con il danaro potrà mantenere queste posizioni
Può darsi anche che venendo in possesso di grandissime organizzazioni industriali,
possano trasformare in qualcosa di onesto, di lecito, di
legale quello che prima era illegale, anche se questa è solo la
speranza
Credo che battere la Mafia oggi, richiederebbe da parte di tutti quasi la
santità e i santi sono pochi
le persone che vivono secondo dei principi
morali, religiosi assoluti, sono pochissimi. In genere luomo è debole
Cè però la speranza che ci sia questa mutazione in positivo e che la Mafia venga
lentamente schiacciata da organizzazioni politiche
Tutti noi che abbiamo attaccato
la mafia, anche rischiando, lo abbiamo fatto ovviamente nella speranza che la si potesse
battere e io spero che presto questo possa avvenire
D. In questo momento è più forte la Mafia o i servizi segreti?
R. E una forza diversa. Il servizio segreto non ha danaro ma ha il potere dello
stato, la mafia non ha il potere dello stato, deve corrompere, ma ha il danaro. Chi ha il
potere, ottiene il danaro con la corruzione e chi invece ha il danaro corrompe chi ha il
potere. In tutti e due i casi ci vuole una volontà di delinquere sia da parte del potere
politico sia da parte della mafia e dei servizi segreti
D. La ringrazio a nome della redazione di Terzo Millennio per aver scritto il suo
libro
R. Quando ho fatto il film e poi il libro, speravo semplicemente di rendere pubblico
quello che io avevo imparato, anche rischiando un po
Per fortuna che il
rischio poi non si è verificato, anche se cera, io sono rimasto vivo
Ora ho
la soddisfazione di verificare che le notizie sono circolate discretamente, non quanto
pensassi
Non basta scrivere un libro, non basta fare un film, a volte la gente legge
il libro, vede il film e poi continua a parlare come prima
D. Cosa ne pensa del fatto che dei giovani editori parlino della mafia per attaccarla?
R. Devono spiegare, soprattutto ai giovani, che conviene essere onesti, oltre ad essere
morali, è anche più utile, non conviene delinquere. Prendiamo ad esempio Totò Riina,
che vive in un carcere, che vita fa? Proprio lui che era il più grande, il
più potente, che poteva uccidere chiunque, ora vive da miserabile in una
cella. Avrà pure corrotto qualcuno, ma vive male lo stesso
Un giovane invece che fa
una carriera pulita, che ha degli obiettivi puliti, che utilizza la sua vita per degli
scopi nobili, così come voleva fare il giovane Kennedy, ha una vita più giusta e più
bella e la vivrà anche meglio di chi vive male, di chi delinque
E importante
che il giovane editore coraggiosamente dica delle cose esplicite. E ugualmente
importante che chi possiede dei grossi mezzi di comunicazione dica anche delle
piccole parole, perché la piccola parola detta a una grande massa prepara il
terreno a una conoscenza.
D. La ringrazio ancora per quello che ha fatto e per quello che sta facendo.
R. Buon lavoro
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